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from lucazanini

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tutte punte insuperabili di] la politica dinastica pedine peltro] ritratti di sintesi nicknamed Pontormo's status una] testa splendida la] torsione del collo tutta] la ritrattistica in replica in] prestito poi muoiono nelle batterie di provette nelle] camere strategiche con cerniere inutili vezzi sulle] transitorie o importantissime dietro] splendido o c'è il nome il] [fototipo l'iperbarico tutto

 
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from Transit

(166)

(S)

Un'espressione letta in un articolo mi ha colpito in modo particolare: “L'omertosa apatia del piccolo trambusto quotidiano.” Felicissima intuizione linguistica che riesce a racchiudere in sé uno dei crismi su cui poggia la fertile e vigorosa baldanza del liberismo nostrano, quello che toglie i diritti ai lavoratori e non solo abolendo leggi, ma riducendo il mondo del lavoro, anche quello operaio (ci sono, ci sono: non fate finta di niente) a mera paccottiglia senza valore, neanche umano.

E' quel sentire assai comune che porta alla coltivazione del famoso orticello, che con la staccionata lascia fuori tutti i ragionamenti non adatti alla crescita del proprio benessere, della propria fetta intoccabile di piccoli e spesso inutili “privilegi”. Che, di solito, si formano sulla cenere dei diritti negati ad altri. Ma stando al di là della staccionata, sono chiacchiericcio confuso. Una brezza leggera.

E' l'oltre, la pigrizia di chi sta con il sedere al caldo (o che pensa di averlo coperto) e che può, tranquillamente, silenziosamente, fregarsene di vertenze durissime e dei dannati che sperano in un esito che restituisca un po’ di fiato. Questo sono i lavoratori dei gioielli da preservare della “cultura” del lavoro, della tradizione più autentica e genuina della laboriosità illuminata della parte sana del Paese. Peccato che, come in ogni famiglia, le magagne ci sono, ed enormi.

(S1)

Questo è un corollario. L'Italia vive su questa “omertosa apatia“: possiamo dire che si regge sulle spallucce, quel gesto del corpo che sta a significare “Che me ne frega?”. Sì, ovviamente sono dalla parte di chi ha problemi, sono sinceramente preoccupato dalla condizione di milioni di concittadini costretti praticamente alla povertà pur lavorando e mi indigno fortemente (come se questo cambiasse qualcosa per qualcuno, ma non mi limito.)

Però, fermi: cinque minuti, in pausa caffè. Stasera apericena e c'è la partita in TV (a pagamento). Nessuno è innocente, in un gioco al massacro che vede soccombere giornalmente centinaia di famiglie: nella cosiddetta “società del benessere”, del “Ci sarà chi se ne preoccupa”, di coloro che sanno cosa devono fare gli altri, ma che personalmente ha le mani legate e lo sguardo basso da partecipazione emotiva spinta e sincera.

In piazza, davanti alle fabbriche, a mandare messaggi forti, mettendoci il corpo, la faccia, la pelle possono scendere sempre gli altri di cui sopra. Bravi, ma senza fare troppo casino, che ci si infastidisce. Ben attenti e ribadire che c'è chi deve risolvere le cose: a modino, con quella pragmatica calma che non dia noia al superiore, che certe discorsi non si fanno. Noi si sta bene, ce lo siamo guadagnato.

In Friulano si direbbe “Lasse stà” (lascia stare). E' la resa incondizionata al complice modus operandi di tutta quella genia imprenditoriale che scrive i “Codici etici” delle aziende e poi chiama la questura, che accorre prontamente, se ritiene che qualche manganellata al posto giusto sia un metodo meno aulico, ma più efficace di far filare le cose nella maniera corretta. Che, guarda caso, è sempre e solo la loro.

Tanto, parliamoci chiaro: sono molti di più quelli cui non frega nulla. E si sa che la maggioranza è ben salda e protetta. Dal 2022 poi...

#Lavoro #Diritti #Italia #Opinioni

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

STUPEFACENTI DALL'ALBANIA ALL'ITALIA. Tra le fonti di prova le chat criptate della piattaforma SKYECC

Le autorità in Italia e in Albania hanno inferto un duro colpo a tre gruppi di criminalità organizzata legati nel traffico di droga su larga scala e nel riciclaggio di denaro. Durante una giornata di azione congiunta, i mandati di arresto sono stati emessi contro 52 sospetti, compresi gli individui che si ritiene siano ai massimi livelli nelle gerarchie dei gruppi. Eurojust ha sostenuto la cooperazione tra le autorità italiane e albanesi creando un team di indagine congiunto (JIT/SIC Squadra Investigativa Comune). Durante il giorno dell'azione, le autorità di entrambi i paesi hanno sequestrato attività per un valore di almeno diversi milioni di euro, Compresi appartamenti e aziende, nonché vari veicoli di lusso. Sono state anche sequestrate grandi quantità di denaro e quantità di cocaina ed eroina.

Le reti criminali erano coinvolte nei pagamenti, spesso in contanti, di quasi 5 milioni di euro e il traffico di almeno 1 800 chili di cocaina ed eroina.

La Direzione Investigativa Antimafia di Bari e le Autorità Albanesi, con l’ausilio di Interpol, dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana e della Polizia Albanese, nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune, hanno eseguito, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e la Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il Coordinamento di Eurojust (L’Aja) e della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo di Roma, due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari e dal Giudice presso il Tribunale Speciale di Primo Grado Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana nei confronti, complessivamente, di 52 persone responsabili a vario titolo, di traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio e abuso d’ufficio.

I provvedimenti cautelari, emessi nell’ambito dell’Operazione URA a fronte delle indagini effettuate dalla DIA di Bari tra settembre 2021 e giugno 2022, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, albanesi ed italiani, appartenenti in Italia a due associazioni criminali – riconosciute tali dal G.I.P. di Bari – stanziate nello stesso capoluogo pugliese (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) nonché, in Albania, facenti parte di un potente gruppo criminale organizzato – riconosciuto tale dal Giudice di Tirana – stanziato a Durazzo.

La DIA, relativamente agli ingenti quantitativi di eroina e cocaina movimentati, a decorrere dal 2016, tra i Balcani, il Nord Europa, il Sud America e la Puglia, ha documentato l’esistenza di una comunanza d’interessi tra il gruppo criminale in Albania, deputato – a livello transnazionale – alla commercializzazione ed al trasferimento dello stupefacente, e le due associazioni criminali operanti a Bari le quali, a loro volta, effettuate le operazioni di “taglio” e confezionamento in panetti, rifornivano all’ingrosso le organizzazioni baresi, brindisine e leccesi interessate a ricevere l’eroina e la cocaina – di qualità – proveniente rispettivamente dalla Turchia e dall’America Latina.

Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, avvalorate dall’estrapolazione e dall’analisi delle chat criptate acquisite dalla piattaforma SKYECC, nonché dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia (di cui ne è stata accertata la credibilità e l’attendibilità), hanno permesso, tra l’altro, di documentare, in relazione alla sostanza stupefacente inviata a Bari principalmente dall’Albania e dal Nord Europa, innumerevoli rifornimenti (255 chili di eroina “pura” e cocaina “pura”) effettuati tramite corrieri internazionali. Nel medesimo contesto è stato ricostruito un “flusso” ininterrotto di denaro contante dalla Puglia all’Albania, a pagamento dello stupefacente commercializzato all’“ingrosso”, avvenuto tramite autisti di autobus di linea internazionali, le cui illegali transazioni, per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro, hanno consentito alle Autorità Albanesi di contestare il reato di riciclaggio.

In tale ambito sono stati inoltre ricostruite: diverse consegne di denaro contante a pagamento della droga, avvenute a Bari, per importi superiori anche a mezzo milione di euro; il trasferimento di oltre 500 mila dollari dall’Albania all’America Latina, versati quale anticipo per l’acquisto di una partita di 500 chili di cocaina spedita da Guayaquil (Ecuador); episodi di abuso d’ufficio verificatisi in territorio albanese.

I riscontri utilizzati per dimostrare l’operatività delle tre associazioni criminali transnazionali hanno riguardato un precedente sequestro di 3 milioni di euro in denaro contante a Durazzo (Albania) nonché i sequestri di stupefacente effettuati, in circostanze diverse: di oltre 30 chili di eroina ed alcuni “laboratori artigianali” adibiti, a Bari e provincia, al taglio e confezionamento della droga in panetti; di 2 tonnellate di cocaina al porto di Rotterdam (Olanda); di 932 chili di cocaina al porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria); di 400 chili di Hashish a Noicattaro (Bari).

Novità di questa indagine è rappresentata dall’utilizzo, tra le fonti di prova, delle chat criptate della piattaforma SKYECC, acquisite con Ordini Europei d’Indagine presso il Tribunale di Parigi. I messaggi, una volta decodificati dagli investigatori della Dia di Bari e condivisi con gli Ufficiali della S.P.A.K. di Tirana, sono stati minuziosamente analizzati e incrociati con le altre risultanze d’indagine, consentendo le contestazioni di reato sia alla D.D.A. di Bari che all’Autorità Giudiziaria albanese.

Il G.I.P. del Tribunale di Bari, dott. Francesco Vittorio Rinaldi, accogliendo le risultanze investigative della locale DDA, (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) ha riconosciuto il “salto di qualità”, soprattutto dal punto di vista dell’utilizzo di strumenti tecnologici all’avanguardia, il “know-how” e la “capacità imprenditoriale” dei narcotrafficanti albanesi, capaci di gestire vere e proprie “holding criminali” ed in grado di rifornire gruppi mafiosi egemoni nella città di Bari.

I provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice presso il Tribunale di Tirana hanno riguardato, tra gli altri, i vertici di una potente famiglia egemone nella città di Durazzo, un Comandante e un Agente della Polizia albanese, un Avvocato e 6 autisti di autobus di linea internazionale.

Le misure cautelari patrimoniali, (allo stato, salvo ulteriore verifica successiva nella fase decisoria con il contraddittorio con la difesa), hanno riguardato in Italia il sequestro preventivo funzionale alla confisca di beni mobili ed immobili tra i quali 9 appartamenti, 4 Società, 7 conti correnti e 3 autovetture e, in Albania, il sequestro di diversi immobili, 2 Società di costruzioni, 4 ristoranti di lusso, 1 Agenzia Immobiliare, 1 rete Televisiva, il cui valore complessivo è stimato in diversi milioni di euro.

L’esecuzione dell’operazione internazionale è stata resa possibile grazie alla Squadra Investigativa Comune, strumento di cooperazione giudiziaria istituito tra la D.D.A. di Bari, la S.P.A.K. di Tirana ed Eurojust (Organismo che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale), che ha consentito al personale della DIA di Bari ed alle Autorità Albanesi di effettuare approfondimenti investigativi congiunti, avvalendosi del fondamentale ruolo di coordinamento assicurato dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

L’operazione si incardina nel più ampio progetto investigativo della DDA di Bari e della SPAK di Tirana volto a contrastare l’incessante traffico internazionale di cocaina ed eroina, gestito dalle organizzazioni criminali albanesi. In tale contesto, in esito alle precedenti operazioni “Shefi”, “Kulmi” e “Shpirti”, tra il 2018 e il 2021 la DIA di Bari ha già dato esecuzione complessivamente a 118 misure cautelari, al sequestro di beni mobili ed immobili per diversi milioni di euro e al rinvenimento di oltre sei tonnellate di droga tra marijuana, cocaina e hashish, permettendo, nei vari gradi di giudizio, di comminare pene, per ciascun imputato, fino a 20 anni di reclusione.

L'operazione è stata eseguita su richiesta e da:

Italia: Ufficio della pubblica procuratore Bari – Direzione anti-Mafia distrettuale; Direzione Investigativa Antimafia di Bari, con il sostegno dell'ufficio dell'esperto di sicurezza presso l'ambasciata italiana di Tirana Albania: speciale procuratore anticorruzione e procura del crimine organizzato (SPAK) di Tirana; Polizia albanese

#eurojust #jit #sic #SKYECC #ura #DIA #SPAK

 
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from Alviro

Di vino, di poesia o di virtù? No. Siate sobri, siate vigili. Non lasciate che l'ebbrezza, qualunque sia la sua fonte, vi sottragga alla realtà. Non c’è gloria nell’oblio, né verità nei fumi dell’estasi.

Ubriacarsi è fuggire, ma il coraggio sta nel restare, nell’affrontare la vita con occhi chiari e mente desta. Non vi rifugiate nell’evasione: abitate ogni istante con presenza. Solo chi è sveglio può cambiare il mondo.

 
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from lucazanini

[provetecniche]

dove] i proiettili senz'altro i] teleferici smontano l'inceppo è] in arrivo un tuono morbegno un calcinoso privo i] proiettili in forza mantengono basso l'orizzonte la schiena di [ferri o il punteruolo fa il danno calcolabile un sacco] privo di sensi sono partiti] per le vacanze

 
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from Alviro

ma un cuore che pulsa con la stessa sete di bellezza.

Le differenze nella percezione non nascono da anime separate, ma da esperienze che ci attraversano, come il vento attraversa lo stesso campo, piegando ogni filo d’erba in modo unico. Guardiamo le cose e vediamo sfumature simili, perché siamo fatti della stessa carne, abbiamo lo stesso desiderio di capire, sentire, amare. La frenesia e la routine non sono barriere, ma parte della danza comune con cui interpretiamo il mondo. Alla fine, ci emozionano le stesse piccole cose: un sorriso sincero, un gesto gentile, un tramonto che colora il cielo e ci ricorda, che non siamo poi così diversi.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Musica moderna è il diciannovesimo album musicale di Ivano Fossati uscito il 10 ottobre 2008. Lo stile inconfondibile di Ivano Fossati è ancora una volta messo in evidenza in questo disco che è in grado di parlare d’amore (e non solo) in un modo unico. Fossati è in grado di usare le parole come carezze, parole che arrivano al cuore senza sentimentalismi, senza sdolcinature.


Ascolta: https://album.link/i/1021595138


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

SALMI – LIBRO QIUNTO (107-150)

INNO DI RINGRAZIAMENTO

1 Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre.

2 Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato, che ha riscattato dalla mano dell'oppressore

3 e ha radunato da terre diverse, dall'oriente e dall'occidente, dal settentrione e dal mezzogiorno.

4 Alcuni vagavano nel deserto su strade perdute, senza trovare una città in cui abitare.

5 Erano affamati e assetati, veniva meno la loro vita.

6 Nell'angustia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angosce.

7 Li guidò per una strada sicura, perché andassero verso una città in cui abitare.

8 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini,

9 perché ha saziato un animo assetato, un animo affamato ha ricolmato di bene.

10 Altri abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte, prigionieri della miseria e dei ferri,

11 perché si erano ribellati alle parole di Dio e avevano disprezzato il progetto dell'Altissimo.

12 Egli umiliò il loro cuore con le fatiche: cadevano e nessuno li aiutava.

13 Nell'angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce.

14 Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte e spezzò le loro catene.

15 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini,

16 perché ha infranto le porte di bronzo e ha spezzato le sbarre di ferro.

17 Altri, stolti per la loro condotta ribelle, soffrivano per le loro colpe;

18 rifiutavano ogni sorta di cibo e già toccavano le soglie della morte.

19 Nell'angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce.

20 Mandò la sua parola, li fece guarire e li salvò dalla fossa.

21 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini.

22 Offrano a lui sacrifici di ringraziamento, narrino le sue opere con canti di gioia.

23 Altri, che scendevano in mare sulle navi e commerciavano sulle grandi acque,

24 videro le opere del Signore e le sue meraviglie nel mare profondo.

25 Egli parlò e scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde:

26 salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo.

27 Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi: tutta la loro abilità era svanita.

28 Nell'angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce.

29 La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare.

30 Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato.

31 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini.

32 Lo esaltino nell'assemblea del popolo, lo lodino nell'adunanza degli anziani.

33 Cambiò i fiumi in deserto, in luoghi aridi le fonti d'acqua

34 e la terra fertile in palude, per la malvagità dei suoi abitanti.

35 Poi cambiò il deserto in distese d'acqua e la terra arida in sorgenti d'acqua.

36 Là fece abitare gli affamati, ed essi fondarono una città in cui abitare.

37 Seminarono campi e piantarono vigne, che produssero frutti abbondanti.

38 Li benedisse e si moltiplicarono, e non lasciò diminuire il loro bestiame.

39 Poi diminuirono e furono abbattuti dall'oppressione, dal male e dal dolore.

40 Colui che getta il disprezzo sui potenti li fece vagare nel vuoto, senza strade.

41 Ma risollevò il povero dalla miseria e moltiplicò le sue famiglie come greggi.

42 Vedano i giusti e ne gioiscano, e ogni malvagio chiuda la bocca.

43 Chi è saggio osservi queste cose e comprenderà l'amore del Signore.

_________________ Note

107,1 Nel contesto di una liturgia, quattro diverse categorie di persone vengono invitate alla lode e alla preghiera a Dio (vv. 4-32): i membri di una carovana, smarritisi nel deserto e non più capaci di orientarsi; prigionieri privi della speranza di riacquistare la libertà; infermi, oppressi da varie malattie e prossimi alla morte; una compagnia di marinai che avevano rischiato il naufragio e la morte in mezzo ai flutti. La seconda parte del salmo (vv. 33-43) si trasforma in un inno che sgorga da tutta la comunità d’Israele radunata in preghiera. Questo salmo viene cantato dagli Ebrei nella vigilia della festa di Pasqua.

107,20 fossa: sinonimo di morte.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti

La comunità e i segni di salvezza Salmo di ringraziamento collettivo (+ motivi innici, profetici e sapienziali)

Questo carme introduce il quinto libro dei Salmi ed è adoperato nella vigilia pasquale nella liturgia ebraica. È un componimento di un certo rilievo, robusto, preciso e, almeno nel nucleo centrale originario, ben impostato letterariamente. Il TM è buono nella sostanza e il ritmo di 3 + 3 accenti è abbastanza uniforme. Negli elementi strutturali dei quattro gruppi di persone si ritrova lo schema del libro di Tobia (cfr. cc. 3.8.13) nella sequenza di “prova-supplica-liberazione”. Strutturalmente i ritornelli dell'invocazione (vv. 6.13.19.28) e del ringraziamento (vv. 8.15.21.31) sono costanti nelle strofe delle quattro categorie di persone della prima parte. La simbologia è soprattutto cosmica (cfr. v. 3) e teologica. Le immagini fondamentali della prima parte vengono applicate allegoricamente all'intero Israele nella seconda parte.

Divisione:

  • vv. 1-3: solenne introduzione;
  • vv. 4-32: le quattro categorie di persone;
  • vv. 33-43: la storia della salvezza d'Israele.

vv. 4-32. La pericope si suddivide in 4 strofe sebbene non tutte di uguale numero di versi:

  • vv. 4-9: i carovanieri smarriti nel deserto;
  • vv. 10-16: i prigionieri;
  • vv. 17-22: i malati;
  • vv. 23-32: i marinai.

Ogni singola strofa si compone di 4 elementi: presentazione della situazione, supplica, liberazione e ringraziamento.

v. 10. «nelle tenebre e nell'ombra di morte»: l'espressione che si ripete nel v. 14 indica la più tetra oscurità, L'oscurità completa allude al regno delle ombre, allo šᵉ’ôl (cfr. Gb 36,8; Ger 38,6). Il Deuteroisaia descrive l'esilio a Babilonia come una prigione-tomba (cfr. Is 42,7.22; 49,9; 51,14.17-20).

v. 20. «Mandò la sua parola»: la parola di Dio, qui personificata (cfr. Sal 33,6), guarisce da ogni disordine e peccato (Sap 16,12) e consola, come un soldato che fa giustizia (Sap 18,14-15) o la sentenza del Messia (Is 11,4), e fa scaturire spontaneo il canto di ringraziamento.

v. 24. «videro le opere...»: può essere un'anticipazione del v. 29, oppure si descrive la serenità di coloro che nel mare immenso contemplavano la potenza creatrice di Dio, cfr. Sal 104,25-26; Sir 43,25. In questo caso il versetto è di grande effetto psicologico, preparando lo scoppio della tempesta dei vv. 25-27.

v. 25. «Egli parlò...»: la tempesta è attribuita direttamente a Dio, non essendoci nell'AT la distinzione tra causa prima e seconda (Gn 1,4). L'espressione è di grande effetto drammatico. Sulla scena è Dio creatore e onnipotente, cfr. Gn 1,6-9.

v. 27. «Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi»: si descrive plasticamente l'effetto della violenta tempesta, cfr. Prv 23,33-34.

v. 28. «li liberò»: alla lett. «li fece uscire». Si intravvede qui un accenno velato anche alle acque del Mare dei Giunchi.

**vv. 33-43. La storia della salvezza d'Israele. La pericope, senza una particolare introduzione, presenta in tre quadri antitetici gli eventi fondamentali della storia salvifica:

  • l'esodo (vv. 33-35),
  • la terra promessa (vv. 36-39),
  • l'esilio babilonese e il ritorno (vv. 40-42).

Ogni scena offre l'aspetto negativo e positivo.

vv. 33-35. «Ridusse i fiumi a deserto... poi cambiò il deserto in lago...»: Il salmista esalta il dominio di Dio sugli elementi (Is 35,1-2; Sap 19,18-22; Gb 38,26-27) e sulla storia. Egli presenta l'irruzione di Dio creatore e salvatore nella realtà cosmica e nella storia di salvezza (cfr. Es 17,1-7). Viene richiamato anche il secondo esodo, quello da Babilonia, cfr. Is 40,1-11.

v. 39. «ridotti a pochi, furono abbattuti...»: il verso ricorda la catastrofe della distruzione di Gerusalemme del 587 a.C. e le sventure che l'accompagnarono e la seguirono (cfr. Dt 28,63; Ger 42,2).

v. 40. «Colui che getta il disprezzo sui potenti...»: il Signore, che aveva piegato la superbia del faraone, dei principi cananei e dei potenti di questo mondo (cfr. Sal 146,3; 1Sam 1,8-9), abbatté anche il suo popolo ribelle e infedele, mandandolo in esilio.

v. 42. «Vedono i giusti e ne gioiscono e ogni iniquo chiude la sua bocca»: il «chiudere la bocca» è un gesto giuriridico e sapienziale insieme. È il gesto di chi si sente pesantemente sconfitto, cfr. Gb 40,4.

v. 43. Il sapiente, con questa aggiunta finale al salmo (cfr. Os 14,10), che di per sé si conclude con il v. 42, invita tutti a meditare saggiamente sulla storia e gli interventi potenti e salvifici di Dio, per scorgervi la sua bontà e ringraziarlo. Tutto ciò che è stato narrato nel salmo è solo frutto dell'amore di Dio. Infatti la parola ḥesed, tradotta con «bontà», incornicia il salmo in inclusione (cfr. v. 1: «misericordia»).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from Transit

(165)

(ODM)

Guardarsi l’ombelico, sui #socialmedia è diventata una delle dinamiche comunicative più evidenti e problematiche del nostro tempo. Si manifesta come una continua conferma del proprio punto di vista all’interno di comunità digitali omogenee, dove gli utenti si confrontano quasi esclusivamente con contenuti che rispecchiano le loro convinzioni. Questo fenomeno crea un effetto di “eco chamber” (camera dell’eco), termine coniato per descrivere gli ambienti chiusi in cui le opinioni vengono amplificate e rafforzate dal continuo rimando tra soggetti che condividono idee simili.

La dinamica ha conseguenze profonde sulla qualità del dibattito pubblico, in particolare su temi complessi e controversi come la politica, l’ambiente, i diritti civili o la scienza. L’autoreferenzialità riduce la possibilità di confronto, impedisce l’incontro con punti di vista differenti e genera una polarizzazione che ostacola l’approfondimento. I social media, in teoria, dovrebbero essere strumenti potenti per la condivisione della conoscenza e la promozione del dialogo, ma nella pratica spesso si trasformano in spazi di conferma identitaria, dove l’obiettivo principale è ottenere consenso e visibilità piuttosto che interrogarsi, dubitare o cambiare opinione.

(ODM2)

Secondo Eli Pariser, autore del saggio “The Filter Bubble: What the Internet Is Hiding from You” (2021), gli algoritmi che regolano le piattaforme digitali personalizzano i contenuti che vediamo in base ai nostri comportamenti precedenti. Questo porta a una selezione automatica delle informazioni che rafforza la nostra visione del mondo e riduce l’esposizione a fonti alternative o critiche. E’ una bolla filtrante, dove ogni contenuto che entra è già stato pre-selezionato per piacere, non per stimolare il pensiero critico.

Il problema, dunque, non è solo sociale o culturale, ma anche strutturale: le stesse piattaforme sono progettate per massimizzare il tempo di permanenza degli utenti, non per favorire il confronto aperto. In questo contesto, l’autoreferenzialità diventa una forma di autodifesa e, al tempo stesso, di auto-promozione. Gli utenti non cercano un dialogo autentico, ma piuttosto la legittimazione della propria identità e delle proprie idee. Questo spiega perché spesso gli argomenti più seri vengano affrontati con superficialità o, peggio, strumentalizzati per ottenere like e approvazione.

Un altro contributo utile alla riflessione è quello di Sherry Turkle, psicologa e sociologa del MIT, nel suo libro “Reclaiming Conversation: The Power of Talk in a Digital Age” (2015). Turkle sostiene che la comunicazione mediata da schermo impoverisce la qualità del dialogo e porta a evitare i confronti più complessi, quelli che richiedono tempo, empatia e disponibilità all’ascolto.

Essere autoreferenziali rappresenta una piccola sfida per la democrazia e per la crescita culturale collettiva. Per andare oltre, è necessario sviluppare una nuova alfabetizzazione digitale, che insegni non solo a usare le piattaforme, ma anche a riconoscere i propri bias, a cercare attivamente il dissenso e ad apprezzare la complessità. Solo così i social potranno diventare davvero strumenti di apertura e non semplici specchi narcisistici.

E dato che tutti, prima o poi, ce la suoniamo solo per sentirci bene, più benvoluti, più apprezzati forse è il momento per cambiare musica.

#Blog #SocialMedia #Opinioni #Società

 
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from Alviro

– Qual è la tua parola preferita? – chiese con curiosità.

– Accettare – rispose. – Perché mi ricorda che non tutto dipende da me. Non sempre ho la possibilità di scegliere se restare nell’inverno o far accadere la primavera. A volte l’inverno resta, anche se lo combatto. E in quei momenti, l’unica forza vera è accettare ciò che è, senza illudermi che basti voler rifiorire per farlo. C’è dignità anche nel non sbocciare.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Mr Love & Justice è il dodicesimo album in studio del musicista folk-rock Billy Bragg, e il secondo ad essere registrato con la sua band di supporto, i The Blokes. Il titolo è tratto dal romanzo del 1960 di Colin MacInnes. Sono disponibili due versioni su CD. La prima è un album singolo con i The Blokes, la seconda è un'edizione limitata a doppio disco. Il primo disco è uguale all'edizione standard, ma è denominato Band Version; il secondo disco, Solo Version, contiene le stesse dodici tracce eseguite da Bragg solo con chitarra elettrica e acustica. L'album è stato registrato ai Chapel Studios, nel Lincolnshire, nel marzo 2007, con registrazioni aggiuntive tratte da una sessione registrata al The Butchers Shop, Londra NW5, nel settembre 2006. La versione solista dell'album è stata registrata da Bragg ai Mojo Sound Studios nel Devon nel settembre 2007. La fotografia di copertina è stata scattata al 474 di Broome Street, SoHo, New York City da Anthony Saint James. Il primo singolo ad essere estratto dall'album è stato “I Keep Faith”, pubblicato in edizione limitata 7” il 17 marzo 2008. Il secondo singolo estratto dall'album era un doppio lato A di “The Beach Is Free” e “I Almost Killed You”, pubblicato come singolo scaricabile il 21 luglio 2008. Franz Nicolay, dei The Hold Steady, ha elencato Mr Love & Justice come uno dei suoi album preferiti del 2008.


Ascolta: https://album.link/i/1169732632


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

LA FEDELTÀ DI DIO E L’INFEDELTÀ D’ISRAELE

1 Alleluia.

Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre.

2 Chi può narrare le prodezze del Signore, far risuonare tutta la sua lode?

3 Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo.

4 Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo, visitami con la tua salvezza,

5 perché io veda il bene dei tuoi eletti, gioisca della gioia del tuo popolo, mi vanti della tua eredità.

6 Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso.

7 I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono della grandezza del tuo amore e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso.

8 Ma Dio li salvò per il suo nome, per far conoscere la sua potenza.

9 Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato, li fece camminare negli abissi come nel deserto.

10 Li salvò dalla mano di chi li odiava, li riscattò dalla mano del nemico.

11 L'acqua sommerse i loro avversari, non ne sopravvisse neppure uno.

12 Allora credettero alle sue parole e cantarono la sua lode.

13 Presto dimenticarono le sue opere, non ebbero fiducia nel suo progetto,

14 arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa.

15 Concesse loro quanto chiedevano e li saziò fino alla nausea.

16 Divennero gelosi di Mosè nell'accampamento e di Aronne, il consacrato del Signore.

17 Allora si spalancò la terra e inghiottì Datan e ricoprì la gente di Abiràm.

18 Un fuoco divorò quella gente e una fiamma consumò quei malvagi.

19 Si fabbricarono un vitello sull'Oreb, si prostrarono a una statua di metallo;

20 scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba.

21 Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi,

22 meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso.

23 Ed egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto, non si fosse posto sulla breccia davanti a lui per impedire alla sua collera di distruggerli.

24 Rifiutarono una terra di delizie, non credettero alla sua parola.

25 Mormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signore.

26 Allora egli alzò la mano contro di loro, giurando di abbatterli nel deserto,

27 di disperdere la loro discendenza tra le nazioni e disseminarli nelle loro terre.

28 Adorarono Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti.

29 Lo provocarono con tali azioni, e tra loro scoppiò la peste.

30 Ma Fineès si alzò per fare giustizia: allora la peste cessò.

31 Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia di generazione in generazione, per sempre.

32 Lo irritarono anche alle acque di Merìba e Mosè fu punito per causa loro:

33 poiché avevano amareggiato il suo spirito ed egli aveva parlato senza riflettere.

34 Non sterminarono i popoli come aveva ordinato il Signore,

35 ma si mescolarono con le genti e impararono ad agire come loro.

36 Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello.

37 Immolarono i loro figli e le loro figlie ai falsi dèi.

38 Versarono sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie, sacrificàti agli idoli di Canaan, e la terra fu profanata dal sangue.

39 Si contaminarono con le loro opere, si prostituirono con le loro azioni.

40 L'ira del Signore si accese contro il suo popolo ed egli ebbe in orrore la sua eredità.

41 Li consegnò in mano alle genti, li dominarono quelli che li odiavano.

42 Li oppressero i loro nemici: essi dovettero piegarsi sotto la loro mano.

43 Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe;

44 ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido.

45 Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore.

46 Li affidò alla misericordia di quelli che li avevano deportati.

47 Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria.

48 Benedetto il Signore, Dio d'Israele, da sempre e per sempre. Tutto il popolo dica: Amen.

Alleluia.

_________________ Note

106,1 Il salmo è una rilettura del periodo storico che dall’esodo dall'Egitto si estende fino all’esilio babilonese. Accanto alla fedeltà di Dio, mai venuta meno, emerge l'infedeltà d'Israele, che sta all’origine dell’intervento punitivo di Dio: l'esilio. Il versetto finale è la conclusione del quarto libro dei salmi, secondo la divisione in cinque libri che del Salterio ha fatto la tradizione ebraica.

106,16 Aronne: è chiamato consacrato perché sommo sacerdote.

106,17 Allusione all’episodio narrato in Nm 16.

106,19 Oreb: altro nome del monte Sinai.

106,22 terra di Cam: l’Egitto.

106,28 Baal-Peor (“il signore di Peor”): divinità pagana; Peor: monte nella regione di Moab.

106,30 Fineès (o Pincas): nipote di Aronne, di lui si parla in Nm 25.

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Approfondimenti

Bontà del Signore e infedeltà del popolo Salmo di ringraziamento collettivo (+ motivi innici, penitenziali, di supplica e di fiducia)

Questo salmo chiude il quarto libro del Salterio (cfr. v. 48: dossologia finale). È simile per composizione ai Sal 78 e 105. Tutti e tre infatti trattano della bontà del Signore verso il suo popolo nonostante le continue infedeltà, passando in rassegna diversi periodi della storia biblica. Il Sal 78 tocca il periodo dall'esodo alla scelta di Davide (Es-Nm, Gdc, 1Sam), il 105 da Abramo alla conquista di Canaan (Gn, Es-Nm), il 106 sottolinea le infedeltà dal periodo dell'esodo a quello di 2Re. Il salmo è armonico e di una certa musicalità. L'autore usa la figura del chiasmo (v. 5) e rima i versi per lo più servendosi dei pronomi personali suffissi. Il ritmo nel TM è dato da 3 + 3 accenti. La simbologia è spaziale e temporale. Le confessioni dei peccati dei padri dei vv. 6-46 seguono grosso modo lo schema teologico biblico di “peccato-castigo-supplica-perdono”, che si trova anche in Gdc 2,11ss.

Divisione:

  • vv. 1-6: invito alla lode e appello introduttivo;
  • vv. 7-46: confessione dei peccati dei padri in otto quadri;
  • v. 47: supplica;
  • v. 48: benedizione dossologica liturgica.

v. 4. «Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo, visitaci...»: i due emistichi di questo versetto sono aperti da due imperativi pressanti: «ricordati di noi... visitaci...». Il ricordo di Dio è efficace e potente (cfr. Sal 105,8.42) perché porta la salvezza. Al «ricordo» di Dio (v. 4.45) si contrappone il «non ricordare» dei padri(v. 7), e il loro «dimenticare» (vv. 13.21).

v. 20. «toro che mangia fieno»: l'appellativo «che mangia fieno» paragonato alla «gloria del Signore» indica qui grande disprezzo.

v. 23. «se Mosè... non fosse stato sulla breccia di fronte a lui»: l'intercessione di Mosè (Es 32,11-14) è descritta plasticamente come un contrapporsi coraggioso di un eroe, che si piazza proprio dove il nemico ha aperto una breccia nelle mura della città, per opporgli resistenza e respingerlo. Il peccato del popolo aveva aperto una breccia nella muraglia di fede del popolo che si era scelto un altro “dio”. Mosè deve sbarrare il passo alla collera di Dio.

v. 28. «Si asservirono...»: è un vero e proprio peccato di prostituzione. «i sacrifici dei morti»: si tratta di cibarsi della carne immolata agli idoli che essendo inesistenti sono chiamati «morti». L'espressione abbina orrore religioso con orrore naturale, trattandosi nel caso di “necrofagia”.

v. 30. «Ma Finees si alzò...»: Finees (secondo i LXX e la Vulgata), o Pincas (secondo il TM), nipote di Aronne, punì i colpevoli («si fece giudice») e così frenò l'ira di Dio che stava per scatenarsi su Israele. Agì in questo caso da «intercessore» come Mosè (Nm 11,2; 21,7) e tale opera gli fu computata a merito.

v. 32. «Mosè fu punito per causa loro»: l'episodio di per sé è rimasto in parte misterioso. Il salmista, non negando la colpa di Mosè (che è secondo la tradizione), cerca di attenuarne la responsabilità adducendo la provocazione del popolo (v. 33).

v. 43. «Molte volte...»: cfr. Sal 78,38. L'espressione «molte volte» abbraccia tutta la dinamica del peccato-perdono che si protrae fino al v. 46.

*v. 47. Dopo la constatazione dei peccati dei padri e nello stesso tempo della misericordia di Dio (vv. 43-46), il salmista richiama il v. 6 ove si accenna alla confessione dei peccati. Guarda all'attuale situazione dell'esilio a Babilonia, effetto di quei peccati, e chiede fiducioso al Signore la liberazione e il ritorno in patria dei deportati, per poterlo lodare e ringraziare.

v. 48. Sebbene questo versetto sia aggiunto a chiusura del quarto libro dei Salmi, si intona bene anche con il v. 47. È una formula di benedizione liturgica che esplicita il suo proposito di «proclamare» il nome di Dio e di lodarlo.

Nel NT i vv. 10a e 45a del salmo sono ripresi da Lc 1,71.72, mentre il v. 48a è citato da Lc 1,68.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from Appunti Partigiani

ELENCO COMPLETO DEI TESTI:

  • ALLENDE Salvador – Discorso agli studenti – Università di Guadalajara (Messico) – 1972
  • BARONE Armando – Lettera dal confine orientale
  • BERLINGUER Enrico – Per un nuovo socialismo – 1982 (Milano, Discorso alla XXII Conferenza FGCI o Manifestazione per la pace?)
  • CASTRO Fidel – Per il signor W., democrazia è solo quella in cui i soldi risolvono tutto
  • CHAVEZ Hugo – Non cambiamo il clima, cambiamo il sistema!
  • CORRIE Rachel – Lettere dalla Palestina
  • DAVIS Angela – Il giorno in cui mi dichiarai comunista
  • EINSTEIN Albert – Perché il socialismo?
  • ENGELS Friedrich e MARX Karl – Il Manifesto del Partito comunista
  • ENGELS Friedrich e MARX Karl – Il Manifesto del Partito comunista
  • GÖKÇEK Ibrahim – Mi hanno tolto il basso e per esprimermi uso il mio corpo come strumento
  • GRAMSCI Antonio – Odio gli indifferenti
  • GUEVARA Ernesto “Che” – I nostri occhi liberi si aprono su nuovi orizzonti
  • LUXEMBURG Rosa – Il voto alle donne e la lotta di classe
  • MATTEOTTI Giacomo – Ultimo discorso alla Camera – 30 Maggio 1924
  • MELANDRI Lea – Il sogno d'amore e la violenza invisibile
  • MENAPACE Lidia – La lotta è ancora lunga
  • MUJICA Josè “Pepe” – Lo sviluppo non può essere contro la felicità
  • ÖCALAN Abdullah – Scritti dalla prigione di Imrali
  • PERTINI Sandro – Siamo decisi a difendere la Resistenza
  • PICELLI Guido – La rivolta di Parma
  • SANKARA Thomas – Osare inventare l'avvenire
  • THUNBERG Greta – Voi avete finito le scuse e noi stiamo finendo il tempo
  • ULIVI Giacomo – Lettera agli amici
  • VANZETTI Bartolomeo – Ultime parole ai giudici
  • ZOPPO Capriolo? – La terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra
 
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from Marco Benini

Organizzazioni flessibili

Si dice spesso che le organizzazioni devono essere flessibili. Che l’adattabilità è tutto, che bisogna muoversi leggeri, con ruoli fluidi. Ma cosa significa essere flessibili? E quando lo si è davvero?

La flessibilità è un valore positivo, si lega alla capacità di adattamento, alla libertà operativa e alla riduzione delle rigidità. Ma nel tempo dell’instabilità la sua esaltazione può mascherare una fragilità sistemica.

Se non è sostenuta da una struttura chiara di ruoli e funzioni, la flessibilità scivola facilmente nella retorica e finisce per generare disorientamento, perdendo valore e forza trasformativa.

Praticamente si parla di intellegibilità: sapere chi fa cosa e perché. La mancanza di chiarezza irrigidisce l’organizzazione: i passaggi diventano domande, le riunioni si moltiplicano, le risorse si disperdono. Ci pensiamo flessibili, ci ritroviamo confusi e immobili.

Ma attenzione a non cadere all'opposto, un sistema umano non è mai del tutto ordinato. Restano sempre margini di ambiguità, interpretazione e adattamento ed è per questo che abbiamo bisogno di relazioni e di fiducia.

La flessibilità è, quindi, un sistema complesso di riferimenti — anche emotivi — capace di coordinare le transizioni, dare senso ai ruoli e migliorare le relazioni.

Questa trama è centrale per non far reclinare la flessibilità verso la disfunzionalità e creare le migliori condizioni per l'espressione delle nostre capacità e competenze. Anche la felicità fa parte dell'equazione.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Dig, Lazarus, Dig! è il quattordicesimo album in studio della rock band australiana Nick Cave and the Bad Seeds. L'album è stato registrato tra giugno e luglio 2007 presso gli State of the Ark Studios di Richmond, Londra, e mixato da Nick Launay presso i British Grove Studios di Chiswick, ed è stato pubblicato il 3 marzo 2008. È stato l'ultimo album con la partecipazione del membro fondatore Mick Harvey, che ha lasciato i Bad Seeds nel 2009, e dell'organista James Johnston, che ha lasciato la band prima del tour di supporto. È stato anche il secondo senza il membro fondatore Blixa Bargeld. Dig presenta lo stesso organico degli Abattoir Blues.


Ascolta: https://album.link/i/1435812843


 
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