Fermarsi a fare la rivoluzione
L’atto più rivoluzionario in un mondo dell’efficienza, del touch, del tutto e subito, è fermarsi e meditare (o pregare) per cinque minuti.
#rivoluzione #vitaconsapevole #diario #9agosto2023 #meditazione
Fermarsi a fare la rivoluzione
L’atto più rivoluzionario in un mondo dell’efficienza, del touch, del tutto e subito, è fermarsi e meditare (o pregare) per cinque minuti.
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Manifesto (non complottista)
Là fuori milioni di persone esprimono idee di distruzione e morte per l’umanità. E intaccano poco alla volta la società, quella che in cui vivono in modo contingente e quella più vasta dell’umanità. È un lavoro di fino, il loro, che comincia col modificare il senso della parole, arbitrariamente, in base a gusti momentanei della gente che loro stessi hanno instillato, attraverso la creazione di bisogni indotti. Perché se fai credere alla gente che qualcosa gli è indispensabile, penderà dalle labbra di chi glielo dice, come un drogato dipende dal suo spacciatore. Noi siamo coscienti che la realtà può influire su di noi solo per quanto noi stessi glielo permettiamo. Perciò non siamo tra quelli che ascoltano idee 'miracolose', spesso ammantate di ‘buon senso’, perché sappiamo che se continuiamo a coltivarle, certe idee, non le potremo più sradicare dalla nostra mente. Noi, invece, ci fermiamo a concepire idee per sostenere e, lì dove è stata ferita, ricostruire la società umana.
Il mondo. Come dicono.
In un pomeriggio di Luglio, sul dorso di un alone bianco (panna? schiuma da barba? bruma? nuvole?) imprimo queste prime parole. Schizzi di pensieri. Ma se 'schizzo' come emissione ancora in volo o 'schizzo' come linea, traccia, depositata già sul foglio, non so. Le parole sono pesanti, sono pietre diceva Levi, che le cercava nei contadini siciliani, forse uomini e forse no; perché la dignità la puoi perdere, ma solo se vuoi tu. Dal Sud ho camminato fin qui. Al Sud tornerò un giorno. Sud, terra margia d'uomini, cose e bellezze sacre agli dei. Incolta come le sopracciglia, incolte, di una ragazza del Sud che non conosce ancora il 'mondo'. Il 'mondo' che, ti dicono, è un “mondo di premi” come ti assicura la pubblicità col volto di uno rassicurante, quello che ti giura che abita alla porta accanto e che ti sta facendo un favore. A te, che sei “stabile e inarrestabile”, come la linea telefonica del famoso gestore. Ma tu sai, vero, che non sei “stabile e inarrestabile”? Che non DEVI essere “stabile e inarrestabile”; perché, grazie a Dio, nessuno è “stabile e inarrestabile”. Guai se lo fossimo! È vero, nessuno ti vuole dire che tutto ha un limite. Non te lo dice la pubblicità, che vuole solo che tu stia bene, che tu abbia solo il meglio. Che ti assicura che tu, donna, avrai in mano il mondo se userai quella lametta (e non un'altra!) per risolvere i tuoi problemi di depilazione. (Non ci credete? ascoltate lo spot...) Non te lo dice la società, che ti vuol far credere che bambine di 12 anni possano andare ad una festa di Capodanno tranquillamente, mentre i genitori, tranquillamente, fanno le cose dei grandi. E invece tutto ha un limite, deve averlo perché noi siamo uomini, per definizione 'limitati'. Non foss'altro perché siamo nati un giorno e moriremo in un altro. Persino l'universo, che è... universo, si sta espandendo e nel tempo aumenterà il proprio volume (ma non sono del mestiere, quindi cosa questo significhi realmente, non lo so). È bello avere un limite, sapere che c'è un guardrail che non mi fa uscire fuori strada. Non è paura, ma è avere il tempo di guardare in faccia ogni alternativa e scegliere. Scegliere io, non altri per me. Non la pubblicità di Vodafone, di Estathe, di Venus che ti dice che la scoperta del secolo è la lametta a cui sostituisci solo la lama e tieni il manico. Mi ricordo che il mio primo rasoio (quasi 60 anni fa) era così; quindi ci tenevamo di più noi, che non avevamo gli usa e getta, all'ambiente. E poi la vignetta con Maria, la madre di Gesù, che fa la pubblicità all'utero in affitto, senza che il vignettista sappia una virgola di cosa significa l'immagine raccontata nella Bibbia. Se facciamo lo stesso ragionamento, allora dobbiamo dire che Dante Alighieri è sceso davvero all'Inferno, poi è passato davvero al Purgatorio e infine è salito davvero in Paradiso, dove ha incontrato davvero Beatrice (insomma è questione di generi letterari; evidentemente la cultura è un optional anche per chi dovrebbe usarla per informare, anche in modo ironico e satitirico). Io non voglio avere in mano il mondo, non saprei neanche da che parte cominciare. Io voglio solo avere coscienza di essere qui, in questo momento; per vivere meglio, per vivere sicuro. Per vivere.