Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Un blog di un cultore della materia. Comprendere dove nel mondo, perché e con quali dinamiche spaziali si sviluppa la criminalità organizzata

In occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione di Washington (CITES), l'Arma dei Carabinieri ha celebrato con solennità “CITES: 50 anni di tutela della biodiversità globale”.

Mezzo secolo di impegno nella protezione delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione.

La presentazione ufficiale del Calendario CITES 2026 si è svolta presso la Scuola Ufficiali Carabinieri, condotta dalla giornalista Licia Colò, alla presenza del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del Gen. C.A. Fabrizio Parrulli, Comandante del #CUFAA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari #Carabinieri). Durante l'evento, il Segretario Generale della Convenzione delle Nazioni Unite CITES, Ivonne Higuero, ha rivolto un video-messaggio alla platea, elogiando con enfasi l'impegno pluriennale profuso dai Carabinieri e dalle autorità italiane nel contrasto ai traffici di specie selvatiche protette.

La Convenzione #CITES, ratificata dall'Italia con la legge n. 874 del 19 dicembre 1975, rappresenta oggi lo strumento internazionale più efficace e riconosciuto per garantire un commercio sostenibile di oltre 40.000 specie di fauna e flora protette. Adottata dalle Nazioni Unite e ratificata da 185 Paesi, la Convenzione costituisce il pilastro normativo fondamentale per prevenire che mercati illegali, abusi sistematici e prelievi eccessivi compromettano irrimediabilmente la sopravvivenza delle specie più vulnerabili del nostro pianeta.

Il Calendario CITES 2026, realizzato dal Raggruppamento Carabinieri CITES del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità del CUFAA, ripercorre il lavoro svolto prima dal Corpo Forestale dello Stato e, dal 2017, dall'Arma dei Carabinieri attraverso i Nuclei CITES, nel contrasto determinato ai traffici illegali e nella salvaguardia della biodiversità globale. L'opera accompagna il pubblico in un viaggio emozionante attraverso 12 storie emblematiche, ciascuna dedicata a una specie protetta che, grazie all'azione tempestiva e professionale dei Carabinieri, ha conquistato una nuova possibilità di vita.

Tra queste emergono quella di Edy e Bingo, due scimpanzé coraggiosamente sottratti a gravi maltrattamenti in circhi e locali notturni; il maestoso leopardo rinvenuto in uno zoo privato illegale a Guspini (VS) e trasferito in una struttura finalmente idonea; Oscar, una rara e splendida tigre bianca recuperata da condizioni totalmente incompatibili con il benessere animale. Il calendario documenta, inoltre, il commovente ritorno alla libertà di centinaia di esemplari di Testudo graeca e Testudo hermanni, reimmessi nei loro habitat naturali dopo essere stati sequestrati ai traffici illegali, così come il delicato e complesso rimpatrio di numerose piante del genere Copiapoa nel deserto di Atacama, in Cile. A coronare il racconto, l'energia vitale dei tursiopi, nuovamente liberi di nuotare in acque pulite e adeguate, testimonianza del successo delle attività di recupero e trasferimento operate dagli specialisti CITES.

Ogni storia rappresenta un simbolo del trionfo della legalità sulla sofferenza, sull'abuso e sul profitto illecito, e riflette l'impegno dei Carabinieri nel difendere ecosistemi fragili, specie rare e patrimoni naturali che appartengono all'intera umanità e alle generazioni future.

Nel corso dell'evento, sempre all'interno della Scuola Ufficiali Carabinieri, è stata allestita una mostra fotografica di grande impatto emotivo a cura del fotografo Marco Lanza, dal titolo eloquente: “Vite spezzate: dal contrasto al commercio illegale in Italia, i reperti confiscati del deposito centrale dei Carabinieri CITES”, con scatti realizzati nel Deposito di Magliano dei Marsi (AQ), gestito dal Raggruppamento Carabinieri CITES, dove viene custodita gran parte dei reperti confiscati durante le attività di contrasto al traffico illecito di animali e piante in via d'estinzione. Ogni fotografia ritrae animali tragicamente trasformati in oggetti tra oggetti, volutamente inseriti dall'autore in un contesto scarno ed essenziale, che suscita incredulità nel trovarsi in un luogo come questo; animali che interrogano l'osservatore mentre sembrano implorare di uscire e riconquistare il proprio ruolo naturale.

Il cinquantesimo anniversario della CITES e il nuovo Calendario 2026 rappresentano un'occasione per riaffermare con forza il valore insostituibile della cooperazione internazionale e il ruolo assolutamente determinante dell'Italia – e dell'Arma dei Carabinieri – nel contrasto alla criminalità ambientale e nella protezione della biodiversità mondiale.

Sul Calendario è riportata anche una significativa dichiarazione personale del Gen. C.A. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri: “L'anniversario per i 50 anni dell'Atto di ratifica in Italia della Convenzione di Washington rappresenta un'occasione preziosa di riflessione sull'importanza cruciale della salvaguardia della biodiversità su scala planetaria e sulla necessità imprescindibile di affrontare con crescente efficacia la criminalità che lucra senza alcuno scrupolo sullo sfruttamento della fauna e flora minacciate di estinzione. Conservazione attiva, educazione alla legalità, prevenzione e contrasto sono le direttrici strategiche che vedono l'Arma dei Carabinieri, nel suo insieme e con i propri assetti di specialità del CUFAA, sempre più impegnata con determinazione per dare piena attuazione ai principi fondamentali della Carta Costituzionale su tutto il territorio nazionale e negli scenari di #cooperazioneinternazionale”.


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La Tratta di Esseri Umani: Una Minaccia Globale in Crescita. Il focus dell’INTERPOL sulle scam cities, i “centri truffa” che ingannano con falsi annunci di lavoro, costringendo gli sfruttati a inviare messaggi truffaldini online

L'INTERPOL combatte la tratta di esseri umani, un crimine organizzato che colpisce decine di migliaia di persone vulnerabili ogni anno, con numeri che nel 2023 hanno superato i livelli pre-pandemici.

Le vittime principali sono donne e bambini (75% del totale), con i bambini che rappresentano ben il 38% delle vittime registrate. I più colpiti sono poveri, migranti, rifugiati e apolidi, spesso sfruttati sessualmente o costretti al lavoro forzato.

Dal 2022 è emersa una nuova forma di tratta: i “centri truffa” (scam centres, o anche scam city) nel Sud-Est asiatico, dove le vittime vengono ingannate con falsi annunci di lavoro e costrette a inviare messaggi truffaldini online. È stato un Purple Notice – avvertimento di un nuovo modus operandi criminale – e successivamente un Orange Notice – avvertimento di una grave minaccia alla sicurezza umana – che ha reso l’INTERPOL la prima organizzazione ad allertare il mondo sull’aumento e poi sulla globalizzazione dei centri di truffa, il contesto per una forma emergente, crescente e scioccante di tratta di esseri umani. 

Nel marzo 2022, durante un'operazione dell'INTERPOL nel Sud-Est asiatico, le autorità hanno scoperto che persone provenienti da vari paesi venivano ingannate attraverso false offerte di impiego e portate in strutture fraudolente in Cambogia.

Una volta giunte a destinazione, queste persone si trovavano costrette a cedere i loro documenti di identità, venivano imprigionate e obbligate a partecipare ad attività di truffa digitale sotto minaccia di sanzioni. Entro giugno 2022, l'INTERPOL aveva raccolto dati sufficienti per emettere un'allerta viola (Purple Notice) che illustrava questa nuova tattica criminale, seguita da un rapporto iniziale pubblicato in ottobre 2022, preparato dall'analista Stephanie Baroud (foto). “Approfondendo le ricerche, ho compreso che si trattava di un fenomeno in espansione mondiale,” racconta. “Persone venivano ingannate e trasportate verso questi centri nel Sud-Est asiatico da regioni distanti come America Latina, Europa occidentale e Africa orientale, con casi documentati anche in Africa occidentale e in misura ridotta in varie nazioni europee.”

Da minaccia emergente a pericolo globale significativo. A giugno 2023, la diffusione della tratta umana legata a questi centri fraudolenti aveva raggiunto livelli tali che l'INTERPOL ha diffuso un'allerta arancione (Orange Notice), segnalando un rischio serio e immediato per la sicurezza collettiva. In questa fase, nuove strutture fraudolente erano state individuate in Medio Oriente e America Centrale, con l'Africa occidentale che emergeva come nuovo centro regionale.

Numerosi di questi centri si trovavano in aree già note per il contrabbando di stupefacenti e specie protette, generando preoccupazioni nell'INTERPOL e nelle polizie nazionali riguardo a potenziali connessioni con organizzazioni criminali preesistenti. “Osserviamo indicatori di attività criminali multiple associate a questi centri e collaboriamo strettamente con i nostri esperti in contrabbando di droga, armi e fauna, oltre che in criminalità digitale e finanziaria,” dichiara Stephanie Baroud. “L'INTERPOL si è affermata come punto di riferimento per questa tipologia criminale emergente e applichiamo le nostre competenze principali, dall'analisi investigativa alla diffusione di informazioni e al sostegno operativo, inclusa la coordinazione di comunicazioni di soccorso tra diversi stati per tentare di liberare le vittime.” Lo scorso novembre, durante la 93ª Assemblea Generale, è stata approvata una risoluzione per contrastare questa minaccia crescente e mettere in evidenza l'uso sempre più sofisticato di tecnologie da parte dei criminali e la capacità di adattamento di queste organizzazioni transnazionali che necessitano di una risposta coordinata su scala mondiale.

La 93a Assemblea Generale dell'Interpol, tenutasi a Marrakech, in Marocco, dal 24 al 27 novembre 2025, ha adottato la risoluzione che designa i centri di frode transnazionali come una delle principali minacce alla sicurezza globale. La risoluzione, proposta dalla Repubblica di Corea, affronta i centri criminali legati a frodi su larga scala, tratta di esseri umani e abusi, che spesso operano sotto la copertura di redditizie opportunità di lavoro all'estero. Questi centri, particolarmente concentrati nel Sud-est asiatico e in espansione nell'Africa occidentale, costringono le vittime, attirate da false offerte di lavoro, a entrare in complessi dove subiscono violenza fisica, sfruttamento sessuale, tortura e stupro, mentre mettono in atto truffe come il phishing vocale, le truffe sentimentali, le frodi sugli investimenti e le frodi sulle criptovalute.

La risoluzione sottolinea la “globalizzazione” delle frodi, dove le reti di frode sulle criptovalute su scala industriale sono ora sincronizzate oltre confine e sempre più interconnesse con il finanziamento del terrorismo. Un'operazione chiave, l'Operazione Catalyst, condotta congiuntamente ad Afripol, ha smantellato uno “schema Ponzi” basato su criptovalute da 562 milioni di dollari, collegato al terrorismo, che ha portato a 83 arresti e all'identificazione di 15.000 sospettati.

La risoluzione richiede un'azione globale coordinata, che includa la condivisione di intelligence in tempo reale, operazioni congiunte multinazionali, l'interruzione mirata del finanziamento della criminalità e dei beni illeciti, protocolli standardizzati per il salvataggio delle vittime e campagne di sensibilizzazione globali. Supporta inoltre la fase pilota dei nuovi “silver notice” dell'Interpol per migliorare gli avvisi internazionali e la condivisione di informazioni.

La risoluzione è stata adottata con un forte sostegno internazionale, con il voto favorevole di 125 dei 126 paesi membri.

#Interpol

#scamcentre

#scamcity

#scamcities


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I-CAN, l'organizzazione internazionale anti-'Ndrangheta punta ad allargarsi alla Romania

Un momento della riunione

Un importante incontro di polizia internazionale si è tenuto in Romania per combattere la criminalità organizzata.

Si sono riuniti rappresentanti di alto livello della polizia rumena e italiana, insieme a organizzazioni internazionali come SELEC (un centro di cooperazione per le forze dell'ordine dell'Europa sud-orientale).

Il tema principale trattato ha riguardato la 'Ndrangheta La 'Ndrangheta è come noto una delle più potenti organizzazioni mafiose italiane, originaria della Calabria. A differenza di altre mafie, la sua caratteristica principale è la capacità di: – Infiltrarsi nell'economia legale di molti paesi; – Operare a livello globale, non solo in Italia; – Vantare collegamenti e connessioni anche in Romania.

I-CAN (Interpol Cooperation against 'Ndrangheta) è un progetto di cooperazione internazionale voluto dall'Italia ed abbracciato da Interpol, specificamente dedicato a contrastare questa organizzazione criminale. Attualmente coinvolge 24 paesi.

Si è discusso delle Silver Notices INTERPOL – avvisi internazionali usati per tracciare metodi criminali e collegamenti, particolarmente utili per seguire i flussi finanziari illegali della 'Ndrangheta.

L'incontro ha rafforzato la collaborazione tra Italia e Romania, con l'obiettivo che la Romania diventi il 25° paese a unirsi formalmente al progetto I-CAN per combattere più efficacemente questa organizzazione criminale a livello globale.


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Giornata internazionale contro la corruzione. L’importanza della cooperazione internazionale tra Forze di Polizia

Oggi, 9 dicembre 2025, si celebra la Giornata internazionale contro la corruzione, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 31 ottobre 2003 con l'approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (#UNCAC), nota anche come Convenzione di Merida (https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2009;116)

Questa giornata mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sui danni causati dalla corruzione, che mina le istituzioni democratiche, ostacola lo sviluppo sostenibile e compromette lo stato di diritto. Inoltre distorce i mercati, scoraggia gli investimenti stranieri e priva i cittadini di diritti fondamentali, creando un circolo vizioso che impoverisce i paesi.

La Convenzione, entrata in vigore nel dicembre 2005, rappresenta il primo strumento giuridico vincolante a livello internazionale per prevenire e combattere la corruzione. Include misure di prevenzione, criminalizzazione e recupero dei patrimoni trafugati. L' #UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime, con sede a Vienna) funge da segretariato, supportando i paesi nell'implementazione della Convenzione e nel recupero dei beni sottratti. Inoltre, la lotta alla corruzione è Obiettivo 16 dell'Agenda 2030 come traguardo per lo sviluppo sostenibile.

La Giornata internazionale promuove la consapevolezza attraverso eventi organizzati da governi, organizzazioni internazionali e società civile, con l'obiettivo di incentivare la prevenzione e il contrasto di questo fenomeno.

Nel 2024-2025, il tema della campagna delle Nazioni Unite è “Uniamoci ai giovani contro la corruzione: promuoviamo l’integrità di domani”, evidenziando il ruolo fondamentale delle nuove generazioni nella promozione della trasparenza.

Oltre l’UNCAC (Convenzione ONU) quale principale strumento giuridico internazionale, ratificato da oltre 180 paesi, che obbliga gli Stati a prevenire e punire la corruzione, altri strumenti a livello internazionale sono il Gruppo d'Azione Finanziaria (GAFI/FATF), che combatte il riciclaggio di denaro legato alla corruzione, la ONG Transparency International, che monitora i livelli di corruzione globale attraverso indici come il CPI (Corruption Perceptions Index) e la Banca Mondiale ed il FMI (Fondo Monetario Internazionale), che condizionano prestiti e aiuti a riforme anticorruzione.

A livello europeo, l’ OLAF (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode) protegge gli interessi finanziari dell'UE, attraverso lo strumento operativo impersonato da EPPO (Procura Europea), che può perseguire reati contro il bilancio UE, inclusa la corruzione. Europol facilita la cooperazione tra forze di polizia nazionali, basandosi sulle Direttive UE, le normative comuni per armonizzare le legislazioni nazionali anticorruzione. Il GRECO (Gruppo di Stati contro la Corruzione del Consiglio d'Europa) monitora il rispetto degli standard anticorruzione.

La corruzione è un fenomeno transnazionale per diverse ragioni:

  • La Globalizzazione economica: multinazionali operano in più paesi, aumentando le opportunità di corruzione cross-border;

  • Gli Appalti internazionali: grandi progetti infrastrutturali coinvolgono attori di diverse nazioni;

  • I Paradisi fiscali: i proventi della corruzione vengono nascosti in giurisdizioni offshore;

  • La Criminalità organizzata: gruppi criminali transnazionali usano la corruzione per facilitare traffici illeciti;

  • Riciclaggio internazionale: il denaro sporco attraversa multiple giurisdizioni per essere “ripulito”;

  • Le Catene di fornitura globali: creano vulnerabilità in più paesi simultaneamente

Il ruolo della cooperazione internazionale di polizia appare quindi fondamentale perché consente lo scambio di informazioni, ovvero la condivisione rapida di intelligence su reti corruttive transfrontaliere; permette indagini congiunte tramite la formazione di team investigativi comuni per casi complessi; facilita la assistenza giudiziaria, quali esecuzione di rogatorie internazionali ed estradizioni; facilita il tracciamento dei flussi finanziari (seguire il denaro attraverso paradisi fiscali e giurisdizioni multiple) ed il recupero dei beni, amezzo della confisca e restituzione di asset illeciti nascosti all'estero. Infine sollecita la formazione e il capacity building attraverso il trasferimento di competenze tra paesi.


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Il carico di banane ove era occultata la cocaina

L'OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project) è un consorzio internazionale di giornalisti investigativi fondato nel 2006. Si tratta di una delle più importanti organizzazioni no-profit dedicate al giornalismo investigativo transfrontaliero. L'OCCRP si occupa principalmente di: · Indagini su criminalità organizzata e corruzione a livello globale · Collaborazioni tra giornalisti di diversi paesi per inchieste complesse · Pubblicazione di inchieste su temi come riciclaggio di denaro, traffici illeciti, evasione fiscale e abusi di potere Hanno sede a Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina) e hanno vinto numerosi premi internazionali per il loro lavoro investigativo, incluso il Premio Pulitzer. Sono noti per aver contribuito a importanti inchieste come i Panama Papers e i Pandora Papers

Vista del porto di Gioa Tauro In una indagine giornalistica comparsa sul loro sito (https://www.occrp.org/en/project/the-crime-messenger/cocaine-and-bananas-how-balkan-traffickers-used-fruit-shipments-from-the-ecuadorian-presidents-family-firm-to-smuggle-drugs) OCCRP accende i fari sul traffico di droga nei Balcani. Recentemente la polizia croata e serba ha arrestato 10 persone sospettate di far parte di una violenta rete criminale che importava cocaina dal Sud America. Un cadavere trovato in Paraguay è probabilmente identificato – tramite tecnologia di riconoscimento facciale – come un trafficante di droga serbo. Vista del porto di Rijeka L’articolo ricostruisce come il carico di droga (430 kg di cocaina nascosti in una spedizione di banane) sia partito dal porto di Guayaquil in Ecuador, per passare in un porto panamense, giungere a Gioia Tauro e quindi arrivare in Croazia in un container.


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Italia e Romania: scompaginata una rete rumena di traffico di esseri umani

Condotta congiuntamente da Italia e Romania, l'operazione ha preso di mira un clan familiare di cittadini rumeni con sede a Iasi, in Romania. Il gruppo criminale organizzato, operante da oltre 20 anni, sfruttava le ragazze attraverso la coercizione, la violenza e la manipolazione psicologica e aveva forti legami con cittadini albanesi coinvolti nello sfruttamento sessuale a Roma, in Italia.

Nel corso dell'attività sono state effettuate 25 perquisizioni domiciliari condotte (20 in Romania, 5 in Italia);sequestrati 20 000 euro in contanti; arrestati 19 sospetti rumeni; due persone poste sotto controllo giudiziario; individuati 99 conti bancari presumibilmente utilizzati per riciclare i proventi criminali; sequestrate 7 spade, 1 ascia e 4 pistole; sequestrati in Romania 10 immobili, 8 auto di lusso, gioielli, 45 documenti, 32 telefoni cellulari e 3 computer.

La rete criminale utilizzava la tecnica del “lover boy” per reclutare e adescare le vittime, spesso a partire dalla giovane età, e costringerle a prostituirsi a Roma. Soltanto nei tempi delle indagini si sospetta che la rete criminale abbia generato un utile stimato di 1,7 milioni di euro.

#Europol ha sostenuto l'operazione facilitando lo scambio di informazioni, fornendo supporto analitico e coordinando la cooperazione transfrontaliera, mentre #Eurojust ha coordinato l'indagine internazionale istituendo una squadra investigativa congiunta e organizzando diverse riunioni presso la sede di Eurojust all'Aia.

Inoltre l'indagine è stata sostenuta dalla Rete @ON (#atON)finanziata dalla Commissione Europea, guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia Italiana (#DIA), che ha sostenuto finanziariamente le riunioni operative e il reciproco dispiegamento degli investigatori.

Prosegue la persistente minaccia posta dalle reti criminali coinvolte nella tratta di esseri umani, sì da esaltare l’importanza della #cooperazioneinternazionale nella lotta a questi crimini. La tratta di esseri umani è un crimine grave che abusa dei diritti fondamentali e della dignità delle persone. Implica lo sfruttamento criminale delle persone vulnerabili al solo scopo di guadagno economico. La tratta di esseri umani è una forma moderna di schiavitù. È spesso di carattere internazionale e le sue vittime appartengono ad entrambi i sessi, a tutte le età e origini.

Paesi e agenzie partecipanti: Italia: Polizia di Stato Italiana – Squadra Mobile di Roma e il Servizio Centrale Operativo (Polizia di Stato – Squadra Mobile di Roma e Servizio Centrale Operativo); Procura della Repubblica Roma (Procura Distrettuale di Roma) Romania: Polizia rumena – Brigata per la lotta alla criminalità organizzata Iaяi (Poli Brigadiei Română – Brigada de Combaterea Criminalităii Organizate Ia Iii) Eurojust


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Truffa ai danni dell’Unione Europea erogando falsi corsi di formazione: tra Lombardia e Puglia nei guai in sette nell’indagine della Procura Europea – EPPO condotta dai CC Tutela Lavoro

Il 25 novembre 2025 nelle province di Milano, Brescia e Foggia il Nucleo Operativo Tutela del Lavoro dei Carabinieri di Milano e della Sezione EPPO del Nucleo Investigativo Carabinieri del capoluogo lombardo hanno dato esecuzione a un'ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari e a una misura interdittiva di inibizione dei contratti con la pubblica amministrazione e dell'esercizio di incarichi dirigenziali presso persone giuridiche e imprese, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Brescia su richiesta della Procura Europea – Sede di Milano, nei confronti di tre imprenditori italiani (due agli arresti domiciliari e uno sottoposto a misure interdittive). Gli individui sono ritenuti responsabili, in associazione tra loro, dei reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio.

L'indagine si è concentrata sulla verifica delle procedure di erogazione dei fondi UE alle aziende attraverso il “Fondo Nuove Competenze” ed è stata condotta attraverso un'ampia operazione di intercettazioni tecniche, analisi dei flussi finanziari condotta in coordinamento con l'Unità di Supporto all'Autorità Giudiziaria della Banca d'Italia e interviste a oltre 200 dipendenti. Ciò ha consentito agli investigatori di documentare le attività di due gruppi aziendali che fornivano servizi di consulenza, organizzando corsi di formazione fittizi per circa 1.500 dipendenti di 32 aziende, anche tramite una piattaforma digitale dedicata.

L'indagine ha accertato che il danno complessivo ai fondi pubblici e dell'Unione Europea ammonta a circa 40 milioni di euro a fronte del “Fondo Nuove Competenze”, destinato a coprire una parte significativa degli stipendi dei dipendenti durante la partecipazione a corsi di formazione per il miglioramento delle loro competenze. Inoltre, gli indagati hanno condotto complesse operazioni finanziarie attraverso le quali hanno trasferito e investito i proventi della frode in attività commerciali, acquistando immobili tramite società immobiliari appositamente costituite nelle aree di Milano e Brescia per un valore di circa 20 milioni di euro.

Contemporaneamente, sono stati eseguiti altri sette mandati di perquisizione nei confronti di altre sette persone fisiche e giuridiche sotto inchiesta per gli stessi reati, ma non sottoposte a misure cautelari.

In totale, sette persone sono sotto inchiesta per vari ruoli nell'elaborata attività fraudolenta ai danni dell'Unione Europea, insieme a sette società utilizzate per perseguire lo stesso obiettivo.

I Carabinieri per la tutela del Lavoro operano alle dipendenze funzionali del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il personale dei Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro, in servizio presso gli Ispettorati Territoriali del Lavoro, dipende funzionalmente dal Dirigente preposto alla sede territoriale dell'Ispettorato e gerarchicamente dal comandante dell'articolazione del Comando CC Tutela del Lavoro; il personale addetto ai Nuclei Operativi di Gruppo (complessivamente sono istituiti 5 Gruppi, con sedi a Venezia, Milano, Roma, Napoli (con competenza interregionale) e Palermo (con competenza sulla Sicilia)), a seguito dell'avvio dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, dipende funzionalmente dai rispettivi Ispettorati Interregionali.

La Procura europea (EPPO) è un organismo indipendente dell'Unione europea operativo dal 1º giugno 2021 incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE. L'EPPO è competente per i seguenti reati a danno del bilancio dell'UE: Frodi, Corruzione, Riciclaggio, Frodi IVA transfrontaliere. A livello nazionale

i Procuratori europei delegati sono responsabili dello svolgimento di indagini penali nei 24 paesi partecipanti, ed operano in piena indipendenza dalle autorità nazionali.

#Armadeicarabinieri

#carbinieritutelalavoro

#EPPO

#ProcuraEuropea


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INTERPOL: conclusa l'Assemblea Generale, “Insieme contro la criminalità”

L'Assemblea Generale dell' #INTERPOL si è conclusa a Marrakech, in Marocco, il 27 novembre 2025, con l'approvazione all'unanimità da parte dei delegati di 196 Paesi membri di un nuovo Quadro Strategico per il periodo 2026-2030. Il quadro, in linea con la visione di INTERPOL “Insieme contro la criminalità”, si concentra su tre pilastri: – fungere da hub informativo globale per le forze dell'ordine, – fornire supporto investigativo e – fungere da portavoce per le attività di polizia a livello globale.

Tra i punti salienti figurano il successo del progetto pilota Silver Notice (lanciato nel gennaio 2025), che ha contribuito a rintracciare oltre 30 miliardi di euro di beni criminali, e le discussioni sulla lotta alla criminalità organizzata transnazionale, tra cui frodi informatiche, tratta di esseri umani e finanza illecita.

L'Assemblea ha inoltre eletto nuovi membri del Comitato Esecutivo, tra cui il francese Lucas Philippe come Presidente, e ha annunciato che la 94a Assemblea Generale si terrà a Hong Kong, in Cina.


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Anche l'Italia partecipa alle operazioni delle Forze di Polizia europee per sequestrare giocattoli contraffatti e pericolosi

Le operazioni #LUDUS IV e V hanno coordinato gli sforzi delle forze dell'ordine dell' #UE, che hanno portato al sequestro di 16,6 milioni di giocattoli contraffatti per un valore di 36,8 milioni di euro e alla segnalazione di 555 persone alle autorità.

Questi giocattoli falsi presentano gravi rischi per la salute dei bambini, tra cui l'esposizione a sostanze chimiche tossiche, rischi di soffocamento, livelli di rumore eccessivi che causano danni all'udito e rischi di incendio dovuti a componenti elettrici non conformi.

Le operazioni hanno coinvolto 26 paesi (Italia compresa), coordinate da #Europol, con il supporto di #EUIPO e #OLAF, e hanno preso di mira le reti criminali che sfruttano il mercato globale dei giocattoli (300 miliardi di euro,) che risulta essere il secondo settore più colpito dalla contraffazione al mondo. E'0 stato calcolato che il commercio di giocattoli contraffatti causa annualmente circa 1 miliardo di euro di mancate vendite nell' UE e comporta una perdita di 3.600 posti di lavoro, evadendo al contempo ingenti entrate fiscali.

Per saperne di più sulla contraffazione dei giocattoli e come difendersi: https://uibm.mise.gov.it/attachments/category/225/VademecumGiocattoli.pdf


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## DOSSIER: MINACCE AL SETTORE AGROALIMENTARE. LE FRODI, l’AGROPIRATERIA. LA RISPOSTA IN AMBITO EUROPEO E NAZIONALE

È di pochi giorni fa la notizia di un nuovo regolamento UE per proteggere agricoltori e fornitori di prodotti alimentari dalle pratiche commerciali sleali transfrontaliere.

Il nuovo regolamento prevede una Cooperazione transfrontaliera che crei un sistema in cui i paesi dell'UE possano collaborare per indagare e porre fine alle pratiche sleali che coinvolgono aziende di diversi Stati membri. Le autorità nazionali potranno: – condividere informazioni tra loro; – coordinare le indagini; – informare altri paesi sulle decisioni relative alle pratiche sleali.

Se le pratiche sleali interessano fornitori in almeno 3 paesi UE, un paese verrà designato per coordinare la risposta.

Il regolamento include norme per proteggere i fornitori da ritorsioni quando segnalano pratiche sleali, comprese misure di protezione dei dati e riservatezza ed affronta anche le pratiche sleali da parte di acquirenti situati al di fuori dell'UE che trattano con agricoltori europei.

Il settore agroalimentare rappresenta un'infrastruttura economica globale di importanza strategica, ma è parallelamente esposto a forme di criminalità organizzata che superano la tradizionale sfera della sicurezza igienico-sanitaria. La frode agroalimentare, o food fraud, si configura come un fenomeno intrinsecamente complesso e transnazionale, richiedendo risposte coordinate a livello di polizia, intelligence e legislazione. L'analisi qui presentata si concentra sull'architettura di enforcement internazionale e sulla dettagliata risposta giuridica e operativa intrapresa dallo Stato italiano.

La necessità di un approccio integrato è determinata dalla natura ibrida della minaccia, che danneggia simultaneamente la salute pubblica (sebbene non sempre in modo immediato), la concorrenza leale tra gli operatori economici e la fiducia dei consumatori. La lotta a tali pratiche non può limitarsi al controllo dei prodotti finiti ma deve penetrare l'intera filiera produttiva e distributiva, inclusa la dimensione del commercio elettronico.

La distinzione tra una semplice non conformità amministrativa (errore procedurale o igienico non intenzionale) e una frode intenzionale è fondamentale per mobilizzare le risorse di law enforcement appropriate.

A livello europeo, sebbene la legislazione UE non fornisca una singola definizione onnicomprensiva di frode, il Regolamento (UE) 2017/625, relativo ai controlli ufficiali, e la Commissione Europea, tramite il sistema iRASFF, hanno stabilito i criteri operativi per l'identificazione della frode.

Il quadro normativo definisce la frode agroalimentare come “una non conformità relativa a qualsiasi presunta azione intenzionale da parte di imprese o individui, allo scopo di ingannare gli acquirenti e trarne indebito vantaggio, in violazione delle norme di cui all'articolo 1, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2017/625”. Affinché un caso venga classificato come sospetto di frode, devono essere soddisfatti cumulativamente quattro criteri operativi stabiliti dall'EU Food Fraud Network (FFN):

1. Violazione del diritto UE: Deve esistere un illecito previsto da una o più regole codificate nella vasta legislazione UE in materia di alimenti e mangimi.

2. Intenzionalità: La condotta deve essere verificata come deliberata, non accidentale, ad esempio la sostituzione intenzionale di un ingrediente di alta qualità con uno di qualità inferiore.

3. Guadagno economico indebito: L'atto fraudolento deve portare a una forma di vantaggio economico diretto o indiretto per l'autore.

4. Inganno del cliente/consumatore: Deve esserci una forma di inganno, come l'alterazione dell'etichettatura o della colorazione, che nasconde la vera qualità o natura del prodotto.

L'impostazione dei quattro criteri operativi, e in particolare l'insistenza sull'elemento dell'intenzionalità e del guadagno economico, trasforma la frode agroalimentare da un problema di igiene (tipicamente gestito dalla DG SANTE [la Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare è una direzione generale della Commissione europea responsabile delle politiche dell'UE in materia di salute e sicurezza alimentare, con la missione di proteggere e migliorare la salute pubblica, garantire che gli alimenti siano sicuri e sani e sostenere l'innovazione in entrambi i settori] e dalle autorità sanitarie) in un mandato di sicurezza pubblica e tutela del mercato. Questa distinzione è essenziale per giustificare il coinvolgimento di agenzie di law enforcement specializzate, come Europol e OLAF, nelle operazioni congiunte. Le azioni di contrasto, come l'Operazione OPSON, non si concentrano infatti solo sul ritiro di merce pericolosa, ma puntano all'identificazione e all'interruzione delle reti criminali organizzate.

Il riconoscimento che la frode non è solo un rischio sanitario ma anche un inganno economico legittima l'uso di risorse di intelligence economica e di investigazioni penali, essenziali per la tutela dei beni immateriali connessi al cibo, come la reputazione e l'autenticità dei prodotti.

Inoltre, sempre in ambito europeo, è stato di recente approvato dal Parlamento e successivamente, il 26 marzo 2024, dal Consiglio, il Regolamento UE 2024/1143 - pubblicato nella G.U. dell'UE il 23 aprile 2024 – che ha abrogato il Regolamento UE n. 1151/2012. Esso è volto a riformare la normativa UE in materia di protezione delle indicazioni geografiche dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli. Il regolamento 2024/1143 – pubblicato nella G.U. dell'UE il 23 aprile 2024 - prevede, tra l'altro: – una procedura di registrazione semplificata ed un periodo massimo di 6 mesi, per l'esame delle domande; – una maggiore protezione delle indicazioni geografiche (IG), anche online. I nomi di dominio che le utilizzino illegalmente potranno essere chiusi o disabilitati. L'Ufficio dell'UE per la proprietà intellettuale (European Union Intellectual Property Office, EUIPO) istituirà a tal fine un sistema di allarme; – un ruolo rafforzato per le associazioni di produttori che potranno, laddove non lo siano già, essere riconosciute dagli Stati membri e a cui potranno essere conferiti maggiori poteri e responsabilità; – regole per l'uso di un prodotto a denominazione IG come ingrediente di un prodotto trasformato. Per comparire nell'etichetta o nella pubblicità di tali prodotti l'ingrediente IG dovrà essere utilizzato in quantità sufficienti da costituirne una caratteristica essenziale e la sua percentuale dovrà essere indicata. L'utilizzo dei prodotti con denominazioni IG come ingrediente di prodotti alimentari preimballati, dovrebbe essere consentito previa notifica alla pertinente associazione di produttori riconosciuta; – regole per l'utilizzo dei nomi dei produttori e delle IG sugli imballaggi; – la valorizzazione di pratiche di sostenibilità ambientale, sociale od economica, anche nel disciplinare.

L'ARCHITETTURA INTERNAZIONALE DEL CONTRASTO

Il sistema di lotta alle frodi agroalimentari nell'Unione Europea è stato profondamente rimodellato a seguito di crisi di fiducia di vasta portata. Il caso della carne equina, emerso all'inizio del 2013, rappresenta un punto di svolta. I controlli ufficiali in diversi Stati membri rivelarono che prodotti preconfezionati, come gli hamburger, contenevano carne di cavallo non dichiarata, spacciata per manzo, ingrediente con un prezzo superiore.

La frode di etichettatura non era l'unico rischio; la problematica era aggravata dal timore che nella catena alimentare umana fosse penetrata carne di cavallo proveniente da animali a cui era stato somministrato fenilbutazone, un medicinale veterinario il cui uso è consentito solo per cavalli non destinati alla produzione alimentare.

Questo scandalo evidenziò la necessità di una risposta coordinata e immediata. La Commissione Europea (con il supporto della Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare, DG SANTE) reagì raccomandando un piano coordinato di controllo a livello UE per stabilire la prevalenza di pratiche fraudolente, coinvolgendo l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), Europol e gli enti competenti nazionali. Da questo momento in poi, la Commissione ha formalizzato il potere di raccomandare tali piani coordinati in caso di sospetto di frode nel campo dell'alimentazione umana e animale. Il ripristino della fiducia dei consumatori divenne un obiettivo esplicito delle strategie di contrasto.

La cooperazione internazionale di polizia è incardinata nel progetto OPSON (dal greco opson, che significa 'cibo' o 'piatto prelibato'), coordinato a livello globale da INTERPOL e a livello UE da Europol fin dal 2011. Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione Europea con sede all'Aia, ha la missione di sostenere gli Stati membri nella lotta contro tutte le forme gravi di criminalità organizzata e internazionale, inclusa la frode alimentare. INTERPOL, invece, coordina le attività condotte al di fuori dell'Unione Europea.

L'Operazione OPSON XIV, la 14ª edizione dell'iniziativa annuale coordinata da Europol per combattere la contraffazione e la commercializzazione di alimenti e bevande non conformi nell'Unione Europea, che si è svolta tra dicembre 2024 e aprile 2025, ha portato al sequestro di beni per un valore di 95 milioni di euro. L'operazione, che ha coinvolto 31 paesi, l'Ufficio Europeo Antifrode (OLAF), la DG SANTE e il settore privato, ha portato al sequestro di 11,6 milioni di chilogrammi di alimenti e 1,4 milioni di litri di bevande. Tra le frodi più comuni individuate vi sono la falsificazione delle date di scadenza di prodotti alimentari scaduti, spesso recuperati da imprese di smaltimento rifiuti infiltrate da gruppi criminali organizzati. Altre pratiche illegali includono la contraffazione di prodotti con indicazioni geografiche protette, specialmente per olio d'oliva e vino, e la vendita di carne e pesce prodotti in condizioni igieniche inadeguate. In Italia, sette persone sono state arrestate per lo sfruttamento illegale di cavalli trattati con farmaci, con il sequestro di un impianto clandestino di macellazione e di un camion con carne illegale. In Portogallo, un'operazione di macellazione illegale senza standard sanitari è stata smantellata. 

Parallelamente all'attività di polizia, l'Unione Europea ha sviluppato strumenti di intelligence amministrativa. La Rete Europea contro le frodi agroalimentari (FFN) e il sistema di assistenza e cooperazione amministrativa per le frodi alimentari (AAC-FF) rappresentano il veicolo primario per lo scambio di informazioni tra le autorità competenti degli Stati membri. Questi sistemi consentono la trasmissione e la ricezione di richieste di assistenza per la verifica della conformità alla legislazione sulla filiera agroalimentare.

La cooperazione transfrontaliera è in costante crescita. Il numero annuale di casi scambiati tra gli Stati membri tramite i sistemi FFN/AAC-FF è più che raddoppiato in cinque anni, passando da 157 nel 2016 a 349 nel 2020. Questa intensificazione delle interazioni dimostra un rafforzamento della capacità europea di identificare, investigare e proteggere i cittadini da pratiche illegali che coinvolgono più giurisdizioni. La Commissione, avendo accesso ai dati sinottici di tracciabilità e allerta, coordina le attività e richiede indagini alle autorità competenti di Paesi terzi, specialmente per le frodi riguardanti le importazioni.

Un elemento chiave di questa struttura è il sistema di assistenza e allerta rapida iRASFF (Information and Alerts). L'iRASFF si è rivelato uno strumento indispensabile per la protezione delle eccellenze italiane e delle Indicazioni Geografiche (IG). L'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi (ICQRF) ha utilizzato con successo le richieste iRASFF per segnalare casi di Italian sounding che costituiscono violazioni dell'Articolo 7 del Regolamento (UE) n. 1169/2011 (pratiche corrette di informazione).

Il successo nell'utilizzo di iRASFF per risolvere casi di usurpazione di denominazione (come l'evocazione del Prosciutto di Parma DOP, del Prosecco DOP greco o di prodotti Italian sounding norvegesi) suggerisce che l'efficacia della tutela delle IG può essere ottenuta in modo più rapido attraverso la cooperazione amministrativa transfrontaliera che attraverso i complessi e lunghi meccanismi di cooperazione giudiziaria internazionale, come le rogatorie. I meccanismi amministrativi FFN/iRASFF offrono, in sostanza, una via di “giustizia rapida” che permette all'ICQRF di agire tempestivamente contro l'inganno commerciale all'estero, integrando e rafforzando l'azione delle forze dell'ordine. Un caso di sostituzione del latte di bufala con latte di altre lattifere in taluni formaggi, che ha coinvolto Italia e Spagna, è stato coordinato con successo tramite la rete UE.

Tabella: Coordinamento Transnazionale e Funzioni Centrali nella Lotta alle Frodi Agroalimentari

Organismo/Rete Natura Giuridica Funzione Principale Raggio d'Azione
Europol/INTERPOL (OPSON) Polizia Giudiziaria/Coercitiva Investigazione, interruzione reti criminali, sequestri massivi. Globale (INTERPOL) / UE (Europol)
EU Food Fraud Network (FFN) Cooperazione Amministrativa/Intelligence Scambio di informazioni su sospetti di frode intenzionale e non conformità. Unione Europea
iRASFF (Food Fraud) Sistema di Allerta Rapida/Informazione Notifica e gestione di casi di non conformità che richiedono azione in più Paesi, inclusa la tutela delle IG. Unione Europea
OLAF Ufficio Anti-Frodi UE Indagini amministrative interne, azioni congiunte contro la contraffazione alimentare. Unione Europea

IMPATTO ECONOMICO E SOCIALE DELLE FRODI IN ITALIA

L'impatto delle frodi agroalimentari in Italia è massimizzato dall'infiltrazione della criminalità organizzata nel settore, un fenomeno noto come “Agromafie”. Il volume d'affari complessivo generato dalle Agromafie è stimato da Coldiretti/Eurispes in almeno 12,5 miliardi di euro. Questa cifra si scompone in 8,8 miliardi di euro derivanti direttamente da attività illecite (frode, contraffazione, sofisticazione) e 3,7 miliardi di euro provenienti dal reinvestimento dei proventi in attività lecite, un chiaro segnale di riciclaggio di denaro.

Le modalità operative delle Agromafie vanno ben oltre la semplice vendita di prodotti falsificati. Le reti criminali sfruttano le pieghe della burocrazia, promuovono il credito illegale e acquisiscono aziende agricole in difficoltà per riciclare denaro. Approfittano della crisi economica e dell'aumento dei costi di produzione per indebolire gli imprenditori onesti, costringendoli a cedere terre e attività sotto minaccia. La legislazione italiana sull'origine consente inoltre che circa il 33% del fatturato agroalimentare totale, destinato alla vendita in Italia e all'export, derivi da materie prime importate ma poi trasformate e vendute con il marchio Made in Italy.

La minaccia esterna più rilevante per il comparto agroalimentare italiano è rappresentata dal fenomeno dell'Italian Sounding, ovvero l'evocazione ingannevole, l'imitazione o l'usurpazione dei marchi e delle Indicazioni Geografiche (IG) italiane. Questo fenomeno sfrutta la reputazione dell'eccellenza italiana per prodotti non autentici, causando un danno economico e reputazionale immenso.

Le stime sul valore globale del mercato del falso Made in Italy variano, attestandosi in un intervallo significativo tra i 60 e i 120 miliardi di euro. Secondo le analisi di Coldiretti, sei prodotti su dieci venduti all'estero con richiami all'Italia sono in realtà falsi. Gli Stati Uniti sono identificati come il primo produttore mondiale di falso cibo Made in Italy, con l'industria del tarocco stimata in un valore di 40 miliardi di dollari.

L'usurpazione delle DOP e IGP—come il formaggio generico danese che evoca la Fontina, o il vino spumante greco che evoca il Prosecco—non solo devia ingenti flussi di profitto verso soggetti privi di legame con l'Italia, ma altera la concorrenza sul mercato globale e vanifica gli investimenti dei produttori legittimi che rispettano i rigidi disciplinari. L'eventuale scomparsa o la difficoltà di trovare prodotti italiani autentici sugli scaffali esteri fornirebbe un assist decisivo a questa fiorente industria del tarocco.

Sebbene la maggior parte delle frodi sia motivata dal guadagno economico, le conseguenze sulla salute pubblica possono essere gravi. Le adulterazioni e le sofisticazioni intenzionali introducono rischi di contaminazione chimica e microbiologica. Tra gli esempi di sofisticazione riscontrati in Italia si annoverano l'utilizzo di polvere di latte vietata nei formaggi, l'impiego di olio di semi trattato con clorofilla spacciato per extravergine, l'uso di perossido di benzoile per sbiancare la mozzarella, o l'aggiunta di anidride solforosa per rendere la carne più rossa.

In casi estremi, la frode può portare a gravissimi rischi sanitari, come il caso del latte in polvere cinese contaminato con melamina. Anche fenomeni meno acuti, come la comparsa di Pseudomonas fluorescens nelle “mozzarelle blu,” sebbene non immediatamente patogeni per l'uomo, rappresentano un segnale di anomalie nel sistema di produzione e di conservazione.

L'impatto sociologico è parimenti significativo. Il ripetersi degli scandali alimentari erode la fiducia dei consumatori: un'analisi Coldiretti/Ixe' ha rivelato che due italiani su tre (68%) sono preoccupati dell'impatto sulla salute di ciò che mangiano. Questa profonda sfiducia si traduce in una forte domanda di giustizia: quasi 1 italiano su 3 (29%) ritiene che i casi di frode e contraffazione alimentare debbano essere puniti con l'arresto, e la maggioranza (51%) richiede comunque la chiusura immediata dell'attività.

Questa intensa reazione pubblica dimostra che la frode intenzionale, che implica l'inganno del cliente per un guadagno illecito, è percepita come un crimine morale e di sicurezza collettiva, non come un mero illecito amministrativo. La consapevolezza della gravità morale e la richiesta di pene severe giustificano pienamente la direzione intrapresa dalla legislazione nazionale verso l'inasprimento delle sanzioni penali e l'introduzione di strumenti cautelari e di polizia più incisivi.

IL SISTEMA DI ENFORCEMENT ITALIANO

L'Italia ha strutturato un sistema di controllo altamente specializzato per proteggere la sua produzione agroalimentare di eccellenza, basato su una sinergia tra enti amministrativi e forze di polizia a competenza penale. Questo modello a più livelli è essenziale per affrontare la natura ibrida del crimine (amministrativo, economico e sanitario).

L’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi (ICQRF) è un'agenzia governativa che opera sotto il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), è riconosciuto come uno dei principali enti europei nel controllo della qualità agroalimentare. Svolge controlli mirati sulla qualità dei prodotti, l'etichettatura e la repressione delle frodi commerciali e documentali. L'ICQRF è l'autorità centrale per la tutela delle Indicazioni Geografiche e delle filiere certificate. I risultati operativi del 2021 mostrano la sua capacità di azione: sono state emesse 4.699 contestazioni amministrative e 4.954 diffide nei confronti degli operatori, con un sequestro di merce per circa 5,5 milioni di kg, per un valore di oltre 9,1 milioni di euro. L'azione si estende oltre confine, con 955 interventi fuori dai confini nazionali e sul web a tutela delle IG, e collaborazioni internazionali (UE e non-UE) per 151 casi.

I Carabinieri NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) intervengono principalmente per la tutela della salute pubblica e la sicurezza alimentare, operando in tutti i luoghi legati alla produzione, lavorazione e vendita di alimenti.Sono l'organo primario nelle indagini penali che riguardano adulterazione, sofisticazione e violazioni della sicurezza alimentare. I dati operativi confermano il loro ruolo cruciale: in un periodo non specificato ma riferito a operazioni significative, sono state riscontrate 8.515 infrazioni alla sicurezza alimentare. Le loro operazioni di rilievo, come l'Operazione Surface (febbraio 2019) sulla contraffazione di vino di pregio, dimostrano la loro specializzazione nelle indagini complesse.

Il MASAF (Ministro dell'agricoltura, della sovranità e delle foreste) si avvale del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei carabinieri che svolge i compiti di cui agli articoli 7 e 8, comma 2, lettera c) , del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177. Il Comando carabinieri per la tutela agroalimentare svolge controlli straordinari sulla erogazione e percezione di aiuti comunitari nel settore agroalimentare e della pesca e acquacoltura, sulle operazioni di ritiro e vendita di prodotti agroalimentari, ivi compresi gli aiuti a Paesi in via di sviluppo e indigenti ed esercita controlli specifici sulla regolare applicazione di regolamenti comunitari e concorre, coordinandosi con ICQRF, nell'attività di prevenzione e repressione delle frodi nel settore agroalimentare. Nello svolgimento di tali compiti, il reparto può effettuare accessi e ispezioni amministrative avvalendosi dei poteri previsti dalle norme vigenti per l'esercizio delle proprie attività istituzionali. Il contingente di detto personale è stato potenziato, dalla legge di bilancio 2023 (articolo 1, commi 666-667, L. n. 197/2022), di 120 unità .

Inoltre il D.L. n. 63/2024 (convertito con modificazioni dalla legge n. 101 del 12 luglio 2024) ha disposto la riorganizzazione del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri, istituendo la figura del personale ispettivo con compiti di polizia agroalimentare, stabilendo le modalità per definirne le competenze e i criteri generali per lo svolgimento delle attività ispettive. Il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma è posto alle dipendenze funzionali del Ministro dell'agricoltura, della sovranità e delle foreste, in luogo del Ministro della transizione ecologica, ora Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica (articolo 9). 

La Guardia di Finanza interviene nel contrasto alle frodi fiscali, alla contraffazione dei marchi e alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione Europea. Il Nucleo della Guardia di Finanza per la Repressione delle Frodi nei confronti dell'UE svolge anche la funzione di Segreteria Tecnica del COLAF (Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell'UE). Inoltre, l'Agenzia delle Dogane (che gestisce i laboratori doganali) e la Guardia di Finanza operano controlli a tutela della salute e della sicurezza sui prodotti di origine animale importati.

La divisione funzionale del sistema di enforcement è la chiave del suo successo. L'ICQRF gestisce il front-line amministrativo e di qualità, garantendo la correzione rapida delle non conformità (diffide e contestazioni amministrative). I Carabinieri NAS (salute e sicurezza) e la Guardia di Finanza (finanza e fiscalità) intervengono quando è accertata l'intenzionalità e il potenziale criminale del fenomeno. La nuova “Cabina di regia per i controlli amministrativi nel settore agroalimentare”, istituita dal DDL 2025 presso il MASAF, ha l'obiettivo di formalizzare e armonizzare ulteriormente questo indispensabile coordinamento.

Non tutti i settori agroalimentari presentano lo stesso livello di vulnerabilità alla frode. L'analisi operativa dimostra una costante necessità di sorveglianza intensiva in comparti strategici, in particolare l'olio d'oliva e il vino.

Il comparto oleario è strutturalmente esposto alla frode di diluizione e di falsa attribuzione di qualità (olio di semi trattato come extravergine) a causa dell'alto valore di mercato. I dati operativi dell'ICQRF per il 2024 confermano la criticità del settore:

• Su oltre 54.000 ispezioni alimentari totali, più di 8.200 hanno riguardato gli oli vegetali.

• I controlli analitici hanno rilevato un tasso di irregolarità del 23% (un olio su quattro), il dato più alto dopo il settore delle carni.

• L'olio d'oliva è il comparto che registra il maggior numero di notizie di reato (72 nel 2024), superando nettamente il lattiero-caseario (28) e il vino (18).

• Le autorità hanno confiscato 455.000 chilogrammi di olio d'oliva non conforme, per un valore di oltre 4 milioni di euro.

Questa elevata incidenza di irregolarità e il numero record di notizie di reato classificano l'olio d'oliva come un settore ad altissimo rischio di frodi. Per contrastare tale vulnerabilità, l'ICQRF si affida al Registro Nazionale Digitale degli Oli d'Oliva (RTO), un sistema destinato a tracciare in tempo reale l'intera filiera a livello nazionale, monitorando ogni movimento di materia prima e prodotto.

Nonostante il comparto vitivinicolo abbia un numero di notizie di reato inferiore rispetto all'olio d'oliva (18 nel 2024), è bersaglio di frodi complesse che minacciano direttamente la credibilità delle denominazioni di origine. L'ICQRF ha condotto circa diecimila verifiche sui vini di qualità, riscontrando 60 violazioni per “evocazione o usurpazione” delle denominazioni geografiche.

Tra gli esempi recenti di frode penale si annoverano:

1. Frodi di denominazione: Il caso in Sardegna dove vino di scarsa qualità proveniente da Sicilia e Puglia veniva venduto come Cannonau di Sardegna Doc, Vermentino di Sardegna Doc e Vermentino di Gallura Docg. L'indagine ha rivelato che un'azienda vitivinicola falsificava le giacenze e le rese per ettaro per mascherare l'acquisto di vini comuni.

2. Tecniche di Refilling e Contraffazione: L'operazione “Vuoti a rendere” ha stroncato una centrale di contraffazione nel Bresciano, dove vini generici acquistati anche online venivano spacciati per vini Igt, Doc e Docg pregiati (anche oltre 1.000 euro a bottiglia). I falsari riempivano bottiglie vuote di pregio con vini inferiori, sigillandole con tappi e capsule contraffatte e rivendendole su piattaforme come eBay sul mercato nazionale e internazionale (Spagna, Germania, Belgio, Francia e USA).

L'EVOLUZIONE LEGISLATIVA NAZIONALE (DDL 2025)

Riconoscendo che la disciplina sanzionatoria vigente non era sufficiente per intercettare efficacemente le condotte criminose lungo l'intera filiera agroalimentare, il Governo italiano ha approvato un Disegno di Legge (DDL) che riorganizza sanzioni e tracciabilità, con l'obiettivo esplicito di salvaguardare la fiducia dei consumatori e garantire la trasparenza del mercato. Il DDL, firmato dai Ministri Francesco Lollobrigida e Carlo Nordio, interviene inasprendo le sanzioni e ampliando il quadro penale.

L'aspetto più significativo è l'integrazione del codice penale con l'introduzione di nuove fattispecie di reato per fornire una risposta organica contro l'Agropirateria. Nello specifico, si introducono i nuovi reati di:

• Frode Alimentare.

• Commercializzazione di Alimenti e Bevande con Segni Mendaci.

Questi nuovi reati sono concepiti per penalizzare le condotte intenzionali lungo tutta la catena, dalla produzione alla distribuzione, focalizzandosi sulla frode di qualità e sull'inganno commerciale in modo complementare ai preesistenti reati contro l'incolumità pubblica.

Il DDL potenzia gli strumenti investigativi e introduce misure cautelari amministrative rapide.

In materia di indagini, il provvedimento introduce modifiche procedurali per affrontare l'urgenza dei casi, consentendo l'ispezione sulle cose e il prelievo di campioni con urgenza, anche senza il preventivo avviso al difensore, laddove la rapidità sia necessaria. Inoltre, il DDL interviene in materia di intercettazioni e “operazioni sotto copertura,” includendo i nuovi reati di frode alimentare e commercio con segni mendaci tra quelli per cui tali strumenti tecnici possono essere utilizzati.

CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI STRATEGICHE

La lotta efficace alle frodi agroalimentari, che in Italia generano un giro d'affari criminale di oltre 12,5 miliardi di euro e danneggiano l'export per decine di miliardi attraverso l'Italian Sounding, si fonda su un modello di contrasto integrato e multilivello. A livello transnazionale, l'integrazione di polizia giudiziaria (Europol/INTERPOL e Operazioni OPSON) e intelligence amministrativa (FFN/iRASFF) è risultata indispensabile per disarticolare le reti criminali e per garantire una tutela rapida delle Indicazioni Geografiche.

A livello nazionale, il sistema si basa sulla complementarietà delle competenze tra l'ICQRF (controllo di qualità e repressione amministrativa delle frodi), i Carabinieri NAS (salute pubblica e investigazioni penali su adulterazione), i carabinieri per la tutela agroalimentare e la Guardia di Finanza (frode fiscale e tutela degli interessi UE). I dati operativi dimostrano la necessità di mantenere un focus elevato sui settori ad alto rischio come l'olio d'oliva, che nel 2024 ha registrato il tasso di irregolarità analitica e il numero di notizie di reato più elevati.

Il Disegno di Legge approvato nel 2025 rappresenta un'evoluzione cruciale, riconoscendo la necessità di una risposta penale più specifica e robusta contro l'Agropirateria. L'introduzione dei nuovi reati di Frode Alimentare e Commercializzazione con Segni Mendaci colma lacune normative, fornendo una base penale mirata contro l'inganno intenzionale e il guadagno illecito.

Le nuove misure cautelari amministrative, in particolare il Blocco Ufficiale Temporaneo e l'Interdizione cautelare dell'uso delle denominazioni protette, garantiscono agli organi amministrativi come l'ICQRF l'agilità necessaria per interrompere immediatamente le condotte fraudolente sul mercato, prima che i lunghi procedimenti penali o amministrativi giungano a conclusione definitiva. L'istituzione di piattaforme di tracciabilità iper-specifiche, come quella per il latte di bufala, stabilisce inoltre un precedente tecnologico per la difesa preventiva delle filiere critiche.

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