out

chi non muore si...permette di vivere ancora [out] La verità è figlia del tempo [F. Bacon]

VAI VIA

Sei in me ogni istante tanto da chiederti d'andar via. Solo un attimo. Lo fai e mi volto, indietro poi davanti, di fianco e dove cazzo sei?

Mi hai dato retta, subito, sono deluso, avresti dovuto opporti per farmici ripensare, è stato un vaivia veloce eppure hai colto al volo.

E dal mio volo sono atterrato atterrito: dal volo a solo. Per chi combatterò ora?

Vai via se quel noi non vuoi, invece resta se ti sono in testa, nessuno muore di solo cuore.

L'incubo sbotta, vedo la luce dell'alba, da sveglio realizzo che forse dovrei liberarti io, ero e sarò troppo perché vedendoti, capendoti, non mi sono accontentato, ho voluto il mio tutto.

TE

COSÌ

Ti svegli presto, una mezza giornata di lavoro non stressa, senti rumori, alzi il cuscino: eccoli, sono due sogni che stanno litigando. Per rabbonirli li metti in tasca ma frullano irrequieti, forse avresti dovuto metterli nell'umido insieme agli occhi.

Leopardi sei un dilettante

ALERT

Capita nell'avvicinarsi tra persone nuove che scattino delle specie di nocicettori dell'io, avvisatori acustici che segnalano pericolo imminente o potenziale. Ecco che, se sei tu la fonte di pericolo, chi aveva evidente intenzione di conoscerti si ritrae all'improvviso, senza apparente motivo: da “occasione di chissà cosa” diventi l'uomo con l'alone viola. Questo atteggiamento mi ha sempre fatto riflettere perché nei rari eventi (tali erano) in cui sono stato io ad avere i nocicettori in allarme ho comunque deciso di buttarmi nel baratro del “voglio capire”. Non come un mentecatto (o meglio, non più del solito) ma con piglio da esploratore, avanti in allerta vigile perché sempre e comunque voglio evitare quello che per conto mio è uno dei feroci mali dell'umanità: il rimpianto.

CIT

Non sono un gran citazionista ma esistono frasi che più di altre mi segnano, letteralmente:

Voglio continuare a essere folle vivendo la vita nel modo in cui la sogno e non come desiderano gli altri [Paulo Coelho]

Ecco, trovo sia vero anche se a volte bisogna avere, oltre all'indubbia caparbietà, anche quella dose di fortuna/possibilità di sanguinare per quel sogno.

Fino alla fine

E SE?

​E se quel giorno fosse stato per voi il vostro reciproco “ultimo primo bacio?”. In ogni incontro che vada “oltre” c'è un primo bacio ma se il loro incontro fosse davvero quello giusto, unico, finale...allora dopo non ci sarà più nessuna nuova persona, niente nuovi “primi baci”. Rimarrà quello splendido, indimenticabile ultimo-primo-bacio.

SCOPRIRE

C'è sempre qualcosa che non sai di te, ci vuole la persona giusta per fartelo comprendere.

CHISSÀ

Pensieri come soffioni, sono attaccati a te, meningi madri li partoriscono per lasciarli volare una volta cresciuti. Soffioni al vento, disperdono un po' di noi nel mondo e forse un pezzetto troverà la pelle di lei.

Quella giusta, finalmente.

LATTE

Aveva letto ciò che mai avrebbe creduto possibile, una visione dissonante del passato rispetto a come sapeva fosse stato vissuto e da allora ogni favella s'era strozzata all'epiglottidie fino al mancar respiro. Disperato bisogno di tenerezza, la dolcezza che vorrebbe pare persa nella nebbia del tempo ma ecco improvviso un ricordo, valvola di sfogo, cortocircuito attivato dall'inconscio per superare la fase asfittica. Un profumo rinato dalla mente eppure ora lo sente e con esso rivive attimi intensi, di quelli che nessuno schizzo di fango potrà distorcere: torna a quando puliva il faccino della “sua” ricciolosa piccola con la mustela, un latte puzzolente che al contatto con la pelle della nanetta diveniva sublime essenza. Magia inspiegabile: una puzza cambiava in aroma suadente solo perchè il cotone intriso reagiva con quella pelle di pesca a dimostrare che le cose cambiano. Tutto cambia per azioni o reazioni, per chimica o sensibilità...perfino la Princess subito infastidita dal freddo del latte passava dall'incazzoso al sorriso in un attimo.

Ecco ciò che siamo: attimi.

3

Impesterò questo luogo con i miei passati sproloqui a proposito dell'amore assoluto come inteso da me e prendo spunto per iniziare dato uno scambio d'opininoni di oggi. Da sempre sono considerato dal mondo femminile o un povero innamorato ferito e deluso oppure un pericoloso anaffettivo che utilizza la scusante dell'amoreassoluto per non esporsi mai.

Nè l'uno nè l'altro.

Sono solo un tizio che ha sentito troppe parole che non ha saputo/voluto corrispondere pur avendo avuto [per alcune] un sincero trasporto che non era minimamente paragonabile al sentimento che viene così spesso smerciato attualmente.

Tutti amano. Io no.

Sembra ci sia questa pregiudiziale sociale per potersi concedere senza riprovazione morale quando penso esista una differenza tra il libero sesso [sempre auspicabile e mai condannabile] e quello più pensato: non è necessario amare. Se mai lo farò sarà per una volta e sarà finchè avrò respiro, auspicabilmente corrisposto ma potrei anche amare senza essere ricambiato, nel qual caso presumo non avrò gran piacere ma potrò dire a me stesso “sai provare il sentimento vero”.

Per una sola volta.

DUE

Mi fido di te. Mi fido di noi.

Anche se mi ritrovo a tratti sull'altalena dei chissà, zeppo di dubbi sul come sarà non cedo come i matti,

penso ancora a vento e mare a stringer pugni e denti per non esser cupi e perdenti nel vivere un vero amore.

Avevo tredici anni mi pare, invitato spesso a festicciole qui e là tra panini al salame, Fanta e balli con i 45giri una moretta davvero carina m'infilò in tasca una poesia. L'ho tenuta per anni, una specie di trofeodelbabbeo: lei mi piaceva ma temevo il giudizio della combriccola di amici, saremmo stati la prima coppia e non se ne fece nulla.

Non me lo perdonò mai, rancorosa ragazzina dal sorriso speciale: mi è tornata alla mente dopo gli scellerati “versi” summenzionati, composti in una notte di delirio obnubilante da fumi post chinotto. E si, non so perchè in quanto spesso vacillo ma continuo a fidarmidinoi, irrazionale e pervicace manigoldo che vede il futuro ignorando il presente.

Dovrei mettere degli occhiali forse.

la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare

jovanotto