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Scuola. Un seminario sull’uso delle tecnologie social comunicative: riprendiamoci Internet
(Russo Gianluca). Il seminario, strutturato come tavola rotonda moderata da un giornalista esperto di comunicazione, ha una durata di quattro ore. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione. Si riparte quindi dalle nuove generazioni dai ragazzi, all’insegna del “Riprendiamoci Internet”, ma il seminario è rivolto ai più grandi studenti delle superiori, ai loro genitori e ovviamente ai docenti.Esiste una frattura generazionale nel modo in cui giovani e adulti si informano. I media tradizionali, televisione generalista, quotidiani e periodici cartacei e digitali, radio, sono ormai poco utilizzati per l’informazione da chi ha meno di 35 anni.
I dispositivi sempre connessi, come lo smartphone, che portiamo con noi in ogni momento, rappresentano, dal punto di vista informativo, ciò che per cinquant’anni, dal 1950 al 2000, è stata la radio e la televisione. Tuttavia, in quei mezzi la comunicazione era unidirezionale: chi leggeva o guardava non poteva interagire. Con lo smartphone, invece, la comunicazione è bidirezionale. Questo è indubbiamente un vantaggio: chi legge, ascolta o guarda non è più passivo, ma partecipa liberamente, almeno agli albori dei social. Oggi, però, la situazione è cambiata: la partecipazione non è più libera, perché le piattaforme e l’architettura stessa della comunicazione digitale sono interamente controllate dalle grandi aziende tecnologiche, che hanno ideato gli algoritmi e forgiato le nuove generazioni.
Ragazze e ragazzi usano i social e la messaggistica in modo spesso superficiale: creano balletti, video banali, litigano, insultano o si lasciano guidare passivamente dagli algoritmi. Ma non sono solo i giovani: anche gli adulti sono coinvolti. Lo sviluppo cognitivo dei più giovani è stato alterato da stimoli digitali il cui scopo, controllo, manipolazione sociale o logiche di profitto e mercato, non sempre ci è noto. Le applicazioni tracciano i nostri comportamenti e, attraverso aggiornamenti costanti degli algoritmi alimentati dall’intelligenza artificiale, influenzano il nostro quotidiano e le nostre scelte di vita.
Ecco alcuni esempi: Saper riconoscere una fonte affidabile attraverso l’indirizzo web Utilizzare la funzione “benessere digitale” Gestire le notifiche Disattivare periodicamente la connessione dati Preferire la rete mobile per essere reperibili Conoscere cosa sia Meta, cosa sia un browser e preferirlo alle app Gestire le autorizzazioni delle applicazioni Comprendere i sistemi operativi degli smartphone e il contesto socio-tecnologico Evitare lo scroll continuo dei feed social.
La maggior parte degli adulti, negli ultimi decenni, non ha sviluppato le competenze digitali necessarie per guidare i propri figli verso un uso critico e autonomo della rete. Anzi, molti di loro subiscono a loro volta tali influenze. Basti pensare che, nelle scuole superiori dove si insegna tecnologia e informatica delle comunicazioni, i risultati non sono sempre incoraggianti. Gli stessi docenti, spesso, sono stati influenzati dallo stesso processo mediatico digitale e si limitano a insegnare meccanicamente l’uso di piattaforme specifiche, trascurando la comprensione dell’architettura sottostante.
Ciò avviene perché, a differenza di tutte le altre materie scolastiche, la stragrande maggioranza degli insegnanti, con l’eccezione di un ristretto numero di docenti di informatica operanti in alcuni indirizzi della scuola secondaria superiore, non ha mai studiato informatica, né nel percorso scolastico né all’università. Di conseguenza, manca un substrato culturale diffuso su cui fondare la formazione professionale, come invece avviene, ad esempio, per la matematica dove anche se i docenti della scuola primaria non hanno una formazione specialistica sulla materia, l’hanno comunque studiata per tutti i tredici anni del loro percorso formativo (foto di repertorio).
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La notte bianca di Caserta Caserta si prepara a vivere una notte di luce, musica ed energia collettiva, domenica 7 dicembre 2025, a partire dalle ore 21, torna la Notte Bianca di Caserta, uno degli appuntamenti più attesi e identitari del territorio, che trasformerà la città in un grande palcoscenico diffuso tra spettacolo, cultura, intrattenimento ed enogastronomia.
L’evento, realizzato grazie all’organizzazione dell’avvocato Gian Piero Menditto, con il prezioso supporto dell’ingegnere Fusco e della società Live Show, proporrà un programma ricco e trasversale, capace di abbracciare pubblici diversi e di raccontare la vivacità sociale e culturale della città. L’edizione 2025 porta con sé un momento di profonda memoria e gratitudine. L’avvocato Gian Piero Menditto dedica la Notte Bianca allo storico esponente dell’ambiente socio-culturale casertano Lello Menditto, definito “Padre magnifico e insigne artefice del pensiero civico casertano, la cui nobile dedizione continua a riverberare come eco di giustizia, ardimento e visione” e a personalità come Luigi Lusereta, Giancarlo Calvano, e a tutti “Gli insigni padri che, con operosa visione e indefesso impegno, elevarono Caserta nei suoi tempi d’oro fino a meritare il titolo di Brianza del Mezzogiorno”. Eventi di tale portata non nascono da soli. La Notte Bianca ringrazia i partner che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto: i partner Lemon Hub, Eventi in Campania e PPG Ticketteria e gli sponsor Il Torchio Enoteca, Pepsi e Lay’s gruppo Guerriero, MD , GPC Group, PSYAcademy, K-City, STICC , Iconic Art Galleries, Gruppo Cattone, I.R.T.E.T. Costruzioni, Napoliuno , Gran Caffè Margherita, Cucina Atipica, Unitalsi, da Carmniell e tutti gli sponsor che hanno contribuito con fiducia e visione. Il loro supporto conferma la rilevanza non solo culturale, ma anche economica e sociale dell’evento. Musica, ospiti e format: il cuore pulsante della città Piazza Margherita sarà il fulcro dell’evento, ospitando il format “90 Special Dance” con l’inconfondibile voce di Neja e i DJ set di Edo D’Ambrosio, accompagnato dalla vocalist Rosa D’Auria. Sul palco saliranno anche Maurizio Filisdeo con il suo live show, la band MondoVisione con un intenso tributo a Ligabue, e un crescendo di ritmo fino a notte fonda grazie ai set di DJ Jamon e Guerriero con la voce di Iolanda Angrisano. Per chi cerca atmosfere più alternative, Piazza Matteotti accoglierà la carica energica dei Banda Bassotti e degli RFC, nomi simbolo di una scena ribelle e autentica, molto amata dal pubblico campano. Il cuore cittadino sarà attraversato da un flusso continuo di sapori, arte cultura e movimento: Corso Trieste nel Parco del Corso la mattina vedrà un aera dedicata alla XII edizione della Passarella a 4 Zampe rassegna dedicata ai cani mentre nell’area ZTL del Corso vi sarà in un grande villaggio del gusto con lo show cooking “Il Viaggio della Porchella: quando la porchetta incontra la mozzarella” a cura di Cucina Atipica, insieme allo Street Food Village. Per i bambini vi sarà a Piazza Vanvitelli il Villaggio di Babbo Natale con giostre ed animazione a cura della Famiglia Canterini Infine Via Mazzini diventerà un corridoio artistico con artisti di strada, performer, acrobati e spettacoli itineranti, pronti a sorprendere il pubblico di ogni età. Una notte viva, in cui la città non sarà solo uno sfondo, ma parte integrante dell’esperienza. La Notte Bianca Caserta 2025 è un evento privato donato alla città, pensato come celebrazione di comunità, incontro e appartenenza. Una notte da vivere insieme, in cui le strade si trasformano in luoghi di emozione condivisa, dove musica, sorrisi e relazioni diventano protagonisti.Contatti https://noblogo.org/caserta24ore/contatti https://flipboard.social/@reporter
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Religioni. Lo schiaffo del Santo
Ci sono in Italia paesi dimenticati che non appaiono neanche sulle mappe geografiche, nonostante contino qualche migliaio di abitanti. È il caso di Petrulo, in provincia di Caserta, il cui nome compare solo su qualche vecchia cartina di un centinaio di anni fa. Petrulo deve la sua esistenza al santo patrono San Nicandro, vescovo e martire. I primi insediamenti risalgono alla fine dell'Impero Romano, quando la vicina colonia di Cales fu saccheggiata dai barbari. Gli abitanti si rifugiarono intorno al castrum preturi, una zona tufacea nei pressi del fiume Lanzi, che nasce dalla collina argillosa di “Laureta” (il cui nome deriva da “lavorare la creta”). Oggi il corso d'acqua ha un regime torrentizio ed è stato deviato durante il Fascismo; è un affluente del fiume Savone e un tempo sfociava tra il Garigliano e l'Agnena. La sua sorgente era di difficile accesso e le gallerie scavate ai margini nel tufo garantivano rifugio dalle incursioni dei predoni. Gli abitanti vissero nascosti per secoli, finché intorno al 1100 d.C. fu costruita la borgata di Petrulo da una piccola comunità di monaci basiliani, giunti dall'Oriente in fuga dalla persecuzione iconoclasta dell'VIII secolo. A Petrulo si trova il piccolo quartiere denominato Giudea, o Iurea nel dialetto locale, dove i monaci rafforzarono il culto per San Nicandro. L'integrazione della comunità monastica con gli abitanti del posto portò alla realizzazione della chiesa antica (oggi sconsacrata) di S. Nicandro, datata 1106. San Nicandro è considerato un santo miracoloso ma anche vendicativo, come dicono ancora oggi gli abitanti del luogo. Si raccontano diversi aneddoti, probabilmente frutto della fantasia popolare, ma comunque degni di nota. Ad esempio, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, durante una processione, ci fu un tentativo di rubare dell'oro dalla statua di San Nicandro. Il ladro fu visto affannarsi a nascondere un attrezzo che gli avrebbe consentito di prendere l'oro. Qualche anno dopo, l'uomo ebbe un figlio con una malformazione alla mano, che sembrava mozzata. Gli abitanti del posto attribuirono quella disgrazia a San Nicandro. Un altro racconto narra di un giovane che era solito bestemmiare santi e madonne pubblicamente e, in un'occasione, sfidò i fedeli che pregavano il santo. Il giorno seguente, il giovane si ritrovò con le dita di una mano disegnate sul volto: lo schiaffo di San Nicandro! Ma chi era San Nicandro? Nella biblioteca della cattedrale ortodossa di San Tito a Heraklion, attuale capoluogo dell'isola di Creta, si trovano notizie su di lui. Nacque a Canea, antica capitale di Creta, intorno al 25 d.C. Da giovanissimo, apprese la notizia della passione e resurrezione di Gesù, aderì al Cristianesimo e fu nominato sacerdote da San Tito nella città di Agios Nikolaos. Per il suo zelo nel convertire gli abitanti alla fede cristiana, fu nominato vescovo intorno al 50 d.C. e inviato nell'odierna Turchia come primo vescovo di Myra. Alla morte di San Tito, continuò la sua opera in Licia, dove la comunità cristiana crebbe a tal punto da preoccupare i Romani. Così, al governatore Libanio giunse l'ordine di uccidere San Nicandro per dare un esempio e un monito ai cristiani. Insieme al santo fu ucciso anche un anziano sacerdote di nome Ermeo: furono legati a dei cavalli lanciati al galoppo e trascinati finché ebbero la pelle strappata e la terra bagnata dal sangue delle loro ferite. Furono poi appesi e colpiti con una tavola di legno e torturati prima col fuoco, poi con dei chiodi piantati nel petto e nel corpo. Furono gettati in un sepolcro e seppelliti, senza neanche verificare se fossero ancora vivi. Il racconto della loro morte ebbe l'effetto contrario: divennero i due martiri di Licia. Alla fine del 1500, Papa Clemente VIII avviò una politica di riavvicinamento con le chiese cristiane di rito bizantino, in particolare con i monaci basiliani, che portarono a Roma notizie e reliquie dei martiri. Il Papa li fece santi il 4 novembre. Nel 1914, le reliquie di San Nicandro furono portate da Roma a Petrulo, dove il Santo è venerato oltre che il 4 novembre, anche la prima o la seconda domenica di agosto. Il nome Nicandro è poco diffuso in Italia ed è associato ad altri santi a Venafro (provincia di Isernia), a San Nicandro Garganico in Puglia, a Tremensuoli (frazione di Minturno, Latina) e a Ravenna e L'Aquila, dove sorgono chiese dedicate. In Grecia, il culto del santo oggi non è venerato e il nome Nikandros è in disuso. (Foto: santino storico di San Nicandro)Contatti https://noblogo.org/caserta24ore/contatti https://flipboard.social/@reporter
Capua: McDonald's apre le porte in cittá
Il noto marchio di fast food McDonald's ha inaugurato il suo nuovo ristorante a Capua, in via Porta Roma, sulla statale Appia. L'apertura di questo nuovo punto di ristoro è stata accolta con entusiasmo dai cittadini e dai viaggiatori che frequentano la zona. Il nuovo McDonald's offre una vasta gamma di piatti e prodotti di alta qualità, preparati con ingredienti freschi e selezionati. I clienti potranno gustare i classici menu McDonald's, come il famoso Big Mac e le patatine fritte, oltre a opzioni più salutari e innovative. La struttura è stata progettata per offrire un ambiente accogliente e moderno, con ampi spazi per mangiare e prendere il caffè. Il personale è cordiale e disponibile a soddisfare ogni richiesta dei clienti. Tuttavia, alcuni cittadini hanno espresso preoccupazioni riguardo al traffico nella zona, già molto intenso soprattutto nelle ore di punta. In particolare, l'ingresso a Capua alle 17:20 potrebbe diventare ancora più caotico con l'arrivo di clienti che si recano al nuovo McDonald's. Sarà importante che le autorità locali prendano misure per gestire il traffico e garantire la sicurezza dei pedoni e degli automobilisti. Nonostante queste preoccupazioni, l'apertura del nuovo McDonald's è vista come un'opportunità per la città di Capua di attirare nuovi visitatori e di offrire ai cittadini una scelta in più per mangiare fuori. Speriamo che il nuovo ristorante possa diventare un punto di riferimento per la comunità locale e che possa contribuire a migliorare l'offerta commerciale della città.Contatti https://noblogo.org/caserta24ore/contatti https://flipboard.social/@reporter
Libri. Il racconto: La preghiera di guarigione di Caterina
Negli anni successivi, la preghiera si diffuse ampiamente e sopravvisse in diverse forme nella memoria orale delle famiglie dei borghi pedemontani a nord di Napoli. Venne recitata per guarigioni, esorcismi, per augurare salute e vigore ai popoli o semplicemente per pregare. Fu recitata durante la Grande Guerra, per tenere lontana la peste e durante la Seconda Guerra Mondiale per scongiurare le rappresaglie tedesche. Principalmente, nei secoli, fu recitata per guarire dalle sofferenze e cacciare via il male.
Dopo qualche anno, l'anziana infermiera morì. La giovane Caterina non diede importanza a quel foglio e lo lasciò in un libro, in una vecchia libreria della casa dei suoi nonni.
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Il giornale scritto in lingue diverse
Agli inizi degli anni 2000, un'iniziativa editoriale in collaborazione con il quotidiano 'Il Giornale di Caserta' portò all'uscita settimanale di un inserto dedicato agli immigrati. In un'epoca in cui Internet non era ancora di uso comune, quel giornale voleva rappresentare un ponte verso i paesi di origine degli immigrati. Per conservare memoria storica, ecco di seguito le prime copie di quel giornale su questo spazio web. La curiosità maggiore che suscitò all'epoca fu il fatto che il giornale fosse scritto in più lingue (multilingua).
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Festa della Vendemmia: i bambini di Kidville portano colore e tradizione per le strade di Cesa e Aversa
Una giornata all’insegna dei colori, della gioia e delle tradizioni: così l’Istituto Kidville ha celebrato la tanto attesa Festa della Vendemmia, trasformando le vie di Cesa e Aversa in un tripudio di allegria e profumi d’autunno. Guidati dalle insegnanti e accompagnati dai dirigenti Maria Cammisa e Nicholas Errico, i piccoli alunni hanno sfilato per le strade con un carro riccamente addobbato, simbolo della raccolta dell’uva e della vita nei campi. Tra grappoli d’uva, foglie colorate, cesti di vimini e decorazioni fatte a mano, i bambini hanno portato in scena con vestiti a tema la magia della vendemmia, ricordando a tutti il valore della terra e delle nostre radici. L’intera comunità ha partecipato con entusiasmo, applaudendo al passaggio dei piccoli protagonisti e condividendo con loro un momento di autentica festa popolare. Le strade si sono riempite di sorrisi, canti e balli, mentre i più piccoli imparavano il significato profondo del lavoro, della condivisione e del rispetto per la natura. I dirigenti Maria Cammisa e Nicholas Errico, visibilmente orgogliosi della partecipazione e dell’entusiasmo dei bambini, hanno dichiarato: “Oggi abbiamo celebrato molto più di una tradizione: celebriamo la vita che nasce dalla terra e la meraviglia del tempo che matura i suoi frutti. La vendemmia è un gesto antico, fatto di mani che raccolgono e di cuori che ringraziano. È la metafora più bella del nostro cammino educativo: seminare, attendere, prendersi cura e infine raccogliere ciò che insieme abbiamo fatto crescere. Ogni grappolo d’uva è come un sogno che ha trovato la sua stagione. Oggi, guardando i ragazzi impegnati, curiosi, sorridenti, vediamo che anche la scuola è una grande vigna: un luogo dove si coltivano speranze, passioni, futuro. Che questa giornata ci ricordi che educare, come vendemmiare, significa credere nella forza silenziosa della crescita, nella bellezza della collaborazione e nella gratitudine per ciò che la vita ci offre. Buona vendemmia a tutti, e grazie a chi ogni giorno continua a credere nel valore della terra, della scuola e dell’amore per ciò che si fa.”Contatti https://noblogo.org/caserta24ore/contatti https://flipboard.social/@reporter
Caserta. Centinaia di lavoratori pubblici in attesa del rinnovo contrattuale e cittadini costretti a pagare di più per servizi peggiori
Centinaia di lavoratori pubblici in attesa del rinnovo contrattuale e cittadini costretti a pagare di più per servizi peggiori. È la fotografia della realtà degli enti locali nella provincia di Caserta secondo la CISL Funzione Pubblica, che lancia un allarme sulla tenuta stessa dei servizi pubblici sul territorio. “Nella nostra provincia – spiega il segretario generale Franco Della Rocca – parliamo di 104 comuni e di migliaia di dipendenti che da anni attendono la sottoscrizione del contratto 2022-2024, rimasto al palo, e l’avvio della nuova tornata 2025-2027. Questo stallo produce conseguenze dirette sulla qualità della vita dei cittadini: meno personale negli uffici, servizi esternalizzati, costi maggiori a carico delle famiglie.” Il segretario evidenzia come la carenza di personale e la mancata attrattività del pubblico impiego stiano svuotando gli enti locali, spingendo sempre più amministrazioni a ricorrere a ditte esterne. “Il risultato – aggiunge Della Rocca – è che i Comuni spendono di più e rendono di meno. Le esternalizzazioni, infatti, gravano sulla finanza pubblica e per far quadrare i bilanci gli enti sono costretti ad aumentare le tariffe dei servizi a domanda individuale. Un paradosso che colpisce due volte i cittadini: pagano più tasse e ricevono un servizio gestito da terzi, spesso con minore efficienza.” La CISL Fp ricorda che nella sanità il contratto è stato già firmato, garantendo continuità e tutele per il personale, mentre nelle funzioni centrali l’accordo è stato raggiunto anche senza l’intesa con CGIL e UIL. “Non si può più rimandare – conclude Della Rocca –: i lavoratori degli enti locali meritano il rinnovo del contratto e un riconoscimento reale del loro ruolo. Bloccare ancora la trattativa significa penalizzare non solo i dipendenti, ma anche i cittadini che ogni giorno si affidano ai servizi pubblici.”Contatti https://noblogo.org/caserta24ore/contatti https://flipboard.social/@reporter