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from Cerco strade diverse

Più mi guardo intorno e più mi sembra di vivere in uno di quei villaggi del vecchio west che vengono costruiti per le riprese cinematografiche. Finché rimani sulla main street vedi le case, i negozi, il saloon, il barbiere e l’ufficio dello sceriffo con la prigione; gente indaffarata, cavalli e carri sembrano dimostrare che qui ferve l’attività. Però, se ti allontani un poco dalla strada, se cambi la prospettiva, ti accorgi che gli edifici sono in realtà solo facciate tenute in piedi da pali e la gente non fa altro che girare a vuoto da un punto all’altro. Ecco, questa è l’Italia in cui mi pare di vivere, conta solo l’apparenza, la facciata. Non importa se non si arriva alla fine del mese, se si muore sul lavoro, se i cervelli fuggono all’estero insieme alle aziende, l’importante e’ far vedere che siamo sereni,felici e agiati anche se non è vero. I politici si agitano, si indignano e “lavorano” per noi, ma tanto è tutta scena, tutta apparenza, in realtà le decisioni si sono già prese dietro le quinte, il regista ha già dato gli ordini e i burattini che si muovono sulla main street non lavorano sul serio. E’ soltanto un film dove vincono i buoni ed i cattivi fanno una brutta fine…poi, però, il film finisce e noi, gli Italiani reali, ci ritroviamo con gli stessi problemi irrisolti. Non hai un lavoro, non arrivi a fine mese, tuo figlio è morto sul lavoro e non sai come mantenere la famiglia? Ci stiamo impegnando per risolvere i tuoi problemi, vedi come ci agitiamo come formichine operose, certo non abbiamo la bacchetta magica, un po’ di pazienza ed aiuteremo anche te. Nel frattempo siediti davanti alla TV, guarda un po' di grande fratello, una partita, un varietà e dimenticati i tuoi guai. Evidentemente molti non colgono la differenza tra apparire ed essere. Ci sono persone che si vergognano di dire che sono operai, che con il loro stipendio non riescono a campare, ma noi Italiani vogliamo essere rassicurati, non preoccuparci, nascondere la testa sotto la sabbia e lasciar prendere le decisioni a qualcun'altro. A noi servono i capi per non aver l'impiccio di dover pensare, che se la sbrighino loro a mandare avanti il paese . Così la recita continua, “The show must go on”, l’importante è sembrare un popolo felice che si diverte, che non ha problemi, che conduce una vita agiata. Sembra sempre di aver raggiunto il fondo ma poi ci mettiamo con grande impegno a scavare agli ordini del capetto di turno. Il mondo sta diventando un'enorme polveriera, tutti contro tutti in una guerra continua ma non importa, basta credere che non sia vero e tutto si risolverà per magia perché le cose alla fine vanno sempre a posto. Se questa è la civiltà non siamo migliorati dalla preistoria, proprio per niente.

 
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from cosechehoscritto

Sono con il portatile linux in pizzeria che aspetto le pizze e scrivo e ascolto quello che sento e trascrivo. C'è animazione in ogni cosa, le luci elettriche danno una dimensione a questa serata di dicembre che ha tutta l'artificialità umana. Mi chiedo cosa succederebbe se si staccasse l'elettrico, ora. Una vallata nera, scossa da un vento gelido. I pilastri di cemento immersi nella terra. Le tane intonacate, piastrellate in gres. La gente chiusa in casa, avvolta nelle coperte, abbracciata per sentire meno il gelo che arriva da fuori. I ragazzi della pizzeria prendono in giro la ragazza che lavora con loro. Le dicono che non c'è mai. Che è stata assente per un sacco di tempo. Che non aveva voglia di lavorare. La ragazza risponde a tono, poi ridendo dice, guardate che io dovevo laurearmi! Non dovrei nemmeno essere qua, dovrei essere a lavorare da un'altra parte. Io sto lì, come un lurker della vita e trascrivo tutto. “Scusi ma dovrei prendere il casco” mi dice a un certo punto il portapizze e io dico, ci mancherebbe, e prendo il mio portatile e mi sposto.

Di notte apro gli occhi, sono le quattro. Ho un mal di testa che mi picchia dentro e un fischio. Non sono i soliti acufeni, è proprio un fischio continuo. Resto immobile sotto le coperte come un animale ferito. Prendere appunti, penso. Mi verrà utile quando parlerò di un personaggio che soffre. Molte lettere se premute con il tasto control creano caratteri invisibili all'occhio. Una vita che prendo appunti per quello che potrebbe succedere ai miei personaggi e invece queste cose succedono a me. Ad un certo punto arriverò alla fine e io coinciderò con il personaggio. Sentirò davvero male come lo si sentono nei romanzi o nelle fiction tv, in maniera ragionevole.

O smetterò di prendere appunti.

La mia medico dice che le analisi vanno bene e che probabilmente è lo stress. Sto male perché sono stressato. Ho ansia. Le rispondo che è stare male che mi mette stress. Che se stessi bene, starei benissimo. Lei risponde che – no – è proprio l'ansia e lo stress. E chiusa lì. A casa mi siedo, mi concentro e cerco di non essere stressato. Chiudo gli occhi. “Non devi essere stressato, Venerandi” mi dico. “Basta con queste ansie” aggiungo. Riapro gli occhi. Sto ancora male.

Parlando con i colleghi scopro che un sacco di gente, anche loro sono stressati. Che anche loro stanno male. Pieno. Inizio a pensare che sia una malattia professionale. Non parlo della docenza, che è effettivamente stressante, quanto essere qua, nel duemilaventiquattro, in questo sistema paranoico. Questo occidente paranoico, ricco e povero nello stesso tempo, che pensa alla realtà virtuale e guarda di quanti centesimi è aumentato l'olio d'oliva, che condivide le foto dell'ultimo portatile Apple e va dai genitori per chiedere i soldi per l'anticipo iva di fine anno. Che parla di comunicazione online e passa la sera a piangere e betsemmiare dopo l'ennesima litigata furiosa con la propria madre. Che come me spera di reggere fino alle vacanze di natale per avere finalmente un po' di tempo per stare male senza danneggiare la programmazione, la produzione.

Ho iniziato ad ascoltare un gruppo post-punk che si chiama Laguna Bollente, o qualcosa di simile. Hanno fatto due ep, li ho scoperti per caso su bandcamp. Probabilmente assomigliano a qualcuno di più importante che non conosco, ma l'ignoranza per una volta mi salva. Non posso postare i testi su Facebook perché ci sono diverse bestemmie e parole che hanno a che fare con umori corporali, e sono i momenti migliori btw. Un frammento che mi ha fatto decidere l'acquisto è un brano di quando parlano del fascismo nell'agire quotidiano, ed escono con un “'questo è mio' e ti rubo gli orociock”, che mi ha conquistato.

Un pensiero che ho è che in realtà non sto male per lo stress, ma per una malattia mortale che nessuno ha visto e che quando emergerà sarà troppo tardi. Ma è un pensiero che mi serve a poco. Diversamente dalle storielle che girano su Facebook dove ci sono grandi riscatti sociali e rivincite di chi era stato ingiustamente vessato, nel mondo reale difficilmente otterremo delle scuse da parte di chi ha sbagliato. Quando alla fine tirassero le fila delle grandi discussioni della rete, vaccinisti e antivaccinisti, pro nucleare e contro, pro motore elettrico e pro motore termico, pro immigrazione e controimmigrazione, se alla fine emergesse dagli oceani un grande delfino dorato, altezza almeno trenta chilometri, e dal suo ventre uscisse una voce che dice “ecco, adesso vi do i risultati” e poi snocciolasse chi aveva torto e chi aveva ragione, ecco, anche in un caso così plateale, chi aveva torto non chiederà mai scusa. Perché non ci sono delfini dorati e perché essere ingiusti e avere paura e ferire chi ti sta attorno è nella natura umana. Perché dovrebbero chiedere scusa, e di cosa.

Non c'è giustizia terrestre, se non in filamenti fragilissimi, figuriamoci quella immaginaria dell'ultramondo. L'ingiustizia è uno degli alimenti terrestri, che va masticato e addentato. E ingoiato. E rivomitato per terra e calpestato.

 
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from Novità in libreria

Un'altra carrellata di cosette uscite recentemente.

NARRATIVA:

  • UNA FRANCIA SCONOSCIUTA di Georges Simenon (Adelphi). Un tour in barca di sei mesi per i canali e i fiumi francesi e un successivo viaggio in auto consentirono al giovane Simenon di scrivere un reportage sulla “vera Francia”. Per saperne di più: scheda libro.
  • LUI di Ashkan Khatibi (Baldini+Castoldi). L'autore è un importante attore e regista iraniano in esilio, e in questa specie di durissimo spettacolo teatrale, costruisce un testamento spirituale e politico: una cella, una sedia e un personaggio che di volta in volta è un attivista dei diritti umani, un’adolescente, un giovane sportivo, un bambino, un’attrice, uno studente, un rapper, un poeta e regista cinematografico. Tutti questi rappresentano una comunità che è alle prese con le voci esterne, ovvero i torturatori, che vogliono da “lui” una confessione. Il libro è corredato dal testo originale in lingua persiana. Per saperne di più: scheda libro.

FANTASY E HORROR:

  • HAMELIN di Angelo Basile (Il Ciliegio). Una reinterpretazione della celebre favola del Pifferaio di Hamelin, qui ambientata in una Baggio invasa dai topi e visitata da un misterioso insegnante di musica. Per saperne di più: scheda libro.

FUMETTI E GRAPHIC NOVEL:

  • SOCCI E PLATO – FILOSOFI PER SBAGLIO di Philip Osbourne e Roberta Procacci (Armando Curcio Editore). Socrate e Platone sono i protagonisti di questo primo volume di fumetti filosofici: i due discutono dei grandi temi, facendo pensare e ridere allo stesso tempo. Fa ridere davvero, l'ho testato io stesso. Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • TENEBROSA. VOL.1 di Hubert e Vincent Mallié (Sergio Bonelli). Un cavaliere cinico e una principessa dai poteri inimmaginabili sono chiamati a superare ardue prove, per arrivare alla verità. Un fantasy dal tratto pieno e colorato. Per saperne di più: scheda libro.
  • FIORE DI PIETRA. VOL.1 di Sakaguchi Hisashi (Coconino Press). Un manga ambientato fra gli orrori della seconda guerra mondiale: in Jugoslavia, nel 1941, Krilo riesce a sfuggire al massacro operato dai nazisti, e si unisce ai partigiani sulle montagne. Per saperne di più: scheda libro.
  • SALVA IL MONDO ALL'ULTIMO CANESTRO di Nemu Yoko (Bao). Una squadra di basket femminile viene avvicinata da un sinistro figuro che dice di essere una divinità... Se non vinceranno il campionato, la Terra verrà distrutta... Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • CAVOLI & MERENDE di Luca Calvani (EDT). L'attore Luca Calvani, che ha recitato ne LE FATE IGNORANTI di Ferzan Ozpetek, colleziona una sessantina di ricette, facili ma eleganti, ispirate al volgere delle stagioni. Lui stesso, nel suo casale in Toscana, prepara per i suoi ospiti questi piatti, usando i prodotti del giardino e dell'orto. Per saperne di più: scheda libro.
  • BREVE STORIA LETTERARIA E ARTISTICA DELLA MEDICINA di Alberto Mantovani e Claudio Longhi (La nave di Teseo). Si tratta di una storia della medicina, vista attraverso l'arte e la letteratura, a partire da Tucidide per arrivare ai moderni scrittori come Camus e Solženicyn. Per saperne di più: scheda libro.
  • Per Neri Pozza abbiamo due saggi di storia:
    • SCINTILLE. STORIA CLANDESTINA DELLA CINA di Ian Johnson (scheda libro). Il rapporto tra la storia e la classe dirigente cinese è un rapporto di riscritture e giustificazioni di violenze e sopraffazioni. Una rete di scrittori, giornalisti “clandestini”, registi e intellettuali dissidenti, però, da vent'anni riscrive la versione “autorizzata” del governo. Il premio Pulitzer Ian Johnson ha raccolto in questo libro tutte queste testimonianze per costituire un racconto “non autorizzato”, a memoria delle generazioni future.
    • ABISSO. CUBA 1962. IL MONDO A UN PASSO DAL CONFLITTO NUCLEARE di Max Hastings (scheda libro. Tra il 16 e il 28 ottobre 1962 avvenne ciò che comunemente viene chiamata la “Crisi dei missili di Cuba”: 13 giorni in cui il mondo fu sull'orlo del baratro nucleare, per la prova di forza tra USA, Russia e Cuba. In questo libro, quel cruciale episodio è raccontato tramite le testimonianze di capi di stato, ufficiali, ma anche semplici cittadini che assistettero agli eventi.
  • MANUALE DELL'ONNIVORO di Michael Pollan, illustrazioni di Maira Kalman (Adelphi). Il nostro rapporto con il cibo è condizionato da ossessioni, marketing, intolleranze e salutismo, e in questo piccolo manuale ironico il giornalista e saggista Michael Pollan illustra 83 piccole regole e raccomandazioni per vivere il cibo con rilassatezza e abitudini migliori, magari legate a una tradizione che ignorava antiossidanti e nutrizionisti. Per saperne di più: scheda libro.
  • NON È MAI TROPPO TARDI di Giulia Manzi (ADD Editore). Raccontata da sua figlia, è la storia di Alberto Manzi, che ha contribuito ad alfabetizzare l'Italia grazie alla sua trasmissione. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA DIVINA SINFONIA di Israel Knohl (EDB). Un testo di esegesi biblica: l'autore sposa la convinzione che ci sia una continuità tra l’antico Israele (circa 1400-586 a.C.) e l’epoca del Secondo Tempio (circa 536 a.C.-70 d.C.). Si tratta naturalmente di un tomo per gli appassionati studiosi della Torah. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • SONO PRONTO! di Matthieu Maudet (Babalibri). Albo illustrato in cui Uccellino deve fare la nanna, ed è pronto per tutti i riti necessari: il pupazzo, le coccole, il biberon, eccetera. Età di lettura: dai 2 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • Per Franco Cosimo Panini, tre titoli della Pimpa di Altan: PIMPA E I COLORI DELL'ORTO (scheda libro), PIMPA E LA TARTARUGA MARINA (scheda libro) e PIMPA E LE AMICHE API (scheda libro). Sono libri stampati su carta ecologica, in cui la Pimpa si occupa di problemi ambientali, come la plastica nel mare, la biodiversità alimentare e l'importanza delle amiche api. Età di lettura: dai 3 anni.
  • Sempre da Franco Cosimo Panini: ORSETTO, C'È AMORE NELL'ARIA di Benjamin Chaud. Un albo illustrato il cui protagonista, Orsetto, ha costruito una casa sull'albero. Un attimo di distrazione ed ecco che un'orsetta lavatrice gli ruba il tetto! Le illustrazioni di questo autore mi piacciono moltissimo, perché riescono sempre a strapparmi un sorriso. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • IO SONO MARGHERITA di Valeria Angela Pisi, illustrato da Aurora Cacciapuoti (Lapis). Margherita è una bambina che impara a superare le difficoltà portate dalla separazione dei suoi genitori. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • ABBASSA LA CRESTA di Géraldine Collet e Maurèen Poignonec (EDT – Giralangolo). La gallina Nerina, impavida, prende in mano le redini del pollaio nel momento del pericolo, ovvero quando si sta avvicinando la volpe. Ed è anche l'occasione di rivendicare anche un po' di diritti negati alle galline e di ridimensionare la spacconeria del gallo... Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • SELVABACCHE E IL GRANDE CALDO di Valeria Troncarelli (Chiaredizioni). Nel bosco di Selvabacche è estate, ma fa davvero troppo caldo, e la siccità sta diventando un grosso problema! Riusciranno gli animali e la loro amica Maria a riportare l'acqua nella foresta? Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA NOTTE IN CUI BABBO DIVENNE NATALE di Pietro Clementi (Gallucci). Il fondatore della compagnia teatrale “Un teatro da favola” racconta in questo piccolo romanzo la storia di due folletti, Geo e Gea: cercano un personaggio che possa diventare il simbolo del Natale e consegnare i regali la notte del 24 dicembre. Lo troveranno in un orfanotrofio della Londra ottocentesca. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • NULLA SFUGGE AL GATTO MARDÌ di Luisa Accati, illustrazioni di Nicoletta Costa (Notes Edizioni). A Parigi, l'intelligente gatto Mardì scoprirà la verità su una brutta scritta comparsa sul portone della sua padrona. Un libretto divertente, scritto con un carattere ad alta leggibilità. Età di lettura: dai 6 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • VOGLIO DIVENTARE UN SUPER ESPERTO DI DINOSAURI di Anna Claybourne (Espress). Un libro con tante attività per disegnare e giocare con i dinosauri, e per diventare un super esperto in materia. Età di lettura: dai 6 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • GLI ARCANI DI NEBBIA. VOL.2: L'ORACOLO MALEDETTO di Fanny Caldin (Gallucci). Secondo volume della saga: nella Svezia magica, la protagonista deve lottare contro l'oscurità che alberga in lei. Età di lettura: dai 12 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per Gallucci: VERSO SANTIAGO di Roberto Morgese. Il giovane contadino Odo intraprende il Cammino di Santiago per espiare la colpa del padre: aver rubato delle noci al duca di Martogne per sfamare i figli. Durante il viaggio incontra strani esseri umani e soprattutto Gemma, una ragazza che ha lo stesso suo destino. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from Racconti

PQm era lì da così tanto tempo che non ne aveva più memoria. Improvvisamente un Sole straniero lo ferì, ebbe coscienza che la meta era vicina e si spaventò al pensiero di poter comunicare con degli esseri viventi non umani. Quando era partito? Del resto che importanza poteva avere? Sì ne aveva, ne aveva per lui, forse non per coloro che lo avevano visto andare, salire su quell’astronave, ma per lui sì. Una sorta di turbamento lo sfiorò, avrebbe voluto un altro destino. Si sentiva così inquieto perché aveva nostalgia, una grande nostalgia della colonia marziana, si stava convincendo che non avrebbe più rivisto Marte, il Pianeta Rosso, dove tutto era organizzato fin nei minimi particolari, dove ognuno svolgeva i propri compiti con attenzione e sollecitudine e, soprattutto, dove aveva lasciato un sogno, un progetto a cui stava lavorando e che avrebbe sicuramente modificato l’essenza della sua esistenza. Invece si trovava nella galassia EGS-zs8-1. Da lì erano giunti segnali inquietanti. Su Marte, veramente, tutto poteva sembrare inquietante, eppure questa volta era certo. Qualcuno si era fatto vivo: non erano soli. I voli dei terrestri verso Marte erano iniziati quando furono perfezionati i processori di energia. La prima conquista fu l'esplorazione dei pianeti del Sistema Solare. Superata la nube di Oort, fu la volta delle galassie confinanti e poi via verso lo spazio infinito. Infinito? Questo non era chiaro. Era, invece, fin da subito parso evidente che Marte avrebbe potuto ospitare una base permanente di androidi evoluti, capaci di affrontare in autonomia viaggi interstellari e di sopportare, per un periodo di tempo quasi illimitato, la gravità e le radiazioni di questo pianeta. Parsec su parsec furono così percorsi. Questo errare tra pianeti, stelle e buchi neri, subì una battuta d’arresto quando alcune navicelle con il loro equipaggio non fecero ritorno. Incredibile, sembravano svanite! Nessuna richiesta di aiuto era giunta, nessuna comunicazione che facesse pensare a qualche difficoltà: erano semplicemente scomparse nel nulla. A bordo di una di queste astronavi vi era PQe, addestrato perfettamente e in grado di adattarsi a campi gravitazionali superiori. Anche lui si perse nello spazio. PQm provò un grande dolore quando capì che non avrebbe più rivisto il suo amico, il suo compagno d'avventure fin dal giorno in cui vide la luce. Fisici quantistici e ingegneri meccatronici raddoppiarono gli sforzi per progettare una cosmonave che potesse oltrepassare i limiti rappresentati dal cono degli eventi, surfando le onde gravitazionali. Fu, inoltre, potenziata la base su Marte con l’invio di altri androidi. Capo di quest’ultima spedizione venne nominato PQz, la cui caratteristica fondamentale era quella di saper affrontare e risolvere le situazioni di natura relazionale. Per questa ragione aveva sempre ricoperto ruoli organizzativi. Dopo il suo arrivo, numerosi furono i tentativi nella direzione dello spazio esplorato durante le fallimentari missioni precedenti, ma nessun cosmonauta fece ritorno, non fu recuperata neppure una parte infinitesimale delle astronavi, in modo da analizzare, sia pure in modo approssimato, il mistero che le avvolgeva. Spiegare concretamente quello che stava accadendo assunse contorni oscuri e intriganti: calcoli su calcoli, formule su formule, e ancora analisi e osservazioni, nel tentativo di trovare una soluzione! Non fu, comunque, difficile capire che oltre il limite segnato dall'orizzonte cosmico qualcosa inghiottiva il tempo. Anzi tempo e spazio si confondevano. Dopo due anni dariani dal suo arrivo, Pqz ebbe l'ingrato compito di chiedere agli altri androidi di interrompere le loro attività, compresa quella riguardante il miglioramento delle prestazioni dei sensori astrometrici, per comunicare a tutti i membri della colonia che la Terra aveva fatto perdere le proprie tracce. Per quello che ne sapevano, la colonia marziana era l'unica depositaria della storia terrestre, della tecnologia, delle immagini di quel mondo scomparso. Erano loro i sopravvissuti, programmati per irrompere nel cosmo e navigare alla scoperta di altre forme di vita. Cosa avrebbero dovuto fare? Era giunto il momento di prendere delle decisioni. La prima conclusione fu che avrebbero potuto sfruttare le loro potenzialità per costruire un mondo non umano. La seconda ipotesi fu quella di non andare contro natura: si erano salvati da una possibile catastrofe, eppure non per questo erano liberi, erano dei liberti, metà coscienti, metà incastrati nei loro cervelli quantistici. Perciò, senza ombra di dubbio, decisero di continuare con le esplorazioni, ma anche di impegnarsi nella ricerca della loro identità. Per fare questo era necessario ricostruire il passato per cogliere quanto di umano vi fosse in loro. Si aprirono al divenire degli eventi, quelli su cui riflettevano i terrestri quando sentivano di essere vicini ad un conflitto imminente, ad un danno irreparabile per ritrovare quella parte del “sé” in cui risiedeva la ragionevolezza del dialogo. Rovistarono nella storia più remota, custodita in un grande archivio che si trovava nel blocco C. Scoprirono atrocità senza limite, indubbiamente nel DNA degli uomini non era scritta la parola rispetto, non erano stati ideati per non farsi del male. Eppure, se da un lato morte, distruzione, genocidi si erano susseguiti, dall’altro l’umanità aveva lasciato opere immortali, dalle quali era stata accompagnata e superata. Quando agli androidi fu svelato questo enorme patrimonio, uno strano sgomento li scosse. Il concetto di bello era un’astrazione che non faceva parte dei loro parametri genetici: ritennero, quindi, che fosse inutile continuare, rivendicando una orgogliosa diversità. Per PQm, invece, divenne quasi un’esigenza progredire in questo senso, ma senza la creatività umana sarebbe stata un’impresa se non del tutto vana, molto, ma molto difficile. Passò al setaccio tutto quello che era stato raccolto. Chissà perché i terrestri avevano deciso di dotare Marte di tali testimonianze? Forse la loro finitezza ambiva all’eternità e, temendo di non sopravvivere o di non riuscire di far sopravvivere la Terra, si erano premurati di lasciare una parte di se stessi all’Universo. Più si addentrava nella sfera della conoscenza artistica, più PQm si rendeva conto che la sua capacità di rielaborazione aveva dei limiti notevoli. Era stato creato dagli uomini a loro immagine e somiglianza. Provava sentimenti come amicizia, dolore, felicità, ma, per quanto si sforzasse, la gioia di amare l’arte, di comprenderla a fondo, disorientava le sue sinapsi artificiali. Avrebbe voluto essere in classe con gli studenti del millennio precedente, i quali, di fronte a dubbi o curiosità, si rivolgevano ai loro insegnanti. “Che cos’è l’Arte?” Era una delle domande più frequenti. I professori con molta pazienza davano risposte illuminanti, perché loro l’Arte la vivevano, l’amavano, ne sentivano la forte attrazione. In quelle opere rintracciavano il più intimo “essere uomini”. Nonostante questa consapevolezza, PQm si dedicò allo studio di quel materiale, la cui analisi gli appariva fondamentale per riconoscersi come entità frutto di un pensiero complesso, da cui aveva ereditato la sua intelligenza artificiale e, nello stesso tempo, umana: così immagini, parole, suoni, che volteggiavano in quell’oscuro ambiente solitario, piano piano divennero la colonna sonora di quella realtà fatta di nuove emozioni. Pqz, che come tutti gli altri aveva abbandonato PQm al suo fervore cognitivo, preferiva lavorare con il gruppo alla realizzazione di navigazioni intergalattiche. I progressi compiuti permisero di battere le rotte consuete, di raggiungere gli approdi già sperimentati con maggiore sicurezza. Ma, se i velivoli marziani tentavano di oltrepassare le Colonne d’Ercole, erano ancora insuccessi su insuccessi, una nebulosa oscura sembrava risucchiarli. PQz non si scoraggiava, superare le barriere della struttura spaziale, in fondo, era il suo compito, o meglio era ciò che i terrestri avrebbero voluto da lui. Quando fu intercettata una richiesta di aiuto, non ebbe esitazioni: scelse PQm per affrontare, in un luogo lontano ed ignoto, la complicata operazione di soccorso. Lo aveva visto brancolare, sia pure attonito e disorientato, nel blocco C. Era, ai suoi occhi, il più attento osservatore degli esseri che erano vissuti sulla Terra e, quindi, anche il più competente nella gestione di un incontro con eventuali forme di vita. PQm partì a malincuore, non aveva ancora concluso il suo percorso di apprendimento. Tuttavia, la prima direttiva era quella di non disubbidire ad un ordine e la seconda era che non si poteva negare assistenza a chiunque ne avesse bisogno, sia che si trovasse nel sistema Solare, sia in qualche altra recondita parte dell’Universo. Il viaggio all’inseguimento di quel segnale fu incredibilmente lungo e faticoso, finché non gli apparve quel Sole. Cercò disperatamente di inviare messaggi alla colonia marziana, ma fu attratto da una forza che lo fece sobbalzare più volte, perse il controllo della sua astronave e, in un baleno, atterrò di schianto su un pianeta che gli era stranamente familiare. Andò in perlustrazione. Si rese presto conto che… era la Terra! O almeno quel che restava di essa, dopo l’ultima catastrofe ambientale che ne aveva determinato l'espulsione dal Sistema Solare. “...SOS... SOS... SOS...” era il lamento dell’unico dispositivo esistente su quella superficie deserta.

ELENCO COMPLETO

#fantascienza

 
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from Cerco strade diverse

Sono un viaggiatore sedentario, non amo spostarmi ma viaggio moltissimo con la mente. Hai presente il Nero Wolfe magistralmente interpretato da Buazzelli verso la fine degli anni '60? Ecco, io sono così, un viaggiatore elucubrante ma che raramente si sposta dalla sua organizzatissima dimora. Certo mi manca il genio del grande investigatore ma la fantasia, quella no. Non credo che questo blog possa competere con altri molto più interessanti e avvincenti, ma nemmeno mi interessa. Dopotutto l'importante è viaggiare, continuare a muoversi, a pensare e anche se sarò l'unico a leggermi va bene così.

 
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from roby64

Sono nata a Pordenone, città in cui vivo e lavoro. Insegno al CPIA (CENTRO PROVINCIALE ISTRUZIONE ADULTI), come docente di Italiano, Storia e Geografia. Mi sono laureata all’Università degli Studi di Trieste con una tesi su “L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA” (1920-1930), una rivista di “varia umanità” molto apprezzata dalla medio-alta borghesia. Mi sono dedicata per qualche anno allo studio della Letteratura di massa e di consumo, analizzando in particolare caratteristiche e diffusione del genere GIALLO. Ho pubblicato i miei lavori in diverse riviste specializzate e ho partecipato al convegno “GRADO GIALLO”, in qualità di relatrice. Da qualche anno scrivo poesie e racconti che hanno avuto riconoscimenti in diversi concorsi e premi letterari che puoi trovare nella sezione premi. Una parte dei miei lavori poetici è stata pubblicata nella collana VIE della casa editrice DANTEBUS. Alcune poesie e racconti premiati sono stati pubblicati nelle antologie dei premi relativi. Ho pubblicato una silloge di poesie: Frammenti di vita nell’onda degli eventi Alcune poesie sono presenti su youtube come esperimento per una serata di letture. Sto organizzando per questa primavera un altro evento culturale: qualche lettura delle mie opere accompagnate da due giovani artisti, un chitarrista ed una illustratrice.

Mi trovi su mastodon e pixelfed Le mie poesie I miei racconti Scrivimi una e-mail

nota: tutto ciò che è presente nel mio blog è frutto originale del mio lavoro ©

 
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from Another Black Cross Rostov

Вʼязень Кремля Володимир Ліннік повідомляє в особистому листуванні про послідовне погіршення стану свого здоровʼя та відсутність адекватної медичної допомоги. Нерегулярне оніміння і судоми у кінцівках стали дужчати після його виходу на роботу у швацький цех. Раніше Володимиру призначили препарати для переддіабетиків.

Фермер і батько двох доньок, Ліннік був затриманий в окупованому Старобільську на Луганщині у липні 2022 року. У грудні 2023 Південний окружний військовий суд засудив його до 6 років колонії загального режиму за статтею про участь в терористичному товаристві, яким російська влада вважає ошб «Айдар».

Очікуючи на етап в СІЗО-3 м. Новочеркаську, Володимир повідомляв, що втрачає вагу та зуби. У даний момент він находиться у тверської колонії ВК-4 «Торжок», ви можете підтримати його, написав листа:

💌 172011, Тверская область, г. Торжок, ул. Старицкая, д. 79, ФКУ ИК-4 УФСИН России по Тверской области, Линнику Владимиру Васильевичу, 1974 г.р.

Російська правозахисна група «Меморіал» вважає Володимира Лінніка політвʼязнем.


Цей текст російською.

#ВолодимирЛіннік

 
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from Another Black Cross Rostov

Узник Кремля Владимир Линник сообщает в личной переписке о планомерном ухудшении здоровья и отсутствии адекватной медпомощи. Нерегулярные онемения и судороги в конечностях усилились после выхода на работу в швейный цех. Ранее Владимиру назначали приём препаратов для предиабетиков.

Фермер и отец двух дочек, Линник был задержан в оккупированном Старобельске Луганской области в июле 2022 года. В декабре 2023 Южный окружной военный суд приговорил его к 6 годам колонии общего режима по статье об участии в террористическом сообществе, каковым российские власти считают ошб «Айдар».

В ожидании этапа в СИЗО-3 г. Новочеркасска Владимир сообщал, что теряет вес и зубы. Сейчас он находится в тверской колонии ИК-4 «Торжок», вы можете поддержать его письмом:

💌 172011, Тверская область, г. Торжок, ул. Старицкая, д. 79, ФКУ ИК-4 УФСИН России по Тверской области, Линнику Владимиру Васильевичу, 1974 г.р. В учреждении работает сервис Ф-письмо.

Мемориал считает Владимира Линника политзаключённым.


Этот текст на украинском.

#ВолодимирЛіннік

 
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from Premi

Roberta Pagotto

Concorso Letterario Europeo Premio Wilde 1° classificata con la poesia Pianto Disperato

Premio Nazionale Arti Letterarie Metropoli di Torino

Premio Letterario Milano International 2024 5° classificato con il racconto Addio Evelyn verbale foto

Premio Letterario Nazionale della Città di Livorno

*Premio letterario * della Città Riviera del Brenta Diploma di merito con il racconto Segnali inquietanti

Primavera è donna 2023 Salò 2° classificato con il racconto Non l'avrai vinta

Premio Letterario Nazionale UniVersi Prato Encomio Galattico con il racconto Era un universo buio e silenzioso foto

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

22 milioni di utenti in tutto il mondo per streaming illegali. Smantellata organizzazione operante anche in Italia

Entriamo nei dettagli di una notizia ampiamente ripresa da organi di informazione in Italia. Le autorità hanno smantellato una rete di streaming illegale, chiudendo uno dei più grandi servizi di questo tipo nel mondo. #Eurojust ed #Europol hanno sostenuto l'operazione, che ha comportato la cooperazione tra autorità italiane, croate, olandesi, rumene, svedesi, svizzere e britanniche. In un'operazione su larga scala, sono state condotte oltre 100 perquisizioni contro 102 sospetti. Undici sospetti sono stati arrestati in Croazia. Gli indagati hanno distribuito illegalmente materiale dai servizi di streaming online, inclusi film e serie. Hanno anche piratato oltre 2 500 canali televisivi come i canali sportivi. Il servizio illegale ha servito oltre 22 milioni di utenti in tutto il mondo. Sono stati in grado di realizzare oltre 250 milioni di euro di profitti illegali al mese. I danni economici ai titolari del copyright del materiale sono stimati in 10 miliardi di euro.

#proprietàintellettuale #dirittodautore

Leggi tutto qui https://poliverso.org/display/0477a01e-1567-4ab9-df2a-fd1971948457

 
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from La Guerra delle Formiche

Non c'è nessun'altra motivazione per scrivere questo post se non la necessità di scrivere qualcosa, qualsiasi cosa. Voglio ritornare alla libertà e al desiderio di riempire pagine bianche che avevo quasi venti anni fa, ai tempi dei miei primi blog, quando scrivevo pur sapendo che nessuno leggeva. La scrittura è veramente pura e si modella secondo i confini della propria anima quando la mettiamo in atto unicamente per noi stessi, pur lasciando aperta la possibilità che qualcuno legga. È con questo spirito che ho riempito fin da ragazzo pagine e pagine di diari; è con quest'intenzione che nei miei primi blog riuscivo a forgiare le frasi modellandole secondo le mie più intime vibrazioni. Non mancava inoltre una comunicazione profonda con altre persone, anche se pochissime. I social network hanno radicalmente inquinato questo spirito e la nostra intera vita, intossicandoci con un sovraccarico psichico che ha determinato in ultima istanza una paralisi comunicativa. Nella frenesia di trovare un pubblico e di interagire sempre più velocemente abbiamo perso noi stessi: più ampliavamo la nostre cerchia di contatti, più il cerchio della nostra vita interiore si stringeva fino a soffocare la fonte stessa del nostro spirito. Per questo motivo avevo bisogno di uno spazio completamente neutro, come un foglio bianco, privo di distrazioni e iper-stimoli. Si tratta di una forma di metaforico esilio da un mondo oramai malato, una fuga che ogni giorno che passa sento sempre più necessaria, anche se devo combattere per capirne di volta in volta i confini.

Il tempo è scaduto, devo uscire, ma non importa. Ho scritto qualcosa, ho rotto il silenzio, ho cullato il mio bisogno di esserci pur non essendoci. Ho scritto nel poco tempo che mi era concesso stasera un qualcosa di inutile e che nessuno o quasi leggerà, ma che per me ha grande importanza.

 
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from chentaichi

Liberamente tradotto dal libro di Chen Ziming

Il mio maestro, il signor Pǐn Sān (Chen Xin), diceva: 'Il Tai Chi Chuan è un’arte di avvolgimento e spirali (纏, chán). Si avvolge avanzando, si avvolge ritirandosi; a sinistra e a destra, sopra e sotto, dentro e fuori, con avvolgimenti grandi e piccoli, avvolgimenti diretti e inversi...'

 
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from CASERTA24ore

Il vecchio saggio è destinano a estinguersi, diventeremo tutti anziani con deficit cognitivi

(Gianluca Parisi). Le microplastiche, diffusesi nel ciclo alimentare umano, finiscono per accumularsi negli organi interni e quelle che si accumulano nel cervello potrebbero star determinando la degenerazione del sistema nervoso che a sua volta determina l’insorgenza di patologie di demenza senile in età sempre più giovane. Il vecchio saggio, quello che era depositario della conoscenza, della ragionevolezza è destinato a estinguersi, al suo posto anziani con problemi cognitivi che insorgono ben prima dei 70 anni. Vascolopatia celebrale, ipertensione, colesterolo sono già fattori di rischio che portano pian piano il paziente anziano alla stessa condizione di un malato di Alzheimer. Ma dalle autopsie effettuate a chi ha dato il proprio consenso a fini di ricerca, accanto a questi fattori, si è notato che tutte le persone affette da deficit cognitivi hanno un concentrato di microplastiche nel cervello. Queste possono interferire nella comunicazione tra i neuroni alterando il normale funzionamento del cervello e influenzando processi cognitivi e comportamentali. Il problema è che queste microplastiche sono ovunque, nel mare, nei cibi. E’ un po’ come quanto accaduto coi PFAS che, in Veneto a causa dell’industria di settore, si sono diffusi nell’aria, nell’acqua, nella terra e nel sangue. I PFAS sono sostanze che hanno una grande varietà di applicazione usate per realizzare prodotti antiaderenti, impermeabili, imballaggi, abbigliamento e molto altro. Il cervello è un organo vulnerabile, i pugili hanno maggiori possibilità di ammalarsi di malattie neurodegenerative; anche l’infiammazione causata da un virus che colpisce gli organi interni, in tal caso il cervello, può provocare l’esordio di tali problematiche in età precoce sin dai 40 – 50 anni. Come nell’Alzheimer iniziano a formarsi aggregati nel cervello e poi in decorso del tempo fa il resto e si giunge sempre alla stessa conclusione: perdita della memoria breve, non si riconoscono più i parenti, non si ha consapevolezza del proprio essere, non si ricorda il giorno della settimana, in che epoca si vive. La conseguenza di tutto ciò è che secondo alcune proiezioni nel 2050 tre milioni di italiani avranno problemi. Oggi il 5% della popolazione italiana tra pazienti e chi li assiste deve fronteggiare queste problematiche: non c’è famiglia che non ha avuto problemi con questa malattia. Spesso i familiari si ammalano cercando di tenere a casa chi soffre di tali patologie. Il problema è degli ammalati che non possono permettersi di essere accuditi. La malattia nella fase terminale dura in media oltre 10 anni, in Italia ci sono servizi di assistenza, ma sono a macchia di leopardo con picchi di eccellenze, ma anche parecchie insufficienze. Inoltre non ci sono studi che escludono dal fatto che squilibri neurologici in giovane età siamo da attribuire alla presenza di queste microplastiche.

Che fare? Prima di tutto la diagnosi precoce, perché anche se non ci sono farmaci in grado di arrestare il processo di degenerazione cognitiva, è possibile rallentarlo. Questi esami sono la risonanza magnetica, la TAC, PET, ma sopratutto esami del sangue che analizzano la mutazione del gene che determina poi la malattia di Alzaimer. Le cure sperimentali future si basano su farmaci a RNA come per i vaccini del COVID che mirano non a lenire la patologia, ma a curarla. Ma al momento è ancora tutto in fase di sperimentazione. Il vecchio saggio si estinguerà?

 
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from Cyberdyne Systems

gpg tools

Esistono numerose gui che semplificano la gestione di una chiave gpg.

Questo articolo ha lo scopo di semplificare la creazione di una chiave gpg attraverso la cli di GnuPG, senza entrare nel suo mare magnum di opzioni.

Indice

  1. Premessa
  2. Gestione della chiave
  3. Come proteggere il nostro keyring
  4. Cos'è un keyserver

Premessa

Cosa NON è una chiave gpg? Una coppia di chiavi, una pubblica e una privata basate sulla crittografia asimmetrica.

Cos'è una chiave gpg? Non è solo una coppia di chiavi asimmetriche ma è un certificato. Dal punto di vista delle informazioni, una chiave gpg contiene:

  • informazioni identificative (nome, commento, email, foto, ecc)
  • informazioni non identificative (dati tecnici che fanno parte delle chiavi: scadenza, keyserver, algoritmi di hash e cifratura, revoker ecc.)

Una chiave gpg, in definitiva, è costituita da:

  • una chiave primaria (detta anche secret key o master key)
  • da una o più sottochiavi
  • da una serie di informazioni personali.

Ognuna di queste “chiavi” è in realtà una coppia di chiavi asimmetriche dotate delle seguenti autorizzazioni:

  • Certificazione: capacità della chiave di firmare, e quindi validare, le chiavi gpg di altri utenti.
  • Firma: capacità di firmare documenti.
  • Cifratura: capacità di cifrare documenti.
  • Autenticazione: capacità di autenticare l'utente su alcuni protocolli come TLS o SSH.

La certificazione, ossia la capacità di validare altre chiavi oltre la propria, è esclusiva della master key. Le altre autorizzazioni possono essere delegate alle sottochiavi.

Certificazioni e firma, garantiscono autenticazione, integrità e non ripudio del mittente. La cifratura garantisce confidenzialità. Le prime due sono da considerarsi più critiche e normalmente assegnate alla master key.

Una chiave può avere una o più proprietà. Di default, gpg crea una master key con autorizzazioni per firma e certificazione e una sottochiave con autorizzazioni per cifratura.

Gestione della chiave

Per la creazione e la gestione della chiave nei suoi elementi principali, vedremo:

  • come creare la chiave primaria
  • come aggiungere sottochiavi, uid
  • come modificare password o scadenza
  • come si certifica un'altra chiave con la nostra (firma di chiave)
  • come si cancellano localmente uid, sottochiavi e firme
  • come si revoca un certificato, una sottochiave, un uid o una certificazione
  • come si usa un keyserver per la pubblicazione e la ricerca delle chiavi

Creazione della chiave primaria

# gpg --quick-gen-key <uid> <algo> <auth> <expire>, dove
# - <uid>: "uid_name (comment) <e-mail>"
# - <algo>: uno fra 'gpg --with-colons --list-config'
# - <auth>: cert|encr|sign
# - <expire>: 0 => illimitato, ny|nm|nd => n anni|mesi|giorni
gpg --quick-gen-key gandalf ed25519 cert 0

Crea una chiave gpg la cui secret key può solo certificare, l'uid è composto dal solo nome gandalf e ha scadenza illimitata.

gpg -K
/home/gandalf/.gnupg/pubring.kbx
--------------------------------
sec   ed25519/0xE01BDCB6A3C6778B 2024-11-05 [C]
	  8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B
uid                   [ultimate] gandalf

Ecco la chiave appena creata, nella prima riga distinguiamo:

  • “sec”, sta per secret key
  • algoritmo/KeyID
  • data di creazione
  • capability ([C]=certify).

Nella riga successiva è visibile il fingerprint e nella terza, l'uid (gandalf). Questi elementi, come il KeyID, servono per indirizzare la chiave.

Una sintassi più completa sarebbe:

gpg --quick-gen-key "nome (commento) <e-mail>" algo cert|sign|encr <scadenza>

Per avere una lista degli algo:

gpg --with-colons --list-config

Aggiungere una sottochiave

Aggiungiamo le chiavi di firma e di cifratura con scadenza 5 anni e 1 anno rispettivamente

# gpg --quick-add-key <fpr> <algo> <auth> <expire>
gpg --quick-add-key 8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B ed25519 sign 5y
gpg --quick-add-key 8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B cv25519 encr 1y

Come prima, oltre alla secret key, ora sono visibili le sottochiavi (ssb, Secret SubKey) di firma e cifratura con le evidenze per: algoritmo, KeyID, creazione, capability ([S] per sign e [E] per encrypt) e scadenza.

gpg -K
/home/gandalf/.gnupg/pubring.kbx
--------------------------------
sec   ed25519/0xE01BDCB6A3C6778B 2024-11-05 [C]
	  8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B
uid                   [ultimo] gandalf
ssb   ed25519/0xA391F0548FB542DB 2024-11-05 [S] [scadenza: 2029-11-04]
ssb   cv25519/0xAAEF649D51D832E8 2024-11-05 [E] [scadenza: 2025-11-05]

Meccanismi di indirizzamento per una chiave

Una chiave può essere riferita attraverso l'uid, il key ID o il fingerprint. Il riferimento è importante nelle operazioni di manipolazione della chiave.

gpg --with-subkey-fingerprint -K
/home/gandalf/.gnupg/pubring.kbx
--------------------------------
sec   ed25519/0xE01BDCB6A3C6778B 2024-11-05 [C]
	  8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B
uid                   [ultimate] gandalf
uid                   [ultimate] Gandalf Il Bianco (Questa è la chiave di Gandalf Il Bianco) <gandalf@lotr.org>
ssb   ed25519/0xA391F0548FB542DB 2024-11-05 [S] [expires: 2029-11-04]
	  87EF9CF3D5A4D78ADA80E364A391F0548FB542DB
ssb   cv25519/0xAAEF649D51D832E8 2024-11-05 [E] [expires: 2025-11-04]
	  4DD33D36C54E2247486C9DC7AAEF649D51D832E8
  • 0xE01BDCB6A3C6778B è il key ID della master key
  • 8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B è il fingerprint della master key
  • gandalf è uno degli uid

Aggiungere un uid

Aggiunge un nuovo uid in termini di nome-commento-email e lo battezza come primario.

# gpg --quick-add-uid <primary_uid> <new_uid>
gpg --quick-add-uid gandalf "Gandalf Il Bianco (Questa è la chiave di Gandalf Il Bianco) <gandalf@lotr.org>"

# gpg --quick-set-primary-uid <primary_uid> <new_uid>
gpg --quick-set-primary-uid "gandalf" "Gandalf Il Bianco (Questa è la chiave di Gandalf Il Bianco) <gandalf@lotr.org>"

Firmare una chiave

Ossia riconoscere una chiave gpg come valida attraverso la certificazione. Pubblicare questa chiave sul keyserver, comunica al mondo che riconosciamo quella chiave come valida.

Convalida tutti gli uid della chiave identificata da <fpr>

# gpg --quick-sign-key <fpr>
gpg --quick-sign-key AD59879E1CB5D63E98F05FB9204621DACB1296E0

Convalida un uid specifico della chiave identificata da <fpr>

# gpg --quick-sign-key <fpr> <uid>
gpg --quick-sign-key AD59879E1CB5D63E98F05FB9204621DACB1296E0 frodo

Modificare la password

Inserisce la password con cui tutte le chiavi private (master key e subkey) relative all'uid indicato, vengono cifrate. Se la password viene lasciata vuota, la chiave non viene cifrata.

# gpg --passwd <uid|KeyID|fpr>
gpg --passwd gandalf

Modificare la scadenza

Modifico le scadenze delle chiavi come segue:

  • la master key da illimitata a 10 anni
  • la sottochiave di firma da 5 anni a 4 anni
  • la sottochiave di cifratura da 1 anno a 2 anni
# gpg --quick-set-expire <fpr> <expire>
gpg --quick-set-expire 8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B 4y
gpg --quick-set-expire 8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B 2y
gpg --with-subkey-fingerprint -K
/home/gandalf/.gnupg/pubring.kbx
--------------------------------
sec   ed25519/0xE01BDCB6A3C6778B 2024-11-05 [C] [expires: 2034-11-04]
	  8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B
uid                   [ultimate] gandalf
uid                   [ultimate] Gandalf Il Bianco (Questa è la chiave di Gandalf Il Bianco) <gandalf@lotr.org>
ssb   ed25519/0xA391F0548FB542DB 2024-11-05 [S] [expires: 2028-11-04]
	  87EF9CF3D5A4D78ADA80E364A391F0548FB542DB
ssb   cv25519/0xAAEF649D51D832E8 2024-11-05 [E] [expires: 2026-11-04]
	  4DD33D36C54E2247486C9DC7AAEF649D51D832E8

Cancellazione di elementi dal keyring

La cancellazione di elementi come uid, firme o sottochiavi ha effetto solo sul keyring locale. Se la chiave è stata pubblicata su un repository, le cancellazioni non avranno alcun effetto. Se si vuole inibire uno di questi elementi, si deve ricorrere alla revoca che è esportabile sui keyserver.

Cancellare una sottochiave

Cancella la sottochiave di firma

# gpg --delete-secret-and-public-keys <KeyID|fpr>
gpg --delete-secret-and-public-keys 87EF9CF3D5A4D78ADA80E364A391F0548FB542DB!
# o, equivalentemente
gpg --delete-secret-and-public-keys 0xA391F0548FB542DB!

Cancellare un uid

Cancella la seconda identità della chiave gandalf (0xA391F0548FB542DB)

# gpg --edit-key [KeyID|fpr|uid]
gpg --edit-key gandalf
    uid 2
    deluid
    save

Cancellare una firma

Cancella tutte le firme del 2° uid che non siano self-signature.

# gpg --edit-key [KeyID|fpr|uid]
gpg --edit-key gandalf
    uid 2
    delsig
    save

Operazioni di revoca

Per quel che riguarda le chiavi gpg (i certificati) di cui si possiede la chiave privata, l'operazione di revoca può avvenire su uno degli elementi della chiave o sull'intero certificato.

Revocare un uid

Revoco l'uid (gandalf il grigio),

# gpg --quick-revuid <primary_uid> <uid> 
gpg --quick-revuid gandalf "gandalf il grigio"

Revocare una sottochiave

# gpg --edit-key [KeyID|fpr|uid]
gpg --edit-key 0xA391F0548FB542DB
    key 1
    revkey
    save

Revocare una nostra certificazione

Così come validiamo le chiavi altrui con la nostra firma di certificazione, allo stesso modo possiamo revocarla.

Revoco la mia firma su tutti gli uid di una chiave pubblica

# gpg --quick-revoke-sig <KeyID|fpr del firmato> <KeyID|fpr del firmante> 
gpg --quick-revoke-sig 0x204621DACB1296E0 0xE01BDCB6A3C6778B

Posso anche revocare la mia firma su un uid specifico

# gpg --quick-revoke-sig <KeyID|fpr del firmato> <KeyID|fpr del firmante> <uid_i>
gpg --quick-revoke-sig 0x204621DACB1296E0 0xE01BDCB6A3C6778B frodo_uid2

Revocare l'intero certificato

Va a revocare non solo tutti gli uid e tutte le sottochiavi, ma anche la masterkey.

gpg --import 87EF9CF3D5A4D78ADA80E364A391F0548FB542DB.rev

Il certificato di revoca viene generato all'atto della creazione della chiave. Se non ci fosse, conviene sempre crearlo così che, se la master key venisse compromessa, saremmo almeno in grado di revocare l'intero certificato.

# gpg -o <file> --gen-rev <fpr>
gpg -o 87EF9CF3D5A4D78ADA80E364A391F0548FB542DB.rev --gen-rev 87EF9CF3D5A4D78ADA80E364A391F0548FB542DB

Le operazioni di revoca, nel mondo gpg, corrispondono alle maledizioni senza perdono, nel mondo di Harry Potter. Non si torna indietro a meno di un backup, e se le revoche vengono pubblicate su un keyserver, diventano irreversibili.

Operazioni sul keyserver

Il caricamento delle chiavi su un keyserver costituisce la finalizzazione delle operazioni svolte finora.

Il keyserver pubblica al mondo le nostre chiavi, la configurazione avviene nel file dirmngr.conf aggiungendo una riga (ad es. per keys.openpgp.org):

vi dirmngr.conf

...
keyserver hkps://keys.openpgp.org
...

e ricaricando la configurazione:

gpgconf --reload dirmngr

Cerca

Cerca nel keyserver le chiavi con uid specificato. In caso di successo, chiede se possono essere aggiunte al keyring.

# gpg --search-keys <uid>
gpg --search-keys 0xE01BDCB6A3C6778B 0x204621DACB1296E0

Per gli utilizzatori di keys.openpgp.org:

gpg --auto-key-locate keyserver --locate-keys <uid>

Invia

Invia una lista di chiavi al keyserver

# gpg --send-keys <KeyIDs|fpr>
gpg --send-keys 0xE01BDCB6A3C6778B 0x204621DACB1296E0

Per gli utilizzatori di keys.openpgp.org: Il classico send non è sufficiente perché non sarebbe possibile validare la mail di conferma. Si consiglia, non volendo usare l'interfaccia web, di usare il seguente comando:

# gpg --export <KeyID|fpr|uid> | curl -T - https://keys.openpgp.org
gpg --export 0xE01BDCB6A3C6778B | curl -T - https://keys.openpgp.org

che restituisce un link diretto alla pagina di verifica.

Ricevi

Scarica dal keyserver le chiavi

# gpg --keyserver-options honor-keyserver-url --receive-keys <KeyIDs|fpr>
gpg --keyserver-options honor-keyserver-url --receive-keys 0xE01BDCB6A3C6778B 0x204621DACB1296E0

Scarica dal keyserver la chiave indicata dall'uri

# gpg --fetch-keys <uri>
gpg --fetch-keys https://keyserver.ubuntu.com/pks/lookup?search=0xE01BDCB6A3C6778B&fingerprint=on&op=index

Aggiorna

Per rinnovare tutte le chiavi pubbliche del keyring.

gpg --keyserver-options honor-keyserver-url --refresh-keys

Come proteggere il nostro keyring

Come visto in precedenza, suggerisco di creare la master key per la sola certificazione e le due sottochiavi per firma e cifratura (anche quando la chiave primaria dovesse contenere altre autorizzazioni).

Questo permetterebbe, volendo ma non è necessario, di ruotare più agevolmente le chiavi di firma e cifratura svincolandole dalla certificazione.

Inoltre, così è più semplice rendere le chiavi gpg “partially stripped”, chiavi la cui sola secret key sia mancante della chiave privata, cosicché, se queste venissero smarrite o trafugate, la secret key in nostro possesso ci permetterebbe immediatamente di generare un certificato di revoca per le sottochiavi compromesse, generare delle nuove sottochiavi di firma e cifratura e di distribuire il tutto ad un keyserver.

Chiavi gpg siffatte permetterebbero di svolgere le consuete operazioni di firma e cifratura documentale (quello che potremmo definire “utilizzo giornaliero”) ma impedirebbero qualunque operazione critica sulla propria chiave gpg (impossibilità di aggiungere, revocare sottochiavi o uid, di alterare scadenza o password ecc.) e su quelle altrui (certificare e quindi validare altre chiavi) poichè è la chiave privata della master key a sigillare self-signed le informazioni della chiave gpg.

In generale, posso estrarre la chiave privata da qualunque coppia di chiavi, siano esse sottochiavi o master key, ma non è uno scenario molto comune. Per estensione, eliminandole tutte otterremo un insieme di chiavi pubbliche (quella che otterrei anche con gpg —export ).

Quello che invece ci interessa è eliminare la chiave privata della sola master key. L'eliminazione della chiave privata dalla master key, di per sè, non è un'operazione particolarmente onerosa.

La vera “difficoltà” risiede nel cambio di paradigma per l'utente che l'utilizzo di master key stripped comporta, perché avremo a che fare con un keyring da proteggere accuratamente e dei keyring da “trincea” da usare liberamente sui nostri device.

Realizzare un keyring per l'uso quotidiano

Per farlo dobbiamo eliminare le chiavi private di tutte le master key del nostro keyring e per farlo dobbiamo fare un po' di assunzioni.

  1. Come primo passo, bisogna spostare, se non è stato già fatto, il keryring dal pc/laptop/device ad un luogo sicuro (ad es. pendrive cifrata)
  2. quindi si devono estrarre le chiavi private dalle master key e distribuirle dove possano servire
  3. in caso di emergenza o se vi è necessità di modificare le chiavi, importare le chiavi gpg dal dispositivo sicuro, effettuare le modifiche, rigenerare e ridistribuire le nuove chiavi stripped

Eliminazione della chiave privata dalla master key

La cancellazione della chiave privata impedisce alla master key o alla sottochiave di esercitare pienamente le funzioni indicate dalle proprie autorizzazioni ossia certificazione, firma o decifratura.

Per intervenire sulla singola chiave privata, occorre individuare il suo fingerprint o il suo keyid e usarlo per cancellare postponendo il carattere “!”.

Ad es. sulla master key di gandalf:

gpg --delete-secret-keys 0x055D271BD85313D0!

Il carattere “#” (accanto a sec) vuol dire che la chiave privata è stata eliminata

gpg -K
/home/gandalf/ramfs_gpg/pubring.kbx
-----------------------------------
sec#  ed25519/0xE01BDCB6A3C6778B 2024-11-05 [C]
	  8C8EC405954D4ABB32CFA431E01BDCB6A3C6778B
uid                   [ultimo] gandalf
ssb   ed25519/0xA391F0548FB542DB 2024-11-05 [S] [scadenza: 2029-11-04]
ssb   cv25519/0xAAEF649D51D832E8 2024-11-05 [E] [scadenza: 2025-11-05]

Generalizzando, per realizzare il nostro keyring di lavoro si può agire, una tantum, in questo modo:

1. spostiamo il keyring di lavoro sul dispositivo sicuro

KEYRING_RAMFS=<path_ramfs>
KEYRING_VAULT=<path_pendrive_cifrata>
KEYRING_WORK=<path_gpg_daily>
export GNUPGHOME=${KEYRING_WORK}; cd $GNUPGHOME

rsync -avp ${KEYRING_WORK}/ ${KEYRING_VAULT}/

2. rendiamo il keyring stripped cancellando le chiavi private di tutte le master key.

for FPR in $(gpg --with-colons -K|grep sec -A 1|grep fpr|cut -d ":" -f 10); do 
    gpg --batch --yes --delete-secret-keys "${FPR}!"
done

In seguito, come detto in precedenza, per lavorare sul keyring occorrerà ripristinarlo dal dispositivo sicuro, ad es. una pendrive cifrata.

Per non lasciare tracce su altri device che non sia la pendrive cifrata, si possono seguire due strade.

  1. usare una distribuzione live (più sicura)
  2. montare una partizione in ram su ramfs (non usa lo swap) su cui caricare il keyring.

La prima via è certamente preferibile. Non c'è alcun uso dei dispositivi di storage fisici della macchine, solo quelli volatili, ma presuppone che si possa avviare un SO da pendrive. La seconda è più accessibile per certi versi ma presuppone che si possiedano i privilegi per montare una partizione su ram.

Mostrerò la seconda via che è più articolata.

Lavorare con un keyring effimero

La strategia è quella di avere un keyring effimero montato su ramfs che farà da tramite fra il keyring master (su pendrive cifrata) e il keyring di lavoro.

L'obiettivo finale è quello di rendere strutturale il fatto di riuscire a compiere operazioni sul keyring usando il meno possibile i dispositivi di storage.

0. Init

KEYRING_RAMFS=<path_ramfs>
KEYRING_VAULT=<path_pendrive_cifrata>
KEYRING_WORK=<path_gpg_daily>

1. Monto la partizione effimera

mkdir -p ${KEYRING_RAMFS}
sudo mount -t ramfs -o size=10M ramfs ${KEYRING_RAMFS}
sudo chown $(logname):$(logname) ${KEYRING_RAMFS}

2. Esporto chiavi pubbliche e trust dal keyring di lavoro

gpg -o ${KEYRING_RAMFS}/keyring_pubkeys.gpg --export
gpg --export-ownertrust > ${KEYRING_RAMFS}/keyring_ownertrust.txt

3. Copio il keyring master sulla partizione effimera, modifico GNUPGHOME in modo che gpg lavori direttamente sulla partizione effimera. Su questo keyring effimero, completo l'allineamento importando le chiavi pubbliche e il trust provenienti dal keyring di lavoro.

rsync -avp ${KEYRING_VAULT}/ ${KEYRING_RAMFS}/
export GNUPGHOME=${KEYRING_RAMFS}; cd $GNUPGHOME
gpg --import keyring_pubkeys.gpg
gpg --import-ownertrust keyring_ownertrust.txt

4. Eseguo le mie manipolazioni sul keyring effimero: uid, key, passwd, firme, revoche ecc.

...
[operazioni gpg]
...

5. Copio il keyring master dalla partizione effimera alla pendrive cifrata

rsync -avp ${KEYRING_RAMFS}/ ${KEYRING_VAULT}/

6. Rendo il keyring effimero di nuovo stripped

for FPR in $(gpg --with-colons -K|grep sec -A 1|grep fpr|cut -d ":" -f 10); do 
    gpg --batch --yes --delete-secret-keys "${FPR}!"
done

7. Ripristino il keyring di lavoro escludendo i certificati di revoca e cancellando la partizione effimera

rsync -avp --exclude openpgp-revocs.d ${KEYRING_RAMFS}/ ${KEYRING_WORK}/
export GNUPGHOME=${KEYRING_WORK}/
sudo umount ${KEYRING_RAMFS}; rmdir ${KEYRING_RAMFS}

La complessità di questa gestione può essere ridotta rendendo scriptabili i due blocchi (1,2,3) e (5,6,7), ad es. immaginando di avere a disposizione delle funzioni come gpg-vault [open|close|status], avendo la consapevolezza che, se usate male, possono essere delle operazioni distruttive.

Cos'è un keyserver

Il keyserver è il luogo in cui pubblichiamo le nostre chiavi per renderle disponibili agli altri utenti.

Inizialmente i keyserver avevano una logica p2p, distribuita e decentralizzata ottenuta con un'implementazione chiamata SKS (Synchronizing Key Server) basata sulla rapida diffusione delle chiavi fra keyserver.

I keyserver inizialmente servivano anche a realizzare il WOT (Web Of Trust) per la convalida delle chiavi.

Col tempo, la mancanza di aggiornamenti del protocollo sks e la suscettibilità ad attacchi di tipo “key poisoning”, che possono rendere indisponibili interi certificati (ad es. riempiendo la chiave con innumerevoli firme contenenti tonnellate di dati tali da far crashare i client) o gli stessi keyserver (pubblicando quantitivi enormi di certificati non validi), amplificata dalle caratteristiche di sincronizzazione dei server, ne hanno decretato la fine.

La realizzazione del WOT, tra l'altro, offriva pubblicamente una tale quantità di chiavi che permetteva, da un lato, di tracciare interi social network basati sulle firme che vi venivano apposte, dall'altro, di essere un formidabile serbatoio di email e altri dati sensibili a disposizione di attori malevoli, spammer e altro.

Inoltre leggi recenti sulla privacy come GDPR, cozzavano contro la natura immutabile dei keyserver che, by design, aggiungono chiavi e non permettono la cancellazione.

Modelli recenti

I modelli di keyserver successivi mitigano (ma non risolvono completamente) queste debolezze:

  • rinunciando alla federazione e alla distribuzione
  • sposando un modello basato sul controllo dell'email prima dell'accettazione della chiave
  • ricorrendo a limitazioni, filtri e valutazioni sulla bontà delle chiavi prima che queste vengano accettate.

I principali modelli di keyserver sono:

  • Hagrid
  • Mailvelope
  • HockeyPuck

Sono stati tutti creati per sopperire ai limiti dei server SKS.

Hagrid

Il primo, basato su SequoiaPGP, ha una natura centralizzata (non sarà mai federato), è GDPR compliant ed ha dato luogo a keys.openpgp.org.

I keyserver di questo tipo non aderiscono al modello WOT per ragioni di privacy e di efficienza. Sono quindi rifiutate le chiavi di terze parti, essenziali nel modello WOT, l'accettazione della chiave pubblica è vincolata dalla verifica dell'email, è possibile rimuovere le chiavi. Sono più resistenti agli attacchi di key poisoning.

Mailvelope

Ha dato luogo al keyserver keys.mailvelope.com, molto simile al primo e ne condivide la politica: no federazione, niente firme di terze parti e verifica dell'email vincolante per l'accettazione della chiave.

A differenza di altri keyserver, il focus di Mailvelope è la semplificazione dell'utilizzo della crittografia sull'e-mail, che sia webmail, con i provider e i browser che supportano Mailvelope, o client, quando si integrino con le sue api.

Hockeypuck

È un ritorno alle origini, ha una natura federata ed è considerato l'alternativa robusta ai server SKS. Uno fra i più noti server hockeypuck è certamente:

  • keyserver.ubuntu.com

il keyserver gestito dalla comunità Ubuntu che contiene le chiavi per i suoi pacchetti ma è anche aperto al pubblico.

Un altro keyserver hockeypuck più di nicchia perché legato ad una specifica realtà tecnologica olandese è:

  • pgp.surf.nl

Sebbene possa essere meno aggiornato del primo, può essere usato liberamente per pubblicare le proprie chiavi.

I keyserver di questo tipo, come il pool di server sks, anche se con un filtraggio più stringente, abbracciano il modello WOT con tutto quello che ne consegue.

Altri keyserver

Infine, per dovere di cronaca, bisogna citare due decani dei keyserver apparsi all'alba di pgp e ormai non più utilizzabili per motivi di obsolescenza e di abbandono.

pgp.mit.edu: uno dei primi repository a permettere la pubblicazione e la distribuzione di chiavi pubbliche, facente anche parte della rete SKS.

global.pgp.com: l'alternativa proprietaria, appartenente a PGP Corporation prima e Symantec dopo, era il repository centralizzato per la distribuzione di chiavi usato dall'applicazione pgp.

In conclusione, se la necessità è di utilizzare il WOT, allora la scelta è senza dubbio Hockeypuck quindi keyserver.ubuntu.com. Se invece la privacy è prioritaria, Hagrid quindi keys.openpgp.org diventa la scelta obbligatoria, tanto che è il default sia di GPG che di OpenKeyChain

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Continua...