TRE MONETE
Sulla strada abbagliati dal torpore, lanciati verso immobili fanali, due occhi incontrano il destino, mentre la seducente notte, affascinata da un cielo arabescato, non si decide ad andarsene. Stelle scintillanti guidano il taciturno volo di un pensiero, confuso da aspre essenze, sopra un corpo disteso a terra, scomposto e dal sorriso digrignante, che attende una squallida morte, rivivendo angosce antiche e amori fugaci. Gli fanno compagnia indolenti cani randagi ed un tremolante gatto bianco che brancola tra avanzi e lische, leccandosi le ruvide consumate unghie.
Nell’ultimo oscuro vicolo della città, una fragile torre si china su un cappello nascosto vicino ad un grigio palazzo. Intorno solo qualche insegna sdegnata e il profumo di un futuro spaventato che non vuole riprendere la strada di casa. Due scarpe logore sul ciglio del marciapiede suonano ai pochi distratti passanti una melodia stonata e fuori tempo, consolazione per quattro stracci che sospirano sotto un inquieto ponte, riscaldati dal fruscio di una pesante coperta, in attesa di un pezzo di pane secco da una pietosa mano che non verrà.
Il rimbombo dell'acqua leggera e indifferente si spande nella soffice brezza invernale, mescolandosi alla voce dell’orologio stanco di un antico isolato campanile che osserva un piattino con tre monete: poche per la vita inutili per la morte.