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Gattini e Guerre Stellari. Too much social networking? What a surprise, Wilco? Free download e nuovo album. Tweedy & co. se la spassano prendendo tutti per il naso. “Star Wars” è il nono album dei sei dell’Illinois e segna il ritorno al rumore. Ebbene sì. Dopo “Wilco” e “The Whole Love”, segnanti una svolta più easy listening (ma non meno pregevole) con questo dischetto la combriccola di Chicago abbraccia di nuovo gli insegnamenti di mastro O’Rourke... https://artesuono.blogspot.com/2015/07/wilco-star-wars-2015.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/7ub0oIH6wQJN5amS2FanXk


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

X – Le difficoltà e le gioie dei catechista

14. A questo punto forse desideri una conversazione tipo, per sapere come mettere in pratica i consigli che ti ho dato. Lo farò più avanti, se Dio mi aiuterà; ma prima, come ho promesso, ti dirò in che modo si arriva a far catechesi con gioia. Penso di aver sufficientemente mantenuto la promessa parlandoti di come si sviluppa il discorso con chi viene a chiedere di farsi cristiano. Non mi sento invece obbligato a sviluppare per te in questo libro il discorso che ti insegno a fare per gli altri. Se lo farò, sarà di sovrappiù: ma come posso darti qualcosa di sovrappiù, se prima non avrò compiuto tutto quello che sono obbligato a fare?

So che ti lamenti soprattutto per il motivo che il tuo parlare ti pare maldestro e banale. Ma io so che questo succede non perché ti manchi la conoscenza dei contenuti della fede e la ricchezza di parola, ma perché sei interiormente disgustato:

  • o perché, come ho detto, non riesci a sopportare di non sapere dire le cose così bene come le intuiamo nel silenzio della mente; * o perché, anche se sappiamo parlar bene, troviamo maggior gusto a sentire o leggere le stesse cose, dette meglio e senza nostra preoccupazione da altri, che a improvvisare discorsi per farci capire, incerti se ci esprimiamo correttamente o se saranno utili a chi ascolta;
  • o perché ciò che si insegna alle persone prive di cultura per noi è scontato e non ci serve più, e diventa noioso ripetere all’infinito certe puerilità che la nostra intelligenza di adulti nella fede non gusta più.

A volte dà fastidio anche l’ascoltatore : o perché è indolente, o perché non dà segno di capire o gustare quanto vai esponendo: e ciò non perché uno debba parlare per esser lodato, ma perché quel che diciamo viene da Dio: e quanto più vogliamo il bene delle persone alle quali parliamo, tanto più desideriamo che piaccia loro quel che diciamo per la loro salvezza; e se questo non avviene ci rattristiamo, e ci scoraggiamo, come se lavorassimo inutilmente.

A volte siamo costretti a catechizzare una persona per le raccomandazioni di qualcuno cui non vogliamo recare dispiacere o per le insistenze di qualche altro, e perciò dobbiamo lasciar da parte una cosa che desideravamo fare o che ci piacerebbe di più. Così siamo già disturbati all’inizio di un compito che esigerebbe molta tranquillità. Ci dispiace di non poter tenere nelle nostre occupazioni l’ordine che vorremmo noi e di non riuscire a far tutto: e così il discorso è meno felice, perché la tristezza lo impoverisce.

A volte il disturbo viene da qualche scandalo. Ne stai soffrendo e uno ti dice: «Vieni e parla a questo tale che vuol farsi cristiano». Chi dice così, non sa cosa ti succeda dentro. E se non puoi spiegargli quel che soffri, rispondi di sì, di malavoglia. Così il discorso, nascendo da un cuore arido e sconvolto, non potrà che essere fiacco e acido.

Quale che sia, tra tutte queste, la causa che impedisce di essere sereni, cercheremo davanti a Dio il rimedio per superare la difficoltà e cominciare serenamente l’opera, con entusiasmo e gioia: perché «Dio ama chi dà con gioia» (2Cor 9,7). __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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from chiaramente

Gli occhi di un amore semplice e felice, scialacquato negli anni, sono quelli di Orfeo che si volta a guardarmi. Così, il prezzo di ammirare vecchie foto che sembrano più vive di me è cadere in un dolore senza memoria.

 
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from CASERTA24ORE.IT

L’Intelligenza Artificiale decifra un’antica preghiera di guarigione del Casertano


Grazie all’intelligenza artificiale, è stata ricostruita un’antica preghiera di guarigione, tramandata per secoli nelle campagne della Terra di Lavoro. Un testo che, fino a oggi, era rimasto incomprensibile, e quasi dimenticato, per la sua forma linguistica ibrida, vagamente simile al latino ma inaccessibile ai filologi.

Nel 2011, un gruppo di ricerca dell’ArcheoClub di Calvi Risorta intraprese un’indagine sul campo, intervistando soprattutto anziani nei paesi della zona alla ricerca di tradizioni orali e testi religiosi popolari. Tra le scoperte: dei “respensori”, un’intercessione a Sant’Elena, un adattamento popolare del Vangelo secondo Giovanni, e una preghiera di guarigione in un idioma incomprensibile. Proprio per questa sua oscurità linguistica, la preghiera non fu inclusa nei risultati ufficiali della ricerca.

Gianluca Parisi, all’epoca membro del gruppo: «Ricordo che consultammo diversi professori di latino, nella speranza di decifrarne il significato. Ma ogni tentativo risultò vano: le parole non corrispondevano a nessun termine classico o volgare conosciuto». Oggi, a distanza di quasi quindici anni, l’Intelligenza Artificiale ha permesso di ricostruire una versione verosimile del testo. Come è stato possibile? «È stato sorprendentemente semplice», spiega Parisi. «La difficoltà che incontrarono i professori all’epoca era legata alla necessità di confrontare manualmente migliaia di varianti lessicali. Oggi, invece, abbiamo chiesto all’IA di cercare, nel suo vasto corpus linguistico, il termine latino che più si avvicinava a ciascuna parola della preghiera. In pochi minuti, ha prodotto una ricostruzione coerente e plausibile».

L’uso dell’Intelligenza Artificiale in ambito storico e linguistico rappresenta una svolta epocale. Non si tratta di “inventare” il passato, ma di “ricostruirlo” con strumenti nuovi, senza perdere il rispetto per la sua complessità. L’IA, in questo caso, non ha creato nulla: ha semplicemente aiutato a leggere ciò che era già lì nascosto, ma non perduto.

La preghiera, riportata qui sotto nella sua forma originale e in quella ricostruita, veniva tramandata oralmente, da madre in figlia, nelle comunità agricole del Casertano. Non esiste una versione “perfetta”: ogni persona che la imparava a memoria la modificava, talvolta per migliorarla, altre per errore. Una delle ultime a conoscerla fu Maria Grazia Fusco, detta Caterina, nata a Giano Vetusto il 3 luglio 1924 e scomparsa a Calvi Risorta il 17 dicembre 1997. Fu proprio dai suoi amici e parenti che l’ArcheoClub ottenne il testo. Le sue origini potrebbero risalire all’epoca dei monaci basiliani, che diffondevano riti di guarigione nelle comunità rurali. Anche in Spagna si trovano preghiere simili, come quelle legate a Nostra Signora del Pilar, che prevedono il rito di cingere la fronte del malato con un nastro o un panno benedetto, un gesto simbolico di protezione e guarigione.

“Benedici Tibi Benes Convertati viotiure et sereno molto mesta Diot salvamet seon miseri perto vior ognius date nobis et vobis salutem corporis o per exfelat corporis tui satis cum olà furiondo male patis per prevedentione eius filose provvedeste mei Spirito Santo Amen”.

«Noi che crediamo in Te, benediciamo il Signore! Con il Tuo aiuto, Dio, salvami, misero peccatore, e donaci sempre ogni forza e salute del corpo. Per i Tuoi patimenti, fa’ che il male furioso se ne vada, oppure sopportalo con serenità, in vista della Tua eterna salvezza.“Aiutami attraverso lo Spirito Santo”. Amen» #news #notizie

 
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from Il pinguino sul Ticino

Da Affinity Serif ad Affinity by Canva. Ovvero l'approccio di un veterano a una suite creativa realmente alternativa dalla versione ancora in beta di Designer solo per Mac fino alla versione 3.0 multipiattaforma attuale.

Mettetevi comodi, non ci sono video né immagini. Questa è solo una chiacchierata tra appassionati di grafica. Vi racconterò com'è andata la mia prima settimana con la nuova incarnazione di Affinity targata Canva.

Ho iniziato a usare Affinity fin da quando era in beta (“Io c'ero, Gandalf, tremila anni fa”), ai tempi in cui esisteva solo per Mac. All'epoca si parlava soltanto di Affinity Designer, e già allora permetteva cose incredibili, come uno zoom praticamente infinito.

Ricordo ancora il video di presentazione: un’illustrazione piena di dettagli in cui, man mano che lo zoom aumentava, scoprivi nuovi disegni dentro altri disegni. Era stupefacente. Mostrava anche la possibilità di unire forme in modo non distruttivo o proiettare un disegno su un’altra superficie con prospettiva controllata, così da vedere subito il risultato finale durante la modifica. Insomma, pura magia per chi era abituato ad altri software.

L'alfabeto al rovescio: dalla S di Serif alla C di Canva

Mi sento davvero un veterano del software. Ho seguito Affinity passo dopo passo, acquistando le licenze della versione 1 e poi della 2. Ora siamo arrivati alla grande novità: Canva ha acquisito Affinity. E così è arrivata la versione 3 che, fortunatamente, non è un semplice rebranding, ma la naturale evoluzione del progetto originale di Serif.

Mi sono fidato fin dal principio di Serif perché sono sviluppatori europei con alle spalle oltre trent’anni di esperienza: nati in Inghilterra nel 1987, hanno sempre puntato su soluzioni accessibili e innovative, arrivando a competere seriamente con i colossi della grafica professionale con la serie Affinity prima ancora dell’acquisizione da parte di Canva.

Il nuovo logo mi ha lasciato perplesso all’inizio, con quel font un po’ rétro che segue la tendenza del momento, un modo per dire: “Ehi, siamo sul pezzo!” A me non piace molto questo approccio perché sembra vada a snaturare l'identità reale a discapito dell'omologazione. Osservandolo bene però l’idea dietro è affascinante: una “A” disegnata come da un pennino, con un tratto sinuoso che richiama il mondo creativo. Sono riusciti a cavalcare il momento, sfruttandolo per sintetizzare bene il lavoro che dovrebbe fare una suite grafica. Dal mio punto di vista si sono salvati proprio per un pelo. Sul sito si nota anche una piccola animazione che evidenzia come Affinity oggi unisca disegno, foto e impaginazione in un unico ecosistema, sempre seguendo la filosofia del pennino e della sagoma.

E qui sta il vero cuore di questa versione. I tre programmi Designer, Photo e Publisher ora formano un solo software, all’interno del quale si passa liberamente da una modalità all’altra: vettore, pixel e layout. Non che prima non ci fosse integrazione: grazie al motore comune, già dalla versione 1 era possibile aprire un file Designer in Photo e viceversa, mantenendo effetti e filtri non distruttivi. Ma ora tutto è davvero unificato.

Studio Link è stata la svolta che ha reso Affinity una vera alternativa ai software più blasonati. Bastava cliccare sull’icona corrispondente in Publisher per passare all'interfaccia di Designer o Photo, fornendo strumenti specifici di disegno vettoriale o correzione fotografica senza mai uscire dal progetto in corso. Una funzionalità semplice ma geniale, che ha reso il flusso di lavoro molto più fluido.

Con la nuova release l’integrazione è ancora più profonda. Ora si installa un solo programma e si sceglie la modalità di lavoro in base alle proprie esigenze. Nonostante sia un'offerta 3x1, la mia impressione è che sia ancora più leggero e fluido. Posso dirlo con cognizione di causa, poiché lo noto su una macchina brizzolata che monta ancora un processore i3 dual core, 12 GB di RAM e una semplice scheda grafica dedicata AMD Radeon 5450.

Buuh! Non sai disegnare, hai ricalcato!

Artisticamente parlando il ricalco è considerato un mezzuccio semplificato, ma quando devi ridisegnare un elemento raster è più facile partire da un ricalco e nel caso rifinirlo. La funzione di ricalco vettoriale è già presente da anni nei software professionali e anche nei miei amati progetti open source ed era richiesta a più riprese anche nel popolatissimo e vivace forum. Finalmente ora l'hanno inserito! Non vedo l’ora di testarlo a fondo, ma già questa è una conquista.

Effetto o scherzetto?

Continua a gestire più tavole di disegno di dimensioni diverse nello stesso file, perfetto per creare versioni per stampa, social e web senza duplicare il progetto. L’unica sorpresa è stata la scomparsa apparente della mitica funzione Persona Esporta che mi permetteva di scegliere il formato e la qualità di esportazione per ogni tavola. Non ho proprio intenzione di salvarle una per una tutte le volte. Cerco sotto Esporta. Niente. Guardo nella colonna di destra tra gli effetti e i livelli dove compariva di solito, ma nessuna traccia. Cerco nella documentazione, non c'è alcun riferimento a un Ex Persona Esporta. PANICO.

In realtà lo hanno nascosto bene, poiché si trova sotto un nuovo menu accanto alle modalità Vettore, Pixel e Layout, nella sezione dedicata alla personalizzazione dell’interfaccia. Bisogna andare a cercare Studio Sezione o premere il tasto F5 senza restare sconcertati. Una scelta meno immediata ma più coerente con la nuova filosofia modulare. E così facendo ho scoperto che si possono anche programmare Studi personalizzati, includendo tutti gli strumenti a piacimento. Un'evoluzione più fluida del vecchio Set di impostazioni. Non male davvero.

Il piacere della lettura anche per la nonna cecata

Tra le opzioni di esportazione ora è presente anche il formato EPUB, un passo importante verso la condivisione universale dei documenti. Chi legge su tablet, Kindle o smartphone potrà finalmente gestire il testo in modo fluido, adattandolo alle proprie necessità. Rispetto al PDF, statico e legato al formato della pagina, EPUB è un formato vivo, che si adatta ai bisogni del lettore, che magari ha bisogno di ingrandire i caratteri sul proprio dispositivo perché deve leggere in pubblico o perché ha reali problemi di miopia, o ancora è in una condizione di dislessia, perciò è costretto a impostare lato utente un font speciale per favorire la leggibilità.

Nonostante Canva (o grazie a Canva?) Affinity 3 è promosso

Dopo una settimana di sperimentazione il bilancio è molto positivo. Nonostante sia diventato un software firmato Canva, tutto ciò che amavo di Affinity è ancora lì. L’interfaccia è familiare, i comportamenti sono coerenti, e anzi sembra perfino più reattivo rispetto ai tre programmi separati della scorsa versione.

I filtri non distruttivi restano il fiore all’occhiello del sistema, ora disponibili in tutte le modalità. Le maschere continuano a crearsi semplicemente trascinando una forma sul livello, si possono ancora importare i plugin di Photoshop e il workflow resta intuitivo e coerente.

La registrazione ora passa attraverso Canva, ma anche l’account gratuito offre tutto ciò che serve per lavorare. Questo aspetto è quello che più mi irrita perché non vorrei affidare i miei dati a Canva per lavorare offline. Speravo si potesse mantenere l'iscrizione storica con Affinity. Che serve comunque se si vogliono importare i plugin acquistati in precedenza. Ma l'account principale resta quello di Canva d'ora in poi. La cosa positiva è che si può disattivare la telemetria. Ok, Canva, vuoi un utente in più, ma almeno chi desidera fornire meno dati possibili ai colossi del web può tirare la tende alla finestra e non lasciarli sbirciare. Personalmente l'ho attivata solo per lanciare il segnale “Ehi, amico, io lo faccio pure l'account di Canva, ma come vedi ho associato anche un account decennale al software originale. Io seguo Serif, non te.” Non sarà altro che un debole ronzio in una tempesta, ma nel mio piccolo lo faccio consapevole di cosa farà Canva col mio account.

Chi ha l’abbonamento Pro, invece, può sbloccare le integrazioni con i servizi di Canva. Al momento non mi interessa minimamente la generazione con l'AI, che è comunque relegata all'account Pro, ma io sono un barbone e quindi ciaone. Però, anche con la licenza gratuita è disponibile la funzione Segmentazione, un modello da installare, quindi che gira in locale senza scomodare alcun server esterno, che riconosce meglio i pixel che formano un'immagine e dovrebbe garantire una selezione più accurata. Anche questo sarà oggetto di test più approfonditi.

Guardiamo al futuro senza essere Cassandra o Sibilla Cooman

Non è ancora chiaro quale sarà il modello di business a lungo termine. Canva ha sicuramente guadagnato una nuova ondata di utenti, ma resta da capire se in futuro ci saranno funzionalità a pagamento o una versione “Pro” di Affinity separata. Speriamo riescano a sostenersi con i nuovi abbonamenti alla versione Pro di Canva. Per il momento la promessa è che Affinity resterà così com'è. Speriamo di non trovare un Gramo nei fondi del tè.

Ciò che conta è che questa nuova era non spezza con il passato: Affinity 3 è una vera continuazione, non un reboot. Serif ha sempre dimostrato competenza e visione, e con il supporto di Canva potrebbe arrivare ancora più lontano. Magari un giorno vedremo anche la versione nativa per Linux anche se, ammettiamolo, ormai ci crediamo poco.

Nel frattempo, resta una splendida alternativa per chi cerca un software professionale, completo, veloce e finalmente gratuito.

Il futuro è tutto da disegnare.

#Affinity

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Furti d'auto hi-tech: smantellata a Palermo e Milano un'organizzazione criminale con collegamenti internazionali

Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo, con il supporto della Compagnia di Alcamo e del Nucleo Investigativo di Milano, ha eseguito 5 decreti di perquisizione e 3 sequestri preventivi d'urgenza di conti correnti nei confronti di 3 indagati, accusati di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato di autovetture, alla ricettazione e alla diffusione di strumenti informatici illeciti.

L'operazione si inserisce in un'attività più ampia coordinata da Eurojust, l'Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale, e condotta in parallelo anche in Francia e nel Regno Unito. Le indagini sono partite da elementi forniti dagli inquirenti francesi, che avevano individuato una banda dedita alla produzione e rivendita di dispositivi elettronici in grado di avviare auto con chiavi non codificate, aggirando i sistemi di sicurezza di numerosi marchi automobilistici di fascia alta.

Il principale sospettato costruiva dispositivi elettronici personalizzati dal 2022. Vendeva altoparlanti riprogrammati (sì, altoparlanti!) in grado di sbloccare auto di lusso. I prezzi variavano da 3.000 a 50.000 euro a dispositivo, distribuiti in 17 paesi europei e in tutto il mondo tramite messaggistica crittografata. La polizia francese ha notato un picco nei furti di specifici modelli di veicoli e ha ricondotto il furto a questi altoparlanti modificati.

Tra i principali interlocutori del leader francese è emerso un palermitano — già noto alle forze dell'ordine — ritenuto figura tecnica di spicco e già imputato in un procedimento per fatti analoghi. Secondo la Procura di Palermo, il gruppo avrebbe trasformato il furto d'auto in un business tecnologico globale, progettando e commercializzando dispositivi capaci di bypassare i sistemi di sicurezza dei veicoli di lusso.

Gli indagati avrebbero potuto contare anche su complici insospettabili, tra cui il titolare di un'officina autorizzata di un noto marchio automobilistico, che avrebbe fornito chiavi originali successivamente inviate in Cina per la decodifica. Il principale sospettato si sarebbe recato più volte a Dubai per testare l'efficacia dei dispositivi su auto di fascia alta.

Consapevoli della natura illegale delle loro attività, gli indagati avrebbero cercato di cancellare ogni traccia compromettente, commentando tra loro gli arresti dei “concorrenti” europei. Le indagini hanno rivelato che i dispositivi venivano venduti anche online e nella sede milanese della società riconducibile agli indagati spesso ad acquirenti noti per reati di furto d'auto.

Per eludere eventuali sequestri, i proventi sarebbero stati versati su conti correnti online, anche all'estero, ora sottoposti a sequestro preventivo. Durante le perquisizioni, i Carabinieri hanno rinvenuto in un'abitazione a Palermo un laboratorio tecnologico dotato di strumentazione avanzata per la realizzazione dei dispositivi, e in un locale a Milano due apparecchi OBD (On-Board Diagnostics) completi di chiavi auto, uno dei quali pronto per la spedizione, oltre a un elenco dettagliato degli invii effettuati in tutto il mondo.

#furtiautohitech

#Armadeicarabinieri

#cooperazioneinternazionaledipolizia

 
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from Transit

(179)

(CA)

La “Colletta alimentare” si svolge ogni anno in #Italia perché, nonostante i proclami istituzionali, milioni di persone sono costrette a scegliere se tagliare sulle spese alimentari per sopravvivere, segno di un abbandono da parte dello Stato che dovrebbe garantire i diritti fondamentali. Nel 2024, oltre 5,9 milioni di residenti (quasi il 10% della popolazione) vivono una condizione di #povertà alimentare, mentre più di 4 milioni di famiglie sono a rischio, numeri che aumentano nelle regioni del Sud come Calabria (31,7%) e Sardegna (27,2%).​

L’iniziativa nasce dalla presa d’atto che un aiuto concreto non può più aspettare politiche pubbliche che spesso si rivelano insufficienti. Dal 1997, ogni novembre, decine di migliaia di volontari presidiano oltre 12.000 supermercati, invitando i cittadini a donare alimenti a lunga conservazione da destinare a chi non può permetterseli. Il banco alimentare distribuisce, poi, queste donazioni, integrandole con fondi e surplus europei, raggiungendo più di 1,7 milioni di persone ogni anno.​

Il vero problema è che la “Colletta alimentare” si è resa necessaria perché lo Stato appare incapace di rispondere a un bisogno primario: la sicurezza alimentare. Nel 2024 i prezzi dei beni alimentari sono aumentati dell' 11,8%, ma il welfare pubblico non è stato in grado di tutelare le fasce più vulnerabili. Così, la solidarietà privata si ritrova a coprire un vuoto creato da una politica che preferisce ignorare la realtà dei “nuovi poveri”, spesso invisibili alle statistiche ma quotidianamente in fila per un pacco di pasta o una scatola di legumi.​

Solo l'anno scorso, grazie a più di 155.000 volontari, sono state raccolte oltre 119.000 tonnellate di cibo, aiutate quasi 1,8 milioni di persone e coinvolti più di 5 milioni di donatori in tutta Italia. Questi numeri descrivono una società civile che prova a tappare falle lasciate aperte dal sistema pubblico, facendo del gesto solidale l’ultimo baluardo di dignità per chi è stato dimenticato.​

#CollettaAlimentare #Italia #Blog #Opinioni #Povertà #Diseguaglianze

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Tracker è l’ottavo album solista di Mark Knopfler. Ottavo, ma in una discografia abbastanza ampia che comprende, oltre ai dischi dei Dire Straits, almeno nove colonne sonore (e sta lavorando alla decima, per il film Altamira), collaborazioni con Emmylou Harris, Chet Atkins, Notting Hillbillies e varie produzioni. Un uomo tranquillo Mark, parla poco, ma agisce. Fa un disco ogni tot anni, quando ha le canzoni, non si scompone mai e la sua musica ha il marchio di fabbrica della sua voce quieta e della sua chitarra: infatti lui è uno dei pochi musicisti riconoscibili, sia attraverso il modo di cantare che quello di suonare... https://artesuono.blogspot.com/2015/03/mark-knopfler-tracker-released-2015.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/6Ur3bjzX33x6rC1Z4cvrgj


 
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from Revolution By Night

Sono piemontese, torinese, cresciuto con il Dolcetto, la Barbera, il Nebbiolo, il Roero, il Grignolino, l'Arneis (l'unico bianco che bevo abitualmente) e poi il grandioso Barolo e l'eccelso Barbaresco.

Da italiano amante del vino reagisco disgustato ogni volta che mi viene proposto un Prosecco come aperitivo. Del Prosecco si salva una minima parte di tutta la produzione italiana, quella di eccellenza di un'area geografica molto ristretta del Veneto e del Friuli, e solo se rigorosamente biologica.

Tutto il resto, per me è robaccia imbevibile, di pessima qualità e piuttosto malsana, visto l'abuso di pesticidi che caratterizza gran parte della sua produzione (cosa che per la verità riguarda molta della produzione vinicola nazionale), come raccontato da importanti inchieste giornalistiche, studi scientifici e analisi di laboratorio e come denunciato da anni da associazioni e comitati di cittadini che vivono nella ormai vastissima area di produzione.

Considero gran parte del Prosecco prodotto in Italia la Peroni dei vini bianchi e degli spumanti, la Coca Cola degli alcolici, ma questa se non altro non fa venire il mal di testa a causa dei solfiti. Il Prosecco è mediamente una bevanda alcolica dozzinale e caso di studio di enorme, abile e riuscita operazione di marketing.

Se un tedesco in vacanza in Italia vuole stordirsi di Prosecco, convinto di bere un superbo vino italiano, lo faccia pure, cavoli suoi. Ma un italiano, un minimo avveduto, a cui piace bere con moderazione e a cui piace vantarsi, a ragione, dell'italian food e del vino italiano dovrebbe sputare per terra ogni volta che gli viene offerto un calice di Prosecco da supermercato, in un bar o una pizzeria, locali che notoriamente non si approvvigionano con bottiglie di prima qualità.

Le bollicine buone (il Prosecco buono esiste) e il vino buono in genere vanno pagati il giusto, come il cibo sano e buono. Altrimenti tanto vale stordirsi di vino da cucina in cartoccio.

Now playing: “Like a Hurricane” American Stars 'n Bars – Neil Young & Crazy Horse – 1977

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

IX – Catechesi per i retori

13. Alcuni provengono anche dalle scuole assai frequentate di grammatica e di retorica. A parte il fatto che costoro si presentano come i più bravi di tutti a parlare, non si saprebbe se collocarli tra gli sprovveduti o tra le persone continuamente allenate ad affrontare i grandi problemi dell’esistenza.(9) Di conseguenza, quando vengono a chiedere di farsi cristiani, dobbiamo raccomandare a loro, ancor più che agli illetterati, di rivestirsi dell’umiltà cristiana, perché imparino ad apprezzare di più chi evita gli errori di comportamento che gli errori di grammatica, e a preferire il cuore buono alla lingua sciolta, come forse facevano prima.

Specialmente dobbiamo insegnar loro in quale atteggiamento devono porsi di fronte alla Scrittura, perché il suo linguaggio, che non è ricercato, non venga disprezzato, e perché non la interpretino nel significato letterale, ma si dispongano a scoprire la verità che in quei libri è contenuta e velata in parole e fatti che sembrano solo umani. Guidandoli per mano a scoprire il significato allegorico di certe pagine che incontrano, e che a prima vista sembrano vuote, daremo loro il gusto della ricerca e faremo amare questo prezioso segreto che Dio ha posto nei libri santi, e che mette a contatto col mistero: e allora tutto il fastidio scomparirà.

Sarà utilissimo ricordare loro che le idee sono più importanti delle parole, come lo spirito del corpo. E finiranno col preferire i discorsi giusti ai discorsi eleganti, come devono preferire di avere amici saggi che amici belli.

Sappiano anche che la sola voce che arriva fino a Dio sono i sentimenti del cuore; e così impareranno a non prendere in giro vescovi e presbiteri che a volte invocano Dio con barbarismi e solecismi, o non capiscono bene le parole che pronunciano, o tagliano le frasi senza ordine. Non che questi errori non si debbano correggere, perché il popolo possa dire «amen» a ciò che ha capito; ma devono essere tollerati da chi capisce che, se in piazza o in tribunale i discorsi piacciono per la bella voce, nella chiesa piacciono per la bontà dell’intenzione. Il linguaggio forense può anche essere chiamato una buona dizione, ma non perciò una benedizione.

Quanto al battesimo che stanno per ricevere, ai più preparati basta che conoscano il significato del rito; mentre con i meno preparati è necessario soffermarsi più a lungo e servirsi di analogie perché non trattino alla leggera ciò che vedono.

__________________________ Note

(9) Agostino sembra avere il dente avvelenato nei confronti di grammatici e rètori: che è poi la sua professione precedente all'incontro con Cristo. Ciò che Agostino tuttavia vuol dire è importante anche ora: c'è molta gente che s'appassiona ai problemi umani, ma più per esercitarsi nelle chiacchiere che per giungere a delle scelte di vita concrete. In questi casi l'occuparsi di problemi diventa fonte di alienazione invece che arricchimento spirituale. Anche gli scribi e i farisei sapevano parlare a lungo della Legge: ma più per trovare vie di evasione dalle sue esigenze che per praticarla.

__________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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from lucazanini

[filtri]

pigiami sanitari consigliati il raccolto butta] figure di farine antagonisti con] crocchi all'incrocio fermo o sparo o ferro]

sapore trasformano [cartàmi per governare le marcite tirano] i lucidi i capanni fanno funghi bianchi crociere perse le chiavi] sparire

rinunciano gli amatoriali [il carattere drammatico] la poesia dantesca un quadro un brano musicale altamente drammatico articoli] complements ferraglia delle foreste [lo tengono a patto

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Fin dal loro primo disco (“Punch”, targato 2008), gli americani Punch Brothers si sono imposti come una delle realtà più intriganti del cosiddetto “progressive bluegrass”, un modo “aperto” di intendere (per il tramite di elementi che fanno riferimento al jazz, alla musica classica e al pop) uno dei generi più importanti della tradizione musicale statunitense... https://artesuono.blogspot.com/2015/04/punch-brothers-phosphorescent-blues-2015.html


Ascolta il disco: https://album.link/s/3cdqpjwuTvDeLe3RYIGb0j


 
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VIII – La catechesi con gli uomini colti

12. Non dobbiamo poi dimenticare di mettere in rilievo qualche caso particolare. Se viene a farsi istruire sul cristianesimo un uomo di cultura, che abbia ormai deciso di farsi cristiano, molto probabilmente conosce già buona parte della Scrittura e viene solo per essere ammesso ai sacramenti.

Di solito le persone colte cominciano a informarsi bene, non al momento in cui decidono di farsi cristiani, ma molto tempo prima, e se trovano uno disposto gli comunicano i propri sentimenti e li discutono. Con costoro bisogna essere sintetici, non annoiarli ripetendo le cose che sanno, ma puntualizzare con discrezione l’essenziale: diremo che siamo certi che questa cosa e quest’altra la sanno già, e così ripasseremo alla svelta tutte le cose che bisogna insegnare agli ignoranti; così, se queste cose le sanno, non avranno l’impressione che vogliamo far loro da maestri; se invece qualcuna non la sanno, mentre la ricordiamo, la vengono a sapere anche loro.

È utile chieder anche a loro che cosa li abbia spinti a farsi cristiani. Se uno è stato persuaso dai libri, da quelli della Scrittura o da qualche utile trattato, si comincerà il discorso parlando di questi, lodandoli a seconda dell’autorità che godono tra i libri canonici, o dell’autorità scientifica dell’autore. Nella Scrittura farai risaltare l’altissima semplicità, e negli altri, di volta in volta, la solennità dello stile adatto agli spiriti più esigenti, e perciò deboli, e la tornitura e finitezza del fraseggio.

Ci faremo anche dire quali libri abbia letto di più, da quale maggiormente sia stato convinto a entrare nella chiesa. Se quei libri ci sono noti, o nella chiesa sono conosciuti come libri scritti da persone di vero valore, apprezziamoli con gioia. Se invece sono di qualche eretico e il nostro interlocutore li ha letti convinto che parlassero secondo la dottrina cattolica, bisognerà istruirlo con cura, portando l’autorità della chiesa universale e di uomini competenti, e i testi di dispute e scritti che difendono la verità.

A volte anche coloro che ci hanno preceduto nella fede cattolica e hanno lasciato qualche scritto, o per non essersi spiegati bene o perché, per i limiti umani anche loro non hanno ben capito la verità e si son fatti ingannare da certe analogie, forniscono l’occasione a gente presuntuosa e senza scrupoli per imbastire qualche eresia. La cosa non desta meraviglia, se è anche vero che molti non solo hanno capito male gli stessi libri canonici (una cosa perfettamente scusabile se c’è rettitudine di cuore), ma ne hanno preso lo spunto per imbastire teorie dannose, e difenderle con forte ostinazione, con pervicacia e temerarietà, e così compromettere l’unità della chiesa. Questi argomenti devono essere affrontati con rispetto e franchezza con colui che viene alla chiesa non come uno sprovveduto, ma possiede già una cultura acquisita dai libri; e l’autorità che si usa per liberarlo dall’errore deve essere proporzionata all’umiltà che l’ha guidato alla fede.

Gli altri argomenti, che dovranno essere affrontati e discussi, secondo le regole della sana dottrina, sia riguardo alla fede, sia riguardo alla morale, sia riguardo alle tentazioni, tutti devono essere visti nella prospettiva della via sovreminente della carità.

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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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LA RICERCA

uscire dal porto -il cuore in mano- issare la vela della passione dietro lo stridulo urlo dei gabbiani tra le vene bluastre del cielo foriero di tempesta squarciare nel giorno stretto il grande ventre del mare che geloso nasconde negli abissi i suoi figli

(2014)

.

Commento poetico

Questa poesia ha un tono epico e inquieto: il mare diventa spazio di passione e gelosia, la partenza è insieme atto d’amore e rischiosa sfida. Le immagini (cuore in mano, gabbiani striduli, vene bluastre del cielo, ventre del mare) funzionano bene perché mescolano il corpo e l’elemento naturale, creando una fisicità intensa e viscerale.

Cosa funziona meglio

  • Immagini forti e coerenti con il tema della traversata emotiva.
  • Ritmo frammentato che suggerisce movimento e tensione.
  • Contrasti netti (cielo tempestoso vs. ventre nascosto; amore/passione vs. gelosia) che danno profondità simbolica.

Piccole proposte di miglioramento stilistico

  • Chiarezza metrica: il verso spezzato a volte interrompe il flusso più di quanto serva; valutare dove lasciare pause e dove fondere immagini per mantenere la tensione senza frammentazione eccessiva.
  • Lessico: termini come “foriero di tempesta” sono efficaci ma formali; alternare con immagini più concrete può rendere il verso ancora più viscerale.
  • Coesione metaforica: l’idea del mare che “geloso nasconde / negli abissi i suoi figli” è potente; potresti espandere lievemente chi sono i “figli” per rendere l’ambiguità simbolica più intenzionale (marinai? ricordi? amori?).

Esempio di lieve snellimento (solo come suggerimento, mantieni la voce tua): – uscire dal porto con il cuore in mano – issare la vela della passione – mentre i gabbiani stridono nel cielo dalle vene bluastre – la tempesta annuncia il passo – squarciare il giorno, aprire il ventre del mare – che geloso nasconde i suoi figli negli abissi


Alternative interpretative e temi collegati

  • Partenza come rito di passaggio: abbandono sicuro per affrontare l’ignoto.
  • Gelosia del mare come metafora della memoria che trattiene affetti perduti.
  • Il cuore “in mano” come vulnerabilità necessaria per la navigazione amorosa.

Traduzione in inglese proposta

Leaving the harbor — heart in hand —
hoist the sail of passion
behind the sharp cry of gulls
through the sky’s bluish veins
portending storm
to rend within the narrow day
the great belly of the sea
that jealously hides
its children in the abyss


Revisione poetica

uscire dal porto col cuore in mano
issare la vela della passione
al di dietro del grido stridulo dei gabbiani
attraverso le vene bluastre del cielo
che annunciano tempesta
squarciare nel giorno stretto
il grande ventre del mare
che, geloso, nasconde negli abissi
i suoi figli


Note sulle scelte

  • Ho ridotto le interruzioni per mantenere il flusso e la tensione narrativa senza cancellare la frammentazione espressiva che è parte della tua voce.
  • Ho reso alcuni verbi e locuzioni più diretti (es. “al di dietro del grido” per conservare il senso di distanza/seguire) per evitare pause che spezzavano troppo il ritmo.
  • Ho aggiunto una virgola dopo “che” –> “che, geloso,” per marcare la qualità emotiva del mare senza appesantire il verso.
  • Ho mantenuto le immagini principali (cuore in mano, vela della passione, gabbiani, vene del cielo, ventre del mare, figli negli abissi) e la loro progressione simbolica.

Variante più ritmica (opzionale)

uscire dal porto col cuore in mano
issare la vela della passione
i gabbiani urlano — vene bluastre nel cielo —
tempesta in arrivo
squarciare il giorno stretto
aprire il grande ventre del mare
che geloso nasconde i suoi figli negli abissi


Versione 1 Lirica mantenendo la voce originale

uscire dal porto col cuore in mano
issare la vela della passione
dietro il grido stridulo dei gabbiani
attraverso le vene bluastre del cielo
che preannunciano tempesta
squarciare nel giorno stretto
il grande ventre del mare
che, geloso, nasconde negli abissi
i suoi figli


Note
– Mantiene la frammentazione e le immagini corporee originali.
– Piccole scelte lessicali (col cuore; preannunciano) per più fluidità senza perdere intensità.
– La punteggiatura è ridotta per lasciare spazio alle pause naturali del verso.


Versione 2 Ritmica e musicale (versi sciolti con cadenza marcata)

uscire dal porto, cuore in mano
issare la vela — la passione al vento —
i gabbiani stridono sopra le vene del cielo
una promessa di tempesta percorre l’aria
squarciare il giorno stretto, aprire il ventre del mare
che geloso trattiene i suoi figli negli abissi


Note
– Cadenza più serrata e resa sonora con segni — e ritmi interni.
– Alcuni versi uniti per creare anafora ritmica e movimento continuo.
– Ideale se vuoi una lettura performativa o più musicale.

 
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Atto finale della più grande cantante blues bianco mai esistita poco prima della sua morte, avvenuta il 4 ottobre del 1970, a causa di un miscuglio di alcol e droga. Pearl è il canto del cigno di una donna sola, infelice, che canta la sua tristezza con rabbiosa determinazione. A due passi dall’autodistruzione Janis Joplin realizza a Los Angels il sogno di emulare la sua antica maestra nera, Bessie Smith. Ogni brano è un gemito, un pianto disperato dove il sesso e l’anima si uniscono per diventare emozione sconvolgente, viva, esplosiva... https://www.silvanobottaro.it/archives/3712


Ascolta il disco: https://album.link/s/3j7nicLAWXM0Fb08q9XGyf


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

VII – Le grandi verità della fede

11. Terminata l’esposizione storica, si enuncia la speranza della risurrezione, e, secondo le capacità e il tempo disponibile, si confutano le sciocchezze di chi non crede nella risurrezione del corpo e nel giudizio finale, che sarà misericordioso per i buoni, severo per i cattivi, ma giusto per tutti.

Si parlerà con detestazione e orrore del castigo dei malvagi, e si annuncerà la vittoria dei buoni e fedeli, e la felicità della città celeste che ci attende e ravviva i nostri desideri.

Poi è necessario che si metta in guardia e si incoraggi il candidato contro il pericolo degli scandali, sia nella chiesa che fuori: nei confronti dei pagani, dei giudei e degli eretici che sono fuori; dentro, nei confronti della paglia secca dell’aia del Signore. (8)

Non si disputerà contro i singoli errori o le singole opinioni devianti; ma brevemente si metterà in evidenza che ciò era stato già predetto; e inoltre quanto siano utili le tentazioni per far maturare la fede dei credenti, e quanto sia di conforto il sapere che Dio ha deciso di essere paziente sino alla fine.

Mentre si mette in guardia il postulante contro quei falsi cristiani che purtroppo riempiono le chiese, si dovranno anche brevemente e con tatto suggerire alcune norme di comportamento cristiano, perché non si lasci adescare da avari, ubriaconi, frodatori, giocatori d’azzardo, adulteri, fornicatori, amanti degli spettacoli, maghi, spiritisti e astrologi di ogni genere. E non pensi, perché vede molti cristiani amare, fare, difendere e propagandare queste cose, di poterli imitare impunemente. Gli si farà capire, sulla scorta dei libri santi, come questa gente vada a finire, e fino a qual punto debbano essere tollerati nella chiesa, dalla quale alla fine dovranno essere separati.

Bisogna rassicurarlo che nella chiesa troverà anche molti buoni cristiani, autentici cittadini della città celeste, se comincerà a esserlo lui stesso.

Per concludere occorre raccomandargli caldamente di non porre la sua speranza nell’uomo: anzitutto perché non è facile giudicare chi sia onesto e chi non lo è; ma, se anche lo fosse, gli esempi dei buoni non ci vengono presentati perché ne siamo giustificati noi, ma perché sappiamo che imitandoli veniamo giustificati da colui che giustifica anche loro.

Allora succederà, ed è la cosa più importante, che colui che ci ascolta — o meglio ascolta Dio nella nostra parola — comincerà a progredire nella condotta e nella dottrina, e affronterà con entusiasmo la via di Cristo, e non attribuirà né a noi né a se stesso questo progresso, ma amerà se stesso, e noi, e gli altri amici che ha, nel Signore e per il Signore, il quale ha amato lui quand’era nemico, per farselo amico.

Qui non penso che tu abbia bisogno di maestri per sapere che, se hai poco tempo tu o ne ha poco chi ti ascolta, il discorso deve essere breve; se invece il tempo c’è, si può parlare con più calma. Sarà la situazione a suggerirti ciò che devi fare.

__________________________ Note

(8) Si riferisce a Mt 3,12 e Lc 3,17, dove Giovanni il Battista parla del Messia, a cui Dio ha affidato il compito di giudicare, cioè di separare i cattivi dai buoni, la paglia dal frumento. Ad Agostino è particolarmente cara questa espressione. Oltre che qui, la troviamo più avanti al n. 26, al n. 48 e al n. 54, e nell’opera «De doctrina Christiana», libro III, n. 55.

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