Cooperazione Internazionale di Polizia

UNODC

Il Gruppo G7 Roma-Lione è un gruppo di lavoro che fu creato sotto la Presidenza italiana del G8 nel 2001. Si concentra sulla formulazione di strategie contro il terrorismo e sulla lotta contro i crimini transnazionali. La partecipazione a questo gruppo include esperti e funzionari governativi provenienti da Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Italia. Il gruppo si riunisce per discutere e affrontare diverse tematiche, tra cui la tutela del patrimonio culturale, la lotta al terrorismo e all’estremismo violento, la prevenzione e il contrasto al commercio clandestino di beni culturali, e la cybersecurity. Le riunioni del G7 Gruppo Roma-Lione sono organizzate periodicamente per aggiornare il coordinamento tra i Paesi membri e sviluppare progetti condivisi in risposta alle minacce globali. Da ultimo i lavori del Gruppo si sono svolti nei giorni scorsi di aprile 2024 a Roma. Sono stati aperti dal vice segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Carlo Lo Cascio, dal direttore centrale sicurezza, Alessandro Azzoni e, per il ministero dell’Interno, dal vice capo della Polizia preposto all’attività di coordinamento e panificazione delle Forze di polizia, Stefano Gambacurta e dal direttore dell’Ufficio di coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia, Annunziato Vardé.

Si tratta della prima riunione del Gruppo G7 Roma/Lione sotto Presidenza italiana, nella quale il dipartimento della Pubblica Sicurezza, insieme al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha il mandato di coordinare e rafforzare la risposta congiunta dei Paesi G7 in materia di lotta alla criminalità organizzata transnazionale ed al terrorismo.

Al congresso erano presenti anche i servizi diplomatici di Polizia dei Paesi membri e qualificati referenti di importanti organizzazioni internazionali come #Interpol, #Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime), #Gcerf (Global Fund for Preventing Violent Extremism), #Unicri (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute). Sono stati affrontati temi relativi al contrasto del traffico di esseri umani e della tratta di migranti, dell’utilizzo per fini illeciti di criptovalute, del cybercrime, dello sfruttamento e abuso sessuale dei minori con uno sguardo rivolto alle best practices adottate dai Paesi G7 e della frode transnazionale, in particolare sul web.

Approfondimenti specifici sono stati dedicati al ruolo dell'intelligenza artificiale (#AI) nel settore della sicurezza per prevenire i possibili rischi di un uso illecito da parte delle reti criminali e alle droghe sintetiche soprattutto riguardo la crescente ed allarmante diffusione del #Fentanyl.

Riguardo al terrorismo e l’estremismo violento, è emersa l’importanza di garantire una visione globale e condivisa del fenomeno per intervenire immediatamente per l’individuazione di potenziali terroristi nei loro movimenti transfrontalieri. Sono state evidenziate inoltre le ripercussioni sulla sicurezza globale a seguito degli attacchi di #Hamas e del più recente attentato a Mosca e la minaccia legata al riemergere del gruppo #ISIS-K.

Dalla riunione i Paesi partner sono arrivati ad importanti conclusioni: in primo luogo è stato deciso di creare un network specifico attivo 24/7 per lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione strategica e tecnica in materia di uso illecito di #criptovalute. È stato infine deciso anche di affidare all’Italia la Presidenza del sottogruppo di lavoro #Lepsg (Law Enforcement Projects Sub-Group) che gestisce i numerosi progetti attuativi delle misure di cooperazione adottate dal Gruppo Roma/Lyon.

Particolarmente apprezzato dai partecipanti l’approccio italiano sulla prevenzione delle cause che originano i fenomeni criminali per adottare l’idonea strategia di sicurezza.

#GruppoRomaLione #RomaLyon #Poliziadistato


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


Rifiuti senza confini. Il progetto UNWASTE per combattere il traffico illecito.

Le reti criminali traggono profitto dal traffico illegale di rifiuti, che è un crimine altamente lucrativo. #UNODC (l’Agenzia dell’ONU contro il crimine globale) combatte il traffico di rifiuti attraverso una guida legislativa (reperibile qui => https://sherloc.unodc.org/cld/uploads/pdf/Combating_Waste_Trafficking_-_Guide_on_Good_Legislative_Practices_-_EN.pdf), il Programma denominato “CCP” ed il progetto #Unwaste. A ben vedere, affrontare il traffico illecito di rifiuti è parte degli sforzi in atto di mitigazione del clima. Da un punto di vista penale, la criminalizzazione il traffico di rifiuti e relativi reati significa: stabilire reati fondamentali come il traffico di rifiuti, la frode dei documenti e l'associazione criminale; affrontare anche i reati connessi, come il riciclaggio di denaro e la corruzione. Con riguardo invece alle misure preventive, l'UNODC ha posto in campo il progetto Unwaste, mettendo insieme rappresentanti dell'Unione europea e dell'Asia sudorientale per discutere le misure necessarie. Durante un viaggio di studio di quattro giorni a Bruxelles, Belgio e Rotterdam, Paesi Bassi all'inizio del 2024, i rappresentanti hanno identificato azioni e raccomandazioni comuni per migliorare la cooperazione per prevedere e combattere il traffico di rifiuti dall'UE a Indonesia, Malesia, Thailandia e Vietnam. La visita è il seguito di un precedente viaggio di studio a Bruxelles, Belgio e Genova, Italia nel 2022. “Le discussioni durante questo viaggio di studio sono fondamentali per creare un quadro completo del traffico di rifiuti tra le due aree, e anche spiegare le regole di ogni partner in modo che le politiche dell'UE e del sud-est asiatico siano meglio comprese e applicate. Tali sforzi sono cruciali per proteggere l'integrità delle economie circolari”, ha dichiarato Julien Garsany, rappresentante dell'Ufficio di collegamento dell'UNODC di Bruxelles. Un totale di 44 rappresentanti e delegati delle agenzie governative nelle due regioni, dei servizi e delle agenzie della Commissione Europea e delle organizzazioni internazionali hanno partecipato all'evento, che si è concentrato sulla promozione di una partnership trasparente e lo scambio tra tutte le parti della filiera dei rifiuti. Sulla base delle prospettive nazionali e dei risultati del progetto Unwaste, i partecipanti hanno concordato sulla necessità di una maggiore cooperazione per garantire che le spedizioni di rifiuti siano conformi alle esigenze dei paesi di origine e di destinazione. “È giunto il momento di coordinare gli sforzi internazionali per promuovere un'economia circolare. I principi della giustizia, della conformità e delle pratiche di gestione ecologiche devono essere rispettati. Pertanto, gli sforzi per combattere il traffico di rifiuti illegali richiedono una significativa cooperazione tra varie agenzie tra le parti per garantire che il movimento transfrontaliero dei rifiuti segua la legge internazionale e nazionale”, ha osservato il dott. Norhazni Binti Mat Sari, vicedirettore generale del Dipartimento dell'Ambiente della Malesia. I rappresentanti hanno presentato i loro risultati, sfide e aspetti critici che richiedono la cooperazione, ponendo le basi per una ulteriore collaborazione. Per esempio, sono stati evidenziati i legami tra il traffico di rifiuti e l'economia circolare, nonché il modus operandi di attori criminali insieme alle riforme regolamentari messe in atto per affrontare il traffico di rifiuti. Una sessione dell’incontro è stata ospitata dall’Ufficio antifrode dell’UE (#OLAF), e si è concentrato sul miglioramento della cooperazione tra le autorità competenti delle due regioni. “Stiamo affrontando lo stesso nemico con una capacità elevata per lavorare facilmente attraverso i confini, quindi è fondamentale avere un evento come questo. Gli agenti nei porti dell' #UE non possono conoscere i regolamenti in ogni paese di destinazione, ma una rete può essere costruita attraverso questo tipo di evento in modo che ogni lato possa raggiungere l'altro e condividere le informazioni sulle regole e i requisiti”, ha dichiarato Ernesto Bianchi – Direttore delle Entrate e Operazioni Internazionali, Investigazioni e Strategia presso l'OLAF. Nella circostanza l’Agenzia delle dogane e dei monopoli italiana (#ADM), rappresentata dall’ufficio di Genova 2, ha illustrato l’esperienza di indagine acquisita nei terminal portuali genovesi negli ultimi anni per il contrasto del fenomeno delle esportazioni illegali di rifiuti, con ben 413 notizie di reato comunicate all’Autorità giudiziaria tra il 2017 e il 2021. Sono due i filoni principali d’indagine portati avanti dai funzionari delle dogane genovesi in questi anni: l’esportazione non autorizzata di materiale plastico di scarto, rottami metallici e rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche verso paesi del medio e dell’estremo oriente e l’esportazione di cospicui carichi di batterie usate al piombo e parti auto (anche oggetto di furto) contaminate da oli minerali, indirizzate verso paesi dell’Africa sub-sahariana come Senegal, Ghana e Burkina Faso. #rifiuti


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


CORRUZIONE E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: UN MIX MICIDIALE! UNO SGUARDO ALLA CONVENZIONE DELL’ONU.

Criminalità organizzata e corruzione sono fenomeni complessi e globali che minano i processi democratici, rallentano lo sviluppo e contribuiscono all’instabilità. Sono intrinsecamente interconnesse in modo tale che “la criminalità organizzata alimenta la corruzione e la corruzione alimenta la criminalità organizzata”. Man mano che il commercio, la finanza, i viaggi e le comunicazioni sono diventati più aperti, si sono diffusi anche la produzione, il transito e il consumo di beni illeciti, con persone in posizioni di potere che cercano di trarne vantaggio. Le reti criminali cercano di corrompere i funzionari pubblici per facilitare le loro attività, rendendo la corruzione un importante facilitatore della criminalità. La valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata è grave e a sua volta la corruzione è una delle principali minacce da affrontare nella lotta contro criminalità organizzata. Il diffuso ricorso alla corruzione è una caratteristica fondamentale della criminalità organizzata, con quasi il 60% delle reti criminali segnalate coinvolte nella corruzione nell’ #UE. Si tratta di una minaccia alla sicurezza, alla crescita economica, allo stato di diritto e alla coesione sociale. A livello internazionale, la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) è l'unico strumento universale anticorruzione giuridicamente vincolante. Adottato nel 2003, il lavoro dell’UNCAC (https://www.unodc.org/corruption/en/index.html) è necessario oggi più che mai, poiché la corruzione prospera nelle crisi e la recente pandemia di Covid-19 non ha fatto eccezione. Anche se l’intera portata della corruzione nella crisi del Covid-19 potrebbe non essere ancora nota, i prodotti medici e i kit di test per il Covid-19 falsificati e i prodotti correlati al Covid-19 (veri e falsi) venivano venduti sui mercati del dark web dall’inizio della pandemia. Data l’urgenza delle situazioni di crisi e di ripresa, i governi, le banche e altri soggetti si sentono spesso obbligati a rinunciare a controlli rigorosi in nome della rapidità, rendendo la corruzione una grande preoccupazione in questi tempi. I gruppi criminali organizzati sono particolarmente ben posizionati per trarre vantaggio da questa situazione e dirottare le risorse tanto necessarie attraverso la corruzione. Poiché funge da facilitatore del traffico illecito, la corruzione è una preoccupazione sempre presente ed è necessario trovare modi per affrontarla. In questo contesto, un importante ruolo è giocato da #CRIMJUST, parte del Programma globale sull’interruzione delle reti criminali (#GPCD) dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (#UNODC), in collaborazione con #INTERPOL. CRIMJUST in particolare ha lavorato per sostenere gli operatori della giustizia penale nell'identificazione e nell'affrontare le sfide in materia di integrità e responsabilità nella lotta alla criminalità organizzata, attraverso programmi di formazione specifici sull’etica e l’integrità per le forze dell’ordine e la magistratura. CRIMJUST ha fornito corsi specializzati in etica e integrità alle task force congiunte di interdizione aeroportuale, alle unità congiunte di controllo marittimo e alle unità di intelligence marittima. L’UNCAC rimane un risultato fondamentale nella lotta globale contro la corruzione e ci sono richieste per un approccio più coordinato che colleghi l’UNCAC con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Ciò consentirebbe di affrontare in modo più completo queste minacce transnazionali intrecciate, poiché la necessità di coordinare le risposte alla corruzione e alla criminalità organizzata è ancora più urgente.


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


AIRCOP, LA RETE DI SICUREZZA DEGLI AEROPORTI NEL MONDO

Nel nostro blog abbiamo già parlato di #AIRCOP, un progetto multi-agenzia attuato dall' #UNODC (l’ agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e crimine) in collaborazione con l' #INTERPOL e l'Organizzazione Mondiale delle Dogane (#OMD), che è parte del programma EU’s Global Illicit Flows ed è finanziato anche da Australia, Canada, Francia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti d'America (https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/anche-laeroporto-di-fiumicino-nei-controlli-straordinari-di-europol-contro-il). I gruppi della criminalità organizzata si concentrano da tempo sulla semplificazione del trasporto di droga e altri beni illeciti tramite navi, container, aerei e persino con piccoli sommergibili. Di conseguenza, sono stati in grado di trasportare quantità sempre maggiori di droga e beni illeciti in tutto il mondo. Con il numero globale di passeggeri aerei che si prevede continuerà ad aumentare nei prossimi 20 anni, il crescente flusso di passeggeri e la crescente connettività internazionale offerta, le compagnie aeree diventeranno più suscettibili allo sfruttamento da parte di passeggeri sospetti e ad alto rischio, come i passeggeri illeciti trafficanti e coloro che hanno intenzioni meno evidenti, come i terroristi e i combattenti stranieri di ritorno. Tutti i tipi di droghe e beni illeciti vengono trafficati per via aerea, come dimostrano i sequestri in tutto il mondo. Questi includono la cocaina prodotta in America Latina, l’eroina proveniente dall’Asia e nuove sostanze psicoattive (prodotte localmente ed esportate in/da molte parti del mondo), ma anche prodotti della fauna selvatica, denaro non dichiarato, documenti di viaggio falsi o medicinali falsificati. Molti aeroporti, tuttavia, non dispongono delle capacità tecniche e tecnologiche per intraprendere una profilazione completa ed efficiente, ispezioni di spedizioni e bagagli o controlli corporali senza incidere sul regolare funzionamento degli aeroporti commerciali. L'Airport Communication Project (AIRCOP) è stato ideato nel 2010 per frenare inizialmente il traffico di cocaina associato a passeggeri, merci e posta, dai paesi di origine dell'America Latina attraverso i Caraibi e l'Africa verso l'Europa. Il progetto mira a rafforzare le capacità degli aeroporti internazionali di individuare e intercettare passeggeri ad alto rischio e merci illecite nei paesi di origine, transito e destinazione. La maggiore capacità e la maggiore conoscenza del personale formato hanno portato all’ampliamento della portata del progetto e oggi AIRCOP contribuisce a interrompere i flussi di tutte le droghe illecite e di altri beni illeciti, intercettando combattenti terroristi stranieri e individuando le vittime della tratta di persone e persone. migranti clandestini. Inoltre, basandosi sull’idea fondamentale della condivisione delle informazioni e della creazione di fiducia, adattabile all’evoluzione delle rotte del traffico e all’emergere di nuove merci trafficate, AIRCOP è in continua espansione in tutto il mondo come elemento chiave della gestione e della sicurezza delle frontiere. Attualmente comprende aeroporti in Africa, America Latina, Caraibi e Medio Oriente, con espansione prevista nell'Europa sudorientale e nel Sudest asiatico. Altri donatori hanno inoltre unito le forze con l’Unione Europea per espandere la portata del progetto. AIRCOP mira a costruire capacità di interdizione in aeroporti internazionali selezionati in tutto il mondo istituendo Task Force congiunte di interdizione aeroportuale (JAITF). I #JAITF sono collegati ai database delle forze dell’ordine internazionali e alle reti di comunicazione (I-24/7 di INTERPOL e CENcomm di WCO) per incoraggiare la trasmissione in tempo reale di informazioni volte a intercettare spedizioni illecite. JAITFs sono integrate nell’architettura di sicurezza nazionale e hanno un mandato su tutta la piattaforma aeroportuale (passeggeri, posta e merci). AIRCOP mette a disposizione dei JTATF vari tipi di attrezzature per ufficio, personal computer ed attrezzature fotografiche. AIRCOP offre una gamma di attività di formazione e mentoring standard e specializzati, su misura alle esigenze nazionali e regionali. Gli argomenti trattati includono la raccolta e la condivisione di informazioni, il targeting, le tecniche di ricerca, documenti contraffatti, analisi comportamentale, uso di database delle forze dell'ordine, sicuro procedure di comunicazione e indagini post-sequestro, nonché questioni tematiche specifiche. Il progetto mira, inoltre, a promuovere l’intelligence e la condivisione di informazioni tra i servizi a livello nazionale e internazionale, nonché a promuovere un approccio basato sull’intelligence per contrastare il traffico di droga.


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


ANCHE L’AEROPORTO DI FIUMICINO NEI CONTROLLI STRAORDINARI DI EUROPOL CONTRO IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

Europol ha sostenuto una “settimana d'azione” guidata dalla Spagna contro il traffico di droga attraverso gli aeroporti, incentrata sui controlli del traffico passeggeri e merci sia sui voli diretti che su quelli in coincidenza, principalmente dalle Americhe. La settimana d'azione, che si è svolta in 61 aeroporti tra l'11 e il 18 dicembre 2023, ha coinvolto anche #Frontex, #INTERPOL attraverso il progetto #AIRCOP (di cui vi parliamo più sotto) e le autorità di contrasto di 36 paesi, compresa l’Italia.

Durante la settimana, le autorità coinvolte hanno effettuato controlli sui passeggeri e sui loro bagagli, nonché sui pacchi e sulle spedizioni di merci, in 61 principali aeroporti, compreso quello di Roma-Fiumicino “Leonardo Da Vinci”. I controlli miravano ad accertare il possesso o il traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina, provenienti dall'America Latina. Un altro obiettivo era rafforzare la cooperazione tra le autorità di polizia e doganali su entrambe le sponde dell'Atlantico.] La fase operativa, incentrata sull'intensificazione della sicurezza negli aeroporti, è stata preparata durante una fase preliminare di intelligence. Ciò ha portato all'analisi delle informazioni rilevanti relative ai flussi di traffico di droga, all'identificazione di possibili sospetti e al modus operandi oltre allo sviluppo di attività coordinate da svolgere durante la settimana di azione.

L'operazione ha conseguito questi risultati: 46 arresti, 356.464 kg di cannabis, 354.209 kg di cocaina, 37 kg di droghe sintetiche, 101.559 kg altri farmaci. #Europol ha facilitato lo scambio di informazioni e ha fornito supporto analitico continuo durante la settimana di azione. Le attività operative si sono svolte in 29 aeroporti in Europa, 32 tra Africa, Americhe e Caraibi. Paesi partecipanti: Gli Stati membri dell' #UE partecipanti sono stati: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia e Svezia. Le Agenzie coinvolte, come sopra cennato: Europol, Frontex, INTERPOL attraverso il progetto AIRCOP.

AIRCOP è un progetto multi-agenzia attuato dall' #UNODC (L’ agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e crimine) in collaborazione con l'INTERPOL e l'Organizzazione Mondiale delle Dogane (#OMD). Mira a rafforzare le capacità degli aeroporti internazionali di individuare e intercettare passeggeri, merci e posta ad alto rischio, come contributo alla lotta contro le droghe illecite e altre merci illecite (come i prodotti della fauna selvatica o i prodotti medici falsificati), le minacce legate al terrorismo (come le armi o i potenziali combattenti terroristi stranieri), la tratta di esseri umani e il traffico di migranti. Mira, inoltre, a facilitare la comunicazione e il coordinamento tra i paesi di origine, di transito e di destinazione per smantellare i flussi illeciti transfrontalieri e le reti criminali. AIRCOP è implementato in 41 aeroporti in Africa, America Latina e Caraibi, Medio Oriente, Europa sud-orientale e Sud-est asiatico.


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


CORRUZIONE: UN MALE GLOBALE. L’ASPETTO DELLA RIPARAZIONE DEI DANNI ALLE VITTIME

È innegabile che la corruzione abbia conseguenze negative per le persone. Sebbene la comunità internazionale nel suo insieme si concentri da tempo sul perseguimento e sulla confisca dei proventi di reato, la riparazione dei danni esiste come principio generale di diritto in tutti gli ordinamenti giuridici. Sia negli ordinamenti di common law che di civil law, si riconosce la riparazione di un danno originato da una condotta illecita, al fine di ristabilire la situazione che sarebbe esistita se il danno non si fosse verificato. Mentre la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) impone agli Stati parti di adottare misure per garantire la legittimazione ad agire a “entità o persone che hanno subito danni a causa di un atto di corruzione”, la riparazione dei danni alle vittime della corruzione viene spesso trascurata. L’argomento è oggetto della pubblicazione “Victims of Corruption – Back for Payback”, rilasciata nel dicembre scorso, curata da Felipe Freitas Falconi, José Ugaz, Juanita Olaya Garcia e Yara Esquivel Soto, per la Banca Mondiale (International Bank for Reconstruction and Development / The World Bank) e UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alla droga ed al crimine organizzato.

Trascurare la riparazione del danno dovuto a corruzione rappresenta una lacuna sostanziale nell’applicazione dei principi giuridici internazionali e, cosa ancora più importante, solleva la questione se la giustizia operi efficacemente. Per rispondere a questa domanda la pubblicazione ha analizzato le risposte ricevute da 56 giurisdizioni in riscontro a due questionari riguardanti la legislazione dei paesi e la loro attuazione. L'indagine è stata condotta dall'UNODC e dal Comitato per il recupero dei beni dell'International Bar Association. L’analisi si è basata anche sulla ricerca esistente relativa al recupero dei danni per corruzione e sulla letteratura di diritto comparato su atti illeciti, responsabilità civile e procedure penali, nonché sui risultati delle revisioni nazionali dell’UNCAC condotte nell’ambito del suo meccanismo di revisione dell’implementazione. Questa pubblicazione si concentra sulle questioni relative al risarcimento relative a casi di grande corruzione. Le ingenti somme coinvolte in tali casi, nonché la loro complessità, fanno sì che la possibilità di recupero in tali casi meriti un'attenzione particolare. Inoltre, questa pubblicazione si concentra sulle vie legali esistenti.

Può in sintesi affermarsi che la corruzione è un problema significativo che ha un impatto sulle comunità, sull’economia globale e sui diritti umani. Scoraggia le opportunità di business, ostacola gli aiuti e gli investimenti esteri ed esacerba la disuguaglianza. Vittimizza gli individui più vulnerabili ed emarginati della società, riducendo le loro possibilità di superare la povertà e l’esclusione. La corruzione costa vite nel settore edile e nel settore sanitario, e il disinvestimento di fondi pubblici porta a una diminuzione della spesa per i servizi pubblici. Quando commessi da gruppi criminali collegati ad attori influenti, gli eventi corruttivi aumentano il rischio di instabilità e violenza, costituendo una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha riconosciuto la relazione tra corruzione e diritti umani, ma il costo della corruzione è difficile da misurare e quantificare. Il risarcimento dei danni da corruzione può essere fondato su due regimi concettuali distinti: il “regime anticorruzione” e la legge sui diritti umani. Entrambi i regimi si fondano sullo stato di diritto, garantendo che tutte le persone e le autorità all’interno dello Stato siano vincolate e abbiano diritto al beneficio delle leggi pubblicamente e potenzialmente promulgate. Questa pubblicazione mira a fornire quindi una panoramica del quadro giuridico internazionale esistente e ad avviare il dibattito su questioni importanti, quali sono le vie di riparazione, chi sono le vittime, come definire la loro posizione legale e come stabilire i danni. In tal modo, la pubblicazione individua una serie di misure da esplorare per promuovere adeguatamente la riparazione delle vittime della corruzione. La pubblicazione (in inglese) è scaricabile qui => https://star.worldbank.org/sites/default/files/2023-11/Victims-report-05_0.pdf

#CORRUZIONE #UNODC # VictimsofCorruption


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


Crimini che colpiscono l’ambiente. La necessità della cooperazione internazionale

crimini che colpiscono l'ambiente

In un recente post (leggi qui –> https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/i-reati-contro-la-fauna-selvatica-attivita-criminale-trasversale-da) abbiamo visto come il “#Wildlife trafficking” sia il traffico illegale di specie selvatiche tra i cinque traffici illegali più redditizi a livello globale.

Ci piace sottolineare come le sfide globali, quali i crimini che colpiscono l’ambiente, richiedono risposte globali. I reati sono spesso di natura transnazionale e sufficientemente gravi da qualificarsi come criminalità organizzata transnazionale in linea con il dettato dell’UNTOC, ovvero la “United Nations Convention against Transnational Organized Crime” (in italiano Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale) e naturalmente i suoi protocolli applicativi che mirano a specifici ambiti e manifestazioni della criminalità organizzata (su questo vedi la nota sottostante).

Vale qui ricordare che la Convenzione fu adottata con la risoluzione 55/25 dell'Assemblea Generale del 15 novembre 2000, aperta alla firma degli Stati membri nel corso di una conferenza politica ad alto livello convocata a tale scopo a Palermo, in Italia, dal 12 al 15 dicembre 2000 ed è entrata in vigore il 29 settembre 2003. Essa è il principale strumento internazionale nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale.

Affrontare i crimini riferiti alle specie selvatiche protette richiede un’ampia cooperazione a tutti i livelli. Risposte forti ed efficaci ai crimini che colpiscono l’ambiente richiedono sforzi globali e coordinati tra tutti gli attori della catena della giustizia penale. Le autorità devono garantire che coloro che hanno il compito di prevenire, coloro che elaborano e attuano la legislazione, coloro che pianificano ed eseguono i sequestri e coloro che indagano sui reati o perseguono i colpevoli lavorino tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune. La cooperazione internazionale per contrastare i crimini che colpiscono l’ambiente è in aumento e i paesi stanno vedendo i risultati della condivisione delle informazioni. Nonostante questi progressi, è necessaria ulteriore cooperazione per avere un impatto. Le autorità di contrasto sono spesso ancora riluttanti a utilizzare i canali ufficiali per la cooperazione transfrontaliera in tempo reale.

L’UNODC – Agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine – sostiene gli Stati nel miglioramento della cooperazione internazionale e delle indagini transfrontaliere e li invita a compiere maggiori sforzi per considerare i crimini che colpiscono l’ambiente come un crimine grave – ciò consentirà loro di sfruttare gli strumenti disponibili ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale di cui abbiamo fatto cenno sopra.

Il UNODC Environment Team (Team Ambiente), attraverso il Programma Globale sui Crimini che colpiscono l’ambiente (indicato con l’hashtag #endENVcrime) fornisce supporto agli Stati membri nel coordinamento degli sforzi di cooperazione regionale e internazionale e delle iniziative di dialogo, sia formali che informali, con l’obiettivo di combattere più efficacemente i crimini che colpiscono l’ambiente. Questa assistenza tecnica viene fornita organizzando seminari sulla condivisione di informazioni e intelligence, sulla cooperazione transfrontaliera su questioni legali e sostenendo la creazione di reti regionali e internazionali di professionisti. I recenti sforzi dell'UNODC per promuovere la cooperazione includono: il sostegno alle reti di tutela della fauna selvatica (SudWEN e HAWEN); la co-organizzazione di riunioni della Wildlife Inter-Regional Enforcement Network (WIRE); la co-organizzazione di una serie di operazioni doganali regionali (Operazione Mekong Dragon); la promozione dell’African Wildlife Forensics Network e l’Associazione dei procuratori dell’Africa orientale.

Per saperne di più:

sulla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, segui questo link –> https://www.unodc.org/unodc/en/organized-crime/intro/UNTOC.html, su UNODC, scarica questa brochure –> https://www.unodc.org/documents/Advocacy-Section/UNODC-at-a-glance_PRINT.pdf sulle attività del Team Ambiente di UNODC, può risultare di interesse seguire il profilo https://twitter.com/UNODC_ENV

(Nota 1) La convenzione è integrata da tre protocolli: il Protocollo per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini; il Protocollo contro il traffico di migranti via terra, mare e aria; e il Protocollo contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni

#endENVcrime #UNODC #UNTOC #


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


World Drug Report 2023. La cannabis è la sostanza psicoattiva più utilizzata al mondo

La relazione mondiale sulla droga 2023 rilasciata da #UNODC, l’Agenzia delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine con base a Vienna, mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l'impatto del problema mondiale della droga sulla salute, sulla governance e sulla sicurezza, ma anche ad assistere gli Stati membri nell'anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e nell'attenuarne le conseguenze.

Il World Drug Report 2023 è pubblicato (non è disponibile la lingua italiana) sul sito web dell'UNODC: https://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/world-drug-report-2023.html, mentre il “segmento” online è reperibile sul sito web all’indirizzo: www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/wdr-2023-online-segment.html

LA RISPOSTA AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI DELLE FORZE DI POLIZIA A LIVELLO GLOBALE

Le risposte delle forze dell'ordine devono tenere il passo con i modelli di business criminali sorprendentemente agili, nonché con la proliferazione delle droghe sintetiche, che sono economiche e facili da immettere sul mercato. La salute pubblica rimane la priorità nel contesto di una regolamentazione in rapido sviluppo sul controllo delle droghe, in particolare in relazione all'uso medico, e i paesi devono investire di più nella ricerca per monitorare gli effetti delle politiche e informare le risposte.

LA MINACCIA ALLA SALUTE PUBBLICA ED AI DIRITTI UMANI

Secondo il Rapporto, disuguaglianze e disparità sociali ed economiche continuano a guidare ed essere alimentate dal fenomeno della droga, minacciando la salute pubblica e i diritti umani. Le disparità tra il Nord e il Sud del mondo, tra le aree urbane e rurali e tra le sottopopolazioni contribuiscono ai danni causati dalle droghe.

I disturbi da uso di droghe e altre condizioni di salute mentale sono strettamente interconnessi: le condizioni di salute mentale aumentano il rischio di sviluppare disturbi da uso di droghe e le droghe comportano il rischio di esacerbare i problemi di salute mentale se assunte al di fuori del controllo medico. Con una stima di una persona su otto in tutto il mondo che vive con una condizione di salute mentale diagnosticata, la necessità di affrontare i problemi di salute mentale nella prevenzione e nel trattamento dell'uso di droghe è diventata sempre più una priorità.

I GIOVANI E L’USO DELLE DROGHE

I giovani rimangono il gruppo più vulnerabile all'uso di droghe. A livello globale, nel 2021, le persone di età compresa tra i 15 e i 16 anni avevano una prevalenza annuale dell'uso di cannabis del 5,34%, rispetto al 4,3% degli adulti.

In alcune regioni, i giovani sono più gravemente colpiti dal disturbo da uso di sostanze: in Africa, il 70% delle persone che ricevono un trattamento per tossicodipendenti ha meno di 35 anni. Il traffico di droga sta aggravando le minacce criminali che danneggiano le comunità vulnerabili degradando i loro diritti alla sicurezza e ai mezzi di sussistenza, nonché il diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile.

IL CASO DELL’AMAZZONIA

Nel bacino amazzonico, nella zona dei tre confini tra Brasile, Colombia e Perù, le organizzazioni del traffico di droga violano sempre più i diritti umani, la sicurezza e il benessere delle popolazioni rurali, includendo, in alcune aree, l'occupazione illegale della terra e il pascolo del bestiame, il disboscamento illegale, l'estrazione mineraria illegale, il traffico di fauna selvatica e altri crimini che colpiscono l'ambiente. Le popolazioni indigene e le altre comunità locali sono intrappolate nel nesso criminale nel bacino amazzonico, subendo sfollamento, avvelenamento da mercurio e altri gravi impatti sulla salute, nonché una maggiore esposizione alla violenza.

LA TRASFORMAZIONE DEI MERCATI ILLEGALI

I mercati delle droghe illegali si stanno trasformando rapidamente e, in alcune regioni, radicalmente, con le droghe sintetiche che stanno diventando sempre più dominanti. La produzione di droghe sintetiche è economica, facile e veloce. Il fentanyl, un potente oppioide sintetico, sta trasformando i mercati della droga in Nord America, contribuendo ad alti livelli di overdose tra coloro che fanno uso di droghe. Mentre il traffico e l'uso di cannabis colpiscono tutte le regioni del mondo, altri problemi legati alla droga pongono ulteriori minacce in diverse aree geografiche.

CANNABIS, STUPEFACENTE PIÙ USATO AL MONDO

La cannabis rimane di gran lunga lo stupefacente più comunemente usato al mondo. Si stima che 219 milioni di persone abbiano fatto uso di cannabis nel 2021, pari al 4% della popolazione adulta globale. Il numero di persone che fanno uso di cannabis è aumentato del 21% negli ultimi dieci anni. Il consumo di cannabis rimane il più alto in Nord America, dove il 17,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha utilizzato la droga nel 2021. La percentuale di donne tra coloro che fanno uso di cannabis varia a seconda delle regioni e delle sottoregioni, dal 9% in Asia al 42% in Nord America (2021). Ci sono prove dell'efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di alcune condizioni di salute, ma per molte altre condizioni le prove sono limitate. Molti paesi hanno adottato disposizioni per l'uso medico della cannabis, ma gli approcci normativi alla cannabis terapeutica differiscono ampiamente tra questi paesi.

SVILUPPI REGIONE PER REGIONE. L’EUROPA

L'Europa occidentale e centrale rimane il secondo più grande mercato mondiale di cocaina. L'anfetamina è il secondo stimolante più utilizzato nell'Europa occidentale e centrale dopo la cocaina. Le tendenze recenti indicano un aumento del consumo di metanfetamine nella regione. L'Europa rimane un importante mercato di consumo per l'“ecstasy”. Gli oppioidi rimangono il principale tipo di droga per il quale le persone sono in trattamento in Europa, ma la cannabis segue da vicino ed è più comune tra coloro che vengono trattati per la prima volta. L'uso di NPS (new psychoactive substances, quali kratom and khat) che sembra rimanere contenuto nell'Europa occidentale e centrale, sembra essere in aumento nell'Europa orientale, dove è diventato una delle principali preoccupazioni. L'Europa orientale ha la più alta prevalenza di persone che si iniettano droghe (1,3% nel 2021) e di persone che si iniettano droghe che vivono con l'HIV (25,4%) e l'epatite C in tutto il mondo.


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


SPORT, CORRUZIONE, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. L’ALLARME DELL’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE.

UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe ed alla criminalità organizzata con sede a Vienna, ha recentemente richiamato l’attenzione sul fatto che ogni anno vengano scommessi fino a 1,7 trilioni di dollari sui mercati delle scommesse illecite e che le scommesse illegali sono uno dei principali motori della corruzione nello sport e un canale importante per il “money laundering”, anche da parte di gruppi criminali organizzati.

A suo tempo #UNODC ha rilasciato uno studio analitico sul problema della corruzione nello sport (il testo – in inglese – è scaricabile qui: https://www.unodc.org/res/safeguardingsport/grcs/22-03221_SPORTS_CORRUPTION_2021_Full_report.pdf).

Pubblicazione di UNODC

Il settore dello sport ha subìto cambiamenti radicali negli ultimi decenni: globalizzazione, un enorme afflusso di denaro ai massimi livelli dello sport professionistico, rapida crescita delle scommesse sportive legali e illegali e i progressi tecnologici hanno trasformato il modo in cui lo sport viene praticato e consumato.

Questi fattori hanno avuto un forte impatto anche sulla #corruzionenellosport, sia in termini di portata che sul ruolo svolto dalle organizzazioni internazionali, Governi ed enti sportivi nel contrastare questa attività.

La manipolazione delle competizioni è diventata un problema significativo.

Le grandi evoluzioni dello sport lo hanno reso più vulnerabile a questo tipo di corruzione, con i rischi che diventano sempre più complessi.

La corruzione all'interno delle organizzazioni sportive è stata denunciata su larga scala, non da ultimo per quanto riguarda l'assegnazione dei diritti di hosting dei grandi eventi sportivi. Diversi scandali di alto profilo in relazione a presunti processi di corruzione nell'assegnazione dei diritti di hosting per i principali eventi sportivi e relativi a politiche di governance interna difettose all'interno delle organizzazioni sportive, hanno scosso la fiducia del pubblico negli standard etici di queste organizzazioni e nell'integrità dei principali eventi che supervisionano.

Il ruolo dei gruppi criminali organizzati nella corruzione nello sport e nell'infiltrazione criminale nelle organizzazioni sportive è cresciuto notevolmente. Essi sfruttano la vulnerabilità legata ai cambiamenti connessi allo sviluppo e le debolezze dei quadri legislativi e normativi che regolano lo sport. Sorge quindi la necessità di rafforzare i quadri e gli strumenti legislativi e regolamentari per sviluppare approcci per combattere efficacemente la corruzione nello sport.

È necessario sviluppare politiche globali in materia di lotta alla corruzione nello sport, basate su una valutazione dei rischi di corruzione affrontati, compresi quelli relativi all'organizzazione di grandi eventi sportivi, alla manipolazione delle competizioni, alle scommesse illegali e al coinvolgimento di gruppi della criminalità organizzata, nonché istituire organismi a livello di organizzazione internazionale, di governo e di organismi sportivi che abbiano una chiara responsabilità per la prevenzione, l'individuazione, l'indagine e la sanzione della corruzione nello sport, garantendo loro l'indipendenza, la formazione e le risorse necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni.

Con riguardo in particolare ai gruppi della criminalità organizzata, vi è da dire che sono stati a lungo coinvolti nella corruzione nello sport, e sono favoriti dalla trasformazione dello sport negli ultimi decenni, che ha agito da catalizzatore per un aumento significativo delle dimensioni e della portata di questa attività. Il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport è diffuso e avviene su scala globale: è legato alla manipolazione delle competizioni, alla corruzione nelle organizzazioni sportive, alle scommesse illegali, al riciclaggio di denaro, alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti nello sport e ad altre forme di corruzione. Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno adottando misure per affrontare questo problema, anche attraverso l'attuazione dei principi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.

L'incapacità di affrontare efficacemente il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport rappresenta una grave minaccia non solo per l'integrità dello sport, ma anche per il ruolo sociale dello sport e per l'etica e i valori che lo sostengono. Inoltre, le persone coinvolte nella manipolazione delle competizioni stanno prendendo sempre più di mira gli sport giovanili, le competizioni semiprofessionistiche e gli sport femminili, dove le scommesse sono disponibili ma il monitoraggio è limitato, se non assente, e l'individuazione è difficile.

Se da un lato cresce la consapevolezza di come l'evoluzione dello sport lo abbia esposto alla corruzione che coinvolge la criminalità organizzata, dall'altro è indispensabile rafforzare i quadri legislativi e normativi e gli strumenti a livello nazionale e internazionale volti ad affrontare questo tema.

Ecco quindi la necessità di:

  • Migliorare la comprensione delle interconnessioni tra corruzione e criminalità organizzata nello sport, anche effettuando valutazioni complete della minaccia di corruzione, continuando a sensibilizzare in merito alla minaccia e sviluppando risposte strategiche, collettive e coordinate,

  • Introdurre misure preventive volte ad affrontare la minaccia della corruzione e della criminalità organizzata, compresa la promozione di eventi educativi e di sensibilizzazione per bambini e giovani adulti,

  • Mettere in atto politiche e procedure di salvaguardia complete per prevenire e rispondere a qualsiasi forma di crimine nello sport, compresi gli abusi e lo sfruttamento perpetrati da gruppi criminali organizzati,

  • Utilizzare un approccio multilaterale nella lotta contro la criminalità organizzata nello sport, compresa la cooperazione pubblico-privato.

Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno utilizzando diversi mezzi per affrontare la questione. Un tema comune è la promozione della cooperazione tra le principali parti interessate. Sforzi significativi sono stati compiuti dalle principali organizzazioni sportive, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale e la Fédération Internationale de Football Association (FIFA), per contrastare la manipolazione delle competizioni.

I possibili strumenti di contrasto appaiono essere:

  • Sostenere un'applicazione più efficace della legislazione esistente alla manipolazione della concorrenza o, se del caso, sostenere lo sviluppo di una legislazione specifica per criminalizzare la manipolazione della concorrenza,

  • Istituire un quadro nazionale di cooperazione per promuovere la cooperazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni tra gli enti governativi competenti, in particolare le autorità di contrasto e di giustizia penale, e tra gli organi di governo dello sport e gli enti di scommesse sportive per aiutare a individuare, indagare, perseguire e interrompere la manipolazione della concorrenza,

  • Sostenere valutazioni, analisi e indagini sul ruolo dei gruppi criminali organizzati nella manipolazione della concorrenza,

  • Rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra i governi e le organizzazioni sportive a livello multilaterale e bilaterale,

  • Continuare e incrementare, ove possibile, l'organizzazione di sessioni di sensibilizzazione per i dipendenti degli enti governativi competenti, delle organizzazioni sportive, degli operatori di scommesse e delle relative parti interessate sulla minaccia rappresentata dalla manipolazione della competizione.

I principali operatori di scommesse sportive, le associazioni del settore delle scommesse e le società di monitoraggio stanno collaborando sempre più in attività volte a ridurre al minimo i rischi associati alle scommesse illegali condividendo i dati delle scommesse e gli avvisi di scommesse sospette con le organizzazioni sportive. La situazione è complicata dall'utilizzo di tipologie innovative di scommesse, dalla proliferazione del gioco d'azzardo online e dalla crescita delle criptovalute. La transnazionalità di molte operazioni di scommesse illegali rappresenta una sfida per le autorità che tentano di combattere l'attività, con gli operatori di scommesse illegali che sfruttano un panorama legislativo nazionale disomogeneo e il maggiore anonimato fornito da Internet e dall'uso delle criptovalute.


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)


IL FENOMENO DEGLI OMICIDI IN AMBITO GLOBALE (CON UN FOCUS SUI FEMMINICIDI)

Interessante studio dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe ed il crimine (#UNODC, con sede a Vienna) sugli omicidi in ambito globale.

Copertina dello studio

La quarta ed ultima edizione – riferita ai dati del 2022 – del Global Homicide Study (reperibile qui: https://www.unodc.org/unodc/data-and-analysis/global-study-on-homicide.html?utm_source=pocket_reader) offre un esame completo delle tendenze e dei modelli di omicidio intenzionale nel mondo, nonché un’analisi delle complesse dinamiche dietro questi numeri. Lo studio approfondisce diversi aspetti dell'omicidio, inclusa l'entità dell'omicidio intenzionale in numeri e tassi assoluti. Evidenzia le tendenze regionali e subregionali, i dati demografici, l’età e i profili di genere delle vittime. Esplora anche l’impatto della pandemia di COVID-19 sulle tendenze degli omicidi.

Riguardo alle tipologie di omicidio lo studio copre tre categorie: omicidi legati ad attività criminali, omicidi interpersonali e omicidi di matrice socio-politica.

Inoltre, lo studio considera gli impatti dei megatrend come il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, la disuguaglianza, l’urbanizzazione e i cambiamenti tecnologici, con l’obiettivo di fornire informazioni su come questi sviluppi globali più ampi possano intersecarsi e influenzare i tassi di omicidio

I FEMMINICIDI

Un'analisi dettagliata dei modelli e delle tendenze negli omicidi di donne e ragazze legati al genere (femminicidio) è fornita in un documento di ricerca separato, pubblicato in tandem. Lo trovi qui: https://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/briefs/Femicide_brief_2023.pdf .

A livello globale, quasi 89.000 donne e ragazze sono state uccise intenzionalmente nel 2022, il numero annuale più alto registrati negli ultimi due decenni.

Donne e ragazze in tutte le regioni del mondo sono colpite da questo tipo di violenza di genere.

Con circa 20.000 vittime nel 2022, l’Africa – per la prima volta dal 2013, quando l’UNODC ha iniziato a pubblicare stime regionali – ha superato l'Asia come regione con il maggior numero di vittime in termini assoluti. Tra il 2010 e il 2022, l'Europa ha assistito a una riduzione media del numero di intimi femminili omicidi legati al partner o alla famiglia (del 21%), anche se con differenze tra le sotto regioni e con alcune battute d’arresto nell’Europa occidentale e meridionale, soprattutto dopo l’inizio della pandemia di Covid-19 nel 2020.

I DATI RIFERITI ALL’ITALIA

I dati nazionali sugli omicidi e sulla risposta del sistema di giustizia penale raccolti dall’UNODC sono disponibili sul portale dei dati ( https://dataunodc.un.org/dp-intentional-homicide-victims ).

I dati italiani complessivi. Nel 2022 un totale di 322 omicidi intenzionali (196 uomini e 126 donne)

Andamento degli omicidi in Italia negli anni, fatta 100 mila la popolazione. Si è scesi da 1,3 omicidi ogni 100mila abitanti del 2010 alla metà circa.


Tutti i contenuti: CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/). Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio. Ci trovate sul Fediverso: https://poliversity.it/@coop_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS) ; https://poliverso.org/profile/cooperazione_internazionale_di_polizia (è anche feed RSS)