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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

In occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione di Washington (CITES), l'Arma dei Carabinieri ha celebrato con solennità “CITES: 50 anni di tutela della biodiversità globale”.

Mezzo secolo di impegno nella protezione delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione.

La presentazione ufficiale del Calendario CITES 2026 si è svolta presso la Scuola Ufficiali Carabinieri, condotta dalla giornalista Licia Colò, alla presenza del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del Gen. C.A. Fabrizio Parrulli, Comandante del #CUFAA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari #Carabinieri). Durante l'evento, il Segretario Generale della Convenzione delle Nazioni Unite CITES, Ivonne Higuero, ha rivolto un video-messaggio alla platea, elogiando con enfasi l'impegno pluriennale profuso dai Carabinieri e dalle autorità italiane nel contrasto ai traffici di specie selvatiche protette.

La Convenzione #CITES, ratificata dall'Italia con la legge n. 874 del 19 dicembre 1975, rappresenta oggi lo strumento internazionale più efficace e riconosciuto per garantire un commercio sostenibile di oltre 40.000 specie di fauna e flora protette. Adottata dalle Nazioni Unite e ratificata da 185 Paesi, la Convenzione costituisce il pilastro normativo fondamentale per prevenire che mercati illegali, abusi sistematici e prelievi eccessivi compromettano irrimediabilmente la sopravvivenza delle specie più vulnerabili del nostro pianeta.

Il Calendario CITES 2026, realizzato dal Raggruppamento Carabinieri CITES del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità del CUFAA, ripercorre il lavoro svolto prima dal Corpo Forestale dello Stato e, dal 2017, dall'Arma dei Carabinieri attraverso i Nuclei CITES, nel contrasto determinato ai traffici illegali e nella salvaguardia della biodiversità globale. L'opera accompagna il pubblico in un viaggio emozionante attraverso 12 storie emblematiche, ciascuna dedicata a una specie protetta che, grazie all'azione tempestiva e professionale dei Carabinieri, ha conquistato una nuova possibilità di vita.

Tra queste emergono quella di Edy e Bingo, due scimpanzé coraggiosamente sottratti a gravi maltrattamenti in circhi e locali notturni; il maestoso leopardo rinvenuto in uno zoo privato illegale a Guspini (VS) e trasferito in una struttura finalmente idonea; Oscar, una rara e splendida tigre bianca recuperata da condizioni totalmente incompatibili con il benessere animale. Il calendario documenta, inoltre, il commovente ritorno alla libertà di centinaia di esemplari di Testudo graeca e Testudo hermanni, reimmessi nei loro habitat naturali dopo essere stati sequestrati ai traffici illegali, così come il delicato e complesso rimpatrio di numerose piante del genere Copiapoa nel deserto di Atacama, in Cile. A coronare il racconto, l'energia vitale dei tursiopi, nuovamente liberi di nuotare in acque pulite e adeguate, testimonianza del successo delle attività di recupero e trasferimento operate dagli specialisti CITES.

Ogni storia rappresenta un simbolo del trionfo della legalità sulla sofferenza, sull'abuso e sul profitto illecito, e riflette l'impegno dei Carabinieri nel difendere ecosistemi fragili, specie rare e patrimoni naturali che appartengono all'intera umanità e alle generazioni future.

Nel corso dell'evento, sempre all'interno della Scuola Ufficiali Carabinieri, è stata allestita una mostra fotografica di grande impatto emotivo a cura del fotografo Marco Lanza, dal titolo eloquente: “Vite spezzate: dal contrasto al commercio illegale in Italia, i reperti confiscati del deposito centrale dei Carabinieri CITES”, con scatti realizzati nel Deposito di Magliano dei Marsi (AQ), gestito dal Raggruppamento Carabinieri CITES, dove viene custodita gran parte dei reperti confiscati durante le attività di contrasto al traffico illecito di animali e piante in via d'estinzione. Ogni fotografia ritrae animali tragicamente trasformati in oggetti tra oggetti, volutamente inseriti dall'autore in un contesto scarno ed essenziale, che suscita incredulità nel trovarsi in un luogo come questo; animali che interrogano l'osservatore mentre sembrano implorare di uscire e riconquistare il proprio ruolo naturale.

Il cinquantesimo anniversario della CITES e il nuovo Calendario 2026 rappresentano un'occasione per riaffermare con forza il valore insostituibile della cooperazione internazionale e il ruolo assolutamente determinante dell'Italia – e dell'Arma dei Carabinieri – nel contrasto alla criminalità ambientale e nella protezione della biodiversità mondiale.

Sul Calendario è riportata anche una significativa dichiarazione personale del Gen. C.A. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri: “L'anniversario per i 50 anni dell'Atto di ratifica in Italia della Convenzione di Washington rappresenta un'occasione preziosa di riflessione sull'importanza cruciale della salvaguardia della biodiversità su scala planetaria e sulla necessità imprescindibile di affrontare con crescente efficacia la criminalità che lucra senza alcuno scrupolo sullo sfruttamento della fauna e flora minacciate di estinzione. Conservazione attiva, educazione alla legalità, prevenzione e contrasto sono le direttrici strategiche che vedono l'Arma dei Carabinieri, nel suo insieme e con i propri assetti di specialità del CUFAA, sempre più impegnata con determinazione per dare piena attuazione ai principi fondamentali della Carta Costituzionale su tutto il territorio nazionale e negli scenari di #cooperazioneinternazionale”.

 
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from differxdiario

il sommarsi di tre vettori di variazione culturale/scientifica straordinari – cioè (1) gli avanzamenti sperimentali e teorici in fisica quantistica + (2) le neuroscienze + (3) l'intelligenza artificiale – sembra attestarsi (in termini di eccezionalità) come contraltare all'avanzamento delle destre medioevali coloniali in tutto il mondo.

o, detto altrimenti: i neofascismi violentano le lancette dell'orologio per portarle indietro nel momento stesso in cui queste sembrano invece accelerare positivamente.

inoltre: da una parte l'impianto giuridico che avevamo – anche sul piano internazionale – sembra inadeguato ad affrontare ragionevolmente e umanamente le recenti o recentissime acquisizioni scientifiche e culturali (dico “culturali” in senso antropologico); dall'altro anche le basi fondamentali minime essenziali del diritto vengono infrante non solo da chi le ha sempre violate (USA in testa), ma anche dalla maggioranza degli eredi di coloro che da quelle leggi si intendeva fossero protetti (percentuali altissime di cittadini israeliani; e i loro governi).

se – poco laicamente – credessi in una specie di bilancio a somma zero delle forze in atto sul pianeta Terra, direi che questo è il caso.

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

XXVI – La catechesi sui riti sacramentali

50. Al termine dell’istruzione catechistica, verifica se il candidato è disposto ad accogliere i tuoi insegnamenti e intende metterli in pratica. Se risponde affermativamente, come prescrive il rito, lo segnerai con il segno della croce e lo tratterai secondo le consuetudini della chiesa.

Riguardo al sacramento che riceve, gli si deve spiegare bene che i riti sono anzitutto segno visibile delle cose divine; ma queste cose invisibili anche le contengono, e ciò che viene santificato con la benedizione non è più quel che era prima per l’uso comune.

Gli si spiegherà il significato delle formule, l’effetto che hanno, e a cosa si riferisce l’oggetto che viene benedetto.

Si approfitterà anche di questa occasione per ricordargli che se troverà nelle Scritture qualcosa che abbia un senso carnale, anche se non lo capisce deve credere che lì vi è un significato spirituale che si riferisce alla vita di fede e all'eternità.

Imparerà così in breve che tutto ciò che trova nei libri canonici e non può direttamente riferire all’amore dei beni eterni, della verità e della santità, e all’amore del prossimo, dev’essere interpretato in senso simbolico, e si sforzerà di riferire il tutto a quel duplice amore.

Purché naturalmente non interpreti «prossimo» in senso carnale, ma vi includa tutti i possibili abitatori di quella santa città: vi siano essi già o non vi siano ancora; e non perda per nessun uomo la speranza della conversione: perché se vede che Dio con uno è paziente, lo è al solo fine — come dice l’apostolo — di condurlo al pentimento (Rm 2,4).

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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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“Azel” in lingua Berbera Tamasheq significa: ancoraggio culturale, nascita, sviluppo, crescita, ed è anche il nome di un piccolo villaggio del Niger nonché il titolo del terzo album di Goumar Almoctar aka Bombino. Un complicato scrigno sonoro sviluppato su dieci tracce di Desert-Blues e firmate dal chitarrista più chiacchierato dal Mali al Delta del Mississippi... https://artesuono.blogspot.com/2016/04/bombino-azel-2016.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/00D726uhKATiSF3Tlnhf5l


 
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from lucazanini

[tempistica]

si stanno accumulando quando cammina fanno] le scorte le incendiarie la persona è indicata saranno sommate a tre] [si mettono è chiaro trasmettono l'azienda di pulci fa i bilanci fa] rompere il vetro

 
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from L' Alchimista Digitale

Sicurezza informatica in Italia nel 2025: tra firewall, hacker ed un caffè Nel 2025 la sicurezza informatica in Italia non è più un argomento per soli tecnici chiusi in una stanza buia illuminata da monitor verdi stile anni ’90. È diventata una questione quotidiana, concreta, che riguarda ministeri e bar di provincia, grandi aziende e cittadini che controllano il conto online mentre aspettano l’autobus. La cyber sicurezza è entrata nelle nostre vite con passo felpato, come un hacker educato, ma che non vuole piu' andare via. Il nostro Paese, storicamente più incline all’arte che agli algoritmi, ha fatto passi avanti significativi. L’Agenzia per la Cyber sicurezza Nazionale è ormai una presenza stabile e riconoscibile, non più un acronimo misterioso ma un attore centrale nella difesa digitale. Coordina, forma, interviene. E soprattutto prova a tradurre il linguaggio tecnico in qualcosa di comprensibile, impresa titanica quanto spiegare la blockchain a una cena di famiglia. Nel 2025 le minacce informatiche sono diventate più sofisticate ma anche più “democratiche”. Non colpiscono solo le grandi infrastrutture critiche, ma anche i piccoli comuni, le scuole, gli studi professionali. Il ransomware resta il re indiscusso del cybercrimine: ti cifra i dati e poi ti chiede un riscatto con la gentilezza di un esattore medievale. La differenza è che ora spesso lo fa con messaggi scritti in un italiano sorprendentemente corretto. Le aziende italiane stanno finalmente capendo che la sicurezza informatica non è un costo inutile ma una forma di assicurazione sul futuro. Backup, formazione del personale, autenticazione a più fattori: parole che un tempo facevano sbadigliare oggi sono diventate mantra aziendali. E sì, anche la password “123456” è ufficialmente considerata un crimine contro l’umanità digitale. Ma parliamo di hackerismo, perché in Italia l’hacker non è solo il cattivo dei film. Esiste una comunità di hacker etici, ricercatori di sicurezza, smanettoni brillanti che segnalano falle prima che vengano sfruttate. Nel 2025 bug bounty, CTF e conferenze di settore non sono più nicchie esoteriche ma momenti di confronto aperti, dove si impara e si cresce. L’hacker italiano spesso non buca sistemi per distruggere, ma per dimostrare che possono essere migliorati. Naturalmente esiste anche il lato oscuro: forum clandestini, phishing sempre più raffinato, truffe che sfruttano l’intelligenza artificiale per clonare voci e volti. Qui la fantasia criminale corre veloce, ma non più veloce della consapevolezza. Gli utenti iniziano a riconoscere le trappole, a dubitare delle email troppo gentili, delle urgenze improvvise, dei “clicca qui subito”. La pubblica amministrazione, spesso bersaglio preferito, nel 2025 mostra segnali incoraggianti. Sistemi più moderni, maggiore attenzione agli accessi, piani di risposta agli incidenti. Non è tutto perfetto, ma il principio è chiaro: la sicurezza non è un evento, è un processo continuo. Un po’ come la manutenzione di una Vespa digitale. Il bello della sicurezza informatica oggi è che può essere raccontata senza terrorismo psicologico. Non serve spaventare per educare. Serve spiegare, con esempi semplici, perché aggiornare un sistema è importante, perché diffidare di certi link, perché proteggere i dati equivale a proteggere se stessi. Nel 2025 l’Italia non è ancora una superpotenza cyber, ma è una nazione più consapevole. Ha capito che la rete è una piazza, non un far west senza regole. E che tra hacker cattivi e hacker buoni, tra virus e antivirus, la vera arma resta sempre la conoscenza. In fondo, la sicurezza informatica è come il buon senso: non fa rumore, non si vede, ma quando manca ce ne accorgiamo subito. E nel frattempo, mentre i firewall lavorano in silenzio, noi possiamo concederci un sorriso. Anche nel cyberspazio, ogni tanto, serve un po’ di leggerezza.

L'Alchimista Digitale ©

 
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from Transit

(188)

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Il discorso alla nazione di #DonaldTrump del 17 dicembre 2025, trasmesso in prima serata dalla Diplomatic Room (con decorazioni natalizie perlomeno incongruenti), è durato meno di 20 minuti, ma ha condensato un tono visibilmente frustrato, aggressivo e autocelebrativo. Trump ha puntato il dito contro i democratici e Joe Biden con frasi ripetute come “Ho ereditato un disastro totale” e “È tutta colpa loro”, apparendo “arrabbiato e sulla difensiva” secondo le cronache dei media.

Questo stile, lontano da un sobrio aggiornamento sullo stato dell'Unione, sembrava mirare a placare i malumori crescenti tra gli elettori per il carovita persistente e le delusioni economiche, invitando gli americani alla “pazienza” in attesa di un futuro “boom senza precedenti”. Ha chiuso con un appello patriottico, esaltando l'“America prima di tutto”, ma il suo cipiglio tradiva insicurezze sul consenso interno in calo.​ Il discorso è stato un autentico tripudio di superlativi e iperboli, tipico del repertorio trumpiano.

Ha descritto il confine meridionale come “il più sicuro della storia americana”, l'economia “tornata più forte che mai”, con “prezzi che calano a velocità record”, “salari che crescono più dell'inflazione per la prima volta in anni” e un “boom economico senza precedenti” realizzato in soli 11 mesi di mandato. Trump ha vantato 18.000 miliardi di dollari di investimenti privati attratti grazie ai dazi (definita la sua “parola preferita”, come se non si fosse capito) e ha rivendicato di aver “risolto otto guerre calde nel mondo”, inclusa una presunta pace stabile a #Gaza, portando “pace duratura in Medio Oriente per la prima volta nella storia”.

Non sono mancati annunci come il “warrior dividend” di 1.776 dollari (un numero simbolico per l'anno della dichiarazione d'indipendenza) per ogni militare, con assegni “già spediti per Natale”, esaltando un'America che “fa invidia al mondo intero” e che “tornerà grande come mai prima”. Queste affermazioni, pronunciate con enfasi teatrale, ignorano del tutto le complessità reali.​

(t2)

Il tycoon ha scaricato sistematicamente ogni problema economico e sociale sul predecessore #Biden, dipingendolo come responsabile di un'“invasione barbarica” alle frontiere, un “caos economico totale”, con un’inflazione “alle stelle come mai vista” e “mayhem” nei quartieri urbani. Ha deriso il suo predecessore per aver implorato al Congresso aiuti sul confine, sostenendo che bastava “un nuovo leader forte come me” per chiuderlo ermeticamente in soli sette mesi, riducendo i flussi di droga del 94% e fermando “milioni di criminali”.

Queste narrazioni distorcono i fatti storici: l'inflazione era già stabilizzata al 3% annuo all'insediamento di Trump a gennaio 2025, ereditata dal post-pandemia e dalle politiche globali, non un “disastro esclusivo” di Biden. Similmente, i flussi migratori erano in calo pre-Trump grazie a accordi messicani, e le accuse di “invasione” si basano su numeri gonfiati, come confermato da fact-check indipendenti.​

Un capitolo a parte merita l'incapacità cronica di Trump nel gestire le relazioni internazionali, nonostante le millanterie. Ha vantato di aver “risolto otto guerre” e portato “pace duratura in Medio Oriente”, con #Gaza come “trionfo personale” grazie a presunte mediazioni USA. In realtà, il conflitto in #Ucraina persiste senza tregue stabili, con aiuti militari USA in stallo; a Gaza, le escalation israeliane continuano con centinaia di vittime civili, mentre i raid USA in Yemen hanno solo intensificato le tensioni con gli Houthi anziché risolverle.

Le sue “storiche paci” con nazioni arabe del primo mandato sono rimaste fragili e unilaterali, senza affrontare il nodo palestinese. Intanto, le elazioni con #Cina e alleati #NATO si sono deteriorate per dazi protezionistici e minacce di ritiri, lasciando gli USA più isolati diplomaticamente e con costi militari in aumento del 15% per operazioni “unilaterali”.

Questa politica erratica ha alimentato instabilità globale, contraddicendo le promesse di “pace attraverso la forza”.​ Contrariamente alle iperboli, i numeri del primo anno di Trump deludono clamorosamente le attese. Il PIL ha contratto dello 0,3% nel primo trimestre 2025 a causa dell'afflusso massiccio di import pre-dazi, con rischi di recessione che hanno portato a una crescita anemica del 3%, ma solo grazie a import in calo e non a investimenti strutturali. L'inflazione resta ferma al 3% annuo a settembre (lontana dal “prezzi in calo” promesso). La disoccupazione è salita al 4,6% a novembre, ai massimi dal 2021, con un mercato del lavoro in indebolimento, licenziamenti nel settore tech e consumi al palo.

Gli investimenti vantati sono gonfiati: annunci non vincolanti, stimati realisticamente al massimo 7-9 trilioni, non i 18 promessi, mentre i salari crescono ma non compensano i rincari energetici. I fact-check confermano: l'economia arranca tra tariffe, incertezze e debiti pubblici alle stelle.​

Questo sproloquio riflette la narrazione trumpiana classica: trionfalistica, divisiva e smentita dai fatti. Trump vanta lodi dall'estero da leader come #GiorgiaMeloni, che lo esaltano pubblicamente per interessi economici (evitare dazi punitivi su export di auto Fiat, vino e macchinari) e strategici, come il supporto #NATO contro la Russia, ma si tratta di puro servilismo opportunistico. Meloni ha scritto su “X” “...Trump ha reso l'America forte di nuovo”, ignorando come le politiche protezioniste USA stiano causando rincari energetici in Europa e tensioni nel Mediterraneo, danneggiando Roma con bollette alle stelle e instabilità migratoria. Simili elogi da Orban o Netanyahu mascherano calcoli cinici, non ammirazione genuina. Gli americani, intanto, pagano costi elevati, crescita fiacca, caos internazionale e un'amministrazione isolata, con l'opinione pubblica in calo al 42%.

È ora di distinguere retorica da realtà.  E sarebbe sempre il momento di imparare a fare da soli, che è meglio che essere accompagnati da un ballista dilettante.

#Blog #USA #Trump #Politica #Economia #Esteri #Opinioni

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Il nuovo album dei Sidestepper, il sesto della loro storia ventennale, è anche il loro più significativo, non solo perché Supernatural Love arriva dopo sette lunghi anni di silenzio e dieci dal loro ultimo lavoro con materiale originale, ma perché rappresenta una svolta decisiva e matura nella loro carriera. Con la collaborazione di un collettivo elettro-cumbia britannico/colombiano, Supernatural Love mette in evidenza le origini Colombiane e Caraibiche della band. Dal momento dell'uscita del singolo “Come See Us Play”, era chiaro che i musicisti avevano lo scopo di recuperare il maggior numero di personaggi organici ed endemici della loro cultura... https://artesuono.blogspot.com/2016/03/sidestepper-supernatural-love-2016.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/5UqBaTISwlVwyjVZJZP8ec


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Vivere nella Chiesa con la fede in Dio solo

49. Fa’ amicizia coi buoni, che amano il Signore come lo ami tu: ne troverai molti, se comincerai a esserlo tu.

E come prima ti piaceva andare all’anfiteatro con coloro che come te facevano il tifo per un auriga o per un gladiatore o per qualche istrione, tanto più devi trovar piacere a stare insieme con coloro che come te amano un Dio di cui gli amici non avranno mai da arrossire, perché non può essere vinto da nessuno, anzi è capace di rendere invincibile chi lo ama.

Non porre tuttavia la tua speranza neppure nell’uomo, cioè in quei buoni che sono venuti alla fede prima di te e onorano il Signore con te; perché se farai della strada non lo dovrai neppure a te, ma a colui che liberandoti dal male ti ha messo in grado di compiere il bene.

Di Dio infatti puoi fidarti, perché egli è immutabile; ma, se sei prudente, diffida di qualsiasi uomo.

Tu forse obietterai: se dobbiamo amare chi non è ancora giusto, affinché lo diventi, molto più dobbiamo amare chi lo è già! Ti risponderò che porre la propria speranza in una persona e amarla non è la stessa cosa. Dobbiamo amare tutte le persone, anche quelle che non hanno la fede e assai di più quelle che l’hanno. Ma la differenza tra amare le persone e sperare in esse è così grande che, mentre Dio ordina di amarle, proibisce severamente di riporre in esse la propria speranza.

Se poi dovrai affrontare insulti e tribolazioni per il nome di Cristo, e non verrai meno, riceverai un premio più grande. Coloro invece che cederanno alle seduzioni del diavolo, perderanno tutto.

Sottomettiti a Dio ed egli non permetterà che tu sia provato oltre le tue forze.

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from lucazanini

[escursioni]

centralzoom cerchi di precisione è] flou sovrapposta lascia intendere un paio di fughe e di gas formano] il principio del capferrat la crociera una massa] di sargassi sminuzzi di vetri tinti le] forche ai mannoli i [turisti tuffano dagli affreschi città [di sale

 
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from L' Alchimista Digitale

Non pensa ma agisce Ore 02:47, Tokyo. Un sistema di intelligenza artificiale intercetta un pattern anomalo nelle comunicazioni digitali. In meno di mezzo secondo valuta il rischio, attiva le contromisure, sventa un attacco informatico su larga scala. Nessun analista ha ancora letto il report. Nessun umano ha deciso. È successo davvero. Ed è il presente. Nel 2025 l’Intelligenza Artificiale non è più un semplice strumento. È diventata un attore cognitivo che partecipa ai processi decisionali più delicati: sicurezza nazionale, medicina predittiva, giustizia, finanza, creatività. Non ha emozioni. Non ha coscienza. Ma agisce. Il cuore di questa rivoluzione si chiama Transformer. Un’architettura matematica che non ragiona come un essere umano, ma che sa prevedere con precisione sorprendente cosa viene dopo: una parola, una decisione, una strategia. Modelli come GPT analizzano enormi quantità di dati, individuano pattern invisibili all’occhio umano e restituiscono risposte coerenti, fluide, spesso convincenti. Ma attenzione: l’IA non capisce. Simula la comprensione. E lo fa così bene da ingannarci. Ogni risposta che leggiamo non nasce da intenzione o consapevolezza, ma da probabilità statistiche. L’IA non sa cosa sia il dolore, l’etica, la giustizia. Sa solo come parliamo di queste cose. E questo la rende potente… e fragile allo stesso tempo. Il vero problema non è tecnico. È culturale. L’IA apprende dai dati. E i dati siamo noi: le nostre parole, i nostri pregiudizi, le nostre distorsioni. Se il mondo è sbilanciato, l’algoritmo lo sarà ancora di più. I bias non sono errori di sistema: sono specchi. Nel frattempo, le macchine stanno diventando multimodali. Leggono testi, analizzano immagini, interpretano suoni, scrivono codici. Un medico può caricare una TAC e ricevere un’analisi istantanea. Un programmatore può descrivere un’idea e vederla trasformarsi in software funzionante. Un artista può generare mondi visivi partendo da una frase. Siamo entrati nell’era della simbiosi uomo-macchina. Non più utenti e strumenti, ma collaboratori cognitivi. L’IA accelera il pensiero, amplia le possibilità, riduce il rumore. Ma non sostituisce il giudizio umano. O almeno, non dovrebbe. Perché l’IA non sa quando sta sbagliando. Può inventare fatti, citare fonti inesistenti, sostenere errori con assoluta sicurezza. E se le affidiamo decisioni critiche senza supervisione, il rischio non è l’errore. È la fiducia cieca. La domanda allora non è: le macchine diventeranno intelligenti? La vera domanda è: noi resteremo vigili? Capire come funziona l’intelligenza artificiale oggi non è più un lusso per tecnici o ingegneri. È una competenza culturale di base. Perché ogni algoritmo che decide al posto nostro ridefinisce, un po’, anche ciò che significa essere umani. Il futuro non è scritto nel codice. Ma nel modo in cui sceglieremo di usarlo.

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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Ingredienti: il centro della musica di Baaba Maal è sempre lo mbalax, un’ipnotica miscela di groove, guidati da strumenti a percussione tradizionali come il sabar e lo djembe, e cori indigeni originaria del Senegal. Lo mbalax di Maal è però ormai addomesticato da strutturazioni pop e arricchito da soluzioni di studio e arrangiamenti moderni che lo rendono appetibile a platee versatilissime, alcuni brani non sfigurerebbero infatti in una ipotetica colonna sonora di un nuovo capitolo del Re Leone ('Lampenda')... https://artesuono.blogspot.com/2016/02/baaba-maal-traveller-2016.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/1TLbHpHHt32XopoMOQfKAr


 
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from Blog Zero

di mathieu, sabato 8 novembre 2025

Versione originale: https://blog.mathieui.net/this-is-not-the-future.html

Ci ho pensato mentre leggevo un post su Mastodon che parlava di una notizia riguardo un progetto ha adottato la politica “usare l'IA generativa ma di dirlo a tutti”, perché è “il futuro” e “la gente la userà comunque”.

Trovo particolarmente fastidioso il modo di pensare “questo è il futuro, che ti piaccia o no”, ed è abbastanza comune nei circoli tecnologici accettarlo per la maggior parte delle “nuove” tecnologie come se fosse supportato da prove.

Questo post vuole sottolineare che niente è inevitabile.

La tecnologia moderna è abusiva.

Un piccolo gruppo di utenti esperti che utilizzano sistemi operativi di nicchia (come me) sopravvive evitando il più possibile il mondo degli oligarchi tecnologici, certo, ma nel complesso tutto è disgustoso e l'uso del FOSS non è certo la pallottola d’argento.

Gli appassionati di tecnologia che non applicano il pensiero critico sono anche peggio, perché vengono maltrattati ogni giorno dalle cose che acquistano a caro prezzo e lo apprezzano perché hanno un'idea distorta di ciò che costituisce il progresso.

Questo atteggiamento si sta lentamente diffondendo nella popolazione generale, il che è un altro problema.

Le persone sono state educate ad essere sfruttate dal software e dall'hardware, a ignorare le loro esigenze, ad accettare qualsiasi cambiamento come inevitabile. Parlo di sfruttamento perché le persone sono state educate ad aspettarsi e ad accettare il cambiamento allo stesso tempo, senza alcuna possibilità di scelta.

La maggior parte delle persone anziane in particolare (scusa mamma) si è arresa e si è rassegnata a lasciarsi trasportare dai propri dispositivi informatici, perché sotto la maschera della comodità, tutto è così ostile che non ha senso cercare di imparare cose nuove, e i modelli oscuri sono ovunque. Non avere il controllo ovviamente rende le persone infinitamente frustrate, ma allo stesso tempo cercare di strappare il controllo ai parassiti è una battaglia in salita loro si aspettano si perda, con conseguente maggiore frustrazione.

Voglio sottolineare che ci sono prodotti validi (sia software che hardware) sul mercato, anche se l'elenco si accorcia ogni anno, e alcuni prodotti riescono persino a risolvere problemi reali (!!). Ciò non cambia il fatto che il consenso, l'hype e le esigenze dei consumatori sono il risultato di anni e anni di abusi e campagne di marketing.

Queste cose non erano o non sono inevitabili

  • I letti connessi a Internet non sono inevitabili.
  • I browser con IA non sono inevitabili.
  • Parlare con i chatbot invece che con i funzionari pubblici non è inevitabile.
  • Richiedere uno smartphone per esistere nella società non è inevitabile.
  • I dispositivi non riparabili non sono inevitabili.
  • Le foto delle vacanze “migliorate dall'intelligenza artificiale” non sono inevitabili.
  • Gli NFT non erano inevitabili.
  • Il Metaverso non era inevitabile.
  • Il fatto che il tuo computer cambi la posizione delle cose ad ogni aggiornamento non è inevitabile.
  • I siti web che richiedono la tua identità non sono inevitabili.
  • Le aziende di smaltimento rifiuti che utilizzano motori aerei ricondizionati per alimentare i loro data center non sono inevitabili.
  • Juicero non era inevitabile.
  • La pubblicità mirata non è inevitabile.
  • Essere su una piattaforma di proprietà di Meta non è inevitabile.
  • Apple Vision pro non era inevitabile.
  • I “PC copilota” non sono inevitabili.
  • Tiktok non è inevitabile.
  • Il tuo computer che manda screenshot a Microsoft per addestrare le IA non è inevitabile.

Potrei passare anni a riempire questa lista, perché i truffatori della tecnologia trovano sempre nuovi modi per renderci più infelici.

Niente è inevitabile, niente di quello che vendono i potenti truffatori è “il futuro”, per quanto lo desiderino. Certo, alcune cose possono continuare a esistere, anche per molto tempo, soprattutto se hanno a disposizione miliardi e miliardi di dollari – che si sono procurati vendendo e sfruttando i dati personali e l'attenzione degli utenti –, ma nessuno deve essere complice. Alcune cose potrebbero persino continuare a esistere perché sono utili.

Ma ciò che è importante per me è mantenere la prospettiva di ciò che costituisce un futuro desiderabile e quali azioni ci avvicinano o ci allontanano da esso.

Ogni scelta è sia una dichiarazione politica che un compromesso basato sull'energia che possiamo spendere per le conseguenze di quella scelta.

Se hai commenti o suggerimenti su questo articolo, non esitare a contattarmi.

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Le tentazioni

48. Conserva questo insegnamento nel tuo cuore e chiedi a Dio in cui credi, che ti difenda dalle tentazioni del demonio. E sii prudente, perché il diavolo astutamente non ti si accosti e per una malvagia soddisfazione della propria dannazione, non riesca a procurarsi altri compagni di pena. Per le tentazioni che suscita contro i credenti non si serve solo di chi vuole restare legato agli idoli e alle superstizioni diaboliche, di chi odia i cristiani e non tollera che siano diffusi in tutto il mondo: a volte si serve anche di quelli che chiamiamo eretici e scismatici e che, come prima si diceva, sono tagliati fuori dall’unità della chiesa, come i rami recisi dalla vite durante la potatura. A volte per tentare e ingannare si serve anche dei giudei.

Ma il pericolo maggiore lo s’incontra all’interno della chiesa cattolica, in quei falsi cristiani che sono come la paglia da bruciare sull’aia. Il Signore è paziente nei loro riguardi, sia per provare e verificare mediante il loro contatto la prudenza e la fede degli eletti, sia perché la bontà di Dio spinge molti a migliorarsi e a diventare ferventi nella fede.

Non è poi detto che tutti coloro verso i quali il Signore è paziente accumulino l’ira per il giorno del giudizio di Dio; anzi, molti sono portati dalla stessa pazienza a frutti di salutare pentimento (Rm 2,5.4). Fino a quando ciò avverrà, metteranno alla prova non solo la capacità di sopportazione, ma anche la misericordia dei buoni.

Troverai quindi purtroppo molti ubriaconi, avari, imbroglioni, giocatori d’azzardo, adulteri, fornicatori, superstiziosi e molti dediti allo spiritismo e a cose del genere. Ti accorgerai anche che le stesse persone riempiono le chiese cristiane nei giorni di festa, e i teatri nelle celebrazioni dei pagani; e anche tu sarai tentato di seguirli.

Ma non c’è bisogno che dica io cose che già sai: purtroppo molti si chiamano cristiani e si comportano così. E forse tu conosci cristiani che si rendono colpevoli di misfatti assai più gravi.

Ma se tu fossi venuto a farti cristiano con l’intenzione di proseguire tranquillo in comportamenti di questo genere, ti sbagli di molto. Non ti potrà servire nulla l’essere stato cristiano, il giorno che ti troverai davanti a quel giudice severo che ora invece è misericordioso nel sollevarti dal male. Nel vangelo s’è già spiegato bene: «Non chi dice: “Signore Signore”, entrerà nel regno dei cieli... Molti in quel giorno mi diranno: “Signore Signore, nel tuo nome abbiamo mangiato e bevuto”...» (Mt 7,21-22).

Chi non smette di comportarsi in questo modo, finirà condannato. Quando perciò vedrai che molti non solo si comportano così, ma anche si giustificano e ne fanno propaganda, non seguirli, ma aggrappati alla legge di Dio: perché non sarai giudicato sulle loro opinioni, ma sulla verità di Dio.

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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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detto la cittadinanza dà [origine fanno] capire uno è risultato gruppi endogamici le masse ferrate il Bignami] [mancante gli -ossili nei carburatori propoli in aggiunta costante si] staccano le etichette e i musei dall'apertura a strappo -oppure segue la pista di un anonimo barocchetto invaso le] api dattilo nei commenti

 
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from L' Alchimista Digitale

Non allontanarti mai da te Viviamo in un’epoca che ci insegna l’arte del compromesso, ma troppo spesso dimentichiamo che il primo compromesso da evitare è quello che stringiamo con noi stessi, sacrificando la nostra essenza per guadagnare l’approvazione altrui. L’illusione più seducente e pericolosa è credere che, per meritare amore o considerazione, dobbiamo smussare i nostri spigoli, spegnere le nostre luci, diventare una versione ridotta e accomodante di ciò che siamo. È un inganno sottile: ci convinciamo di essere più amabili proprio nel momento in cui stiamo tradendo la nostra autenticità. Avvicinarsi a qualcuno dovrebbe essere un atto di espansione, non di amputazione. L’incontro vero non nasce dal rinnegare se stessi, ma dal portare interamente la propria presenza nel legame. Se per raggiungere una mano dobbiamo lasciare cadere pezzi della nostra anima, quella mano non ci sta davvero cercando: sta cercando un’immagine, non una persona. E l’amore – che sia romantico, amicale o familiare – si nutre di verità, non di maschere ben costruite. Non si tratta di arroganza, ma di rispetto. Restare fedeli a se stessi significa riconoscere che la nostra identità è un patrimonio irripetibile, e che nessun legame merita il prezzo della nostra disintegrazione. La vita ci chiede incontri che amplifichino la nostra voce, non che la soffochino. Ci chiede ponti, non gabbie. Quando ci allontaniamo da noi stessi per inseguire qualcuno, stiamo camminando verso un miraggio. Forse otterremo la compagnia, ma sarà una compagnia vuota, costruita sul silenzio delle nostre vere parole e sul rinnegamento dei nostri veri desideri. L’altra persona non starà amando noi: starà amando la versione che abbiamo creato per compiacerla. E noi, lentamente, smetteremo di riconoscerci. Avvicinarsi davvero significa restare centrati, custodire il proprio nucleo e tendere la mano non per colmare un vuoto, ma per condividere un’interezza. È in quella solidità che nascono legami forti, capaci di resistere alle tempeste e alle distanze, perché fondati su verità reciproca e rispetto profondo. Il segreto, allora, non è allontanarsi da sé per raggiungere l’altro, ma avvicinarsi all’altro restando radicati in sé. Chi ti vorrà davvero, ti incontrerà lì: nel punto in cui sei più te stesso, senza sottrazioni, senza addolcimenti artificiali, con le luci e le ombre che ti rendono unico. Lì, e solo lì, fioriscono le relazioni che non ci chiedono di perderci per essere amati, ma che ci amano proprio perché non ci siamo mai persi.

L'Alchimista Digitale ©

 
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