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A quattro anni dal loro ultimo disco “Saturday Nights and Sunday Mornings”, i Counting Crows ritornano con un nuovo lavoro e questa volta è un disco di cover, spiazzando ancora una volta i loro fan. Ad Adam Duritz & co. infatti, una cosa su cui non si discute è la libertà di “scelta”, in poche parole fanno quello che gli pare senza filtri e costrizioni di sorta. Questa loro “scelta” gli permette di spaziare non solo con dischi variegati; dal vivo, in studio, di cover ma soprattutto con i tempi da loro scelti in base alle loro esigenze e non quelli dettati dalle Majors di turno. Dimostrazione è la scelta dei quindici brani che non appartengono ad un repertorio di canzoni famose o di facile ascolto ma scelte tra quelle che più piacevano a loro. Come risponde Duritz in una intervista: “Io sono un grande credente di una semplice regola, che qui non ci sono regole”. Insomma un gruppo “indipendente” nelle scelte e nelle esecuzioni della serie “prendere o lasciare”... https://artesuono.blogspot.com/2014/08/counting-crows-underwater-sunshine-2012.html


Ascolta: https://album.link/i/1169968863


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Quarto album per questi “Orsi grigi”, giovane band americana attiva dal 2004. Dopo “Veckatimest”, uscito nel 2009, album che ha avuto notevole successo di critica e di pubblico, i Grizzly si sono presi una pausa, un periodo non proprio di riposo visto che, nel frattempo, hanno avuto esperienze personali, “momenti” utili per capire cosa fare del proprio futuro o meglio cosa fare dei Grizzly Bear. Il risultato è questo Shields, una costola del precedente “Veckatimest”, meno incisivo, ma più equilibrato. Dieci sono i brani presenti; scritti, suonati e cantati da tutti e quattro i musicisti del gruppo. Le sonorità si aggirano in territori indie-folk (come i precedenti) con qualche strizzatina d'occhio alla psichedelia e soprattutto al pop, senza però guastare... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/grizzly-bear-shields-2012.html


Ascolta: https://album.link/i/557858458


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Tirando in ballo il cane di Ponzio Pilato chiamato “Banga” (dal libro “Il maestro e Margherita” di Bulgakov), la nostra sacerdotessa del rock pubblica il suo undicesimo album. Disco di inediti (a parte un brano) che esce a otto anni da Trampin' e a cinque da Twelve, album di solo cover. Patti Smith pubblica un'album di canzoni, quelle classiche, quelle che seguono la “forma” vera, ballate che raccontano “storie” di persone, fatti e tragedie personali e sociali. Tra i brani infatti, troviamo riferimenti che vanno dal terremoto in Giappone alle scomparse di Amy Winehouse e Maria Schneider. Le dodici canzoni che compongono l'album sono costruite su testi importanti, sono riflessioni ed esperienze, cariche di poesia e di reale vita quotidiana. Dodici canzoni per dodici tributi, dodici omaggi a persone, amici, personalità e popoli che in qualche modo hanno colpito i sentimenti della poetessa e che poi ha messo in musica... https://artesuono.blogspot.com/2014/11/patti-smith-banga-2012.html


Ascolta: https://album.link/i/529605595


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“Una volta avanguardista, per sempre avanguardista” è un detto che nell'arte si può applicare a pochi. Più spesso, ciò che era lampo e voglia di scommettere, diventa nel peggiore dei casi un comodo canovaccio da ripetere sempre peggio, nel migliore uno stile da variare in maniera più o meno ispirata. Cale bazzica l'avanguardia fin da giovanissimo e, se negli anni ha seguito e approfondito la sua poetica, lo ha fatto in modo dinamico e aperto, non mancando di gettare ogni tanto uno sguardo a ciò che gli accadeva intorno. Se non sempre avanguardia, il percorso del Nostro è stato almeno uno stare al passo coi tempi diverso dal prendere un produttore alla moda per farsi sporcare i dischi e invecchiare rapidamente: piuttosto un giocare con lo spirito vicino al ludico delle avanguardie di inizio '900... https://www.sentireascoltare.com/recensioni/john-cale-shifty-adventures-in-the-nookie-wood/


Ascolta: https://album.link/i/555067373


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Che Chris Robinson fosse un inguaribile 'fricchettone' è un dato di fatto che ormai dovrebbe essere risaputo. Che fosse però così fricchettone ed anacronistico forse non se lo aspettava nessuno. Così, chiusa (temporaneamente, speriamo tutti) l'avventura dei Black Crowes, il frontman della Georgia si lancia anima e cuore in questa nuova avventura solista, realizzando il terzo disco della carriera lontano dal fratello Rich. Forse, però, non dovremmo neppure definirlo come un disco solista. Già dai due album del 2003 e del 2004 (l'altalenante New Earth mud e l'esaltante This Magnificent Distance) Robinson si era circondato di una vera e propria band, ribattezzata New Earth Mud, e non solamente da un gruppo di turnisti scelti per l'evenienza... https://www.rootshighway.it/recensioni/crb.htm


Ascolta: https://album.link/i/523824703


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Quante volte ci si chiede se un musicista ormai datato della scena artistica mondiale, con decine e decine di album pubblicati, abbia ancora qualcosa di nuovo da farci sentire? E' molto probabile che, se il musicista non appartiene alla nostra sfera di preferenza, lo si liquidi subito, a volte ancor prima di ascoltarlo, con un bel “niente di nuovo”, “album inutile”, “ormai finito” ecc. ecc.; se invece è un nostro beniamino o ancor meglio apparteniamo alla sfera dei suoi fans incalliti, è molto probabile che il nostro giudizio sia “oscurato” dal classico velo affettivo che, per carità non è “pietoso”, ma senz'altro poco obbiettivo. Ecco, tutta questa premessa per arrivare a dire che, personalmente, pur appartenendo alla seconda sfera, quella dei fan incalliti e non da tempi recenti, serenamente affermo che Wrecking Ball è un buon album e il nostro sessantatreenne “The Boss” riesce a dirci ancora molto!... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/bruce-springsteen-wrecking-ball-2012.html


Ascolta: https://album.link/i/581786624


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Il panorama musicale di questo duemiladodici non brilla certo di nuove stelle se, dopo Bruce Springsteen, Willie Nelson, Patti Smith ora è il turno di Neli Young... Nel bene o nel male comunque, se riescono a far parlare di sè, un motivo ci sarà, e, molto probabilmente, questo motivo è dato dalla non banalità dei loro dischi. Dopo il bel “Le Noise” del 2010 in collaborazione con Daniel Lanois e dopo “A Treasure” (un bootleg) del 2011, questa volta Neil Young si fa aiutare dai suoi Crazy Horse (Billy Talbot, Ralph Molina e Poncho Sampedro) amici che non si vedevano in studio dai tempi di Greendale del 2003... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/neil-young-crazy-horse-americana-2012.html


Ascolta: https://album.link/i/515557754


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Ci siamo spostati decisamente a nord rispetto alla latitudine originaria della cittadina di confine tra Messico e California. Della Calexico polverosa e ranchera sublimemente trascritta in quel documento leggendario e indimenticabile che è “The Black Light” (1998, Quarterstick) rimane ben poco. Ed in questi casi è veramente difficile riuscire a capire e spiegare le motivazioni e la bontà di intenti di una svolta tanto radicale... https://www.distorsioni.net/canali/dischi/algiers


Ascolta: https://album.link/i/1721053604


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Vedder è un grande musicista, una grande voce, un grande leader (I Pearl Jam sono uno dei gruppi più importanti e più amati degli ultimi decenni), ci ha regalato la splendida colonna sonora del film “Into the wild” ma questo secondo album; ‘Ukulele Songs’, non convince del tutto. Nei trentacinque minuti del disco ci sono brani prevalentemente già pubblicati dai Pearl Jam e altri già sentiti perché sono cover o presentati in tournée con il gruppo, solo alcuni sono originali... https://silvanobottaro.blog/2024/01/02/eddie-vedder-ukulele-songs-2011/


Ascolta: https://album.link/i/1440665545


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Il coraggio è una virtù di pochi e i Wilco sono tra questi. I fan di vecchia data, dopo un primo ascolto rimarranno molto probabilmente spiazzati. The Whole Love abbandonando la strada di Sky Blue Sky (2007) e dell’ultimo Wilco (2011), dimenticando i suoni di Yankee Hotel Foxtrot (2002) e A Ghost Is Born (2004), si inerpica in nuovi territori e, questo, non può che far bene. Si perchè, al di la che il disco possa piacere o meno, quello che conta per un gruppo ormai sulla breccia dal 1995 (senza contare la parenesi “Uncle Tupelo” dei primi anni novanta) è il saper rinnovarsi, evitando così la noia del ripetersi. The Whole Love è un ponte, l’inizio probabilmente di un nuovo corso dei Wilco. Non che Jeff Tweedy non sia stato incline a sperimentazioni e a ricerche sonore, anzi, fatto sta che questo ultimo lavoro suona come un manifesto di cambiamento. Un cambiamento che sa di abbandono ai vecchi cliché e di abbraccio a nuove esperienze musicali senza preclusioni di ordine commerciale, non a caso l’album è prodotto proprio da Tweedy... https://artesuono.blogspot.com/2014/08/wilco-whole-love-2011.html


Ascolta: https://album.link/i/1810628579


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