Cooperazione Internazionale di Polizia

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LOTTA AL TRAFFICO ILLECITO MARITTIMO. L'ESPERIENZA DEL PROGRAMMA SEACOP

La cooperazione internazionale è fondamentale nel contrasto ai traffici illeciti marittimi per diversi motivi: la natura transnazionale dei traffici: le rotte del traffico illecito (droga, armi, esseri umani, legname, ecc.) attraversano più giurisdizioni. Nessun Paese può affrontare efficacemente il problema da solo.La condivisione di informazioni e intelligence: la cooperazione consente lo scambio tempestivo di dati tra forze dell’ordine, dogane e autorità marittime. La standardizzazione delle procedure: operare con protocolli comuni facilita le operazioni congiunte e migliora l’efficacia dei controlli. La formazione e rafforzamento delle capacità: i Paesi con meno risorse possono beneficiare del supporto tecnico e formativo di partner più esperti. La risposta coordinata: le operazioni congiunte permettono di colpire simultaneamente più nodi della rete criminale.

Il progetto SEACOP dell’Unione Europea

Il SEACOP (Seaport Cooperation Project) è un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea, giunta alla sua sesta fase (SEACOP VI), che mira a rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta contro il traffico illecito via mare. Obiettivo principale è contrastare il traffico di droga e altri traffici illeciti (come il legname) attraverso il rafforzamento delle capacità operative e di intelligence nei porti di Africa, America Latina e Caraibi. Le attività principali consistono nella creazione e supporto di Unità di Intelligence Marittima (MIUs) e Unità di Controllo Marittimo Congiunto (JMCUs); nella formazione di agenti locali su tecniche di ispezione, profilazione dei rischi e cooperazione internazionale; nella promozione della condivisione in tempo reale delle informazioni tra Paesi partner e agenzie europee come FRONTEX, MAOC-N, e le forze dell’ordine nazionali.

In sintesi, SEACOP rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione internazionale possa tradursi in azioni operative efficaci contro le reti criminali transnazionali, contribuendo alla sicurezza globale e allo sviluppo sostenibile delle regioni coinvolte.

SEACOP ed i Paesi del Caribe

Grazie a SEACOP, 13 paesi del Caribe hanno potuto aumentare la loro capacità di risposta ai pericoli marittimi, con oltre 120 sequestri di merci illecite e miglioramento della coordinazione nazionale e regionale.

Il progetto si basa su un approccio decentralizzato e rispondente alle esigenze della regione, formando “equipaggiamenti virtuali”, inter-agenzie che possono rispondere ai pericoli in modo rapido e efficace. In 10 anni, SEACOP ha formato oltre 750 ufficiali e ha migliorato la capacità di risposta dei paesi del Caribe ai pericoli marittimi.

SEACOP VI

Il progetto SEACOP VI mira a combattere il traffico di stupefacenti e le reti criminali associate in America Latina, Caraibi e Africa Occidentale. L'obiettivo principale è interrompere i flussi illeciti e rafforzare la cooperazione tra le autorità responsabili della sicurezza dei confini e della lotta al crimine organizzato. Il progetto si concentra su tre obiettivi principali: rafforzare le capacità di analisi e identificazione di navi sospette, rinforzare le capacità di ricerca e intercettazione di merci illecite e migliorare la cooperazione e la condivisione di informazioni a livello regionale e transregionale.

Il progetto SEACOP VI è il sesto fase del progetto Seaport Cooperation e si concentra su una gamma più ampia di attività illecite, compresa la criminalità ambientale e i flussi illeciti transatlantici. Il progetto si avvale dell'esperienza di diverse agenzie europee e lavora in stretta collaborazione con le autorità locali per combattere il crimine organizzato e garantire la sicurezza dei confini.

I principali successi di SEACOP

Operazione GRES-Atlantico-SUR (giugno-luglio 2024) Questa iniziativa, nata nell’ambito di SEACOP, ha coinvolto Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Senegal e ha ottenuto risultati straordinari in appena un mese: oltre 5 tonnellate di cocaina sequestrate (4 tonnellate in Paraguay, 800 kg in Argentina, 380 kg in Brasile, 1 tonnellata di marijuana sequestrata in Paraguay, più di 10 arresti in operazioni coordinate, controlli su oltre 15 navi e container marittimi, numerosi controlli aerei e nei porti strategici come Santos (Brasile), Montevideo (Uruguay), Dakar (Senegal) e Asunción (Paraguay). L’operazione ha dimostrato l’efficacia della condivisione di intelligence marittima e fluviale. Ha portato alla creazione di centri di coordinamento operativo in Argentina e Senegal. È in fase di espansione con il progetto GRES-Ports, che mira a rafforzare i controlli nei principali porti del Pacifico e dei Caraibi. Il successo è stato possibile grazie alla collaborazione con: EMPACT (piattaforma europea contro le minacce criminali), MAOC-N (Centro di analisi e operazioni marittime), Progetto COLIBRI, EUROFRONT, e la Rete Iberoamericana dei Procuratori Antidroga (RFAI). Questi risultati mostrano come SEACOP stia evolvendo da un progetto di formazione e capacity building a una rete operativa internazionale capace di colpire duramente le reti criminali transnazionali.

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Attualità: il mandato di arresto europeo (MAE), uno strumento operativo per le Autorità Giudiziarie e le Polizie dell’Unione Europea

Recentemente abbiamo parlato della ricerca di latitanti in ambito #UnioneEuropea (vedi qui). Di seguito trattiamo di uno strumento operativo che consente e la ricerca e la cattura da parte delle Forze di Polizia dell' #UE di soggetti inseguiti da un mandato emesso dall'Autorità Giudiziaria.

Il MAE. Che cos’è

Operativo dal 1° gennaio 2004, il #mndatodiarrestoeuropeo ha sostituito i lunghi procedimenti di estradizione tra gli Stati dell'UE. È infatti un procedimento giudiziario semplificato di consegna ai fini: – dell'esercizio dell'azione penale, – dell'esecuzione di una pena, – di una misura di sicurezza privativa della libertà.

Un #MAE emesso dalle autorità giudiziarie di uno Stato membro è valido in tutto il territorio dell'Unione europea. Un'autorità giudiziaria di uno Stato membro dell'UE perché si proceda all'arresto di una persona in un altro Stato membro e la si consegni allo Stato membro richiedente ai fini sopra richiamati. Il meccanismo si basa sul principio del riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie. Opera mediante contatti diretti tra autorità giudiziarie. Nell'applicare il MAE, le autorità devono rispettare i diritti procedurali degli indagati/imputati (diritto ad essere informato, a nominare un avvocato e un interprete, nonché al gratuito patrocinio) come stabilito dalla legge nel paese in cui sono stati arrestati.

Cosa cambia rispetto alle procedure di estradizione tradizionali?

Termini rigorosi: il Paese in cui la persona è arrestata deve adottare la decisione finale sull'esecuzione del mandato d'arresto europeo entro 60 giorni dall'arresto. Se la persona arrestata acconsente alla consegna, la decisione è presa entro 10 giorni. La persona ricercata deve essere consegnata il più rapidamente possibile a una data convenuta tra le autorità incaricate, al massimo entro 10 giorni dalla decisione finale relativa all'esecuzione del mandato d'arresto europeo. Doppia incriminazione: per 32 categorie di reati, non si procede a verificare che l'atto costituisca un reato in entrambi i paesi. L'unico requisito è che sia punibile con una pena edittale massima della reclusione di almeno tre anni nel paese che ha emesso il mandato. Per gli altri reati, l'arresto può essere subordinato alla condizione che l'atto costituisca un reato nel paese d'esecuzione. Assenza di intervento a livello politico: le decisioni vengono prese unicamente dalle autorità giudiziarie, senza alcun tipo di considerazioni politiche, quindi in linea di principio, gli Stati membri dell'UE non possono più rifiutare la consegna dei propri cittadini, a meno che assumano la competenza per l'azione penale o l'esecuzione della pena privativa della libertà nei confronti del ricercato.

Esistono garanzie?

Il paese che esegue il MAE può chiedere le seguenti garanzie: a. dopo un certo periodo la persona avrà diritto a chiedere una revisione, nel caso in cui si sia trattato di una condanna all'ergastolo; b. il ricercato può trascorrere il periodo di detenzione nel paese d'esecuzione, se si tratta di un cittadino o di un residente (abituale) in tale paese. Vi sono motivi tassativi per rifiutare il MAE? Un paese può rifiutare la consegna della persona oggetto del mandato solo nel caso in cui si applichi uno dei seguenti motivi per il rifiuto obbligatorio o facoltativo: Rifiuto obbligatorio: – la persona è stata già giudicata per lo stesso reato (principio del ne bis in idem); – minori (il soggetto non ha compiuto l'età prevista per la responsabilità penale nel paese d'esecuzione); – amnistia (il paese d'esecuzione avrebbe potuto perseguire il soggetto e il reato è stato amnistiato in tale paese). Rifiuto facoltativo: qualche esempio: – mancanza di doppia incriminazione per i reati che non siano compresi tra i 32 reati di cui all'articolo 2, paragrafo 2, della decisione quadro sul MAE; – giurisdizione territoriale; – procedimento penale in corso nel paese dell'esecuzione; – prescrizione.

Per saperne di più

https://e-justice.europa.eu/content_european_arrest_warrant-90-it.do


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