Cooperazione Internazionale di Polizia

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Il Principato di Monaco entra a far parte della rete internazionale antimafia @ON

Recentemente il Direttore della DIA, Gen. C.A. Michele Carbone, ed il Direttore della Sicurezza Pubblica del Principato di Monaco, Mr. Eric Arella hanno sottoscritto la “partnership declaration” con cui la polizia del Principato è entrata a far parte del network @ON. La cerimonia si è svolta presso la sede della polizia monegasca, alla presenza dell’Ambasciatrice italiana a Monaco e di quella di Monaco in Italia.

Con la firma del Principato di Monaco la rete conta ora 45 paesi partner per 52 forze di Polizia.

La rete @ON vanta ormai una decina di anni di attività. Fu approvata il 4 dicembre 2014, allorquando il Consiglio dell’Unione Europea accolse all’unanimità l’iniziativa italiana della DIA (Direzione Investigativa Antimafia).

La Rete @ON consente ai Paesi partner di ottenere informazioni mirate e svolgere in tempi brevi servizi di cooperazione di polizia sul campo, al fine di poter meglio smantellare le Organizzazioni Criminali di alto livello, comprese le organizzazioni mafiose italiane, russe, di etnia albanese, nonché le bande dei motociclisti e le attività di riciclaggio connesse.

Grazie ad @ON, è stato possibile accrescere la cooperazione tra le autorità di polizia dei Paesi membri e scambiarsi le prassi migliori, potenziando lo scambio informativo, definire un miglior quadro di intelligence e dispiegare investigatori @ON, specializzati nel fenomeno criminale oggetto d’indagine.

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Forze di polizia europee a statuto militare: nel vertice ospitato dai carabinieri si è parlato di formazione, tutela ambientale, cyber ed AI

L'Arma dei Carabinieri ha organizzato a Vicenza, presso la Caserma Chinotto, sede del Centro di Eccellenza per le Polizie di Stabilità (CoESPU), una conferenza quadripartita di Vertice (G4) tra le Gendarmerie e Forze di Polizia a statuto militare di Italia, Francia, Spagna e Portogallo.

Hanno partecipato il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Salvatore Luongo, il Direttore Generale della Gendarmeria Nazionale francese, Gen. d'Armata Hubert Bonneau, il Comandante Generale della Guardia Nazionale Repubblicana portoghese, Gen. C.A. Rui Alberto Ribeiro Veloso e il Direttore Aggiunto Operativo della Guardia Civil, Gen. C.A. Manuel Llamas Fernàndez. L'incontro, ha rappresentato un'importante occasione per rafforzare ulteriormente i legami di cooperazione. Le quattro Istituzioni di polizia a competenza generale fanno parte della FIEP (International Association of Gendarmeries and Polices Forces with Military Status), istituita il 12 maggio del 1994 a Madrid, la cui presidenza è stata ceduta lo scorso anno dall'Arma dei Carabinieri alla Gendarmeria Nazionale Francese.

Nel corso del vertice è stato fornito risalto alle tematiche di maggiore rilevanza strategica, quali: la formazione congiunta, la tutela ambientale, il settore cyber e l'Intelligenza Artificiale. In riferimento alla formazione congiunta è stata sottolineata l'importanza di valorizzare i percorsi formativi del personale quale processo continuo di crescita umana, valoriale e professionale che caratterizza la vita di ogni militare, fornendogli gli strumenti necessari per svolgere efficacemente i propri compiti istituzionali anche nella dimensione della cooperazione interforze nel contesto europeo. In relazione alla tutela ambientale, settore in cui l'Arma è impegnata con i suoi oltre 7.000 Carabinieri forestali, si è posto l'accento sulla promozione di una comune visione strategica attraverso lo svolgimento di periodiche riunioni finalizzate a condividere e potenziare le conoscenze tecnico-informatiche di settore.

In occasione della trattazione della tematica cyber è stata confermata l'importanza dello scambio di progetti relativi alla prossimità digitale, ovvero delle pratiche di formazione mirate all'aumento di capacità d'intelligence e d'investigazione sulla criminalità informatica, focalizzando l'attenzione anche sul costante aggiornamento dei punti di contatto (PoC) delle 4 Forze di polizia a statuto militare, quale fattore essenziale per assicurare la piena funzionalità di scambi informativi.

Sull'intelligenza artificiale, invece, è stata manifestata la volontà di favorire la condivisione di piani strategici comuni di impiego dell'AI all'interno dei vari asset delle Gendarmerie, dalla logistica, alle procedure amministrative, alla formazione, fino agli aspetti operativi, sempre nel rispetto delle specificità e dei vincoli legali in ambito nazionale ed europeo.

Il Comandante Generale dell'Arma Luongo, dopo aver salutato e ringraziato le massime autorità delle Gendarmerie estere per la convinta partecipazione all'evento, ha illustrato l'elemento distintivo e condiviso tra le stesse: “è il complesso reticolo territoriale delle nostre Forze, indiscutibile valore aggiunto sia per i flussi informativi, sia per la protezione delle infrastrutture critiche sul territorio, caratteristiche che sono codificate nel nostro DNA e costituiscono i presupposti per il successo del nostro modello, quello della Gendarmeria, nel passato come nel presente”. Il Generale ha messo poi in evidenza la solidità dei valori che accomunano l'Arma dei Carabinieri, la Gendarmeria Nazionale francese, la Guardia Civil e la Guardia Nazionale Repubblicana portoghese: “valori radicati nella storia, nelle tradizioni e nel quotidiano sacrificio delle nostre donne e dei nostri uomini. È su queste fondamenta indiscutibili che poggia la nostra capacità di affrontare le sfide di oggi e di domani”. Nel concludere si è soffermato sull'importanza di saper affrontare le nuove sfide: “abbiamo il dovere di guardare agli scenari futuri non con timore, ma con l'ambizione e la responsabilità di esserne protagonisti non per subirne i cambiamenti, ma per saperli interpretare e guidare”.

Le Istituzioni che si sono riunite a Vicenza collaborano da anni per semplificare, nel rispetto degli accordi internazionali vigenti e delle normative nazionali, la reciproca fruizione di informazioni ed esperienze nei settori delle risorse umane, dell'organizzazione di servizi, della tecnologia, della logistica e degli affari internazionali. I vertici delle quattro Istituzioni hanno espresso la loro piena soddisfazione per i risultati raggiunti durante l'incontro di cooperazione internazionale, sottolineando la comune volontà di proseguire e intensificare la collaborazione in tutti i settori strategici di interesse comune. Al termine della conferenza, è stato ribadito l'impegno a dare seguito alle discussioni attraverso la definizione di piani d'azione concreti e la realizzazione di iniziative congiunte, al fine di garantire una maggiore efficienza delle Forze di Polizia nell'ambito della sicurezza per i cittadini dei rispettivi Paesi.

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@attualita@diggita.com


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Il 1° aprile forze dell'ordine italiane e tedesche hanno eseguito 29 arresti in un'indagine sulla 'Ndrangheta.

Coinvolti 20 indagati in Italia accusati di associazione a delinquere ed estorsione. Misure cautelari (arresti domiciliari e custodia cautelare) anche per avvocati e commercialisti, tutti con l'aggravante mafiosa.

L'operazione ha colpito le cosche Greco di Cariati e Farao-Marincola di Cirò Marina. Giorgio Greco è stato identificato come il 'vertice e reggente' del clan di Cariati. Era presumibilmente responsabile di impartire ordini e controllare attività illecite come estorsioni e appalti pubblici.

Le indagini hanno rivelato attività criminali come traffico di droga e frodi alimentari.

I membri dell'organizzazione criminale sono sospettati di aver commesso vari crimini, tra cui formazione e supporto a un'organizzazione criminale straniera, incendio doloso, divulgazione di informazioni riservate, traffico di droga, riciclaggio di denaro e tentato omicidio. Inoltre, sono coinvolti in frodi elaborate riguardanti prodotti alimentari di alta qualità e attrezzature per la produzione di pizza.

Il coordinamento è stato effettuato da Eurojust, con oltre 350 agenti coinvolti. Allo scopo era stata costituita una “Squadra Investigativa Comune” (JIT/SIC) tra Forze di Polizia italiane e tedesche (Polizia di Stato italiana e la Kriminalpolizeidirektion di Waiblingen). Fondamentale è stato il ruolo del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha supportato l’operazione nell’ambito del progetto “I CAN”, volto a contrastare la presenza della criminalità organizzata italiana all’estero.

La 'ndrangheta ha esteso la sua influenza anche in Germania negli ultimi decenni, investendo pesantemente in attività economiche legali, riciclando i proventi delle attività criminali. Settori chiave sono l'edilizia, il commercio all'ingrosso, la ristorazione e il settore immobiliare. La Germania è infatti considerata un hub importante per il riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite della 'ndrangheta in Italia. Vengono utilizzati complessi schemi finanziari per nascondere l'origine criminale dei fondi. Inoltre l'organizzazione criminale di origine calabrese controlla gran parte del traffico di cocaina in Europa, con la Germania come uno dei mercati principali. Le cosche calabresi hanno stabilito solidi legami con gruppi criminali locali per la distribuzione della droga.

Ci sono state indagini su tentativi di infiltrazione della 'ndrangheta nella politica e nelle istituzioni tedesche, anche se su scala minore rispetto all'Italia. Le autorità tedesche hanno intensificato gli sforzi negli ultimi anni per contrastare l'espansione, attraverso indagini, sequestri di beni e collaborazione internazionale. Tuttavia, la penetrazione della criminalità organizzata calabrese rimane una sfida significativa per la sicurezza in Germania.

Vi fu un tragico episodio, avvenuto il 15 agosto 2007, che evidenziò in modo drammatico l'escalation della presenza della 'ndrangheta in Germania e la necessità di una risposta coordinata a livello internazionale per contrastarla: la strage di Duisburg verificatasi in un ristorante etnico della città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Sei uomini di origine italiana, tutti affiliati alla 'ndrangheta, furono uccisi a colpi d'arma da fuoco all'interno del ristorante. Si trattava di un regolamento di conti tra cosche rivali, il clan Pelle-Vottari e il clan Nirta-Strangio, entrambi originari di San Luca in Calabria.

L'omicidio multiplo è stato considerato uno degli episodi più cruenti dell'espansione della 'ndrangheta in Germania e del suo scontro interno per il controllo del territorio e del traffico di droga. Fu allora che le indagini rivelarono che la 'ndrangheta aveva stabilito una solida presenza in Germania, infiltrandosi in attività economiche legali e riciclando i proventi delle attività criminali.

#ndrangheta #progettoICAN #cooperazioneinternazionaledipolizia


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Latitante in Canada, arrestato in Italia

Il fuggitivo più ricercato del Canada, Dave “Pik” Turmel, è stato arrestato in Italia. Il 28enne, in fuga da oltre un anno, è ritenuto il capo della violenta Blood Family Mafia (“mafia della famiglia del sangue”). Si tratta di una banda di strada coinvolta in brutali conflitti tra gang in Quebec, durante le quali le vittime sono state torturate e hanno avuto arti amputati. L'anno scorso Roobens Denis, considerato dalla polizia canadese il braccio destro di Turmel, è stato arrestato in Portogallo.

La polizia italiana ha riferito che Turmel è specializzato nella vendita di narcotici di vario genere, tra cui cocaina e metanfetamina, ed è stato “sorpreso nel suo nascondiglio” nella periferia romana dagli agenti del distretto di Roma Casilino. “Era quasi mezzanotte quando i funzionari sono entrati nella casa-vacanza dove l'uomo si era rifugiato”. Secondo quanto riferito, ha consegnato un passaporto falso come identificazione e la polizia ha trovato e confiscato droga, diverse SIM-card e un'agenda. Ora è in prigione a Regina Coeli in attesa dell'estradizione. La sua presenza è stata inizialmente segnalata da un'allerta inviata alla polizia italiana dall'Interpol.

Gli agenti di polizia del Quebec avrebbero ricevuto una soffiata su Turmel negli ultimi giorni, che ha contribuito ad accelerare l'indagine per rintracciarlo in Italia. Le fonti affermano che l'informatore è stato motivato dalla ricompensa dell'offerta di 250 000 dollari per qualsiasi informazione che avesse condotto all'arresto di Turmel. L'Interpol aveva anche emesso una red notice (“avviso rosso”): una richiesta alle forze dell'ordine in tutto il mondo per localizzare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa di estradizione. L'estradizione potrebbe richiedere da 1 settimana a 6 mesi. Il capo della polizia del Quebec, Denis Turcotte ha affermato: “credo che i cittadini saranno fieri di noi e continueranno a sentirsi al sicuro nella nostra città. Non puoi fare cose del genere da solo. Devi lavorare come squadra”, ringraziando i partner locali e internazionali. Ha sottolineato inioltre la creazione di un coordinatore di ricerca del fuggitivo, una posizione di impiego creata a dicembre, che ha agito come “conduttore d'orchestra” per aiutare a localizzare i latitanti, compreso Turmel.

#canada #quebec #interpol #rednotice #latitanti #ricercati #poliziadistato #cooperazioneinternazionaledipolizia


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L'IMPEGNO DEI CARABINIERI ALL'ESTERO: DA 27 ANNI LE MULTINATIONAL SPECIALISED UNIT (MSU) ED IL LORO IMPIEGO IN AMBITO NATO

In questi ultimi giorni di febbraio-inizio marzo, ricorre un significativo anniversario per l’Arma dei Carabinieri: ventisette anni fa nasceva il Reparto Carabinieri MSU (Multinational Specialized Unit), un’unità che avrebbe rivoluzionato il concetto stesso di peacekeeping internazionale.

La storia dell’MSU ha le sue radici nel complesso scenario post-bellico della Bosnia-Erzegovina. Nel febbraio 1998, di fronte a una situazione sempre più critica nei Balcani, i sedici Ministri degli Affari Esteri della NATO presero una decisione storica: costituire una forza di polizia professionale a ordinamento militare, specificamente addestrata per operare in contesti di grave instabilità.

La necessità nasceva da una lacuna operativa evidente: la SFOR (Stabilization Force della NATO), pur nella sua efficacia militare, non possedeva gli strumenti per gestire crisi di natura civile, mentre la appositamente costituita IPTF (International Police Task Force), operando disarmata, poteva solo monitorare e addestrare le forze di polizia locali, senza reali poteri operativi.

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri assunse un ruolo centrale nella progettazione della nuova unità. Il 20 gennaio 1998 venne istituita una Cellula di Pianificazione che, in stretta collaborazione con lo SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe della NATO), definì la struttura di quella che sarebbe diventata una forza portatrice di un nuovo concetto operativo nel panorama internazionale.

La peculiarità dell’MSU risiedeva infatti nella sua natura ibrida, che è la medesima dell'Arma dei carabinieri: una forza militare con competenze di polizia, capace di muoversi agilmente tra il mantenimento dell’ordine pubblico e le investigazioni criminali. L’Italia, attraverso l’Arma, ne assunse il comando con un contingente di 300-400 unità, fornendo non solo il personale ma anche la maggior parte delle risorse logistiche e dell’equipaggiamento.

Così il 2 agosto 1998 il contingente MSU approdò nel porto croato di Ploce. La base operativa venne stabilita a Butmir, nelle immediate vicinanze di Sarajevo, da dove l’unità iniziò a svolgere la sua complessa missione.

I compiti assegnati dal Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa erano tanto ambiziosi quanto delicati: garantire la sicurezza pubblica, facilitare il ritorno dei profughi, supportare l’insediamento dei governi locali e gestire situazioni di crisi, il tutto in coordinamento con le altre forze internazionali presenti sul territorio.

Tale unità di carabinieri, composta quindi da una forza di polizia a status militare, fornisce tuttora ai Comandanti della Forza NATO una cruciale capacità per operazioni, tra cui si evidenziano intelligence criminale, il controllo della folla, nonché la raccolta e la valutazione di informazioni. La MSU – così come previsto in molte circostanze dai propri mandati – può anche fornire consulenza, formazione e supporto alle forze di polizia locali su un’ampia gamma di questioni di polizia, tra cui la prevenzione della criminalità e la sicurezza pubblica.

Oggi, ventisette anni dopo la sua costituzione, il concetto MSU rappresenta ancora un modello di riferimento per le operazioni di stabilizzazione internazionale. La sua capacità di combinare efficacemente competenze militari e di polizia sotto un comando unificato ha creato un precedente seguito in numerose altre missioni internazionali.

Si guardi all'esempio del dispiegamento in Kosovo, tuttora operativo: una missione NATO sotto egida ONU che svolge, oltre funzioni prettamente militari, mediante una forza di polizia a status militare (in questo caso, i carabinieri) anche compiti propri di polizia con una attività di collaborazione con la Forza di Polizia locale e con quelle comunque presenti in Teatro Operativo che, oltre l’addestramento e la consulenza, si risolve in uno scambio informativo a carattere operativo che può assumere aspetti informali o formali a seconda delle necessità. Si tratta, in sostanza, di quella che viene definita “forma di cooperazione non intergovernativa” , ricomprendente i rapporti informali personali diretti e rapporti tra corpi di polizia. La stessa ONU-UNMIK, inoltre, prevede al proprio interno la presenza di una decina di police officers.

Il successo dell’MSU non solo ha confermato il ruolo dell’Italia come protagonista nelle operazioni di peacekeeping, ma ha anche dimostrato come l’innovazione nella gestione delle crisi internazionali possa nascere dalla tradizione secolare dell’Arma dei Carabinieri, capace di adattarsi e rispondere alle sfide della sicurezza globale con soluzioni all’avanguardia.

La storia dell’MSU continua a essere un esempio tangibile di come professionalità, flessibilità operativa e visione strategica possano combinarsi per creare uno strumento efficace al servizio della pace e della stabilità internazionale.

Per saperne di più https://www.carabinieri.it/arma/arma-all%27estero/proiezione-internazionale/vol-ii-1936---2001/parte-iii/dal-1998/msu

#Armadeicarabinieri #MSU #Kosovo #KFOR #ONU #NATO #cooperazioneinternazionaledipolizia


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PEDOPORNOGRAFIA ONLINE. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE FUNZIONA, MA INDAGINI DIFFICILI PER UTILIZZO DELLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Mentre la Polizia Postale e delle comunicazioni italiana dà notizia di una vasta operazione nazionale (denominata Hello) contro la pedopornografia on line (https://www.commissariatodips.it/notizie/articolo/operazione-hello/index.html), Europol fornisce la comunicazione di una vasta attività internazionale, denominata Cumberland.

Sono 25 gli arresti in 19 paesi (l'Italia non è compresa) per sfruttamento sessuale infantile, in una operazione coordinata da Europol ed iniziata dalle forze dell'ordine danesi. Nel corso dell'azione, sinora, sono stati 273 i sospetti identificati, 33 le perquisizioni svolte e 173 dispositivi elettronici sequestrati.

Il principale sospetto – un cittadino danese arrestato a novembre 2024 – gestiva una piattaforma online per distribuire materiale generato da AI. Gli utenti potevano accedere al contenuto dopo aver effettuato un pagamento simbolico per ottenere una password.

La crescente facilità di creazione di immagini AI ha complicato l'identificazione di vittime e colpevoli, rendendo difficile per le autorità identificare se ci siano vittime reali coinvolte. Infatti le immagini generate da AI possono sembrare autentiche, rendendo difficile distinguere tra contenuti reali e artificiali. Inoltre la crescente facilità di creazione di tali immagini consente anche a individui con scarse competenze tecniche di produrle. Infine la mancanza di legislazione nazionale specifica rende complicata l'indagine e l'identificazione delle vittime.

Europol lancerà quindi una campagna per prevenire futuri crimini legati all'uso illegale dell'AI: la campagna mira a raggiungere i potenziali acquirenti di contenuti illegali attraverso messaggi online e altre strategie, come visite dirette e lettere di avviso.

L'obiettivo è educare e dissuadere i criminali, oltre a fornire supporto a chi cerca aiuto.

#operazioneHello #operationCumberland #pedopornografia #cooperazioneinternazionaledipolizia #Europol #poliziapostaleedellecomunicazioni


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ARRESTO DI LATITANTI. NEGLI ULTIMI GIORNI CADONO NELLA RETE DEGLI INVESTIGATORI ITALIANI DUE RICERCATI IN BULGARIA E ALBANIA

Nei giorni scorsi, grazie alla attività di cooperazione internazionale di polizia, carabinieri e Polizia di Stato italiana hanno arrestato 2 latitanti, condannati a significative pene detentive, rispettivamente con l'ausilio delle Polizie bulgara e albanese.

A Genova è stato arrestato dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri il latitante Gaspare Ofria.

Nipote del noto boss mafioso Gaetano Badalamenti, era destinatario di un provvedimento definitivo di condanna ad anni 6 e mesi 8 di reclusione.

Latitante da circa 2 anni, era stato condannato nel 2023 perchè doveva espiare un cumulo di pene relativo ad alcune condanne subite negli anni precedenti, tra cui una per bancarotta fraudolenta in concorso, un’altra per uso illecito di carte di credito in concorso, ed infine un’ultima per la violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Dopo numerosi mesi d’indagine e grazie alle attività svolte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, tra cui servizi di osservazione nei confronti dei familiari, è stato localizzato a Sofia, in Bulgaria, ove a seguito dell’emissione da parte della Procura della Repubblica di Genova di un Mandato di Arresto Europeo (MAE), su indicazione degli investigatori è stato tratto in arresto dalla Polizia bulgara in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

Dopo la convalida dell’arresto dall’Autorità Giudiziaria locale, è stato tradotto in Italia su un volo aereo, ed è atterrato a Roma-Fiumicino, ove gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Genova e del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Genova, hanno eseguito nei suoi confronti il provvedimento definitivo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, trasferendolo in un istituto penitenziario.

A Caserta un latitante da 25 anni, albanese, condannato a 21 anni di carcere è stato arrestato dalla Polizia di Stato.

Al termine di attività di indagine durata circa un anno, condotta dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), il Dipartimento di Polizia Criminale albanese, in collaborazione con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ha arrestato, nel suo Paese il 52 enne S.A.

L’uomo era irreperibile dal 2000.

E’ ritenuto essere l’organizzatore di un’associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, a carattere transnazionale, che ha trasportato, tramite imbarcazioni clandestine, cocaina dall’Albania all’Italia, destinata all’intero litorale domitio.

L’arrestato, secondo le risultanze investigative, avrebbe avuto un ruolo apicale nell’associazione, con il compito di organizzare il trasporto in ogni sua fase, dalla partenza dall’Albania, all’arrivo in Italia, sino al Napoletano, dove lo stupefacente veniva nascosto e custodito, prima di essere rivenduto.

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Sono stati i carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) ad eseguire tra Bari e Gorizia un Ordine europeo d’indagine, richiesto dall’Autorità giudiziaria del Belgio (Tribunale di Prima istanza di Anversa), accolto dalla procura della Repubblica nei confronti di 2 cittadini afghani, ritenuti responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di essere umani aggravata. Nei confronti dei due è stato contestualmente eseguito il mandato di arresto europeo.

crest del ROS

Questi provvedimenti hanno origine nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia presso Europol, che oltre la partecipazione del Ros dei carabinieri, si è avvalsa della Polizia federale del Belgio, la National crime agency del Regno Unito ed altre Forze di polizia europee, finalizzata al contrasto del fenomeno della tratta di esseri umani.

In particolare, l’Operational Task Force costituita si concentra sull’esistenza di gruppi armati organizzati, attivi nel traffico di migranti lungo la rotta balcanica ed attivi principalmente in Serbia e Bosnia Erzegovina. Secondo le accuse delle autorità del Belgio, gli arrestati, sebbene in Italia, sarebbero da considerarsi membri di un’organizzazione transnazionale e coinvolti nel trasferimento dei migranti in vari Paesi europei, in particolar modo verso il Belgio e il Regno Unito. Tutte le attività delinquenziali, oltre ad essere particolarmente violente, venivano spesso documentate con video e/o foto sui principali social network.

Nello stesso tempo, sono stati eseguiti in Belgio e Regno Unito altri provvedimenti cautelari

Il logo della Polizia federale del Belgio

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Ultime tendenze del mercato delle droghe in Europa nell'analisi del Global Initiative Against Transnational Organized Crime

La copertina della pubblicazione

Recentemente il GI-TOC ha pubblicato l' EUROPEAN DRUG TRENDS MONITOR. Il GI-TOC (Global Initiative Against Transnational Organized Crime) è un'organizzazione che si occupa di monitorare e analizzare le tendenze del crimine organizzato transnazionale. Il GI-TOC ha creato l'Osservatorio sul Crimine Organizzato in Europa, che produce una serie di bollettini chiamati “European Drug Trends Monitor”. Questi bollettini hanno lo scopo di tracciare gli sviluppi nei mercati della droga europei e di fornire un'analisi delle tendenze in termini di disponibilità, prezzi e dinamiche criminali

Droga sintetica in pastiglie

Il documento analizza le tendenze del mercato della droga in Europa, focalizzandosi su eroina, cocaina/crack e oppioidi sintetici, attraverso dati raccolti in undici città di Stati differenti (Anversa, Barcellona, Bucarest, Eindhoven, Amburgo, Istanbul, Kyiv, Londra, Marsiglia, Milano e Stoccolma). Dall'analisi si evidenzia un'eccedenza di cocaina, un'epidemia crescente di crack, cambiamenti nella produzione di eroina afghana e l'emergere di oppioidi sintetici. Lo studio si basa su ricerche sul campo, dati ufficiali e monitoraggio dei social media, con alcune limitazioni metodologiche. La ricerca si concentra solo sull'offerta di droghe illecite, non sulla domanda, e non sono state effettuate analisi tossicologiche delle sostanze. Vengono inoltre presentate raccomandazioni ai governi europei per affrontare le problematiche conseguenti.

Le principali tendenze emergenti nel mercato europeo della droga nel 2024, secondo il primo rapporto del European Drug Trends Monitor, includono:

Un'eccessiva offerta di cocaina. Nonostante un calo dei sequestri di cocaina nei principali punti di ingresso europei nel primo semestre del 2024, la disponibilità e il prezzo della cocaina sono rimasti stabili. La cocaina è la droga illegale più utilizzata in Europa dopo la cannabis. Le analisi delle acque reflue mostrano un alto consumo di cocaina in città dell'Europa occidentale e meridionale. I prezzi al dettaglio più bassi si trovano nelle città portuali come Anversa e Barcellona. I metodi di traffico di cocaina sono in evoluzione, con un aumento del trasporto di cocaina liquida. I trafficanti stanno anche passando a porti più piccoli per eludere i controlli. Una crescente epidemia di crack. L'uso di crack è in aumento e si sta diffondendo geograficamente e socialmente. Il crack è una forma fumabile di cocaina, meno costosa della cocaina in polvere, ed è venduta come “rocce”. I sequestri di crack rimangono bassi in tutta Europa, nonostante la sua responsabilità per una parte significativa del fabbisogno di trattamento legato alla droga.

coltivazione di papavero da oppio

L'eroina è ancora ampiamente disponibile in Europa, tranne a Kyiv dove la guerra ha interrotto le forniture . I prezzi al dettaglio sono stabili, ma c'è evidenza di una purezza gradualmente ridotta, forse a causa della crescente scarsità, verosimilmente a causa del secondo divieto di oppio dei talebani nel 2022. La graduale emergenza di oppioidi sintetici . La domanda di fentanil (o fentanyl) è limitata principalmente a prodotti farmaceutici prescritti ma venduti illegalmente. I canali di approvvigionamento di farmaci da prescrizione sono sempre più organizzati, soprattutto online, sui social media.

Impatto della guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul mercato delle droghe in Europa, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di eroina e l'emergere di alternative sintetiche. La guerra ha interrotto in modo permanente le forniture di eroina a Kyiv. La tradizionale rotta di traffico dell'eroina verso l'Ucraina e l'Europa occidentale è stata chiusa dal conflitto nell'Ucraina orientale e, di conseguenza, la comunità di consumatori di eroina di Kyiv, relativamente numerosa, si è rivolta ad alternative, principalmente a droghe sintetiche. Nonostante l'interruzione a Kyiv, l'eroina è ancora ampiamente disponibile in tutta Europa, con prezzi al dettaglio per lo più stabili. Le città con i prezzi più alti sono Londra e Amburgo, mentre i prezzi più bassi si trovano a Istanbul e Bucarest. Il secondo divieto alla coltivazione di papaveri da oppio dei talebani nel 2022 ha sollevato preoccupazioni sulla potenziale scarsità di eroina in Europa, spingendo i consumatori di lunga data a passare a oppioidi sintetici. La scarsità di eroina potrebbe in effetti portare a una transizione verso oppioidi sintetici, come il fentanil (o fentanyl) e i suoi derivati, il che potrebbe causare crisi di overdose simili a quelle patite in Nord America. La guerra in Ucraina ha avuto un impatto sulle dinamiche criminali, con possibili ripercussioni sul mercato dell'eroina. Ad esempio, la chiusura della rotta tradizionale dell'eroina verso l'Ucraina ha alterato i canali di approvvigionamento e potrebbe aver influenzato le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di droga. Inoltre il conflitto potrebbe anche aver influenzato l'aumento del mercato online di farmaci da prescrizione, con alcune consegne di farmaci da prescrizione come fentanil (fentanyl) , tramadolo e ossicodone tramite canali social e Telegram in paesi come la Germania, i Paesi Bassi e la stessa Ucraina.

Il documento, “European Drug Trends Monitor”, redatto dal GI-TOC, giunge a diverse conclusioni importanti riguardo al mercato della droga in Europa, con un focus particolare su oppioidi e cocaina/crack cocaina:

  • L'eroina è ancora ampiamente disponibile in Europa, ad eccezione di Kyiv dove la guerra ha interrotto le forniture. I prezzi sono stabili, ma si osservano segni di diminuzione della purezza, il che potrebbe indicare una crescente scarsità. Il documento evidenzia il timore che il divieto dell'oppio in Afghanistan possa portare a una transizione verso gli oppioidi sintetici, con possibili conseguenze devastanti per la salute pubblica.
  • Nonostante una bassa domanda di fentanil (fentanyl), il documento mette in guardia sull'aumento del traffico di farmaci da prescrizione contenenti oppioidi come tramadolo e ossicodone. Questi farmaci, ampiamente disponibili e a prezzi accessibili, potrebbero essere contaminati, portando a un'emergenza di overdose simile a quella patita in Nord America. Il documento sottolinea la necessità di monitorare i mercati online di farmaci da prescrizione, che spesso operano con sistemi professionali simili a negozi online.
  • Nonostante i sequestri di cocaina nei principali porti europei nel 2024, la disponibilità e i prezzi della cocaina sono rimasti stabili, indicando strategie di traffico alternative. I trafficanti utilizzano sempre più cocaina liquida, che viene riconvertita in forma solida in laboratori clandestini in Europa. Si osserva inoltre uno spostamento verso porti minori e nuove rotte di traffico attraverso l'Africa.
  • L'uso di crack è in aumento in Europa, con focolai di consumo tra le comunità emarginate. Il crack è meno costoso della cocaina in polvere e viene venduto in piccole dosi, il che lo rende più accessibile. Il documento evidenzia la necessità di migliorare i protocolli di test e le capacità delle forze dell'ordine per monitorare accuratamente l'uso e la diffusione del crack, e di sviluppare programmi di riduzione del danno mirati.
  • Mercato illecito di farmaci da prescrizione: il documento sottolinea la presenza di un ampio mercato illecito di farmaci da prescrizione, disponibili a prezzi modesti tramite i canali social e online. Questo mercato è in gran parte non monitorato e potrebbe rappresentare un canale di diffusione per farmaci contraffatti e oppioidi sintetici.

Il documento conclude con una serie di raccomandazioni per i governi europei, tra cui:

  • Rafforzare il monitoraggio dei mercati online di farmaci da prescrizione.
  • Effettuare più autopsie e analisi tossicologiche per i decessi correlati alla droga.
  • Legalizzare ed espandere le capacità di analisi delle droghe, inclusi kit di test per il fentanil (fentanyl).
  • Aumentare la consapevolezza sui rischi associati all'acquisto non regolamentato di farmaci da prescrizione.
  • Rafforzare la cooperazione con le autorità nei centri di trasbordo in Africa e Sud-Est Europa.
  • Investire in tecnologie avanzate per la rilevazione della cocaina liquida.
  • Standardizzare i protocolli di test e migliorare l'identificazione delle sostanze a livello di vendita al dettaglio per il crack.
  • Investire in programmi di riduzione del danno per i consumatori di crack.

In sintesi, il documento evidenzia un mercato della droga in rapida evoluzione in Europa, con rischi significativi legati all'aumento degli oppioidi sintetici, al traffico di farmaci da prescrizione e alla diffusione del crack, sottolineando la necessità di un approccio coordinato e proattivo da parte dei governi europei per affrontare queste sfide.

Il documento (in inglese) è reperibile qui:

https://globalinitiative.net/wp-content/uploads/2024/12/Observatory-of-Organized-Crime-in-Europe-European-Drug-Trends-Monitor-Issue-1-GI-TOC-December-2024.v3.pdf

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