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Napoli, la sfida delle bande giovanili alle istituzioni

Roghi, guerriglia urbana a Napoli, sassaiola contro le forze dell’ordine, scene di guerriglia urbana, violenza fuori controllo, ecco a cosa si è assistito nella serata di ieri. Sul gravissimo episodio è intervenuto il Segretario Generale Provinciale del sindacato di Polizia Coisp Giuseppe Raimondi che ha dichiarato: “ L’episodio è la conferma di quanto sia critica la questione sicurezza in tutto il paese. Quanto avvenuto ieri sera a Napoli, che va ad aggiungersi all’emergenza baby-gang ed alle micro e macro criminalità ormai dilaganti, dimostra quanto la sicurezza debba essere necessariamente al centro delle attenzioni della Politica. E’ vergognoso che una “certa politica perbenista” continui imperterrita a difendere questi criminali a scapito del lavoro quotidiano svolto dalle Forze dell’Ordine, che nulla fanno di male se non difendere la collettività da questi veri e propri “attacchi allo Stato”. Ci vorrebbero 10, 100, 1000 politici come l’on. Francesco Emilio Borrelli che quotidianamente denuncia e condanna tali gesti efferati contro il vivere civile e la pacifica convivenza all’interno della nostra comunità. Per non parlare del fatto che i reati commessi da questi delinquenti non li porteranno in galera per via di una legislazione oramai profondamente inadeguata. Necessita, a tal fine oggi più che mai, l’immediata approvazione del Decreto Sicurezza per porre un freno a questi vili atti delinquenziali verso la collettività e verso le Forze dell’Ordine”.

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Ancora un morto sul lavoro in provincia di Caserta

A soli dieci giorni di distanza,sempre nella zona industriale di Gricignano d'Aversa nell'azienda Frigocaserta è morto oggi un operaio per una fuga di ammoniaca. Si tratta di Patrizio Spasiano operaio di soli diciannove anni, residente a Secondigliano Napoli era dipendente di una ditta esterna che stava effettuando lavori di manutenzione; lo hanno ritrovato riverso senza vita su un'impalcatura. Il 31 dicembre scorso moriva Pompeo Mezzacapo, 39 anni di Marcianise. A Gricignano c'e' stata una perdita di ammoniaca che ha sviluppato una nube tossica. Molti operai sono riusciti a mettersi in salvo, ma uno di loro, il 19enne Patrizio Spasiano, non è riuscito ad allontanarsi in tempo ed è morto. Il ragazzo era stato assunto solo da pochi mesi (foto di repertorio).

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Col nuovo anno la fusione tra Vodafone e FastWeb

Arriva l'attesa nuova fusione nel panorama delle telecomunicazioni in Italia. Swisscom, già azionista di Fastweb da oltre 17 anni, ha completato l’acquisizione di Vodafone Italia, che entra così a far parte del Gruppo Swisscom. Grazie a questa sinergia, Fastweb e Vodafone collaboreranno per integrare progressivamente le loro infrastrutture, competenze e risorse, con l’obiettivo di creare un operatore convergente, in grado di offrire servizi della Rete Fibra Fastweb e della Rete Mobile Vodafone. Questo consentirà di proporre soluzioni ancora più innovative, affidabili e di qualità, pensate per soddisfare al meglio le esigenze di famiglie ed imprese. Arrivano rassicurazioni per i gia' clienti che le offerte e le condizioni contrattuali in essere non varieranno per effetto dell’operazione. Quello che cambia per i clienti FastWeb mobile é che gradualmente la copertura di rete passera' nel 2025 da quella di TIM a quell della Vodafone (foto di repertorio).

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Caserta. Il modus operandi di medici pubblici infedeli, scoperto dalla Guardia di Finanza (foto di repertorio)

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La paella è un po’ napoletana. La ricetta dei convittori dell’alberghiero “Celletti” al convitto di Formia

La paella è valenciana. Lo è soprattutto dal 1957 quando in seguito a un’alluvione il fiume Turia fu deviato fuori dalle mura dalla città, alimentando le risaie nelle campagne circostanti. L’origine però è dell’antica Roma quando l’esercito romano veniva fornito del rancio nelle patelle (in spagnolo paellera) un contenitore di ferro largo e basso sul quale il cibo poteva essere riscaldato a lungo. Furono poi gli aragonesi fino al 1700 a diffondere nel Regno di Napoli la paella. Esistono varie forma di paella, quella marinara arricchita con frutti di mare e crostacei, quella di terra dove al posto del pesce si adoperano le lumache e quella tradizionale fatta con gli avanzi di carne di pollo. La paella è un piatto povero, non lo dobbiamo dimenticare. Un viaggio in Spagna da parte di una classe di studenti del Convitto Celletti di Formia è stata l'occasione per proporre ai propri professori dell'alberghiero la ricetta originale della paella. In realtà l'iniziativa è stata del convittore Loris Chavez di origini argentine, che non frequenta l'alberghiero, ma l'istituto Nautico di Gaeta. Loris ha interpretato la ricetta insieme ai compagni di stanza. Ricordiamo che gli studenti delle scuole superiori del territorio di Formia e di Gaeta possono usufruire dei servizi convittuali pubblici del Ministero della Pubblica Istruzione previo pagamento di una retta. In pratica alloggiano durante la settimana scolastica nel convitto e il fine settimana tornano alle famiglia.
Ma torniamo a Loris che ha tradotto la ricetta, l'ha consegnata ai propri compagni (in prevalenza provenienti dalle province napoletane) che consultate le proprie nonne hanno riproposto la paella in versione napoletana. L'intenzione – fa sapere Loris – è quella di proporla ai professori di cucina per prepararla un giorno nel menù della mensa del convitto.
Ingredienti Fagiolini verdi in pezzettini piccoli, striscioline di peperoni, frullato di pomodori in acqua (il doppio del contenuto della padella), pezzetti di pollo e/o coniglio. Al posto della carne si possono usare molluschi marini o lumache.
Preparazione Mettere 10 cucchiai di olio in padella per soffriggere a fuoco medio al centro della padella peperoni, uno spicchio d’aglio, pomodori e altro vegetale come ceci o fagioli. Spostare i vegetali sui bordi della padella. Soffriggere al centro della padella pezzetti di pollo, coniglio (va bene anche solo il pollo), fino a quando non divengono rosolati, prima di spostarlo ai bordi della padella. Aggiungere il riso a forma di croce, nella padella. Nelle quattro parti della croce aggiungere il brodo di pomodori e aspettare a fuoco medio che arrivi a ebollizione. A questo punto mischiare tutto e cuocere: all’inizio a fuoco medio-alto, poi abbassare a fuoco lento e durante gli ultimi 15 – 20 minuti alzare a fuoco medio fino a quando non si asciuga il tutto. Quando il brodo si è quasi completamente assorbito aggiungete altri vegetali a piacere a forma decorativa. Lasciar riposare un paio di minuti prima di servire. In sintesi
400g di riso – frutti di mare a piacere: 4 gamberi e 100 gr di cozze, 100g di vongole, 100g di calamari tritati e 150g di tonno tritato – 3 pomodori maturi grattugiati – 1 peperoncino rosso piccolo tagliato a fette – 1 spicchio d’aglio – 10 cucchiai di olio di oliva, sale. Scalda l’olio di oliva e soffriggi le fette di peperoncino e lo spicchio d’aglio metti da parte -soffriggi i gamberi e metti da parte – soffriggi i calamari e il tonno e metti da parte. Soffriggi il pomodoro e metti da parte – aggiungere 6 bicchieri d’acqua -aggiungi tutto il marisco, il pomodoro soffritto, il pepe e lo spicchio d’aglio spalmandolo bene -mettere a bollire a fuoco medio per 15 -20 minuti fino alla completa evaporazione del brodo – lascia riposare 1 minuto prima di servire. (Nella foto un contenitore per preparare la paella moderna). Gianluca Parisi

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Il vecchio saggio è destinano a estinguersi, diventeremo tutti anziani con deficit cognitivi

(Gianluca Parisi). Le microplastiche, diffusesi nel ciclo alimentare umano, finiscono per accumularsi negli organi interni e quelle che si accumulano nel cervello potrebbero star determinando la degenerazione del sistema nervoso che a sua volta determina l’insorgenza di patologie di demenza senile in età sempre più giovane. Il vecchio saggio, quello che era depositario della conoscenza, della ragionevolezza è destinato a estinguersi, al suo posto anziani con problemi cognitivi che insorgono ben prima dei 70 anni. Vascolopatia celebrale, ipertensione, colesterolo sono già fattori di rischio che portano pian piano il paziente anziano alla stessa condizione di un malato di Alzheimer. Ma dalle autopsie effettuate a chi ha dato il proprio consenso a fini di ricerca, accanto a questi fattori, si è notato che tutte le persone affette da deficit cognitivi hanno un concentrato di microplastiche nel cervello. Queste possono interferire nella comunicazione tra i neuroni alterando il normale funzionamento del cervello e influenzando processi cognitivi e comportamentali. Il problema è che queste microplastiche sono ovunque, nel mare, nei cibi. E’ un po’ come quanto accaduto coi PFAS che, in Veneto a causa dell’industria di settore, si sono diffusi nell’aria, nell’acqua, nella terra e nel sangue. I PFAS sono sostanze che hanno una grande varietà di applicazione usate per realizzare prodotti antiaderenti, impermeabili, imballaggi, abbigliamento e molto altro. Il cervello è un organo vulnerabile, i pugili hanno maggiori possibilità di ammalarsi di malattie neurodegenerative; anche l’infiammazione causata da un virus che colpisce gli organi interni, in tal caso il cervello, può provocare l’esordio di tali problematiche in età precoce sin dai 40 – 50 anni. Come nell’Alzheimer iniziano a formarsi aggregati nel cervello e poi in decorso del tempo fa il resto e si giunge sempre alla stessa conclusione: perdita della memoria breve, non si riconoscono più i parenti, non si ha consapevolezza del proprio essere, non si ricorda il giorno della settimana, in che epoca si vive. La conseguenza di tutto ciò è che secondo alcune proiezioni nel 2050 tre milioni di italiani avranno problemi. Oggi il 5% della popolazione italiana tra pazienti e chi li assiste deve fronteggiare queste problematiche: non c’è famiglia che non ha avuto problemi con questa malattia. Spesso i familiari si ammalano cercando di tenere a casa chi soffre di tali patologie. Il problema è degli ammalati che non possono permettersi di essere accuditi. La malattia nella fase terminale dura in media oltre 10 anni, in Italia ci sono servizi di assistenza, ma sono a macchia di leopardo con picchi di eccellenze, ma anche parecchie insufficienze. Inoltre non ci sono studi che escludono dal fatto che squilibri neurologici in giovane età siamo da attribuire alla presenza di queste microplastiche.

Che fare? Prima di tutto la diagnosi precoce, perché anche se non ci sono farmaci in grado di arrestare il processo di degenerazione cognitiva, è possibile rallentarlo. Questi esami sono la risonanza magnetica, la TAC, PET, ma sopratutto esami del sangue che analizzano la mutazione del gene che determina poi la malattia di Alzaimer. Le cure sperimentali future si basano su farmaci a RNA come per i vaccini del COVID che mirano non a lenire la patologia, ma a curarla. Ma al momento è ancora tutto in fase di sperimentazione. Il vecchio saggio si estinguerà? Gianluca Parisi

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Telefonia, perchè sempre più utenti usano telefonare via WhatsApp al posto della rete telefonica cellulare?

(Gianluca Parisi). Iniziarono gli immigrati, per risparmiare. Una telefonata intercontinentale costa ancora oggi; quella su WhatsApp, su Signal, Telegram o altra app di messaggistica è gratuita, se hai una rete WiFi e/o una connessione dati stabile. In realtà i primi a offrire il servizio di telefonia furono quelli Messanger di Facebook, ma poi quando la società fondata da Mark Zuckerberg acquisì nel 2014 WhatsApp, il traffico telefonico si è trasferito quasi del tutto su questa piattaforma. Ciò è dovuto all’intuizione dei fondatori di legare il servizio al numero telefonico di rete mobile. Così molta gente iniziò a confondersi chiamando attraverso la rete WhatsApp al posto della rete mobile di telefonia cellulare. Poi accadde che più persone iniziarono a usare la connessione dati sempre tutto il giorno, probabilmente per ricevere le notifiche in tempo reale o per altre esigenze. La connessione dati disturba le telefonate normali, andrebbe staccata ogni volta. Negli ultimi tempi quasi tutti gli operatori di telefonia hanno attivato il VoLTE, la tecnologia che consente di effettuare chiamate audio sulla rete 4G/LTE. Il servizio garantisce una migliore qualità dell’audio e permette di navigare contemporaneamente in 4G/4G+/5G su internet o sulle app durante una chiamata. Ma intanto sempre più utenti si erano abituati a chiamare tramite WhatsApp molto più stabile; così di fatto si sono disabituati a chiamare attraverso la rete mobile del proprio operatore commerciale. Ma così facendo hanno concesso senza accorgersene il controllo di tutte le proprie comunicazioni al fondo americano che controlla META e che influenza le scelte politiche dei governi a livello globale. A dire il vero ci sono anche altre piattaforme come la russa Telegram o l’europea svizzera Threema, c'è SIGNAL; ma la stragrande maggioranza degli utenti italiani usa WhatsApp, confondendo una chiamata vocale su rete cellulare da quella effettuata con WhatsApp. A quanti di noi è capitato che un amico ci chiedesse il perché non abbiamo risposto a una sua chiamata? Oppure che ci guardasse basito se gli abbiamo risposto: “Guarda non mi hai telefonato, hai chiamato attraverso WhatsApp?!”. Intanto la piattaforma di Meta non fa nulla per evitare la confusione. Ancora oggi quando chiamiamo via WhatsApp, anche se dall’altra parte del telefono non è attiva l’app, al chiamante appare la dicitura “CHIAMATA IN CORSO” al posto del più giusto “NON È POSSIBILE CHIAMARE. Solo negli ultimi periodi se il telefono squilla realmente su WhatsApp dall’altra parte appare la dicitura “Il telefono sta squillando”; ma la confusione continua a regnare sovrana. Gianluca Parisi

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Scuola, gemellaggio nord sud con la felpa del Napoli Calcio tra studenti 14enni.

Ecco un gemellaggio Nord e Sud tra giovani tifosi del Napoli. Gli adolescenti crescono velocemente così dismettono i vestiti ancora buoni. Anni fa era prassi passarsi i vestiti tra ragazzi, fratelli o cugini. Accade ancora oggi con la felpa del Napoli. Salvatore, frequentante il Convitto annesso all’Istituto di Istruzione Superiore Alberghiero Celletti di Formia e Luca, frequentante l’IS Giovanni Falcone di Gallarate, commentano le partite del Napoli sui gruppi social. Hanno entrambi la stessa età e la stessa passione per la squadra che fu di Maradona. Salvatore è più ‘mingherlineo’ è della provincia di Benevento; Luca più grandicello di Varese, ma di genitori casertani. Così quando Luca ha notato che aveva lasciato una felpa che non gli entrava più dai nonni, ha fatto in modo di recapitarla a Salvatore che contento ringrazia. Basta un niente per far felici i ragazzi.

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Scuola, lo scandalo dei fondi PNRR, il caso dei buoni pasto e dei soldi spesi allegramente

Ci sono scuole italiane dove le caldaie non funzionano e gli alunni restano al freddo, vedi l’SOS di presidi, studenti e genitori rilanciato dalla testata Il Mattino in questi giorni, nella provincia di Caserta e Napoli. Ci sono scuole dove piove dentro, altre dove gli impianti idrici risalgono a 40 anni fa con perdite e infiltrazioni nelle mura scolastiche. La risposta a "perché tutto ciò" dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi amministrativi è sempre la stessa: sono costi che deve farsene carico la Provincia, i soldi del PNRR non possono essere spesi di fronte a tutte queste emergenze. Così vengono spesi in altro e male: in progetti aleatori che vengono svolti dai professori durante le ore buca, oppure in fretta e furia nel primo pomeriggio, progetti di corsi che si accavallano, che durano soli pochi minuti. Vengono comprati strumenti tecnologici obsoleti che non servono. Per i corsi agli studenti vengono corrisposti dei buoni pasto da 7 euro. Gli alunni non tornano a casa, mangiano una merenda al volo, vanno ai corsi prendono il buono e vanno poi a cambiarlo in dolci e probabilmente in alcuni casi anche alcolici, a 5 euro nei supermercati compiacenti. I fondi sono spesi in gite scolastiche fuori periodo lunghissime, della durata anche di 15 giorni. Ci viene spontanea la domanda: ha senso spendere così male i fondi del PNRR? Alcuni stati europei hanno accettato soltanto la percentuale a fondo perduto, l’Italia no. Ha fatto incetta di tutto, ma il 40% di quanto spendiamo oggi male, lo dovremo restituire con gli interessi negli anni a venire, senza nessuna ricaduta strutturale, se non su un mero calcolo pure questo aleatorio riguardante l’incremento del Prodotto Interno Lordo che come sappiamo è solo un indicatore economico sulla spesa.
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Libri. In occasione della giornata contro la tratta di esseri umani, il romanzo al femminile “La vita di strada” ovvero donne sfruttate

La tratta di esseri umani è un reato che persiste in tutte le parti del mondo e le donne rappresentano il 46 % di tutte le vittime individuate; proprio le donne continuano ad essere il bersaglio principale dei trafficanti, poi ci sono i lavoratori a fini di lavoro forzato e i minori costretti a chiedere l’elemosina. In occasione della giornata mondiale contro la Tratta ricordiamo il libro “La vita di strada” ovvero donne sfruttate, sempre attuale edizioni ILMEZZOGIORNO.
Sono tante le donne sfruttate che si vedono nella notte in angoli inaspettati delle città o di giorno nelle strade di periferia e di campagna. Si vedono le auto dei clienti che si fermano ed è sempre lo stesso copione: ragazze, anche minorenni, che vendono il loro corpo. Ma chi sono queste donne? Quali sono le loro storie personali? Attraverso la voce narrante della protagonista, questo romanzo storico al femminile offre una riflessione profonda sulla condizione umana, affrontando temi come l'emarginazione, la ricerca di identità e il desiderio di riscatto. La narrazione è caratterizzata da un linguaggio vivace e da una forte componente emotiva, che coinvolge il lettore e lo invita a riflettere sulle ingiustizie sociali. L’autore esplora le esperienze e le sfide della vita di strada, spesso attraverso la lente della marginalità e della povertà nella società italiana delle province, periferie delle grandi città, nel ventennio che va dalla metà degli anni ‘90 agli anni 2000. L’autore noto per il suo stile diretto e realistico, racconta storie di persone che vivono ai margini della società, mettendo in luce le loro speranze, le loro lotte e le loro relazioni. Descrive inoltre uomini e donne umili alle prese con i problemi della sussistenza, costretti alla sopravvivenza così come la protagonista. Il romanzo è ispirato a una storia reale ed è dedicato a Alma Seidjni morta suicida a Roma nel 2021 a 47 anni. La donna fu vittima della tratta, a dimostrazione che gli abusi subiti segnano profondamente la vita di chi li subisce. Link su Amazon Breve sinossi La protagonista orfana di padre, nell’estate del 1997 a ventiquattro anni decide di trasferirsi in Italia dal suo paese in Kosovo. Lo fa attraverso i canali migratori, con la formula del viaggio a debito. In Italia vive i primi mesi nei pressi della casa del custode di un’autorimessa dove lavora grazie a Bardhi, un ragazzo albanese che si era innamorato di lei me e che distoglie Gergej, il capo protettore, a farla prostituire su strada. Quando Bardhi viene a mancare viene costretta a prostituirsi. Intanto la famiglia italiana che l’aveva ospitata la toglie dalla strada, trovandole un lavoro come domestica, ma finisce di nuovo per prostituirsi. In Kosovo c’è la guerra e lei si fa raggiungere dalla madre e dalla sorella. Vive un periodo intenso molto felice, scopre di essere incinta. E’ l’epilogo di un lieto fine?
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