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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Nella giornata del 17 settembre 2025 i #Carabinieri del Nucleo #CITES – Distaccamento di Torino Caselle hanno eseguito controlli mirati presso alcuni laboratori di tassidermia in provincia di Torino, nell’ambito della campagna #EMPACT2022 e dell’Operational Action Plan (#OAP) #EnviCrime 2024- 2025 – OA 5.1 “Trafficking of Fauna” dell'Unione Europea #UE, finalizzata al contrasto del traffico illegale di specie protette.

Durante uno dei controlli sono state rinvenute e poste sotto sequestro cinque zanne grezze di elefante africano (#Loxodonta africana), specie inserita nell’Appendice I della Convenzione CITES e considerata in pericolo di estinzione. Le zanne sono risultate di dimensioni considerevoli (misuravano tra 190 e 212 centimetri di lunghezza), a conferma della provenienza da esemplari adulti e del rilevante valore commerciale del materiale sequestrato.

Gli specimen erano detenuti in assenza della documentazione prevista che ne attestasse la provenienza legale e il possesso lecito. Il titolare dell’attività, un italiano sulla quarantina, è stato pertanto denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di parti di specie protette, in violazione della normativa nazionale e internazionale sul commercio di specie a rischio di estinzione (Regolamento (CE) n. 338/97 e Legge 150/1992). I Carabinieri sequestrano cinque zanne di elefante africano

L’operazione si inserisce nel quadro delle attività coordinate a livello europeo per il contrasto al crimine ambientale e rappresenta un’importante azione di tutela della biodiversità e di salvaguardia delle specie minacciate inserite nella #C.I.T.E.S.. La C.I.T.E.S. – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora è una Convenzione internazionale che tutela le specie a rischio di estinzione. Per tutte le specie animali e vegetali incluse nella Convenzione – oltre 40.000 – è necessario dimostrare la legale provenienza mediante idonea documentazione, indispensabile per la loro detenzione e commercializzazione. Nel caso di zanne grezze di elefante, tale documentazione deve essere richiesta al Nucleo Carabinieri CITES territorialmente competente. È vietato prelevare esemplari in natura, detenerli, cederli o commercializzarli senza la prescritta documentazione. I Carabinieri dei Nuclei CITES su tutto il territorio nazionale sono preposti ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico illegale delle stesse su tutto il territorio nazionale. Il commercio di specie rare, come l’avorio di elefante, sia grezzo che lavorato, è purtroppo ancora oggi molto diffuso.

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani

L'Italia si sta posizionando per svolgere un ruolo operativo nella fase post-conflitto a Gaza. La soluzione più concreta prevede l'impiego dei Carabinieri per addestrare e supportare le future forze di sicurezza locali, seguendo modelli di successo già implementati in Cisgiordania e in altre regioni. Come ha spiegato il Ministro degli Esteri, Tajani: “siamo pronti a fare la nostra parte e inviare i nostri Carabinieri il giorno dopo la fine del conflitto”.

L'approccio italiano si intreccia con i negoziati sul cessate il fuoco e la governance di transizione. L'ambito d'azione includerebbe attività di polizia di prossimità, gestione graduale dell'ordine pubblico, protezione di siti sensibili e supporto alle indagini, in coordinamento con i partner europei e regionali.

L'esperienza pregressa conta. Il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza addestra da anni unità di polizia per contesti post-crisi; la missione MIADIT in Palestina a Gerico ha già formato migliaia di operatori in tecniche di polizia, gestione dell'ordine pubblico, indagini e tutela del patrimonio culturale.

Il valico di Rafah rimane cruciale per la fase umanitaria e la riapertura controllata dei valichi. La riattivazione della missione europea al confine con l'Egitto fornisce un canale operativo per l'assistenza, il controllo e la protezione dei flussi.

La presenza italiana richiede un quadro politico credibile. Il governo si sta concentrando su un processo in tre fasi: cessate il fuoco, accordo politico e ricostruzione. In questo contesto, sono in gioco le pressioni internazionali e gli sforzi diplomatici che coinvolgono attori regionali e gli Stati Uniti.

Perché i Carabinieri? I Carabinieri, una forza di polizia a struttura militare, combinano capacità di mediazione civile e disciplina operativa. Sono adatti alle zone grigie degli ambienti postbellici, dove la protezione dei civili, la garanzia dei servizi essenziali e il ripristino della fiducia tra le parti sono fondamentali.

Cosa aspettarsi nell'immediato. Il modello più probabile il giorno dopo la pace è “addestrare e consigliare”: squadre dell'Arma a fianco delle unità locali per attività di polizia di prossimità, scene del crimine, monitoraggio dei valichi e protezione delle infrastrutture critiche.

Per l'Italia, si tratta di un test di credibilità nel Mediterraneo. Se l'operazione avrà successo, Roma consoliderà il suo ruolo di fornitore di sicurezza e rafforzerà i canali con i partner europei e arabi; in caso contrario, si correrà il rischio di incorrere in costi operativi e reputazionali.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso sia l'intenzione che l'obbligo morale dell'Italia di essere presente nelle regioni colpite da conflitti, sottolineando in particolare l'importanza dell'approccio nazionale alla pace, della cultura dell'inclusione e della capacità unica di promuovere il dialogo. Intervenendo durante un dibattito con Matteo Renzi alla Stazione Leopolda, Crosetto ha affrontato il potenziale coinvolgimento dei Carabinieri nel piano di pace dell'amministrazione Trump per Gaza. Ha sottolineato il lungo impegno dell'Italia per la pace attraverso la sua partecipazione attiva alle missioni delle Nazioni Unite, alle operazioni europee e alle iniziative della NATO. Il Ministro ha sottolineato che le forze armate italiane non solo sono altamente addestrate, ma portano con sé anche una distinta “italianità”, una qualità che le distingue in contesti internazionali in cui la presenza militare può spesso essere percepita come un'imposizione o un simbolo di potere.

Crosetto ha spiegato come l'esercito e i Carabinieri italiani siano stati in grado di creare fiducia in diverse regioni, tra cui il Libano, dove stanno attualmente contribuendo all'addestramento delle forze di polizia locali. Questa fiducia, ha spiegato, nasce dalla capacità delle forze armate italiane di interagire con le comunità in modo rispettoso e inclusivo, trattando le persone come pari piuttosto che da una posizione di superiorità. Questo approccio affonda le sue radici nella vasta esperienza dei Carabinieri che operano in migliaia di città italiane, dove interagiscono con cittadini di ogni estrazione sociale, dagli anziani ai funzionari locali, promuovendo un senso di connessione e comprensione che portano con sé ovunque vadano.

Il Ministro ha inoltre descritto la situazione attuale come l'inizio di un lungo e impegnativo percorso verso la pace, che richiede pazienza, perseveranza e lo sforzo collettivo di tutte le parti coinvolte. Nonostante le difficoltà future, Crosetto ha espresso un cauto ottimismo, affermando che la comunità internazionale, che comprende nazioni arabe, paesi occidentali e persino la Russia, ha mostrato un raro livello di unità nel sostenere il processo di pace. Questa cooperazione senza precedenti, ha sostenuto, offre la speranza per un futuro in cui sia Israele che il popolo palestinese possano coesistere nel rispetto dei loro diritti e delle loro aspirazioni.

#carabinieri

#armadeicarabinieri

#Gaza

#israele

#Palestina

#Rafah

#Coespu

#miadit

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Una rete criminale organizzata altamente specializzata, responsabile del furto di oltre 100 auto ibride di lusso, è stata smantellata con successo in un'importante operazione internazionale guidata dai Carabinieri italiani, con il significativo supporto di Europol ed Eurojust.

I veicoli rubati, tra cui modelli ibridi di alta gamma, hanno un valore totale stimato di almeno 3 milioni di euro. Il gruppo criminale di lingua russa, composto principalmente da cittadini moldavi, si è concentrato sui veicoli ibridi di alta gamma nel nord Italia e nella ricca regione spagnola di Marbella. Una volta rubate, le auto e i loro componenti, come carrozzeria, batterie e parti meccaniche, sono stati trasportati attraverso il porto europeo di Anversa verso mercati illegali internazionali, dove sono stati venduti o riutilizzati per usi illeciti.

L'operazione, avvenuta il 7 ottobre 2025, ha portato all'arresto di nove persone a Reggio Emilia e Lombardia. Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno sequestrato 35.000 euro in contanti e 150.000 euro in criptovalute.

L'operazione ha coinvolto circa 100 agenti provenienti da diversi paesi, tra cui agenti della Guardia Civil spagnola dislocati in Belgio e Italia, nonché squadre dei Carabinieri italiani di stanza in Spagna e Belgio ed infine dalla Romania (Directorate for Investigating Organized Crime and Terrorism, DIICOT). Anche esperti di criptovalute provenienti da Belgio, Italia e Spagna sono stati coinvolti nelle ricerche per proteggere e recuperare asset digitali illeciti. È stato istituito un centro di coordinamento presso #Eurojust, mentre #Europol ha inviato esperti e un ufficio mobile in Italia e Belgio per supportare le indagini.

La rete criminale operava con un livello di sofisticatezza simile alla precisione di tipo militare. Gli investigatori hanno scoperto una serie di tattiche utilizzate dal gruppo, tra cui squadre dedicate al furto d'auto, al deposito e alla contraffazione. I criminali utilizzavano localizzatori GPS per monitorare i veicoli presi di mira e strumenti elettronici per bypassare i sistemi di sicurezza avanzati. Hanno anche alterato i numeri di telaio e le targhe di auto dismesse per camuffare i veicoli rubati. Sono stati inoltre identificati collegamenti con compagnie di navigazione e affiliati criminali, che hanno facilitato il transito di auto rubate attraverso il porto di Anversa. L'indagine ha inoltre rivelato un complesso sistema di pagamento che coinvolgeva diverse piattaforme e wallet di criptovalute, con trasferimenti di criptovalute per un valore di circa 1 milione di euro.

Europol ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento della fase internazionale dell'indagine, riunendo investigatori di tutti i paesi coinvolti e ospitando riunioni operative presso la propria sede centrale. Ha inoltre fornito supporto alle autorità nazionali attraverso analisi e condivisione di intelligence e continuerà a offrire supporto in loco.

Eurojust ha supportato una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) istituita nel 2024 dalle autorità italiane e spagnole per smantellare la rete della criminalità organizzata. L'indagine ha visto la collaborazione di diverse agenzie delle forze dell'ordine, tra cui la Polizia Giudiziaria Federale di Anversa in Belgio, i #Carabinieri di Reggio Emilia in Italia e la Guardia Civil in Spagna. L'operazione è stata supportata dalla rete @ON, finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) italiana.

#Armadeicarabinieri

#operazionepalma

@news@feddit.it

 
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from Bymarty

✍️Cara Me,

Eccomi qui è passato un anno! A quest'ora ero già per strada, pronta, per affrontare il mio intervento, sapevo a cosa andavo incontro e nonostante nn fosse un intervento difficile, ho conosciuto l'ansia, la paura, una serie di sentimenti contrastanti..se ci penso rivedo tutto, basta avvolgere il nastro! La stanza , i fiori sulle pareti, l'infermiera, le raccomandazioni, il camice , ogni singolo attimo ritorna, come se spingessi un pulsante! L'attesa, gli esami prima, il nn riuscire ad identificare il punto, apparentemente sembrava non esserci nulla, altri esami finché alle 10 mi sono svestita, ho indossato camice, e poi ricordo solo pochi attimi in sala operatoria, il freddo, le domande, volti sorridenti, il medico, qualche sorriso, poi freddo, tanto freddo, mi tremavano le gambe , poi più nulla, ...ricordo un attimo il volto del dottore che mi rassicurava sull'esito di un primo esame e poi sulla riuscita dell'intervento ...forse poi lo spostamento in ascensore, in camera, poi più nulla, ricordo poco , mi svegliavo, ma mi riaddormentavo subito, anche mio marito nn lo ricordo Eppure era lì in camera ad aspettare, poi stette con me fino a sera, ma io continuavo a dormire e quindi ricordo poco..ma nn ho avuto dolori, fastidi col drenaggio, mi infastidiva non potermi alzare , però già dal mattino seguente ero in piedi, poi insomma il venerdì ho visto la ferita, se ci penso, sento quasi dolore, oggi è diversa, c'è una cicatrice, leggera, precisa, ci sono io che pomeriggio faccio l'iniezione per una delle due terapie ormonali, a gennaio il 7 ho terminato il ciclo di radioterapia! Adesso sono qui un po' malinconica, non triste o preoccupata o impaurita! Credo che cmq l'esperienza ti cambia, ti fortifica, ti costringe a fingere, qndo non puoi e non devi mostrarti fragile o dolorante o impaurita! Le ho versate le lacrime il giorno del verdetto, ho pianto in solitudine nei giorni successivi, ho reagito, ho sorriso, ho ricevuto pochi, ma importanti abbracci! Ho allontanato io parenti e amici, altri lo hanno fatto spontaneamente, perché so quanto possa essere difficile stare accanto ad un malato oncologico! Oggi sono questa, fortunatamente mi hanno riconosciuto l'esenzione per le terapie, che cmq hanno un costo! Ogni mattina prendo la mia compressa e così per i prossimi 5 anni...e poi ovviamente spero solo che i prossimi controlli vadano bene, che il mio percorso abbia un senso, che io riesca veramente ad affrontare e combattere questo male, che affligge ormai l'umanità! Non sono sola, c'è chi sta peggio, ci sono bambini oncologici, ecc, ma il mio pensiero oggi va alla mia me, a colei che oggi può parlarne con serenità, senza piangere, ma consapevole di essere su un percorso difficile, in salita, ma che mi porterà ad essere forse normale, non la stessa di prima, ma almeno migliore più forte e senza dover convivere con la paura che possa cmq ritornare! Spesso mi è stato detto di ritenermi fortunata! Inizialmente mi infastidiva la cosa, oggi l'accetto e mi ritengo grata per tutto e ringrazio per ogni singolo istante, per ogni messaggio, ricevuto, per i silenzi, gli abbracci e i sorrisi, i piccoli gesti , pochi amici, la mia famiglia, mio figlio, sono stati la mia forza, sempre...e sono proprio questi piccoli frammenti preziosi, ad essere ormai custoditi nel mio cuore...

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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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È un pezzo che i Faust sono faustiani. Che non ci stupiscono. Probabilmente, dopo You Know Faust – dove c’era il beneficio del dubbio – niente è stato davvero memorabile, con qualche eccezione, evidentemente (Kundalini Tremolos nel peraltro evitabile C’est Com Com Complique, per esempio). In j US t – leggasi Just Us – lo fanno, ossia tornano a stupirci, per almeno due motivi... https://artesuono.blogspot.com/2014/12/faust-j-us-t-2014.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/4DcvDWM5nqG3lZIXNjkiAK


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Proverbi numerici 1Di tre cose si compiace l'anima mia, ed esse sono gradite al Signore e agli uomini: concordia di fratelli, amicizia tra vicini, moglie e marito che vivono in piena armonia. 2Tre tipi di persone detesta l'anima mia, la loro vita è per me un grande orrore: il povero superbo, il ricco bugiardo, il vecchio adultero privo di senno.

3Se non hai raccolto in gioventù, che cosa vuoi trovare nella vecchiaia? 4Quanto s'addice il giudicare ai capelli bianchi e agli anziani il saper dare consigli! 5Quanto s'addice la sapienza agli anziani, il discernimento e il consiglio alle persone onorate! 6Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice, loro vanto è temere il Signore.

7Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore, la decima la dirò con parole: un uomo allietato dai figli, chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici; 8felice chi vive con una moglie assennata, chi non ara con il bue e l'asino insieme, chi non ha peccato con la sua lingua, chi non ha servito a uno indegno di lui; 9felice chi ha trovato la prudenza, chi parla a gente che l'ascolta; 10quanto è grande chi ha trovato la sapienza, ma nessuno supera chi teme il Signore! 11Il timore del Signore vale più di ogni cosa; chi lo possiede a chi potrà essere paragonato? 12Il timore del Signore è inizio di amore per lui, la fede è inizio di adesione a lui.

La donna cattiva 13⊥Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore, qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna; 14qualunque sventura, ma non quella causata da persone che odiano, qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici. 15Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, non c'è ira peggiore dell'ira di una donna. 16Preferirei abitare con un leone e con un drago piuttosto che abitare con una donna malvagia. 17La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, rende il suo volto tetro come quello di un orso. 18Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini e senza volerlo geme amaramente. 19Ogni malizia è nulla di fronte alla malizia di una donna, possa piombarle addosso la sorte del peccatore! 20Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. 21Non soccombere al fascino di una donna, per una donna non ardere di passione. 22Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo è una donna che mantiene il proprio marito. 23Animo abbattuto e volto triste e ferita al cuore è una donna malvagia; mani inerti e ginocchia infiacchite, tale è colei che non rende felice il proprio marito. 24Dalla donna ha inizio il peccato e per causa sua tutti moriamo. 25Non dare all'acqua via d'uscita né libertà di parlare a una donna malvagia. 26Se non cammina al cenno della tua mano⊥, separala dalla tua carne⊥.

_________________ Note

25,1 Le massime qui raccolte ruotano intorno al numero tre (vv. 1-2) e al numero dieci (v. 7-12).

25,8 b chi non ara: questo stico manca nel greco ed è recuperato dall’ebraico.

25,17 Il testo ebraico reca: “La cattiveria di una donna àltera l’aspetto del marito / e ne rende tetro il volto come quello di un orso”.

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Approfondimenti

vv. 1-12. I due proverbi numerici, posti in bocca alla sapienza, ci riportano alla già nota condanna dell'adulterio (cfr. 23,16-28). Qui l'enfasi cade sul compiacimento per l'armonia coniugale (v. 1) e sul disprezzo dell'adulterio dei vecchi (v. 2). Seguono due sezioni che culminano nella lode di chi teme il Signore: i vecchi sono protagonisti della prima (vv. 3-6); nella seconda (vv. 7-12) dieci «situazioni felici», elencate con un altro proverbio numerico (vv. 7-10), si concludono con una sentenza sulla superiorità del timore di Dio (vv. 11-12).

vv. 13-26. Quindici distici dedicati alla donna cattiva. I numerosi riferimenti, espliciti e non, alla donna sono accompagnati sempre da valenze negative. Per Ben Sira la donna è malvagità e cattiveria (vv. 13.19), ira (v. 14), convivenza rischiosa e insopportabile (vv. 15.20), piaga nel cuore e nel corpo (v. 23), motivo di tristezza e di umiliazione per il marito (vv. 18.22), inizio di peccato e causa di morte (v. 24). Di qui i consigli: ai giovani a non lasciarsi sedurre dalla sua bellezza (v. 21); agli sposati a non darle libertà di parola e a separarla dalla propria carne se si rivela non docile (vv. 25-26). È significativo che il capitolo si chiuda evocando il Pentateuco: il peccato di Adamo ed Eva (cfr. v. 24 con Gn 3,3.22) e il ripudio della donna «che non cammina al cenno della mano» (cfr. v. 26 con Dt 24,1).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from lucazanini

[vortex]

volare a spina di pesce gli edifici aggiornati] figura la] città rinnova fa sfiati il lato destro della piazza si] verifica una sala da pranzo il] mappamondo metri di venti metri l'acuta e cronica gli] stemmi ròsi antreni anche la valle] veduta da un pio alla volta fanno gli archivi uno] alla volta il secolo brevissimo a picco una] posizione strategica un] pungolo di rovine dipinte di blu il valore [aggiunto la maniera qui] del Sangallo©

 
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from differx

anche sul sito dell'eterozigote #differx (e non solo su slowforward) si può – volendo – leggere l'articolo sui territori esterni (estranei) a quello che si chiama usualmente “poesia”: https://differx.noblogs.org/2021/06/23/nioques-frisbees-e-altre-deviazioni-differx-2021/

i nomi delle cose che non sono “poesie” (e che si disinteressano felicemente di essere o meno considerate tali) sono tanti, tantissimi, non censibili. al link se ne elencano alcuni, fra cui #deviazioni #derive #nioques #frisbees #tropismes #drafts #ossidiane #endoglosse #ricognizioni #tracce #prati #paragrafi #incidents #saturazioni #nughette #sinapsi #disordini #dottrine #spostamenti #spore #frecce

 
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from differx

tutto ciò che è friendly va visto con un tot di sospetto. si parla ancora di internet come di un luogo 'libero'? forse (anzi, direi sicuramente) solo il fediverso ha questa dimensione terza o quarta, conserva delle linee di fuga. il resto, la rete generalista, è facilmente una casa esclusiva/escludente. il luogo del Capitale. rete nel senso di cattura. però è ancora possibile “non sprecare internet” (perfino nelle sue strade e stradine generaliste). (forse). lo spiega Antonio Pavolini, intervistato da Antonio Syxty: https://slowforward.net/2025/10/06/podcast-finestra-syxty-pavolini/

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/glass-animals-zaba-2014.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/14IOe7ahxQPTwUYUQX3IFi


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

L'ELOGIO DELLA SAPIENZA (24,1-42,14)

1La sapienza fa il proprio elogio⊥, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. 2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria⊥: 3“Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo⊥ e come nube ho ricoperto la terra. 4Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. 5Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. 6Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio⊥. 7Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere. 8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele⊥”. 9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno. 10Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. 11Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. 12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità⊥.

Crescita prodigiosa 13Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell'Ermon. 14Sono cresciuta come una palma in Engàddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata⊥. 15Come cinnamòmo e balsamo di aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d'incenso nella tenda. 16Come un terebinto io ho esteso i miei rami e i miei rami sono piacevoli e belli. 17Io come vite ho prodotto splendidi germogli e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza. 18Io sono la madre del bell'amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza; ⌈eterna, sono donata a tutti i miei figli, a coloro che sono scelti da lui.⌉ 19Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti, 20perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele⊥. 21Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora sete. 22Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà⊥”.

La sapienza e la legge 23Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha prescritto, eredità per le assemblee di Giacobbe. 24Non cessate di rafforzarvi nel Signore, aderite a lui perché vi dia vigore. Il Signore onnipotente è l'unico Dio e non c'è altro salvatore al di fuori di lui.⌉ 25Essa trabocca di sapienza come il Pison e come il Tigri nella stagione delle primizie, 26effonde intelligenza come l'Eufrate e come il Giordano nei giorni della mietitura, 27come luce irradia la dottrina, come il Ghicon nei giorni della vendemmia. 28Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza e così l'ultimo non l'ha mai pienamente indagata. 29Il suo pensiero infatti è più vasto del mare e il suo consiglio è più profondo del grande abisso.

Ben Sira, discepolo e maestro 30⊥Io, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino, 31ho detto: “Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola”. Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare. 32Farò ancora splendere la dottrina come l'aurora, la farò brillare molto lontano.⊥ 33Riverserò ancora l'insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future⊥. 34Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano.

_________________ Note

24,1-42,14 Quest'ampia sezione si apre con la presentazione che la sapienza fa di se stessa, e prosegue con una lunga serie di insegnamenti morali e religiosi che toccano i diversi ambiti della vita dell'uomo e della sua attività, i rapporti con il prossimo e nella società, le diverse categorie di persone, i vizi da evitare e le virtù da acquisire.

24,1 La sapienza personificata si presenta. Si giunge qui a un punto di arrivo nella lunga evoluzione del concetto di sapienza (al riguardo sono testi significativi Pr 8,22-31 e Sap 9,4.10), che non solo è maestra e guida di vita, come nei Proverbi, ma è vista ora come parola creatrice di Dio, con un ruolo decisivo nella storia della salvezza. Oltre che mediante la parola profetica e la legge, Dio rivela se stesso anche con la sapienza. Il NT sembra essersi ispirato anche a questo testo nel descrivere l'attività del Verbo di Dio (vedi in particolare Gv 1,1-18).

24,15 cinnamòmo e balsamo: si tratta di essenze aromatiche caratteristiche dell’Oriente, usate anche nel culto. Di alcune è incerta l’identificazione.

24,16 Il terebinto è pianta dai rami molto estesi. Il riferimento agli alberi e ai loro frutti è, nei libri sapienziali, immagine della ricchezza e della fecondità della sapienza.

24,23-29 La sapienza è identificata con la legge data da Dio a Mosè, in favore del suo popolo.

24,25-27 Vengono citati i quattro fiumi del giardino di Eden (Gen 2,11-14). Ad essi si aggiunge il Giordano. Come simbolo di fertilità, il giardino di Eden esprime l’abbondanza dei frutti della sapienza.

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Approfondimenti

Il c. 24 è centrale per collocazione e contenuto. Siamo a metà del libro: con un artificio letterario, la solenne prosopopea o personificazione della sapienza che loda se stessa, Ben Sira ricorda i brani finora dedicati alla sapienza (1,1-10; 4,11-19; 6,18-37; 14,20-15,10) ed introduce la seconda parte (fino a 42,14). La struttura del c. – ispirato a Pr 8 – presenta un'introduzione (vv. 1-2), seguita da sei brani abbastanza facilmente distinguibili: la sapienza nella creazione (vv. 3-6), la sua dimora in Israele (vv. 7-12), la sua identità e utilità raccontata con immagini prese dal mondo vegetale (vv. 13-18), il suo invito (vv. 19-22), la sua identificazione con la legge (vv. 23-29), il ruolo di Ben Sira, discepolo e maestro di sapienza (vv. 30-34). Il c. sintetizza la dottrina sulla sapienza nella creazione e nella storia di Israele, personificando poeticamente un attributo divino (cfr. Pr 1,20-33; 8; 9,1-6; Bar 3,9-4,4; Gb 28). La formulazione di Ben Sira offre un modello letterario che prepara, analogicamente, la strada alla teologia cristiana circa la funzione del Verbo e dello Spirito. Non sembra escluso un influsso letterario nella definizione del logos in Gv 1. La letteratura giudaica posteriore attribuirà l'idea della preesistenza alla legge.

vv. 1-2. Il titolo è già nei mss. greci. Il raggio di presenza della sapienza riguarda il popolo di Israele e la corte celeste, il cielo e la terra.

vv. 3-6. Per origine, la sapienza si identifica con la parola del creatore e con il suo spirito che aleggia sulle acque (cfr. Gn 1). Per funzione, è destinata a dominare tutto l'universo (cfr. Gn 1, 28). L'iniziativa di Dio è indicata con le espressioni «piantare la tenda (BC: porre la dimora)» (v. 4a) e «colonna di nubi» (v. 4b). La skēnē, tenda, ricorda la šekina, la presenza divina per l'ebraismo (cfr. vv. 8bc.10a; Es 40,34-35; Gv 1,14), mentre la nube rimanda alle manifestazioni divine nel deserto (Es 13,21-22; 33, 9-10).

vv. 7-12. Secondo una leggenda rabbinica la legge fu proposta dal Signore a tutti i popoli, ma fu accolta solo da Israele (cfr. Targum Dt 33,2; Aboda Zara 2b). L'ingresso della sapienza in Israele, invece, risponde per Ben Sira ad un comando divino (v. 8a). La sapienza cerca e riceve un luogo di riposo (vv. 7a.8b.11a) e un'eredità (vv. 7b.8d.12b); da un lato vi pianta la sua tenda (v. 8bc), dall'altro vi trova la «tenda santa» di Dio in cui lodarlo con atti di culto (v. 10a; cfr. v. 15d). La dimensione sapienziale si intreccia profondamente con quella cultuale: la sapienza ha funzioni sacerdotali nel deserto (cfr. Es 25-28) e nel tempio di Gerusalemme. Si intravede la stima di Ben Sira per il sacerdozio (cfr. 45,6-25; 50,1-21). La sapienza si lega a Sion (v. 10b), a Gerusalemme (v. 11b). È la città amata (v. 11a), il popolo glorioso (v. 12a). Creata prima dei secoli e indefettibile in eterno (v. 9), essa ha ormai stabilità, potere e radici in questa porzione del Signore (vv. 10b-12; cfr. Dt 32,9).

vv. 13-18. La geografia biblica e la botanica forniscono le immagini per descrivere la natura e la grandezza della sapienza (cfr. l'elenco per magnificare il sommo sacerdote in 50,8.10). La sapienza è gloriosa come i cedri del Libano (cfr. Ez 17,22-24; Is 35,2), verde e vitale come i cipressi dell'Ermon (cfr. 50,10; 2Re 19,23; Ez 31,8; Os 14,9), elevata come le palme di Engaddi sul Mar Morto (Gs 15,62; 2Cr 20,2), portatrice di festa come le piante di rose in Gerico (cfr. 39,13; 50,8; Sap 2,8). E poi ancora come l'ulivo (cfr. 50,10), segno di pace e benedizione (Sal 52,10) e il platano (cfr. Gn 30,37). Il v. 15 ricorre a piante aromatiche, non tutte identificabili, ma riferibili ad un contesto cultuale (cfr. Es 30,23.34). La crescita prodigiosa si manifesta in altezza (vv. 13a.14ad), larghezza (v. 16) e quantità di frutti (vv. 16-17). Il v. 18 – noto dal GrII e dalla Vetus Latina – amplifica i frutti spirituali, presentandoli come «figli» della sapienza. La Vulgata riporta la prima parte del v. 18 e aggiunge: «In me ogni grazia di via e verità, in me ogni speranza di vita e di forza». Si può intravedere, forse, l'influsso di Gv 14,6.

vv. 19-22. La sapienza invita ad avvicinarsi a lei: si presenta come offerta e seduzione insieme; si rivolge a discepoli obbedienti (v. 22a), ma anche a persone che «compiono opere in lei», vivendo cioè una comunione particolare con lei (v. 22b). Tutta la dovizia dei frutti appena presentati eccita il desiderio, rende dolci ricordo e possesso (“eredità”), sazia e introduce di nuovo nella fame e nella sete, libera dalla vergogna e dal peccato. La fame e la sete non si estinguono, ma si aprono nuovi orizzonti. La stessa immagine sarà usata, in modo nuovo, da Gesù: la sua acqua toglie la sete e si trasforma in sorgente zampillante per la vita eterna (Gv 4,13-14); il suo pane dà la vita al mondo (Gv 6,33). Egli solo può dire: «chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete» (Gv 6, 35). “Pane di vita” egli stesso, Gesù riformula le immagini sapienziali in modo personalissimo, scavalcando anche le promesse della sapienza personificata.

vv. 23-29. Dal discorso della sapienza all'insegnamento di Ben Sira, che la identifica con la legge mosaica, letta dai Giudei nelle «assemblee di Giacobbe» (v. 23). Si tratta quasi sicuramente della sinagoga, istituzione tipica del giudaismo della diaspora. Era insieme luogo di culto e di formazione. La saldatura con il Pentateuco è evidente nel riferimento ai quattro fiumi del paradiso terrestre (Pison e Tigri, Eufrate e Ghicon: Gn 2,11-14). Ad essi si aggiungono il Nilo e il Giordano. Il tutto sottolinea la fecondità e l'inesauribilità della sapienza-legge di Israele, i cui orizzonti vanno oltre il mare e l'abisso (cfr. vv. 28-29). Il contesto insidioso e politeista sembra emergere dall'esortazione a rafforzarsi nel Signore, unico salvatore (cfr. v. 24).

vv. 30-34. L'autore si presenta come canale che vuol portare l'acqua della sapienza alle nuove generazioni. Da canale a fiume, a mare: l'esperienza generosa del discepolo si allarga e trasforma in quella del maestro, l'insegnamento sapienziale si qualifica come profezia. In Ben Sira il passato si raccorda con il futuro, passando attraverso un presente di fedele e generosa fatica.

Conclusione. Un c. di grande respiro storico e teologico, immerso in un clima di ottimismo luminoso, nella pacifica intersecazione del cielo e della terra. Grazie alla presenza attiva della sapienza, la “fatica” (v. 34) del saggio non è vana. Dall'ascolto della sapienza preesistente e compagna dell'opera creatrice, Ben Sira passa alla contemplazione del suo «piantare la tenda» (vv. 8.10) nella storia di Israele, al suo identificarsi con la legge mosaica e al suo proporsi come inesauribile vena, pronta ad “irrigare” ogni persona ed ogni cultura che ad essa si apre. La sapienza si intreccia con il culto e con la legge, con la pedagogia e la storia, e si presenta come “parola profetica” (v. 33) per “quanti la cercano” (v. 34). Gli orizzonti del giudaismo sembrano convergere. Il v. 24, del GrII, insinua che il contesto è meno rassicurante di quanto non sembri: il pio israelita cercherà nel Signore la “forza” e la “salvezza”. Segno che la sintesi del c. è provvisoria e piuttosto fragile.

Il Nuovo Testamento rinuncerà al termine sapienza, preferendo parlare di Verbo (logos), che è «venuto a porre la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14). Il prologo di Gv descrive l'azione di Gesù-Verbo nel mondo servendosi dell'itinerario della sapienza. Ma sta attento a evitare le confusioni: Gesù non è un'entità mediatrice (parola, giustizia, verità, sapienza), che Israele aveva percepito contemporaneamente in Dio e nel mondo. La sapienza, pur prima nel mondo, non è esistente senza di esso. Gesù, invece, è mediatore presente al mondo fin da quando il mondo esiste, presente a Dio da tutta la sua eternità. Altro da Dio, capace di ascoltarlo e di parlargli, ma non un altro Dio, perché egli è la sua stessa sapienza e la sua stessa parola. Gesù, con la sua mediazione personale, annulla tutte le entità mediatrici coi loro problemi di identità (mitica, immaginaria o poetica).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from differx

è strano non avere (io) (quasi) “niente da dire” (o da aggiungere) sulla giornata del 4 ottobre, sulla manifestazione da oltre un milione di persone, a Roma. (e in altre città d'Italia). è che mi sembra assurdo mettere altro materiale in coda a quella che già è una documentazione e una certezza politica incontestabile. una testimonianza fotografica evidente, ultraevidente. solo lo squadrismo di governo e i suoi burattinai sionisti possono sentire il bisogno di negare l'evidenza. le certezze sono già nei fatti – testimoniati. speriamo che il vento si alzi ancora. bisogna spazzare via così tanto disastro antropologico...

 
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from lucazanini

[escursioni] -angolo*della carrozza fumatori

rimosso prima del consumo non] adatto le apparecchiature chiusura segue] chiusura] in avvicinamento aperto avverte] il calore è superiore ai gradi* aiutano facendoli [a crudo

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Assai gradito il ritorno dei Pere Ubu in una veste magnetica che spiega in maniera adeguata il valore dei quaranta anni di carriera del gruppo. Carnival Of Souls è il diciottesimo disco della band di Cleveland, in Ohio, che ha portato un contributo decisivo allo sviluppo dell’art-rock e che continua a regalare piccole perle che nulla hanno a che fare con l’asfittica realtà mainstream dell’indie-rock in genere (sapete benissimo a cosa mi riferisco)... https://artesuono.blogspot.com/2014/09/pere-ubu-carnival-of-souls-2014.html


Ascolta il disco: https://album.link/i/1668464356


 
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from norise 3 letture AI

FRAGILE PALPITO

in una selva di gridi come lepre braccata dal tuo incondizionato amore:

Tu che governi i cieli “bisogno” hai di me?

perché pungoli questo fragile palpito

fino al sonno della morte?

(2011)

.

FRAGILE PALPITO: analisi e riflessioni

La poesia esplora l’equilibrio tra amore incondizionato e vulnerabilità, trasformando il sentimento in una caccia in cui la preda è il proprio “fragile palpito”.


Immagini e simboli chiave

  • “selva di gridi”
    evoca un caos emotivo che circonda il cuore, un bosco di suoni interni in cui ci si smarrisce

  • “lepre braccata”
    simboleggia la parte più indifesa del poeta, inseguita da un affetto totalizzante

  • “Tu che governi i cieli”
    suggerisce una figura trascendente o divina, capace di dominare ogni cosa

  • “bisogno hai di me?”
    rovescia la dinamica tradizionale: non è il cuore ad aver bisogno dell’amore, ma è l’amore stesso a richiedere il cuore

  • “fragile palpito”
    il battito incerto e precario, emblema di vita e tensione emotiva

  • “sonno della morte”
    chiude il cerchio: l’amore estremo spinge il cuore verso un riposo eterno


Interpretazioni possibili

  1. L’amore come forza predatoria
    il sentimento totalizzante diventa caccia che logora la parte più vulnerabile di chi ama
  2. Il divino e il bisogno reciproco
    mettere in scena un Dio bisognoso del cuore umano, capovolgendo il rapporto creatore–creatura
  3. Fragilità dell’esistenza
    il palpito come metafora della precarietà della vita, sospesa tra passione e morte
 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Preghiera per la vigilanza 1Signore, padre e padrone della mia vita, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere a causa loro. 2Chi fustigherà i miei pensieri e chi insegnerà la sapienza al mio cuore, perché non siano risparmiati i miei errori e i loro peccati non restino impuniti, 3perché non si moltiplichino i miei errori e non aumentino di numero i miei peccati, e io non cada davanti ai miei avversari e il nemico non gioisca su di me? ⌈Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.⌉ 4Signore, padre e Dio della mia vita,⊥ non darmi l'arroganza degli occhi 5e allontana da me ogni smodato desiderio. 6Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me, a desideri vergognosi non mi abbandonare.

La disciplina della lingua 7Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca, chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante⊥. 8Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente e il superbo vi trovano inciampo. 9Non abituare la bocca al giuramento⊥, non abituarti a proferire il nome del Santo⊥. 10Infatti, come un servo interrogato accuratamente non mancherà di prendere lividure, così chi giura e pronuncia il Nome di continuo di certo non sarà esente da peccato. 11Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; il flagello non si allontana dalla sua casa. Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; se non ne tiene conto, pecca due volte. Se giura il falso, non sarà giustificato, e la sua casa si riempirà di sventure. 12C'è un modo di parlare paragonabile alla morte: che non si trovi nella discendenza di Giacobbe! Da tutto questo infatti staranno lontano i pii, così non si rotoleranno nei peccati. 13Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità, in esse infatti c'è motivo di peccato. 14Ricorda tuo padre e tua madre quando siedi tra i grandi, perché non lo dimentichi davanti a loro e per abitudine non dica sciocchezze, e non giunga a desiderare di non essere nato e maledica il giorno della tua nascita. 15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi non si correggerà in tutta la sua vita.

Esortazione a non cadere nella lussuria e nell’adulterio 16Due tipi di persone moltiplicano i peccati, e un terzo provoca l'ira: una passione ardente come fuoco acceso non si spegnerà finché non sia consumata; un uomo impudico nel suo corpo non desisterà finché il fuoco non lo divori; 17per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, non si stancherà finché non muoia. 18L'uomo infedele al proprio letto dice fra sé: “Chi mi vede? C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, perché temere? Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo”⊥. 19Egli teme solo gli occhi degli uomini, non sa che gli occhi del Signore sono mille volte più luminosi del sole; essi vedono tutte le vie degli uomini e penetrano fin nei luoghi più segreti. 20Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, allo stesso modo anche dopo la creazione. 21Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città⊥, sarà sorpreso dove meno se l'aspetta⊥. 22Così anche la donna che tradisce suo marito e gli porta un erede avuto da un altro. 23Prima di tutto ha disobbedito alla legge dell'Altissimo, in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito, in terzo luogo si è macchiata di adulterio e ha portato in casa figli di un estraneo. 24Costei sarà trascinata davanti all'assemblea e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli. 25I suoi figli non metteranno radici, i suoi rami non porteranno frutto. 26Lascerà il suo ricordo come una maledizione, la sua infamia non sarà cancellata.

Nulla è meglio 27I superstiti sapranno che nulla è meglio del timore del Signore, nulla è più dolce dell'osservare i suoi comandamenti. 28Grande gloria è seguire Dio, essere a lui graditi è lunga vita.

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Approfondimenti

vv. 22,27-23,28. La preghiera iniziale (22,27-23,6) sembra fare da introduzione all'intero c. 23: il tema della protezione dai peccati della lingua (22,27-23,1) è sviluppato in 23,7-15; il tema della sensualità e libidine (vv. 2-6) è ripreso nei vv. 16-26. Il c. segue e commenta il decalogo con chiari riferimenti alla sovranità di Dio (vv. 1.4.18e) e al suo nome santo (vv. 9b.10c), al rispetto dei genitori (v. 14a) e della verità nel testimoniare (vv. 9-11), alla condanna delle passioni licenziose (vv. 4-6.16-26) e delle relazioni adulterine dell'uomo e della donna (vv. 18.23). Il v. 27 sembra riassumere e concludere in modo elegante i contenuti esposti sin dall'inizio del libro, oltre che nel presente c.: chi vivrà saprà che nulla è meglio e più soddisfacente del timore del Signore e dell'osservanza dei suoi comandamenti. Il v. 28, del GrII, amplifica il versetto precedente: grande gloria nel seguire il Signore e vita lunga nell'essere da lui accolti (cfr. Sal 73,24).

**vv. 22,27-23,6. La preghiera parte dalla consapevolezza dell'umana fragilità di fronte al peccato (cfr. 21,1-3) e chiede l'aiuto divino nel controllo della lingua (22,27-23,1) e della sensualità (23,2-6). Per invocare la presenza correttiva e liberante di Dio, padre e padrone della sua vita, di fronte ai rischi cui lo espongono la bocca e i pensieri, l'orante ricorre a due domande sapienziali (22,27; 23,2). Il senso è ovvio, come per la domanda sapienziale incontrata in 22,14. La novità più rilevante è nell'appellativo padre, rivolto a Dio (cfr. 51,1.10). Il triplice riferimento alla caduta, causata da bocca e labbra non custodite (22,27c), da pensieri non controllati (23,1c) – caduta ignominiosa davanti agli avversari (v. 3c) – sottolinea la profonda angustia che pervade l'intero brano: Dio solo, fonte della vita morale, può liberare da tutto ciò. I nemici sono quasi personificati: hanno un “volere” (v. 1b) e spadroneggiano su chi viene abbandonato in loro balia (vv. 4b.6b). Si manifestano negli occhi eccitati (v. 4b; 26,9), nella sensualità (“brama del ventre”), nella libidine (synousiasmos, rapporto sessuale, è un hapax) e nella passione impudente (v. 6). Echeggia l'insegnamento sull'avversario interno, che l'uomo deve imparare a dominare (cfr. 21, 27). Di fronte a tutto ciò emerge la grandezza fiduciosa di questo orante che, insidiato dalla sua natura, non si rassegna a rimanere senza la disciplina della sapienza (v. 2b) e a vedere allontanarsi la misericordia di Dio (v. 3e). Altre preghiere si trovano in 36,1-22 e 51,1-12.

vv. 23,7-15. Tema centrale, come sviluppo della prima parte della preghiera: la bocca (22,27; vv. 7a.13a) da disciplinare, liberandola in tempo da cattive abitudini (vv. 9ab. 13a.14d.15a). Esse si rivelano nel ricorso frequente al «nome del Santo» (vv. 9b.10c), ai giuramenti più o meno voluti (vv. 9-11), alla bestemmia rea di morte, indegna del popolo d'Israele e degli uomini pii (vv. 12-13), ai discorsi sconvenienti davanti ai grandi della città (vv. 14-15). Chi non previene tali abitudini si espone al rischio di rovinarsi (vv. 7-8), di peccare (vv. 10c.13b), di riempire di sventure la sua casa (v. 11b.f) e di dover maledire il giorno della sua nascita (v. 14f; cfr. 21, 27). Per evitare tutto ciò, Ben Sira propone la sua paideia stomatos (cfr. l'inclusione/contrasto nei vv. 7a.15b) e il ricordo del padre e della madre (v. 14a), come richiamo a una condotta nobile.

vv. 23,16-26. Il brano sviluppa la seconda parte della preghiera, occupandosi dell'adulterio dell'uomo (vv. 16-21) e della donna (vv. 22-26). Un proverbio numerico (v. 16) rivela l'importanza dell'argomento (cfr. 25,1-2.7-11; 26,5; 50,25-26; Prv 6,16-19; 30,15-33). La forza distruttiva della passione è paragonata al fuoco che non si ferma prima di avere bruciato tutto (v. 16): essa porta alla morte (v. 17; cfr. 6,2-4). Nei vv. 18-20 la sapienza si fa eco della tradizione religiosa: Dio vede tutto, nulla sfugge all'Altissimo. I suoi occhi non sono come quelli degli uomini: vincono tenebre e muri (v. 18c), vedono le vie degli uomini e gli angoli più nascosti (v. 19de). Egli è il creatore che sa tutto delle sue opere, dall'inizio alla fine (v. 20).

Conclusione: l'adultero non rimane mai nascosto, ma viene condannato dal tribunale cittadino. Per la donna lo sviluppo è simile (outōs: v. 22a): richiamato il caso (v. 22), vengono presentati la motivazione (v. 23), l'ambito (v. 24a) e le conseguenze (vv. 24b-26) della condanna.

vv. 23,27-28. La chiusura riassume gli insegnamenti di Ben Sira finora esposti e guarda al futuro: i posteri si renderanno ben conto di cosa è veramente conveniente. Sapranno apprezzare – sembra dire Ben Sira – ciò che i contemporanei trascurano o sottovalutano: il timore del Signore ed i suoi comandamenti. Ivi sono gloria e lunga vita, concetti anch'essi proiettati verso il futuro, forse con una sfumatura ultraterrena.

Conclusione. Un c. di grande respiro filosofico e religioso, pur nell'ottica della sapienza tradizionale. Le concezioni dell'uomo di fronte a Dio e delle relazioni uomo – donna secondo la legge emergono con limpida coerenza, in una solare ripresentazione della morale deuteronomica. Il vero saggio comincia dalla preghiera: conosce la sua debolezza e chiede l'aiuto dell'Altissimo, padrone della vita, perché lo liberi dai pericoli della lingua e della passione. È un appello al padre, amato e temuto, i cui occhi «sono miriadi di volte più luminosi del sole» (v. 19c). Seguire lui è fonte di vita, di benedizione e di gloria. Il peccato – specie quello derivato dal cattivo uso della lingua e dal mancato dominio della lussuria – allontana dal Santo (vv. 9-10), dall'Altissimo e dalla sua legge (vv. 18-19.23a.27c). Così si va incontro alla morte (vv. 12a. 17b), alla maledizione (vv. 14f.26a), alla condanna da parte della città (v. 21) e dell'assemblea (v. 24a), alla mancanza di frutti (v. 25) e all'infamia perenne (v. 26b). Le generazioni future riconosceranno ciò che è «meglio e più dolce» (v. 27): non il «timore degll occhi degli uomini» (v. 19a), ma «il timore del Signore» (v. 27b) e l'obbedienza alla sua legge (v. 23a).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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