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from pensierisparsi

Ancora paura. Mi rendo conto che il mio ormai è un pensiero fisso, forse ossessivo, centrato sulla mia salute, non so perché. Non mi lascia nemmeno un secondo. Come si fa a farlo smettere? Mercoledì dovrei vedere ancora la dottoressa, spero in un suo aiuto. Ora sono in un bar, con il piccoletto qui con me e cerco di respirare. Respiro. E apro gli occhi. Respiro. E non fuggo.

Vorrei non essere sola, ma non per scappare dai miei pensieri. Per condividerli, per divertirmi, per ridere.

Ho voglia di pensare ad altro.

 
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from 54rv36u

Il Senso Pratico Non È L’elemento Dominante https://i.postimg.cc/MpgTgzZm/muro-a-Lucca.jpg (Un mio post del 31/05/2019 in un vecchio blog; l'ho riletto qualche minuto fa e non mi è spiaciuto. La foto non c'entra nulla, nel vecchio post non c'era nemmeno . È un muro in una via di Lucca, fatta lo scorso 17 febbraio. Mi garbano i muri “vissuti”)

Il Senso Pratico Non È L’elemento Dominante

Stamattina da ZaV mi ero appuntato una frase del libro che sto leggendo sul blocchetto rosso degli appunti; che sia rosso è un caso, non è qualificativo, è semplicemente un blocchetto per gli appunti al volo con la copertina rossa. Il libro è “L’antica arte di trovare la strada” e a pagina 154 mi sono soffermato su: “Sia il calendario ebraico sia quello islamico sono lunari e, come in tutte le materie religiose, il senso pratico non è l’elemento dominante“. È una bella immagine: il senso pratico non è l’elemento dominante. Da qualche parte ho letto che un’ipotesi del formarsi delle religioni è che siano un modo per pensare la stessa cosa tutti assieme, il che aumenta la coesione sociale; un insieme di norme, più o meno espresse e catalogate, che facilitano la definizione del proprio posto in seno alla comunità. Non mi sembra campata in aria come ipotesi. Benché molto ma molto a posteriori si riconosca l’apporto positivo di punti di vista diversi, nell’immediato li percepiamo come fastidiosi intralci allo status quo. Quando gli effetti di una rivoluzione di pensiero decantano e rimpiazzano il ” vecchio” status quo diventando quello nuovo (ma mi sa non percepito sul momento come tale) diventa lo status “naturale” delle cose e quindi non messo in discussione fino al prossimo sobbalzo. La novità che viene dall’esterno e che porta “diversità” mi fa venire in mente l’osservazione sui topi in laboratorio (peraltro rilevabile nella “normale” vita umana ma forse meno facile da descrivere o parlarne). Se in una comunità di topolini si introduce un topolino esterno c’è sempre una topolina che ne è attratta. Questo porta ad un rimescolamento dei geni e di inconsapevole beneficio per la specie, inconsapevole intendo per gli individui; solo che, immedesimandomi nei topolini della comunità, immagino che lì per lì sul subito rompa un po’ i coglioni. Questo un po’ più in grande succede con tutti i flussi migratori sicché è anche di attualità in questo momento. In realtà flussi migratori sono sempre avvenuti in passato senza soluzione di continuità, semplicemente non era percepito a livello globale ma solo locale. Questo accade anche oggi, non è che abbiamo percezione di quello che avviene in un posto sperduto nel mondo se non sale alla ribalta ma siamo comunque consapevoli di quello che ci avviene davanti all’uscio di casa. Interessante è anche il concetto di salad mix, che sostituisce la narrazione di melting pot. Mia personale impressione dettata dalla pancia è che però il salad mix, che senza dubbio crea molte più “possibilità”, sia comunque una anticamera che anticipa una inevitabile omogeneizzazione la quale, vista dall’alto, rende più coesa la situazione ma anche più inevitabilmente statica. Se posso azzardare un esempio che mi viene ora al volo, lo stato finale di un mix di acqua sabbia pietrisco e cemento è un composto statico e immutabile. Uno stato che non è flessibile regge bene i piccoli sommovimenti ma alla fine si sgretola sotto la spinta della loro somma. A grandi linee succede così per esempio nei terremoti e la saggezza popolare ci ricorda che “gutta scavat lapidem” ed anche che “l’acqua cheta frana i ponti”. A mente fredda che spesso si consegue con il senno del poi, sarebbe meglio convogliare i cambiamenti piuttosto che contrastarli.

Non c’entra un cazzo ma è quello che sta succedendo adesso, sono le 11:03: al tavolino di fronte a me a questo bar sull’Aurelia, ci sono dei personaggi parecchio addentro al mondo del calcio, un paio li conosco di persona, che stanno commentando l’attuale situazione delle squadre soprattutto in funzione del prossimo campionato. Uno è un ex giocatore di serie C poi direttore sportivo di una squadra di serie A, uno è un allenatore adesso in serie C, degli altri mi par di capire uno sia un procuratore. Io, che di calcio non intendo orgogliosamente nulla, me ne sto a guardarli di sottecchi ed ascolticchiare come un apprendista sociologo, stupendomi come su una cosa così vuota si sia costruito un consistente castello di infrastrutture. È un mondo autoreferenziale che ha però ricaduta sul mondo reale. È questo un piccolissimo esempio di come si possa dare consistenza al nulla: viviamo un mondo di convenzioni. Un bellissimo ed in parte doloroso esempio, doloroso per un bambino su 10 anni, l’ho imparato a quell’età ai giardinetti del Priamar a Savona. Siamo alla fine degli anni ’60, forse il ’68 o il ’69. I miei interessi vertevano allora sui soldatini, il Corriere dei Piccoli e le biglie di vetro. Quando mia madre mi portava ai giardinetti facevo comunella con gli altri bambini e giocavamo a biglie. Una breve descrizione: Si giocava in gruppi da due a 'n' partecipanti ognuno con la propria biglia di vetro e relativo sacchettino con la scorta ed il bottino. Solo quelle di vetro, quelle di plastica con l’effigie dei corridori servivano solo per le gare su pista sulla sabbia delle spiagge. Si faceva una piccola buca per terra ai piedi magari di un albero e poi ci si disponeva ad una certa distanza; a turno si lanciava la propria biglia cercando di avvicinarsi il più possibile alla buca. Mi sembra di ricordare che poi quello che ci era andato più vicino tirava per primo e dava un cicchetto alla propria biglia con l’obiettivo di infilarla in buca. Il primo che ci riusciva diventava cacciatore e continuava a tirare fino ad errore dando la caccia a tutte le altre biglie che erano solo possibili prede finché non avessero raggiunto anche loro la buca. Il cacciatore prendeva la sua biglia in una mano a pugno mettendola nell’incavo creato dal pollice che si infila nell’indice e che poi scattando l’avrebbe fatta schizzare verso la preda; con l’altra mano creava un semicerchio con il pollice che faceva perno sul punto dove si era fermata alla sua biglia e come raggio la punta del mignolo esteso. La mano che reggeva la biglia si poggiava su questo compasso e la verticale della biglia doveva essere all’interno del semicerchio. Certo, quelli con le mani belle grandi e le dita ben estensibili erano avvantaggiati ma quelle erano le regole; avevamo già imparato che alcuni di noi erano più alti degli altri, alcuni più agili o più forti e alcuni avevano appunto una mano avvantaggiata. Il cacciatore schizzava la sua biglia e tutte le biglie che colpiva diventava suo bottino. Quando sbagliava perdeva il turno e cacciatore diventava il secondo che era arrivato alla buca. Le regole erano chiare, non mi pare di ricordare ci fossero grandi discussioni. Gli ex proprietari delle biglie uscivano momentaneamente dal gioco che terminava quando un cacciatore prendeva l’ultima preda. Cominciava allora un nuovo gioco e chi aveva perso si giocava una delle biglie della propria scorta, chi aveva vinto pescava dal bottino. Io a volte tornavo a casa con più biglie di quando ero partito, a volte con meno ma così è la vita già a quella età ed i pomeriggi passavano. Ricordo che invece quella volta era di mattina molto presto, fai conto intorno alle nove e tanto fa. Essendo di mattina dovevamo essere in estate in vacanza. Ai giardinetti ero da solo, in febbrile attesa che arrivasse qualche concorrente. Ne arrivò uno che avevo imparato a diffidare perché era una mezza teppa. Non aveva biglie quindi era tagliato fuori. Mi propose di giocare così , tanto per divertimento, e allora gliene prestai una delle mie. Dopo un po’, magari qualche gara l’avevo vinta io e qualche altra lui ma la “sua” biglia era sempre comunque di mia proprietà, mi propose, “per rendere la sfida più invitante” mi disse, di giocare sul serio con questa regola: se lui avesse vinto tre gare di fila allora la biglia sarebbe diventava sua a tutti gli effetti. Ovviamente me la vinse sennò non sarei qui a raccontarla. Ma adesso che era legittimo proprietario di una biglia potevamo, disse, continuare con le regole consuete. Accettai e giocammo e me ne vinse una decina. Dopo un po’ mi disse “va be’, adesso devo andare, ciao e grazie”. Lo vidi allontanarsi con le mie biglie mentre ripercorrevo mentalmente tutti i passi logici che erano intercorsi perché diventassero sue. Penso sia stata per me un’ottima lezione, non dico proprio sul momento perché bruciava, intendo in seguito, parecchio in seguito. La morale che ci vedo è che le convenzioni, gli accordi, le regole, non sono intrinseche alla realtà ma ne sono una sovrastruttura più o meno concordata.

 
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from 54rv36u

UNA CARRIERA STRONCATA https://i.postimg.cc/J7Tz4V28/l-olandesina.jpg In realtà volevo vedere come si fa ad inserire foto in questo noblogo; Ho preso una vecchia cosa che avevo postato nel 2012 su “neteditor” (che poi chiuse nel 2017). Non ricordavo di averlo salvato anche in un altro vecchio mio blog così ho già il “pezzo” pronto. A qualcuno strapperà una sghignazzatina, qualcun altro penserà “che stronzata”. Tenete però presente che è una cosa giovanile, non avevo nemmeno ancora compiuto 55 anni, oggi la riscriverei uguale uguale… UNA CARRIERA STRONCATA Una volta da giovane feci un provino per un film porno. Mi fecero spogliare, mi esaminarono, mi dissero che potevo andare negli studios tutti i giorni che prima o poi sarebbe capitata l'occasione. Insomma ero un possibile titolare ma all'inizio stavo in panchina. Se mi passate il termine, fu un periodo “duro”, tutti i giorni vedere gli altri fare la loro partita e tu lì in panchina ad aspettare la sostituzione. Ma non mi detti per vinto. Tutti i giorni mi allenavo duramente, a casa, da solo. Ed un giorno spuntò l'occasione. Uno degli attori aveva dato forfait per una banale influenza. Non una gran parte, questo me lo dissero subito, più che altro una comparsa, però pensai “È un inizio”. Era un film ambientato nel mondo dei detersivi, fai conto una corsia di un supermercato dove, di notte, dagli scaffali si animavano i flaconi e i personaggi “icona” si davano alla pazza gioia. Era un film in due tempi. Il primo tempo s'intitolava “Calimero e la bella Olandesina”. Io sarei entrato nel secondo tempo. Mentre stavano preparando la prima parte fremevo in attesa di capire chi mi sarebbe toccata. “Speriamo non sia la vecchina dell'Ace” mi dicevo, anche se, ad essere onesto, un po' m'intrigava. Poi accanto a me si è seduto un energumeno. – A quanto pare reciteremo assieme – mi fa. – E tu chi sei? – gli ho chiesto. – Sono il protagonista del secondo tempo, quello intitolato “A Mastro Lindo piace l'omino bianco - Sono scappato quatto quatto e non so nemmeno se poi Calimero se l'è trombata l'Olandesina.

 
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from sottocutaneo

[sette]

va bene ma cosa pensare quando hai gli occhi chiusi e non si vede se respiri – la meccanica del sesso la meccanica del lavoro la meccanica sociale – ognuno è verde in una maniera tutta sua – in alcuni è una vegetazione in altri acido della batteria – fare ipotesi per ogni possibile bivio – vedersi lì a discutere – addormentare in un non-sonno quelli più dolorosi – o più reali – discutere ogni possibile nodo della rete – fare del fantastico una maledizione – quando sei sott'acqua nessuno vede se hai gli occhi aperti o chiusi – nessuno sa se stai respirando o annegando – bere ogni giorno un bicchiere d'acqua per sviluppare gli anticorpi al diluvio, all'inabissamento, all'affondamento – io penso di avere un problema – non lo risolverò facendo letteratura – ciao sono fabrizio – ciao fabrizio – sono fabrizio come voi – migliaia di ipotesi di fabrizio che da quando sono qua animo per una lotta immaginaria e poi crollano come golem scaricati – abbiamo il tuo stesso problema – un dio che ci crea a sua somiglianza – un continuo fast forward – pause – rewind – play – and again – rivivere momenti mai esistiti – e che non esisteranno mai – dissezionarne il singolo lemma e cercare le varianti – lectio facilis o lectio difficilis – un dio che ci crea a sua somiglianza e poi gli fa schifo – vedersi – forse un lampo – un tuono lontanissimo ma potente – mentre scrivo – se lo scrivo è davvero accaduto – per un po' di tempo – essere verdi insterstiziali – sonno nucleico fame chimica – farsi la propria dose di dopamina delle interazioni l'endorfina delle gratificazioni – un dio che crea un sole e ti dà gli strumenti compensativi e integrativi per intuirne l'improvvisa espansione e poi l'annichilirsi e lo spegnimento – l'ennesimo atomo d'odio #FFFFFF – eppure questo abbiamo – ragazzi – pensavo – ragazzi adesso è il vostro momento di illudervi – senza il range della temperatura dell'illusione – possiamo solo provare vergogna – e schifo – a vederci – dicono i golem – a vederci – iniziano e poi non continuano – meglio tenere accesa la fiaccola dell'illusione – il sole dell'illusione ha luci più precise – più utili – contorni più definiti – con la luce dell'illusione si vede se hai gli occhi aperti o chiusi sott'acqua – si vede che respiri e anneghi nello stesso tempo e si vedono i denti brillare perché mentre lo fai – ridi

 
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from Novità in libreria

Prima di proseguire nella presentazione delle novità di febbraio (nello specifico, quelle di martedì 25 febbraio), ci sono almeno 4 libri usciti venerdì 21 che mi erano sfuggiti.

VENERDÌ 21/2/25

  • RIVOLUZIONE! STORIA DI UN'IDEA di Paolo Pagani (Treccani). Il concetto di rivoluzione, analizzato come spartiacque nelle vicende storiche delle nazioni. Paolo Pagani racconta da dove nascono le rivoluzioni, da quali bisogni scaturiscono, e cosa comportano nelle loro ambiguità e lati oscuri. Per saperne di più: scheda libro.
  • IL TRENINO DEGLI ANIMALI DELLA FATTORIA (Doremì Junior). Libro cartonato con i puzzle, che, uniti, formano un trenino. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • MAPPE PER I PINGUINI E PER ALTRI ANIMALI VIAGGIATORI di Tracy Turner e Hui Skipp (Aboca Kids). Le mappe e i percorsi degli animali migratori: pinguini, farfalle, uccelli, tartarughe e tanti altri, per seguire le loro avventure e il loro straordinario senso dell'orientamento. Età di lettura: dai 7 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • TRAPPOLA SUL WEB – ESCAPE GAME di Nicolas Trenti (Gremese – L'Airone). Un pericoloso hacker minaccia di far esplodere una bomba a impulsi elettromagnetici. Il giovane lettore dovrà unirsi al team anti-cybercrime per trovare l'hacker e la bomba entro un'ora, grazie alla soluzione di enigmi logici e matematici. Età di lettura: dai 10 anni. Per saperne di più: scheda libro.

MARTEDÌ 25/2/25.

NARRATIVA:

  • L'ANTICO AMORE di Maurizio De Giovanni (Mondadori). Tre storie parallele, che narrano di amori irrisolti, complicati e strazianti: un poeta latino del primo secolo a.C., un giovane professore dall'infelice vita matrimoniale illuminato dalla passione per lo studio, un anziano accudito da una badante moldava. Per saperne di più: scheda libro.
  • ABITIAMO TUTTI QUI di Jojo Moyes (Mondadori). Un mondo familiare bislacco ma pieno di vita e contraddizioni ruota intorno alla protagonista, una scrittrice di successo: i figli, il patrigno, un cane e adesso anche il padre biologico, di ritorno dagli USA... tutti nella stessa casa a North London. Per saperne di più: scheda libro.
  • L'AVVELENATRICE DI UOMINI di Cathryn Kemp (Nord). Romanzo storico in cui una donna, nel pieno del XVII secolo, impara da sua madre a fabbricare un potentissimo veleno, che consegna a donne maltrattate e vessate per liberarsi dei mariti violenti. Per saperne di più: scheda libro – al momento in cui scrivo il sito non è disponibile, ma spero che ripristineranno il collegamento.
  • IL PRINCIPE AZZURRO di Diego Cugia (Giunti). Nel 1266, il principe Corradino di Svevia aveva 16 anni, ma ebbe la forza e il coraggio di raccogliere un esercito e di scendere in Italia per unirla e liberarla dal potere temporale del papa. Per saperne di più: scheda libro.
  • ERA di Jennifer Saint (Sonzogno). La storia della sorella e compagna di Zeus, esclusa dal dominio del mondo dopo la lotta contro il padre Crono. Un nuovo romanzo mitologico al femminile dall'autrice di altri libri di genere, pubblicati sempre da Sonzogno: ATALANTA, ELETTRA e ARIANNA. Per saperne di più: scheda libro.
  • LE CONDIZIONI IDEALI di Mokhtar Amoudi (Feltrinelli Gramma). Skander, ragazzo della banlieue parigina, è sballottato da una famiglia affidataria all'altra: grazie alla sua naturale curiosità, scopre il mondo nella lettura dell'enciclopedia Larousse. Una storia di formazione e riscatto sociale. Per saperne di più: scheda libro.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • FATAL INTRUSION di Jeffrey Deaver e Isabella Maldonado (Longanesi). L'agente dell'FBI Carmen Sanchez è integerrima e ligia al dovere, ma quando sua sorella sfugge per un pelo a una feroce aggressione, capisce che deve fronteggiare uno spietato killer, abilissimo nella fuga e nel mimetismo. Con l'aiuto del professor Jack Heron, esperto di sicurezza privata, forse Carmen dovrà rinunciare a seguire le regole e i protocolli... Per saperne di più: scheda libro.
  • LA CONTRORA DEL BAROLO di Orso Tosco (Rizzoli). Nel basso Piemonte, il commissario Gualtiero Bova, detto il Pinguino, deve scontrarsi con una rete di criminali sanguinari e spietati. Tutto parte dal furto di un cadavere dal cimitero... Per saperne di più: scheda libro.
  • SANTI IN PARADISO di Sommo Marsico (Feltrinelli). Un noir che vede una coppia di investigatori stranissima: due soci di uno studio legale che devono indagare sui misteri che girano attorno a un monastero di suore vicino Pescara. Un legal thriller ironico e beffardo che esplora il mondo ecclesiastico nelle sue luci e ombre. P.S.: Sommo Marsico è lo pseudonimo sotto cui si nascondono due autori, profondi conoscitori delle questioni della chiesa. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per Feltrinelli: GIORNO DI RISACCA di Maylis de Kerangal. La vita di una donna parigina viene sconvolta: sulla spiaggia di Le Havre, città dove è nata e cresciuta, è stato trovato un cadavere di un uomo: chi è quell'uomo? E perché aveva in tasca il suo numero di telefono? Tutto ruota intorno ai ricordi di Le Havre, città che si affaccia sul canale della Manica. Per saperne di più: scheda libro.
  • IL DILEMMA DEL CARNEFICE di Massimo Tivoli (Giunti). Un serial killer imperversa a L'Aquila, costringendo le sue vittime a compiere orribili scelte strazianti. Sul caso indaga l'ispettore Gianni Lovita, inaspettatamente aiutato dalla geniale sorella Pia, che però è chiusa nel suo mondo, per via dell'autismo. Per saperne di più: scheda libro.

FANTASY E HORROR:

  • GODKILLER di Hannah Kaner (Mondadori). Un fantasy che racconta la storia di una guerriera che si guadagna da vivere uccidendo divinità: guerre civili, demoni, cavalieri, magia e missioni segrete... insomma, ci sono tutti gli elementi per intrigare il lettore appassionato di epica fantasy. Per saperne di più: scheda libro.

POESIA

  • CARALUCE di Franco Arminio (Rizzoli). Una mappa di luoghi invisibili, fatti di piccole cose semplici, come nello stile di Franco Arminio: spazi di fantasia, universi che si trovano intorno a noi, che possiamo visitare solo se li cerchiamo. Per saperne di più: scheda libro.

FUMETTI E GRAPHIC NOVEL:

  • RE CERVIN – VOL.1 di Kousuke Hamada (Star Comics). Manga fantasy (genere seinen, ovvero adatto a un pubblico maturo): il re Cervin perde il suo trono, e il paese viene distrutto da un'invasione nemica. Sua figlia Arsinoe cerca di fermare il drago che è stato risvegliato dall'attacco, ma le costa la perdita della memoria. Il padre, re senza trono, e la figlia, principessa senza memoria, iniziano così un viaggio in esilio. Interessante! Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • Per Gribaudo abbiamo due titoli molto “verdi”:
    • ERBE AROMATICHE di Matteo Cereda e Pietro Isolan (scheda libro): suggerimenti, tecniche e metodi per riconoscere e coltivare 30 tipi di piante aromatiche, con tutte le istruzioni per conservarle e usarle in cucina.
    • GIARDINAGGIO (scheda libro): un manuale completo step by step per principianti ed esperti: basta un piccolo giardino.
  • VITE AL FRONTE di Luca Steinmann (Rizzoli). Aggregato a eserciti e popolazioni nei più remoti teatri di guerra, dal Donbass, al Libano, al Nagorno Karabakh, Luca Steinmann racconta le vite di soldati e civili travolte dai conflitti, raccogliendo le loro testimonianze. Per saperne di più: scheda libro.
  • UFO, FENOMENO O MITO? di Edoardo Russo (Rizzoli). L'autore è il portavoce del Centro Italiano Studi Ufologici: in questo libro raccoglie e analizza le testimonianze più eclatanti riguardo al fenomeno affascinante degli avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati. Per saperne di più: scheda libro.
  • CIÒ CHE AMORE NON È di Gianfranco Damico (Feltrinelli). Le relazioni cosiddette “tossiche” sono spesso frutto di false credenze in merito a cosa sia l'amore e a come debbano funzionare i rapporti di coppia. Questo libro cerca di identificare queste idee che trasformano le relazioni in trappole, cercando di dare gli strumenti per disinnescarle. Per saperne di più: scheda libro.
  • IL RICHIAMO DELLA MONTAGNA di Matteo Righetto (Feltrinelli). La montagna di Matteo Righetto è l'ipostasi della natura stessa, con cui ritrovare una simbiosi e un contatto reciproco. Un libro di riflessioni sull'idea di “selvatico”, ovvero il richiamo ancestrale che l'essere umano prova di fronte al maestoso ambiente selvaggio della montagna. Per saperne di più: [scheda libro][(https://www.feltrinellieditore.it/opera/il-richiamo-della-montagna/).
  • DENTRO IL GRANDE GIOCO di Emilio Mola (Rizzoli). La politica internazionale spiegata dal seguitissimo blogger e divulgatore Emilio Mola: come funzionano gli equilibri tra gli Stati, le loro dinamiche, i disordini e gli scontri tra USA, Cina, Europa e Russia. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • PRINCIPESSE DA FAVOLA di Sophie Moronval, illustrazioni di Paula McGlain (Gribaudo). Un albo illustrato (e chiuso con un bel nastrino) che racconta le storie di 15 principesse moderne e coraggiose di regni immaginari: fra loro una principessa astronauta, una che ama leggere, una che inventa sempre nuovi oggetti e giocattoli... ogni pagina si estende con un'aletta che rivela le avventure di ognuna di esse. Età di lettura: dai 4 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LUCCIOLE, SQUALETTI E UN PO' DI PASTINA di Donatella Di Pietrantonio (Salani). Una serie di raccontini commoventi e delicati, con le illustrazioni di Andrea Tarella: uno squaletto viene escluso dai giochi dei compagni per via dei suoi dentini aguzzi, l'origine delle lucciole (che erano stelle, stanche di stare fisse nel cielo), una scatola di pastina a forma di lettere che si annoia sullo scaffale... È il primo libro per bambini della vincitrice del Premio Strega e del Premio Campiello. Età di lettura: dai 6 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • WILLOW E LA FORESTA MAGICA di Sabine Bohlmann (Gribaudo). Willow, insieme a suo padre, eredita da zia Alwina un intero bosco, ma l'eredità consiste anche nei poteri da strega che mettono Willow in contatto con la natura. Età di lettura: dai 9 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LEZIONI DI GRAMMATICA di Simone Filippini (Gribaudo). Un piccolo manuale di grammatica italiana simpatico (e assolutamente non noioso!) per risolvere tutti i piccoli dubbi che ci vengono quando dobbiamo parlare o scrivere correttamente, e per mettere tutti gli accenti e le virgole al posto giusto. Età di lettura: dai 10 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from Sguardi nel web

Filen.io Cloud


Filen.io è un servizio di cloud storage con tecnologia “zero-knowledge” conoscenza zero e crittografato lato client possibilità di sincronizzare le vostre foto e video da cellulare con la sua app dedicata e prendere note

  • avete la possibilità di avere un piano gratuito con 10 GB di spazio a disposizione.
  • iscrivendovi da questo link avrete ulteriore 10 GB di spazio per un totale di 20 GB aumentabili a 40 GB se invitate altri utenti con il vostro codice che vi viene fornito all'iscrizione.

ma cosa più interessante è la possibilità dei piani a pagamento, soprattutto il piano “starter lifetime” con 100 GB che vanno a sommarsi ai 40 GB ad un costo di 29.99 € una tantum disponibile solo per pochi iscritti a tempo limitato.

 
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from cronache dalla scuola

Quando i docenti si incontrano per i corridoi, nella sala docenti, quando si scrivono messaggi su WhatsApp o si mandano email difficilmente parlano di didattica o contenuti inerenti alla loro disciplina. In genere parlano dei ragazzi. Continuamente i docenti parlano dei ragazzi più di quanto i ragazzi possano pensare. Ragionano di loro, si lamentano per i tradimenti, per le disillusioni e – talvolta – mostrano entusiasmo, timido, per alcune cose che sono riuscite. Parlano del loro carattere, di come cambiano nel tempo, di come funzionino bene con altri simili a loro o si annullino, a seconda delle malformità dell'animo e della classe. Ne parlano con rabbia, a volte, con rammarico, con sarcasmo o con stupore. Con le parole cercano di tenerli sotto controllo, ma anche di capirli, di armonizzarli. Parlano delle loro famiglie, sussurrano i problemi più profondi, si chiedono come poter fare qualcosa. Ci sono voci di docenti che sono più forti, altre più sottili, alcune sono voci che tendono a costruire discorsi, altre a distruggerli, alcune voci sono più deboli ma anche più determinate. Alcune voci sono affettuose, altre fanno paura a sentirle. Tutte sono lì assieme, si impastano in un grosso mormorio che è una parte della scuola sconosciuta, forse la più interessante e lasciata a se stessa, alla volontà del singolo, all'inuizione, a una formazione spesso invisibile e inconsistente. Tra queste voci passa la storia degli studenti, la narrazione della loro partecipazione o della loro scomparsa. Quando suona l'ultima campanella, gli studenti escono con un frastuono standard, che non si sente nemmeno. Poi la struttura piomba in un crocicchio di voci lontano: sono quelle dei docenti che – abbandonate le classi – si incontrano, a coppie si sfogano, creano cappannelli, si salutano e non se ne vanno, si abbandonano, vanno a cercare qualcosa negli armadietti, continuano a parlare di quegli spettri incasinati che sono appena fuggiti, tengono viva la scuola finché anche questa si spegne nel preserale invernale.

 
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from Novità in libreria

NARRATIVA:

  • LA FINE DEL VIAGGIO di R.C. Sherriff (Fazi). La guerra opera cambiamenti tremendi nelle persone che vi prendono parte. Ce lo racconta questo testo teatrale del 1928, che ambienta alla fine della prima guerra mondiale le vicende di un gruppo di soldati inglesi in trincea. Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • DRAW YOUR WAY – ACQUERELLI BOTANICI di Harriet de Winton (Guido Tommasi). Non si tratta di un normale colouring book: gli acquerelli floreali, già presenti nelle pagine, potranno ospitare scarabocchi e tratti di penna o matita, per seguire la fantasia e la creatività. Per saperne di più: scheda libro.
  • APOCALISSE di Giulio Barbieri (Cantagalli). La visione di Giovanni, così piena di simboli e immagini iconiche, è qui spiegata nella sua attualità e nelle sue metafore. Per saperne di più: scheda libro.
  • QUESTO È IL FUOCO della Scuola Holden (Solferino). Un manuale di scrittura creativa a cura della nota “scuola” di scrittori fondata a Torino da Alessandro Baricco. Strumenti, consigli, pratiche ed esempi per capire cosa viene prima e attorno all'atto creativo dello scrivere. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • ODIO LA NANNA! di Georgie Birkett (Ape Junior). Il ranocchietto Cosmo non ha mai voglia di andare a dormire, e quando è ora della nanna ci sono tantissime cose che vorrebbe fare: finire la sua ode al formaggio, provare le mosse di karate, prendere il tè con Moreno l'Alieno, eccetera. Di giorno, però, Cosmo fa grandi sbadigli: infatti è stanchissimo... Un libro destinato a tutti i piccoli lettori che odiano fare la nanna (e ai loro esausti genitori). Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA VITA SEGRETA DEGLI ALBERI di Laura Fraile, illustrazioni di Rena Ortega (Aboca Kids). Tutte le curiosità del mondo degli alberi: quello più vecchio, il più alto, gli alberi “timidi” e quelli con un carattere “dominante”; un libro per imparare tutto quello che c'è da sapere sui nostri amici del regno vegetale. Età di lettura: dai 7 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA RAGAZZA DA ODIARE di Lee Kkoch-nim (La nuova Frontiera). Due giovani amiche, Ju-yeon e Seo-eun, sono inseparabili fin dalla scuola elementare, ma quando Seo-eun viene trovata morta dietro la scuola, i sospetti ricadono subito su Ju-yeon, che però non ricorda nulla di quel giorno fatale. Giornali e televisioni, quindi, cominciano a scavare nel rapporto tra le due amiche, fra segreti e ambiguità. Thriller psicologico coreano per i lettori e le lettrici dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from Le copertine

Come un'emozione può cambiare il mondo

Le rage rooms e la rabbia delle donne

Copertina andata in onda il 10.10.2024

Stanno sorgendo un po’ dappertutto: dopo aver conquistato americani e giapponesi, hanno cominciato a spuntare in varie città d’Italia, da Milano a Roma, da Rimini a Bari, e anche in Svizzera.

Sono le rage rooms, le stanze della rabbia: ci si iscrive online o telefonando, ci si presenta il giorno e l’orario pattuito e si viene addestrati dagli addetti ai lavori circa il regolamento e l’uso corretto del luogo.

A disposizione ci sono mazze da baseball, ferri da golf, badili, piedi di porco e dopo aver indossato il vestiario antinfortunistico si può iniziare l’opera di distruzione: il kit di oggetti da rompere viene fornito dal personale.

Non è consentito distruggere il locale ma per il resto tutto è lecito: scegliere la musica di sottofondo, gridare parolacce o inveire contro il capoufficio.

È assodato – ci ha spiegato Franco Palazzi, autore del volume La politica della rabbia, che l’incapacità di articolare la rabbia costituisce una componente significativa sia della depressione sia dell’ansia, condizioni diagnosticate molto più frequentemente nelle donne che negli uomini, mentre il maggior tasso di sofferenza mentale femminile è confermato da studi che mostrano come le donne provino sistematicamente più rabbia degli uomini.

A dare un nome e strumenti di espressione alla rabbia femminile ci hanno provato a partire dagli anni ‘60 le femministe, portandola in piazza, urlandola nei megafoni, teorizzandola nei loro volantini e nei loro libri.

Una di loro, l’americana Shulamith Firestone, proponeva una modalità di protesta piuttosto originale, cioè un boicottaggio dei sorrisi, che avrebbe permesso alle donne di abbandonare il sorriso che chiamava “di cortesia”, iniziando a sorridere solo quando qualcosa faceva loro realmente piacere.

Un modo – spiega ancora Franco Palazzi – per liberarsi di quella sottile forma di oppressione interiorizzata che era (e forse è ancora ) l’obbligo di sorridere agli altri – soprattutto uomini – per metterli a proprio agio.

Non stupisce dunque se le rage rooms piacciono soprattutto alle donne, tra i 25 e i 40 anni.

Ma veramente la rabbia si può evacuare chiudendola in una scatola da nascondere sotto il letto? Forse erano più sagge quelle femministe che la portavano in strada, la facevano prendere aria, la ammaestravano collettivamente e la facevano diventare una fionda contro i loro oppressori.

 
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from Magia

Io amo il poco, ciò che è semplice, la qualità, la lealtà, la sincerità, ciò che è raro e prezioso! L'essenza delle cose, degli sguardi, un sorriso, una carezza, le note di una canzone, le sfumature e l'incanto di un' alba, un tramonto, il susseguirsi di nuvole e scie, voli infiniti nell'immensità del cielo!

 
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from GRIDO muto (podcast)

🌿 Esiste una “cura” per l'artrite? 💡 Ecco cosa faccio io. 🌟

Ecco, ecco tutto quello che faccio per farmi passare l'artrite.

In questo episodio ti racconto cosa si può fare concretamente per risolvere una volta per tutte l'artrite.

Se preferisci ascoltare anziché leggere la trascrizione del podcast, puoi trovare l’episodio, il n. 19, in tutte queste piattaforme (e in tutte le altre gratuite).

-Castopod (fediverso): https://castopod.it/@gridomuto/episodes/quali-farmaci-per-l-artrite-scopri-la-cura-che-funziona-per-me-m1tip – Youtube: https://www.youtube.com/@gridomuto (dalle ore 18:00 dell'11/3). – Spotify: https://open.spotify.com/episode/6g0VZX6gfaxXIZf5e1muJS

Beh, se dovessi dirti cosa si può fare concretamente per risolvere l'artrite, potremmo già chiudere qui la puntata, perché non c'è niente che si possa fare per risolvere definitivamente questo problema.

“Ma come!”, mi dirai tu, “Non esiste una cura? Ti stai sbagliando, Simone, le cure ci sono!”.

A mio avviso, questo è un grande equivoco e, se mi segui attentamente, ti spiego il perché. Per farlo, però, dobbiamo vedere insieme alcune informazioni sui diversi farmaci. Sarà un po' tecnica questa puntata, ma credo che ne valga la pena, perché alla fine ti darò quelle che ritengo le mie soluzioni.

Come sempre, è importante partire dalle parole, perché le parole codificano i nostri pensieri e i concetti e, su certi temi, occorre procedere con la precisione che solo le parole giuste riescono a darci. Se cerco la parola “cura” sul dizionario Treccani, trovo diversi significati, ma per quanto riguarda l'ambito medico, la definizione di cura è “il complesso dei mezzi terapeutici e delle prescrizioni mediche che hanno il fine di guarire una malattia”. Prendiamo questa definizione e mettiamola un attimo da parte e andiamo a vedere quali sono oggi i farmaci che si possono usare per il trattamento dei pazienti che soffrono di artrite e vediamo alla fine se è vero che esiste una cura. Va detto che non sono un medico e quindi cercherò di semplificare al massimo in base alle ricerche che ho fatto e al mio grado di comprensione. Se qualcuno all'ascolto è più esperto di me e desidera correggermi, ben venga. Scrivetemi le vostre osservazioni nei commenti sotto questo episodio.

Il trattamento più semplice per i pazienti che soffrono di artrite è quello che abbiamo ampiamente visto, di cui abbiamo ampiamente parlato: gli antiinfiammatori. Questi farmaci, di solito, vengono chiamati FANS, ossia antiinfiammatori non steroidei. Sono quelli che si possono trovare in farmacia e non c'è bisogno di ricetta per acquistarli. Risolvono per sempre l'artrite? No. Tolgono l'infiammazione al corpo per un po' di tempo e il dolore naturalmente, che viene di pari passo con l'infiammazione. Ma visto che i nostri corpi si infiammano da soli a causa del sistema immunitario che non funziona bene, una volta finito l'effetto dell'antinfiammatorio, l'infiammazione e il dolore torneranno. Infatti, il nostro sistema immunitario continuerà a funzionare male come sempre e ricomincerà ad infiammare le articolazioni e il corpo. Gli antiinfiammatori sono una cura per l'artrite, dunque? No.

Gli effetti collaterali più comuni di queste sostanze, come l'Ibuprofene ad esempio, sono ulcere a livello dello stomaco e sanguinamento dell'intestino o anche gravi problemi a carico del fegato e del cuore. Insomma, non sono una passeggiata. Come dicevo nelle puntate precedenti, non sempre sono sufficienti per togliere il dolore e, non essendo risolutivi, avremmo bisogno di prenderli troppo spesso per stare bene sempre.

Salendo di livello, c'è il cortisone e tutti i farmaci conosciuti come corticosteroidi. Occorre parlarne con il proprio medico o reumatologo, ovviamente, prima di assumerli, che valuterà se è il caso e li prescriverà. Anche in questo caso, non si possono prendere in eterno. Sono abbastanza efficaci nel ridurre l'infiammazione, ma ci possono essere effetti collaterali anche gravi. Alcuni di questi sono l'aumento del peso, il diabete, cambiamenti di umore repentini, maggiore esposizione ad alcuni tipi di infezioni fungine, ad esempio, e altre cose.

Con la progressione della malattia, però, arriva un momento in cui questi farmaci non bastano più. L'infiammazione è così forte! E continua ad avanzare e a danneggiare le articolazioni tutti i giorni. I

n questi casi, i farmaci da banco non sono sufficienti per i pazienti che si trovano ad avere un dolore costante e incapacità di fare alcune cose. Allora si va o si torna dal reumatologo che, dopo avere prescritto tante analisi ed esami che si spera portino a una diagnosi accurata, se non esiste già, si può passare alla fase successiva.

In passato si usavano farmaci immunosoppressori. Come dice la parola stessa, sono medicinali che vanno a inibire alcune delle attività del sistema immunitario, che sono quelle che vanno a causare l'infiammazione. Nonostante abbiano ormai una certa età, questi farmaci si usano ancora, ma si è visto che non si limitano ad agire soltanto sul sistema immunitario: possono provocare effetti e problemi anche in altre funzioni del corpo umano. Nei casi più gravi, si parla di danni al fegato, polmoni, nausea e anche a una maggiore facilità per i pazienti di contrarre le infezioni più comuni, virali o batteriche. Con il tempo, si è cercato di trovare altre soluzioni, per così dire, più accurate per il trattamento dei pazienti e sono nati i farmaci biotecnologici o, più semplicemente, biologici. Si chiamano così perché non sono sintetizzati, ma vengono prodotti da organismi cellulari appositamente selezionati. Parliamo anche degli inibitori del TNF alfa.

È come se i biologici fossero una grande famiglia di farmaci e gli inibitori del TNF alfa fossero un ramo specifico di questa famiglia.

Ognuno di questi farmaci agisce in modo mirato su uno dei meccanismi che generano l'infiammazione nelle articolazioni del corpo. Gli effetti indesiderati più gravi vanno dall'aumento del rischio di infezioni all'aumento del rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro, ma anche problemi cardiaci, neurologici e di altro tipo.

Per queste ragioni, sia i biologici che gli immunosoppressori classici non sono in vendita in farmacia come molti altri farmaci, ma vanno somministrati dal reparto di reumatologia, che provvede anche a monitorare il paziente nel tempo per verificare sia l'insorgenza di problemi collaterali che l'effettiva efficacia del farmaco. Certamente, perché oltre a tutti i rischi, il fatto è che questi farmaci non sono immediatamente efficaci su tutti i pazienti. Basta cercare un qualsiasi gruppo di pazienti con l'artrite su qualsiasi social e verificare di persona le esperienze riportate da chi assume questi farmaci. Alcuni riportano di non avere più infiammazione e dolore e questo è fantastico, oggettivamente, mentre per altri l'esperienza è un po' diversa e, dopo anni di tentativi, non riescono ancora a trovare il prodotto giusto e continuano, diciamo, a cambiare un farmaco dopo l'altro, sperimentarlo per un lungo periodo e poi cambiare ancora. Sia gli immunosoppressori che i farmaci biologici vanno assunti a tempo indefinito, perché non appena si smette, il nostro sistema immunitario impazzito ricomincia a fare il suo lavoro. Sì, ci sono casi in cui le persone che hanno assunto i biologici smettono di prenderli e non hanno più alcun problema, ma sono casi davvero rari. In questo caso si parla di remissione della malattia, che, tra l'altro, può non essere una condizione definitiva, la malattia può rimanifestarsi di nuovo e in quel caso bisogna ricominciare tutto da capo. Ti lascio qualche studio linkato in descrizione, se sei interessato o interessata ad approfondire questi numeri maggiormente. T

orniamo quindi al punto di partenza: esiste una cura per l'artrite oppure no? Anche basandoci soltanto su quanto abbiamo detto finora, a me viene da dire di no, perché una cura è qualcosa, come abbiamo visto dal dizionario Treccani, di risolutivo, di definitivo. Un farmaco che va assunto tutti i giorni o tutte le settimane o tutti i mesi affinché il paziente stia meglio non è una cura, è una terapia. Siamo d'accordo su questo? Io lo definirei più una terapia o un trattamento e la definizione della Treccani, in effetti, sembrerebbe darmi ragione, ma anche qui sono pronto ad accettare critiche costruttive e poi, diciamo, non siamo qui a fare questioni di lana caprina. Però, effettivamente, questi farmaci, diciamo così, non risolvono per l'eternità. Nella vita e nel linguaggio di tutti i giorni, nel linguaggio parlato, siamo abituati a parlare di cure per l'artrite come se parlassimo di terapie, ma non sono la stessa cosa. Non diciamo che la cura per il diabete è l'insulina, siamo d'accordo? Questi sono soltanto farmaci che migliorano i sintomi o, al massimo, riducono temporaneamente gli effetti della malattia. Chi soffre di artrite deve prepararsi a fare dei trattamenti, ma una vera e propria cura definitiva, risolutiva, non c'è, secondo me. Quelle poche persone a cui capita di stare bene anche senza assumere più nessun farmaco biologico,secondo me, possono ritenersi davvero molto, molto fortunate. E poi tutto questo riguarda l'artrite. Ma per chi, come me, soffre anche di fibromialgia, non c'è soluzione.

Per quanto mi riguarda, sono stato costretto a meditare su tutto questo già nel 2023. Già all'inizio dell'anno avevo ormai capito che una buona parte del dolore che non mi dava tregua non veniva dall'artrite; non poteva essere l'artrite a provocare quel dolore simile ad una nevralgia che era in tutto il corpo. Avevo la sensazione che tutto il mio corpo fosse percorso da una specie di scossa elettrica dolorosa. Non sarei neanche riuscito ad indicare un punto preciso in cui stavo provando il dolore. Nei muscoli grandi come quelli delle cosce o della schiena, oppure vicino alle spalle, era qualcosa di insopportabile, da non riuscire a dormire. Nei polpacci, anche, c'erano e ci sono ancora dei momenti in cui mi sembrava che qualcuno mi stesse piantando dei chiodi nei muscoli, come delle coltellate; così, senza motivo. Mi capita ancora di provare delle sensazioni così dolorose e improvvise e mi è impossibile non urlare o esclamare. Provo a contenermi perché, per esempio, in ufficio non è il massimo, magari durante una riunione o al cinema, ad esempio. Però succede. Oltre questo, una perenne sensazione di stanchezza e mancanza di forza nei muscoli, in particolare per i movimenti di precisione. Non so se ti ricordi, ma ti ho raccontato che ero un chitarrista e quindi io credo che la mia progressiva incapacità a suonare fosse dipesa proprio...come dire, dall'avvento della fibromialgia. Dicevamo, una perenne sensazione di stanchezza, quasi come in quel periodo in cui non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto quando avevo 30 anni. Mi capita di non riuscire a ragionare lucidamente, di non ricordare il nome di alcuni colleghi o il cognome di colleghi che vedo ogni giorno. Tutto questo è stato anche aggravato dalla COVID quando l'ho presa. Prova tu a trovare un'email tra un milione di altre senza ricordare come si chiama chi te l'ha mandata. Dimentico tutto e per questo cerco di scrivermi tutto. Il mio cellulare è pieno di promemoria e appuntamenti.

Nel 2023 ero messo così male da questo punto di vista che non mi rendevo neanche conto di essere in quello stato. Era come se le mie capacità mentali si fossero ridotte di 10 volte e come se fosse così da sempre. Alle Canarie, come ti raccontavo, invece, continuavo a stare benissimo. Praticamente ero una persona diversa, mi sembrava incredibile, avevo la sensazione che tutti i ricordi che avevo della mia condizione quando ero a casa riguardassero un'altra persona. Era così forte la differenza che mi sembrava di essere due persone diverse. E poi c'è la rigidità: la rigidità muscolare, tutto il corpo costantemente teso, anche quando non lo vuoi, anche se non c'è motivo, anche se non sei preoccupato.

Ogni movimento è doloroso, specie al mattino. La sensazione di gonfiore dappertutto è molto fastidiosa; non sai più cosa dipende da una patologia e cosa dall'altra.

È stato proprio nel 2023 che, per la prima volta, anche il reumatologo mi disse che poteva trattarsi di fibromialgia. Poteva, sì...poteva. Anzi, dai sintomi che descrivevo, era molto probabile che fosse così, ma lui non poteva diagnosticarla, perché per diagnosticare la fibromialgia non esiste un esame. Si valuta se il paziente provi dolore in alcuni punti e, nel mio caso, in quei punti anche l'artrite provoca forte dolore. Come si distingue, allora, il dolore dell'artrite da quello che potrebbe dare la fibromialgia? Non si può! Ed ecco perché la fibromialgia non mi è mai stata diagnosticata, neanche nel 2024 quando tentai di avere un secondo parere. Di nuovo la stessa risposta: “Probabilmente c'è, ma non è rilevabile con certezza, perché non c'è un esame oggettivo che possa rilevarla, come un prelievo del sangue, e quindi non è diagnosticabile”.

Oltre il danno, la beffa. Non so se ti sei accorto, tra l'altro, che nel corso di questo podcast a volte ho difficoltà ad articolare le parole, ma non posso farci niente, perché dipende dai muscoli della faccia. Questo è la fibromialgia.

Comunque, fu proprio in quelle due occasioni, nel 2023 e nel 2024, che mi proposero di assumere farmaci biologici come terapia, almeno per contrastare l'artrite, ma c'è un problema: anzi, più di uno.

Devi sapere che da sempre sono ipersensibile ai farmaci. Mi fanno effetto, sì, ma mi vengono sempre anche degli effetti collaterali previsti sul foglietto illustrativo, moltissimi effetti collaterali; e non pensare che io sia ipocondriaco: non è che leggo il foglietto e poi mi convinco anch'io di avere quelle cose. È l'esatto contrario; prendo le medicine, comincio ad avere le cose più strane e, puntualmente, le ritrovo sul foglietto che leggo soltanto dopo per andare a vedere se i sintomi che ho possono essere ricondotti a degli effetti collaterali.

E non sono neanche una persona che rifiuta i farmaci a prescindere! Ho fatto tutte le vaccinazioni possibili, anche più volte; non ne ho paura e sono davvero convinto che siano molto utili. Come reagirebbe il mio corpo ad un farmaco così pesante come il biologico, ad un farmaco che presenta quegli effetti collaterali anche così gravi che ti ho detto prima? Ci ho pensato tantissimo, sono stato combattuto per tantissimo tempo, ma...non è per me. Ho pensato tanto se farlo oppure no, ma davvero non è per me. Vivrei continuamente nel terrore che qualcuno di quegli effetti potrebbe saltare fuori e alcuni di questi effetti sono...come dire...definitivi.

Io sono un codardo, forse, ma il coraggio di provare e vedere come va non ce l'ho.

Anche se il peggio non succedesse, ci sono degli aspetti pratici che non riesco proprio ad ignorare. Per prima cosa, ho paura degli aghi, anzi, diciamo pure una fobia e questi farmaci me li dovrei iniettare da solo, forse anche una volta alla settimana. Non ce la farei mai. Oltre a tutto questo, sarebbe complicatissimo portarli con me in viaggio e, se mi hai seguito sul mio canale principale, che è “Simone viaggiatore” (vallo a vedere se non l'hai ancora visto), sai quanto tengo alla possibilità di viaggiare.

In base al tipo di farmaco che il reumatologo prescriverebbe, ci sarebbero anche altre difficoltà.

Non dovrei espormi al sole (e torniamo al discorso del viaggiare). Ancora: ci vogliono molte precauzioni nel caso in cui si debba fare un intervento chirurgico, ad esempio, nel caso in cui ci si ammalasse. Io, negli ultimi anni, ho fatto, ad esempio, un impianto dentale all'anno, tanto per capirci. Come farei? Sarebbe una continua gestione di questi due mondi. In queste situazioni, i farmaci biologici andrebbero sospesi per poi ricominciare successivamente, quindi perdendo magari gli eventuali effetti positivi. Ricorda cosa ti ho detto prima: con i biologici o gli immunosoppressori ci si può ammalare più facilmente. Se ti ricordi bene, dall'inizio di questo podcast, io ti ho sempre raccontato quanto sia facile per me ammalarmi di qualsiasi cosa o di prendere anche malattie dell'infanzia più volte, intendo. Proprio mentre stavo creando questo podcast, ad esempio, ho preso qualcosa di molto simile alla pertosse che è durato più di due mesi e mi ha costretto a rimandare la registrazione di queste puntate della seconda parte del podcast, mi ha lasciato senza voce e con una tosse continua giorno e notte che era impossibile da fermare.

Se sono già così suscettibile alle malattie senza prendere gli immunosoppressori, te lo immagini cosa mi succederebbe se prendessi un biologico che solitamente abbassa le difese? Io non sono pronto a tutto questo.

Ma allora, mi dice qualcuno, non ti curi?

No, per il momento non prenderò il biologico e nemmeno gli immunosoppressori. Questa è la scelta che ho fatto e sono pronto a cambiare idea in qualsiasi momento se non avessi un'altra via d'uscita. Anche se ho rifiutato questi trattamenti, però, non significa che io non stia facendo nulla. Anzitutto, l'attività fisica è importantissima. Ad aprile del 2024 ho smesso di andare in palestra dopo 25 anni e gli effetti si sono visti dopo poche settimane, come dal giorno alla notte. Non ce la facevo più a mantenere un ritmo regolare degli allenamenti e il costo era anche molto alto (della palestra), visto che ci andavo pochissimo, ma sarebbe stato meglio continuare anche senza essere regolari. Voglio riprendere quest'anno anche per aiutarmi con la gestione del peso. Ho comunque cercato di andare in bici il più possibile e, anche se ne uso una bici elettrica, cerco di regolarla in modo che io faccia almeno metà dello sforzo, a volte di più. Cerco di camminare e, in viaggio, faccio sentieri facili ed esploro le città a piedi. Ogni volta che rientro da un viaggio mi sento molto più vitale e allenato, e viaggio abbastanza spesso. Cerco di curare l'alimentazione integrando la vitamina D e, soprattutto, prendendo tanti Omega3 con l'olio di lino ad esempio e i semi di chia che sono una sorta di antinfiammatorio naturale. È proprio grazie all'olio di lino che, dopo tanti anni, le mie dita hanno finalmente smesso di spaccarsi e la psoriasi è molto meno marcata di prima, anche se ogni tanto rialza la testa, ma si riesce a tenere abbastanza a bada. Provare per credere!

Ma bisogna assumerne tanto durante il giorno. Così ho rimosso dalla dieta l'olio di oliva e il burro per evitare di assumere nel complesso troppi grassi. Ora i grassi che assumo sono principalmente Omega3.

La cosa più importante di tutte, che ha dato una svolta alla gestione della mia malattia, sono stati i farmaci ayurvedici che ho iniziato a prendere tanti anni fa e finalmente sono pronto a darti qualche dettaglio in più, compresi gli effetti collaterali e i rischi di questa soluzione. Acquisto questi prodotti su eBay e mi arrivano direttamente dall'India, ma ci si può rivolgere anche direttamente ai produttori tramite i loro siti. Il rimedio ayurvedico di cui sto parlando si chiama Trayodashang Guggulu; ha un nome un po' particolare e a volte si trova anche come Triyodashang Guggulu e dipende dal produttore, dall'area geografica, suppongo. Comunque, nella descrizione di questa puntata ti lascio tutti i riferimenti con la scritta precisa di come si chiama questo rimedio.

È composto di piante e radici e, con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, ho tradotto i nomi delle piante utilizzate, che sono scritte in hindi, e ho potuto capire meglio di cosa si trattasse. Te le lascio anche queste nella descrizione dell'episodio. Ma ad esempio, per farti capire, c'è lo zenzero, c'è del pepe, ci sono i semi di finocchio, la curcuma e altre cose che conosciamo molto bene anche in Occidente. Poi ci sono invece alcune piante che qui da noi non esistono, come ad esempio la Pluchea lanceolata, la cui radice è un immunomodulante. C'è la Withania somnifera, una pianta che troviamo anche qui da noi in erboristeria e che dà la lucidità mentale che mi serve e mi fa tornare la voglia di fare, ma che allo stesso tempo favorisce il rilassamento e il sonno. La componente principale del farmaco è il guggulu, che è la resina di una pianta della famiglia della mirra che qui da noi non cresce, però il suo odore di queste compresse è simile a quello che si sente molto quando si va in chiesa e si sente l'odore della mirra che noi usiamo come incenso. Queste compresse di cui ti parlo hanno il potere di ridurre il dolore dell'artrite anche dell'80%, a volte anche del 90%, specialmente nelle mani e nei piedi. Mi danno energia, voglia di fare, lucidità mentale. Ovviamente, perché arrivino tutti questi benefici, bisogna prenderle per un po', diciamo almeno un mese, pranzo e cena. Per onestà, devo dirti che questi prodotti fanno molto bene per chi soffre di artrite, ma hanno anche loro dei rischi. A mio avviso, sono rischi ridotti rispetto a quelli del biologico, ma i rischi ci sono eccome, così come anche degli effetti collaterali.

Il primo appunto è che sono prodotti in India; non è un pregiudizio il mio, sono stato in India tre volte, però non posso dire se la produzione è rigorosa come per i farmaci che produciamo in Occidente oppure no. Sono preparati, diciamo, erboristici, quindi, in sostanza, bisogna fidarsi di chi li produce. Svolgono un effetto fluidificante sul sangue e quindi chi ha problemi di coagulazione, ad esempio, non può assumerli. Anche chi soffre di ulcera, gastrite o disturbi gastrici potrebbe vedere il suo bruciore aumentare o provare nausea e diarrea. Insomma, ci vogliono comunque un po' di precauzioni. Quanto costano? Beh, sicuramente più del biologico, perché il biologico viene passato dal Servizio Sanitario Nazionale, ma diciamo che se una dose di biologico può arrivare a costare anche €1000 al Servizio Sanitario Nazionale, una confezione di queste compresse che dura all'incirca 20-25 giorni costa €15 al mese. Non ringraziatemi per fare risparmiare il Servizio Sanitario Nazionale!

L'effetto più sgradevole che riscontro io di queste compresse, però, è un altro: è che fanno venire una fame terrificante, ti mangeresti anche il tavolo, praticamente non si avverte più il senso di sazietà, si ha sempre fame.

Diciamo che si riesce al contempo a sentirsi pieni, ma ad avere ancora fame, cosa che a lungo andare può essere molto pericolosa, soprattutto perché il peso in questo modo tende ad aumentare. Nel 2023, ti dicevo, dopo avere rifiutato il biologico, mi sono accorto che stavo prendendo questo Trayodashang in maniera irregolare, ma soprattutto alla metà del dosaggio possibile giornaliero che è scritto sopra la confezione. Ho iniziato a prenderlo, quindi, alla dose massima e da allora la mia vita è migliorata molto. Riesco a muovere bene le dita molto più spesso rispetto a prima. Poi certo, le giornate di brutto tempo si fanno sentire. Ci sono dei giorni abbastanza frequenti, a dire il vero, in cui tutti i rimedi che ti ho elencato non sono comunque sufficienti e allora un buon antiinfiammatorio non me lo toglie nessuno; il Brufen, l'Oki, dipende che cosa ho in casa. Ma parliamo di solito di 5, 6, 7 giorni al mese, non di più. Ora, ad esempio, è febbraio del 2025 e l'ultimo antinfiammatorio l'ho preso poco dopo Natale, quindi non male. Quando posso, poi prendo il paracetamolo. Intendo dire, se il dolore non è troppo forte e capita, il paracetamolo non toglie l'infiammazione e quando finisce l'effetto si sta peggio di prima, ma se non c'è altro e per limitare gli effetti degli antiinfiammatori, va benissimo anche quello. Quando posso, come ti dicevo, faccio le terme, quelle di Ischia sono miracolose. Poi ci sono le Isole Canarie, anche quelle mi aiutano molto. Con il tempo e continuando a viaggiare, come ti ho fatto vedere sul canale del “Simone viaggiatore” (vallo a vedere se non l'hai ancora visto), sai quanto tengo alla possibilità di viaggiare. Ho capito che lo stesso effetto benefico delle isole lo sento anche in altri posti, come la Sardegna a nord o la provincia di Murcia in Spagna. Anche l'isola di Krk in Croazia ha avuto un effetto istantaneo e miracoloso per me quando ci sono stato, era il 2024 ed era fine settembre, pioveva a dirotto in quei giorni e c'era un vento umido e fresco, ma a quanto pare l'effetto positivo inspiegabilmente c'era lo stesso. Riuscivo a sollevare pesi anche importanti, come valigie e confezioni d'acqua anche pesanti e nelle mie dita, oltre a non esserci più il dolore, era anche ritornata la forza di un tempo. Come alle Canarie o a Murcia, riuscivo a camminare in posizione eretta senza dolore e senza stancarmi.

Insomma, un'altra vita.

Ecco, ecco tutto quello che faccio per farmi passare l'artrite.

Io non so se sia la soluzione giusta per tutti, questo non lo so e non voglio neanche che tu prenda questi miei suggerimenti come vangelo. Anzi, ti invito proprio a non fidarti, fai tutte le ricerche del caso, documentati su questi rimedi, parlane con il tuo medico, parlane con chi vuoi. Io non sono un medico e quindi non posso darti consigli sulla tua salute. Come dico sempre in questo podcast, l'obiettivo è raccontarti la mia esperienza in modo che tu possa, come dire, valutare e eventualmente approfondire per conto tuo, però mi sembrava giusto e doveroso, prima della fine del podcast, parlarne. Ti do quindi appuntamento alla prossima settimana, sempre di martedì, per l'ultima puntata del podcast che sarà davvero un po' particolare, un po' diversa dal solito.

Io spero di averti aiutato con questi consigli e ci sentiamo presto.

Ciao!

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from Alviro

Autunno, foglie che cadono con la stessa rapidità con cui io perdo la pazienza. Il vento sibila tra le vie della città, mentre il mio caffè si raffredda perché ho perso tre minuti a fissare il vuoto, chiedendomi se oggi sia il giorno giusto per rivoluzionare la mia vita. Spoiler: non lo è.

Una foglia si stacca, fluttua, cade. Un po' come le mie speranze quando vedo l’estratto conto. Tocca terra e si confonde con la sua ombra, come me quando cerco di sembrare sicuro di me in una riunione di lavoro. Tra parole dette e non dette, tra messaggi scritti e mai inviati, tra sogni e sveglie posticipate, il tempo scorre come un autobus che non si ferma.

Ma in fondo, tra tutto questo scorrere, tra le onde del mare e del Wi-Fi ballerino, una cosa resta: ciò che conta davvero. Il ricordo di una risata sincera, il sapore di una serata semplice, la voce di chi ci vuole bene. Uno sarà l’uguale del niente, certo, ma l’unità consisterà sempre nel due: nei legami, nelle mani che si stringono, nei piccoli momenti condivisi.

Morale della favola? Il caffè si raffredda, la vita scorre, ma il tempo per ciò che è importante bisogna prenderselo. Anche se significa perdere tre minuti a fissare il vuoto.

 
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from Le copertine

Trasformare l'odio in energia di cambiamento aiuta la democrazia

Rabbia è partecipazione

Copertina andata in onda l'11.10.2024

E’ interessante vedere come nel corso di una settimana di Alphaville, questa nostra trasmissione dove ogni giorno cerchiamo di portarvi le voci del dibattito culturale, sociale e politico in corso, si sviluppino quasi in modo imprevisto dei filoni, delle tendenze.

Una è quella, ovvia, che ci ha portato a parlare nel corso di tutta questa settimana di un’emozione declinata in cinque modi diversi: la rabbia.

La seconda tendenza che abbiamo registrato è stata questa settimana quella della riflessione attorno alla democrazia, alla sua crisi e al suo futuro.

Abbiamo imparato che la rabbia e l’odio sono due cose diverse: il secondo è strumento di propaganda politica che mira alla pancia dei cittadini, individuando un capro espiatorio da sacrificare alla rabbia individuale, che non diventa mai collettiva e si esaurisce nell’odio dell’altro.

Quando invece la rabbia viene – per così dire – collettivizzata, allora ci aiuta ad uscire dalle nostre rage rooms, le stanze in cui alcuni sfogano la propria rabbia individuale spaccando tutto, e questo sentimento potenzialmente autodistruttivo si trasforma in un motore di cambiamento.

Perché la minaccia più grave contro la democrazia è la mancanza di partecipazione: se è vero, come afferma l’Ufficio federale di statistica svizzero, che dall'inizio del XXI secolo l'affluenza media alle urne è leggermente aumentata, d’altra parte nel 2023 su 5 milioni e mezzo di aventi diritto, soltanto il 42% in media ha partecipato alle votazioni.

Se a questo si aggiunge che gli abitanti sopra i 18 anni nel nostro Paese sono attorno ai sette milioni, questo significa che a prendere le decisioni è poco più del 31% della popolazione residente.

E poi ci sarebbe da chiedersi qual è il rapporto tra democrazia e guerra: l’Italia ripudia la guerra nella sua costituzione, mentre il nostro Paese, la Svizzera, ha fatto della neutralità la sua forza. Sorge allora la domanda: che conseguenze può avere sulla democrazia di un paese muovere guerra a un popolo sostanzialmente inerme?

Per esempio distruggendone completamente il sistema sanitario: secondo l’ONU Israele avrebbe perpetrato una politica concertata per distruggere il sistema sanitario di Gaza, commettendo crimini di guerra e il crimine contro l'umanità dello sterminio con attacchi incessanti e deliberati contro il personale e le strutture mediche, come ha dichiarato ieri in un nuovo rapporto la Commissione internazionale indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati.

 
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from Le copertine

Il boom dei giochi da tavolo è anche un business redditizio

Giocare è conoscersi

Copertina andata in onda il 31.12.2025

In Svizzera, i giochi da tavolo godono di una notevole popolarità e diffusione. Secondo l'Ufficio federale di statistica, il 76% della popolazione vi si dedica, una percentuale che supera quella degli appassionati di videogiochi (55%).

Il ritorno in auge dei giochi da tavolo è un fenomeno che si è manifestato con forza negli ultimi dieci anni. Questo interesse può essere visto come un'alternativa all'eccessiva esposizione agli schermi, in un contesto in cui la digitalizzazione è sempre più presente nella vita quotidiana. Inoltre, eventi come la pandemia di Covid-19 hanno contribuito a riscoprire i giochi da tavolo.

Il settore in Svizzera è anche un business redditizio. Nel 2020, il fatturato del settore ha superato per la prima volta il mezzo miliardo di franchi, raggiungendo i 560 milioni di franchi nel 2021. A livello globale, il mercato dei giochi da tavolo nel 2023 è stimato a 12 miliardi di dollari. La presenza di numerosi titoli nuovi ogni anno, con un'industria in continua crescita, dimostra la vitalità e l'importanza di questo settore.

Oggi abbiamo parlato alle 11.45 delle evoluzioni più recenti, proposte ben diverse dai classici, come Risiko o scarabeo. E’ un mercato in piena evoluzione, soprattutto nel Nord Europa, e forse anche a Nord delle Alpi, per quanto riguarda il nostro Paese.

I giochi da tavolo hanno una storia lunga e antica. Le prime tracce di giochi risalgono al 2600 a.C. in Egitto con il Senet, considerato l’antenato del Backgammon. Altri giochi antichi includono il GO cinese e il Chaturanga indiano, l'antenato degli scacchi.

Ma il gioco più venduto in Svizzera (e nel mondo) resta il Monopoly, la cui versione originale fu creata da Elizabeth Magie nel 1935 negli USA con l'intento di denunciare le pressioni sui locatari per gli affitti troppo alti.

Secondo l’Ufficio federale di statistica, l'affitto medio mensile netto in Svizzera per il 2022 era di 1.412 franchi. Gli affitti più alti si trovano nei cantoni di Zugo, Zurigo e Svitto. I cantoni più economici sono Giura, Neuchâtel e Vallese.

Ecco, come è evidente, i giochi da tavolo non sono solo un passatempo. In francese si chiamano jeux de societé, cioè giochi di società, e – come affermava Platone -

si può conoscere di più una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione.

 
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from Le copertine

Nel 2024 sono aumentati i conflitti armati

Si invoca la pace, ma si continua a fare la guerra

Copertina andata in onda il 30.12.2024

Nel 2024, il mondo si trova ancora a fronteggiare numerosi conflitti, con guerre in corso che continuano a creare sofferenza e distruzione.

L'Armed Conflict Location & Event Data Project ha documentato un allarmante aumento della violenza politica, registrando oltre 165.273 eventi tra luglio 2023 e luglio 2024, con un incremento del 15% rispetto all'anno precedente. Si stima che, in questo periodo, una persona su sette sia stata direttamente esposta alle conseguenze di questi conflitti.

A Gaza, l'attacco guidato da Hamas e la successiva risposta militare israeliana, trasformatasi in un vero e proprio genocidio, hanno minato le già scarse speranze di una soluzione pacifica.

In Sudan, le tensioni tra fazioni militari si sono trasformate in un conflitto aperto, con migliaia di morti e milioni di sfollati nel Darfur.

La guerra russo-ucraina si sta prolungando ed è diventata una questione politica di portata globale, con le dinamiche sul campo di battaglia che determineranno il futuro della sicurezza europea e la stabilità delle ex repubbliche sovietiche.

In Myanmar, un'offensiva ribelle rappresenta una seria minaccia per la giunta militare al potere. Nella regione del Sahel, i colpi di stato in Mali, Burkina Faso e Niger hanno consolidato il potere militare, senza tuttavia offrire soluzioni efficaci per contenere la violenza.

Anche il conflitto tra Armenia e Azerbaigian è tornato a infiammarsi, con l'offensiva azera nel Nagorno-Karabakh che ha causato l'esodo di oltre 100.000 persone.

Evviva il 2024, insomma.

Tutti dicono di volere la pace ma poi, inevitabilmente, finiscono per fare la guerra. Pubblicamente ci si inchina al pacifico Rousseau, ma nel privato ci si affida a Thomas Hobbes e al suo stato di “guerra di ogni uomo contro ogni uomo”, mentre Immanuel Kant, che sosteneva che il commercio e le democrazie fossero meno inclini alla guerra, affermando che “lo spirito del commercio non può coesistere con la guerra”, ci fa un po’ di tenerezza ormai.

E che fine ha fatto Sun Tzu, uno dei maggiori pensatori della guerra, che affermava che “non c'è esempio di una nazione che abbia beneficiato di una guerra prolungata” o il Machiavelli, che scriveva “La guerra fa i ladri, la pace li impicca”?

Ce lo siamo chiesti a Rete Due, dove abbiamo deciso di dedicare il Natale di Alphaville alla pace. Undici personalità si sono confrontate e hanno riflettuto sul tema, raccontando la loro esperienza.

Uno di questi è stato lo scrittore irlandese Colum McCann, vincitore del National Book Award nel 2009 con il romanzo Questo bacio vada al mondo intero, che con Apeirogon ha affrontato il tema del conflitto israelo-palestinese.

 
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from Pabba60 (per ora)

I ranger espongono la bandiera americana al contrario, simbolo di emergenza nazionale

I Ranger dei parchi nazionali americani sono i grandi e mitici eroi silenziosi della natura negli Stati Uniti.

Si occupano della protezione dei paesaggi naturali, della conservazione della fauna selvatica e della gestione di alcuni dei luoghi più iconici della Terra, svolgendo un ruolo essenziale nel preservare la bellezza e la biodiversità dei parchi americani.

Ora, questi uomini e donne straordinari, sono oggetto di bullismo e attacchi, e licenziamenti di massa, da parte del Troll della Casa Bianca e del suo tirapiedi miliardario.

In un periodo in cui il cambiamento climatico e la protezione dell'ambiente sono più che mai cruciali, questi “delinquenti in capo” mettono in discussione il lavoro e l'importanza dei ranger, nonostante il loro impegno instancabile nel preservare un inestimabile patrimonio naturale.

Trump, già durante il suo primo mandato, ha dimostrato più volte una scarsa considerazione per la protezione ambientale, riducendo le risorse destinate ai parchi nazionali e cercando di aprire le terre protette a sfruttamenti dannosi. Musk ha mostrato in più occasioni disinteresse per il lavoro dei ranger e delle istituzioni ambientali, dimenticando che la tecnologia e l'innovazione da sole non possono sostituire l'azione diretta sul campo per proteggere il nostro ambiente. E ora il suo DOGE sta operando tagli indiscriminati e facendo danni incalcolabili.

Danni incalcolabili alla natura, oltre che alle famiglie dei ranger; a migliaia stanno perdendo il lavoro, vengono tolti i fondi, e questi danni non saranno riparabili in breve tempo. E' facile prevedere che tutto ciò darà il via ad un selvaggio utilizzo delle risorse naturali. Il Dipartimento degli Interni ha emanato una serie di decreti che favoriscono le attività di trivellazione e minerarie a scapito della tutela e della conservazione delle terre. Il licenziamento di migliaia di dipendenti, indipendentemente dal ruolo o dal merito, è il primo passo per indebolire le protezioni esistenti per questi luoghi preziosi.

Io volevo porre l'accento sul lato umano.

Mi sono iscritto alla pagina ALT (FB e Bsky) dei ranger dei parchi  e seguo altre pagine sull'argomento, e leggo storie di persone che amavano il loro lavoro, a cui hanno dato tutto, e che da un giorno all'altro hanno perso una ragione di vita, oltre alla fonte di sostentamento.

E' solo una parte dei disastri che il Troll arancione sta compiendo, lo so che c'è ancora di peggio, ma questa storia personalmente mi colpisce molto. Loro erano tra i miei eroi da bambino; tra fumetti, libri e film avevo una speciale predilizione per le storie provenienti dai grandi parchi Nordamericani.

Voglio riportare una lettera che uno di loro ha scritto in questi giorni:

“Sono davvero distrutto per aver perso il lavoro dei miei sogni di Educational Park Ranger presso il National Park Service in questo giorno di San Valentino.
L'accesso alla mia e-mail governativa è stato negato a metà pomeriggio e la mia posizione mi è stata strappata da sotto i piedi dopo che il mio turno era finito alle 15:45 di un freddo venerdì nevoso. Prima che potessi stampare completamente i miei documenti governativi. Sono un padre, un marito amorevole e un devoto funzionario pubblico.
Sono un giuramento per difendere e proteggere la Costituzione da tutti i nemici stranieri e nazionali.
Sono una valutazione del lavoro che recita “supera le aspettative”.
Sono stato detronizzato in conseguenza del voto popolare. Sono l'alzabandiera e il piegatore degli Stati Uniti. Sono l'idolo “Junior Ranger” di mio figlio. Sono il lavoro da sogno di uno studente universitario. Sono il volto sorridente che ti accoglie alla porta d'ingresso. Sono l'organizzatore delle vacanze della tua famiglia. Sono una voce per 19 culture dei nativi americani. Sono il protettore di tumuli funerari e cerimoniali dei nativi americani vecchi di 2500 anni. Sono il difensore delle tue terre e acque pubbliche. Sono la motivazione per arrivare in cima alla collina. Sono un rompi-ciclo generazionale. Sono lo strofinatore del water e il distributore di sapone. Sono il sentiero aperto percorso da persone di ogni estrazione sociale.
Sono il momento clou della giornata scolastica di tuo figlio. Sono il cerotto per un ginocchio sbucciato. Sono la lezione che ha mostrato ai tuoi figli che viviamo in un mondo di doni, non di merci, che gratitudine e reciprocità sono la porta per la vera abbondanza, non il potere, il denaro o la paura. Sono quello che ha insegnato a tuo figlio il canto del tordo e il grido del falco.
Sono il fiore selvatico che ha portato gioia al tuo studente. Sono quello che ha detto a tuo figlio che appartiene a questo pianeta. Che i suoi doni unici e la sua esistenza sono importanti.
Sono un'invocazione per la pace. Sono fuori dall'ufficio.
Sono la resistenza.
Ma soprattutto sono solo stanco.
Sono stanco di essere stato vittima di bullismo e censurato da due miliardari per settimane. Sono stanco di svegliarmi ogni mattina alle 2 di notte chiedendomi come farò a provvedere alla mia famiglia. Sono stanco di asciugare le lacrime di mia moglie e rassicurarla che andrà tutto bene.
Le cose non vanno bene.”

Se vogliamo un futuro in cui la natura sia preservata per le generazioni future, dobbiamo dare loro il rispetto e il sostegno che meritano. Questa assurda distruzione va fermata. Spero ci sia un giudice a Yellowstone.

Seguiteli, fategli sapere che non sono soli :
FB   https://www.facebook.com/AltUSNationalParkService Bluesky https://bsky.app/profile/altnps.bsky.social

Qualcuno fermi i gangster, per favore.

#SupportRanger #Ambiente #CambiamentoClimatico

 
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