Cooperazione Internazionale di Polizia

Un blog di un cultore della materia. La cooperazione di polizia da una prospettiva italiana

600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro

600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro sono state recentemente presentate nella sede dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma.

Si tratta in prevalenza di opere di antiquariato, beni archivistici, numismatici e soprattutto archeologici del periodo che va dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., oggetto di scavi clandestini nel centro-sud d’Italia e furti a danno di chiese, musei e privati. I beni sono stati riportati in Italia grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri TPC con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dall’Homeland Security Investigations statunitense.

Per le attività di indagine il #TPC si avvale della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, che costituisce il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.00 da recuperare. Attualmente è attivo un innovativo strumento che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, denominato “Stolen Works Of Art Detection System” (S.W.O.A.D.S.) che elabora la ricerca nel Web e social networks, senza soluzione di continuità, di opere d’arte trafugate.

Secondo l’ultimo rapporto sull’attività svolta nel 2023, diffuso nei giorni scorsi dal TPC, sono stati recuperati 105.474 mila beni d’arte dal valore stimato di oltre 264 milioni di euro.

“Oggi è una bellissima giornata per il patrimonio culturale della Nazione per il rientro in Patria di centinaia di opere d’arte sottratte ed esportate illecitamente all’estero – ha detto il ministro della Cultura, Gennaro #Sangiuliano –. Grazie all’insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una vera eccellenza investigativa della Nazione, insieme alla preziosa collaborazione delle autorità statunitensi, registriamo un ulteriore successo su questo fronte”. Riportare in Italia questi beni permetterà anche “di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati – ha aggiunto il ministro – privando le comunità di pezzi importanti della loro identità. Fondamentale, anche in questa lunga e articolata attività, è stata la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Ministero che rappresenta il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui oltre 1.3 milioni di opere da ricercare”.

L’Operazione “Symes”, grazie alla attività svolta in sinergia dal Comando Carabinieri TPC e la Direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio (ABAP) con il supporto giuridico dell’Avvocatura dello Stato fin dal 2007, ha consentito il recupero e il rimpatrio di una moltitudine di reperti archeologici di inestimabile valore provento di attività illecita di scavo clandestino. Si tratta di un vero e proprio tesoro di circa 900 pezzi tra i quali sculture, gioielli, bronzetti, ceramiche a figure rosse e nere, riconducibile alla figura di Robin Symes, noto trafficante internazionale di reperti antichi, di cui una parte considerevole recuperata negli Stati Uniti grazie alla collaborazione con la Procura di New York. Nonostante la distruzione della documentazione commerciale relativa alla attività di commercio internazionale di materiale archeologico, le Autorità coinvolte hanno ricostruito la mappa del traffico clandestino del materiale scavato ed esportato dal territorio italiano, oggetto dello straordinario recupero a favore del Ministero della cultura. Dal 2001, gli Stati Uniti adempiono ad un accordo bilaterale con l’Italia per combattere il traffico di antichità, e insieme continuano a lavorare per proteggere, preservare e promuovere la cultura e le arti.

Tra i beni recuperati si segnalano 600 reperti archeologici risultati essere provento di furto ai danni di enti statali italiani o di scavi illeciti, esportazioni clandestine e ricettazione. I beni sono stati localizzati negli USA sia d’iniziativa del Comando TPC, ma anche a seguito d’indagini proprie, svolte dal District Attorney’s Office e dall’HSI, uffici che hanno poi sequestrato i reperti finiti in possesso di note istituzioni museali statunitensi, galleristi, collezionisti e intermediari del settore, nonché noti trafficanti internazionali. I beni, che si riferiscono all’arco temporale dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., sono testimonianze storico-scientifiche riconducibili alle culture villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula e romano-imperiale, provenienti dalle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

#Armadeicarabinieri #SWOADS #Ministerocultura #cultura #operazionesymes


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La Polizia di Stato e U.S.Secret Service indagano su frode milionaria tra Italia ed USA

La Polizia di Stato e il U.S.Secret Service statunitense hanno individuato i responsabili di una frode milionaria intercorsa tra una azienda italiana e una statunitense, recuperando parte del maltolto.

Le attività sono state avviate dopo una segnalazione ricevuta dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica da parte di una società italiana, coinvolta in un importante progetto insieme ad una società statunitense, inerente la fornitura di lavorati in travertino per la ristrutturazione di un tempio a New York, per un valore totale di circa 1.4 milioni di dollari.

La societa’ statunitense aveva proceduto al versamento di circa il 50% del valore totale del progetto (circa 700 mila dollari) su quello che pensava fosse il conto bancario della societa’ italiana. In realtà, erano stati oggetto di un attacco BEC (Busines Email Compromise), attraverso il quale i cybercriminali avevano preso possesso dell’account di posta elettronica della società presa di mira, acquisendo le informazioni relative a transazioni finanziarie, e sostituendo gli IBAN di destinazione dei pagamenti.

La societa’ statunitense era stata sostanzialmente indotta ad effettuare il pagamento da un’e-mail che apparentemente proveniva dall’account di posta elettronica aziendale della societa’ italiana. La societa’ statunitense, resasi conto dell’attacco, informava la società italiana che i fondi che avevano trasferito erano stati dirottati in modo fraudolento su un altro conto bancario che non apparteneva alla società italiana.

Personale della Polizia di Postale ha contattato l’ufficio di Roma dello United States Secret Service (USSS), Agenzia federale USA con la quale sussiste un rapporto di collaborazione internazionale pluridecennale.

L’ufficio USSS di Roma, sulla scorta delle informazioni fornite dalle prime investigazioni italiane, ha proceduto a svolgere ulteriori accertamenti in USA, interrogare il “money mule” destinatario dei fondi rubati, che aveva concorso nel truffare la società italiana. Il money mule ha dichiarato di aver già distribuito la maggior parte dei fondi rubati attraverso altri conti, come le era stato ordinato dai truffatori. Lo USSS, tuttavia, è riuscito a recuperare alcuni fondi ottenuti illecitamente insieme a diversi dispositivi elettronici.

Ulteriori indagini sono in corso da parte dello USSS, che nella speranza di recuperare altri fondi, compresi altri wallet in criptovalute, sta lavorando per cercare di identificare altri individui coinvolti in questa frode.


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Smantellata gang in Catalogna con contatti in Francia e la camorra napoletana

Operazione contro la criminalità organizzata internazionale in Catalogna. La Polizia Nazionale spagnola ha smantellato una banda basata a Girona, ma con ramificazioni anche a Barcellona, dedita alla tratta di esseri umani, al traffico di droga e alla contraffazione di valuta, tra le altre attività.

La rete aveva legami con altre organizzazioni criminali come la Camorra napoletana e si ritiene, è dietro il traffico di più di 500 migranti arrivati in Spagna e che avevano come destinazione finale Francia e Italia. All'operazione hanno partecipato anche agenti della polizia nazionale francese nonché Europol. L'operazione congiunta si è conclusa con 22 arresti.

#PoliciaNacional #europol


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Rip-Dale. La truffa di criptovaluta e l'ausilio dei Money mule

Scompaginate da un'operazione su larga scala guidata dalle autorità italiane e portoghesi due reti di reclutatori di denaro che lavoravano per un'organizzazione criminale che realizza truffe di criptovaluta. Nell'indagine sono state coinvolte anche le forze dell'ordine di Austria, Francia, Germania, Romania, Spagna e Svizzera, con il coordinamento di #Eurojust ed #europol .

Una serie di attività di polizia si sono svolte il ​​21 e 27 maggio in Francia, Italia e Romania. Hanno portato a 11 detenzioni, inclusa la mente dietro il programma di riciclaggio di denaro. Le forze dell'ordine hanno inoltre effettuato 15 perquisizioni domiciliari e sequestrato diversi dispositivi elettronici, gioielli e criptovalute.

Il gruppo criminale organizzato sotto inchiesta ha messo in atto le classiche truffe #rip-deal, prendendo di mira milionari che cercavano di investire o vendere proprietà. Gli investigatori hanno scoperto come i criminali hanno esternalizzato il riciclaggio di denaro ad altre due reti criminali. Queste reti hanno reclutato money mule, persone che ricevono denaro da terzi sul proprio conto bancario e lo trasferiscono su un altro conto o lo ritirano in contanti, dandolo a qualcun altro in cambio di una commissione.

In questo caso, i principali autori della truffa non avevano le competenze tecniche necessarie per riciclare i loro profitti, che superavano i 10 milioni di euro. Per questo motivo hanno delegato parte del processo a fornitori di servizi esterni, cosicché tutti i loro bisogni potevano essere soddisfatti da altri attori criminali attraverso lo scambio finanziario.

Le forze dell'ordine hanno indagato sul caso per due anni, poiché il piano criminale era complesso e difficile da svelare. I principali criminali responsabili della truffa appartenevano a famiglie originarie dei Balcani, anche se la maggior parte di loro risiedeva in Francia.

L’analisi di cripto-tracciamento effettuata dagli investigatori e supportata da Europol ha rivelato che due reti di riciclaggio di denaro, che coinvolgevano più nazionalità e località geografiche per cercare di nascondersi dalle forze dell’ordine, erano collegate al gruppo principale di criminali.

Dalle indagini è emerso che i criminali stavano organizzando una truffa con il seguente modus operandi: il sospettato adesca una vittima interessata a investire o vendere proprietà fingendo di appartenere a un fondo di investimento internazionale, crea fiducia e mette in atto l'inganno al momento del pagamento. Questa volta, però, per realizzare la truffa hanno utilizzato criptovalute e diverse app.

I criminali hanno contattato le vittime, hanno fissato un appuntamento in ristoranti o hotel di lusso e hanno chiesto loro di scaricare applicazioni per gestire le criptovalute. Non appena le vittime hanno installato l’app, i criminali hanno utilizzato sofisticati strumenti tecnici per prendere il controllo dei portafogli di criptovaluta. È stato solo quando i pagamenti sono stati effettuati utilizzando queste applicazioni che le vittime si sono rese conto che tutti i loro fondi erano scomparsi dai loro portafogli crittografici. #Criptovalute #Moneymule #poliziadistato


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SMANTELLATO IN ITALIA GRUPPO CRIMINALE TURCO, OPERANTE NEL NOSTRO PAESE ED IN TUTTA EUROPA

Europol ha recentemente sostenuto una “giornata di azione” in Italia, per smantellare con successo un'organizzazione criminale turca coinvolta in molteplici omicidi in tutta Europa.

L'indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato italiana, (Sezione investigativa del Servizio centrale operativo (Sisco) di Milano) con il supporto della Guardia di Finanza italiana e della Polizia nazionale turca (Emniyet Genel Müdürlüğ).

In totale, sono state arrestate 17 persone, tutti cittadini turchi: quattordici cittadini dimoranti nel nostro Paese e altri tre attivi all’estero sono finiti in carcere per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un’associazione con finalità terroristiche e a commettere attentati terroristici, detenzione e porto illegale di armi micidiali e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’indagine è stata avviata a Como all’inizio di ottobre dello scorso anno quando i poliziotti hanno arrestato tre appartenenti dell’organizzazione criminale mentre cercavano di raggiungere la Svizzera ed erano in possesso di due pistole, di cui una clandestina, numerose munizioni e materiale di propaganda.

L’attività investigativa consentì di constatare che il capo dell’organizzazione, finito successivamente agli arresti domiciliari per detenzione e porto di arma comune da sparo, continuava a dirigere e coordinare dall’Italia le attività criminali: trasporto di migranti, traffico di stupefacenti, contrabbando di sigarette e di farmaci ma anche la commissione di reati terroristici come l’omicidio di un cittadino turco a Berlino o ancora l’attentato alla fabbrica di alluminio in Turchia avvenuti a marzo scorso.

Quest’ultimo attentato falliva grazie allo scambio informativo tra la Polizia di Stato, l’Interpol e la polizia turca.

Alla Sezione investigativa finanziamento terrorismo della Guardia di finanza di Milano, è stata delegata l’attività d’indagine sui flussi finanziari provenienti dall’estero che permettevano al capo di disporre di somme di denaro contante consistenti.

Europol ha inviato due esperti a Viterbo, in Italia, per assistere nell'analisi dell'intelligence e nel coordinamento delle azioni. Dalla fine del 2022, Europol ha un nuovo mandato che consente all’Agenzia di concentrare le proprie attività sulla violenza, comprese le uccisioni legate a gruppi di criminalità organizzata e grave.

#EUROPOL #PoliziadiStato #Sisco #GuardiadiFinanza #Polizianazionaleturca #EmniyetGenelMüdürlüğ


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Il National Drug Threat Assessment della DEA statunitense: la minaccia principale sta nei cartelli della droga messicani

Recentemente l’amministratore della DEA Anne Milgram (foto) ha annunciato il rilascio del National Drug Threat Assessment (NDTA) del 2024, la valutazione strategica globale della DEA sulle minacce di droga illecita e sulle tendenze del traffico che mettono in pericolo gli Stati Uniti.

Per più di un decennio, l'#NDTA della #DEA è stata una risorsa per le forze dell'ordine, i responsabili politici e gli specialisti di prevenzione e trattamento ed è stata parte integrante dell'informazione delle politiche e delle leggi.

La massima priorità della DEA è ridurre l'offerta di farmaci mortali nel Paese e sconfiggere i due cartelli responsabili della stragrande maggioranza del traffico di droga negli Stati Uniti. La crisi dovuta all’avvelenamento da farmaci rimane una questione di sicurezza pubblica, salute pubblica e sicurezza nazionale, che richiede un nuovo approccio.

“Il passaggio dalle droghe a base vegetale, come l'eroina e la cocaina, alle droghe sintetiche a base chimica, come il fentanil e la metanfetamina, ha provocato la crisi della droga più pericolosa e mortale che gli Stati Uniti abbiano mai affrontato”, ha affermato l'amministratore della DEA Anne Milgram . “Al centro della crisi delle droghe sintetiche ci sono i #cartelli di #Sinaloa e #Jalisco e i loro associati, che la DEA sta monitorando in tutto il mondo. I fornitori, i produttori, i distributori e i riciclatori di denaro svolgono tutti un ruolo nella rete di questi cartelli. La DEA continuerà a utilizzare tutte le risorse disponibili per prendere di mira queste reti e salvare vite americane”.

Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), la droga ha causato la morte di 107.941 americani nel 2022. Il fentanil e altri oppioidi sintetici sono responsabili di circa il 70% delle vite perse, mentre la metanfetamina e altri stimolanti sintetici sono responsabili di circa il 30% dei decessi.

Il fentanil rappresenta la minaccia farmaceutica più grande e più urgente per la nazione. Due milligrammi (mg) di fentanil sono considerati una dose potenzialmente fatale. Le pillole testate nei laboratori della DEA contengono in media 2,4 mg di fentanil, ma hanno variato da 0,2 mg fino a 9 mg. L’avvento di miscele di fentanil che includono altri oppioidi sintetici, come i nitazeni, o il sedativo veterinario xilazina ha aumentato i danni associati al fentanil. I sequestri di fentanil, sia in polvere che in compresse, sono a livelli record. Negli ultimi due anni i sequestri di fentanil in polvere sono quasi raddoppiati. La DEA ha sequestrato 13.176 chilogrammi (29.048 libbre) nel 2023. Nel frattempo, gli oltre 79 milioni di pillole di fentanil sequestrate dalla DEA nel 2023 sono quasi il triplo di quelle sequestrate nel 2021. L'anno scorso, il 30% della polvere di fentanil sequestrata dalla DEA conteneva xilazina. Questo è in aumento rispetto al 25% nel 2022.

Le piattaforme di social media e le app crittografate estendono la portata dei cartelli in ogni comunità degli Stati Uniti e in quasi 50 paesi in tutto il mondo. I trafficanti di droga e i loro associati utilizzano la tecnologia per pubblicizzare e vendere i propri prodotti, riscuotere pagamenti, reclutare e formare corrieri e consegnare droga ai clienti senza doversi incontrare faccia a faccia. I cartelli hanno costruito partnership reciprocamente vantaggiose con aziende chimiche precursori con sede in Cina per ottenere gli ingredienti necessari per produrre farmaci sintetici. Lavorano anche in collaborazione con organizzazioni cinesi di riciclaggio di denaro per riciclare i proventi della droga e utilizzano sempre più criptovaluta.

Quasi tutta la metanfetamina venduta oggi negli Stati Uniti è prodotta in Messico ed è più pura e potente rispetto agli anni passati. Il passaggio alla metanfetamina prodotta in Messico è evidenziato dal drammatico calo dei sequestri di laboratori clandestini nazionali. Nel 2023, l'El Paso Intelligence Center (EPIC) della DEA ha documentato 60 sequestri di laboratori clandestini di metanfetamine a livello nazionale, un netto confronto con il 2004, quando furono sequestrati 23.700 laboratori clandestini di metanfetamine negli Stati Uniti.

L'NDTA della DEA raccoglie informazioni da molte fonti di dati, come indagini e sequestri di droga, purezza della droga, analisi di laboratorio e informazioni su gruppi criminali nazionali e transnazionali.


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TRAFFICO DI DONNE CINESI COSTRETTE A PROSTITUIRSI: LA POLICIA NATIONAL SPAGNOLA ED EUROPOL SMANTELLANO DUE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI

Giro di prostituzione cinese in Europa: da ultimo la polizia nazionale spagnola (#PolicíaNacional) con il sostegno di #Europol ha smantellato di due organizzazioni criminali che contrabbandavano centinaia di cittadine e cittadini cinesi utilizzando una serie di metodi fraudolenti. Secondo le autorità spagnole, le reti criminali hanno contrabbandato oltre 1 000 vittime, la maggior parte delle quali sono state successivamente sfruttate sessualmente. Si presume che queste organizzazioni abbiano guadagnato 5 milioni di euro dalle loro attività criminali.

L'indagine ha rivelato che le due organizzazioni smantellate avevano sede a Guadalajara, Madrid e Toledo (Spagna), ma avevano filiali sparse in tutta la Spagna, tra cui Barcellona, Coruña, San Sebastián, Siviglia e Valencia. Hanno svolto le loro attività criminali in modo indipendente, anche se occasionalmente hanno collaborato quando necessario.

Le organizzazioni criminali fornivano alle vittime contratti di lavoro fraudolenti e false iscrizioni nei comuni in cui non avevano mai vissuto per ottenere uno status legale in Spagna. Hanno persino organizzato matrimoni fittizi e fornito consigli su come superare con successo i colloqui durante le procedure di candidatura.

Diversi studi legali hanno collaborato con i criminali aiutandoli a redigere la documentazione falsa. Queste aziende hanno ricevuto in cambio tra i 500 e i 1 000 euro per ciascuna vittima. Si è trattato di un'indagine complessa condotta in due fasi: nella prima, le forze dell'ordine spagnole hanno arrestato 35 sospettati di appartenenza a un'organizzazione criminale, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e falsificazione di documenti. A seguito di questi arresti, la polizia spagnola ha arrestato altri 34 sospettati con l'accusa di aver rilasciato documentazione fraudolenta per facilitare la legalizzazione dei migranti.

Oltre ai 69 arresti, sono stati sequestrati 7 veicoli di lusso ed 80mila euro in contanti nonchè dispositivi elettronici e documentazione Europol ha fornito supporto per l'analisi operativa durante tutta l'indagine e, il giorno dell'azione, ha inviato un analista a Toledo per fornire assistenza sul posto e competenze forensi.

Il caso è collegato a un’operazione che Europol sostiene dal 2020 e che ha portato allo smantellamento della più grande rete criminale cinese d’Europa coinvolta nella tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale, ed inoltre a un'operazione contro un'organizzazione criminale dedita alla tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale e lavorativo a Maiorca (Spagna), avvenuta nel marzo 2024 e che portò a 17 arresti e alla protezione di 13 vittime.

#prostituzione #trafficodiesseriumani


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Crimini ambientali: come rispondono le legislazioni degli Stati? Una analisi dell'agenzia delle Nazioni Unite evidenzia pregi e carenze

Gli sforzi globali per prevenire i crimini contro la natura e consegnare i trasgressori alla giustizia sono ostacolati da evidenti differenze nelle leggi sulla protezione ambientale tra paesi e regioni. Per tale ragione #UNODC, l'Agenzia delle Nazioni Unite che ha sede a Vienna ed è deputata ad analizzare e dare suggerimenti per combattere il crimine in ambito globale ha realizzato recentemente un rapporto, inserito nel più ampio GLOBAL ANALYSIS ON CRIMES THAT AFFECT THE ENVIRONMENT, perché come affermato da Angela Me, Capo della ricerca e analisi presso l'Agenzia, “una legislazione più severa può aiutare a scoraggiare i trasgressori ed espandere la gamma di strumenti e risorse investigative per le forze dell'ordine per fermare i crimini che colpiscono l'ambiente”.

“Il paesaggio della criminalizzazione ’ è la prima parte della articolata Analisi globale dei crimini che colpiscono l'ambiente. L'UNODC esamina come tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite definiscono i crimini contro la natura e le punizioni che hanno fissato per violare le leggi ambientali.

Gravi violazioni Lo studio riguarda nove aree di reati connessi alla natura: deforestazione e disboscamento, inquinamento acustico, pesca, gestione dei rifiuti, protezione della fauna selvatica e inquinamento dell'aria, del suolo, e rifiuti – ha stabilito che non meno dell'85% degli Stati membri delle Nazioni Unite criminalizza i reati contro la fauna selvatica.

Almeno il 45% dei paesi impone pene di quattro o più anni di carcere per alcuni reati ambientali, classificandoli come reati “gravi” secondo quanto fissato dalla Convenzione contro il crimine organizzato transnazionale (UNTOC), uno standard universalmente riconosciuto.

“ La nostra recensione mostra progressi a livello globale nel promuovere le leggi sulla protezione ambientale “, ha affermato Angela Me. Tuttavia, ha osservato che la legislazione e l'applicazione rimangono irregolari, creando “opportunità per i gruppi criminali di sfruttare le lacune nelle risposte. ”

La fauna selvatica e i rifiuti sono le aree in cui la maggior parte dei paesi (rispettivamente 164 e 160) include almeno un reato correlato nella propria legislazione nazionale. Al contrario, l'inquinamento del suolo e del rumore (rispettivamente 99 e 97) sono le aree in cui il minor numero di paesi ha disposizioni penali.

Variazioni regionali Il livello di criminalizzazione e sanzioni varia a seconda del paese e della regione. Ad esempio, in Oceania, il 43% dei paesi considera la pesca illegale un crimine grave (con conseguente reclusione in quattro o più anni), mentre in Europa, solo il due per cento dei paesi lo classifica come tale. Nel frattempo, 12 paesi su 18 nell'Africa orientale considerano i reati contro la fauna selvatica reati gravi.

L'Africa e l'Asia hanno la più alta percentuale media di Stati membri con sanzioni che soddisfano la definizione di reato grave, indicando che la legislazione non è necessariamente debole ma che manca l'applicazione.

Crimine della fauna selvatica Delle nove aree esaminate, i reati contro la fauna selvatica sono più frequentemente coperti dalla legislazione penale, con 164 Stati membri che mantengono tali disposizioni.

La legislazione nazionale di molti paesi supera persino i requisiti di #CITES, la convenzione internazionale che regola il commercio transfrontaliero di specie minacciate di estinzione.

A livello globale, le sanzioni per i crimini della fauna selvatica si estendono da pochi giorni alla vita in prigione, mentre le multe possono variare da pochi dollari USA a tre milioni.

Accanto alla fauna selvatica, i crimini legati ai rifiuti sono altamente criminalizzati, con 160 paesi che considerano i rifiuti impropri un crimine e includono almeno un reato correlato nella loro legislazione.

Al contrario, l'inquinamento del suolo e del rumore è il meno protetto, con solo 99 e 97 paesi, rispettivamente, considerando gravi queste violazioni.

Carenze legislative Il rapporto evidenzia discrepanze nel modo in cui le leggi vengono applicate agli individui rispetto alle imprese, con le imprese che spesso sfuggono con semplici multe, mentre gli individui possono arrivare a subire la reclusione.

Gli autori suggeriscono che i paesi potrebbero migliorare la legislazione per consentire la confisca dei mezzi utilizzati per commettere reati ambientali o proventi da tali reati. L'attuale mancanza di tali disposizioni porta spesso a perseguire i autori di reati minori piuttosto che i grandi attori economici che commettono crimini ambientali.

Secondo gli esperti dell'UNODC, esistono diverse aree per il miglioramento della legislazione e delle sanzioni ambientali. Gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione l'aumento delle sanzioni e l'espansione dell'uso di strumenti di cooperazione internazionale come l'estradizione o l'assistenza giudiziaria reciproca.

C'è anche la necessità di una maggiore raccolta di dati su questi crimini, una migliore applicazione della legislazione, e una maggiore ricerca sulle sanzioni amministrate e la loro efficacia, hanno detto, aggiungendo che tali informazioni aiuteranno a capire quali proporzioni di criminalizzazione sono più efficaci nella prevenzione dei crimini ambientali.

Il link al Rapporto: https://css.unodc.org/documents/data-and-analysis/Crimes%20on%20Environment/ECR_1.Legislative_Review.pdf


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Cooperazione bilaterale con gli Emirati Arabi Uniti. A Dubai corso di formazione sul riciclaggio di denaro

Il corso è stato rivolto a 60 operatori del Ministero dell’Interno emiratino, nonché appartenenti alle sette Forze di Polizia, alla Magistratura e all’Unità di Informazione Finanziaria (FIU).

Foto di gruppo dei partecipanti

La formazione è stata svolta su cinque giorni dall’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di polizia del nostro Dipartimnto della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, con l’Esperto per la Sicurezza italiano presso la locale Ambasciata ed in risposta a una specifica richiesta dell’Ufficiale di collegamento emiratino in Italia.

Durante il corso la delegazione italiana, che era composta da rappresentanti di varie articolazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno (vedi nota 1), dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, si è confrontata con i discenti emiratini su molteplici aspetti inerenti il sistema di law enforcement, le attività formative e le attività connesse al contrasto e al riciclaggio di denaro, avviando un proficuo dialogo su cui basare i futuri sviluppi di una reciproca collaborazione in tale ambito.

Sono state svolte sette sessioni, nelle quali i docenti italiani hanno illustrato il sistema normativo italiano come esempio per intaccare i patrimoni illeciti in particolare della criminalità organizzata transnazionale, e approfondito tematiche quali la prevenzione al contrasto al riciclaggio di denaro nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso, i crescenti fenomeni di frode attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, l’approccio “follow the money” quale strategia chiave che consente di seguire il flusso di denaro illecito attraverso i circuiti finanziari globali, l’utilizzo dell’Asset Recovery Office come strumento per la localizzazione e congelamento dei beni provento di attività criminali, l’evoluzione della normativa italiana in tema di giochi e scommesse, i dettagli tecnici inerenti le criptovalute, le metodologie di trattamento, il prelievo e la confisca degli asset virtuali, con un focus sulla collaborazione internazionale che consente di accedere ad una vasta gamma di dati finanziari e bancari, cruciali per ricostruire i complessi schemi di riciclaggio.

I lavori hanno riscosso il plauso della delegazione emiratina che ha espresso sentimenti di gratitudine per l’expertise italiana, per l’ organizzazione e la capacità di coordinamento delle Forze di polizia assicurata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, auspicando una prosecuzione della collaborazione in ambito formativo, al fine di avviare un percorso di creazione e condivisione di esperienze e di buone prassi e consolidamento di similari capacità in favore degli esperti di settore.

Nota 1: Servizio relazioni internazionali-Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle FF.p.,Direzione Centrale della Polizia Criminale, Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato

#DipartimentodellaPubblicaSicurezza #MinisterodellInterno #ArmadeiCarabinieri #GuardiadiFinanza #Dubai #Espertoperlasicurezza


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Produttore internazionale di pneumatici sotto indagine. Pneumatici esplosi hanno portato alla morte colposa di tre camionisti.

Una importante indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Besançon e dalla Gendarmerie Nationale – Dipartimento investigativo criminale di Amiens francesi, con l'Autorità Giudiziaria e la Polizia di Anversa (Belgio) e la Polizia del Granducato di Lussemburgo, sotto l'assistenza di #Eurojust. Una serie di perquisizioni coordinate di locali e uffici di un produttore internazionale di pneumatici sono avvenute su richiesta delle autorità giudiziarie di Besançon nell'ambito delle indagini su un omicidio colposo, legato a guasti tecnici che hanno portato all'esplosione di pneumatici.

Le indagini in Francia riguardano una serie di incidenti avvenuti tra il 2011 e il 2016, che nell'ipotesi investigativa hanno portato alla morte di tre camionisti. Le indagini stanno esaminando se il produttore di pneumatici fosse a conoscenza di potenziali guasti e se l'azienda avesse affrontato o meno i problemi tecnici.

Nel 2023 le autorità francesi hanno chiesto a Eurojust di fornire consulenza legale sugli aspetti transfrontalieri delle indagini e di coordinare le azioni giudiziarie in vari Stati membri dell’UE. A tal fine, l'Agenzia ha istituito un centro di coordinamento presso la propria sede all'Aja per assistere le autorità interessate nelle indagini e nelle perquisizioni simultanee in Francia, Belgio e Lussemburgo.


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