La polemica sulla “Gazzetta” di lunedì 12 settembre scorso non è solo un segno dell'inequivocabile scadimento della testata, ma un lampante esempio di mediocrità. Che poi è quello che questo Paese vuole. La mediocrità è pacificatrice, attribuibile, consolante, diffusa. In quasi tutti i campi, dalla politica al calcio, appunto questo “parametro” viene quasi esaltato; passando dai “social” è ancor più evidente. Mancare di rimarcare con la dovuta enfasi due risultati straordinari come quelli raggiunti la scorsa Domenica è il risultato di questa coscienziosa applicazione. La quasi scientifica propensione ad esaltare cose o persone francamente dimenticabili (il titolo “Rissa da var” lo può fare il “Manifesto” ed è molto meglio della “rosa”) fa sentire tanti al sicuro, soprattutto il lunedì mattina. Quando si è finito il primo caffè è consigliato di discutere di pallone, della propria squadra, di come qualcuno rubi o la faccia sempre franca. La “comfort zone” è così calda che pensare di uscirne è troppo. Troppo davvero. Scommetto, sapendo di vincere facile, che sarà così anche il 25 Settembre. Il che darà almeno un paio di mesi per altre banalità: importa poco se si è sull'orlo di un baratro molto, molto reale. L'importante è avere di che (s)parlare. Sia mai.

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