Furti d'auto hi-tech: smantellata a Palermo e Milano un'organizzazione criminale con collegamenti internazionali

Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo, con il supporto della Compagnia di Alcamo e del Nucleo Investigativo di Milano, ha eseguito 5 decreti di perquisizione e 3 sequestri preventivi d'urgenza di conti correnti nei confronti di 3 indagati, accusati di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato di autovetture, alla ricettazione e alla diffusione di strumenti informatici illeciti.

L'operazione si inserisce in un'attività più ampia coordinata da Eurojust, l'Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale, e condotta in parallelo anche in Francia e nel Regno Unito. Le indagini sono partite da elementi forniti dagli inquirenti francesi, che avevano individuato una banda dedita alla produzione e rivendita di dispositivi elettronici in grado di avviare auto con chiavi non codificate, aggirando i sistemi di sicurezza di numerosi marchi automobilistici di fascia alta.

Il principale sospettato costruiva dispositivi elettronici personalizzati dal 2022. Vendeva altoparlanti riprogrammati (sì, altoparlanti!) in grado di sbloccare auto di lusso. I prezzi variavano da 3.000 a 50.000 euro a dispositivo, distribuiti in 17 paesi europei e in tutto il mondo tramite messaggistica crittografata. La polizia francese ha notato un picco nei furti di specifici modelli di veicoli e ha ricondotto il furto a questi altoparlanti modificati.

Tra i principali interlocutori del leader francese è emerso un palermitano — già noto alle forze dell'ordine — ritenuto figura tecnica di spicco e già imputato in un procedimento per fatti analoghi. Secondo la Procura di Palermo, il gruppo avrebbe trasformato il furto d'auto in un business tecnologico globale, progettando e commercializzando dispositivi capaci di bypassare i sistemi di sicurezza dei veicoli di lusso.

Gli indagati avrebbero potuto contare anche su complici insospettabili, tra cui il titolare di un'officina autorizzata di un noto marchio automobilistico, che avrebbe fornito chiavi originali successivamente inviate in Cina per la decodifica. Il principale sospettato si sarebbe recato più volte a Dubai per testare l'efficacia dei dispositivi su auto di fascia alta.

Consapevoli della natura illegale delle loro attività, gli indagati avrebbero cercato di cancellare ogni traccia compromettente, commentando tra loro gli arresti dei “concorrenti” europei. Le indagini hanno rivelato che i dispositivi venivano venduti anche online e nella sede milanese della società riconducibile agli indagati spesso ad acquirenti noti per reati di furto d'auto.

Per eludere eventuali sequestri, i proventi sarebbero stati versati su conti correnti online, anche all'estero, ora sottoposti a sequestro preventivo. Durante le perquisizioni, i Carabinieri hanno rinvenuto in un'abitazione a Palermo un laboratorio tecnologico dotato di strumentazione avanzata per la realizzazione dei dispositivi, e in un locale a Milano due apparecchi OBD (On-Board Diagnostics) completi di chiavi auto, uno dei quali pronto per la spedizione, oltre a un elenco dettagliato degli invii effettuati in tutto il mondo.

#furtiautohitech

#Armadeicarabinieri

#cooperazioneinternazionaledipolizia


Segui il blog con il tuo favorito RSS reader (https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/feed/) e interagisci con i suoi post nel fediverso (@cooperazione-internazionale-di-polizia@noblogo.org). Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.