Blog di migrazione, dal vecchio blogspot (che abbandono per motivi etici), e che probabilmente diventerà una raccolta dei contenuti che ho sparsi per il web
il pensiero sistemico al servizio della libertà dei popoli
L'obiettivo è presto detto, quello di far gestire il mondo dal buon senso, cosa che al momento non accade.
Se non siete convinti, basta che guardate le vostre vite, il modo in cui l'umanità nel suo complesso si rapporta con l'ambiente e con le altre forme viventi, fondamentalmente il modo in cui si rapporta con sé stessa.
Di cosa ha bisogno il buon senso
Possiamo dire che il modo è in buona parte, predatorio, avido, schizofrenico (da una parte le ONG vogliono aiutare i paesi in via di sviluppo, da un'altra le Corporation le depredano, da una parte gli scienziati e i cittadini consapevoli sono preoccupati per il riscaldamento globale, dall'altro le democrazie non trovano la volontà di gestire il fenomeno, e potremmo citare altri casi).
Durante il periodo della laurea, ragionavo sul modo in cui far costruire ai robot una mappa dell'ambiente, partendo per esempio da immagini tridimensionali (che contengono una informazione sulla profondità) che si possono ricostruire da una semplice coppia di foto binoculari.
Coppia di immagini stereo, una immagine displacement, e la relativa immagine di profondità. In basso una la ricostruzione 3d della parte vista, dalla quale si possono percepire le parti nascoste
Ogni vista parziale permette di ricostruire una parte “istantanea” del modello dell'ambiente, che poi va aggiunta e contestualizzata in una mappa più ampia, che in qualche maniera definisce il “ricordo” del robot.
Dopo la lettera di Elia sulla decrescita ed i commenti, mi sono reso conto che forse è importante (re)imparare a confrontarsi con la complessità. Perciò questo contributo
Un tredecalogo (si dice così?) di Donella Meadows, una guida per rapportasi con la complessità del reale.
Ho dedicato la mia domenica pomeriggio alla preparazione di questo diagramma che spero sia utile per comprendere il progetto di demercificazione (termine nuovo che credo di aver acquisito ascoltando Pallante l'altro giorno).
Ogni nostra azione è immersa in un flusso di connessioni. Se riciclo oppure getto la carta del gelato per terra o compro cibo biologico invece che al supermercato, tutto questo influisce su di me e sul pianeta intero.
Come?
Tutte queste scelte determinano il modo in cui io partecipo alla continua creazione del mondo in cui vivo, e in cui vivranno i miei figli. La carta seguirà un percorso diverso, la qualità dell’acqua che berremo e dell’aria che respiriamo sarà diversa.
Questo alcuni non l’hanno ancora compreso, molti altri si.
La domanda che potremmo ora porci è: quanto la mia scelta influisce sulla salute mia e dell’ambiente in cui vivo? Cosa, realisticamente, comporterà la mia scelta?
A questo nessuno, o pochissimi, sa dare una risposta.
Come potremmo scoprirlo? E’ necessaria un’analisi sistemica dell’astronave Terra, una mappa dei percorsi naturali ed artificiali del flusso di connessioni al quale ognuno di noi partecipa.
E’ importante perché il mondo possa finalmente agire con chiara consapevolezza*.
Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente.Per cambiare qualcosa , costruisci un modello nuovoche renda la realtà obsoleta.R.B. Fuller
Molti riconoscono da parte del sistema economico monetario un’ingerenza negativa sulle loro vite:
obbligo di servire per attività anti-etiche
disoccupazione e disuguaglianze sociali tra ricchi e poveri
squilibri ecologici fisiologici
altro...
E’ sempre esistito, ed esiste tuttora, un sistema alternativo, locale, che ha preceduto e si mantiene, soprattutto nelle comunità rurali, fatto di scambi solidali e di rapporti di “buon vicinato” che si mantiene e che crea benessere per chi vi partecipa.
Questo sistema è limitato nell’azione e nella maggior parte dei casi non è sufficiente di per sé a garantire autonomamente il benessere psicofisico di chi vi partecipa. Tanto è vero che la maggioranza delle persone si avvale dell’offerta lavorativa del sistema economico-monetario, e chi non riesce ad avvalersene, almeno nell’occidente, la ricerca.
La proposta è quella di ampliare informaticamente la capacità delle economie non monetarie di rispondere ai bisogni dei singoli e delle comunità.
Esistono già delle idee e progetti in tal senso, non è chiaro però quale risponde alla richiesta precisa di creare un’alternativa potenzialmente “completa” e migliorata rispetto al sistema monetario che tutti conosciamo^1.
Da un altro punto di vista, possiamo dire che al momento attuale il sistema monetario ha praticamente il monopolio della fornitura di beni alle persone ed alle comunità. Questo progetto ha l’ambizione (insieme alle economie alternative) di rompere questo monopolio riorganizzando e potenziando le economie alternative.
Riporto l'#estratto di un libro che mi ha illuminato, e che è possibile scaricare sul sito del prof. Pluchino (vincitore pure di un premio Ingnobel per aver dimostrato che un parlamento scelto a caso è più efficiente nel fare leggi di uno eletto).
Nel corso della storia delle civiltà umane, i grandi S.O. sociali hanno utilizzato varie forme di condizionamento per costringere la vita psichica degli individui all’interno di particolari regioni del loro spazio mentale in modo da poterli meglio controllare (e ottenere quella che lo psicologo Charles Tart chiama ‘trance consensuale’ [34] e che F.Varela e H.Maturana – i già citati teorici dell’autopoiesi – chiamano ‘coordinazione comportamentale consensuale’ [35]).
Il più semplice, ovvio e primitivo meccanismo di controllo sociale è certamente il metodo coercitivo basato sulla forza diretta, il quale fa leva sui bisogni di basso livello dell’essere umano, quali l’istinto di sopravvivenza e la tendenza ad evitare dolore e sofferenza (D.C. filogenetici), attaccando fisicamente quei membri che si comportano in modo deviante, ferendoli, torturandoli o uccidendoli. Questo tipo di controllo fondato su pene e punizioni, se pur probabilmente tra i più usati nel corso dell’intera storia umana (e in gran parte ancora oggi), è tuttavia molto costoso, in quanto richiede che alcuni membri del gruppo sociale dedichino il proprio tempo a vigilare sugli altri e devono essere mantenute a spese della comunità.
Ci sono tante case sfitte in giro. Questo fenomeno tiene alto il prezzo degli affitti. Sono risorse/spazi inutilizzati, rubati alla società civile.
Lo squatting potrebbe essere una soluzione per utilizzare queste risorse?
La legge mette difficoltà a chi vuole liberarsi degli occupanti di un appartamento.
Nel caso in cui si entrasse senza permesso in un appartamento, è da verificare se si riuscirebbe ad attivare acqua luce, gas.
E’ illegale occupare una casa vuota/sfitta? Ci sono modi legali per farlo, senza che le maglie della legge si chiudano sulle nostre persone?
Raccontando noi diamo senso alla realtà.
La Realtà è una, ma il senso che ne diamo è una manifestazione del nostro libero arbitrio.
Il dare senso alla Realtà è una grande libertà e potere dell’essere umano. Nel modo in cui noi (ci) raccontiamo le cose della nostra vita, la nostra vita acquisisce un senso.
Noi reinterpretiamo la nostra vita, riflettendo su di essa, valutando le passate esperienze alla luce delle nuove esperienze.
Dando senso alla realtà noi possiamo ricostruire il senso della nostra vita, e in base alla nostra vita diamo, spesso inconsapevolmente, senso alla realtà.
La società di dà un senso precostituito (cultura), noi siamo liberi di accettare o ricostruire questo senso. Il senso migliore vince e diventa, prima o poi, il senso (cultura) dominante.
Nella costruzione del senso la #sincerità è importante, non è sufficiente “raccontarcela” per dare senso alla realtà, è necessario che siamo sinceri, perché mentendo solo una parte di noi viene coinvolta nel senso che stiamo dando, mentre nella sincerità è coinvolta la nostra totalità. Non si finisce mai di imparare la sincerità, ma se la coltiviamo con coraggio, il senso che diamo alla realtà diventa migliore, approssimandosi sempre più all’Assoluto.