atmulepace

Immaginare di fare un viaggio in barca a vela con i due amici del cuore. Senza una meta precisa, in compagnia delle tre donne amate, passando il tempo a parlare(?!) di amore.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel, ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi con quella ch’è sul numer de le trenta con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore, e ciascuna di lor fosse contenta, sì come i’ credo che saremmo noi

Dopo aver girato mezza Europa a soli sedici anni e aver risalito il fiume Nilo fino all’ultima cataratta, l’alpinista-viaggiatore Damiano Marinelli decide di esplorare gli Appennini. Partito il 1° marzo 1876 da Colfiorito, sale sul Monte Cavallo e poi scende a Visso. Il 3 marzo arriva a Castelluccio e il giorno dopo inizia la salita in vetta. Nel suo racconto utilizza una denominazione dei luoghi un po’ diversa da quella attuale. Ho trascritto fedelmente il suo breve resoconto, senza fare modifiche al testo originale.

Ascensione al Monte Cavallo

— 1° Marzo 1876. — Col contadino Domenico Contarini di Colfiorito, andai da Colfiorito (m. 905, punto culminante della strada postale fra Foligno ed Ancona) pei monti Folagna e Colastrello (m. 1,300) nel letto superiore del Chienti, salii sul Monte Cavallo (m. 1,463) ancora coperto di neve e discesi a Visso nella valle del Nera in 9 ore. Visso è una piccola città, situata sul Nera, di cinque mila abitanti; è all'altezza di 500 o 600 metri sul livello del mare alla base nord del gruppo dei Sibillini, monti di ragguardevole altezza, ed è interessante per torri e monumenti medioevali. Buone strade carrozzabili attraverso paesaggi di grande bellezza la mettono in comunicazione con Spoleto, Ascoli e Camerino; una nuova strada in costruzione vi condurrà in breve per Casenuove a Foligno. Inoltre due tronchi di strada s'inoltrano nel cuore dei monti Sibillini. Le sue modeste locande, cioè la locanda Francesco Rinaldi e la locanda di Monte Bava, non attendono che di essere maggiormente conosciute e frequentate dai nostri alpinisti per migliorarsi. La cortesia degli abitanti, le buone disposizioni delle autorità del paese e gli interessanti monti che fanno corona ne farebbero, a mio credere, un sito propizio per impiantarvi una Sotto-Sezione del nostro Club Alpino.

Ascensione del Monte Petrara o Pretara.

— 3 e 4 marzo 1876. — Colla guida G. Cicoria di Visso ed il pastore Angelo Capocci di Gualdo andai il 3 marzo da Visso a Castelluccio (m. 1,436), ove pernottai, passando per Castel Sant'Angelo, ove finisce la strada carrozzabile, Gualdo ed il colle Madonna della Forca (m. circa 1,500) in ore 4,30. Il 4 marzo colle stesse guide, da Castelluccio pel colle Forca di Prest salii sul Monte Pretara (m. 2,411) in ore 3,45 antimeridiane; il termometro marcava al sole 8 gradi cent. sotto zero. Dalla cima calai fin presso le sorgenti e laghetto dell’Aso, invisibili a causa dell'immensa quantità di neve che in questa stagione copre i monti sin dall'altezza di m. 800 sul livello del mare. Montai poi per ripidi pendii di neve ghiacciata presso la cima del Monte Vettore (m. 2,477) e pel piano grande e piccolo di Castelluccio e pel colle Madonna della Forca tornai a Visso. Impiegai in questa gita, senza le fermate, ore 11. Castelluccio è un piccolo villaggio di pastori e contadini, situato sopra uno sperone meridionale del Monte Velletta, che s’inoltra nel piano grande e piccolo di Castelluccio. Questi due piani uniti, all'altezza di oltre 1,300 metri sul livello del mare, naturale bacino in un vasto cerchio di alti monti formerebbero un lago di estensione non poco rilevante non avendo emissario visibile, se l'acqua infiltrandosi fra le viscere del Monte Ventonola non andasse a scaturire in uno dei tributari del fiume Cornia presso Norcia. Castelluccio non ha locanda, ma io vi fui generosamente alloggiato nella modesta casa del signor Domenico Pasqua, la più agiata persona del villaggio. Il Monte Pretara o Petrara è col Vettore la più alta cima dei monti Sibillini, il gruppo più alto negli Appennini Umbri, dopo gli Abruzzi; questi monti si ascendono con più facilità da Castelluccio, situato al sud-ovest di essi. Il monte della Sibilla che dà il nome a tutto il gruppo, trovasi in una diramazione centrale al mezzogiorno fra le due alte valli dell'Aso e del Tenna. La celebre grotta della Sibilla che ha dato origine a poemi e leggende trovasi nel fianco sud-ovest di questo monte; per ascender l'uno e visitar l'altra vi si va direttamente da Castel Sant'Angelo e Gualdo pel Vall’Infante, nell'alta valle del Nera, o dal piccolo villaggio Foce, nell'alta valle dell'Aso. Le più importanti cime dei Sibillini al nord-est, quali il Pizzo Berro, il monte i tre Vescovi, il Monte Rotondo, la vetta di Monte Bove ed il Monte Regina, quest'ultimo in una diramazione meridionale parallela alla Sibilla, si ascendono di preferenza da Visso per l'alta valle orientale del Nera dai villaggi di Sasso, Castel Fanteli, Fiuminata ecc., ove ha termine un tronco di strada carrozzabile.

Dopo l’escursione sui Sibillini, Damiano Marinelli si sposta sulle Alpi conquistando cime come l’Ortles e il Monte Bianco. Nel 1881 decide di scalare la parete est del Monte Rosa, raggiungendo Punta Dufour. Purtroppo l’8 agosto la spedizione viene travolta da una valanga e i corpi vengono trovati soltanto dopo tre giorni. Il ripido canale da cui si staccò la valanga venne rinominato Canalone Marinelli (lo stesso nome è stato dato al rifugio che sorge sul Crestone omonimo).

Fonti: 1) https://it.wikipedia.org/wiki/Damiano_Marinelli 2) Bollettino del Club Alpino Italiano, n°30, Anno 1877

Nel fuoco delle erbe selvatiche è difficile trovare per difetto l’abitudine delle mani.

L’aria è intrisa di pulviscolo e la terra è feconda. Siamo al monologo caldo preconfezionato.

Certe domeniche d'autunno, quando non ho niente da fare, dopo pranzo prendo la macchina e vado al Caffè del Teatro a Civitanova Alta. Mi piace il suo arredamento un po' rétro, la sua pasticceria, l’aroma del caffè e soprattutto i modi eleganti e raffinati del barman. Mi piace anche la piazza dove si affaccia, Piazza della Libertà, un piano inclinato che scende verso via Oberdan e scivola giù fino alle mura medievali e a Porta Marina. Mi piace la gente che si incontra: anziani, artisti, tuttologi del calcio, fumatori incalliti, poeti falliti, scout brizzolati con i calzoncini corti. Oggi ho parcheggiato al centro della piazza. Ho alzato lo sguardo dall'auto e ho visto sbucare da Corso Annibal Caro un tipo che mi salutava da lontano con un braccio alzato. Per buona creanza ho ricambiato il saluto. Lui si è avvicinato. Aveva i capelli bianchi, il viso scarno, lo sguardo un po' stralunato. Quando è arrivato a pochi metri da me, mi ha detto: – Venite, vi faccio vedere la macchina! – Quale macchina? – gli ho chiesto. – Non siete qui per vedere la macchina? – No – Allora niente, ciao! “Forse sarei dovuto andare lo stesso?!” mi sono chiesto mentre mi dirigevo verso il bar. Davanti alla porta c'era un anziano che scrutava la piazza. Aveva una giacca a scacchi e una cataratta completamente bianca all'occhio destro. I nostri sguardi si sono incrociati per un attimo. – Oggi non se vede nisciù! – ha attaccato bottone. – Eh già – avrei voluto fare una battuttaccia, ma ho desistito. – Oggi proprio non ci sta nisciù in piazza, chissà com'è? – Sarà per la pioggia. Oppure sentiranno freddo – gli ho risposto – Ma do' lo vedi lo freddo! – mi ha biasimato. L'ho lasciato sulla porta e sono entrato. Il Caffè mi ha accolto con il suo arredamento finto belle époque e con i suoi pasticcini che occhieggiavano dietro la vetrinetta. Mi sono lasciato sulla destra la cassa ed ho ammirato la parete piena di quadri apparentemente disordinati. Dopo aver individuato un tavolino libero, mi sono voltato verso il bancone. Il barman mi ha sorriso e ho ordinato un caffè. – Si accomodi pure – mi ha risposto – glielo porto al tavolo. Che garbo! Che gusto le domeniche d'autunno al Caffè del Teatro!

A) Decidere di andare a fare la spesa B ) Procurarsi un post-it giallo C) Munirsi di una penna nera D) Scrivere diligentemente la lista delle cose da comperare E) Appiccicare il post-it sulla porta di casa F) Prendere la carta di credito G) Prendere le chiavi di casa H) Prendere il cellulare I) Prendere il sacchettone della spesa J) Uscire di casa K) Entrare in negozio, procurarsi un carrello e depositarci il sacchettone L) Cercare nelle tasche il post-it giallo di cui sopra M) Onorare il Santo del giorno N) Esercitarsi a ripetere a memoria la lista della spesa scritta sul post-it giallo rimasto appiccicato dietro la porta di casa O) Evitare di passare nella corsia delle patatine fritte (sono un distrattore)

Oggi voglio riconoscere un merito al governo giallo-verde. A forza di spararle sempre più grosse per conquistare i titoli dei TG e dei giornali sono riusciti a sdoganare anche la parola “NAZIONALIZZAZIONE”. Bravi! Erano decenni che non accadeva. Ora però ci aspettiamo anche i fatti. A tal proposito vi lascio qua sotto una piccola citazione che potrebbe tornare utile. (Avviso per i criticoni neo-liberisti: arrivate almeno a leggere il punto 5)

DECRETO SULLA TERRA

  1. La grande proprietà fondiaria è abolita immediatamente senza alcun indennizzo.

  2. Le tenute dei grandi proprietari fondiari, come tutte le terre demaniali, dei monasteri, della Chiesa, con tutte le loro scorte vive e morte, gli stabili delle ville, castelli e tutte le suppellettili sono messi a disposizione dei comitati agricoli di volost e dei soviet distrettuali dei deputati contadini fino alla convocazione dell’Assemblea costituente.

  3. Qualunque danno arrecato ai beni confiscati che da questo momento appartengono a tutto il popolo, è dichiarato grave delitto punibile dal tribunale rivoluzionario. I soviet distrettuali dei deputati contadini prendono tutte le misure necessarie perché nel corso della confisca della terra dei grandi proprietari sia osservato l’ordine più severo, per decidere quali appezzamenti, esattamente, e in quale misura, sono soggetti a confisca, e per la più rigorosa difesa rivoluzionaria di tutte le terre che divengono proprietà del popolo, con tutti gli stabili, gli attrezzi, il bestiame, le scorte dì prodotti, ecc.

  4. Nell’attuazione delle grandi trasformazioni agrarie, finché l’Assemblea costituente non avrà preso una decisione definitiva in proposito, deve dovunque servire di guida il seguente mandato contadino, compilato dalle Izvestia del Soviet dei deputati contadini di tutta la Russia in base ai 242 mandati dei contadini delle varie località e pubblicato nel n. 88 dello stesso giornale (Pietrogrado, n. 88, 19 agosto 1917).

  5. Le terre dei semplici contadini e dei semplici cosacchi non vengono confiscate. “

Il II Congresso dei Soviet dei Deputati degli Operai e dei Soldati di tutta la Russia, tenutasi allo Smol’nyj (Pietrogrado) il 25-26 ottobre (7-8 novembre) 1917.

«I've seen things you people wouldn't believe, attack ships on fire off the shoulder of Orion, I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Time to die.»

Strade piene di viandanti di ogni età. Campi rilucenti di auto e di pannelli solari. Famiglie accampate sotto l'ombra di alberi solitari a mangiare frutta e panini prima di partire. Donne distese sul ciglio della strada, sfiancate dal sole cocente del primo pomeriggio, ma determinate a riprendere il cammino. Coppie di una certa età decise ad arrivare mano nella mano in cima ad una salita che sembra non finire mai. Nonne e nipoti, padri e figlie, tutti impegnati a superare un'erta che a quell'ora sembra la parete Ovest del Cervino. Migliaia – e non è un numero buttato là tanto per dire – migliaia di persone ordinate e tranquille in fila per riempire bottiglie vuote con l'acqua fresca dell'autobotte della Protezione civile. E poi ... E poi quando la musica comincia si sta tutti seduti e si riempie un altopiano. E ci sono un comico e due cantanti che ti fanno piangere dal ridere e dalla commozione, che ti fanno battere le mani e cantare con gioia e con rabbia. E scopri – cosa che non avresti mai creduto possibile – che c'è chi conosce a memoria persino le canzoni di Luca Barbarossa, che è davvero brillante e simpatico. E non c'è Gabbani o Yorke che tenga, perché la Rossa quando canta è divina, con la sua voce e le sue braccia ti prende il cuore e ti porta dove vuole. Perché ci mette passione e la scatena.

Fiorella Mannoia

Domenica mattina. Dopo aver disegnato una serie di animaletti, mi fa: “Posso vedere un po' di cartoni alla televisione?” “D'accordo. Però finisci il disegno. Che stai facendo?” “Una coccinella” “Bene, allora quando hai finito la coccinella accendiamo la TV” Dopo 4 secondi e mezzo: “Ho finito!” Guardo il disegno. La coccinella è tutta nera. “Ma che hai fatto? Questa sarebbe una coccinella?” “Perché?!” “Come perché! Dove si è vista mai una coccinella tutta nera! Ti sei voluta sbrigare per vedere la televisione. Non si fa così!” “Nooooo, non è come dici tu. L'ho fatta tutta nera perché s'è messa il vestito per andare alla festa di Halloween!”