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from Le Manoir du Diable

Altra serata di fine ottobre ed altro #film #horror. Questa volta ho smaltito un pò di arretrato, come si suol dire, e dal cilindro è uscito #Malignant di James Wan.

Questo film horror del 2021 è al di fuori dalle note dinamiche di successo portate avanti dal regista australiano/malese come Saw L'enigmista e l'universo The Conjuring. Mi è sembrato onestamente un'esperimento “narrativo” ( la storia originale è proprio di Wan) che ha le sue luci e le sue ombre.

locandina_Malignant

Diciamolo subito, la mano di Wan si vede e si sente. Dalle scenografie alle musiche passando per i personaggi ( la protagonista, Annabelle Wallis, l'abbiamo già potuta apprezzare in Annebelle ); troverete le solite ombre che corrono scomparendo nel nulla, sfarfallii di luci e figure oscure dietro gli ignari personaggi. Per quanto riguarda la storia... ecco, qui la nota si fa dolente: non siamo di fronte ad un essere demoniaco, non siamo di fronte ad un sadico che per quanto astuto è pur sempre umano. Il cattivo di turno in Malignant è un sovrumano killer definito a tratti Diavolo, a tratti cancro, umano si, ma non troppo, capace di comunicare tramite onde radio e cellulari. E' proprio delineando questo personaggio che Wan ha voluto camminare su una fune sospesa nel vuoto: davanti ad una genesi poco credibile si ha comunque l'effetto sorpresa di qualcosa di originale. Il ritmo è buono e il “male” si palesa subito fin dall'inizio, Wan insieme alla sceneggiatrice Akela Cooper (MEGAN, The NUN II) scoprono le carte con cura portandoti a pensare di aver capito già a metà film tutta la storia, ma proprio quando sembra di aver messo insieme tutto il puzzle ecco il colpo da maestro, il colpo di scena. Quello che avviene dopo lascia però molto a desiderare: un finale sbrigativo, a tratti assurdo, si unisce a quella genesi poco credibile che ti fa dimenticare subito l'effetto sorpresa.

Lo considero un film senza infamia e senza lode dove, a mio parere, la differenza la fa proprio la regia di James Wan. Una storia ad alto potenziale che per quanto poco credibile poteva funzionare se non fosse stato per un finale mediocre, non tanto nel suo epilogo, quanto nella sua narrativa.

Attualmente è visibile su #Netflix

Votazione: 🍿🍿 2/5

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Capitolo XXXIV – La distribuzione del necessario

1 «Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno», si legge nella Scrittura. 2 Con questo non intendiamo che si debbano fare preferenze – Dio ce ne liberi! – ma che si tenga conto delle eventuali debolezze; 3 quindi chi ha meno necessità, ringrazi Dio senza amareggiarsi, 4 mentre chi ha maggiori bisogni, si umili per la propria debolezza, invece di montarsi la testa per le attenzioni di cui è fatto oggetto 5 e così tutti i membri della comunità staranno in pace. 6 Soprattutto bisogna evitare che per qualsiasi motivo faccia la sua comparsa il male della mormorazione, sia pure attraverso una parola o un gesto. 7 E, nel caso che se ne trovi colpevole qualcuno, sia punito con maggior rigore.

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Approfondimenti

1-5: Si deve dare secondo il bisogno Il capitolo inizia con la risposta alla domanda posta dal titolo: «Se tutti debbano ricevere il necessario in uguale misura»; L'ideale della prima comunità cristiana di Gerusalemme (At 4,35) diventa per SB un criterio. Il cammino monastico non è anarchico né livellatore; i monaci non sono fatti in serie o con lo stampo. L'abate, che deve dare ai monaci il necessario (RB 33,5), deve considerare le varie personalità; non che deve fare preferenze (v. 2), ma tener conto delle debolezze (v. 3). Ancora una volta SB è dalla parte dei più deboli (cf. anche RB 37,2-3; 55,21; ecc.): più che esigere molto o il massimo da tutta la comunità, nella legislazione si parte dalla necessità dei meno dotati.

Nei versetti seguenti appare se lo spirito di povertà e di distacco si pratica in nome dell'amore verso il Signore che non guarda i suoi interessi o se si pratica per un motivo esterno, meschino e invidioso; cioè: chi necessita di meno, ringrazi Dio e non si lamenti credendosi non considerato o disprezzato e sentendosi invidioso per le delicatezze verso gli altri (v. 3); chi necessita di più, non si insuperbisca credendo di essere il preferito o il più meritevole, ma si umili perché le speciali attenzioni sono un segno della sua debolezza e della carità del monastero nei suoi riguardi.

In tutto il brano è evidente l'influsso di S. Agostino (Reg 9,54-55). La Regola di Agostino non si occupa solamente della distribuzione del necessario, ma soprattutto delle relazioni tra i fratelli che potevano provenire dalla casta dei ricchi (la minima parte) o dai ceti inferiori (la maggior parte). Tutto il capitolo risente delle idee, del vocabolario, della fine psicologia del grande spirito di Agostino.

5: e così tutte le membra saranno in pace. Bellissima frase, di evidente parallelo con RB 31,19: “affinché nessuno si turbi o si rattristi nella casa di Dio”. È il richiamo alla PAX benedettina.

6-7: Condanna della mormorazione Nonostante le così nobili e ragionevoli osservazioni, SB sa che i monaci rimangono uomini e, come tali, sono portati ad essere invidiosi. Per questo, a proposito della disuguale – però giusta! – distribuzione del necessario, cioè delle cose in dotazione al singolo monaco, – cose quindi diverse e in misura diversa –, introduce una severa condanna del vizio della mormorazione. SB insisterà altrove (cf. RB 40,8-9) contro la mormorazione, “cancro delle comunità”. Si notino le forti espressioni con l'accumulo di termini: “ante omnia” (soprattutto); “pro qualiscumque causa” (per qualsiasi ragione); “in aliquo qualicumque verbo vel significatione” (in qualsiasi parola o altro gesto). Le rivendicazioni, il malcontento, l'acidità nel monastero sono veramente l'antitesi della PAX che invece deve regnare. La carità insomma, e solo la carità, rende possibile “l'utopia” di avere tutto in comune, secondo il meraviglioso – e purtroppo di breve durata – esempio della prima Chiesa di Gerusalemme.

Tratto da: APPUNTI SULLA REGOLA DI S. BENEDETTO – di D. Lorenzo Sena, OSB. Silv.


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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Talking Timbuktu è l'album di collaborazione del 1994 tra il chitarrista maliano Ali Farka Touré e il chitarrista/produttore americano Ry Cooder. Il riff di chitarra della canzone “Diaraby” è stato selezionato per il segmento Geo-quiz del programma radiofonico The World PRI-BBC ed è stato mantenuto a grande richiesta quando è stato sottoposto al voto degli ascoltatori. Nel 2009, l'album ha ricevuto una certificazione d'oro dall'Independent Music Companies Association che indicava vendite di almeno 100.000 copie in tutta Europa. L'album è presente nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die e ha ricevuto il Grammy Award per il miglior album di world music del 1994.


Ascolta: https://album.link/i/1528519970


 
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from Bymarty

E allora scrivo? Ricomincio a tessere la tela che ho lasciato incompiuta? Non lo so, a volte vorrei, altre volte non so e adesso avrei voluto e non mi va più!

 
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from Le Manoir du Diable

Eccoci qui. L'autunno è arrivato con i suoi temporali, con i primi venti freddi e con l'immancabile appuntamento di #Halloween. Mancano pochi giorni alla festività americana per eccellenza e come ogni anno, almeno per me, significa popcorn, dolcetti di zucca, patate dolci, castagne, tè speziati e gli immancabili #film #horror serali.

Molti di voi staranno già programmando la serata del 31, magari decidendo di andare a vedere il terzo capitolo della saga #Terrifier del regista Damien Leone, film che in America sta diventando già campione di incassi battendo anche il più blasonato Joker 2. Oppure preferite il sequel di Smile scritto e prodotto da Parker Finn?

Due film diversi per filosofia, ma apprezzati dal pubblico (almeno quello dell'oltre oceano) che promettono orrore, paura ed ansia pura.

Partiamo da Terrifier. Non lo conoscete? Impossibile! Sono sicura che il suo protagonista l'avete incrociato qualche volta nei social, magari come meme a commento di qualche post.

ArtTheClown

Lui è “Art the Clown” un psicopatico, anzi un'entità psicopatica, protagonista del franchise Terrifier, horror splatter nato prima come cortometraggio e poi trasformato, a partire dal 2016, in una saga horror assai discussa. La storyline non è niente di complicato: un horror vecchio stile condito con black humor, smembramenti e la solita assurdità del “ma scappa cosa fai ancora lì” Onestamente a me non ha molto entusiasmato questa serie (gli splatter non sono i miei preferiti), tuttavia il personaggio è iconico e il film ti accompagna verso la fine senza che tu te ne accorga. Not bad! Visto il grande successo di Terrifier 3 nel paese dello Zio Sam, se volete un Halloween con tutti i crismi, vi consiglio di prenotarne la visione.

Altro giro, altra corsa con il film #Smile. Non si tratta di un splatter ma anche qui la protagonista è un'entità. Contrariamente a Terrifier, non c'è un vero e proprio franchise Smile (siamo ora al secondo capitolo) ma la genesi sembra molto simile: il primo capitolo rappresenta il vero e proprio debutto del regista Parker Finn dove il film del 2022 si basa sul cortometraggio “Laura Hasn't Slept”. Trama ben articolata per questo horror psicologico/supernaturale che rispetta un pò i trend degli horror del terzo millennio con la classica “catena di Sant'Antonio mortale” (un pò alla The Ring) dove l'entità che “sorride” aspetta, tormenta, spaventa in attesa del suo premio. Il secondo capitolo, Smile 2 è nelle sale da pochissimi giorni e per ora le varie “chiacchiere di corridoio” promettono bene, anzi molto bene.

Nel caso vogliate passare la serata di Halloween in compagnia di uno o di entrambi i film vi riporto qui sotto capitoli e cortometraggi precedenti. Buona visione e buon Halloween!

TERRIFIER :

  • Cortometraggi: The 9th Circle (2008), Terrifier (2011)
  • All Hallows' Eve (2013) rinominato successivamente Terrifier – L'inizio
  • Terrifier 1 (2016) [Attualmente disponibile su #Prime]
  • Terrifier 2 ( 2022)
  • Terrifier 3 (2024) – Data di uscita italiana 7 novembre 2024 con Anteprima Giovedì 31 Ottobre 2024

Terrifier3Locandina

SMILE :

  • Cortometraggio: Laura Hasn't Slept (2020)
  • Smile (2022) [Attualmente disponibile su #Netflix]
  • Smile 2 (2024 ) – Data di uscita italiana 17 ottobre 2024

Smile2Locandina

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Queen of Denmark è l'album di debutto da solista del musicista americano ed ex frontman dei The Czars John Grant, pubblicato tramite Bella Union il 19 aprile 2010. È una collaborazione tra Grant e i membri della band folk rock americana Midlake, che lo avevano convinto a porre fine alla sua pausa di quattro anni dalla musica in seguito allo scioglimento dei The Czars.


Ascolta: https://album.link/i/671954335


 
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from RenosGroup

Essential Factors to Evaluate Before Selecting a Home Renovation Service

The right home renovation service can make all the difference in transforming a space into a remarkable one. It is not about finding just some service; it's about whether the team will understand what a person wants and will do quality work. A genuine service means transparency, craftsmanship, and attention to detail, among many options. For such renovation processes, a trusted partner introduces creativity and reliability simultaneously. Opting for a service that values these principles is critical for achieving long-lasting results. Regarding home improvement Ottawa, choosing a genuine service ensures the project aligns with expectations and delivers lasting satisfaction.

Fair and Honest Prices

First, the pricing for the renovation service has to be clear. It means giving a correct initial estimation of expenditures and not having hidden costs. Secondly, it ensures effective budget management without any sudden surprises. A genuine renovation company will always be transparent about their rates and won't compromise on quality for a lower price. Fair pricing is professionalism, and the client knows what they pay for. Along with being trusted, one can be at ease while starting the renovation process.

Practicality

A well-thought-out renovation plan considers practicality, addressing a project's aesthetic and functional aspects. The best renovation services know how to balance the design with real life. Besides just looking pretty, a realistic approach ensures the result is beautiful and functional. Expert renovation teams know how to be realistic with timelines, materials, and ways to keep the project smooth. It is practicality that will make ideas workable and durable, ensuring that the renovation will serve long-term needs.

Assurance and Satisfaction

The aim of any renovation service is ultimately to deliver quality results. A company that takes pride in its craftsmanship will ensure that every detail is executed precisely. It doesn't mean just finishing off the job but finishing it at an excellence that satisfies the owner of that home. A quality Ottawa home renovator stands behind the work to ensure everything in the project is done right. One quality renovation partner does not leave anything undone but instead ensures this whole process and result are satisfying at a high level.

About RenosGroup:

RenosGroup is committed to providing top-tier expertise in home renovations, ensuring each project reflects quality and craftsmanship. As a leading choice for Ottawa renovation, they consistently deliver exceptional results tailored to diverse client needs.

For more details about their expert services, visit https://renosgroup.ca/

Original Source: https://bit.ly/4hdjBbW

 
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from RenosGroup

Why Should You Consider Home Renovation This Time?

The home is the most precious investment for every individual. People do everything to get their place, even if it requires consistent hard work. There is a concern, though. Your home requires more attention than you think. Consistent management keeps it as good as new. At times, it demands renovations Ottawa as well. If it's been long enough, you should consider renovation this time. Here are some reasons why you and your family may need these renovations.

Tired of Hiding the Damaged Areas:

Many people feel glad when guests arrive, whereas others feel burdened. It usually happens because of the home's poor condition. People feel ashamed of letting people know the deteriorating condition of their homes. As a result, they try to hide it from others. And it can get tiring.

However, there may have been other reasons, too. For instance, when you or any other family member catch up with their friends and acquaintances through video calls, they might hide the background from others. While other people show off their pretty and well-organized homes, you may feel shy to show off your home. It is the right time to get home reno Ottawa. It is the only way to dispose of this tiring burden.

Completely Scattered Home:

The primitive design of homes was a mess. It was harder to distinguish spaces. It was because of undefined and undesignated space for each product. This problem gets severe with time. The living room, kitchen, and other rooms may feel the same, completely unorganized and unattractive.

Home renovations are a way to restore the essence of your home. Your home looks and feels better with proper space for your belongings. Home renovations are the only way to attain the goals.

Contacting expert home renovatorscan help you discard the concern quicker. You can ask the best home renovators to transform your home and rebuild its beauty and functionality. So, ensure to get in touch with these contractors and discuss the home renovation goals.

About RenosGroup:

RenosGroup is among the top home renovation companies in Ottawa. The years of experience and creativity this reno Ottawa company brings deserve appreciation and recognition. Your old and outdated home needs contractors from this company. These contractors will transform your place and make it feel more like home than ever. So, don't hesitate to contact them now.

Check out more about it at https://renosgroup.ca/

Original Source: https://bit.ly/3YuW26U

 
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from RenosGroup

What You Should Avoid When Making Bathroom Design Decisions

Are you planning to get a bathroom renovation Ottawa? If so, you would want your bathroom to seem highly comfortable. The design should match the overall aesthetic and meet the renovation project goal. However, avoid a few things when making bathroom design decisions. Let’s discuss more.

Large fixtures for smaller spaces

Imagine having a larger-than-life bathtub and vanity. In a large bathroom, it would look perfect. But if you put it in a smaller one, there will be less space left for anything else. Hence, you will not feel comfortable in the bathroom. The fixtures you choose should also be cohesive with the space available. Therefore, the renovation experts should measure the space and plan everything accordingly.

Poor lighting choices

Lighting is crucial for making your bathroom look luxurious. If you install wrong lights, you can't focus on your tasks. Harsh lighting can make it difficult to stay in the bathroom for long. The bathroom lights should be balanced. You can add task lights near mirrors. Dim lights can help create that warm atmosphere. If there are any natural light sources, they can also make the bathroom look lively.

Improper ventilation

Ventilation is something you should not compromise on during bathroom renovation. If the bathroom does not have proper ventilation, it can increase mold growth. It will cause various issues in the bathroom. You should invest in an exhaust fan to reduce moisture in the bathroom. Some windows can also help improve ventilation. Ask the bathroom renovation contractors Ottawa to prioritize ventilation.

Lesser storage options

A bathroom can never have enough storage space. If the renovation experts do not add enough storage space, your bathroom will always seem cluttered. To make your bathroom look arranged, you should have enough space to store toiletries, towels, etc. You can use the vertical space if you have less space in the bathroom. Wall-mounted cabinets can help save your floor space.

If you avoid these things while working on a bathroom renovation project, you will have a versatile bathroom.

About RenosGroup:

RenosGroup is one of the most trusted companies that offer renovation solutions. This Ottawa renovation company has a team of seasoned professionals who work with clients using their extensive experience and expertise. These experts can guide you with renovation projects, like bathroom, kitchen, or basement renovation.

To get more details, visit https://renosgroup.ca/

Original Source: https://bit.ly/3BRxlJf

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Capitolo XXXIII – Il «vizio» della proprietà

1 Nel monastero questo vizio dev’essere assolutamente stroncato fin dalle radici, 2 sicché nessuno si azzardi a dare o ricevere qualche cosa senza il permesso dell’abate, 3 né pensi di avere nulla di proprio, assolutamente nulla, né un libro, né un quaderno o un foglio di carta e neppure una matita, 4 dal momento che ai monaci non è più concesso di disporre liberamente neanche del proprio corpo e della propria volontà, 5 ma bisogna sperare tutto il necessario dal padre del monastero e non si può tenere presso di sé alcuna cosa che l’abate che l’abate non abbia dato o permesso. 6 «Tutto sia comune a tutti», come dice la Scrittura, e «nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa». 7 Se poi si scoprisse qualcuno che si compiace in questo pessimo vizio, bisognerà rimproverarlo una prima e una seconda volta 8 e, nel caso che non si corregga, infliggergli il dovuto castigo.

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Approfondimenti

1-4: Il vizio della proprietà È uno dei capitoli più duri della Regola, una pagina energica, radicale, in cui SB porta a conseguenze estreme l'insegnamento di Cassiano: il monaco non deve possedere nulla di proprio, ed è in totale dipendenza dalla volontà dell'abate. Senza mezze misure SB esordisce all'inizio del capitolo con una frase secca: «Nel monastero bisogna soprattutto strappare fin dalle radici questo vizio» (v. 1). Già la tradizione monastica anteriore riconosceva concordemente la povertà come elemento essenziale dello stato monastico; e la condanna della proprietà privata è uno dei temi più comuni nelle Regole monastiche e nei trattati di spiritualità: così Pacomio, Basilio, Agostino, Cassiano. Però le espressioni così forti di SB hanno un parallelo solo in alcune frasi virulente di S.Girolamo. Notiamo in questo capitolo: «nessuno ardisca» (v. 2); «nulla nel modo più assoluto; nulla insomma» (v. 3). La ragione di ciò è detta nel v. 4: poiché il monaco si è dato integralmente a Dio, ormai a lui non appartengono più né la sua volontà né il suo corpo, tanto meno quindi i beni esterni e materiali. Nel testo originale latino c'è un gioco di parole (forse un po' troppo sottile); letteralmente sarebbe: «perché i monaci non hanno sotto la loro volontà né i propri corpi, né le proprie volontà» (cioè i propri desideri).

5-6: Il vero senso della povertà monastica La povertà monastica si esprime in termini di dipendenza dall'abate. Si notino le due espressioni del v. 5: «tutto sperare» «dal padre del monastero» (= l'abate; però non è fuori luogo ricordare in questo contesto che anche del cellerario viene detto: “sia come un padre per tutta la comunità”, RB 31,2). L'altro aspetto della povertà: ciò che si ha, reputarlo come bene comune del monastero, non come proprio (v. 6); e viene citato l'ideale della comunione dei beni della Chiesa di Gerusalemme (At 4,32: la citazione è con qualche adattamento).

7-8: Penalità per i trasgressori Un capitolo così deciso e radicale non poteva non terminare con le sanzioni contro chi «va dietro a questo pessimo vizio» (vv. 7-8).

Oggi si deve intendere che il monaco abbia molte cose a suo uso personale con il permesso implicito del superiore; cioè anche se il superiore non ha dato direttamente un libro o un capo di vestiario o il computer portatile, si suppone il suo benestare e la sua benedizione per un certo spazio in cui il monaco responsabilmente usa le sue cose.

  • La vocazione di Antonio il Grande cominciò con la pratica letterale delle parole di Gesù: «Va, vendi quello che hai...» (Mt 19,21);
  • una delle note qualificanti del monachesimo era lo spogliamento totale, per vivere nella semplicità e nel distacco più assoluto;
  • ancora oggi per il monachesimo hindu e buddhista farsi monaci significa spogliarsi veramente di tutto, non avere assolutamente nulla.

I monaci cristiani oggi dovrebbero interrogarsi:

  • Le nostre camere non sono rifornite un po' troppo?
  • Non diventiamo forse troppo esigenti o alla ricerca di tante piccole cose, anche non strettamente necessarie?
  • La nostra povertà – di cui facciamo ora un voto esplicito – a che cosa veramente si riduce?

Nonostante tutti i cambiamenti dei tempi, lo spirito del voto di povertà rimane sempre lo stesso: il distacco reale e sincero da tutti i beni temporali ed esterni, anche minimi, per avere libero il cuore ed aderire esclusivamente a Dio.

Oggi, i monaci sono chiamati, molto più che una volta, a dare una testimonianza anche collettiva di povertà. A questo, il mondo di oggi è molto sensibile (fanno problema le grandi proprietà e le vistose costruzioni dei seminari e degli istituti religiosi...). È bene che non solo il singolo monaco nella semplicità della sua stanza, nel vestito, negli oggetti di suo uso, ma anche tutta la comunità dia conventualmente testimonianza dello spirito e della pratica della povertà, tenendo conto del luogo in cui è situato il monastero. Così è bene che superiori, singoli monaci, comunità tengano in considerazione che due terzi dell'umanità non hanno di che procurarsi il necessario sostentamento, anzi vivono in condizioni sub-umane; di fronte alla povertà, non sono che inezie che dovrebbero diventare motivo – per dirla con SB, c. 40,8 – «di benedire Dio e non mormorare», perché danno modo ai monaci, in forza del Corpo Mistico, di condividere più intimamente le sofferenze dei fratelli più poveri.

Tratto da: APPUNTI SULLA REGOLA DI S. BENEDETTO – di D. Lorenzo Sena, OSB. Silv.


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from Bymarty

IMG-20241020-115525.jpg Son trascorse 2 settimane, giorni passati velocemente, l'inizio di questo viaggio, un percorso nuovo di rinascita! E già perche ha segnato un giorno da ricordare nel bene, per la finalità, da dimenticare perché ho dovuto affrontare un dolore, accettare una scoperta e affrontarne le conseguenze! Tutt'ora non sono pronta a parlarne apertamente non per paura, vergogna o cosa, ho bisogno solamente di affrontarla questa cosa con me stessa, acquisire la consapevolezza del fatto che poteva capitare a chiunque ed è capitato a me! Che quando accadono queste cose inevitabilmente ti cambiano, ti segnano e ti imprigionano! Per ben 2 mesi ne ho sentito il peso, inizialmente l'ho portato da sola, mi sono isolata di proposito, allontanata da tutto e tutti... proprio in questi momenti ho capito di essere fragile, umana e molto insicura! Se penso ad alcuni momenti di profondo sconforto, ne soffro, perché li ho affrontati inizialmente da sola! La famiglia ha sofferto, soffre più di me, avevo bisogno di trovare conforto fuori, lontano! Quando mi sono allontanata e persa per poi ritrovarmi... ovviamente più sola, indifesa e triste, mi sono resa conto che nessuno mi ha cercata, nessuno ha notato la mia assenza e di conseguenza la mia sofferenza! Ad oggi nulla è cambiato, agli inizi ero assillata, ora tutto sembra rientrato, inizio ad essere più forte e consapevole, insicura, ma certa che questo cammino, in salita, spetta solo a me, da me dipende tutto, il tempo, la riuscita ecc...non sarò sola? Lo so ma è la mia montagna da scalare, la vetta da raggiungere, pet ora lontana e sicuramente impervia, complicata, ci vorrà del tempo, forse anni, cadrò, lo so e poi mi rialzerò! Magari mi fermerò... sperando..che qualcuno mi venga in soccorso...ma non sarà così spetta solo a me rialzarmi e riprendere il cammino...in tutto questo, non sarò sola! Ho nel cuore la speranza, in esso son racchiuse le mie forze, la mia anima e le presenze a me più care! La mia stessa vita, mi darà forza e coraggio! Un ringraziamento va a te, che sai, essere diventato la mia ancora, il mio porto, il mio punto di riferimento certo! Sei stato vigile, in silenzio, presente! Hai ascoltato tutto di me, sei stato custode fedele di ogni attimo, paura e debolezza! Mi hai vista cadere, soffrire, perdermi, non mi hai abbracciata fisicamente, ma silenziosamente mi hai accolta nel tuo cuore..e oggi quando vedo la montagna, intravedo la vetta lontana, quasi irraggiungibile, non mi guardo indietro, ma avanti, seppur spaurita, stanca e indifesa! Il buio si può affrontare e ci si abitua a muoversi senza cadere, la paura si può superare, il male lo si può affrontare...la speranza ci può salvare! E allora con forza e coraggio, intraprendo fiduciosa questo nuovo impervio, lungo, difficile ma necessario..mio nuovo viaggio!

 
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from paolost, cose mie

Leggere tutti i giorni le notizie sui giornali, leggere i commenti sui blog, ascoltare i telegiornali dove le notizie sulla guerra si susseguono....eppure avere la netta impressione di non capirci nulla. Perché l'attacco scriteriato dei palestinesi ad Israele, che si poteva immaginare avrebbe dato a questo paese l'opportunità di intervenire a Gaza e con la durezza che da sempre contraddistingue le azioni contro i Palestinesi. Davvero non ci avevano pensato prima? E perché coinvolgere anche il Libano, ben sapendo della superiorità di Israele negli armamenti ed il fatto che Hezbollah non ha i mezzi per contrastarlo? E che ruolo ha davvero l'Iran in tutto questo? Tutte domande alle quali sono state date tante risposte...

Quando ero più giovane credevo ai valori assoluti, credevo fosse facile distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, capire le situazioni ed i diversi punti di vista....poi mi sono accorto che anche nelle piccole cose, di poca importanza, le motivazioni sono spesso molte e si sovrappongono rendendo labili i confini, difficile la comprensione...

Questa “relatività” della possibilità di comprendere per me è fonte di grande frustrazione. E non posso afre a meno di chiedermi come cercare di capire davvero le cose, dove sono le “fonti” autorevoli che possano aiutarti, come si distinguono dalla massa di fatti ed opinioni che sono spesso solo rumore di distrazione.

 
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from fenix

gzip è una delle utility di compressione dati più usata, sopratutto per la sua retro-compatibilità per lo scambio dati in vecchi sistemi operativi, server e reti http, sistemi embedded dove richiede poche risorse, sia in cpu che di memoria. In ambiti dove sono richiesti tempi di compressione e decompressione rapidi e facilmente implementabili. Esistono chip hardware che comprimono o decomprimono in tale formato (gzip, deflate). Il programma è utilizzato come libreria in molteplici software, git, browser-web, gimp, ecc.

Il progetto, nasce nel 1992, ad opera dei programmatori Jean-Loup Gailly e Mark Adler, che si erano prefissati il compito di sviluppare un’alternativa convincente a compress, programma scritto per Unix, che utilizava allora un algoritmo coperto da brevetto (LZW).

Il programma gzip, che è la forma abbreviata di “GNU zip”, si basa sul algoritmo Deflate, (pkzip, zip) utilizzabile liberamente e che consiste in una variazione del processo di compressione dei dati LZ77 (Lempel-Ziv 77), e sulla codifica di Huffman. Proprio con l’aiuto di queste tecniche gzip scansiona i file in cerca di stringhe di dati ricorrenti. Nel caso in cui il programma incontri determinate sequenze ricorrenti, queste vengono sostituite attraverso un dizionario a finestra scorrevole, sulla prima stringa che compare, dove la lunghezza di una tale sequenza è solitamente limitata a 32 Kbyte, per poi essere processate con la codifica di Huffman. Se una sequenza non si presenta nei 32 kbyte precedenti, allora il file verrà salvato senza compressione dati. Il procedimento è limitato ai singoli file, perciò per cartelle di file è necessario un programma di archiviazione esterno al fine di creare dei cosiddetti archivi compressi, con estensioni .tar.gz o .tgz.

Il programma gzip è stato originariamente sviluppato per la piattaforma GNU Linux, ma oggi è utilizzabile su quasi ogni piattaforma, fin quanto la licenza GPL scelta per il progetto venga rispettata. Ad esempio sui sistemi Linux, questo strumento per la compressione dei dati è solitamente installato automaticamente o in alternativa è contenuto nel sistema di gestione dei pacchetti, pronto per essere installato.

Oltre alle varie edizioni per i sistemi operativi più datati, esistono anche versioni per macOS e Windows, scaricabili sulla pagina ufficiale di gzip. Inoltre la compressione di gzip è utilizzata da anni da programmi per la gestione dei server web come ad esempio Apache, anche se questa funzione non viene sempre utilizzata, e dai browser moderni, che sono in grado di interpretare i file compressi e di decomprimerli durante il rende-ring dei siti web.

Il programma gzip mostra il meglio di sé nell'ambito dello sviluppo web: una volta attivato il processo, il server web inizia automaticamente la compressione degli elementi caricati nello spazio web così come degli elementi dinamici del sito web. In questo modo il tempo di caricamento del sito web sarà considerevolmente inferiore per il visitatore. Dovendo quindi gli utenti caricare solamente i pacchetti dati compressi, le stesse pagine web sono notevolmente più rapide da ricostruire.

In questa mini guida impareremo assieme ad utilizzare questo pratico strumento.


Usare il comando gzip su terminale Linux

Per utilizzare il comando gzip, dovrai seguire la sintassi indicata:

gzip [opzioni] file

L’immissione di opzioni non è in alcun modo obbligatoria. Lasciando il campo vuoto, gzip farà riferimento alle impostazioni standard, comprimendo il file di partenza con un nuovo file con estensione gz, e rimuovendo il file d'origine.

Comprimere un file utilizzando il comando gzip

Per comprimere un file utilizzando il comando gzip, tutto ciò che devi fare è aggiungere il percorso del file al comando gzip:

gzip filename

Ad esempio, qui, ho compresso un file di testo:

gzip esempio.txt

dopo la compressione e l'eliminazione automatica del file origine (esempio.txt) avremo un file chiamato:

esempio.txt.gz

se vogliamo mantenere il file originale (vogliamo prevenire la cancellazione automatica utilizziamo l'opzione -k) in questo modo:

gzip -k esempio.txt

se diamo un ls per visualizzare il contenuto della directory cartella corrente avremo entrambi i file:

esempio.txt esempio.txt.gz

Per decomprimere pacchetti compressi in precedenza, si può fare affidamento sia sul programma gunzip sia sul corrispettivo comando di gzip -d

gzip -d esempio.txt.gz

oppure se vogliamo mantenere entrambi i file:

gzip -k -d esempio.txt

La seguente tabella fornisce i comandi gzip più importanti:

Opzione Descrizione
-1 … -9 Definisce il grado di compressione (1-9), dove il valore 1 corrisponde al tipo di compressione più basso e veloce, mentre il valore 9 equivale a quello migliore ma che richiede un maggior tempo; il valore standard preimpostato è 5
-r Ricerca ricorsivamente la cartella (incluse tutte le sottocartelle) e comprime o decomprime tutti i file contenuti al suo interno
-f Forza la compressione gzip e sovrascrive, in caso sia necessario, i file già presenti con lo stesso nome
-d Decomprime i file selezionati nella cartella attuale
-k Impedisce la cancellazione del file originale
-l Mostra le informazioni dei file, come ad esempio il grado di compressione
-c Crea un file compresso per uno standard output, di solito lo schermo di un PC, connesso alla riga di comando
-q Disattiva completamente le comunicazioni da parte del programma gzip
-t Testa l’integrità del file compresso
-h Elenca tutte le opzioni disponibili

per maggiori informazioni consultare il manuale del programma con il comando:

man gzip

Come comprimere con gzip una directory in Linux

Come accennato precedentemente gzip opera unicamente su un singolo file per volta, quindi in parole spicce è impossibilitato a comprimere intere directory di file in un unico file compresso, per fare ciò si usa prima archiviare con tar la directory/cartella da comprimere, per poi comprimerla in un secondo momento con gzip.

gzip archivio.tar

avremo un file chiamato:

archivio.tar.gz

questo approccio potrebbe risultare scomodo (comandi archivio tar + comandi gizp), perché effettivamente andremo a scrivere una miriade di comandi, fortunatamente è possibile fare questa operazione direttamente con un unico comando tar simile a questo:

tar -zcvf nomearchivio cartellada_comprimere

le opzioni del comando tar utilizzato in precedenza hanno il seguente significato:

z dice a tar che deve usare gzip per comprimere il file c dice a tar di creare archivio di file non compresso v modalità dettagliata, mostra quali file vengono elaborati f l'output file x estrae i file dall'archivio

vediamo un esempio, supponiamo che ho una cartella chiamata “documenti” contenente file vari, vorrei comprimerla con gz in un archivio compresso tar.gz chiamato archivio_documenti:

tar -zcvf archivio_documenti.tar.gz documenti

per estrarlo:

tar -zxvf archivio_documenti.tar.gz

se il file presenta estensione “tar.gz” tar è in grado di riconoscerlo come “archivio compresso gzip” e si può omettere il parametro 'z' in fase di estrazione:

tar -xvf archivio_documenti.tar.gz

con GNU TAR è anche possibile passare parametri opzionali al “compressore”, supponiamo ad esempio di voler comprimere e archiviare la solita cartella documenti, questa volta contenente ad esempio solo file di testo semplice (hanno un alto rapporto di compressione) e di voler utilizzare un grado di compressione di gzip di tipo -9 “migliore” a discapito del tempo, avremo un comando simile a questo:

tar -c -I 'gzip -9' -vf archivio_documenti.tar.gz documenti

le opzioni del comando tar utilizzato in precedenza hanno il seguente significato:

-c dice a tar di creare archivio di file non compresso -I indica il programma di compressione e i parametri da usare -v modalità dettagliata, mostra quali file vengono elaborati -f l'output file

per ulteriori combinazioni di comandi fare riferimento al manuale di GNU TAR.

man tar


#linux #gzip #compressionedati #archivio #unolinux #guidainformatica #tutorial

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Shleep è il settimo album del veterano della scena di Canterbury e del progressive rock e musicista Robert Wyatt, pubblicato nel 1997. L'album ha riunito una vasta gamma di musicisti di vari generi. Dopo le registrazioni in gran parte da solista di Wyatt degli anni '80, Shleep ha segnato un ritorno alla partecipazione di altri artisti come nei suoi album degli anni '70. Il resto della sua discografia avrebbe seguito l'esempio. The Wire ha nominato Shleep il suo disco dell'anno nel suo sondaggio annuale dei critici.


Ascolta: https://album.link/i/293646984


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Capitolo XXXII – Gli arnesi e gli oggetti del monastero

1 Per la cura di tutto quello che il monastero possiede di arnesi, vesti o qualsiasi altro oggetto l’abate scelga dei monaci su cui possa contare a motivo della loro vita virtuosa 2 e affidi loro i singoli oggetti nel modo che gli sembrerà più opportuno, perché li custodiscano e li raccolgano. 3 Tenga l’inventario di tutto, in maniera che, quando i vari monaci si succedono negli incarichi loro assegnati, egli sappia che cosa dà e che cosa riceve. 4 Se poi qualcuno trattasse con poca pulizia o negligenza le cose del monastero, venga debitamente rimproverato; 5 nel caso che non si corregga, sia sottoposto alle punizioni previste dalla Regola.

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Approfondimenti

I beni materiali e la povertà individuale Questa sezione comprende i capitoli: 32-34; 54-55; 57. La vita monastica, pur essendo soprannaturale nelle sue motivazioni e nel suo fine, è una vita incarnata. I monaci non sono angeli, hanno un corpo, hanno bisogno di cibo per nutrirsi, di vestiti per coprirsi, di strumenti per lavorare. Per cui nel monastero ci sono molte cose di cui non si può fare a meno. In questa sezione appare l'importanza che SB dà allo spogliamento individuale, alla disappropriazione. Per SB la povertà individuale è considerata anzitutto come dipendenza dall'abate: la rinunzia alla proprietà proviene dalla rinunzia alla propria volontà, idea collegata con quella, soprattutto di Agostino, della comunione fraterna dei beni, secondo il modello degli Atti degli Apostoli.

Le fonti di RB per questi capitoli sono RM, Cassiano e S. Agostino. La tendenza di RB è quella di abbreviare, oppure di riassumere in una formula generale molteplici norme e dettagli. Inoltre RB è più dura rispetto ai testi precedenti, con frequenti riferimenti alle pene (ce ne sono in tutti questi capitoli, anzi RB 32.33.34 terminano sempre con la menzione delle pene). Lo spogliamento individuale è inculcato con grande forza e vasto è il ruolo dell'abate in questa materia. Sotto l'influsso di Agostino, poi, SB ha uno spiccato senso della diversità delle persone (già visto anche nella sezione penale e in molti altri punti della Regola) e una cura delle relazioni fraterne che mancano in RM.

Gli oggetti del monastero Vediamo aleggiare in questo breve capitolo la preoccupazione e la scrupolosità per l'ordine e lo spirito di fede. Niente nel monastero è “profano”: l'ordine, la pulizia, la buona amministrazione devono regnare nel monastero, che è “casa di Dio” (RB 31,19) e in cui tutte le cose debbono essere viste, nella fede, come cose sacre (RB 31,10). Perciò ogni strumento deve stare al suo posto e ci debbono essere degli addetti che se ne occupano. L'abate stesso è il responsabile ultimo e tiene l'inventario di tutto. RM 17 prevede un solo custode al quale l'abate consegna gli oggetti; SB ha in mente una comunità più grande.

Lo spirito di fede e di povertà esigono che gli oggetti del monastero non siano lasciati sporchi e fuori posto (la RM ha una frase plastica quando dice che “gli attrezzi di ferro si arrugginiscono se non si rimettono a posto puliti”, RM 17,9); per cui chi manca, dopo essere stato ammonito come al solito, sia punito secondo le sanzioni previste dalla Regola (letteralmente: “sia sottoposto alla disciplina regolare”, v.5).

Tratto da: APPUNTI SULLA REGOLA DI S. BENEDETTO – di D. Lorenzo Sena, OSB. Silv.


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from Alviro

Lo specchio mi guarda, ma non parla. Silenzio. Nessuna parola, nessuna sentenza, solo questo riflesso che mi accompagna, ogni giorno, come un’ombra ostinata. 'Curtati,' diceva mia nonna, ogni volta che provavo a scappare da me stesso, dal mio riflesso, dalla mia verità. E io lo facevo, mi curavo, ma solo fuori, solo dove gli occhi degli altri potevano vedere. Ma dentro? Dentro restavo fermo, immobile, come una roccia che si rifiuta di cambiare forma.

La voce di mia nonna mi risuona ancora nelle orecchie, come un eco che non vuole spegnersi: 'Curtati.' Una parola che è un comando e una carezza allo stesso tempo. Prenditi cura di te stesso, non solo di come appari, ma di come senti, di quello che porti dentro. Ma chi lo sa fare? Chi ha davvero il coraggio di guardarsi dentro, quando la verità non è mai semplice?

Ci sono giorni in cui mi sveglio e mi chiedo: “Chi sei tu, davvero?” Non il volto che vedo riflesso, non le parole che dici agli altri. Ma quella parte di te che non mostri a nessuno, neanche a te stesso. La parte che nascondi sotto strati di preoccupazioni, di doveri, di maschere. Mi curo fuori, certo, mi presento al mondo come vogliono vedermi. Ma dentro? Dentro c'è un caos che non ho il coraggio di esplorare.

'Curtati.' Me lo ripeto spesso, ma il significato cambia. Prima era un imperativo esterno: sii bello, sii educato, sii come gli altri ti vogliono. Ora è un richiamo, un invito a guardare oltre l’apparenza. A curare non solo il corpo, ma l’anima. A trovare quel punto in cui mi sono perso, e forse, recuperarlo. Ma come si fa?

Lo specchio continua a stare lì, immobile, senza risposte. E io mi curo, o almeno ci provo. Ma non basta solo coprire le crepe, devi ripararle, devi affrontare quel che c'è sotto. E allora sì, forse, un giorno, quando mi guarderò di nuovo, vedrò qualcosa di diverso. Qualcosa di più vero. Qualcosa di più mio. E solo allora capirò cosa voleva dire davvero mia nonna con quel 'curtati'.

Sarà difficile, lo so. Ma forse, alla fine di questo viaggio dentro me stesso, riuscirò a scorgere qualcosa che non avevo mai visto prima. Un riflesso che non ha bisogno di essere cambiato, solo compreso. Perché curarsi, davvero, significa accettarsi. E in quel momento, il silenzio dello specchio diventerà una risposta.

 
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