Cooperazione Internazionale di Polizia

Un blog di un cultore della materia. La cooperazione di polizia da una prospettiva italiana

Traffico di specie selvatiche: la Wildlife Justice Commission rende noti i risultati del 2024

La Wildlife Justice Commission (WJC) è una fondazione internazionale senza scopo di lucro, con sede all'Aia, nei Paesi Bassi, fondata nel 2015. La sua missione è contrastare e contribuire allo smantellamento delle reti criminali transnazionali organizzate che trafficano in specie selvatiche protette, legname e prodotti ittici.

La Wildlife Justice Commission: – Conduce indagini sotto copertura e basate su intelligence, utilizzando metodologie di polizia per raccogliere prove verificabili di crimini contro la fauna selvatica; – Fornisce queste prove a governi e forze dell’ordine per favorire arresti e processi contro i trafficanti di alto livello; – Supporta le autorità con assistenza operativa e crea pressione diplomatica sui governi riluttanti ad agire, anche organizzando audizioni pubbliche; – Collabora con enti governativi, organizzazioni intergovernative e ONG per rafforzare la capacità di contrasto ai crimini ambientali e promuovere soluzioni sostenibili.

Il traffico di specie selvatiche è una delle industrie criminali più redditizie al mondo, con un giro d’affari stimato di circa 20 miliardi di dollari l’anno, subito dopo il traffico di droga, esseri umani e armi. La WJC si concentra sulle specie più vulnerabili, come tigri, rinoceronti ed elefanti, e sui criminali più prolifici, mirando a interrompere le reti criminali e la corruzione che le sostiene.

Nel suo Rapporto sulla attività svolta nel 2024 la Wildlife Justice Commission segnala come quello passato sia stato trasformativo per la WJC, con risultati significativi nella lotta contro il crimine ambientale e il traffico di fauna selvatica. L’organizzazione infatti ha:

  • Smantellato 16 reti criminali transnazionali
  • Supportato 84 arresti in Africa, Asia e Sud America
  • Facilitato sequestri record, tra cui 12.214 kg di squame di pangolino (79% del totale globale)

Tra i Risultati Operativi Chiave vengono indicati: Nigeria: Sequestrati 11.673 kg di squame di pangolino e 25 kg di avorio. Arrestati 12 sospetti, tra cui broker e spedizionieri di alto livello. Mozambico: Condannati due noti trafficanti di corni di rinoceronte a 27 e 24 anni di carcere. Thailandia: Sequestrati oltre 1.200 animali esotici (tartarughe, lemuri) e rimpatriati in Madagascar. Sudafrica: Arrestato un trafficante vietnamita di grandi felini. America Latina: Sequestrata oltre una tonnellata di cetrioli di mare e pinne di squalo.

I progetti Speciali attivati sono stati: Project Galvanise: Rafforzata l’intelligence contro il traffico di fauna selvatica in 16 paesi. Creato l’Online Resource Center for Analysis (ORCA) per analisti di intelligence. Con riguardo alla Formazione: 16 programmi di formazione in Mozambico, Botswana, Filippine e Thailandia per rafforzare le capacità investigative locali.

La WJS ha: – Partecipato a conferenze ONU e G20. – Contributo a 5 politiche internazionali e alla nuova Convenzione del Consiglio d’Europa. – Promosso il riconoscimento del traffico di fauna selvatica come crimine organizzato grave.

Il report (in inglese) è scaricabile qui: https://wildlifejustice.org/wp-content/uploads/2025/06/annual-report-2024-spreads-v08.pdf


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE: IL CRIMINE MINERARIO E L’ESTRAZIONE ILLEGALE DELL’ORO

In un periodo in cui si parla molto di “terre rare” e “minerali critici” appare di interesse il documento redatto nel maggio 2025 dal Research and Trend Analysis Branch dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), ovvero l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine dal titolo Global Analysis on Crimes that Affect the Environment – Part 2b: Minerals Crime: Illegal Gold Mining.

Questo rapporto fa parte di una serie di analisi globali sui crimini che colpiscono l’ambiente. In particolare, la Parte 2b si concentra sul crimine minerario, con un focus sull’estrazione illegale dell’oro. Il documento è stato redatto in risposta alla crescente preoccupazione per:

  • l’aumento della domanda di minerali critici per la transizione energetica,

  • l’infiltrazione di gruppi criminali organizzati nelle catene di approvvigionamento minerario,

  • i gravi impatti ambientali e sociali dell’estrazione illegale,

  • e le lacune normative e di enforcement a livello globale.

Il documento si basa su:

  • una revisione di oltre 160 fonti aperte,

  • analisi di dati commerciali (UN Comtrade),

  • casi giudiziari,

  • e contributi di esperti internazionali.

Il rapporto analizza i crimini legati al settore minerario, con particolare attenzione all’estrazione illegale dell’oro. Questi crimini includono attività illecite lungo tutta la catena di approvvigionamento dei minerali: dall’esplorazione all’estrazione, raffinazione, commercio e produzione finale. L’obiettivo è comprendere le dinamiche criminali, i danni ambientali e sociali, e proporre risposte politiche efficaci.

In particolare:

  • Domanda crescente e vulnerabilità

La transizione energetica globale aumenta la domanda di minerali critici (rame, litio, cobalto, ecc.).

Questa pressione crea opportunità per attività criminali, corruzione e instabilità nelle catene di approvvigionamento.

  • L’oro come caso emblematico

L’oro è particolarmente vulnerabile a traffici illeciti per via del suo alto valore, facilità di trasporto e difficoltà di tracciabilità dopo la raffinazione.

Le raffinerie internazionali sono punti critici per l’intervento normativo.

  • Attori coinvolti

Gruppi criminali organizzati (OCGs), aziende legittime coinvolte in pratiche illecite, commercianti, raffinerie e minatori artigianali.

Le OCGs usano l’oro per finanziare altre attività criminali e mantenere il controllo territoriale.

  • Impatto ambientale e sociale

Uso di mercurio e sostanze tossiche, deforestazione, inquinamento di acqua e suolo.

Violazioni dei diritti umani: lavoro forzato, sfruttamento sessuale, lavoro minorile, violenza e sfollamenti.

  • Corruzione e riciclaggio

Frodi documentali, concessioni ottenute illegalmente, uso di società di comodo per riciclare proventi illeciti.

Le lacune normative e la scarsa trasparenza facilitano l’infiltrazione criminale.

Dall’analisi emergono alcune Raccomandazioni Politiche:

  • Transizione energetica giusta

Risposte mirate per ogni tipo di minerale e contesto geografico.

  • Due diligence e trasparenza

Rafforzare i controlli nelle raffinerie e nei centri di commercio.

  • Sistemi di tracciabilità, audit indipendenti e divulgazione pubblica dei dati.

Risposte adattate al contesto locale

  • Distinguere tra attività illegali e informali.

Incentivare la formalizzazione dei minatori artigianali.

  • Responsabilità aziendale

Le aziende devono garantire il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo tutta la catena.

  • Rafforzare l’applicazione della legge

Maggiore cooperazione internazionale, uso di tecnologie (droni, AI, blockchain), formazione e risorse per le forze dell’ordine.

  • Migliorare la raccolta dati

Standardizzazione dei dati, criminalizzazione uniforme dei reati minerari, cooperazione tra Stati.

Il crimine minerario, in particolare l’estrazione illegale dell’oro, rappresenta una minaccia globale che richiede risposte coordinate e multisettoriali. È essenziale garantire catene di approvvigionamento trasparenti e responsabili per sostenere una transizione energetica equa e sostenibile.

Il documento (in inglese) è reperibile qui: https://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/Crimes%20on%20Environment/ECR25_P2b_Minerals_Crime.pdf

#CRIMINIAMBIENTALI #CRIMINEMINERARIO #ESTRAZIONEILLEGALE #ORO


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


Criminalità organizzata marittima: quale la risposta internazionale?

Fenomeni criminali transnazionali. La necessità di coordinamento

La cooperazione internazionale è fondamentale per contrastare i traffici illeciti marittimi. Si tratta di fenomeni criminali spesso transnazionali che coinvolgono reti organizzate che sfruttano la complessità e la vastità degli spazi marittimi per eludere le autorità di uno o più Stati.

Solo attraverso un coordinamento efficace tra Paesi è possibile superare le difficoltà operative legate alla giurisdizione (come nel caso dell'inseguimento di navi sospette che attraversano acque territoriali diverse), e garantire una risposta tempestiva e coordinata alle minacce.

Inoltre, la cooperazione consente lo scambio di informazioni, la condivisione di intelligence e l’adozione di strategie comuni, elementi indispensabili per prevenire e reprimere efficacemente il traffico illecito, la pirateria e altre forme di criminalità organizzata marittima.

Il contrasto

La strategia per il contrasto ai traffici illeciti marittimi è portata avanti da diverse organizzazioni e istituzioni internazionali, nonché da coalizioni di Stati.

L’Unione Europea, che ha lanciato operazioni militari come la missione “Atalanta” per la lotta alla pirateria al largo delle coste somale, integrando attività di protezione, prevenzione e repressione.

Le Nazioni Unite, con strumenti giuridici come la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (#UNCLOS) che impone agli Stati l’obbligo di cooperare nella repressione della pirateria e di altri traffici illeciti marittimi.

Organizzazioni come l’ #IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), che promuovono norme e fondi per la sicurezza marittima e la gestione dei danni ambientali legati a incidenti marittimi.

Coalizioni multilaterali e accordi bilaterali o trilaterali tra Stati costieri, come quelli in corso tra Francia, Italia e Spagna, per migliorare la cooperazione operativa e giuridica nella lotta ai traffici illeciti via mare.

La lotta ai traffici illeciti marittimi richiede una strategia multilivello e multilaterale, basata su un forte coordinamento internazionale che coinvolge istituzioni sovranazionali, Stati e forze di polizia marittime, per garantire sicurezza, legalità e tutela degli interessi economici e umanitari nel contesto globale

Rotte marittime per il traffico di droga

Il Rapporto Mondiale sulla Droga 2024 dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (#UNODC) rivela una preoccupante tendenza all'aumento delle rotte marittime per il traffico illecito di droga. Nello specifico, i sequestri di cocaina nei porti europei sono aumentati del 18% durante la pandemia di COVID-19, evidenziando la crescente dipendenza da sofisticati “narco-sottomarini” segreti, in grado di trasportare ingenti quantità di droga su lunghe distanze. Pochi giorni orsono la Marina colombiana ha sequestrato al largo del Mar dei Caraibi il primo drone subacqueo utilizzato dai narcotrafficanti: un semisommergibile autonomo senza equipaggio con tecnologia Starlink, probabilmente testato dal cartello Gulf Clan.

L’imbarcazione, lunga circa 10 metri, è stata trovata priva di carico, ma secondo le autorità colombiane rappresenta un prototipo sperimentale in fase di test. Il potente cartello Gulf Clan è già noto per l’impiego di tecnologia avanzata nelle sue rotte clandestine.

Questa tendenza si inserisce in un panorama più ampio di crimini marittimi che minacciano la sicurezza globale, tra cui pirateria, contrabbando di armi, tratta di esseri umani, traffico di migranti, pesca illegale e criminalità ambientale marittima. Questi crimini sono spesso perpetrati dalle stesse reti criminali transnazionali, evidenziando la necessità di un approccio globale per affrontare queste minacce.

In risposta a ciò, il Programma Globale sulla Criminalità Marittima (#GMCP) dell'UNODC fornisce un supporto fondamentale agli Stati membri attraverso iniziative di rafforzamento delle capacità. Le attività del programma prevedono la formazione specializzata per le squadre di interdizione, l'implementazione di tecnologie per la consapevolezza del dominio marittimo e la promozione della cooperazione transfrontaliera nelle indagini penali. Partendo da queste basi, il GMCP mira a istituire quadri sostenibili e basati sullo stato di diritto per l'individuazione, l'intercettazione, il perseguimento e il giudizio dei reati marittimi.

Nel 2024, il GMCP ha compiuto progressi significativi in ​​questo ambito, formando oltre 8.500 agenti in 109 paesi. Questo risultato sottolinea l'impegno del programma nell'aiutare gli Stati membri a rispondere efficacemente alle crescenti minacce marittime transnazionali.

Per saperne di più [en]:
https://youtu.be/c0IjddUfi9c


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


CARABINIERI RESTITUISCONO ALLA SPAGNA UN RETABLO E NUMEROSI BENI D’ARTE PROVENIENTI DAL TRAFFICO ILLECITO INTERNAZIONALE

TORINO. Una preziosa scultura in legno intagliato policromo e dorato con scene della Passione di Cristo del XVI secolo e ulteriori 64 beni d’arte tra dipinti, specchiere, arazzi, mobili e sculture, illecitamente esportate dalla Spagna, sono stati restituiti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alle Autorità iberiche, durante la cerimonia che si è svolta ieri, nel “Salone delle Guardie svizzere” di Palazzo Reale a Torino.

L’evento si è svolto alla presenza alla presenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Divisione Gargaro, dei Procuratori della Repubblica di Torino, Bombardieri e di Verbania, Pepe, nonché della Direttrice Generale del Patrimonio e delle Belle Arti del Ministero della Cultura del Regno di Spagna, Ángeles Albert De Leon, del Generale Alfonso Lopez Malò, Comandante della Policia Judicial della Guardia Civil spagnola e del Console Generale di Spagna Álvaro Trejo Gabriel y Galan.

Molti i beni artistici restituiti ala Spagna

I beni sono stati individuati grazie all’attività investigativa iniziata nel 2023, quando i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino sono intervenuti all’interno di un’abitazione privata di Lesa (in provincia di Novara) dopo aver esaminato una segnalazione di beni d’arte di provenienza illecita, procedendo d’iniziativa al sequestro degli oggetti trafugati con il supporto dei Carabinieri territoriali.

L’operazione ha permesso di recuperare tra le opere d’arte presenti un retablo di straordinaria rilevanza storica ed artistica, che da successivi accertamenti è risultato essere stato illecitamente trafugato dalla Spagna dai proprietari (defunti) della villa sottoposta al controllo, in spregio al diniego all’esportazione emesso dalle competenti autorità spagnole.

Il Nucleo TPC, coordinato dalle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Torino e di Verbania, ha condotto le ulteriori indagini in campo internazionale grazie all’utilizzo di Ordini europei di Indagine, cooperando Autorità giudiziarie italiane e spagnole Importante il supporto fornito da EUROJUST nell’aver individuato a Marbella (Spagna) una villa appartenente ai medesimi proprietari, dove originariamente era presente il “Retablo” e dalla quale risultavano mancare ulteriori beni d’arte (conteggiati in 64 oggetti antiquariali tra dipinti, sculture, mobili e beni vari) illecitamente esportati in Italia, alcuni presenti nella villa di Lesa e i restanti presso dei privati e dei commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.

Gli accertamenti svolti in sinergia tra i Carabinieri del TPC e il Dipartimento della Polizia spagnola “Unidad Central Operativa – Departamento de Delincuencia Especializada y Drogas – Grupo de Patrimonio Historico della Guardia Civil”, avvalendosi degli accurati esami compiuti dai funzionari del Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo, hanno confermato l’autenticità dei beni d’arte e l’illecita esportazione degli stessi. L’expertise ha permesso di ottenere dalle autorità giudiziarie italiane i decreti per il dissequestro e restituzione in favore della Spagna.

Il successo dell’indagine, dagli investigatori convenzionalmente soprannominata RETABLO (l’omologa indagine in Spagna è stata denominata ALTARPIECE), ha visto tra i primi casi in Italia l’applicazione del nuovo reato, introdotto nel 2022, di importazione illecita di beni culturali (art. 518 decies Codice Penale.) in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese.

#CARABINIERITPC #ARMADEICARABINIERI #GUARDIACIVIL


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


Operazione congiunta tra Procura di Verona e GdF e la Procura albanese SPAK contro il riciclaggio di denaro da parte di organizzazioni criminali con sede a Elbasan

La Procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (SPAK) e la Procura di Verona hanno condotto un'operazione congiunta contro un'organizzazione criminale di Elbasan, attiva a Verona, responsabile del trasporto di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America al mercato europeo.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza veronese hanno portato al sequestro preventivo di beni mobili e immobili, risorse finanziarie e quote del patrimonio di una società commerciale, per un valore superiore ai 4 milioni di euro.

Il sequestro è stato eseguito su provvedimento del Tribunale di Verona, in via cautelare, nell'ambito delle indagini in corso.

I beni sequestrati sono:

  • Un fabbricato, immobile a Nogarole Rocca (Verona)

  • Un immobile del valore di circa 3 milioni di euro, composto da 30 unità tra uffici e negozi (Verona)

  • Un conto corrente bancario dove venivano versati gli affitti degli uffici e dei negozi (circa 400 mila euro all'anno)

  • Società commerciale operante nel settore delle costruzioni, con una quota del 100% in Italia.

Le indagini hanno accertato che tali patrimoni erano stati creati e finanziati con i profitti derivanti dal traffico internazionale di stupefacenti dal Sud America ai mercati europei. L'attenzione si è concentrata su una società immobiliare in Italia, alla quale venivano indirizzate ingenti somme di denaro tramite il sistema bancario. È emerso che il denaro proveniva dall'Albania, poiché l'organizzazione criminale trasferiva i proventi di una società commerciale albanese, di proprietà di due fratelli albanesi, e tali somme venivano investite in Italia nella costruzione e ristrutturazione di edifici, che venivano poi affittati.

Uno dei due fratelli è ricercato a livello internazionale, mentre l'altro si trova in un carcere belga. Quest'ultimo è stato arrestato a Verona nel giugno 2024, in seguito all'esecuzione di un mandato di arresto emesso dalle autorità belghe per sospetto coinvolgimento in un omicidio mafioso ad Anversa, scaturito da conflitti tra gruppi rivali dediti al narcotraffico.

Per quest'ultimo, c'è anche una decisione emessa dal Tribunale di primo grado per la corruzione e la criminalità organizzata, a seguito delle indagini condotte dallo SPAK, per i reati penali: “Omicidio premeditato”, “Detenzione e fabbricazione illegali di armi”, “Traffico internazionale di droga” e “ Riciclaggio dei proventi di un reato o di un'attività criminale”.

Grazie al team investigativo congiunto tra la Procura di Verona e la SPAK, è emerso che l'impiego di ingenti risorse finanziarie provenienti dall'Albania nell'economia italiana rappresentava anche l'ultimo anello del riciclaggio di denaro, effettuato dall'estero tramite una società commerciale in Albania, di proprietà dell'organizzazione criminale.

In Albania venivano effettuate operazioni immobiliari sospette, con l'obiettivo di impedire la tracciabilità della provenienza illecita del denaro e in questo modo l'organizzazione beneficiava di servizi “riciclati”, con il profitto ricavato dalle operazioni sospette, che poteva essere reimpiegato in investimenti immobiliari in territorio italiano.

Sono stati inoltre sequestrati beni immobili e risorse finanziarie appartenenti all'amministratore di una società immobiliare veronese, di proprietà di una coppia albanese, in passato coinvolta nel traffico di droga. Erano considerati persone di fiducia dei due fratelli e risultavano essere al soldo dell'organizzazione criminale. Sono stati inoltre effettuati accertamenti sui soggetti principali e sui loro collaboratori italiani, al fine di reperire ulteriori elementi di prova.

Per la Procura di Verona si tratta del primo caso di un'organizzazione criminale albanese che investe in immobili nel territorio di uno Stato dell'Unione Europea, in questo caso l'Italia.

#SPAK #GuardiadiFinanza


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


Cosa funziona per evitare i furti in casa? I consigli della Rete Europea di Prevenzione

L'EUCPN è la Rete Europea per la Prevenzione della Criminalità. La Rete mira a collegare i livelli locale, nazionale ed europeo e a promuovere la conoscenza e le pratiche di prevenzione della criminalità tra gli Stati membri dell' #UE. Dal 2019, la Rete europea di prevenzione della criminalità (#EUCPN) e diversi paesi europei hanno organizzato il Focus Day dell’UE dedicato ai furti con scasso nelle abitazioni.

La sesta edizione dell'EU Focus Day sui furti in casa si è svolta il 18 giugno 2025. Con una campagna di prevenzione e iniziative locali, l'EUCPN, diversi paesi europei, Europol e la Commissione europea mirano a intensificare la lotta contro questo reato, informando i cittadini sulla possibilità di proteggere la propria abitazione dai furti.

I reati contro la proprietà, e più specificamente i furti con scasso, colpiscono molti cittadini europei. Fortunatamente, i furti con scasso sono prevenibili e non devono essere costosi! La ricerca dimostra chiaramente l'efficacia di serrature migliorate per porte e finestre o di luci esterne che si accendono quando i sensori rilevano movimento e fulmini interni con timer. Queste misure aumentano il rischio di essere scoperti e/o lo sforzo necessario per entrare in un'abitazione. Queste misure di sicurezza migliorate hanno prevenuto un gran numero di reati e hanno portato a un reale calo della criminalità. La morale per chi si occupa della prevenzione dei reati, tuttavia, non è quella di sedersi e rilassarsi. Al contrario! Molte persone sono ancora vittime di furti con scasso. Ecco perché 22 paesi europei, uniti nell'EUCPN (European Crime Prevention Network) e nell'EMPACT, hanno unito le forze per lanciare questa iniziativa.

La campagna di prevenzione #StopDomesticBurglaries si compone di un poster, un volantino, tre brevi post intranet, uno spot radiofonico e un filmato. Il filmato include iniziative degli Stati membri e ispira i partner nazionali a partecipare a questa iniziativa. L'EUCPN ha anche redatto il documento “Cosa funziona per prevenire i furti in casa?”, per supportare gli stakeholder europei, nazionali e locali offrendo una panoramica delle iniziative che potrebbero, o meno, essere efficaci per prevenire i furti in casa. Il documento in italiano è visionabile escaricabile qui https://eucpn.org/sites/default/files/document/files/IT_paper%20domestic%20burglary.pdf- Quest'anno la campagna si è concentrata sull'informare i cittadini che possono proteggere la propria casa dai furti in casa e che non deve essere costoso. L'utilizzo di serrature robuste per porte, illuminazione esterna con sensore, serrature robuste per finestre e illuminazione interna con timer rappresenta la combinazione più efficace per prevenire i furti in casa.

I 22 paesi europei partecipanti nel 2025 sono stati Albania, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Ucraina e Regno Unito


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


La Relazione Europea sulla Droga

La Relazione Europea sulla Droga 2025: Tendenze e Sviluppi presenta l'ultima analisi dell'EUDA sulla situazione della droga in Europa. L’ #EUDA è l’Agenzia dell’Unione europea sulle droghe (European Union Drugs Agency). È un organismo dell’ #UE con sede a Lisbona, operativo dal 2 luglio 2024, che ha sostituito il precedente Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze.

Concentrandosi sul consumo di droghe illecite, sui danni correlati e sull'offerta di droga, la relazione fornisce una serie completa di dati nazionali su questi temi, nonché sui trattamenti specialistici per la tossicodipendenza e sui principali interventi di riduzione del danno.

Il report fornisce una panoramica aggiornata sulla situazione delle droghe in Europa fino alla fine del 2024, evidenziando tendenze e sviluppi rilevanti per le politiche e gli operatori del settore.

Offerta, produzione e precursori La disponibilità di droghe illecite rimane elevata per tutte le sostanze. I dati del 2023 mostrano tendenze stabili nei sequestri e nei reati legati alla droga, con una produzione significativa e sequestri di precursori chimici.

Cannabis È la droga illecita più consumata in Europa. I dati includono prevalenza d’uso, richieste di trattamento, sequestri, prezzo, purezza e danni associati.

Cocaina Seconda droga più usata dopo la cannabis, con variazioni significative tra i paesi. Il report analizza uso, trattamento, sequestri, prezzo, purezza e danni.

Stimolanti sintetici Comprendono amfetamina, metamfetamina e catinoni sintetici. L’analisi copre uso, trattamento, sequestri, prezzo, purezza e impatti sulla salute.

MDMA Associata principalmente al contesto ricreativo e notturno. Il report esamina uso, sequestri, prezzo e purezza.

Eroina e altri oppioidi L’eroina è l’oppioide illecito più usato e causa un notevole carico sanitario. La situazione evolve, influenzando le strategie di intervento.

Nuove sostanze psicoattive Il mercato è dinamico, con nuove sostanze rilevate ogni anno. Include cannabinoidi sintetici, catinoni, oppioidi sintetici e nitazeni.

Altre droghe LSD, funghi allucinogeni, ketamina, GHB e protossido di azoto sono usati in Europa. Il report analizza uso, sequestri, trattamento e danni.

Uso di droghe per via iniettiva In calo negli ultimi dieci anni, ma ancora associato a gravi danni sanitari. Include dati su prevalenza e analisi dei residui nelle siringhe.

Malattie infettive correlate Chi si inietta droghe è a rischio di infezioni come HIV ed epatiti B e C. Il report fornisce dati aggiornati su queste infezioni.

Morti indotte da droghe Fondamentale per valutare l’impatto sulla salute pubblica. Include dati su overdose e sostanze coinvolte.

Trattamento con agonisti degli oppioidi È il trattamento specialistico più comune per gli utenti di oppioidi. Il report analizza copertura, accesso e percorsi terapeutici.

Riduzione del danno Comprende interventi per ridurre i danni sanitari, sociali ed economici. Include programmi con naloxone, stanze del consumo e trattamenti sostitutivi.

La pubblicazione è scaricabile qui edr-2025-full-book-6.06.2025-en.pdf


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


Come i criminali informatici commerciano e sfruttano i nostri dati nel Rapporto IOCTA di Europol

La “Valutazione delle minacce legate alla criminalità organizzata su Internet” (#IOCTA) è l'analisi di #Europol sulle minacce e le tendenze in evoluzione nel panorama della criminalità informatica, con particolare attenzione a come è cambiato negli ultimi 12 mesi.

Nell'ultimo anno, la criminalità organizzata ha continuato a evolversi a un ritmo senza precedenti. La rapida adozione di nuove tecnologie e la continua espansione della nostra infrastruttura digitale hanno ulteriormente spostato le attività criminali verso il dominio online. Questo cambiamento ha fatto sì che l'infrastruttura digitale e i dati in essa contenuti siano diventati obiettivi primari, trasformando i dati in una risorsa chiave, fungendo sia da bersaglio che da facilitatore nel panorama delle minacce informatiche.

Il rapporto IOCTA del 2025 “Steal, deal and repeat: How cybercriminals trade and exploit your data” (Nota a piè di pagina, scaricabile [en] qui https://www.europol.europa.eu/cms/sites/default/files/documents/Steal-deal-repeat-IOCTA_2025.pdfc) analizza in dettaglio come i criminali informatici commerciano e sfruttano l'accesso illegale ai dati e come mercificano questi beni e servizi.

I dati personali sono una risorsa centrale per il crimine informatico: vengono rubati, venduti e sfruttati per frodi, estorsioni, attacchi informatici e sfruttamento sessuale. I criminali usano vulnerabilità dei sistemi e tecniche di ingegneria sociale, potenziate da Intelligenza Artificiale generativa (GenAI) e modelli linguistici (LLM). Broker di accesso e dati vendono credenziali e accessi compromessi su piattaforme criminali, spesso tramite app di messaggistica cifrata (E2EE). I dati rubati sono venduti su forum del dark web, marketplace automatizzati (AVC), e canali E2EE. Le minacce emergenti consistono nell'uso di deepfake vocali, attacchi supply-chain tramite AI, e tecniche come il “slopsquatting” per sfruttare errori degli assistenti AI.

In particolare i criminali ricercano: Credenziali di accesso (RDP, VPN, cloud) Informazioni personali (PII), dati finanziari, social media Dati aziendali e governativi per spionaggio o estorsione Come vengono sfruttati i dati: – Come obiettivo: ransomware, furto di identità, frodi – Come mezzo: per profilare vittime, estorcere denaro o informazioni – Come merce: venduti su forum, marketplace, canali E2EE Come vengono acquisiti dati e accessi – Ingegneria sociale: phishing, vishing, deepfake vocali, ClickFix – Malware: infostealer, RAT, exploit kit – Vulnerabilità di sistema: attacchi brute force, skimming, MitM Chi sono gli attori criminali – Initial Access Brokers (IABs): vendono accessi iniziali – Data Brokers: vendono dati rubati – Gruppi APT e minacce ibride: spesso sponsorizzati da stati – Criminali specializzati in frodi e CSE: usano i dati direttamente Dove avviene la compravendita – Dark web: forum, marketplace, canali E2EE – Servizi offerti: phishing-kit, infostealer, spoofing, proxy residenziali Cultura criminale: reputazione, badge, ruoli da moderatore

Raccomandazioni del Rapporto La condivisione eccessiva di dati online aumenta la vulnerabilità, soprattutto per i minori. L’uso di E2EE ostacola le indagini; servono regole armonizzate per la conservazione dei metadati. Abuso dell’AI: deepfake, fingerprint digitali falsi, attacchi supply-chain tramite suggerimenti errati degli assistenti AI. Disgregazione dell’intelligence: doxxing e hacktivismo complicano le indagini e la validazione delle prove.

Conclusioni Il rapporto sottolinea la necessità di:

  • Accesso legale ai canali E2EE ((End-to-End Encrypted)
  • Standard UE armonizzati per la conservazione dei metadati
  • Educazione digitale e consapevolezza dei rischi online
  • Collaborazione tra forze dell’ordine, aziende e cittadini

Nota: Europol, Steal, deal and repeat – How cybercriminals trade and exploit your data – Internet Organised Crime Threat Assessment, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione Europea, Lussemburgo, 2025.


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


LOTTA AL TRAFFICO ILLECITO MARITTIMO. L'ESPERIENZA DEL PROGRAMMA SEACOP

La cooperazione internazionale è fondamentale nel contrasto ai traffici illeciti marittimi per diversi motivi: la natura transnazionale dei traffici: le rotte del traffico illecito (droga, armi, esseri umani, legname, ecc.) attraversano più giurisdizioni. Nessun Paese può affrontare efficacemente il problema da solo.La condivisione di informazioni e intelligence: la cooperazione consente lo scambio tempestivo di dati tra forze dell’ordine, dogane e autorità marittime. La standardizzazione delle procedure: operare con protocolli comuni facilita le operazioni congiunte e migliora l’efficacia dei controlli. La formazione e rafforzamento delle capacità: i Paesi con meno risorse possono beneficiare del supporto tecnico e formativo di partner più esperti. La risposta coordinata: le operazioni congiunte permettono di colpire simultaneamente più nodi della rete criminale.

Il progetto SEACOP dell’Unione Europea

Il SEACOP (Seaport Cooperation Project) è un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea, giunta alla sua sesta fase (SEACOP VI), che mira a rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta contro il traffico illecito via mare. Obiettivo principale è contrastare il traffico di droga e altri traffici illeciti (come il legname) attraverso il rafforzamento delle capacità operative e di intelligence nei porti di Africa, America Latina e Caraibi. Le attività principali consistono nella creazione e supporto di Unità di Intelligence Marittima (MIUs) e Unità di Controllo Marittimo Congiunto (JMCUs); nella formazione di agenti locali su tecniche di ispezione, profilazione dei rischi e cooperazione internazionale; nella promozione della condivisione in tempo reale delle informazioni tra Paesi partner e agenzie europee come FRONTEX, MAOC-N, e le forze dell’ordine nazionali.

In sintesi, SEACOP rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione internazionale possa tradursi in azioni operative efficaci contro le reti criminali transnazionali, contribuendo alla sicurezza globale e allo sviluppo sostenibile delle regioni coinvolte.

SEACOP ed i Paesi del Caribe

Grazie a SEACOP, 13 paesi del Caribe hanno potuto aumentare la loro capacità di risposta ai pericoli marittimi, con oltre 120 sequestri di merci illecite e miglioramento della coordinazione nazionale e regionale.

Il progetto si basa su un approccio decentralizzato e rispondente alle esigenze della regione, formando “equipaggiamenti virtuali”, inter-agenzie che possono rispondere ai pericoli in modo rapido e efficace. In 10 anni, SEACOP ha formato oltre 750 ufficiali e ha migliorato la capacità di risposta dei paesi del Caribe ai pericoli marittimi.

SEACOP VI

Il progetto SEACOP VI mira a combattere il traffico di stupefacenti e le reti criminali associate in America Latina, Caraibi e Africa Occidentale. L'obiettivo principale è interrompere i flussi illeciti e rafforzare la cooperazione tra le autorità responsabili della sicurezza dei confini e della lotta al crimine organizzato. Il progetto si concentra su tre obiettivi principali: rafforzare le capacità di analisi e identificazione di navi sospette, rinforzare le capacità di ricerca e intercettazione di merci illecite e migliorare la cooperazione e la condivisione di informazioni a livello regionale e transregionale.

Il progetto SEACOP VI è il sesto fase del progetto Seaport Cooperation e si concentra su una gamma più ampia di attività illecite, compresa la criminalità ambientale e i flussi illeciti transatlantici. Il progetto si avvale dell'esperienza di diverse agenzie europee e lavora in stretta collaborazione con le autorità locali per combattere il crimine organizzato e garantire la sicurezza dei confini.

I principali successi di SEACOP

Operazione GRES-Atlantico-SUR (giugno-luglio 2024) Questa iniziativa, nata nell’ambito di SEACOP, ha coinvolto Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Senegal e ha ottenuto risultati straordinari in appena un mese: oltre 5 tonnellate di cocaina sequestrate (4 tonnellate in Paraguay, 800 kg in Argentina, 380 kg in Brasile, 1 tonnellata di marijuana sequestrata in Paraguay, più di 10 arresti in operazioni coordinate, controlli su oltre 15 navi e container marittimi, numerosi controlli aerei e nei porti strategici come Santos (Brasile), Montevideo (Uruguay), Dakar (Senegal) e Asunción (Paraguay). L’operazione ha dimostrato l’efficacia della condivisione di intelligence marittima e fluviale. Ha portato alla creazione di centri di coordinamento operativo in Argentina e Senegal. È in fase di espansione con il progetto GRES-Ports, che mira a rafforzare i controlli nei principali porti del Pacifico e dei Caraibi. Il successo è stato possibile grazie alla collaborazione con: EMPACT (piattaforma europea contro le minacce criminali), MAOC-N (Centro di analisi e operazioni marittime), Progetto COLIBRI, EUROFRONT, e la Rete Iberoamericana dei Procuratori Antidroga (RFAI). Questi risultati mostrano come SEACOP stia evolvendo da un progetto di formazione e capacity building a una rete operativa internazionale capace di colpire duramente le reti criminali transnazionali.

#SEACOP #UNIONEEUROPEA #UE #EU


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.


Criminalità ambientale: una guida legislativa per combatterla. L'importanza della cooperazione tra Forze di polizia

Il crimine inquinante rappresenta una minaccia significativa e crescente per l'ambiente, la salute umana e lo sviluppo sostenibile, contribuendo alla tripla crisi planetaria dei cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e all'inquinamento. In questo contesto l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine ( UNODC ) ha pubblicato “Lotta al crimine di inquinamento: una guida alle buone pratiche legislative” (reperibile [en] qui https://sherloc.unodc.org/cld/uploads/pdf/Combating_Pollution_Crime_-_A_Guide_to_Good_Legislative_Practices_English.pdf), per sostenere gli Stati nel rafforzare le risposte legali a questo problema complesso e in rapida evoluzione.

La guida legislativa mira a fungere da strumento per gli Stati al momento di elaborare, rivedere o modificare la legislazione nazionale pertinente per prevenire e combattere la criminalità dell'inquinamento. Pertanto, la guida ha lo scopo di fornire ai legislatori nazionali una panoramica delle questioni chiave da considerare durante lo sviluppo e la modifica della legislazione nazionale pertinente. Inoltre, nella guida vengono forniti esempi legislativi nazionali e regionali, casi studio e altre informazioni supplementari.

La cooperazione tra Forze di polizia

Tra gli altri capitoli, quello dedicato alla cooperazione internazionale tra le forze dell'ordine, indicata come parte integrante della lotta ai reati di inquinamento e al coinvolgimento di gruppi criminali organizzati transnazionali in tali reati. La condivisione in tempo reale delle informazioni, le disposizioni per estendere i poteri operativi oltre confine e l'invio di ufficiali di collegamento sono solo alcune delle misure che possono migliorare la risposta a tali reati. Una cooperazione efficace può essere attuata attraverso canali formali e informali e i funzionari dovrebbero essere adeguatamente formati sull'uso appropriato di tali opzioni. La scarsa consapevolezza dei mezzi e dei metodi di cooperazione rappresenta un ostacolo fondamentale a tale collaborazione.

La cooperazione internazionale tra le forze dell'ordine è disciplinata dall'articolo 27 della Convenzione sulla criminalità organizzata, che prevede che gli Stati parti collaborino strettamente tra loro per migliorare l'efficacia delle azioni di contrasto. Le misure specifiche richieste dall'articolo 27 includono l'istituzione di canali di comunicazione tra autorità, agenzie e servizi competenti al fine di facilitare lo scambio sicuro e rapido di informazioni relative alla criminalità organizzata. L'articolo prevede inoltre la cooperazione tra gli Stati parte nelle indagini su persone, beni e proventi coinvolti nella criminalità organizzata, la condivisione di beni e sostanze necessari a fini analitici o investigativi e l'invio di ufficiali di collegamento. Un modello per la legislazione di tali forme di cooperazione internazionale tra forze dell'ordine è fornito nella disposizione legislativa modello 21. La disposizione è rilevante principalmente per gli Stati in cui è richiesto un mandato legale affinché le agenzie investigative cooperino con le controparti internazionali. In altri Stati tale disposizione potrebbe non essere necessaria, ma potrebbe essere auspicabile per chiarire e migliorare i meccanismi esistenti di cooperazione tra forze dell'ordine.

#criminalitàambientale


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci: https://l.devol.it/@CoopIntdiPolizia Tutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/) Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.