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from norise

FELICE SERINO

POESIE

IN ONDIVAGHI SPAZI 2

29

Seguendo una scia

parole e parole -

vagheggi seguendo una scia d'ispirazione questa dove ti porta

sei come quel tronco in balia della corrente

30

Gli ultimi giorni di A.

povero fratello mio imbottito di morfina e ossigeno ad obnubilare il cervello ora vedi nei tuoi deliri acque che ti sommergono abissi che ti attraggono e fiamme che ti lambiscono e vorresti scappare ti strappi tubicini e flebo legato gridi verso un cielo denso di silenzi entro una infinita notte

(una luce breve si posa sul tuo viso di pietra)

(povero fratello mio non ti ha baciato nuova primavera)

31

Gli scomparsi

nel primo pomeriggio ti lasci dondolare sul filo di un dolce intontimento hai quasi la sensazione possa apparirti un tuo caro da un altrove in una luce spalmata intuita anche se gli scomparsi non sono a comando ci celano sono presenti magari nascosti tra le pieghe del divano

32

Su binari sconnessi

nei corridoi della mente scorre il sangue della verità anche se non lo riconosciamo o non vogliamo “vederlo”

il coltello nello zainetto scolastico la dice lunga su una giovinezza sviata e la famiglia? sorpassata va su binari sconnessi

o è 'allargata' in modo innaturale

33

Ritrovarsi

nascere in un altrove questo il morire -ferve la mente

“tutto si crea nulla si distrugge” sembra ti legga nel pensiero mentre poggi la testa nell'incavo della spalla

un volo mi si ferma negli occhi - penso agli anni andati: i tuoi non hanno sciupato questa luminosità del viso

certo lo sai anche tu: sognando lontananze ci ritroveremo

in un dove che non sappiamo

34

Ipnagogica

il mio doppio con le braccia d'aria s'inabissa nei fondali d'inconscio

35

Le tue ceneri

(ad A.)

una nube si specchia nel lago in pareidolie bizzarre le tue ceneri disperse nel roseto

anche tu a precedermi – io nel vortice degli anni

36

La lotta

all'alba continua l'eterna lotta dell'angelo

folgorato dagli strali lucenti “quello” si ritira ma per poco

per rimontare più agguerrito bava alla velenosa bocca

37

Sognare uno svolìo

arte e poesia tendono a cicatrizzare ferite

si bea il cuore di bellezza

sogna in fondo agli specchi uno svolìo di ali

(ispirata a “L'oisseau blu” 1909, di Maeterlinck: “...gli uccelli azzurri del sogno si nutrono di raggi di luna...”)

38

Una ridda la mente

una ridda la mente crocifissa al blasfemo

sarebbe forse un cadere in demenza meno devastante che questo abbuiarsi del sangue

mostro che come un gioco m'intrappola in un giro vizioso *

ah la non voluta offesa ricada su di me Signore ch'io resti trafitto sulla punta delle stelle

e il sangue ricami le parole: “Ti amo!”

  • affetto da DOC: disturbo ossessivo compulsivo

39

Epifanie

rifrangersi dei rinsanguati echi del divenire

40

Riconciliazione

Verbo fatto bambino nato in una mangiatoia Ti darai in pasto “questo è il mio corpo” sarai appeso ad una croce

Tu compassionevole ci vuoi simili a Te un dì trasfigurati noi nati da uno sputo nella polvere

o felice colpa!

41

La ripulsa

fioca luce emana la tua aura se il cuore non risponde a impulsi di perdono

per legge di contrappasso la tua ripulsa è un boomerang

42

Quel motivo

mi venisse almeno in sogno quel motivo che mi sfugge a ogni ora del giorno e che mi prende il cuore in una lacerante nostalgia

che sia di debussy o di vivaldi o chissà chi?

il non ricordare mi fa mutilato nell'anima

fantastico - un altr'anno se ne va - nell'ora meridiana me ne sto s'una panchina ancora calda di sole seguendo pareidolie in bianche nuvole

43

I difetti

usa le posate in modo non ortodosso infila la manica da sopra la spalla odia gli ombrelli e le filastrocche farsi fare la barba (acconsentirebbe da mani femminili!) deve dare la destra a chi gli cammina a fianco detesta la verbosità vuol sempre dire la sua e interrompe chi sta parlando (ma non pretende l'ultima parola) si accende per questioni di lana caprina fa ogni tanto 6-7 starnuti a raffica è affetto da DOC (disturbo ossessivo compulsivo)

44

Irriverente la mente

irriverente la mente del vegliardo scivola su osceni pensieri

impiccato all'albero più alto il puro ideale

che nutriva il fanciullo a specchio di cielo

45

Fotografie

affacciato sui ricordi da finestra che abbaglia:

vi si sfoglia il quaderno degli anni

ti risucchiano a imbuto gli io i tuoi fantasmi

46

Placebo

poi uscito dal dormiveglia alcune note ti affiorano alla mente che ti lasciano uno stato di grazia tutta la mattina

poco importa se si è trattato di autosuggestione o effetto placebo

47

Lo spartito (a Piergiorgio Frassati)

tendi l'orecchio

ascolta lo spartito che il Signore suona per te solo

48

Invocazione alla Vergine

stargate – Tu orifiamma - misericorde – Mater dulcissima - Avvocata

infinite voci per la Tua grazia

fluenti nell'infinito mare delle beatitudini

49

Corpo di luce

uscire da te stesso è un ritrovarti

non più guardare un orizzonte che “il guardo esclude”

la mente un'espansione dei sensi

là dove si perpetua la bellezza

avrai un corpo di luce

e potrai volare

28.1.25

50

Scomosciuti

le volte -rare- che l'incrocio il suo garbo è una mano che mi carezza il cuore

e il sorriso da 'gioconda' nel dare il buongiorno è balsamo – stato di grazia

rare le volte e si resta sconosciuti

come un'apparizione: è forse l'angelo che me la fa incontrare

rari gl'incontri che vanno a molcere questo scorcio d'anni

29.1.25

51

Sogno impossibile

un mare incantevole luccicante – piatto . la sensazione di voler trasferire quella visione fuori dal sogno . intatta – viva – con sottofondo incluso . poi riavermi da quella illusione . 30.1.25

52

L'inconoscibile

chi ci dice che non siamo feti nel grembo dell'universo

“tutta la natura geme delle doglie del parto”

lì nel tumulto del sangue si agitano le nostre emozioni

chi ci dice che non è il nostro Sé a sognarci

noi “materia” del possibile

5.2.25

53

Il nostro sì

noi “siamo” – a prescindere dal corpo di terra

che limita il volo sognato con ali di luce

essere vita non vuoto:

il nostro sì

9.2.25

54

In ondivaghi spazi

(visione)

in ondivaghi spazi lasciano tracce nella carne del cielo ali d'angeli

17.2.25

55

Lui mi conosce

Lui mi conosce più di quanto io non mi conosca

chi non ha scheletri non è di questo mondo

17.2.25

56

Poesia che nasci

ti levi dal letto di tenebra monco alfabeto e annaspi nella luce

veleggia la tua barchetta di carta tra perigliosi flutti

sognando un'itaca lontana

19.2.25

57

Ove bellezza ti levi

solare sangue vortica sul perno dell'esistere ove bellezza ti levi a scalzare la morte

21.2.25

58

Doppio celeste

l'uomo celeste l'uomo terreno:

l'essere sdoppiato – la sua ombra proiettata

nell'apparire

23.2.25


 
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from norise

FELICE SERINO

POESIE

QUALCOSA PUO' ANCORA ACCADERE 2

030 Untitled

il corpo quest'opera d'arte che governeremo fino alla polvere le gambe incrociate o a percorrere una vita in salita le braccia spalancate come Cristo se mani non abbiamo che piene di niente quel pizzico di follia ch'è da tutti dietro lo schermo della mente la bocca che sputa sentenze gli occhi lucenti di voli e vele per un infinito sogno di terre lontane

16-3-24

031 Nell'ultima ora (preghiera)

Ti riconosco nel bambino ch'elemosina all'angolo a cui dono una moneta ed un sorriso

Ti riconosco nel carcerato pentito che vede il sole a scacchi lontano dagli occhi e dagli affetti

Tu Taumaturgo Tu stargate Signore Gesù Cristo Guaritore di anime

ora che s'approssima l'ora Ti prego ricordati di me:

generato dal Tuo seme celeste consegno nelle Tue mani benedette la mia pochezza che ai Tuoi occhi splende

19.3.24

032 Sarò foglia

giungendo alla Tua soglia sarò foglia dondolante nel vento

19.3.24

033 Stanotte

stanotte in bagno scivolo sul mio vomito un'imprecazione colorita è scontata da previsioni una giornata radiosa mi ripagherà lo spero mi frulla qualche verso bizzarro le cose rimandate la barba d' una settimana

fa chiaro mi alzo e una leccatina avverto al calcagno della cagna che dal “piano” di sotto fa capolino

21.3.24

034 Resurrezione

lasciarsi sorprendere dal divino - aspersi da acqua e sangue si è vita nascosta nel Risorto

rotolare di massi dagli antri del cuore

fino ad aprirsi alla luce

1.4.24

035 Forse con gli anni

forse con gli anni non ricorderemo più i volti in seppia custoditi nel baule né i souvenir portati dai nonni dall'africa

ma avremo negli occhi il sangue dei papaveri su distese a perdita d'occhio quando ragazzini si emulava sandokan in scorribande spericolate pei vicoli

e viva ci resterà di quell'età l'ammicco d'una luna a prime cotte

sotto un mutevole cielo lasciammo aruspici emettere sentenze

3-5.4.24

036 Cavalli di nuvole

“scusi mi può aiutare? che c'è scritto qui non vedo bene”

riconoscente a chi si prodiga più del dovuto -si vede che ispiro tenerezza apparendo proprio 'vecchio' ai suoi occhi

volano mesi anni: attraversano il cielo come cavalli di nuvole che si scompongono a un soffio di brezza

10.4.24

037 Parole in dormiveglia

sfiorandomi la spalla un angelo all'orecchio mi sussurra lieve:

“superato lo scoglio spunta luce a oriente”

11.4.24

038 Poesia

ti avviti con lucido delirio nella ridda di parole - tra sprazzi di coscienza e sogno insegui gibigiane echi

ecco sfrondarti forbici-di-luce: la pagina è tuo lenzuolo quando in amplessi cerebrali muori-rinasci

la tua anima-di-carta ricrea armonie in cuore a spirali più alte

(prima stesura 1995, riveduta 17.4.24)

039 Altre dimensioni

lessi non ricordo dove -ti parrà strano- che anche i morti sognano

in diverse dimensioni oniriche sognano di loro stessi e di noi -noi morti-vivi

17.4.24

040 Archetipi

(come quando a sera non t'accorgi cadere nelle braccia di morfeo così vorresti il tuo distacco ultimo)

il momento imprecisato è punto vagante nell'aria da cui si diramano linee imprevedibili del sogno che luce ridonano agli archetipi e vita autonoma hanno nel sangue

(prima stesura 2004, riveduta 22.4.24.)

041 L'ultima morte

ogni fine sgomenta pur nella natura delle cose

dopo tante piccole morti -ti dici- benvenuta sia l'ultima: poi non vi sarà necessità di sorta né

dovrai chiedere: avrai sempre piena la faretra di frecce d'amore

23.4.24

042 Metamorfosi

sbattevo contro le porte della notte

mi affila oggi un vento di passione: che dirà la “cicatrice” se non bene del sé “rivalutato”

ora che mi vendemmia il tempo

25.4.24

043 Madre celeste

irrorasti i piedi della croce di lacrime salvifiche

Madre col tuo manto copri di pietà
i derelitti

Tu dei viventi avvocata Tu incoronata

2.5.24

044 Dissonanze

(della cervicale)
da qualche anno dormo su un lato non quello del cuore evito gli aerei precipizi della stanza capovolta . (degli acufeni) capita sovente che ad agitare i miei sonni siano folletti nella testa che schiamazzano a più non posso dilatano l'oscena notte . 4.5.24

045 Tra ondivaghe ombre

nel sogno è l'essere bilocato allucinati pensieri assumono forma e volto si destano dal loro sonno i morti

tra ondivaghe ombre ti specchi nel tuo doppelganger

9.5.24

046 Era una favola il mare

consapevole di trovarti nel sogno chiederti se riuscirai ad uscirne tuttavia volendoci restare ancora un poco

ché era una favola il mare su creste d'onde guizzavano pesci dalle squame luccicanti nel sole

calavano gabbiani a frotte

16.5.24

047 L'origine

in profondità celesti plasmati dal cuore del Suo sogno

in una piena di luce

19.5.24

048 Cielo indaco

deriva del sangue - . si staccano dal tramonto voli di sogni infranti . 20.5.24

049 D'un sogno

il ricevimento la torta a tre piani – ci potevi annegare in quel mare di panna -

“dateci sotto – let's go”: così suggeriva melliflua lei

la primadonna – gambe accavallate ben tornide – sembrava uscita dalla copertina di playboy

23.5.24

050 Divagazioni 2

notti agitate insonni – verrà pure il “sonno del giusto”

nonsense sfarfallano fra le coltri

la giornata si allunga l'albero rinverdisce

25-27.5.24

051 Il compianto

il caro trapassato vede non visto i commensali e il posto vuoto

vede gli scheletri usciti dall'armadio

-lo spirito è tra loro inavvertito

il compianto è sulla bocca dei congiunti in decorrenza del “compleanno”

-senza il brindisi

3-5.6.24

052 Coniunctio

e allora avremo dissolto insieme allo schermo di apparenze nomi e forme

con lo scenario della storia e i fiumi di sangue e di parole

anche il sale delle nostre lacrime

(poesia anni 90, riveduta 9.6.24)

053 Vasi comunicanti

hai aperto la camera e ti sei visto nel tuo letto -sdoppiato

ti sorprendi? dovresti intuirlo che ondivago sogno e reale son vasi comunicanti

e allora: quale la realtà ti chiedi se è sogno nel sogno o che – trovandoti uscito da te

9-15.6.24

054 Naufrago d'anni

accogli da naufrago d'anni il canapo che ti porge l'angelo

ai sussulti del cuore s'innerva la deriva del sangue che alluma

23.6.24

055 Dove andremo

(“Solo Tu hai parole di vita eterna”)

di sé l'io ci ha vestiti da che ci staccammo da Lui scegliendo l'albero della conoscenza

da allora ci convoglia a imbuto un tempo fugace al varco è un vuoto affamato

“da chi andremo”

26.6.24

056 Febbre creativa

inesauribile febbre di Dio febbre creativa di universi-mondi

febbre per l'uomo di cui Lui non è mai stanco

2.7.24

057 Ma Rainey

(omaggio alla indimenticabile 'mother of the blues')

Ma – un fremere viscerale lei il blues il ritmo la vertigine

Ma è l'ansimare dell'onda la bocca del mare gli abissi profondi è il sudore e il sangue delle piantagioni di cotone è il senzatetto è occhi secchi

Ma è il vuoto del braccio tranciato

portato via col pianto del vento

3.7.24

Ma Rainey, pseudonimo di Gertrude Rainey (nata Gertrude Pridgett; Columbus, 26 aprile 1886 – Columbus, 22 dicembre 1939),

058 Irrazionale

l'uzzolo di annotare dei versi balenati tra veglia e sonno cosa volevano dire ti chiedi lascia che parli il cuore tendi l'orecchio quando lo senti sussultare cogline i suoni di un altrove la poesia al più è irrazionale ti sorprende alle spalle

9.7.24


 
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from norise

FELICE SERINO

POESIE

PERCORSI 2024 2

28

A SOPHIA

guagliunce' forse ti resta ancora l'intercalare delle mie parti

ti chiamavano 'a scugnizza poi sei cresciuta

t'immagino percorrere i vicoli di pozzuoli l'incedere provocante del tuo corpo acerbo slanciato verso il cielo

e ch'aggia fa' se ho anche gli occhi della mente e ancora la vivezza dei sensi

29

ISPIRAZIONE

fare spazio all'urgenza assecondare l'onda del sangue

passare al crivello le emozioni

librarsi dell'anima in un azzurro macchiato di rondini

30

FANTASTICANDO

ci si è evoluti dall'uomo-scimmia o homo erectus?

Dio si diletta con la creazione delle specie più strane

noi mortali a chiederci se sia nato prima l'uovo

31

IO SONO LE MIE EMOZIONI (visione)

-stanotte ti verrò a trovare- mi ha detto

-eccomi: sono con soma o senza le mie emozioni – grumo di passioni il cuore staccato da terra

-mi dici dov'è il tuo pungiglione?

32

SE TENDI OLTRE L'ORIZZONTE

riserva novità la mattina se tendi oltre l'orizzonte lo sguardo assuefatto ai naufragi

33

POESIA

luce inquieta aleggia nei precordi

muore rinasce la parola sui crinali del sogno dove la musa è assisa

poesia è fanciulla che si specchia nella cattedrale del cuore

34 Nuove prospettive

cumuli-nembi - le tue pareidolie

specchi nel lago celeste la tua pena fatta pane che spezzi

col becco vi fa cerchi il cormorano

vagheggia la mente - t'intoni col respiro degli alberi

la vita ha nuove prospettive

10-15.8.23

35 Lontananze

tra smagliature del giorno scruto il cielo – sogno lontananze

nuove prospettive? tra pro e contro di pulsioni inverse

la vita imbroglia le carte

risillaba palpiti voci

16.8.23

36 Di spalle (ad A.)

di spalle ti sento avvinghiata come un ragno

avverto la tua gradevolezza come l'albero “quella” del venticello tra le foglie

stavo entrando in un sogno “voluto” poi svanito

19.8.23

37 Sillabe

conti sillabe sulle dita settembre il mare ancora invita il mormorio della risacca t'ispira? occhi chiusi “anneghi nel tempo” *

  • Cardarelli

20.8.23

38 Il lampo

arrampicarti sugli specchi se vuota è la stanza della mente e lampo non ti è propizio

allumare d'anima a dar colore a una vita scialba

30.8.23

39 La colomba

chi più chi meno si sconta il proprio “purgatorio” qui come hitler e i satrapi l'inferno un'ala di colomba taglierà l'aria quando il tempo sarà compiuto per accoglierci il seno dell'Altissimo

4.9.23

40 Volti

(ti chiedi se agli altri non appari come te riflesso nello specchio)

volti e volti a ondeggiare in sequenza da film volti che s'eclissano

un ovale come se ne vedono solo una volta in sogno: l'ideale: frutto d'immaginazione? sia pure

in cadenza d'inganni scorre la vita fiume alla sua foce

8.9.23

41 Respiri di cielo

sono assetato di luce

non so penetrare il Suo profondo

ché di terra sono e inerme

mi si sciolgono le ore come cera

pure mi vivono dentro respiri di cielo

9.9.23

42 Padre nostro

Padre nostro che sei nei cieli

quanto sangue già versato il Tuo d'uomo-dio nei ghetti quello del nero che da secoli ancora grida

Padre nostro che sei nei cieli quanto ancora da versare dei nuovi Falcone e Romero a fare i martiri della storia

Padre nostro che ci guardi dal cielo Ti rendiamo grazie noi che baciamo il Tuo sangue salvifico

12.9.23

43 Bomba d'acqua

la sorprese giù in cantina dov'era discesa a sistemare gettare roba inutile pulire -il cellulare restò a quella data

oggi inebetito lui si aggira per i viali si chiederà “Dio perché” avendo perso la luce degli occhi

vedovo affranto percorre i margini del tempo parla con la sua ombra sul muro

14.9.23

44 Bomba d'acqua 2

la cantina era una cabina di veliero sommerso dove zigzagavano i pesci del sogno

sogno non era: lei era dell'acqua: un solo abbraccio

15.9.23

45 Divagando

la sventola attira gli sguardi degli avventori seduti al dehor pensi alla “bambola” di buscaglione

il solito giro pomeridiano -breve ormai per l'età- pensi: è buona decenza tenere in salute fido la prostata i denti che ballano

21.9.23

46 Questa frenesia di vita

sempre cerchi il tuo centro mai soddisfatto ripieghi sul digitale a tua immagine (il cellulare protendimento del tuo braccio)

usi e sei usato in questa frenesia di vita vissuta alla giornata in una gioia feroce:

sei trottola che gira all'impazzata

24.9.23

47 In dormiveglia all'alba

in dormiveglia all'alba mi sorprendono pensieri dove chiama il sangue lacerato sono dalle funi tra spirito e carne

ah infine dormire nell'abbraccio delle stelle indulgenti: azzurrità a cui da sempre anelo

26.9.23

48 Parusia

alla fine dei tempi si rivelerà l'arcano il Santo Spirito ti aprirà le braccia

non da sangue Lo riconoscerai

con la luce non col fango sarai ri-creato

30.9.23

49 Dell'intelligenza artificiale

l'amica guardandomi in foto “in gran forma!” mi dice e voglio crederci oltre gli ottanta un vortice d'anni penso chissà fra un secolo come sarà questo mondo in mano a chi verrà se s'userà per umani fini l'intelligenza artificiale se vita sarà ancora “vita” e il sentimento manipolato vieppiù svilito ?

4.10.23

50 Il rifugio

sono il cormorano incatramato - non son capace che d'un amore piccolo legato come sono alla terra

così per il dolore fardello da portare se il cuore è squassato e la carne soltanto urlo animale

ah un rifugio anelo come grembo di madre

9.10.23

51 La vita leggera

ti dici: va' dove ti porta il cuore con la vela della passione verso terre viste solo in sogno

lungo la coda dell'occhio nuvole vaghe

a dire la vita leggera

11.10.23

52 Segmenti

loro -vien detto- ci vedono di là - saprò io rinonoscerti?

o saremo un unico fondersi di luce cosmica?

divago – mi arrabatto tra le righe

un moscerino attraversa la luminosità del monitor segnando in diagonale segmenti tortuosi

come i pensieri della mente

15.10.23

53 Borderline

avvolto in un mantello di vento a vivere contromano senza nervi di ricambio

puoi sentire la vita deragliare su binari del sangue

22.10.23

54 Alle origini

ci verrà resettata questa vita? e le emozioni e i sogni?

sentiremo in altro modo – forse -

torneremo alle origini come quando eravamo non duplicati non infangati: veri

come la prima luce

24.10.23

55 Un volgere d'anni

mi sveglia il canto del gallo non trovo la tua mano ti sei appena alzata

c'incalza tiranno il tempo in questo volgere d'anni

benché non t'abbia sciupato questa luminosità del viso

quanti da aspettare ancora inverni a gelare le ossa

30.10.23

56 Distese

t'innamori della parola colomba che sorvola distese dell'anima

3.11.23

57 I frutti

dal modo in cui vivi ti costruisci il tuo “altrove”

a cospirare il bene donato -l'angelo che in te si svela

sarà tempo di vendemmia

9.11.23

58 Vita parallela

storci la bocca a chi afferma di là non c'è niente – consapevole di una vita parallela

non sai come sia ma vuoi pensarla un infinito mare di luce dove vivere una giovinezza eterna

dove la Parola ti accoglie all'ombra delle sue ali

dove la Sapienza si fa conoscere

12.11.23

59 Nascere

sempre in bilico sul ciglio d'ondivago esistere

si è imparentati con la morte nel solco d'un continuo nascere

14.11.23

60 Storiella

lo vedeva sempre all'angolo della strada suonare l'ocarina un giorno d'istinto lo abbracciò gli disse suona per me

bel moro lineamenti latini -scintilla fu o desiderio? – gli aprì la sua casa e dopo un buon bagno finirono a letto

qualche mese dopo la storia finì lui uccel di bosco amava la libertà

(storiella dal sapore d'una favola ... ma a volte lo è la realtà)

17.11.23

 
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from norise

FELICE SERINO

POESIE

PROSPETTIVE 2

28 Colpo di sonno

sentirmi inclinare da un lato mentre davanti al pc “guardo” un film e per una strana associazione di idee pensare per fortuna non guido più

non per un colpo di sonno ma l'abbaglio rischio reale per il distrofico di andare fuori strada

29 L'oasi

conti sulle dita della tua vita le fasi ne rimpiangi la prima prima della luce

quando non distingui realtà da sogno e

da sotto le “palpebre” segui la barchetta di carta nel tuo cielo-mare amniotico

dove il tuo orizzonte è un'oasi da cui uscirai con un grido

30 Candido

ti senti come una barca nel bosco un marinaio col mal di terra

non sei di quelli che saltano la cavallina ti levi al canto del gallo un brodino a sera per scaldarti le ossa

una frase tagliente ti scivola addosso non sanguini

31 Il Sé

niente paura saremo rinati

(e il corpo? dismesso l'abito d'affanni)

abiteremo il posto primevo luogo-non-luogo dove l'altro è il Sé

32 In treno

gambe accavallate la bionda platino all'anziano vis-a-vis risveglia sopite voglie

alberi case fuggono via lo sferragliare induce sonnolenza

33 Immortalare

immortalare il momento – la foto è sfocata

immagine scivolata nel gorgo del tempo

così di te: appesa all'attimo dietro l'occhio un'ombra stampata

34 Malgrado tutto

cervelli vuoti a perdere si schiantano contro un albero o un palazzo facendo parkour malgrado tutto le piste da sci son sempre frequentate (non v'è manna senza ingegno d'uomo) i monti si vestono sempre meno di bianco l'uggia pervade anche il cuore lascia a desiderare il sorriso del sole

35 Il ciliegio

(in memoria di A.)

ad ogni morte c'è resurrezione

primavera: davanti casa il ciliegio è fiorito – tu aleggi sopra la tua morte apparente

36 Pilato

oggi Cristo potresti vederlo su un barcone tra gli emigranti o al valico di frontiera portando insieme a loro la croce

come in un sogno atroce vedrai pilato distogliere lo sguardo dalle purulente piaghe

ci si dovrà aspettare forse discendano “gli dei” su un mondo malato?

37 Mi attraversa il tempo

non ho difese alla luce porto occhiali scuri dormo poco e male

sempre più brevi le passeggiate

il tempo mi attraversa la testa che sperimenta nuovi voli pindarici

38 L'intoccabile

lo scoprono con le mani nella marmellata e ci si meraviglia se ha spalle ancora larghe lui intoccabile coi sacrosanti privilegi di cui godono i governanti stiamo lavorando dice usando il plurale maiestatis la poltrona quella non gliela sfilano da sotto la poltrona è sempre calda

39 Il viaggio

il soma è l'imbarcazione dell'anima in questo viaggio d'Odisseo

ulissidi lo siamo a solcare aperti mari

per approdare sulle rive del mistero di noi

in infinito espandersi nell'armonia dell'universo

40 Un ragno tesse

uscirai dalla vita con le ossa rotte dappresso ti sta l'ombra di serpe che agita il tuo sonno gli offri i tuoi passi da sonnambulo e il sudore di sangue emotivo dove un ragno tesse di versi una tela

41 Nuove ali

impastato di terra e sogno quest'essere scompensato

-gravezza di carne -invidia di voli

lo attendono nuove ali a solcare l'indicibile

42 Cinico

sospetti anche della tua ombra il tuo vagare cane di nebbia dove ti porta se rifiuti la mano tesa e al garbato gli dai “li mortacci” tu creatura di terra nell'ora estrema degnerai il cielo di uno sguardo?

43 Preghiera

(Padre Pio da Pietrelcina)

irrorami della rugiada del Tuo Spirito questo cuore martoriato

in una violacea alba di passione indegno mi prostro sgabello ai Tuoi piedi

44 Come saremo

immagina una luce di mille soli che è in te e tu nel Tutto

immagina: un' inconcepibile ma possibile ubiqua entità in un donarsi d'amore universale

e ancora proviamo ad immaginare Lui che ci rivolta come un guanto

45 Itaca

averle coperte le spalle le volte che ti giungono strali dall'alto dov'è assisa nemesi che proietta ombre di morte

t'abbeveri alla fonte della grazia sebbene non eviterai t'investano procelle negli anni prima d'intravedere l'itaca celeste

46 Nel mio cielo

le belle nuvole che vestono forme d'animali i cari animali d'acqua terra e cielo i cumuli i nembi io li vedevo nel mio cielo con occhi innocenti lassù incantati immaginando quella la sede del paradiso

47 Allumare

il non detto esplicito tocca più del dire – dal profondo un allumare

(il sasso gettato dal capriccio della musa apre cerchi nel lago dello spirito)

48 Proiezioni

proiezioni del Suo pensiero siamo vaganti tra realtà e sogno – in cerca d'un'isola felice – viaggio nell'infinito di noi

isole noi stessi – pure ognuno anello d'una catena senza inizio e fine

49 Cuore aperto

pagina aperta cuore aperto: la poesia ? di tutti

la parola spira col vento -vento di luce-

espone la sua ferita creaturale

50 Domani credi giungerà

come canta vasco a questa vita non sai dare un senso domani credi giungerà un come un quando

all'alba le finestre avranno occhi nuovi per la meraviglia espansa nella misterica luce

51 Come il seme

domandarci se siamo bolo di questa vita

o come ungarettiane foglie

o semmai ci troviamo a galleggiare sulla superficie di un sogno

un chiederci qui disorientati — mentre

come il seme nella terra ci si aspetta di nascere alla luce

52 L'approccio

ai primi tentativi tremavo come una foglia la vocina mi diceva buttati anche a rischio di una sberla ma se usi le buone maniere (te le avranno pure insegnate) sta di fatto che ogni volta mi bloccavo — poi negli anni mi emancipai e oggi mi viene da ridere mi spiegò a suo tempo un'astrologa che la causa era una brutta opposizione venere-giove prima e settima casa già alla nascita e che coi transiti di là a breve veniva a sciogliersi

53 Fedeltà alla vita

(ad Aleksandr Solþenicyn)

fatti per la meraviglia la tenerezza l'amore

alla gerarchia e all'odio opponiamo il tuo j'accuse in virgole di fuoco

una vita fedele alla vita -allodola trafitta-

54 In ondivago esistere

impregnato di Spirito Santo mi specchio nella città eterna in ondivago esistere del sogno

55 Silenzi d'acque

silenzi d'acque - langue la luce -

e smemora

un grande lenzuolo avvolge gli alberi le case


 
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from Novità in libreria

NARRATIVA:

  • RACCONTI POPOLARI DELLA CAMBIOGIA, DEL LAOS E DEL SIAM di Auguste Pavie (O Barra O). Come Lafcadio Hearn con le leggende popolari giapponesi, così anche Auguste Pavie, tra il XIX e il XX Secolo, mise per iscritto i racconti popolari cambogiani e del Sud Est asiatico, rendendoli disponibili per il grande pubblico dell'Occidente e del mondo intero. In questo volume sono raccolte cinque storie della tradizione khmer, che fondono elementi del buddhismo theravada con i topoi dei miti indù. Per saperne di più: scheda libro.
  • IL LIBRO DI FIORI E DI SPINE di Hester Fox (HarperCollins). È la storia di due donne accomunate da un grande potere derivante dai fiori, ma divise dal fronte, durante la guerra di conquista napoleonica nell'Europa del 1815. Per saperne di più: scheda libro.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • CAFFÈ CON DELITTO di Alessandra Carnevali e Marzia Elisabetta Polacco (Newton Compton). A cinque giorni dal matrimonio, Greta fugge a Poggiobecco, in Abruzzo, per ricominciare una nuova vita. Il fratello di una sua amica la assume per aiutarlo nella sua agenzia investigativa, e il primo caso in cui Greta saprà dimostrare il suo valore deduttivo riguarda la scomparsa di una suora, collegata all'omicidio di una barista. Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • SIMONE DE BEAUVOIR INTERROGA JEAN-PAUL SARTRE SUL FEMMINISMO (Il Saggiatore). Un dialogo, o meglio, una reciproca intervista, tra i due grandi filosofi francesi sulla condizione della donna e sul femminismo, dato alle stampe nel 1975. Per saperne di più: scheda libro.
  • UN SECOLO DI GIOCHI di Andrea Angiolino (Carocci). Questo saggio prende in esame dieci giochi iconici, ormai entrati nella cultura di massa popolare (come Tetris, Monopoly, il Cubo di Rubik o Dungeons And Dragons), e ne racconta la storia e le ragioni del loro successo, legate spesso al contesto storico. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA BRIGATA FRIULI – DALLA FONDAZIONE AI GIORNI NOSTRI di Carmelo Burgio (LEG). Un volume dedicato alla storia della Brigata “Friuli”, scritto dal generale dei carabinieri Carmelo Burgio: dalla guerra di Libia (1911-1912) alla Prima Guerra Mondiale, fino al secondo conflitto mondiale, con particolare attenzione al ruolo della brigata nell'ambito della Liberazione, dopo l'8 settembre. Per saperne di più: scheda libro.
  • INVETTIVE MUSICALI di Nicolas Slonimsky (Adelphi). Una raccolta di giudizi crudeli, stroncature e invettive durissime di autorevoli critici contro opere e compositori che sono diventati classici. Nessuno si è salvato: Verdi (“un «signore italiano» autore di «tiritere per ottoni e piatti tintinnanti»”), Brahms (un «epicureo sentimentale») o Liszt (“«uno snob uscito dal manicomio»”)... insomma, una (contro)storia della musica, per certi versi esilarante. Per saperne di più: scheda libro.
  • IL PALAZZO DELL'EBRAICO di Sarah Kaminski e Maria Teresa Milano (Claudiana). In questo saggio, la lingua ebraica è paragonata a un palazzo, pieno di stanze, colme di storie personali e collettive, che si svolgono nelle varie epoche e in tutto il mondo. Una raccolta, quindi, di personaggi, correnti artistiche, vicende e culture, tutte accomunate dalla millenaria lingua ebraica, che nei secoli ha subito modifiche e trasformazioni. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • LA TRASFORMAZIONE DEL BRUCO di Suzuko Momoyama (EDT – Giralangolo). Albo illustrato. Tre specie di farfalle, la Cavolaia bianca, il Macaone e la Curetis acuta, vengono seguite pagina dopo pagina nella loro trasformazione da uovo a insetto adulto, attraverso dettagliate illustrazioni. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • VIVA LE PAROLE di Nicoletta Costa (Notes). Francesco avrebbe dovuto imparare la poesia a memoria per la scuola ma ha perso il foglio con il testo... la maestra capirà o si arrabbierà con lui? Primo di una nuova collana di libretti in stampatello dedicati alla vita scolastica. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • FIABE BREVI CHE FINISCONO MALISSIMO di Francesco Muzzopappa, illustrazioni di Sio (Gigaciao). Una serie di folli fiabe, bizzarre, esilaranti e surreali, in cui potrete trovare di tutto (ma davvero di tutto), tranne che il lieto fine. Età di lettura: dai 6 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • I RINOCENRONTI NON SANNO NUOTARE di Daniele Daccò, illustrazioni di Alida Pintus (Gallucci). È il 1516, e un rinoceronte, dono per il papa, sta per arrivare in Italia su una nave. Saverio non ha mai visto un rinoceronte, però lo immagina con grandi zampe, due corni da drago, una spessa corazza. Assaltata da una banda di pirati, la nave viene colata a picco, e Saverio trova il rinoceronte che vaga sulla spiaggia. È l'inizio di una strana alleanza tra lui e il grosso animale, per sfuggire ai predoni. Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from Solarpunk Reflections

Solarpunk, as it is often said, is a budding genre, still unexplored and trying to breach the mainstream narratives. If its most frequent (and often less informed) critics point to the lack of conflict, an aspect that is indeed underdeveloped in this genre's works is the power (or lack thereof) of its hieroglyphs.

What's a hieroglyph?

Every literary genre contains elements that are instantly recognizeable to anyone, even to non-readers: from fantasy's corrupted kingdoms and monster-infested dungeons to scifi's robots and spaceships, from the neon-flooded night cities of cyberpunk to the savage seas and great galleons of pirate stories. These aren't just recurring tropes, but embody the very spirit of each genre.

The term has been popularized by Neal Stephenson, founder of Project Hieroglyph, whose words I quote verbatim:

Good SF supplies a plausible, fully thought-out picture of an alternate reality in which some sort of compelling innovation has taken place. A good SF universe has a coherence and internal logic that makes sense to scientists and engineers. Examples include Isaac Asimov’s robots, Robert Heinlein’s rocket ships, and William Gibson’s cyberspace. [...] such icons serve as hieroglyphs—simple, recognizable symbols on whose significance everyone agrees.

Solarpunk is, physiologically, still in the phase where its very own hieroglyphs are being developed; some are already established, while others are still in embryonic form and others still are less explored than they should be. Here I'll try to give you an overview of the current hieroglyphs, in an attempt to foster a reflection on what's currently working and what could work better. The disclaimer here is, as always, that I haven't read all solarpunk literature, so my analysis is based on what I managed to absorb and analyze so far. You're welcome to point out counterexamples and exceptions if you have any.

Established Hieroglyphs

These are the most well-known and explored, both in artistic representations and narrative ones. You can find many of these symbolic references in the Solarpunk Seed Library, as the title itself already shows.

  • Solar panels & wind turbines — It goes without saying, renewables have been the first aesthetic element that kickstarted the whole genre: they embody the ideal of a future in which energy is collected passively, without compromising whole biomes with mines, drills, platforms, pipelines and smog blankets. Blue tiles and white blades dominate the backdrops of several illustrations and stories. But despite their omnipresence, it's also part of what's missing from the genre: rarely they're put at the center of the narrative or plot, confined to be little more than tools on the background. I'd love to read a story about panel technicians who have to install PV infrastructure in a village where people have conflicting interests.
  • Seeds & plants — The other face of solarpunk is the natural and vegetal one. This hieroglyph conveys the aspects of patience and growth, not economically or industrially but philosophically and personally; it is not by chance that this symbolism lends itself particularly well to gender and identity analogies. At times, though, and especially in works of USian origin, the exploration is limited to the individual dimension, neglecting the collective and ecosystemic ones.
  • Bikes — Every genre has its own iconic means of transportation: horses in fantasy & western, spaceships in scifi, rusty tanks in postapocalyptic, trains in historical fiction, taxis in noir and so on. So the bike is THE iconic locomotion of solarpunk by every metric, yet I haven't seen anyone delve into the bonds that the characters form with this tool, be those emotional, economic or logistic.
  • Libraries — The epitome of shared resources. It embodies the most noble values of knowledge-building, accessibility and services to citizens, but also as a place free of prejudices and theater of cultural exchanges. Yet it is still underrated, and using this hieroglyph is often limited to its relationship with books as items or products and little more.
  • Ruins — Solarpunk imagines a new world, and in order to do that it needs to move away from the old one. Ruins, sometimes dilapidated, others recuperated by the community, are the embodiment of this concept: severance from the past and its traumas, be them healed or yet to be processed. Ruins are the only hieroglyph that is shared with other genres (adventure and archaeological fiction), although its symbology is completely different since it moves away from the ideas of danger or glorious pasts.
  • Table in the garden — Symbol of conviviality and rest, it's more often part of visual representations and not as much narrative ones. At times I've seen it take shape of a quarter party or town festival, sign that the hieroglyph is yet to take a definite shape.

Underexplored Hieroglyphs

  • Fungi & mycelia — This hieroglyph is often used in essays as an analogy for networks of shared resources, decentralization and decomposition of old to reintroduce its components and reimagine them in new shapes that are accessibles and useful to the community. Yet, at least in my experience, fungal language rarely appears in artistic and narrative representations, perhaps due to its proximity to fantasy and fairytales.
  • Animals — A great deal of solarpunk stories feature animals as a dated hieroglyph: that of Nineteenth Century nature. An unknowable, wild but noble “other”, often powerless, helpless and in need of salvation or protection. A truly solarpunk reinvention of this hieroglyph could be of species living on the same level as humans, with agency and communications channels of their own. I think only Multispecies Cities has attempted this, to the best of my knowledge, but I'm yet to read that anthology.
  • Wikis — A hieroglyph that is already everywhere in our lives, and yet surprisingly absent from every medium, perhaps due to its visualization challenges. Starting from Wikipedia to the countless sites dedicated to videogames, fandoms and other pop culture corners of the internet, wikis are the prime virtual template for showcasing public domain knowledge. They already are a central element of our generations' shared culture, just like newspapers and radio were at the beginning of last century and TV news in the postwar period. However, it seems they're a tough nut to crack when it comes to penetration in media; perhaps we haven't, as creatives, yet realized how powerful, relevant and all-encompassing they can be in our everyday lives.
  • Calabash — The economist William Ruddick makes extensive use of this legendary item in his essay Grassroots Economics: a large, emptied gourd is used as a container of tools and food that members of the community make available for each other, well-known in many African and Asian cultures. It's an ancient symbol, but at the same time new for us westerners; I wonder how many more Global South cultures have similar ones laying around, waiting to be reinvented and reimagined in a solarpunk light.

Conclusion

I'm not an authority on the genre as a whole; after all, I've been dabbling with it for just about two years and I'm not even a published author. You're welcome to correct me if the above examples are incomplete, prejudicial or just plain wrong; I'll correct if I need to.

As a reader, though, I've yet to find works that are really masterful, something that puts forward one or more intersecting hieroglyphs that are polished, appealing, powerful and easily legible even to those outside our solarpunk circles. So let's think about what we're missing (and I'm including myself here!) on our path to the narratives we're looking for.

My goal would be to have something akin to the generation ship hieroglyph in scifi: although it was a very polarizing one, many authors tried their hand with it, each deepening, extending and at times contradicting each other in an effort to better the narratives around that hieroglyph and carve a path towards understanding the very real consequences on humanity in a fictional future where that technology exists. They created a conversation on ideas that lasted for decades and surpassed generations. If we, as authors of solarpunk, manage to have such hieroglyphs as our backbones, then we'd become the mature genre we all wish to write and read.

 
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from osteopatia

Alla fine della giornata, accendete una candela nel vostro studio.

Tornate dopo un pò a spegnerla. Ciò purifica il cuore.

candela

 
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from Revolution By Night

Qualche sera fa mi tocca sentire in TV un dibattito tra alcuni giornalisti, considerati di sinistra o centro-sinistra, insomma facenti parte di quella enorme categoria di persone chiamata “progressisti”. Aprile, Cuzzocrea, Telese, Floris.

Costoro, come tanti, ripetevano ossessivamente il mantra che la colpa di avere portato l'estrema destra al governo è unicamente delle sinistre che non hanno saputo proporre qualcosa di credibile. E secondo loro quel qualcosa di credibile lo può proporre una sinistra ampia che si accordi “su un'idea comune moderata”, che usi toni moderati da contrapporre ad una destra dai toni radicali e estremisti. Perché, dice il saccente Floris, “in Italia i massimalisti di sinistra non hanno mai vinto”.

Quindi, secondo loro le destre nel mondo vincono le elezioni usando toni forti, radicali e estremisti, ma le sinistre devono batterli usando toni moderati, e politiche progressiste che non spaventino (forse loro?) e non stravolgano la vita delle persone e lascino da parte i massimalismi. Ma sono proprio le sinistre moderate ad essersi svendute al capitalismo “che mette tutti d'accordo”.

I casi sono due. O questi giornalisti sono totalmente incapaci di leggere e interpretare i nostri tempi, e allora è meglio che cambino mestiere. Oppure sono talmente spaventati di perdere gli ampi privilegi e le posizioni di rendita di cui gode la loro casta, che chiunque proponga politiche di sinistra massimaliste con toni radicali, ai loro occhi rappresenti un pericolo più grande della destra illiberale, liberticida e fascista.

Uno dei nomi di possibile leader della nuova sinistra che è venuto fuori intorno a quel tavolo mi ha fatto accapponare la pelle: Ernesto Maria Ruffini, l'ex-direttore dell'Agenzia delle Entrate, un renziano democristo che sta alla sinistra (vera) come la cacca sta al risotto.

Poi, in totale contraddizione con se stessi, da “acuti osservatori” quali sono hanno citato il 33enne che ha sbancato alla primarie del sindaco di New York, Zohrab Mamdani, AOC, Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Senders come i democratici che in USA possono battere la destra trumpiana.

Poi si dice che i referendum proposti dalla CGIL falliscono perché le proposte “erano radicali, eccessivamente di sinistra, troppo socialiste”. Ma se poi si va ad analizzare di dati, si scopre che se avessero votato soltanto i 20-30-40enni i referendum sarebbero passati tutti!

Quindi poche idee ma confuse nella categoria dei giornalisti progressisti italiani, il cui mestiere dovrebbe essere quello di capire e raccontare l'attualità. Citano Mamdani, che ha stravinto le primarie perché ha usato toni e promesso politiche radicali (per un Paese ferocemente calvinista come gli USA) e ha portato a votare per lui sopratutto i giovani e AOC, il cui mentore è Bernie Sanders, un socialista.

Ecco, la soluzione è proprio sotto i loro occhi, ma la loro mentalità da boomer incanutiti, aggrappati alle anacronistiche categorie di pensiero novecentesche, li rende ciechi. La verità invece è che per battere la destra estrema e radicale serve una sinistra estrema e radicale che parli, pensi e agisca soprattutto per il bene dei giovani e delle future generazioni. Che si rivolga quasi esclusivamente a loro, portandoli a votare in massa.

Il mondo dei nostri genitori non esiste più. Il tempo dei privilegiati che godono di rendite di posizione, oggi sempre più intollerabili, è finito. In questi anni '20 vincono i radicalismi e gli estremismi, perché la realtà e la vita quotidiana delle persone è complicata, durissima, sempre più insicura e spesso frustrante.

Qualunque partito che tenti di narrare la complessità della realtà, seppur in buona fede, perderà sempre le elezioni. Questa realtà è troppo dura per vedersela sbattere in faccia tutti i giorni da persone che parlano di ciò che non conoscono in prima persona e da cui si tengono ben lontani per non sporcarsi le mani e i vestiti. Il mondo è segnato da guerre, insicurezza e precarietà, esclusione sociale e disuguaglianze crescenti, forti tensioni sociali, compressione dei diritti civili, crisi climatica galoppante.

Ma la sinistra da salotto, o al massimo da studio televisivo, vuole politiche moderate dai toni moderati.

Comprendere la complessa realtà di oggi richiede uno sforzo cognitivo che quasi nessuno (purtroppo si deve prenderne atto) vuole più fare, ma soprattutto non è più in grado di fare. Oggi è tutto infinitamente più complicato di 30-40 anni fa.

Ciò che serve è una proposta e una forza radicale e massimalista per battere la destra estrema e radicale. Se le destre vincono in quanto radicali, perché a sinistra si dovrebbe pensare di poter vincere con proposte moderate?

La sinistra deve raccontare la verità, certamente, e fare debunk di ogni singola menzogna raccontata dalle destre. Deve farlo lottando sul loro stesso campo, sporcarsi le mani, i piedi e i vestiti, batterla in estremismo. Deve portare a votare in massa i giovani, gli unici che ne hanno titolo, ragione e interesse più di chiunque altro. Deve proporre politiche radicali con un linguaggio radicale e “massimalista”, adatto ai giovani idealisti, pieni di energia, spirito innovativo e entusiasmo. I giovani sono pronti a plasmare il mondo a loro misura e sensibilità, che è molto più spiccata della nostra.

Da 50enne padre di due ventenni, se dipendesse da me, toglierei il voto a tutti quelli dai 55 anni in su, meglio se dai 50, e lascerei prendere le decisioni soltanto ai giovani, alle nuove generazioni, che vedono e vivono la realtà di oggi con uno sguardo, una consapevolezza e una lungimiranza che tanti di noi hanno perso, ma spesso anche con rassegnazione e disillusione. Perché a disegnare il mondo di domani, il loro mondo, ci sono le generazioni di vecchi aggrappati ai loro meschini interessi e che ragionano con una mentalità superata, quasi arcaica.

I figli del '900 ci azzeccano poco o nulla in questo secolo, eppure pretendono di dare le carte sempre loro, difendendo odiose posizioni di privilegio costruite in un secolo passato di opulenza, benessere e sicurezza. Mentre i giovani sono tenuti ai margini. Raccontiamo loro la colossale balla che stiamo lavorando per il loro futuro, li trattiamo da bambocci perché fa comodo a noi, li escludiamo da ogni processo decisionale. In Italia è molto peggio che altrove. I 30-40enni all'estero sono manager, dirigenti e politici di primo piano, in Italia sono portaborse di padroni di azienda dell'età dei datteri e di politici rivettati alle loro poltrone da tre decenni.

Per vent'anni ho insegnato ai miei figli a non accettare il mondo così com'è ma ad impegnarsi in prima persona e se necessario a lottare per cambiarlo questo mondo. Oggi non è più tempo di politiche moderate, di centrismo, di renzismo e di democristianità oppure le destre governeranno per i prossimi 30 anni, e se non sarà la guerra a decimare l'umanità lo farà il cambiamento climatico.

Now playing: “La domenica delle salme” Le nuvole – Fabrizio De André – 1990

 
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from disattualizzando

Ognuno di noi dovrebbe interrogarsi su un concetto mentale capace di influenzare positivamente, almeno in parte, la propria vita. È un quesito al quale non si può rispondere nell’esatto momento in cui ci si pone la domanda. La crescita evolutiva, la meditazione sul nostro modo di agire, vedere le cose e interpretarle, sono alcuni dei fattori indispensabili per avvicinarsi a un riscontro favorevole. Quando ci interroghiamo, cercando di orientarci verso “l’essere” o “l’avere”, possiamo comprendere molto di noi stessi: la natura dei nostri desideri, le nostre ambizioni, le reazioni che proviamo di fronte a situazioni scomode e sofferte. Questo ci offre la possibilità di conoscerci davvero, capire come viviamo ciò che ci accade, invece di limitarci a subirlo. Come avrete intuito, non mi riferisco a un quesito grammaticale: è un’osservazione su ciò che ci rende unici e speciali rispetto a chiunque altro. Siamo complicati senza sapere il perché.

Riflettiamo sulla considerazione che abbiamo di noi stessi, su come percepiamo il prossimo. Ognuno si atteggia in modo diverso e cerca di essere importante. Vogliamo sentirci diversi in un mondo che non sembra essere molto vario. Reagiamo a stimoli profondi che spesso ci sono oscuri, ma che influenzano concretamente il nostro comportamento. Conoscerli in tutte le loro sfaccettature dovrebbe essere il nostro obiettivo per imparare a conoscerci, smettendo di subirci. Abbiamo bisogno di sentirci gradevoli anche verso chi non conosciamo, per soddisfare lati narcisisti o egocentrici della nostra psiche. Vogliamo piacere, a volte desideriamo persino essere invidiati per ciò che mostriamo. Ogni cosa che facciamo, la facciamo per noi stessi e per l’idea di noi che offriamo agli altri. Tutto ha un secondo fine, spesso alimentato da una scarsa consapevolezza interiore. Questa inconsapevolezza ci allontana dalla padronanza di noi stessi e, di conseguenza, dalla libertà.

Quando sentiamo un bisogno estremo di colmare vuoti sentimentali dovuti a dolorose perdite o insoddisfazioni spropositate, cerchiamo sollievo in un'esagerata necessità di “avere”. Il bene materiale ci illude facendoci sentire meno soli, meno infelici, ci distrae dal dolore. È una cura facile da trovare. Così l’individuo viene indotto, e si abitua, a orientarsi verso l’avere. Avere è facile, se puoi permettertelo.

Se non puoi, ridimensioni i tuoi bisogni verso un “avere” più accessibile. Rivolgersi invece verso “l’essere” significa negare il bisogno di apparire, rifiutare la manifestazione vana e inutile dell’esteriorità, non avere pretese materiali eccessive. È un percorso più complesso: ciò che desideri non si compra, si conquista con lo studio, la riflessione, l’esercizio.

Chi vuole “essere” non ha bisogno di molto, non si rifugia nei propri vizi o accessori. Questo può permettergli di essere veramente felice con sé stesso. Le cose semplici sono le più appaganti. Chi “è” guarisce più facilmente dai traumi, riesce a liberarsi psicologicamente da situazioni complicate, è più forte. La forza del suo spirito è forgiata da armi cognitive, intelligibili, mutevoli come la persona stessa: dinamica, non statica nei propri beni materiali e improduttivi.

Chi non riesce a cambiare nulla di sé, anche quando la vita o i desideri lo impongono, è destinato all’infelicità. Senza una costante riflessione interiore, non può neppure rendersi conto di cosa lo renda così smarrito.

Avere è facile se puoi permettertelo, ma se non puoi, può diventare la tua rovina. Sarai invidioso, infastidito, frustrato, vivendo in un perenne stato di impossibilità, concorrenza e insoddisfazione. Ci sarà sempre qualcuno che ha più di te, quindi ci sarà sempre un senso di competizione. Se non puoi permetterti un Rolex ne compri uno falso, ma se hai bisogno di un Rolex falso per sentirti appagato, questo dice molto su di te. Se non sei schiavo di quell’eccessiva apparenza, l’unica cosa di cui hai bisogno è leggere l’ora. Allora sì, sei libero di essere te stesso, forte, senza il bisogno di oggetti ambiti e costosi. Hai bisogno solo di te stesso. E tu sei una delle poche cose di cui davvero dovresti aver bisogno.

I vestiti firmati servono a mostrare agli altri ciò che non hanno e non si possono permettere. Questo può farti sentire meglio con te stesso, se hai bisogno di essere invidiato. Ma perché ti fa sentire meglio? Perché hai un problema profondo con te stesso, cerchi di colmare un vuoto nocivo, senza conoscerne l’origine né come risolverlo. Provi a sostituire quella mancanza con oggetti costosi: accessori, scarpe, telefoni, occhiali da sole. Ma non bastano mai, continui a comprare bellissime inutilità che non saranno mai così importanti come vorresti. Le scarpe servono solo a camminare, gli occhiali da sole riparano gli occhi dalla luce, non servono ad altro.

Tu sei l’unica cosa che può riuscire a riempire il gravante vuoto interiore, e liberarti dalla schiavitù dello spasmodico bisogno di avere.

 
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