Brainstorm

in questo Blog scriverò tutti gli spunti per GDR che mi passeranno per la mente.

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Nato e cresciuto in un piccolo villaggio rurale, Toby il gatto mugnaio aveva sempre avuto un'insolita attitudine per la meditazione e la contemplazione. Spesso lo si trovava seduto su una pila di sacchi di grano o di farina, gli occhi chiusi, in profonda riflessione.

Un giorno, il villaggio fu attaccato da una banda di briganti, che saccheggiarono e incendiarono molte case. Toby, che si trovava nel suo mulino durante l'attacco, fu costretto a difendersi con tutte le sue forze. Usando un bastone da mugnaio come arma, riuscì a respingere i briganti e a salvare il suo villaggio.

Dopo l'attacco, Toby si rese conto che la meditazione e la contemplazione non erano sufficienti per proteggere se stesso e il suo villaggio. Decise di diventare un monaco guerriero, combinando la sua conoscenza della meditazione con la pratica delle arti marziali.

Viaggiando per il mondo, Toby imparò dai maestri monaci più esperti, acquisendo abilità di combattimento e di difesa. Tornato al suo villaggio, divenne un eroe per i suoi compaesani, proteggendo il villaggio da ogni pericolo.

Da quel momento in poi, Toby viaggiò per il mondo alla ricerca di avventure e sfide sempre maggiori, sempre attento alla meditazione e alla contemplazione, ma sempre pronto a combattere quando necessario.

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Ruko era il figlio di un nobile elfo e di una madre umana. Fin da giovane, dimostrò un talento naturale per il combattimento e la strategia, e fu presto nominato conestabile del piccolo ducato in cui viveva. Durante il suo incarico, Ruko si innamorò della figlia di un ricco mercante della città, ma il loro amore fu scoperto dal padre della ragazza.

Il mercante riuscì a convincere il duca e la popolazione a condannare Ruko a morte, accusandolo di tradimento e di aver messo in pericolo il ducato. Durante l'esecuzione, Ruko riuscì a fuggire con la spada del boia, deciso a non farsi uccidere senza combattere.

Fuggendo dalla città, Ruko arrivò in una terra selvaggia e inospitale, dove venne accolto da una tribù di barbari. Inizialmente sospettoso, Ruko imparò a vivere come loro, adattandosi alla vita in natura e imparando a combattere con le loro armi e il loro stile di combattimento.

Con il tempo, Ruko si innamorò della cultura e dello stile di vita dei barbari, e decise di restare con loro. Imparando a padroneggiare la spada del boia e il loro stile di combattimento, Ruko divenne un guerriero forte e abile, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione della tribù.

Nonostante la sua formazione nobile e il suo passato come costabile, Ruko ha sviluppato una visione cinica della religione e della devozione. Sa dell'esistenza delle divinità, ma crede che adorare è come una formica che prega il piede di non schiacciare, ritenendo che la vita sia fatta di azioni concrete e non di preghiere. Con la sua nuova famiglia tribale, Ruko continua a cercare avventura e sfida nel mondo.

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Il nome della gnoma è Fiamma, ed è nata e cresciuta nella città di Pomposa, la capitale del regno gnomesco. Fin da giovane, Fiamma dimostrò un grande amore per la musica e la narrazione di storie, e passava la maggior parte del suo tempo libero a cantare e suonare il suo liuto per chiunque volesse ascoltarla.

Un giorno, Fiamma venne a conoscenza di un antico libro di storie, che conteneva le leggende e le gesta degli eroi del passato. Affascinata dal potere delle parole scritte, Fiamma prese il libro in prestito dalla biblioteca locale e lo portò con sé ovunque andasse, leggendo e rileggendo le sue storie preferite.

Mentre viaggiava per il regno gnomesco, Fiamma iniziò ad esibirsi come bardo, declamando le sue storie e accompagnandole con la sua musica. La gente presto iniziò a riconoscere il suo talento, e la sua fama si diffuse rapidamente.

Un giorno, durante uno dei suoi spettacoli, Fiamma incontrò un gruppo di avventurieri che stavano cercando un bardo per unirsi alla loro missione. Fiamma non esitò un istante, e si unì al gruppo come narratrice e musicista.

Da allora, Fiamma ha viaggiato in lungo e in largo con il suo libro di storie sulla schiena, declamando le gesta degli eroi del passato e creando nuove storie e canzoni ogni volta che incontra qualcuno di nuovo. La sua voce melodiosa e il suo talento per la narrazione hanno fatto di lei una delle bardesse più amate e rispettate del regno gnomesco.

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Quietes è una ragazza Tiefling dalla carnagione simile al mosto del vino rosso, con capelli neri che sembrano sempre in ombra. Ciò che la distingue sono gli occhi d'argento e l'assenza del corno destro. Nonostante non sia molto alta, è flessuosa e piena di energia. Indossa abiti da monaco itinerante e porta sempre con sé un bastone da passeggio robusto, un incensiere del maestro e una ciaramella, l'unico ricordo della sua famiglia.

La sua infanzia è stata difficile, abbandonata dai genitori in un bosco vicino a una comunità di Halfling. Cresciuta tra la raccolta di cibo e l'incomprensione degli Halfling, ha sviluppato una mancanza di fiducia nei confronti delle creature senzienti.

La sua vita cambia quando incontra Corran Tealeaf, un monaco che la accoglie e la addestra. Dopo la morte di Corran, Quietes decide di onorare la promessa fatta al monaco e di visitare il suo vecchio monastero per comunicare la triste notizia. Durante il viaggio, decide anche di cercare la sua famiglia.

Nonostante sia allegra, Quietes è riservata e non ama avvicinarsi alle persone per prime. Tuttavia, se viene rivolta la parola, è sempre gentile e cordiale.

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Yoghi non aveva sempre avuto un rapporto positivo con gli esseri umani. Abituato a rubare il cibo dei viandanti che attraversavano il suo territorio, l'orso aveva guadagnato una reputazione pericolosa tra le persone della zona. Tuttavia, un giorno l'orso compì un gesto di troppa avidità: rubò il cibo di un gruppo di pellegrini che stavano visitando un santuario sacro dedicato a una potente dea.

La dea, indignata per il comportamento dell'orso, decise di punirlo. In un sogno, l'orso vide la dea che lo guardava con disapprovazione e lo accusava della sua avidità. Ma invece di infliggergli un castigo fisico, la dea decise di trasformarlo in uno dei suoi araldi.

L'orso si risvegliò con una rinnovata sensazione di scopo. Sentì la presenza della dea dentro di lui, e capì che era stato scelto per diventare un suo servitore. Iniziò a viaggiare per il mondo, portando la parola della dea ovunque andasse. Grazie alla sua stazza e alla sua forza, l'orso si dimostrò un chierico potente e capace, in grado di difendere i fedeli della dea dagli attacchi dei mostri e delle creature malvagie.

Nonostante la sua nuova vita di araldo divino, l'orso non dimenticò mai le sue origini. Spesso, durante i suoi viaggi, si fermava per cercare cibo tra le foreste e le praterie, come faceva prima della sua trasformazione. Ma ora, invece di rubare il cibo, lo chiedeva sempre in preghiera alla dea, per ringraziarla della sua benedizione e chiederle la sua protezione.

Il Rodomonte del dio dei mari

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Il rodomonte, noto come Barbanera, era un temuto pirata dei Sette Mari. Caratterizzato dalla sua mancanza di una mano e da un temibile uncino d'argento al suo posto, Barbanera aveva navigato per gli oceani alla ricerca di ricchezze e avventure.

Durante una delle sue incursioni, Barbanera incrociò la rotta di un'antica e potente creatura marina, una sorta di avatar dei mari. Questa creatura, offesa dalle incursioni e dal saccheggio di Barbanera e del suo equipaggio, decise di punirli.

Durante un violento scontro, la creatura marina affondò la nave di Barbanera e decimò il suo equipaggio. Barbanera, nel tentativo di difendersi, affrontò la creatura con coraggio, ma nel combattimento perse la mano destra.

Sopravvissuto al disastro, Barbanera trovò rifugio su un'isola deserta. Qui, nella solitudine, iniziò a riflettere sulle sue azioni passate e sul dolore che aveva causato. Sentì una chiamata interiore a redimersi e a trovare una nuova strada per se stesso.

Durante la sua permanenza sull'isola deserta, Barbanera scoprì un antico tempio dedicato a un dio marino benevolo. Lì, sperimentò una visione mistica in cui il dio gli offrì una seconda possibilità. Il dio gli concesse un nuovo uncino, forgiato dalla luce della luna e benedetto con poteri magici.

Barbanera accettò l'offerta divina e decise di dedicare la sua vita a proteggere i mari e a combattere le minacce che lo infestavano. Rinunciò alla pirateria e si trasformò in un rodomonte votato alla giustizia. Prese il nome di Capitan Uncino, in onore del suo passato e del dono del dio.

Da allora, Capitan Uncino ha navigato per i mari, combattendo contro mostri marini, pirati e qualunque minaccia si presenti. Utilizza le sue abilità di combattimento con l'uncino magico per difendere i deboli, proteggere i marinai onesti e cercare di riscattare il suo passato da pirata.

Capitan Uncino è diventato una leggenda tra i mari, sia temuto dai malvagi che venerato dai marinai che lo vedono come un eroe inaspettato. Il suo obiettivo finale è trovare un modo per porre fine alla minaccia della creatura marina che lo ha punito, dimostrando al dio marino che è degno della sua benevolenza e del suo perdono.