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(Oppenheimer)

E' così. Amo i film lunghi, lenti e anche verbosi. Da due anni in qua, “Oppenheimer” (qui l'essenziale) ha catalizzato di tutto: sui #socialmedia credo di non aver mai visto così tante “recensioni”, così variegate opinioni e maree di cazzate (ma questo stupisce meno.) Come per tutte le opere cinematografiche, o musicali, o artistiche, gli unici occhi ed orecchie che contano davvero sono i nostri. Niente di ciò che pensiamo è realmente originale: il mondo ci influenza, ogni persona lo fa. Come arriviamo ad una conclusione sta a noi, però. Proprio ieri ho letto perfino una critica del tutto politica a questa pellicola. Un universo che racchiude in sè ogni cosa te la fa anche apprezzare. Poi li apri, quegli occhi. Essere semplicemente lì a farsi prendere da una storia -fin troppo zeppa di nomi, ma quello è- potrà mai essere una colpa? Di certo per le menti fini sì. Per coloro che amano essere alternativi a tutto e tutti pure. Per chi va a mangiare il popcorn certamente. Per chi pensa di sapere tutto, sempre, assolutamente. Per me, che ho ancora voglia di emozioni, solo un film stupendo. (D.)

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