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from La vita in famiglia è bellissima

Ho del tempo libero e entro in questa chiesa, è una chiesa incastonata sopra via XX Settembre, una delle vie commerciali e di shopping di Genova. All'inizio pensavo la chiesa fosse chiusa, poi ho visto che la porta laterale era aperta. Sono entrato nella navata sinistra come un visitatore e poi mi sono spostato in quella centrale. Ho guardato le pietre grigio scuro, camminato, osservato altri due visitatori che giravano.

Poi ho visto che le scalette che portavano ad una piccola zona sotterranea erano aperte. L'ambiente qua è più piccolo, le colonne sono coperte di stoffe vermiglie e – dietro all'altare – ci sono iconografie cristiane color pastello. Fa contrasto con l'ambiente algido soprastante. Sulle colonne ci sono delle foto e delle scritte, ci sono anche dei peluche posati attorno. Mi avvicino e leggo, il testo è in tre lingue. Una è italiana.

Sono foto di bambini ucraini ammazzati. Per ogni cartello c'è la foto del bambino o della bambina, una breve storia della sua vita, il luogo, la data e l'arma usata per la morte, in genere bombardamento.

Sono bambini di un'età che va da pochi mesi all'adolescenza. Ci sono anche degli scritti, in ucraino tradotto. Una bambina dice che vorrebbe giocare e sognare sulle copertine dei libri ma, cito a memoria, lei ha già scritto poesie sul fuoco dell'artiglieria e ha visto in faccia la morte.

Per un mio errore avevo letto “ho già scritto poesie sui fiocchi dell'artiglieria” e mi ero immaginato la scrittura, fisica, di versi sui fiocchi di cenere o di neve durante i bombardamenti. Sotto ci sono dei numeri, i bambini palestinesi uccisi e quelli ucraini e russi. Diverse decine di migliaia.

Una ragazza di quattordici anni, c'è scritto, è morta in un bombardamento. Era molto attiva sportivamente, dice la scritta, ed era determinata a continuare la sua vita nello sport con impegno.

Così mentre esco da questa specie di installazione, mi immagino un mondo dove i bambini morti, ammazzati così, continuino a popolare la terra. Chissà cosa succederebbe se per la Palestina, per le strade di Israele, in Ucraina, in Russia potessero continuare a girare i morti ammazzati, con i loro corpi lacerati, per inseguire i sogni che avevano da bambini. Per realizzare, infiltrati nel mondo dei vivi che li ha sterminati, quello per cui erano predestinati.

 
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from Linux Italia Gaming

Riuscirò a tornare alla routine?

E finalmente rieccomi quà!!! E con l' occasione andiamo a vedere quali giochi ci vengono offerti gratuitamente.

Steam

    Will Glow the Wisp

    • Genere: Azione, Indie
    • Sviluppatore: PartTimeIndie
    • Editore: PartTimeIndie
    • Franchise: PartTimeIndie
    • Data di rilascio: 15 set 2017
    Prova il primo platform bullet hell senza piattaforme, ma sei pronto ad affrontare questa sfida? Il gioco mescola Super Meat Boy, Geometry Wars ed Enter the Gungeon, dando vita a un'esperienza indimenticabile e unica.

    Pagina ProtonDB

    Lo potete riscattare gratuitamente da questo link fino al giorno 11 Novembre, ore 19:00.

Epic Games Store

    Felix The Reaper

    • Genere: Avventura, Indie
    • Sviluppatore: Kong Orange
    • Editore: Daedalic Entertainment
    • Franchise: Daedalic Entertainment
    • Data di rilascio: 17 ott 2019
    Felix The Reaper è un avvincente gioco di avventura e puzzle in 3D che parla di danza, persone morenti e amore pericoloso. È stato pubblicato nell'ottobre 2019 ed è disponibile su PS4, XboxOne, Switch, PC e Mac. Il gioco è stato sviluppato dagli sviluppatori indipendenti Kong Orange e pubblicato da Daedalic Entertainment. Il giocatore veste i panni di Felix, il danzante messaggero della morte, che si è pericolosamente innamorato della Vita.

    Felix ha deciso di conquistare il cuore di Betty The Maiden. Si è innamorato guardandola dal finestrino del treno mentre andava al lavoro ogni giorno per anni. Lui lavora al Ministero della Morte, lei al Ministero della Vita. Quindi non si incontrano mai.

    Ha imparato a ballare da solo, perché è convinto che questo gli permetterà di conquistare Betty. Ed è diventato davvero bravo. Felix_pose 02.png

    Alla fine Felix ha capito che non basta saper ballare, se non si incontrano mai. E un giorno decide di diventare un Mietitore e di andare a lavorare nel mondo degli umani. È lì che la vita e la morte si scontrano. Quindi potrebbe finalmente chiedere a Betty di uscire per un ballo.

    Eccellere nel garantire che le persone muoiano nel modo in cui sono destinate a morire, perché questo è ciò che fanno i Mietitori, e Felix potrebbe finalmente incontrare Betty qui nel mondo degli umani.

    Pagina ProtonDB

    Lo potete riscattare gratuitamente da questo link fino al giorno 13 Novembre, ore 17:00.

 
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from cosechehoscritto

[gish]

Ma non posso sempre scrivere, eh Koch, sto giocando a Gish, tu sai cosa è Ghish? no non credo Koch è un gioco che mi sono comprato anni fa e che poi avevo mollato e oggi mi è venuta voglia di giocare ancora a Gish perché mi secca lasciare i giochi non finiti e una delle cause per le quali avevo mollato Gish era che mi si erano cancellate le partite salvate quando si era rotto l'hard disk e allora ricominciare non ne avevo voglia, era come se avessi perso tutta la storia vissuta nel mondo di Gish e invece ho ripreso, adesso sono al livello cinque che si svolge nell'inferno e cosa è Gish, beh la cosa rivoluzionaria di Gish è che il protagonista è una palla di grasso a cui hanno rubato la fidanzata antropomorfa, e per palla di grasso non intendo un tipo sovrappeso, intendo proprio dire una palla di grasso nero senza né mani né piedi, ha solo una bocca e gli occhi e delle piccole punte che gli possono nascere lungo il corpo, e quindi capisci bene che solo muoverlo è un casino Koch, solo fargli spostare un oggetto è un fottuto casino Koch, non ha mani, capisci, si muove rimbalzello come una palla di grasso e anche farlo saltare è un bel casino, hai mai visto una palla di grasso saltare koch? beh, posso assicurarti che le palle di grasso non sono nate per saltare, ce ne vuole per fargli fare anche dei saltini mediocri e altra cosa di questo gioco è che tutto segue le regole della forza di gravità, quindi le cose pesano, le corde basculano, i muri crollano e questo porta a cosa inaspettate del gioco anche perché, dovevo dirti anche questo, ci sono un fottuto numero di robe variabili e quindi le partite sono simili ma mai identiche, ogni tanto qualcosa cambia e la cosa che mi fa annodare lo stomaco e che se finisci tutti gli omini ti fa ricominciare dall'inizio del livello e quindi devi tornare in posti rognosi in cui speravi di non tornare mai più nella tua vita perché era uno di quei posti che quando li finisci ci metti una riga nera dicendo non so come cazzo ho fatto ma ci sono riuscito non ci tornerò mai, e invece in Gish ci torni se non riesci a finire tutto il livello e quindi diventi nervoso, non ti diverti ma impari molte cose della vita, perché la vita è così è una serie di merde che dici no, cazzo Koch, non farò mai più lo stesso errore, e invece rieccoti lì, stronzo come sempre a rifare le stesse cose, tipo tornare a giocare a Gish che non mi servirà mai un cazzo nella mia vita mentre potrei fare cose molto più intelligenti e sofisticate più adatte a un uomo della mia cultura e della mia intelligenza tipo finire di leggere il libro che sto leggendo, sai cosa sto leggendo? beh Koch sto leggendo un libro di Aldo Dieci, sai chi è Aldo Dieci? beh è la nuova versione di Aldo Nove, non ti viene già da ridere? beh Koch, smetti perché il libro è una merda, una cosa abominevole fatta da Castelvecchi con la quale, se esiste l'inferno ed è simile a quello che Gish mi ha mostrato essere, beh Castelvecchi con questa cosa abominevole se l'è guadagnato e aggiungo che 'abominevole' è un termine che non mi è congeniale, non lo uso quasi mai, ma in questo caso è necessario perché pagina dopo pagina mi chiedo perché, con tanta gente che merita di essere pubblicata con lavori dignitosi con il sudore della fronte, è stata sprecata carta e inchiostro per una cosa che mentre la leggi provi vergogna, non tanto per Castelvecchi che ormai starà con palla di grasso a saltare sui fiumi di lava, ma per gli scrittori che si sono prestati a una cosa del genere, Lagioia, io ho letto anche un romanzo di Lagioia e poi scopro che ha partorito una roba del genere, abominevole, senti Koch, sai che su Facebook avevo scritto a uno che la letteratura è sovrastimata, eccetera le solite cose e uno scrittore mi ha detto eh bravo, i giudizi sulla letteratura li danno sempre quelli che sono al di fuori della letteratura, come dire, caro veneracchio che cazzo parli di letteratura, lascia che ne parliamo noi che siamo dentro la letteratura, e io mi sono sentito fuori, mi sono girato e ho visto che ero fuori della letteratura e dentro questo posto, immaginiamo una specie di torre o un carcere, dentro questo carcere c'erano quelli che fanno la letteratura, da di dentro, e mi sono chiesto due o tre cose, la prima cosa che mi sono chiesto è stata, ma perché siamo qua a trascrivere tutto? Perché siamo qua a creare una spropositata base dati per modelli linguistici per poi – eh Koch – crepare e lasciare questa cosa irrisolta e indifesa in giro per il tempo che non abbiamo vissuto e che non viveremo mai? La letteratura sono come le partite non salvate di Gish. E poi, quelli che stanno dentro la letteratura lo sanno che fuori ci sono persone che leggono quello che scrivono e ne provano cose? e la terza cosa che ho pensato, e qui mi ricollego al discorso di Aldo Dieci, questi qua che a tavolino si mettono a fare letteratura, che campano con la letteratura passeggiano mai per la fiera del libro? questi che stanno dentro al carcere cosa pensano quando passeggiano per i corridoi della fiera del libro e osservano centinaia di case editrici sconosciute che pubblicano centinaia di libri di gente altrettanto sconosciuta? dalla loro torre in cui vedono la letteratura dal di dentro si rendono conto che fuori ci sono i morti che camminano, le manovalanze, gli zombies? Koch noi siamo zombies della letteratura, ci muoviamo come cretini e digrigniamo i denti con la bava alla bocca fuori della torre e da dentro la torre gli scrittori pagati fanno Aldo Dieci, fanno i giovani cannibali, fanno il grande successo del genere noir, fanno quello che dovrà essere messo nelle antologie fra dieci anni e che oggi lo leggono in dieci cristi dentro la torre, ecco cosa fanno e ogni tanto sparano agli zombies, dovessi rifare oggi un blog di scrittura sai come lo chiamerei? lo chiamerei “zombies” e parlerei di quelli che scrivono libri che non legge nessuno che gli editori li mettono a catalogo e ne fanno svanire i libri, dopo dieci anni di contratto scemano le copie vendute a niente non hanno niente, nessun diritto di autore, perché sono malati, come lo sei tu, come lo sono io, l'editore pensa, tanto questi sono malati, devono scrivere, non possono mica smettere e allora perché non sfruttare questa malattia che hanno, ma io avevo trovato il modo di fregare tutti Koch, sai cosa mi ero preso, mi ero preso in comodato uno Skyfonino, sai cosa era lo Skyfonino era un cellulare che potevi chattare con la gente su Skype, capisci cosa voglio dire, sei alle poste in coda e invece che tirare fuori il libro di Aldo Dieci, tac, prendi lo Skyfonino e chatti per ore e ore con Koch o con Platania e chattando non pensi a niente, non pensi alla letteratura, non ti metti a scrivere grandi capolavori della narrativa, chatti e basta e ti senti vivo e vai avanti a fare il tuo odore in giro per il mondo e infatti io sarei un uomo felice, ma ci sono dei problemi di abilitazione, non mi hanno ancora abilitato e quindi non posso chattare con nessuno e mi sto alienando, sto per schiantare il cellulare contro il muro perché quando tento di entrare in Skype dice che c'è un errore non meglio precisato e io sto male, fisicamente, vorrei che tutto fosse perfetto Koch, allora ti scrivo questa lettera per dirti alla fine che dopo un ora di gioco di Gish sento proprio il bisogno fisico di smetterla, di prendere un libro e di mettermi a leggere a tradurre qualcosa a fare qualcosa che mi faccia crollare nel letto con un sorriso dentro, un qualcosa, e a proposito mi sono di nuovo iscritto alla scuola di kung fu e

 
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from Bymarty

Amicizia...

È nata così tra noi, lui era il sole, io la luna... Uno sorgeva, sempre più forte, combattivo e splendente, lei spesso spariva, si perdeva e.. moriva. Un giorno, tutti i giorni era diventato il suo sole, la sua personale stella pronta ad illuminare la sua notte, tutte le notti! Ma io Luna, a volte triste e malinconica oscuravo il suo giorno, i suoi giorni! Trovarsi, ritrovarsi, incontrarsi, abbracciarsi col pensiero e le parole, non era che un breve attimo fuggente, a volte sfuggente, racchiuso tra un'alba, un tramonto ed un sogno. A volte io, proprio come la luna ho cercato, ho forzato, ho provato a rimanere presente, ancora un istante sospesa nel cielo, per ammirare la sua luce, per godere ancora un po' del suo calore! Agli inizi, quando c'era il sorgere dell'alba della nostra amicizia, lui, sole, mi aspettava, mi sosteneva, ascoltava i miei racconti e i miei silenzi, indugiando ancora un attimo sulla superfice di quel mare, che erano i nostri pensieri, nel quale ci rifugiavamo!Ma col tempo, col trascorrere del sorgere, del tramontare, del mio nascere per poi sparire.. ho scoperto che Amarsi, cercarsi e non trovarsi era sofferrenza, era malinconia. Ogni giorno, così come tutti i giorni, al sorgere di uno, l'altro scompariva, perché Lui era il mio sole, ma io non ero la sua luna....

 
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from cosechehoscritto

— il prossimo — buongiorno signor Tetsuo Hara, sono venerandi e... — dove devo fare il disegnino di Ken? — da nessuna parte, io... — hai pagato? — no, è questo il problema, io... — niente soldi, niente autografo — signor Tetsuo — eh — lo so — ok — non sono qua per l'autografo — ah — sono venuto a chiederle dei soldi — cosa? — come rimborso — rimborso per cosa? — per aver letto Ken il guerrierio da piccolo, e averlo anche visto in tv — e rimborso di cosa? — perché Ken il guerriero è una merda — ... — è uno dei fumetti più di merda che abbia mai letto — io... — ho anche venduto tutti gli Zero che avevo per pagare una multa — ... — alle bancarelle di piazza Banchi — non conosco — onesti, considerato il mestiere, ma non è questo il fatto: è che Ken mi ha sempre fatto pena, disegnato male, storie risibili, tonnellate di inchiostro e carta buttate via. E io ho perso ore a leggerlo — beh — quindi ora vorrei un rimborso, Tetsuo — capisco — per tutto il tempo perso per adeguarmi socialmente agli altri appassionati manga dei primi anni novanta — capisco. Ma io non sono Tetsuo — ah — io sono Kaneda — Kaneda! — Tetsuo! — Kanedaaaaaa! — Tetsuooooooo!

 
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from jemete

(ma che anni fa incredibilmente non esistevano)

La tecnologia del World Wide Web – e con essa la maggior parte dei siti web come li conosciamo oggi – è stata resa pubblica solo nel 1991. Addirittura fino al 1988 ogni uso commerciale della rete Internet era espressamente vietato. Facebook è nato nel 2004.

GUARDARE LA TV DURANTE LA NOTTE

In passato le trasmissioni televisive in Italia non erano H24 e dopo mezzanotte non c’era niente da vedere. Poi a partire dal dicembre 1991 la programmazione televisiva si è trasformata in un flusso continuo, di giorno e di notte.

PARTITE DI CALCIO QUASI OGNI GIORNO

Fino ai primi anni ’90 le partite di calcio della serie A si disputavano tutte in contemporanea e soltanto la domenica pomeriggio. Oggi si giocano in orari diversi di sabato, di domenica e di lunedì. Negli altri giorni della settimana possono capitare quelle delle Coppe Europee e della Coppa Italia.

VIAGGIARE ALL’ESTERO SENZA FARE IL CAMBIO VALUTA

Il 1° gennaio 2002 l'euro diventò la moneta degli Stati europei che aderivano all’unione monetaria. Prima di allora per viaggiare si dovevano cambiare le lire italiane in pesete (Spagna), in franchi (Francia), in marchi (Germania), in fiorini (Olanda), in dracme (Grecia), ecc. Meno poetico, ma forse più comodo.

NON FUMARE NEI LUOGHI PUBBLICI

Il divieto di fumare nei luoghi pubblici chiusi è entrato in vigore in Italia nel gennaio del 2005. Quando si andava a bere una birra in un bar, se ne usciva che sembrava di essere dei tranci di speck. Prima del 1975 addirittura si poteva fumare anche a scuola e negli ospedali.

ANDARE A FARE LA SPESA LA DOMENICA MATTINA

I supermercati in Italia hanno potuto aprire la domenica in modo generalizzato a partire dal 2011, a seguito della liberalizzazione degli orari di apertura stabilita dal Decreto Legge “Salva-Italia”. Fino ad allora le normative prevedevano limitazioni e l'obbligo di chiusura domenicale. La domenica mattina si andava a messa o a giocare a calcio, si andava al mare/in montagna oppure si restava a casa a spignattare.

 
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from GranOblio-Links

Pietro Favaro

Questa raccolta intende divulgare l'opera artistica del pittore Pietro Favaro. Molto del materiale qui caricato, insieme a quello che verrà aggiunto in futuro, è inedito e non attualmente disponibile online. Sarà progressivamente recuperato e fotografato. Si ringraziano per la loro disponibilità la figlia di Pietro Favaro, Renata, e il genero Mario. Se apprezzate questo progetto e desiderate contribuire affinché possa continuare ad esistere, considerate la possibilità di supportare il gruppo Devol: https://ko-fi.com/devol.


Biografia
Tutte le opere Arte sacra Ritratti Nature morte Paesaggi Disegni
Perchè di pixelfed

 
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from note


  1. Dedicazione a Cosimo II de' Medici e Scoperta dei Pianeti Medicei ——————————————————————————————————

Presentazione e dedica delle stelle scoperte al Serenissimo Cosimo II de' Medici.

Il testo si apre con una riflessione sui metodi per assicurare l'immortalità ai grandi uomini, passando dalle statue e le città fino ai “monumenti incorrotti delle lettere”. L'autore prosegue ricordando come l'ingegno umano, non pago, abbia pensato di “segnare i loro nomi sugli Orbi celesti” con “note sempiterme”, poiché la fama di questi eroi non si offuscherà “prima che lo splendore delle stesse stelle si spenga”. Viene quindi introdotta la scoperta di “quattro stelle” riservate al nome di Cosimo, non del comune gruppo delle fisse ma “dell'illustre schiera dei vaganti”, che ruotano attorno a Giove “con moti mirabili”. L'autore spiega le ragioni della dedica, legando le virtù del dedicatario all'influsso di Giove, pianeta che “occupava il cardine del cielo” alla sua nascita. Rivendica infine il diritto, in quanto primo scopritore, di battezzarle “STELLE MEDICEE”, augurandosi che acquisiscano “tanta dignità da questo nome, quanta ne hanno avuta le altre dagli altri Eroi”.


Caratteristiche topografiche e proprietà ottiche della Luna, con particolare riferimento alla distinzione tra regioni chiare e grandi macchie.


Il testo descrive le caratteristiche osservabili della superficie lunare, concentrandosi sulle differenze tra le regioni chiare e le grandi macchie. Nelle regioni chiare, si osserva una notevole “asperitatum inæqualitatumque” attraverso la “Lunæ clariorem plagam”, dove le macchie più scure appaiono vicino al confine tra luce e ombra. Queste aree presentano un aspetto mutevole, poiché le ombre si spostano con l'illuminazione variabile del Sole, al punto che “cum Luna in oppositione totum impleverit orbem, modico admodumque tenui discrimine cavitatum opacitas ab eminentiarum candore discrepet”. Al contrario, le grandi macchie mostrano una sostanziale immutabilità, con areole che “eundem semper faciunt aspectum, neque intenditur earum opacitas aut remittitur”, suggerendo una “veram partium dissimilaritatem” e non semplicemente un effetto d'ombra.

Viene poi affrontata e risolta una potenziale obiezione: se la superficie è così irregolare, perché il bordo della Luna, il suo “limbus”, appare “exacte rotunda et circinata nullisque tumoribus aut cavitatibus corrosa”? La spiegazione fornita è duplice. In primo luogo, non esiste una singola fila di montagne sul bordo, ma “permulti montium ordines cum suis lacunis et anfractibus circa extremum Lunæ ambitum coordinati”. In secondo luogo, la prospettiva dall'osservatore terrestre, il cui “oculus in eodem fere plano cum verticibus illarum locatur”, fa sì che queste irregolarità multiple si compongano in una linea apparentemente liscia, proprio come “in terra multorum ac frequentium montium iuga secundum planam superficiem disposita apparent, si prospiciens procul fuerit”.


Una spiegazione fisica della luminosità e delle asperità della superficie lunare.


Il testo propone una teoria sulla natura di un orbo di sostanza densa che circonda la Luna, ritenuto responsabile della diffusione e della riflessione della luce solare. Questo strato, più profondo ai margini, “ac præsertim luminosus existens, Lunæque peripheriam Soli expositam obtegere” e impedisce alla vista di percepire le irregolarità superficiali più estreme, come suggerito dal fatto che “maiores Lunæ maculæ nulla ex parte ad extremum usque ambitum protendi conspiciantur”. Successivamente, la trattazione si sposta sulla topografia lunare, affermando che “clariorem Lunæ superficiem tumoribus atque lacunis undiquaque conspersam” sia. Attraverso un calcolo geometrico basato sull'osservazione che alcuni vertici montuosi nella parte in ombra appaiono illuminati anche a grande distanza dal terminatore, l'autore dimostra che “sublimitas igitur AD in Luna... eminentior est milliaribus Italicis 4”, stabilendo così l'altezza di un picco lunare.


Sulla luce secondaria della Luna e le apparenze delle stelle fisse attraverso il cannocchiale.


Il testo tratta della reciprocità nell'illuminazione tra Terra e Luna, spiegando come la “luce secondaria” lunare derivi dalla riflessione della luce solare da parte dell'emisfero terrestre illuminato. La luminosità di questo chiarore varia in base alla posizione reciproca dei tre corpi: “vividisque radiis illustrati integram respicit, reflexumque ab ipsa lumen concipit” e “maius minusve a terrestri reflexione recipit lumen, prout maiorem aut minorem terrestris hemisphærii illuminati partem spectaverit”. Si afferma che “quibus temporibus maxime a Luna illustratur Tellus, iisdem minus vice versa a Terra illuminetur Luna, et e contra”. La seconda parte si concentra sull'osservazione delle stelle fisse col cannocchiale, notando che non appaiono ingrandite nella stessa proporzione degli altri oggetti. La ragione è che, a occhio nudo, le stelle non si mostrano secondo la loro “suam simplicem nudamque, ut ita dicam, magnitudinem”, ma sono circondate da raggi scintillanti che ne amplificano l'apparenza: “angulus enim visorius, non a primario Stellæ corpusculo, sed a late circumfuso splendore, terminatur”. Questo alone luminoso, visibile soprattutto di notte, può essere rimosso non solo dalla luce diurna o da una “tenuis nubecula”, ma anche dal cannocchiale stesso, che “prius enim adscititios accidentalesque a Stellis fulgores adimit, illarum inde globulos simplices auget”.


Osservazioni celesti attraverso il perspicillum: stelle fisse, pianeti e la natura della Via Lattea.


Il testo descrive le osservazioni astronomiche condotte con l'ausilio del “perspicillum”, evidenziando le differenze di aspetto tra pianeti e stelle fisse. I pianeti si presentano come “globulos suos exacte rotundos ac circinatos”, simili a piccole lune, mentre le stelle fisse, anche se viste attraverso lo strumento, appaiono come “fulgores quidam radios circumcirca vibrantes”. Viene riportata la scoperta di un numero inaspettato di stelle precedentemente invisibili, poiché “infra Stellas magnitudinis sextæ, adeo numerosum gregem aliarum, naturalem intuitum fugientium, per Perspicillum intueberis, ut vix credibile sit”. A supporto di questa affermazione, vengono forniti due esempi specifici: la costellazione di Orione, dove sono state annotate “plures quingentis” stelle, e le Pleiadi, con l'aggiunta di “plures quam quadraginta” stelle invisibili a occhio nudo. Un'ulteriore scoperta fondamentale riguarda la natura della Via Lattea, definita come “nihil aliud, quam innumerarum Stellarum coacervatim consitarum congeries”. Questo si estende anche alle cosiddette nebulose, rivelatesi “Stellularum mirum in modum consitarum greges”, come dimostrato dall'esempio della Nebulosa nella Testa di Orione, che contiene ventuno stelle.


Scoperta e osservazione dei satelliti di Giove


Osservazioni celesti e la scoperta di nuovi pianeti medicei.

Il testo tratta dell'osservazione di un ammasso stellare, “Secundus NEBULOSAM PRÆSEPE figura 12 nuncupatam continet; quæ non una tantum Stella est, sed congeries Stellularum plurium quam quadraginta”, per poi annunciare l'intenzione di “quatuor PLANETAS a primo mundi exordio ad nostra usque tempora nunquam conspectos, occasionem reperiendi atque observandi, aperiamus”. Viene sottolineata la necessità di uno strumento ottico di qualità: “Perspicillo exactissimo opus esse”. La narrazione si concentra quindi sulla scoperta, avvenuta “Die itaque septima Ianuarii, instantis anni millesimi sexcentesimi decimi”, quando “tres illi adstare Stellulas, exiguas quidem, veruntamen clarissimas, cognovi”. Le osservazioni successive, “die octava” e “die decima”, rivelano il mutare della posizione di queste stelle, “longe aliam constitutionem reperi”, portando l'autore a dubitare che fossero fisse e a sospettare un “motu proprio” di Giove, finché non conclude che una di esse era “sub Iove latitante”.


Resoconto delle osservazioni dei satelliti gioviani e delle loro posizioni relative.


Il testo descrive le osservazioni condotte tra il giorno non specificato, il 18, il 19 e il 20, concentrandosi sulle posizioni, le distanze e le magnitudini di corpi celesti in prossimità di Giove. Viene annotata la comparsa di una nuova stella “che prima, come ritengo, era unita alla precedente” e la sua successiva evoluzione in posizione. Le misurazioni delle distanze angolari sono minuziose, espresse in minuti primi e secondi d'arco, come nella configurazione del giorno 19 dove le stelle erano disposte “secondo una linea retta perfetta” con distanze specificate. Viene menzionata l'incertezza dell'osservatore riguardo al numero esatto di stelle visibili, come quando si dichiara “incerto se da occidente ci fossero due, o tre stelline”. Il sommario accenna anche alla variabilità nella luminosità percepita degli astri, notando che una stella inizialmente “piccolissima” in seguito divenne “quasi uguale per grandezza alle altre”.


Osservazioni astronomiche delle lune di Giove.


Il testo riporta osservazioni dettagliate delle posizioni e delle caratteristiche di satelliti vicini a Giove, effettuate in date e orari specifici. Vengono descritte le distanze angolari tra i corpi celesti, le loro dimensioni relative e l'allineamento. “Aderant ex oriente Stellulæ tres, æqualiter inter se et a Iove distantes” ovvero “Ad oriente aderavano tre stelline, ugualmente distanti tra loro e da Giove”. Si nota che “Orientalis Iovi proxima erat omnium minima; reliquæ vero aliquanto maiores, atque inter se proxime æquales”, cioè “Quella più vicina a Giove, a oriente, era la più piccola di tutte; le altre invece erano alquanto più grandi, e tra loro quasi uguali”. Viene inoltre segnalata una lieve deviazione dall'allineamento perfetto: “fuerunt vero secundum eandem rectam lineam... nisi quod trium occidentalium media paululum in austrum deflectebat”, ossia “erano infatti disposte secondo la stessa linea retta... se non che quella di mezzo delle tre occidentali deviava un poco verso sud”. Le misurazioni delle distanze, espresse in minuti e secondi d'arco, sono un tema minore costante, come “interstitia vero, secundum existimationem, 50 secundorum minutorum fuere” e “a Iove ad occidentaliorem pr. 7”.


Sulla disposizione e i movimenti dei satelliti gioviani.


Il testo riporta osservazioni dettagliate delle posizioni relative di Giove e dei suoi satelliti, con misurazioni precise delle distanze angolari in primi e secondi d'arco. Viene descritta la configurazione dei corpi celesti, spesso allineati “in eadem recta linea”, e si nota come “occidentalis Stella satis exigua” appaia. Le misurazioni indicano distanze variabili, come “orientalior Stella a Iove min. 6, occidentalis vero 8”. Viene inoltre registrato un cambiamento nel numero dei satelliti visibili, poiché in un'occasione si attesta che “hora septima, quatuor aderant Stellæ: inter quas Iuppiter mediam occupabat sedem”.

Riferimenti

Figura 43, Figura 44, Figura 45, Figura 46.


Rilevazioni delle posizioni e delle magnitudini dei satelliti gioviani.


Il testo riporta una serie di osservazioni astronomiche concentrate sui satelliti di Giove. Vengono descritte le loro posizioni reciproche e rispetto al pianeta, con misurazioni precise delle distanze in minuti primi. Le osservazioni, condotte in giorni successivi, registrano il numero di satelliti visibili, il loro allineamento e le relative magnitudini. Un tema minore è costituito dalle condizioni meteorologiche, che in un'occasione hanno ostacolato la visibilità: “Cælum fuit nubilosum”. Le descrizioni sono supportate da riferimenti a figure, come “figura 49” e “figura 50”. Le misurazioni indicano configurazioni variabili, con satelliti che appaiono “in eadem recta secundum Eclipticam extensa” o “medium Iovem intercipientes”. Viene inoltre annotata l'uguaglianza o la disparità nelle magnitudini, con corpi celesti descritti come “æquales omnes” o, al contrario, con una stella “exigua satis” e un'altra “satis magna”.


Osservazioni astronomiche delle lune di Giove in date successive.


Il testo riporta osservazioni dettagliate della posizione e della magnitudine di stelle vicine a Giove, verosimilmente i suoi satelliti, effettuate in giorni e orari specifici. Vengono descritte le configurazioni, con il numero di astri visibili, le loro distanze angolari dal pianeta e tra di loro, e le loro magnitudini relative. Per esempio, il 15 del mese si nota che “tre erano le stelle orientali, nessuna invece si scorgeva occidentale”, mentre il 17 si registra che “entrambe [le stelle] erano abbastanza esigue, specialmente l'orientale nella seconda osservazione”. Le misurazioni delle distanze sono minuziose, spesso espresse in primi e secondi d'arco, come la stella orientale che “dista[va] da esso min. 0, sec. 50”. Un tema minore è l'allineamento degli astri, rilevato il 16 quando “erano tutte della medesima, quasi, grandezza, abbastanza cospicue, e sulla stessa retta linea esattamente secondo l'andamento dello Zodiaco”.


Serie di osservazioni sui satelliti di Giove e le loro posizioni relative.


Il sommario descrive le osservazioni dei satelliti di Giove condotte in diverse notti, con particolare attenzione al loro numero, alla disposizione e alle distanze angolari dal pianeta. Viene rilevato che i satelliti appaiono spesso allineati “in eadem recta Eclipticæ parallela” e “ad unguem in eadem recta”. Le osservazioni includono notti con cielo sereno e altre, come il 20 e le tre notti successive al 21, in cui “cælum fuit nubibus obductum”. Vengono annotate le dimensioni relative dei corpi celesti, ad esempio una stella orientale era “aliquanto minor occidentali”. Un tema minore è l'evoluzione delle configurazioni nel tempo, come quando, nella notte del 26, inizialmente erano visibili solo due stelle, ma “hora 5, tres visæ sunt Stellæ”. Un ulteriore tema minore è l'introduzione di un nuovo metodo di osservazione “secundum Zodiaci longitudinem, facta relatione ad fixam quandam” a partire da quella stessa notte, per misurare il movimento.

 
Continua...