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Domiziana. Ricostruito il ponte sull'Agnena

Venerdì 4 aprile alle ore 10, il presidente della Provincia Marcello De Rosa inaugurerà a Cancello Arnone il nuovo Ponte di scavalco del Canale Agnena, situato al Km 3+310 della Strada Provinciale 21 “Cancello Arnone – Cappella Reale”. L’intervento, finanziato con circa 600mila euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha previsto la demolizione e la ricostruzione del ponte, che misura circa 90 metri di lunghezza e 12 metri di larghezza. Questa infrastruttura strategica rafforza il collegamento tra l’Agro aversano e il Litorale Domizio, migliorando la viabilità e la sicurezza della zona. Il rifacimento del ponte è stato deciso a seguito delle verifiche di stabilità condotte negli anni scorsi in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, che avevano evidenziato gravi segni di dissesto statico e il conseguente rischio di crollo.
a cura di Gianluca Parisi

Sparanise. Convegno del giornalista Palmesano il 17 maggio

Si terrà nella cittadina dell'Agro Caleno una manifestazione anticamorra a cura del giornalista Enzo Palmesano. L'evento sulla falsariga di quello tenutosi a Calvi Risorta nella sala consiliare, si terrà se non ci saranno intoppi, il prossimo 17 maggio. "Lo scenario - fanno sapere gli organizzatori in una nota stampa - è quello dell’Agro caleno: appunto Sparanise, Calvi Risorta e Pignataro Maggiore, famigerati paesi in varie stagioni tutti e tre sciolti per mafia. Interverrà, tra gli altri, Salvatore Minieri, giornalista professionista e scrittore (autore del libro "Pascià – Il clan dei casalesi è nato in una discoteca", Edizioni Italia), che illustrerà le inchieste giornalistiche sul territorio e i motivi dello scioglimento di Sparanise. Conclusioni di Sergio Tanzarella, professore ordinario di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli (Sezione San Luigi), curatore del volume "Raffaele Nogaro – 90 anni di radicale mitezza" e autore del libro “Don Peppino Diana - Un prete affamato di vita”, pubblicati entrambi dalla casa editrice “Il Pozzo di Giacobbe”. L’atteso discorso del prof. Sergio Tanzarella conterrà ampi riferimenti all'impegno del vescovo emerito Raffaele Nogaro e al martirio di don Peppe Diana".
a cura di Gianluca Parisi

Libri. “Il genio di Giovanni Falcone. Prima il dovere”, la presentazione di Caserta

Il 19 marzo 2025, alle ore 11:00, nella Sala Romanelli della Reggia di Caserta, avrà luogo la presentazione del libro “Il genio di Giovanni Falcone. Prima il dovere”, del Magistrato Antimafia Catello Maresca, evento organizzato da Marican Holding e dall’Associazione UNICA – Unione Nazionale Italiana della Cultura Antimafia per celebrare la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’evento rientra nel Piano di Responsabilità Sociale di Marican Holding, azienda leader nel logistica integrata e sostenibile, che da sempre pone grande attenzione alla diffusione del concetto di cultura come momento di sana aggregazione e di crescita sociale. Il Genio è un racconto appassionato di cosa ha significato il giudice Giovanni Falcone per intere generazioni di giovani e di cosa speriamo ancora oggi possa trasmettere a chi ha sete di giustizia e di verità. E’ un messaggio per i ragazzi, soprattutto delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che si inserisce nel solco della diffusione della cultura antimafia, intrapreso dal Magistrato Catello Maresca insieme alla associazione di promozione sociale UNICA – Unione Nazionale Italiana della Cultura Antimafia. “Giovanni Falcone – afferma il Magistrato Catello Maresca – e’ stato un Genio italiano, nel settore della Giustizia e dell’Antimafia. Scrivere di lui, dopo che lo hanno fatto quasi tutti, amici, nemici e finti amici, è stato complicatissimo. Perciò ho provato a farlo non con la mente, ma con il cuore: quello di un ragazzo che è cresciuto nel suo mito, che ha creduto al suo esempio, che ha seguito il suo modello e che ha avuto la fortuna di svolgere la sua stessa missione e di farlo con grande passione ed amore. Grazie Giovanni, orgoglio italiano, ovunque tu sia”. Catello Maresca, già Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Napoli, è docente di Procedure di Contrasto alla Criminalità Organizzata presso l'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Ha partecipato alle indagini che hanno portato all'arresto, nel 2011, del boss dei Casalesi Michele Zagaria e all'operazione Gomorra, dedicata alla repressione del traffico internazionale di merce contraffatta; ha rappresentato l’accusa nel processo al cosiddetto “gruppo Setola”, che ha portato alla cattura, tra gli altri, del mafioso Giuseppe Setola. Nel corso delle sue attività investigative ha subito più volte minacce di morte da parte delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, è quindi sotto scorta dal 2008. L’Associazione UNICA – Unione Nazionale Italiana della Cultura Antimafia è composta da donne e uomini che hanno vissuto la vita intera a piangere tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e a sostenere magistrati e forze dell’ordine nella loro incessante battaglia contro tutte le mafie. Cittadine e cittadini di questo Paese che hanno deciso di scendere in campo, che hanno acquisito consapevolezza del fatto che ognuno di noi deve provare a fare e dare di più. Perché la lotta alle mafie non può essere delegata solo alle Istituzioni, ma la società civile deve fare la sua parte e lo deve fare tutti i giorni, in ogni atto della vita quotidiana.

a cura di Gianluca Parisi

Lavoro. Dilaga il lavoro grigio, il sistema pensionistico disincentiva i giovani a cercare un lavoro normale

Con l'attuale sistema pensionistico ai giovani conviene non lavorare, o al massimo lavorare in nero ma con un lavoro sicuro. Perchè un 35enne deve lavorare per 35 anni e percepire, se arriva a 70 anni, una pensione che è meno della metà di quella che oggi percepisce un 70enne? Sono domande che molti giovani hanno iniziato a porsi, perchè con i lavori precari le retribuzioni corrisposte non sono sufficienti a riconoscere per intero il periodo minimo utile a maturare i contributi pensionistici. Si tratta del sistema pensionistico contributivo che ha mandato in pensione, scusate il gioco di parole, gli altri sistemi pensionistici come quello retributivo e quello di anzianità. Quindi, nella migliore delle ipotesi se un 35enne oggi vincesse 'un posto' pubblico (concorso ndr) comunque dovrebbe lavorare per 35 anni ed andare in pensione a 70 anni. Questa pensione però, tenuto conto i parametri scelti dal legislatore per indicizzare il costo della vita, risulta essere di media circa l'80% della retribuzione nel caso avesse versato contributi per 35 anni. Se i contributi versati scendono a 30 anni la pensione è del 60% e via diminuendo. Così prendendo in riferimento un dipendente pubblico medio, facendo quattro calcoli il neo pensionato lascerebbe una retribuzione da lavoro dipendente di 1.200 – 1.300 euro per avere una pensione di soli 700€. Il sistema contributivo incentiva quindi a restare nel mondo del lavoro quanto più possibile, possibilmente fino alla morte. Ma, ritornando al discorso dei giovani: a loro oggi conviene lavorare? La tassazione sul loro lavoro (contributi) serve ancora oggi a pagare le 'pensioni baby', quelle dei 19 anni sei mesi ed un giorno per intenderci. Dicono che le toglieranno, nel senso che in futuro non ci saranno più baby pensionati, ma i vecchi? Continuano a percepirle grazie ai contributi previdenziali versati dai giovani per la promessa di una pensione che non avranno. Il sistema va cambiato, il legislatore dovrebbe avere il coraggio di mettere mano ai 'cosiddetti' diritti acquisiti, cioè alle pensioni percepite ora dai tanti anziani. Ci vogliono pensioni uguali per tutti: uguale per tutti gli anziani di oggi e per tutti quelli di domani Uno Stato che non è più in grado di assicurare servizi essenziali (in molte Regioni italiane è la norma) è destinato a morire. Potrebbe scapparci un altro '48 quando i giovani, governati da una classe politica vecchia, corrotta e restia a lasciare il passo, finalmente si desteranno. E la cosa potrebbe accadere quando, gioco forza, verranno meno le pensioni degli anziani nonni che indirettamente aiutano con le loro pensioni gli stessi giovani. Se tutti i nonni d'Italia percepissero la stessa pensione, buttiamo la cifra di 900 euro, sarebbero accontentati i poveri che adesso hanno una pensione più bassa. Scontenti, invece, i più ricchi che hanno la pensione più alta dei 900 euro. Ma un anziano che ci deve fare con una pensione più alta? La deve spendere in medicine? Ed in effetti, visto che i servizi sanitari ormai non sono più garantiti dallo Stato, le spese mediche gravano direttamente sugli anziani. Ma non sarebbe meglio pensioni uguali per tutti, una spesa sanitaria garantita e magari un equo canone uguale per tutti? Altro che sistema retributivo! Ci vorrebbe un sistema pensionistico di anzianità, anche al costo di aumentare l'età pensionabile a 70 anni (ma non per tutti i tipi di lavoro). Ma, allo scoccare del 70 anno di età, la pensione deve essere uguale per tutti: sia per dipendente pubblico, sia per chi ha lavorato una vita da lavoratore precario, per il lavoratore autonomo ed anche per chi nella vita è stato a lungo tempo disoccupato. Invece con questo stato di cose il giovane è disincentivato a procurarsi un lavoro normale e così si mette d'accordo con il datore di lavoro e gli dice: “Ok, non mi versi i contributi, ma almeno dammi una paga dignitosa e io non ti darò problemi con denunce all'Inps e via discorrendo...”, quando va bene e lo deve pure ringraziare, il 'donatore' di lavoro. D'altra parte i contributi saranno comunque persi, tanto vale... E così per tanti giovani dilaga il lavoro grigio, il nonno li aiuta con la sua pensione e quando a causa dell'età non ci sarà più, forse, la Giovane Italia si desterà (Russo Gianluca)

a cura di Gianluca Parisi

Grazzanise. L'aeroporto civile si fara' ma solo per i voli cargo

Lo fa sapere il deputato della Lega e coordinatore del partito in Campania Giampiero Zinzi. L’aeroporto di Grazzanise sarà nel nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti, e sarà valutato con particolare riferimento al settore cargo. Lo abbiamo chiesto un anno e mezzo fa, quando con un mio ordine del giorno il Governo ha accolto la nostra richiesta per rimodulare il sistema aeroportuale campano. Un prossimo passo dovrà essere sì l’attivazione di un tavolo tecnico fra il Ministero della Difesa e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che, nel PNA, intende dare risposte alle esigenze di crescita e sviluppo del nostro territorio”.

a cura di Gianluca Parisi

Scuola: la classe di concorso spesso sconosciuta per la quale nessuno fa domanda

Esiste una classe di concorso nella scuola pubblica italiana, quella dell’educatore facente parte del personale educativo che in pochi conoscono, se non gli addetti ai lavori. Accade così che quando gli aspiranti supplenti nella scuola si inseriscono nelle graduatorie, si inseriscono come professori e ignorando che la loro laurea dà accesso anche alla professione del personale educativo non spulciano la classe di concorso PP “personale educativo” pur avendone diritto. Paradosso che non si trovano supplenti in alcune province, anche nel Sud Italia. Ma chi è l’educatore nei convitti scolastici? Spesso l’opinione pubblica confonde il profilo dell’educatore della scuola, con quello dell’educatore nelle istituzioni penitenziarie, nelle case famiglia, negli asili nido o addirittura con l’educatore socio-sanitario. Si tratta di profili professionali completamente diversi. Il precettore o istitutore, in latino: magister o praefectus era la persona addetta all'istruzione e all'ammaestramento dei figli di famiglie ricche e/o nobili. Era una figura tipica soprattutto dei tempi in cui, mancava un sistema educativo diffuso e l’educatore svolgeva la propria opera all'interno della famiglia. Con l’avvento dei convitti, prima religiosi, poi laici dello stato, tale figura assunse il nome di istitutore, svolta sia da preti che da insegnanti statali. L’educatore dei convitti si avvicina a tale tipologia lavorativa. La denominazione di istitutore/trice, ancora tutt’ora in uso per consuetudine in alcuni convitti è stata soppiantata da quella di educatore. Un breve manuale reperibile cliccando sulla copertina del libro sopra fa chiarezza su questa figura professionale, il suo ruolo, come lo si diventa e la raccolta di leggi di questo profilo professionale poco conosciuto. Le lauree che danno accesso a questa professione nella scuola pubblica italiana sono: L 19-Scienze dell'educazione, Laurea in Scienze della formazione primaria: indirizzo scuola primaria, LM 57-Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, LM 85 bis-Scienze della formazione primaria, LM 85-Scienze pedagogiche, LS 65-Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, LS 87-Scienze pedagogiche e infine il Diploma magistrale se il corso di studi è iniziato entro l'anno scolastico 1997-1998 e il titolo è stato conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002.

a cura di Gianluca Parisi

Furti in appartamenti ecco come operano i ladri

Da un furto in una villetta a Calvi Risorta in provincia di Caserta e dalla visione delle telecamere di videosorveglianza si riesce a ricostruire la dinamica e il modus operandi dei ladri. Il furto è avvenuto lunedì 4 novembre. Il sabato precedente hanno bussato alla porta delle case petrulesi dei postulanti, senza neanche troppa insistenza. Dalla visione delle telecamere due ladri si sono introdotti nella villetta, scassinando la serratura di una finestra, un terzo complice aspettava in strada. Uno di loro era armato di una pistola. I proprietari erano usciti da poco. I ladri con passamontagna incuranti del suono degli allarmi in soli quattro minuti hanno portato a segno il colpo, tra cui qualche oggetto in oro. Probabilmente si sono serviti di metal detector di ultima generazione. I proprietari pur trovandosi in paese, allertati sul telefonino e vedendo in diretta il furto hanno chiamato i carabinieri che si sono diretti sul posto, ma i ladri erano già fuggiti. Parlavano tra di loro in italiano con accento straniero, ma non è detto che lo siano perché sapevano di essere ripresi e ascoltati. Mettendo insieme i puzzle si può ipotizzare questo scenario, comunque sempre presunto. In avanguardia qualche giorno prima postulanti individuano le case da svaligiare. Si appostano nelle immediate adiacenze e quando vedono i proprietari uscire, telefonano e suonano il campanello per essere sicuri che in casa non sia rimasto alcuno; si introducono quindi nella casa. Un altro complice segue i proprietari e li avvisa se questi tornano. Alla bisogna se sorpresi da vicini o altri hanno una pistola (vera o giocattolo) con la quale possono bloccare chi interviene. I carabinieri non possono intervenire in soli 4 minuti e così il colpo è fatto (foto di repertorio).

a cura di Gianluca Parisi

La caduta dei valori nell’epoca della nuova barbarie

Senza rendercene conto tutti noi stiamo vivendo un periodo storico di barbarie: qualche anno fa teste mozzate sanguinolente e uomini bruciati vivi in una gabbia di ferro erano esposti sui social dall'Isis. Oggi il grande campo di concentramento di Gaza. Era il 24 dicembre del 2015, quando un F16 precipitò a Raqqa, in Siria, di fatto la capitale dell'allora 'Califfato' dell'ISIS. Il pilota membro di una delle tribù più in vista giordane fu rinchiuso in una gabbia, cosparso di benzina e arso vivo e poi fu diffuso un video di 22 minuti come prova. Il valore della vita umana oggi è ai minimi storici: una vita vale poco, quasi nulla e nulla si fa per salvare la vita a una persona. Oggi milizie di legionari private, legioni stranieri dettano legge in Africa e spingono verso l'Europa sempre più migranti. Stati Uniti, Russia, Cina si fanno la guerra alle spese dei popoli del mondo. In Europa le periferie delle grandi città sono diventate terre di confine governate dalle Mafie, dai gestori del supermarket della droga. Anziani soli si vedono la casa occupata dopo un ricovero ospedaliero, rapinatori nei ristoranti che prendono in ostaggio i commensali, ragazzini che uccidono per niente, sfruttamento dei lavoratori senza precedenti pagati pochi euro all'ora... tutto ciò accade in Italia. La Globalizzazione oggi ha creato un unico grosso villaggio. Se prima la barbarie avveniva in posto isolato, relegata in loco, oggi viene amplificata, riprodotta e diventa barbarie globale, il tutto nel nome dei soldi a tutti i costi: soldi subito non importa se sono maledetti, se sono sporchi, se per farli è necessario uccidere.

a cura di Gianluca Parisi

Libri. Su Paolo Borsellino: Roberta Gatani, “Cinquantasette giorni. Ti porto con me alla Casa di Paolo” – con la Prefazione di Salvatore Borsellino

Il libro di Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, dettaglia minuziosamente i cinquantasette giorni che intercorrono tra la strage di Capaci e quella di Via D'Amelio, dal 23 maggio al 19 luglio 1992. In un periodo denso di tensioni, il giudice, consapevole del pericolo imminente, non si sottrasse al proprio destino. Gatani ripercorre ogni giorno di questi due mesi cruciali, descrivendo come Borsellino impiegò tutte le sue energie per indagare sulla strage di Capaci, annotando ogni dettaglio nell'agenda rossa. Il libro offre anche uno sguardo intimo sulla vita personale del giudice, evidenziando le sue fragilità e la sua lotta interiore.
Gatani ritrae un uomo segnato dal dolore per la perdita dell'amico Giovanni Falcone, preoccupato per la sicurezza dei suoi familiari e dei giovani agenti della scorta. Attraverso ricordi d'infanzia nelle strade della Kalsa con il fratello Salvatore e momenti di vita familiare, il lettore viene avvicinato alla figura umana di Paolo, rendendo il suo sacrificio ancora più significativo. Parallelamente, il libro narra la storia della Casa di Paolo, un'associazione fondata nel 2015 da Salvatore Borsellino e diretta da Roberta Gatani. Situata nella vecchia farmacia della famiglia Borsellino in Via Vetriera, nel cuore del quartiere Kalsa, la Casa è diventata un luogo dove la memoria di Paolo Borsellino continua a vivere attraverso il lavoro di volontari dedicati. Questi volontari si impegnano quotidianamente per offrire accoglienza, affetto, istruzione e un futuro migliore ai giovani del quartiere. La Casa di Paolo è ormai una tappa essenziale per chi visita Palermo, un luogo in cui l'amore ha compiuto il miracolo di riportare in movimento le lancette del tempo, spezzate dalla violenza criminale.

a cura di Gianluca Parisi

Capua. Al via la protesta degli agricoltori

Si accende la protesta degli allevatori della filiera mozzarella di bufale del casertano che hanno aderito al movimento nazionale dei trattori. Nella giornata odierna un corteo di trattori e' partito dal casello A1 di Capua per raggiungere attraverso il bivio di Maiorisi di Sessa l'area di Mondragone. Disagi parziali sulla circolazione stradale dell'Appia.
a cura di Gianluca Parisi