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Capua. Al via la protesta degli agricoltori

Si accende la protesta degli allevatori della filiera mozzarella di bufale del casertano che hanno aderito al movimento nazionale dei trattori. Nella giornata odierna un corteo di trattori e' partito dal casello A1 di Capua per raggiungere attraverso il bivio di Maiorisi di Sessa l'area di Mondragone. Disagi parziali sulla circolazione stradale dell'Appia.
a cura di Gianluca Parisi

Ponticelli (Napoli). La giornalista Esposito: “ Lo Stato non è mai sceso in campo contro la Camorra”

La mia battaglia termina qui. A partire da questo momento non mi occuperò più della camorra di Ponticelli. È una decisione dolorosa, dolorosissima, perché non ci sono più le premesse e i presupposti per continuare.
Soprattutto alla luce di un rapporto quantomeno ambiguo tra alcuni poliziotti ed esponenti della criminalità. Non posso non tener conto sul fatto che su una delle ultime minacce che ho ricevuto c’è la firma di una persona che ricopre un incarico dirigenziale del commissariato di polizia di Ponticelli.
Inoltre, Ponticelli non rientra nei piani di riqualifica né dell’amministrazione locale né del governo centrale. Lo dimostra la scelta di investire su Scampia- Secondigliano dopo Caivano. Questo significa che i nostri bambini, i nostri ragazzi dovranno fare i conti ancora e sempre con gli stessi diritti negati.
Il mio pensiero va alle tante, tantissime persone che in questi anni hanno supportato il mio lavoro. Consentitemelo, una menzione speciale la meritano i Ponticellesi. Dirvi grazie non è abbastanza. Siete stati la mia forza, la mia più grande ricchezza. Mentre vi parlo mi scorrono davanti agli occhi tantissimi ricordi, alcuni bellissimi, che porterò sempre nel mio cuore, altri un po' meno perché raccontano tutto il dolore e tutta la sofferenza che troppe volte abbiamo condiviso in silenzio. Proprio per questo mi sento in dovere di salutarvi rivolgendovi una preghiera accorata. Andate via, lo dico per il bene dei vostri figli. Andate via, a Ponticelli non c’è futuro.
Allo stesso modo mi congratulo con i De Micco perché hanno conquistato la supremazia sul campo e questo glielo devo riconoscere. Lo scorso ottobre, dopo il blitz che portò all’arresto di 60 affiliati, il procuratore Gratteri disse che le strade di Ponticelli erano più libere. Beh, io lo invito a fare una passeggiata non nei rioni da sempre controllati dai clan, ma a Viale Margherita, Corso Ponticelli, strade che un tempo erano libere e che oggi rappresentano il quartier generale del clan. Strade dove è palpabile la paura della gente. Quella paura introdotta dalla strategia del terrore, voluta dai De Micco per assoggettare tutti e tutti.
A Ponticelli, lo Stato non è mai sceso in campo contro la camorra, limitandosi a vincere qualche sporadica battaglia, molte volte, troppo spesso, scendendo a compromessi. Come dimostra il pentimento farsa di alcuni fratelli Sarno, che si sono serviti dello Stato e che non hanno mai preso le distanze dalla camorra. Oggi a Ponticelli comandano i De Micco , regnano le loro leggi, questo è sotto gli occhi di tutti. E se lo Stato ha scelto di voltare le spalle a questo quartiere, non ha senso che io continui ad alimentare la luce che da anni mantiene un riflettore acceso su quelle dinamiche. Lo trovo uno spreco di energie inutile, oltre che pericoloso.
Qualcuno prima di me ha detto che questo non è un Paese per giornalisti giornalisti. E rendere omaggio alla memoria di quella persona, significa anche trarre il doveroso insegnamento dal suo sacrificio. Io aggiungo che questo non è un Paese che ha bisogno di eroi, ma solo di uomini e donne che facciano correttamente il loro lavoro.
Io la mia parte l’ho fatta, ma evidentemente non ero in buona compagnia. So che in cuor vostro accetterete la mia decisione, l’approverete e non la vivrete come un tradimento. I De Micco vivono di azioni dimostrative, questo è lampante. E io non posso, non voglio e non devo essere la prossima vittima sacrificale.La mia vita vale di più . Sono sicura che su questo punto sarete tutti d’accordo con me. Non ho rimpianti, non la vivo come una sconfitta. Esco di scena a testa alta, a differenza di chi avrebbe potuto affiancarmi per provare a scrivere un finale diverso, per provare a realizzare quel sogno di legalità che per tanti anni abbiamo condiviso. Ma qualcuno evidentemente la sua scelta l’ha fatta e ha deciso ancora una volta di abbandonarci al nostro triste e amaro destino”.

a cura di Gianluca Parisi

Napoli, la sfida delle bande giovanili alle istituzioni

Roghi, guerriglia urbana a Napoli, sassaiola contro le forze dell’ordine, scene di guerriglia urbana, violenza fuori controllo, ecco a cosa si è assistito nella serata di ieri. Sul gravissimo episodio è intervenuto il Segretario Generale Provinciale del sindacato di Polizia Coisp Giuseppe Raimondi che ha dichiarato: “ L’episodio è la conferma di quanto sia critica la questione sicurezza in tutto il paese. Quanto avvenuto ieri sera a Napoli, che va ad aggiungersi all’emergenza baby-gang ed alle micro e macro criminalità ormai dilaganti, dimostra quanto la sicurezza debba essere necessariamente al centro delle attenzioni della Politica. E’ vergognoso che una “certa politica perbenista” continui imperterrita a difendere questi criminali a scapito del lavoro quotidiano svolto dalle Forze dell’Ordine, che nulla fanno di male se non difendere la collettività da questi veri e propri “attacchi allo Stato”. Ci vorrebbero 10, 100, 1000 politici come l’on. Francesco Emilio Borrelli che quotidianamente denuncia e condanna tali gesti efferati contro il vivere civile e la pacifica convivenza all’interno della nostra comunità. Per non parlare del fatto che i reati commessi da questi delinquenti non li porteranno in galera per via di una legislazione oramai profondamente inadeguata. Necessita, a tal fine oggi più che mai, l’immediata approvazione del Decreto Sicurezza per porre un freno a questi vili atti delinquenziali verso la collettività e verso le Forze dell’Ordine”.

a cura di Gianluca Parisi

Ancora un morto sul lavoro in provincia di Caserta

A soli dieci giorni di distanza,sempre nella zona industriale di Gricignano d'Aversa nell'azienda Frigocaserta è morto oggi un operaio per una fuga di ammoniaca. Si tratta di Patrizio Spasiano operaio di soli diciannove anni, residente a Secondigliano Napoli era dipendente di una ditta esterna che stava effettuando lavori di manutenzione; lo hanno ritrovato riverso senza vita su un'impalcatura. Il 31 dicembre scorso moriva Pompeo Mezzacapo, 39 anni di Marcianise. A Gricignano c'e' stata una perdita di ammoniaca che ha sviluppato una nube tossica. Molti operai sono riusciti a mettersi in salvo, ma uno di loro, il 19enne Patrizio Spasiano, non è riuscito ad allontanarsi in tempo ed è morto. Il ragazzo era stato assunto solo da pochi mesi (foto di repertorio).

a cura di Gianluca Parisi

Col nuovo anno la fusione tra Vodafone e FastWeb

Arriva l'attesa nuova fusione nel panorama delle telecomunicazioni in Italia. Swisscom, già azionista di Fastweb da oltre 17 anni, ha completato l’acquisizione di Vodafone Italia, che entra così a far parte del Gruppo Swisscom. Grazie a questa sinergia, Fastweb e Vodafone collaboreranno per integrare progressivamente le loro infrastrutture, competenze e risorse, con l’obiettivo di creare un operatore convergente, in grado di offrire servizi della Rete Fibra Fastweb e della Rete Mobile Vodafone. Questo consentirà di proporre soluzioni ancora più innovative, affidabili e di qualità, pensate per soddisfare al meglio le esigenze di famiglie ed imprese. Arrivano rassicurazioni per i gia' clienti che le offerte e le condizioni contrattuali in essere non varieranno per effetto dell’operazione. Quello che cambia per i clienti FastWeb mobile é che gradualmente la copertura di rete passera' nel 2025 da quella di TIM a quell della Vodafone (foto di repertorio).

a cura di Gianluca Parisi

Caserta. Il modus operandi di medici pubblici infedeli, scoperto dalla Guardia di Finanza (foto di repertorio)

a cura di Gianluca Parisi

La paella è un po’ napoletana. La ricetta dei convittori dell’alberghiero “Celletti” al convitto di Formia

La paella è valenciana. Lo è soprattutto dal 1957 quando in seguito a un’alluvione il fiume Turia fu deviato fuori dalle mura dalla città, alimentando le risaie nelle campagne circostanti. L’origine però è dell’antica Roma quando l’esercito romano veniva fornito del rancio nelle patelle (in spagnolo paellera) un contenitore di ferro largo e basso sul quale il cibo poteva essere riscaldato a lungo. Furono poi gli aragonesi fino al 1700 a diffondere nel Regno di Napoli la paella. Esistono varie forma di paella, quella marinara arricchita con frutti di mare e crostacei, quella di terra dove al posto del pesce si adoperano le lumache e quella tradizionale fatta con gli avanzi di carne di pollo. La paella è un piatto povero, non lo dobbiamo dimenticare. Un viaggio in Spagna da parte di una classe di studenti del Convitto Celletti di Formia è stata l'occasione per proporre ai propri professori dell'alberghiero la ricetta originale della paella. In realtà l'iniziativa è stata del convittore Loris Chavez di origini argentine, che non frequenta l'alberghiero, ma l'istituto Nautico di Gaeta. Loris ha interpretato la ricetta insieme ai compagni di stanza. Ricordiamo che gli studenti delle scuole superiori del territorio di Formia e di Gaeta possono usufruire dei servizi convittuali pubblici del Ministero della Pubblica Istruzione previo pagamento di una retta. In pratica alloggiano durante la settimana scolastica nel convitto e il fine settimana tornano alle famiglia.
Ma torniamo a Loris che ha tradotto la ricetta, l'ha consegnata ai propri compagni (in prevalenza provenienti dalle province napoletane) che consultate le proprie nonne hanno riproposto la paella in versione napoletana. L'intenzione – fa sapere Loris – è quella di proporla ai professori di cucina per prepararla un giorno nel menù della mensa del convitto.
Ingredienti Fagiolini verdi in pezzettini piccoli, striscioline di peperoni, frullato di pomodori in acqua (il doppio del contenuto della padella), pezzetti di pollo e/o coniglio. Al posto della carne si possono usare molluschi marini o lumache.
Preparazione Mettere 10 cucchiai di olio in padella per soffriggere a fuoco medio al centro della padella peperoni, uno spicchio d’aglio, pomodori e altro vegetale come ceci o fagioli. Spostare i vegetali sui bordi della padella. Soffriggere al centro della padella pezzetti di pollo, coniglio (va bene anche solo il pollo), fino a quando non divengono rosolati, prima di spostarlo ai bordi della padella. Aggiungere il riso a forma di croce, nella padella. Nelle quattro parti della croce aggiungere il brodo di pomodori e aspettare a fuoco medio che arrivi a ebollizione. A questo punto mischiare tutto e cuocere: all’inizio a fuoco medio-alto, poi abbassare a fuoco lento e durante gli ultimi 15 – 20 minuti alzare a fuoco medio fino a quando non si asciuga il tutto. Quando il brodo si è quasi completamente assorbito aggiungete altri vegetali a piacere a forma decorativa. Lasciar riposare un paio di minuti prima di servire. In sintesi
400g di riso – frutti di mare a piacere: 4 gamberi e 100 gr di cozze, 100g di vongole, 100g di calamari tritati e 150g di tonno tritato – 3 pomodori maturi grattugiati – 1 peperoncino rosso piccolo tagliato a fette – 1 spicchio d’aglio – 10 cucchiai di olio di oliva, sale. Scalda l’olio di oliva e soffriggi le fette di peperoncino e lo spicchio d’aglio metti da parte -soffriggi i gamberi e metti da parte – soffriggi i calamari e il tonno e metti da parte. Soffriggi il pomodoro e metti da parte – aggiungere 6 bicchieri d’acqua -aggiungi tutto il marisco, il pomodoro soffritto, il pepe e lo spicchio d’aglio spalmandolo bene -mettere a bollire a fuoco medio per 15 -20 minuti fino alla completa evaporazione del brodo – lascia riposare 1 minuto prima di servire.

a cura di Gianluca Parisi

Il vecchio saggio è destinano a estinguersi, diventeremo tutti anziani con deficit cognitivi

(Gianluca Parisi). Le microplastiche, diffuse nel ciclo alimentare umano, finiscono per accumularsi negli organi interni e quelle che si accumulano nel cervello potrebbero star determinando la degenerazione del sistema nervoso, che a sua volta determina l’insorgenza di patologie di demenza senile in età sempre più giovane. Il vecchio saggio quello che era depositario della conoscenza, della ragionevolezza è destinato a estinguersi; al suo posto anziani con problemi cognitivi che insorgono ben prima dei 70 anni. Vascolopatia celebrale, ipertensione, colesterolo sono già fattori di rischio che portano pian piano il paziente anziano alla stessa condizione di un malato di Alzheimer. Dalle autopsie effettuate a chi ha dato il proprio consenso a fini di ricerca, si è notato che accanto ai fattori già noti tutte le persone affette da deficit cognitivi hanno un concentrato di microplastiche nel cervello. Anche se non ci sono studi che escludono che squilibri neurologici in giovane età siamo da attribuire alla presenza di queste microplastiche, queste possono interferire nella comunicazione tra i neuroni alterando il normale funzionamento influenzando processi cognitivi e comportamentali. Le microplastiche sono ovunque, nel mare, nei cibi. E’ un po’ come quanto accaduto coi PFAS diffusi nell’aria, nell’acqua, nella terra e nel sangue. I PFAS sono sostanze che hanno una grande varietà di applicazione usate per realizzare prodotti antiaderenti, impermeabili, imballaggi, abbigliamento e molto altro. Il cervello è un organo vulnerabile, i pugili hanno maggiori possibilità di ammalarsi di malattie neurodegenerative. Anche l’infiammazione causata da un virus che lo colpisce può provocare l’esordio di tali problematiche in età precoce sin dai 40 – 50 anni. Iniziano a formarsi aggregati nel cervello, il decorso del tempo fa il resto e si giunge sempre alla stessa conclusione: perdita della memoria breve, non si riconoscono più i parenti, non si ha consapevolezza del proprio essere, non si ricorda il giorno della settimana, in che epoca si vive. La conseguenza di tutto ciò è che secondo alcune proiezioni nel 2050 tre milioni di italiani avranno problemi. Oggi il 5% della popolazione italiana tra pazienti e chi li assiste, deve fronteggiare queste problematiche: non c’è famiglia che non ha avuto problemi con questa malattia. Spesso i familiari stessi si ammalano, cercando di tenere a casa chi soffre di tali patologie. Alcuni ammalati con pensioni basse non possono permettersi di essere accuditi. La malattia nella fase terminale dura in media oltre 10 anni. In Italia ci sono servizi di assistenza, ma sono a macchia di leopardo con picchi di eccellenze, ma anche parecchie insufficienze.

Che fare? Prima di tutto la diagnosi precoce, perché anche se non ci sono farmaci in grado di arrestare il processo di degenerazione cognitiva, è possibile rallentarlo. Questi esami sono la risonanza magnetica, la TAC, PET, ma sopratutto esami del sangue che analizzano la mutazione del gene che determina poi la malattia di Alzaimer. Le cure sperimentali future si basano su farmaci a RNA come per i vaccini del COVID che mirano non a lenire la patologia, ma a curarla. Ma al momento è ancora tutto in fase di sperimentazione. Il vecchio saggio si estinguerà?

a cura di Gianluca Parisi

Telefonia, perchè sempre più utenti usano telefonare via WhatsApp al posto della rete telefonica cellulare?

(Gianluca Parisi). Iniziarono gli immigrati, per risparmiare. Una telefonata intercontinentale costa ancora oggi; quella su WhatsApp, su Signal, Telegram o altra app di messaggistica è gratuita, se hai una rete WiFi e/o una connessione dati stabile. In realtà i primi a offrire il servizio di telefonia furono quelli Messanger di Facebook, ma poi quando la società fondata da Mark Zuckerberg acquisì nel 2014 WhatsApp, il traffico telefonico si è trasferito quasi del tutto su questa piattaforma. Ciò è dovuto all’intuizione dei fondatori di legare il servizio al numero telefonico di rete mobile. Così molta gente iniziò a confondersi chiamando attraverso la rete WhatsApp al posto della rete mobile di telefonia cellulare. Poi accadde che più persone iniziarono a usare la connessione dati sempre tutto il giorno, probabilmente per ricevere le notifiche in tempo reale o per altre esigenze. La connessione dati disturba le telefonate normali, andrebbe staccata ogni volta. Negli ultimi tempi quasi tutti gli operatori di telefonia hanno attivato il VoLTE, la tecnologia che consente di effettuare chiamate audio sulla rete 4G/LTE. Il servizio garantisce una migliore qualità dell’audio e permette di navigare contemporaneamente in 4G/4G+/5G su internet o sulle app durante una chiamata. Ma intanto sempre più utenti si erano abituati a chiamare tramite WhatsApp molto più stabile; così di fatto si sono disabituati a chiamare attraverso la rete mobile del proprio operatore commerciale. Ma così facendo hanno concesso senza accorgersene il controllo di tutte le proprie comunicazioni al fondo americano che controlla META e che influenza le scelte politiche dei governi a livello globale. A dire il vero ci sono anche altre piattaforme come la russa Telegram o l’europea svizzera Threema, c'è SIGNAL; ma la stragrande maggioranza degli utenti italiani usa WhatsApp, confondendo una chiamata vocale su rete cellulare da quella effettuata con WhatsApp. A quanti di noi è capitato che un amico ci chiedesse il perché non abbiamo risposto a una sua chiamata? Oppure che ci guardasse basito se gli abbiamo risposto: “Guarda non mi hai telefonato, hai chiamato attraverso WhatsApp?!”. Intanto la piattaforma di Meta non fa nulla per evitare la confusione. Ancora oggi quando chiamiamo via WhatsApp, anche se dall’altra parte del telefono non è attiva l’app, al chiamante appare la dicitura “CHIAMATA IN CORSO” al posto del più giusto “NON È POSSIBILE CHIAMARE. Solo negli ultimi periodi se il telefono squilla realmente su WhatsApp dall’altra parte appare la dicitura “Il telefono sta squillando”; ma la confusione continua a regnare sovrana.

a cura di Gianluca Parisi

Scuola, gemellaggio nord sud con la felpa del Napoli Calcio tra studenti 14enni.

Ecco un gemellaggio Nord e Sud tra giovani tifosi del Napoli. Gli adolescenti crescono velocemente così dismettono i vestiti ancora buoni. Anni fa era prassi passarsi i vestiti tra ragazzi, fratelli o cugini. Accade ancora oggi con la felpa del Napoli. Salvatore, frequentante il Convitto annesso all’Istituto di Istruzione Superiore Alberghiero Celletti di Formia e Luca, frequentante l’IS Giovanni Falcone di Gallarate, commentano le partite del Napoli sui gruppi social. Hanno entrambi la stessa età e la stessa passione per la squadra che fu di Maradona. Salvatore è più ‘mingherlineo’ è della provincia di Benevento; Luca più grandicello di Varese, ma di genitori casertani. Così quando Luca ha notato che aveva lasciato una felpa che non gli entrava più dai nonni, ha fatto in modo di recapitarla a Salvatore che contento ringrazia. Basta un niente per far felici i ragazzi.

a cura di Gianluca Parisi