@marcocamisanicalzolari

University Adjunct Professor in Digital, Book writer, TV personality, in Informatics field since 1993

Credo che la definizione “Imprenditore digitale” sia abusata.

Ci sono imprenditori che USANO il digitale. Altri che GOVERNANO il digitale. E poi ci sono quelli che LAVORANO nel settore digitale, e altri ancora che CREANO pezzi di digitale.

Forse possiamo dividerli in quattro livelli. 4 USANO 3 GOVERNANO 2 LAVORANO 1 CREANO

4 Un esempio di chi lo USA sono gli influencer. Quelli che utilizzano app o strumenti esistenti per vendere “se stessi” e i prodotti o servizi correlati. Non serve essere esperti della tecnologia dietro. Io posso USARE un'automobile senza nemmeno sapere come si guida. Prendo un taxi per esempio.

3 Chi invece lo GOVERNA, fa un lavoro non necessariamente legato al digitale, ma che ha bisogno del digitale per funzionare. Per esempio chi ha un sito di e-commerce di autoricambi. Deve saper governare l'e-commerce, ma al fine di vendere i propri prodotti, non di diventare esperto di e-commerce o lavorare nel settore degli e-commerce. Un parallelismo è quello di un pilota. Sa guidare bene, ma non deve lavorare nel settore automotive o saper progettare un'automobile.

2 Chi LAVORA nel settore, invece si occupa del digitale e dei suoi prodotti, a prescindere da quali siano. Il suo prodotto è il digitale. Per esempio chi ha una web agency e fornisce servizi a terzi come il social media management o la creazione di un sito. Sempre con la metafora automobilistica, chi lavora nel settore delle auto può essere un concessionario, un meccanico, un tuner, un carrozziere.

1 Chi CREA il digitale è chi progetta un'App, una piattaforma, o un nuovo servizio online. Per capirci chi ha creato Instagram è diverso da chi sa usare Instagram. Nelle auto è chi progetta un'automobile o un'azienda che le produce.


Per cui quando la stampa dice “Imprenditore digitale” riflettiamo sul significato e sul “livello”, perché ultimamente sento definire imprenditore digitale chi lo USA (Livello 4). Ma che col digitale in sé ha ben poco a che fare. Un po’ come dire imprenditore automobilistico perché lo vedi sempre in macchina in quanto fa il rappresentante di abbigliamento.

Marco Camisani Calzolari

La realtà aumentata e la realtà virtuale sono due mondi profondamente diversi. Quando li mettono insieme, di solito, è per dare un po’ più di valore alla realtà virtuale.

La realtà aumentata è una tecnologia che aggiunge alla realtà fisica contenuti digitali come elementi e informazioni. A mio parere, avrà un grandissimo futuro appena i device lo renderanno possibile. Per ora quello più utilizzato è lo smartphone, ma quando potremo avere device più usabili, non invasivi, con risoluzione più alta e batteria che duri a sufficienza, questa diventerà una tecnologia di successo.

La realtà virtuale, invece, è un mondo a sé, alienante e distante dalla realtà fisica. Si entra in un mondo 3D parallelo attraverso dispositivi come l’oculus, maschere o strumenti simili. È una tecnologia oggi molto usata e che continuerà a esserlo… solo che molti la chiamano metaverso, un termine che, invece, ha un significato diverso e molto più complesso.

Occhi aperti, amici, perché in questo momento sono molti i venditori di fuffa che stanno appiccicando termini vuoti, hype e buzzword come metaverso, web3 e NFT ai concetti di realtà aumentata e realtà virtuale, solo per far apparire buona la loro robaccia.

Marco Camisani Calzolari

Non si sente più parlare di Startup in pompa magna come una volta. Quindi sono morte loro e il settore?

No. Semplicemente allora c'era la moda, l'hype, si parlava solo di quello. La politica riteneva che fosse la risposta al precariato e sosteneva i vari storyteller delle Startup. Ogni tanto qualcuno vinceva qualche Startup show o concorso e riceveva un assegno da 10.000 euro che veniva sventolato come un premio.

Io dicevo che così si facevano danni e basta. Che con 10.000 euro non ci paghi nemmeno un anno dello stipendio di una persona. Ma ero il rompiballe, quello contro il circo in cui partecipavano tutti, ognuno per mangiare un mezzo pasticcino sbriciolato. Mentre la torta per finanziare il “cinema” l'hanno mangiata i soliti pochi e sul tavolo non è rimasto nulla. Nemmeno la scritta “Startup”.

Dopo 10 anni il “cinema” si è sgonfiato. C'è ancora qualche sopravvissuto che cerca ancora fondi in giro, semi disperato, magari da 10 anni con la stessa mezza idea o prototipo che nel frattempo è diventato desueto... e ancora ha il coraggio di dire “Start-up” senza vergognarsi. Negli anni si è visto che senza finanziamenti adeguati non si fanno prodotti straordinari. Anzi, si fanno frittelle senza buco. Gli storyteller di allora hanno cambiato mestiere e ora sono quasi tutti in giro a parlare di Metaverso. Sono sempre gli stessi. Stesse tecniche, stesse logiche, stesse cricche, stesso supporto politico basato sul nulla.

Anche questa volta io sono sempre il solito rompiballe realista, mentre là fuori si dividono i mezzi pasticcini. La torta che finanzia il nuovo “cinema” la mangeranno sempre gli stessi pochi.

E anche questa volta sul tavolo non rimarrà nulla, anche perché di nulla si tratta.

Marco Camisani Calzolari

IL MONDO FAKE DELLE CRYPTO

Il mondo fake delle crypto è in caduta verticale. In solidità generale si salva solo Bitcoin. Ho cercato di salvare più persone possibili a suo tempo.

È un mercato complesso, non adatto ai non professionisti, ma i furbacchioni vendevano ovunque la speranza di diventare ricchi con i loro NFT, con le loro shitcoin. Purtroppo ci sono finiti dentro molti minorenni perché grazie all’anonimato avevano accesso a un mondo troppo grande per loro.

Non so quanti ne ho salvati in questi anni.

Pensate che negli ultimi anni non ho mai avuto il problema degli hater a parte quando ho toccato il mondo crypto. All’inizio era perfino impossibile dire che fossero schemi Ponzi o che attraessero ludopatici, perché mi mangiavano vivo appena lo accennavo.

Ma ne è valsa la pena. Salvarne anche solo uno è un successo.

Se sono persone fisiche, guru vari, vi consiglio di farvi ridare i soldi da chi vi ha venduto NFT e robaccia crypto. Se non ve li ridanno denunciateli per truffa.

Marco Camisani Calzolari

“O CAMBI O MUORI”

Quindici anni fa andavo in giro per convegni con uno speech dal titolo “O cambi o muori”.

Spiegavo che senza cambiare modo di lavorare, senza usare la Rete per vendere, per produrre, per farsi conoscere, sarebbero presto “morti” come business.

Molti imprenditori ridevano e mi spiegavano che la loro attività era florida e che avevano sempre lavorato in quel modo. Bello il digitale, ma per ora va bene così.

Eccoci anni dopo, in un’economia che funziona prevalentemente online, e per certi business è tardi. Ripensare tutto da zero ora costa molto di più…

Marco Camisani Calzolari

PICCOLA STORIA DEI FUFFA GURU

Piccola storia dei fuffa guru da condividere.

Prima vendevano corsi per diventare esperti di marketing digitale, copiando dai guru venditori di sogni americani. Chi ha seguito i loro corsi si è accorto che ha comprato fuffa inutile.

Ma quei corsi hanno smesso presto di rendere e così hanno iniziato a vendere corsi per diventare esperti di affiliation marketing o dropshipping. Anche quelli ovviamente copiati dai guru americani che a loro volta si sono spostati lì. Ma dopo aver seguito i corsi nessuno riusciva a fare i soldi promessi e anche quel mercato è morto. Tutto durava massimo due, tre anni, poi le carte si scoprivano e dovevano cambiare nuovamente area.

Poi i guru americani hanno smesso coi corsi e hanno trovato un metodo più complesso: creano una cryptomoneta e la promuovono nei vari gruppi di ludopatici che nel frattempo sono aumentati a dismisura. Minorenni compresi purtroppo perché in quel mondo, per ora generalmente deregolamentato, non ci sono barriere all’ingresso e senza scrupoli hanno puntato proprio sui ragazzi alla ricerca di un futuro. Anche quel mondo ora rende meno perché ormai sono tanti ad aver perso soldi e la voce gira.

Poco tempo fa un “fork” di questi ha iniziato a vendere collezioni di NFT. Ha fatto qualche centinaia di migliaia di euro e pare che ci sia chi continui a comprarglieli senza rendersi conto che sta comprando il nulla cosmico. Altri “fork” cavalcano l’hype del metaverso, che non sanno nemmeno loro cosa sia, ma fa cool.

Ovviamente non esiste alcun metaverso e probabilmente non esisterà mai un mondo unico, 3D e decentralizzato di grande scala. Ma lo riescono a vendere perché ricordiamoci, sono venditori. Fanno vedere mezza paginetta in finto 3D, dicono che è il loro metaverso, quello che avrà un successo pazzesco e in cui devi entrare subito o te ne pentirai. Ci appiccicano sopra una crypto dicendo che se la compri ora poi diventerai ricco. Da guru della vendita sono diventati di colpo futurologi della tecnologia e chi dice il contrario è un boomer antico che non ha capito dove stiamo andando.

Dalla finta sede a Londra si sono spostati alla finta sede a Dubai (da londinese dico per fortuna) e se inizi a dubitare di dicono “HODL!”. Non andare via, te ne pentirai! Perché come tutti i Ponzi, se iniziano uscire poi crolla tutto in quanto non sostenibile.

Cambiano le mode, cambiano i tempi, ma la logica è sempre quella raccontata da uno dei più grandi cantautori della storia, Edoardo Bennato:

“I migliori, in questo campo siamo noi È una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai Che non ti pentirai Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai Noi sapremo sfruttare le tue qualità Dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso Per la celebrità Non vedi che è un vero affare Non perdere l’occasione se noi poi te ne pentirai Non capita tutti i giorni Di avere due consulenti Due impresari, che si fanno In quattro per te Avanti, non perder tempo, firma qua È un normale contratto, è una formalità Tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te Un divo da hit parade Quanta fretta, ma dove corri, dove vai Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi Lui è il gatto ed io la volpe, siamo in società Di noi ti puoi fidar“.

Marco Camisani Calzolari

DURANTE LA FEBBRE DI SECOND LIFE...

Nel 2008 durante la febbre da Second Life avevo scritto un articolo in cui dicevo:

“Sfido il lettore che oggi ha o vorrebbe una presenza su Second Life a giustificare la scelta attraverso ragioni che siano diverse da “così poi faccio un comunicato stampa e se ne parla”.

Mi dicevano che ero indietro e non capivo l’innovazione e che Second Life stava sostituendo il vecchio web. Sono passati 14 anni e la storia si ripete con il Metaverso. La differenza è che siamo regrediti. Almeno cosa fosse Second Life si sapeva…

Leggi l'articolo “L’efficienza del Web 2.0” (1 luglio 2008) a questo link: https://www.agoravox.it/L-efficienza-ai-tempi-del-Web-2.html

Marco Camisani Calzolari

“MA SEI CONTRO LE CRYPTO?”

“Ma sei contro le crypto? Vedo solo post contro…”

Sono 30 anni che lavoro nel mondo digitale e periodicamente ci sono state varie mode.

Ogni volta i giornali scrivevano solo di quella singola moda digitale e le persone pensavano che solo quello fosse il futuro. Nonostante chi studiava questo mondo da anni, continuasse a dire che solo di moda si trattava.

Ricordo quando le prime pagine dei giornali pubblicavano qualsiasi cosa riguardasse Second Life. Tutte le aziende “sbarcavano su Second Life” (i titolisti dei giornali amano questo termine)… Io dicevo e scrivevo che fosse una follia, che non era usabile e stavano tutti impazzendo per il nulla…

E ovviamente ero diventato l’anti Second Life… Oggi Second Life è un granello di polvere nell’universo. Finita la moda. Poi si passa al 2010 in cui si parlava solo Startup. Non c’era un convegno o un evento che non contenesse quella parola. Io ovviamente cercavo di spiegare che, soprattutto in Italia, la quantità di soldi in circolazione per quel settore era ridicola, che nelle tasche degli startupper finivano quattro lire. Che non potevano certo risolvere il problema della disoccupazione giovanile cercando di convincerli a diventare tutti imprenditori.

E ovviamente ero diventato l’anti Startup… Oggi le startup sappiamo che devono essere ben finanziate e che quello storytelling diffuso era fuffa. Finita la moda. Poi dal 2015 la nuova buzzword è stata la blockchain e il mondo crypto ad essa connesso. Ma la portata in termini di comunicazione ora è ordini di grandezza rispetto a 20 anni fa, perché questa volta circolano quantità di denaro impensabili per allora. Il nuovo storytelling parla di futuro, non del presente come fu nel caso del web 2.0 nel 2004.

La grande differenza era che quella definizione descriveva un fenomeno già avvenuto. Perché dal 2000 al 2004 eravamo rimasti in pochi a continuare a produrre per il Web e dopo 4 anni il mondo se ne era accorto… Era cambiato così profondamente che Tim O’Reilly gli aveva dato un nome nuovo. Una nuova versione.

Questo invece è un futuro tutto da dimostrare, spesso poco probabile, affamato di soldi come mai e che brucia buzzword a una velocità mai vista prima. Un futuro che chiamano Metaverso, un termine vuoto, che significa tutto e niente. Oppure lo definiscono Web3. Altro termine vuoto che si riferisce a una decentralizzazione di fatto inesistente. Ma soprattutto tutto alla fine è attaccato alle crypto, perché è da lì che ciucciano soldi alle persone.

Il 99.9% è un Ponzi quando va bene e scam quando va male. La maggior parte dei progetti sfrutta il desiderio di arricchirsi delle persone e la ludopatia latente. Un mondo che questa volta conta su 5 miliardi di utenti Internet nel mondo. I venditori possono essere ovunque nel pianeta e i compratori pure. È un mondo in cui tutto è anonimo, soprattutto i truffatori.

Vivremo tutti in un mondo virtuale in 3D? Pagheremo solo con le crypto? Avremo NFT per tutto? Forse sì, forse no, ma una cosa è certa, gli unici che si stanno arricchendo sono quelli che vendono le scatole vuote con scritto sopra crypto, metaverso, NFT.

E ovviamente questa volta sono diventato l’anticrypto… Ci rivediamo tra 5/10 anni, come al solito…

Marco Camisani Calzolari

I VENDITORI DI ARIA FRITTA

Purtroppo in un mondo molto tecnico, come quello di Internet e della blockchain, da due anni sono arrivati i venditori di aria fritta. Sono loro che hanno spiegato come funziona a una grande quantità di persone. Ma male e con l’unico focus di farci soldi. Anzi di farceli loro.

Se non ci fosse stato il mito del “fare i soldi” nessuno avrebbe ascoltato nemmeno 10 secondi di quel genere di spiegazioni tecniche. Vi assicuro che prima di Bitcoin, della crittografia non fregava niente a nessuno. Era l’argomento più scacciaf… del cosmo.

Purtroppo però il settore è stato invaso da persone a cui mancano le basi per comprenderlo a fondo. La complessità della crittografia e della blockchain è addirittura aumentata, ma per l’effetto Dunning-Kruger, unito alla deviazione del mito della libertà anti-istituzioni, e alimentato dalla crisi e dalla legittima voglia di riscatto, pensano di vedere il mondo dall’alto quando lo stanno guardando solo dal buco della serratura.

Magari hanno cultura elevata in altri campi ma, pur non conoscendo la differenza tra bit e Byte, arrivano ad avere opinioni su questioni tecniche che pensano di conoscere ma che in realtà non comprendono. Un po’ come se domani l’astrofisica diventasse un luogo di speculazione economica.

In pochi mesi avremmo milioni di persone che litigherebbero con gli astrofisici sulla curvatura dello spazio, perché:

“Un amico mi ha detto che ha fatto i soldi con un buco nero, per cui non è vero che abbia tutta questo campo gravitazionale come dite voi boomer”.

“E tu astrofisico chi ti credi di essere, sei solo un vecchio che non capisce la rivoluzione dei buchi neri e hai perso il treno! Chi ti paga per fare disinformazione?”

Marco Camisani Calzolari

Marco Camisani Calzolari

D: Ce l’hai con Bitcoin perché hai perso il treno!R: Ho Bitcoin minati nel 2010. Allora era solo una tecnologia, non una speculazione. Oggi sembra strano, ma allora era un white paper che ci interessava in quanto rivoluzionario tecnicamente. L’ambiente non era frequentato da chi ci voleva fare soldi. Non interessava a nessuno se non a noi addetti ai lavori.

Io testo sempre tutte le tecnologie appena escono. È il mio lavoro di ricerca. Dove sono ora? Nel mio ledger e continua a non interessarmi il loro valore. Oggi 10000, domani zero. Non speculo su nulla per mia etica personale.

Inoltre non ce l’ho con Bitcoin né con le crypto. Sono per la civiltà e la legalità. Quando ci saranno le crypto emesse dalla banca centrale e saranno legali solo quelle regolamentate, allora sarà tutto diverso. Studio la blockchain, la insegno da anni e sono contro il vecchiume, non contro l’innovazione.

Mi hanno offerto una cifra fuori dal comune per fare il testimonial di un progetto crypto che, secondo me, era un Ponzi. Non ho accettato.

Viva l’innovazione, ma quella sana. Senza speculazioni sulle spalle della povera gente, senza sfruttamento della ludopatia e senza illegalità.

D: Ce l’hai con gli NFT. Fammi vedere il tuo NFT prima di parlare! Ne hai mai fatto uno?R: Come sopra. Provo e testo tutto per mestiere. Sono contro la speculazione degli NFT artistici. Sono stato tra i primi a evidenziare i limiti di ERC-721. Gli NFT, intesi come token con metadati sulla blockchain, sono utili in molti meno casi di quelli che raccontano gli storyteller. Il problema sta nel naming. Chiameranno NFT il vestito che compreremo dentro un videogame in 3D, all’interno di una blockchain privata, ma il significato sarà completamente diverso.

Il “mio” primo NFT? Questo: https://cutt.ly/5PR7tEI fatto il 20 marzo 2021 :)) Ah se mai qualcuno lo comprasse a qualche fantastiliardo devolverò i proventi alle vittime della ludopatia.

D: Ma chi ti paga per fare questa crociata?R: Nessuno. Anzi. Sono sempre tra i primi a prendere “le botte”. Quando l’anno scorso ho detto che nel mondo delle shitcoin è pieno di ludopatici mi hanno insultato. Ora lo dicono in molti anche nel settore ed è diventata cosa nota. In pratica prendo “le botte” per primo e quando poi diventa cosa nota nessuno me ne dà il merito.

Marco Camisani Calzolari