[mine antiuomo]
E noi andando incontro al fronte, non abbiamo più potuto ritornar a casa con velocità. Perchè era tutto minato. Le mine erano piantate come il tabacco. Una qui, una qui, tutte proprio precise con dei fili venivano piantate. Per terra. E poi c’erano le mine, quelle rotonde così, per i carri armati. Perciò era tutto minato. Tutto... una certa zona.
[...] Poi ci son quelli che ha fatto dei soldi, poi ci son quelli che son morti perchè han cominciato a sminare per andare a prendere il granturco, per sfamarsi, per andare a prendere il granturco e il grano perché c’era ancora nei campi. Hanno lasciato tutto lì i contadini, sono dovuti andare via. E la gente è andata a sminare. Dicevano che lo sapevano fare.
Ogni tanto: “bum... bum”. O abbaiava un cane. Oppure “oddio, oddio!”. Si sentiva da noi lassù. “Un’altra, ostia, un'altra”.
La mia cugina poverina. Lei non è andata per sminare. Veniva da noi e s’è schiantata la gamba quassù. Per carità; tutte le mine di gambe, delle gambe. Noi le chiamavamo le mine dalle gambe perché con cinque chili scoppiava la mina. Perciò se il coniglio pesava cinque chili... Perché poi tutti i contadini han lasciato tutte le bestie fuori: galline, polli, non se li potevano portare dietro.
Queste bestie erano diventate selvatiche: i conigli erano diventate come le lepri. Allora il coniglio salta in aria. Anche il cane no? Come ha fatto il salto, il salto pesava cinque chili, scoppiava la mina. Tutto il giorno sembrava un bombardamento. Lo sai tu? Lì in quei campi giù da noi.
Quant’è successo alla mia cugina, alla Renatina, povera cocca, è scoppiata questa mina. Io ero nella porta di casa così. Dico “Iessu Madonna!” “Mamma – dico – oddio, è scoppiata una mina se sente uno che si lamenta”. “Oh...”. Sentivo la voce, no?
“Oddio chi sarà, oh... Madonna”. Mamma faceva la sfoglia, a tavola, no? Viene su uno, Ottavio, che viveva in casa di mia cugina, viene su, non chiama noi. Che la nostra era proprio la prima casa lungo la stradina che veniva su. Chiama tutti gli altri. “Vico! Dolfo!” chiamava loro, chiamava. Allora io gli chiedo “Cos’è successo Ottavio?”. E lui s’è fermat di spalle, poi m’ha detto “No, non so, c’è una fiolina del Rì”. Di Rio Salso. “C’è una fiolina del Rio Salso. Madonna è scoppiata una mina -dice- è lì, vicina...”.
Dice, dice, grida... Gli chiedo “Ma dì chi è, chi è?”. “Una del Rio”. Invece non era di Rio Salso. Era del Borgomassano e lui l’aveva riconosciuta.
Allora siamo corse giù, ma noi non potevamo scendere direttamente. Abbiam dovuto fare un giro, dove era sminato. Siam passati di qua, la nonna è rimasta, la mamma mia, è rimasta in cima lì. E vedeva tutto, perchè dalla cima tu vedevi tutto sotto, no? E lei ha sentito urlare. Lei ha capito subito chi era perchè dalla voce l’ha sentita. Noi avevamo fatto tutto il giro di là e finché non siamo arrivate. Io avevo in pancia Paolo, tuo padre, avevo Paolo di cinque mesi, mica niente. Sono andata.
[…]
È andata giù, s’è seduta, con la gamba qui, l’osso. L’osso... non aveva più i piedi, non c’aveva niente. C’aveva tutti i brandelli della carne del polpaccio no? E si è seduta sulle macerie della casa di questo contadino. E in quel momento veniva su un ragazzo con uno zaino nella spalle. È venuto su fino a lì, s’e fermato. Perchè poi da questa parte, dove era minato, c’eran delle strisce di tela bianche. Che voleva dire era pericolo, non si poteva andare di là.
Questo soldato, era un militare, era partito, era venuto via, s’era imboscato, era venuto via dal fronte. Piano piano, andava a casa a piedi, stava a Macerata Marche. Erano mesi che era per strada. Tutto furtivo per non farsi vedere dai tedeschi ne lì, ne qua; capisci?
È arrivato lì: quando ha visto ‘sta fiola! Che lei gridava tutta nera. Lei era tutta nuda. C’era un pezzo di straccio che la copriva appena, non so se la canottiera, un pezzetino dei vestito...
Basta! Non c’aveva altro. Uno straccio giù così, lei tutta nuda, tutta nera. La faccia, tutta nera. Aveva gli occhi azzurri.
Allora noi altri siamo andati giù. Questo uomo ha fatto così: scavalca la tela. E lei gli dice “Non venite, non venite che morite anche voi! È tutto minato! Quei disgraziati di quei tedeschi, quei vigliacchi di quei tedeschi”.
Allora lui ha fatto dietrofront, ha fatto dietrofront. Poi ci ha ripensato. “No, non venite!” lei continuava a dire, “no!”.
Cos’ha fatto: ha buttato via lo zaino così. Avrà detto: “Quel che deve succedere succederà”.Mi viene ancora da piangere
È andato su, l’ha presa in braccio così, l’ha portata giù, l’ha messa nell’altra cunetta di là, no? L’ha stesa lì. Come siamo arrivati noi, lei era seduta lì. Mio padre quando l’ha vista...
Io non l’ho riconosciuta. Io vedevo una robina nera lì, non sapevo. Il nonno com’è arrivato lì, ha incominciato a piangere. Prende un pezzo di questo telo, di queste fasce, e le lega la gamba, in alto, le lega la gamba. Ma poveretta, venivano giù gocce di sangue nero come il carbone. Nero veniva giù no. Io venivo su così e lei mi dice: “Ehhh Dio Dio!”. E io mi chiedevo: ‘Ma chi è?’. E lei si è girata verso di me e mi ha detto “Sorellina mia!”.
Perchè a questa sta bambina era morta la mamma, l’abbiamo tenuta noi.“Sorellina mia hai visto come mi hanno ridotta i Tedeschi!”. Ho detto “mhhhhh” e mi son girata dall'altra parte.
Ho fatto così. Un impressione che ti dico.
E poi da lì io poi sono ritornata su a casa. Sono andata a prendere una camiciola, cosine mie. Poi dopo abbiamo chiamato gli inglesi, c'era ancora una camionetta di inglesi, lì a S.Giorgio.
Sono andata a chiamarli, son venuti su, l’han coperta. E poi nel frattempo c’è stato come un tam tam. Capisci. Proprio un tam tam per chiamar la gente di là del fiume. Un tam tam proprio , battevano le mani quando succedeva qualcosa. E son venuti quelli di là del fiume.
Questo zio era un ateo, ateo ma era un uomo che a me piaceva. A quei tempi là, andare via senza sposarsi vuole dire che... era un uomo che... insomma, va bene, capito. Mio padre dice “Adesso
bisogna che chiamiamo il padre”. Si chiamavano Dieghi, Dieghi di cognome, no?
“Bisogna andare a chiamarlo”. Erano crollate tutte giù le case! Non si sapeva dov’era la casa sua.
Allora incomincia mio padre a chiamare “Dieeeeghiiii”. Con la bicicletta, io e lui siamo andati su. “Dieeeeghiiii”. Chiama chiama e nessun risponde. Poi han risposto altra gente: “Dieghi è lassù nella sua terra”.
Mio padre mi dice: “Va bene Valeria. Tu aspetta qui che io vado su con la bicicletta e lo vado a chiamare”.
[…]
Quando vede Dieghi che non gli rispondeva mio padre non ci vede più.
“Come? è un’ora che te chiam, brutto disgraziato” gli ha detto. “E tu no, non, non rispondevi! Sei qui e non rispondi!”. Lui è venuto avanti e ha chiesto “Cosa c’è?”. “Cosa c’è? Chiappa la bicicletta e va giù che c’è la tua fiola tutta a pezzi lagggiù”.
Allora lui come è andato giù, s’era già radunata un pò di gente. Anche quando noi siamo andati via, erano arrivati gli inglesi, avevano buttato tutte le coperte da militare sopra questa fiolina.
Allora lui va giù Tira su queste coperte, guarda. Allora comincia a bestemmiare. Le bestemmie, le bestemmie! Questa ragazzina voleva bere, voleva bere allora son riusciti a darle le bottiglie... eran delle bottigliette così come quelle della birra d’adesso, bianche. Erano tutte le bottiglie della guerra, degli inglesi. E il padre continuava a bestemmiare. Le bestemmie, tirava giù. Tutti i santi, ma tutti, ma tutti. Ha preso la bottiglia, ha urlato, “porco...” e l'ha scaraventata via.
Bum! Salta un’altra mina, no?
E c’era un cane di razza, bianco e nero, bello. Non so di chi era, di quella gente lì. Questo cane, si vede che ha sentito anche l’odore della carne bruciata, è andato su di là, dov’era andata mia cugina. Ma ha rifatto lo stradino venendo in giù, per quel stradino lì è saltata una mina. E questo cane guaisce, “Ahi Ahi Ahi”. Tre volte, così. Poi non s’è sentito più niente. L’ha fatto fuori.
Per dirti, no. Insomma la vita è stata così, è stata brutta eh.