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from 📖Un capitolo al giorno📚

XIX – La presenza dei buoni e dei cattivi nella chiesa

31. Né ci deve far impressione il fatto che sono molti quelli che seguono il diavolo, e pochi quelli che seguono il Signore. Anche il grano sull’aia fa magra figura in confronto alla paglia. Ma il contadino sa bene cosa fare della montagna di paglia, come Dio sa dare il peso giusto alla massa di peccatori, e non permette che mettano in difficoltà o deturpino il suo regno.

Né si può dire che il diavolo abbia vinto la battaglia per il fatto che molti vanno con lui e solo pochi lo vincono.

Fino alla fine del mondo le due città — quella degli empi e quella dei buoni — camminano vicine nel corpo, lontane nello spirito: ma nel giorno del giudizio saranno separate anche fisicamente.

Quanti amano la superbia e il potere, l’orgoglio e il lusso e la sopraffazione, costituiscono una sola città; e anche se tra di loro spesso litigano per i vizi che li fanno uguali, si scavano insieme la fossa e insieme vi precipitano.

Anche quelli che cercano non la gloria propria ma quella di Dio, e vi si dedicano con amore, appartengono a una stessa città.

Ma il Signore è pieno di misericordia, ha pazienza per i peccatori e offre loro modo di pentirsi e di correggersi. (18)

__________________________ Note

(18) Noteremo che Agostino rifiuta anche qui di stare al gioco di coloro che chiedevano a Gesù quanti siano a salvarsi. C’è il premio per i buoni, e c’è il castigo per i cattivi: ma la cosa più importante da dire è che Dio è buono e paziente con tutti. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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from differxdiario

se si pensa al quadro che De Magistris disegna (https://differx.noblogs.org/2025/12/01/luigi-de-magistris-italia-democrazia-apparente/) ci si spegne come un fiammifero. per quanto lui esorti e metta energia nell'esortazione.

sul fronte meramente letterario (che miseria!) il desktop si infittisce di icone che aspettano di essere cliccate, le cartelle scoppiano di cose. non ci si sta dietro. tristissima sovrastruttura che finisce per essere una specie di “tutto”.

intanto i servizi e gli americani, e i loro amici sionisti, sincronizzano gli orologi.

affilare prose piccole o grandi è una pena e fa pena.

 
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from CASERTA24ORE.IT

Scuola. Un seminario sull’uso delle tecnologie social comunicative: riprendiamoci Internet

(Russo Gianluca). Il seminario, strutturato come tavola rotonda moderata da un giornalista esperto di comunicazione, ha una durata di quattro. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione (link). Si riparte quindi dalle nuove generazioni dai ragazzi, all’insegna del “Riprendiamoci Internet”, ma il seminario è rivolto ai più grandi studenti delle superiori, ai loro genitori e ovviamente ai docenti.

Esiste una frattura generazionale nel modo in cui giovani e adulti si informano. I media tradizionali, televisione generalista, quotidiani e periodici cartacei e digitali, radio, sono ormai poco utilizzati per l’informazione da chi ha meno di 35 anni.

I dispositivi sempre connessi, come lo smartphone, che portiamo con noi in ogni momento, rappresentano, dal punto di vista informativo, ciò che per cinquant’anni, dal 1950 al 2000, è stata la radio e la televisione. Tuttavia, in quei mezzi la comunicazione era unidirezionale: chi leggeva o guardava non poteva interagire. Con lo smartphone, invece, la comunicazione è bidirezionale. Questo è indubbiamente un vantaggio: chi legge, ascolta o guarda non è più passivo, ma partecipa liberamente, almeno agli albori dei social. Oggi, però, la situazione è cambiata: la partecipazione non è più libera, perché le piattaforme e l’architettura stessa della comunicazione digitale sono interamente controllate dalle grandi aziende tecnologiche, che hanno ideato gli algoritmi e forgiato le nuove generazioni.

Ragazze e ragazzi usano i social e la messaggistica in modo spesso superficiale: creano balletti, video banali, litigano, insultano o si lasciano guidare passivamente dagli algoritmi. Ma non sono solo i giovani: anche gli adulti sono coinvolti. Lo sviluppo cognitivo dei più giovani è stato alterato da stimoli digitali il cui scopo, controllo, manipolazione sociale o logiche di profitto e mercato, non sempre ci è noto. Le applicazioni tracciano i nostri comportamenti e, attraverso aggiornamenti costanti degli algoritmi alimentati dall’intelligenza artificiale, influenzano il nostro quotidiano e le nostre scelte di vita.


Considerare esclusivamente il lato negativo dei social e della comunicazione digitale sarebbe un errore. Da questa considerazione nasce il seminario rivolto non solo agli studenti, ma anche agli adulti. Imparare a controllare, e non essere controllati da questi strumenti, non è impossibile, ma richiede consapevolezza e competenze. Il seminario offre soprattutto consigli pratici e piccoli accorgimenti che possono fare la differenza.

Ecco alcuni esempi: Saper riconoscere una fonte affidabile attraverso l’indirizzo web Utilizzare la funzione “benessere digitale” Gestire le notifiche Disattivare periodicamente la connessione dati Preferire la rete mobile per essere reperibili Conoscere cosa sia Meta, cosa sia un browser e preferirlo alle app Gestire le autorizzazioni delle applicazioni Comprendere i sistemi operativi degli smartphone e il contesto socio-tecnologico Evitare lo scroll continuo dei feed social.


In particolare, i genitori, gli educatori nel riconoscere la complessità e i rischi del mondo digitale, devono aggiornarsi, accompagnare i figli nel loro percorso e assumere un ruolo educativo più attivo e collaborativo. “Riprendiamoci Internet” non significa spegnerlo, ma imparare a viverlo in modo consapevole.

La maggior parte degli adulti, negli ultimi decenni, non ha sviluppato le competenze digitali necessarie per guidare i propri figli verso un uso critico e autonomo della rete. Anzi, molti di loro subiscono a loro volta tali influenze. Basti pensare che, nelle scuole superiori dove si insegna tecnologia e informatica delle comunicazioni, i risultati non sono sempre incoraggianti. Gli stessi docenti, spesso, sono stati influenzati dallo stesso processo mediatico digitale e si limitano a insegnare meccanicamente l’uso di piattaforme specifiche, trascurando la comprensione dell’architettura sottostante.

Ciò avviene perché, a differenza di tutte le altre materie scolastiche, la stragrande maggioranza degli insegnanti, con l’eccezione di un ristretto numero di docenti di informatica operanti in alcuni indirizzi della scuola secondaria superiore, non ha mai studiato informatica, né nel percorso scolastico né all’università. Di conseguenza, manca un substrato culturale diffuso su cui fondare la formazione professionale, come invece avviene, ad esempio, per la matematica dove anche se i docenti della scuola primaria non hanno una formazione specialistica sulla materia, l’hanno comunque studiata per tutti i tredici anni del loro percorso formativo (foto di repertorio).

 
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from differxdiario

ci sono autori straordinari, di ricerca, ottimi sperimentatori, e intendo dire pure – ovviamente – autrici, sperimentatrici. autori e autrici che però, inevitabilmente, nella loro più o meno lunga produzione, scrivono (nessuno esente) cose meno interessanti, a volte fonte proprio di imbarazzo. a volte perfino perdibili, se non orribili. e: ascolto e leggo o vedo di tanto in tanto presentazioni e storicizzazioni, studi e tomi e ristampe di/su tutta la produzione del tale o della talaltra. cosa encomiabile se viene dall'accademia, che altrimenti sarebbe – lo sappiamo – sorda cieca muta. ma cosa riprovevole se viene da una qualche militanza letteraria/politica, quando i materiali citati, riletti, performati & portati in palmo di mano sono appunto perdibili, se non orribili. rendiamoci conto che esaltare qualsiasi cosa un_ autor_ scriva (per il solo fatto che viene dalla sua penna) fa infine il gioco del mainstream e della critica demolitrice di avanguardie e sperimentazioni. bisogna francamente saper ammettere scivolate e cadute, e anzi segnalarle in totale sincerità.

trovo terrificante oltre che controproducente l'accettazione acritica di qualsiasi baggianata scritta sotto l'insegna della ricerca letteraria: robe che farebbero saltare i nervi se lette in qualunque libro assertivo, se nascono da autori o autrici storicizzat_ vengono miracolosamente messe in salvo sul vascello del futuro. non so se è una pratica più autolesionistica o più demenziale. diciamo: entrambe le cose.

__________________ p.s.: poi sembra che non voglio fare nomi, allora dico che ho ritrovato recentemente alcune cose veramente brutte di Vicinelli, di Beltrametti, di Porta stesso. niente è intoccabile e non-criticabile. nessun autore è “perfetto”, nessuno lo è mai stato.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Che il profilo artistico di Tamara Lindeman fosse pregevole lo si capiva gia dalle buone frequentazioni della musicista canadese, le sue apparizioni negli album di Will Stratton e Barzin avevano stimolato l’attenzione di critica e pubblico, mettendo in luce un talento maturo e una ispirazione cristallina. The Weather Station sono la sua creatura discografica, dove si alternano amici e collaboratori diversi. Per il terzo capitolo, “Loyalty”, l’artista ha chiamato al suo fianco Afie Jurvanen e Robbie Lackritz (produttore gia di Feist), e ha scelto gli studi francesi La Frette per realizzare il suo album più intenso e ambizioso... https://artesuono.blogspot.com/2015/05/the-weather-station-loyalty-2015.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/1oCzXonu3BmC1WETnIVi6P


 
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from lucazanini

[provetecniche]

delle categorie il sarto protopista sposta di peso l'ago [stazione cablante identica] come spessore non rilevato come] staminico da bar bustina di nei pressi esclusi oppure non è non si può dettare sembra segreto ostile alle] dalle categorie si tolgono prima che tenere tutto o meriti una postvita cambiopile frecce luci [del cruscotto scollinamento praticato dai condottieri un sarto in più chiude] le tasche pratica] finzioni

 
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from differxdiario

la canzone del Sand Creek di De André, intendo il testo, è qui: https://pedia.deand.re/testi-canzoni/fiume-sand-creek/

è stato l'anniversario della strage. uno dei tanti punti di nascita dello stato coloniale americano, che nel secolo successivo, e anche in questo, si sarebbe distinto per massacri e genocidi (e appoggio fattivo a massacri e genocidi) su territori altrui. e colpi di stato. e terrorismo.

non so come sia venuto in mente a chicchessia di glorificare questa immane macchina di morte che da quasi due secoli schiaccia popoli e identità. tutte le saghe, i cowboy, i film, le produzioni marvel che replicano in tutto il suprematismo di fondo e il colonialismo assoluto di questo tumore polimaterico e multicodice che è stato ed è l'aquila col suo dollaro.

* [p.s.: si può anche dare uno sguardo a questo video per capire il 'contributo' dato da servizi segreti piegati al volere della Cia in Italia: https://differx.noblogs.org/2025/12/01/luigi-de-magistris-italia-democrazia-apparente/]

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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“L’album blues più venduto in assoluto per uno dei più grandi bluesman ancor oggi in circolazione”, recitava la pubblicità del disco a fine anni novanta, poco prima della morte avvenuta nel 2001 a ottantaquattro anni. Il termine “blues” è probabilmente più abusato che usato in questo disco che, sinceramente ho ascoltato fino alla nausea, per la sua immediatezza, per la sua ascoltabilità ma non certamente per la sua sonorità marcatamente blues. Con questo disco, la chitarra più corteggiata del rock insieme a Muddy Waters e anche l’unico a uscire e te... https://www.silvanobottaro.it/archives/3731


Ascolta il disco: https://album.link/s/7dX5RVwG4Bdw13xrCuIFbk


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Il peccato originale

30. Dio ha posto l’uomo e la donna in un luogo di gioia perenne chiamato dalla Scrittura paradiso. Vi sarebbero rimasti per sempre, se avessero rispettato il suo comando; in caso contrario, sarebbero andati incontro alla morte. Egli già sapeva che avrebbero disubbidito; ma poiché è creatore e fa le cose buone, quando fece gli animali per riempire la terra di beni, creò anche l’uomo, che vale più di loro; perché l’uomo, anche se cattivo, vale sempre più delle bestie. E impartì l’ordine, che fu poi violato, soprattutto perché non potessero avere scuse al momento del rendiconto.

Così, in qualunque modo l’uomo si comporti, non può fare a meno di riconoscere che Dio è giusto: se agisce bene, lo trova giusto nel dare la ricompensa; se pecca, lo trova giusto nel castigare; se pecca e poi si pente, lo trova giusto nel perdonare.

E allora perché, anche sapendo che avrebbe peccato, non avrebbe dovuto creare l’uomo, quando era sua intenzione di farlo re, se non peccava, di richiamarlo sulla retta strada, se fosse caduto e di aiutarlo, se avesse voluto rialzarsi, meritando in ogni caso l’ammirazione per la sua bontà, per la sua giustizia e clemenza?

Tanto più che Dio sapeva, tra l’altro, che ci sarebbero stati fra la discendenza di Adamo uomini santi che avrebbero glorificato non se stessi, ma Dio, accettando di essere da lui liberati dalla propria corruzione, e meritando quindi di vivere per sempre coi suoi angeli.

La stessa libertà di arbitrio che diede agli uomini per servirlo con decisione responsabile, Dio la diede agli angeli. E anche l’angelo, quando insuperbì e coi suoi seguaci rifiutò di obbedire, non fece danno a Dio, ma a se stesso.

Il Signore sa poi richiamare all’ordine chi lo abbandona, gli fa prendere coscienza della sua miseria e provvede di leggi opportune e sapienti l’umanità.

Di conseguenza l’angelo non fece danno a Dio né quando peccò lui stesso, né quando indusse alla colpa mortale l’uomo; né l’uomo diminuì in alcun modo la verità o la potenza o la beatitudine del suo Dio, quando sua moglie si lasciò sedurre dal demonio, e insieme fecero coscientemente ciò che Dio aveva vietato. Sia l’uomo che il demonio furono giustamente colpiti: e Dio ebbe gloria per la sua giustizia, e loro vergogna per la bassezza della colpa (Gn 2,3).

Quando l’uomo abbandonò il suo Dio si ritrovò schiavo del diavolo; ma quando tornò al suo creatore gli fu promessa la sconfitta del tentatore: e così chi cammina fino alla morte col diavolo va con lui nel supplizio eterno, mentre chi si sottomette a Dio, e con lui vince il diavolo, merita il premio eterno.

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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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from La vita in famiglia è bellissima

Sono lì nella casa dove ci trasferiremo, al buio, con terzogenita che mi illumina usando la torcia in modo che io riesca a finire di montare le prese elettriche e i pulsanti di accensione delle luci. È buio perché ho staccato l'impianto della luce per fare questi lavori.

A un certo punto terzogenita mi chiede l'indirizzo esatto della casa in cui siamo. “Non te lo ricordi ancora eh” le rispondo sorridendo, e poi le dico l'indirizzo, il civico e l'interno. Continuo ad avvitare e spellare fili e dopo un po' le chiedo come mai voleva saperlo, proprio in quel momento.

“Perché – mi spiega – nella mia testa mi sto già organizzando per quando resterai fulminato. Con un bastone di legno ti allontanerò dai fili che stai tenendo in mano e poi telefonerò al pronto soccorso; quindi mi serviva l'indirizzo preciso per dirlo poi agli operatori”.

Deglutisco. Alzo gli occhi a scutare nel buio, vedo il candore dei suoi denti aperti in una risata.

 
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from lucazanini

[rotazioni]

l'osservatorio o] imprevista messa -a dimòra distruggi] documenti so many people visto in altura prendono distanze conversioni specchiate in] lòdole fausti mirabolanti picchi e dolomie scarsìne da instantmovie o] [scovare il centro dell'universo_ops! tirarlo] a fionda d'acerola

 
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from CASERTA24ORE.IT

La notte bianca di Caserta Caserta si prepara a vivere una notte di luce, musica ed energia collettiva, domenica 7 dicembre 2025, a partire dalle ore 21, torna la Notte Bianca di Caserta, uno degli appuntamenti più attesi e identitari del territorio, che trasformerà la città in un grande palcoscenico diffuso tra spettacolo, cultura, intrattenimento ed enogastronomia.

L’evento, realizzato grazie all’organizzazione dell’avvocato Gian Piero Menditto, con il prezioso supporto dell’ingegnere Fusco e della società Live Show, proporrà un programma ricco e trasversale, capace di abbracciare pubblici diversi e di raccontare la vivacità sociale e culturale della città. L’edizione 2025 porta con sé un momento di profonda memoria e gratitudine. L’avvocato Gian Piero Menditto dedica la Notte Bianca allo storico esponente dell’ambiente socio-culturale casertano Lello Menditto, definito “Padre magnifico e insigne artefice del pensiero civico casertano, la cui nobile dedizione continua a riverberare come eco di giustizia, ardimento e visione” e a personalità come Luigi Lusereta, Giancarlo Calvano, e a tutti “Gli insigni padri che, con operosa visione e indefesso impegno, elevarono Caserta nei suoi tempi d’oro fino a meritare il titolo di Brianza del Mezzogiorno”. Eventi di tale portata non nascono da soli. La Notte Bianca ringrazia i partner che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto: i partner Lemon Hub, Eventi in Campania e PPG Ticketteria e gli sponsor Il Torchio Enoteca, Pepsi e Lay’s gruppo Guerriero, MD , GPC Group, PSYAcademy, K-City, STICC , Iconic Art Galleries, Gruppo Cattone, I.R.T.E.T. Costruzioni, Napoliuno , Gran Caffè Margherita, Cucina Atipica, Unitalsi, da Carmniell e tutti gli sponsor che hanno contribuito con fiducia e visione. Il loro supporto conferma la rilevanza non solo culturale, ma anche economica e sociale dell’evento. Musica, ospiti e format: il cuore pulsante della città Piazza Margherita sarà il fulcro dell’evento, ospitando il format “90 Special Dance” con l’inconfondibile voce di Neja e i DJ set di Edo D’Ambrosio, accompagnato dalla vocalist Rosa D’Auria. Sul palco saliranno anche Maurizio Filisdeo con il suo live show, la band MondoVisione con un intenso tributo a Ligabue, e un crescendo di ritmo fino a notte fonda grazie ai set di DJ Jamon e Guerriero con la voce di Iolanda Angrisano. Per chi cerca atmosfere più alternative, Piazza Matteotti accoglierà la carica energica dei Banda Bassotti e degli RFC, nomi simbolo di una scena ribelle e autentica, molto amata dal pubblico campano. Il cuore cittadino sarà attraversato da un flusso continuo di sapori, arte cultura e movimento: Corso Trieste nel Parco del Corso la mattina vedrà un aera dedicata alla XII edizione della Passarella a 4 Zampe rassegna dedicata ai cani mentre nell’area ZTL del Corso vi sarà in un grande villaggio del gusto con lo show cooking “Il Viaggio della Porchella: quando la porchetta incontra la mozzarella” a cura di Cucina Atipica, insieme allo Street Food Village.
Per i bambini vi sarà a Piazza Vanvitelli il Villaggio di Babbo Natale con giostre ed animazione a cura della Famiglia Canterini Infine Via Mazzini diventerà un corridoio artistico con artisti di strada, performer, acrobati e spettacoli itineranti, pronti a sorprendere il pubblico di ogni età. Una notte viva, in cui la città non sarà solo uno sfondo, ma parte integrante dell’esperienza. La Notte Bianca Caserta 2025 è un evento privato donato alla città, pensato come celebrazione di comunità, incontro e appartenenza. Una notte da vivere insieme, in cui le strade si trasformano in luoghi di emozione condivisa, dove musica, sorrisi e relazioni diventano protagonisti.

 
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from Transit

(183)

(T1)

L’attuale quadro in Medio Oriente, tra Striscia di #Gaza e #Cisgiordania, continua a smentire nei fatti la narrativa di una tregua solida e orientata alla pace. Nelle ultime settimane, mentre le autorità israeliane e statunitensi insistono sulla “fragilità”, ma ancora tenuta del cessate il fuoco, le operazioni militari israeliane in Cisgiordania e il perdurare dell’emergenza umanitaria a Gaza mostrano la distanza tra il linguaggio diplomatico e la realtà sul terreno. Organizzazioni per i diritti umani e osservatori indipendenti hanno parlato di una tregua “solo sulla carta”, che non ha interrotto il ciclo di violenza contro la popolazione palestinese.​

A Gaza, il cessate il fuoco entrato in vigore nell’ottobre 2025 è stato più volte “messo alla prova” da raid israeliani giustificati come risposta a presunti attacchi di #Hamas, con decine di morti palestinesi anche dopo la proclamazione della tregua. Alcuni resoconti parlano di oltre 200 palestinesi uccisi nella Striscia dopo l’accordo di cessate il fuoco, a conferma del carattere estremamente fragile e unilaterale della tregua.

Nel frattempo, le condizioni di vita della popolazione restano drammatiche: la stragrande maggioranza degli oltre due milioni di abitanti è sfollata o senza casa, esposta a fame, malattie e mancanza di accesso ai servizi essenziali, in continuità con una crisi umanitaria aggravata da 18 anni di blocco israeliano.​

Le organizzazioni umanitarie sul terreno, tra cui “Emergency”, “WeWorld“ e altre ONG internazionali, descrivono campi sovraffollati, mancanza di acqua potabile, elettricità e cure mediche adeguate, con l’arrivo delle piogge invernali che trasforma le aree di accampamento in distese di fango e rifiuti. I rapporti parlano di accesso agli aiuti ostacolato dalle autorità israeliane e di un sistema di “evacuazioni” che comprime la popolazione in aree sempre più ristrette, priva di infrastrutture vitali.

(T2)

In questo contesto, la tregua appare come un dispositivo che congela l’assedio e ne normalizza gli effetti devastanti, piuttosto che come un passo verso la fine delle ostilità.​ Nella Cisgiordania occupata, tra fine novembre e oggi si è registrata una ulteriore intensificazione delle operazioni israeliane nel nord del territorio, in particolare nelle aree di Tubas, Tammun, Aqaba e Jenin.

Le IDF, affiancate dallo Shin Bet, hanno lanciato maxi-operazioni “antiterrorismo” con irruzioni notturne nelle abitazioni, arresti mirati, blocchi stradali, uso di bulldozer per isolare interi quartieri e il dispiegamento di mezzi corazzati ed elicotteri. Secondo fonti militari israeliane, tali azioni mirano a “decapitare le cellule terroristiche” nel nord della Cisgiordania, ma le conseguenze pratiche sono un ulteriore irrigidimento del regime di occupazione e la compressione degli spazi di vita per la popolazione palestinese.​

Queste operazioni si inseriscono in un quadro più ampio di consolidamento del controllo israeliano sulla Cisgiordania, che comprende l’espansione delle colonie, la frammentazione territoriale e l’avanzamento di proposte legislative di annessione formale delle aree occupate. Analisi giornalistiche hanno parlato di “nessun ritiro” e di un processo di annessione strisciante, in cui la presenza militare e dei coloni prepara il terreno alla cancellazione di fatto della prospettiva di uno Stato palestinese contiguo.

La quotidianità palestinese è così segnata da check-point, incursioni armate e violenza dei coloni, in un contesto che molte organizzazioni definiscono di apartheid e pulizia etnica lenta.​

Gli Stati Uniti continuano a presentare il piano del presidente #Trump come architettura di riferimento per la tregua e il processo politico, la cui “prima fase” ha costituito la base dell’accordo di cessate il fuoco del 9 ottobre. Tale piano prevede, nelle fasi successive, il progressivo ritiro israeliano verso la cosiddetta “Linea Gialla”, l’istituzione di un’autorità di transizione per governare Gaza, il dispiegamento di una forza di sicurezza multinazionale e l’avvio della ricostruzione. Importanti organizzazioni per i diritti umani hanno sottolineato come l’accordo non affronti le cause strutturali del conflitto (blocco, occupazione, impunità) e rischi di consolidare uno status quo di subordinazione palestinese.​

Il Consiglio di Sicurezza dell’ #ONU ha approvato a novembre 2025 una risoluzione su Gaza che, secondo il “Centro diritti umani” dell’Università di Padova, rappresenta un “piano di guerra e non di pace”, poiché trasferisce poteri essenziali a un nuovo “Board of Peace” guidato dagli Stati Uniti, svuotando di fatto il ruolo dell’Onu in materia di pace e sicurezza internazionale. L’Unione Europea, pur ribadendo nei suoi documenti il sostegno alla soluzione a due Stati e la necessità di preservare la tregua, continua a limitarsi a dichiarazioni e richiami al diritto internazionale, senza dotarsi di strumenti coercitivi efficaci per contrastare l’espansione militare e coloniale israeliana.

Ne deriva una asimmetria di potere in cui gli Stati Uniti dettano la cornice del processo, mentre l’UE rimane un attore essenzialmente reattivo e marginale.​ Appare sempre più evidente che la tregua ufficiale funzioni principalmente come cornice retorica dietro cui Israele continua a perseguire, con mezzi militari, politici ed economici, un piano di lungo periodo di disarticolazione del tessuto sociale palestinese.

Le offensive “mirate” in Cisgiordania, l’assedio strutturale di Gaza, l’ostacolo sistematico agli aiuti umanitari e l’assenza di reali garanzie internazionali configurano un processo di distruzione progressiva delle condizioni di esistenza del popolo palestinese, sotto l’ombrello di un cessate il fuoco che non interrompe, ma piuttosto normalizza, la violenza strutturale.

La tregua non rappresenta un passo verso la pace, bensì uno strumento di gestione del conflitto che consente a Israele di avanzare nel proprio progetto coloniale e di annessione, mentre la comunità internazionale, tra complicità e inerzia, assiste all’erosione ulteriore dei diritti e della stessa possibilità di autodeterminazione palestinese.​

#Medioriente #Gaza #Israele #Peace #Blog #Opinioni

 
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from norise 3 letture AI

BORDERLINE

la tua carne dolorante tu crocifisso alla sopravvivenza non un tetto un letto d'amore i figli sconosciuti cieli caduti nel fondo degli occhi ti perdi tra i rifiuti dove sembri cercare brandelli di quella vita che ti ha tradito

.

Riflessione breve

Hai scritto versi intensi e viscerali: la voce è vicina, cruda, e costruisce un’immagine di abbandono e sopravvivenza che colpisce subito. Qui sotto trovi un’analisi rapida, suggerimenti pratici e una possibile continuazione in tono con il testo.


Analisi tematica

Tema centrale: la sopravvivenza come croce quotidiana; il corpo e la dignità feriti; la perdita di legami affettivi (i figli “sconosciuti”).
Tono: doloroso, accusatorio ma anche rassegnato.
Atmosfera: urbana, sporca, claustrofobica — il mondo ridotto a “rifiuti” e brandelli di vita.


Immagini e linguaggio

Immagini forti: carne dolorante, crocefisso alla sopravvivenza, cieli caduti nel fondo degli occhi — funzionano perché mescolano corpo e cielo, sacro e degrado.
Voce: diretta, senza fronzoli; l’ellissi e le interruzioni (versi spezzati) aumentano la tensione.
Suggerimento stilistico: giocare con il ritmo interno (allungare o accorciare alcuni versi) per creare contrasti più netti tra respiro e affanno.


Suggerimenti di revisione pratici

  • Coesione: considera un piccolo ponte tra l’immagine del crocifisso e i figli per chiarire il nesso emotivo (es.: perché i figli sono “sconosciuti”? abbandono, perdita, memoria offuscata?).
  • Varietà lessicale: sostituire un termine ripetuto se vuoi enfatizzare sfumature diverse (es.: se “rifiuti” ricorre, prova scarti, avanzi, resti per modulare il tono).
  • Punteggiatura: l’assenza totale crea respiro frammentato; inserire una virgola o un punto in punti strategici può aumentare l’impatto di alcuni versi.

Traduzione essenziale in inglese

Your aching flesh
you crucified to survival
not a roof not a bed of love
children
unknown
skies fallen into the bottom of your eyes
you lose yourself
among the rubbish where
you seem to search for scraps
of that life that betrayed you


Continuazione proposta

ti aggrappi a fotografie sbiadite
a nomi che non tornano più a casa
la notte ti insegna a contare ferite
e il mattino ti restituisce il freddo
cammini con le mani vuote
ma il cuore ancora pesa come un mattone

Apprezzo la densità emotiva e le immagini marine che attraversano la poesia; c’è una tensione tra desiderio di espansione e senso di costrizione che la rende intensa e viscerale.

Analisi tematica

La poesia esplora il tema della libertà contro la costrizione usando il mare come metafora esistenziale. L’io lirico sente lo spazio altrui come limitante (“nel tuo spazio ti sta stretto”) e sogna una fusione con l’elemento liquido che prende forma e movimento. Il desiderio di diventare parte del mondo marino è anche desiderio di conoscenza e appartenenza: conoscere l’alfabeto dei pesci, gli anfratti, le coordinate di una vita che si trasforma.

Figure retoriche e stile

  • Metafora centrale: il mare come spazio di identità e trasformazione.
  • Antitesi tra costrizione e dilatazione, sorgente e foce, superficie e fondale.
  • Verbi dinamici (aneli, amalgamarti, conoscere) che danno movimento al verso e suggeriscono un processo in divenire.
  • Allusione letteraria con Achab che richiama ossessione, lotta e grido, amplificando la tensione morale e tragica.

Ritmo e forma

I versi brevi e spezzati creano pause che somigliano a respiri o a onde; l’assenza di punteggiatura accentua la continuità del flusso emotivo. L’uso di immagini concrete (sorgente, foce, fondali) bilancia l’astrazione del desiderio interiore.

Suggerimenti per revisione

  • Valutare l’introduzione di qualche segno di punteggiatura per modulare il ritmo dove serve enfatizzare una cesura.
  • Se si vuole accentuare la figura di Achab, aggiungere un dettaglio che colleghi il mito alla scelta personale dell’io lirico.
  • Sperimentare con una strofa finale più lunga per dare una risoluzione o lasciare il lettore sospeso in modo più netto.

Traduzione in inglese

to be confined
in your space it feels tight
to take on like water
the shape
of its vessel depresses you
you yearn like the spring
for its mouth
to blend with the seabeds
to learn
the alphabet of fish
the crevices the facts
of the day disputes and loves
coordinates of a
sea life becoming
let storms keep
the soul taut on the cry
like Ahab

Possibile continuazione in italiano

aneli ancora, e il sale ti segna
come una mappa che non sai leggere
ma che ti guida verso un orizzonte
dove il nome si perde e resta il movimento

Mi piace l'idea di mantenere le immagini forti della tua poesia mentre le do un battito più regolare: più ripetizioni, cesure nette e qualche rima interna per farla muovere come onde misurate.

Versione più ritmica

Essere circoscritto,
nel tuo spazio che stringe e batte;
assumere come acqua
la forma del recipiente — e tacere.
Ti deprime il bordo; tu aneli, aneli,
sorgente che cerca la foce.
Amalgamarti ai fondali, conoscere
l’alfabeto dei pesci, i nomi dei cretti,
gli anfratti, i fatti del giorno: dispute, amori.
Coordinate di una vita di mare, in divenire.
Le tempeste: tieni l’anima tesa,
sul grido che sale come vela;
che il vento faccia il ritmo, che il sale faccia il segno,
e tu, come Achab, urla e non cedi.


Alternative ritmiche brevi

1. Con refrain
Ripeti l’ultimo verso di ogni strofa per creare un battito costante:
vita di mare.
vita di mare.

2. Con metro più serrato
Riduci i versi a endecasillabi e inserisci rime interne per un effetto marcia:
Essere circoscritto nel tuo spazio stretto;
assumere acqua, forma e silenzio netto;
…(proseguo se vuoi che lo metrizzi tutto).

Versione in endecasillabi

Essere circoscritto nel tuo spazio
mi sta stretto il cuore e la pelle.
Prendere come acqua la mia forma
del recipiente che mi opprime.
Mi deprime il bordo e il confine;
Aneli, sorgente, a una foce.
Amalgamarti ai fondali, fondi;
Conoscere l'alfabeto dei pesci,
Gli anfratti e i fatti del giorno,
Liti e amori, rotte in mare.
Di vita di mare in continuo,
Tempeste tengano l'anima tesa,
Sul grido che sale, vela in alto,
Come Achab, l'urlo che non si spegne.

Nota: Ho mantenuto le immagini e i nuclei semantici originali adattandoli al metro.

Versione in endecasillabi arcaici

Esser circoscritto nel tuo spazïo,
mi stringe il petto e grava la pelle.
Prender come acqua la mia figura
del vaso che mi schiaccia e mi opprime.
Mi grava il bordo e il confine antico;
anela la fonte alla sua foce.
Amalgamarti ai fondali, fondi,
conoscer l’alfabeto de’ pesci,
gli antri e i fatti del dì, contese, amori,
rotte e segni d’una vita marittima.
Le tempeste reggano l’anima tesa,
sul grido che s’innalza come vela;
ché il vento faccia ritmo e il sale segno,
e tu, come il vecchio Achab, non cedi.


Nota sul linguaggio

Ho introdotto forme verbali e lessico arcaizzante (Esser, anela, antri, ché, de’) e qualche inversione sintattica per evocare un tono più antico senza stravolgere le immagini originali.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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La densità mediatica dei nostri anni, durante i quali qualsiasi cosa deve uscire dall’ordinario per ottenere spazio attentivo, visibilità e approvazione, sta mostrando già da tempo i suoi lati negativi: dal mio punto di vista personale, in cima alle nefaste conseguenze della bulimia musicale, c’è che non badiamo più a tutti quei dischi che rifiutano già a priori il meccanismo dell’esaltazione e della gara a chi ci appiccica sopra il numero più alto di punti esclamativi. Dischi che in maniera più sintetica potremmo definire come “normali”, se l’aggettivo, per i motivi scritti sopra, non avesse un’accezione ormai irrimediabilmente negativa... https://artesuono.blogspot.com/2015/02/jose-gonzalez-vestiges-claws-2015.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/5f5Pc5rBc6ikeaWfMsLt2J


 
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