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from Novità in libreria

Anche oggi, corpose novità in uscita per il gruppo Mondadori (ma non solo).

NARRATIVA E POESIA:

  • SPILLI di Greta Olivo (Einaudi): romanzo d'esordio di un'autrice giovanissima. Pare essere una storia di formazione, amicizia, pienezza della vita, la cui protagonista è afflitta da una malattia progressiva della vista. Mi sembra una potente metafora.
  • L'UOMO CHE VISSE SOTTOTERRA di Richard Wright (Frassinelli): una storia scritta negli anni '40 su un uomo che fugge dalle ingiustizie della società ed è costretto a guardare il mondo dalla prospettiva ribaltata del suo rifugio nel sottosuolo.
  • VITA MIA di Dacia Maraini (Rizzoli): il racconto autobiografico del periodo in cui Dacia Maraini e i suoi familiari sono stati prigionieri nel campo di concentramento destinato a coloro che non hanno giurato fedeltà alla Repubblica di Salò.
  • SUSSURRI di Ashley Audrain (Rizzoli): un bambino cade dalla finestra e finisce in coma. Un thriller psicologico tutto al femminile: segreti, bugie, cose terribili che serpeggiano nei rapporti tra tre amiche.
  • STANZE PARLANTI di Genki Kawamura e Marie Kondo (Einaudi): un libretto con sei storie incentrate su altrettante stanze (e vite) da riordinare. Non mi aspettavo niente di meno dall'autrice (Marie Kondo) de IL MAGICO POTERE DEL RIORDINO, un volume che insegna(va) a “liberare” la propria mente e la propria esistenza attraverso la sistemazione degli spazi della casa.
  • LA FELICITÀ AL PRINCIPIO di Tiziano Ferro (Mondadori): il famoso cantante scrive un romanzo in cui il protagonista è un famoso cantante depresso che approfitta di un errore burocratico per farsi pirandellianamente credere morto. Ecco però che compare una bambina nella sua vita in caduta libera.
  • Rizzoli BUR esce con quattro piccoli volumetti di poesie dedicate a grandi poeti classici. In ordine sparso: UN BACIO, COME UN RAGNO PAZZO, CORRERÀ SUL TUO COLLO di Arthur Rimbaud, D'AMOR SENTII LA PRIMA VOLTA, E DISSI: OIMÈ, SE QUEST'È AMOR, COM'EI TRAVAGLIA! di Giacomo Leopardi, SONO PERLE QUELLE LACRIME CHE VERSA IL TUO AMORE di William Shakespeare e APPENA TI GUARDO UN BREVE ISTANTE, NULLA MI È PIÙ POSSIBILE DIRE di Saffo e i lirici greci. Piccolo difetto su cui solo un perfezionista come me non può transigere: non è presente il testo a fronte.
  • OMICIDIO IN BIBLIOTECA di Sulari Gentill (Piemme): esattamente come si presagisce dal titolo, si tratta di un giallo ambientato in una biblioteca, magnifico tempio della lettura e della scrittura. La protagonista è una scrittrice in cerca di ispirazione. Intrigante!
  • UN PAESE FELICE di Carmine Abate (Mondadori): l'autore del premiato romanzo LA COLLINA DEL VENTO torna in Calabria con la storia di un piccolo paese dalle case di pietra che rischia di essere spazzato via dall'avidità di un'Italia irretita dal benessere consumistico.

SAGGISTICA:

  • OROLOGI DA POLSO di Paolo De Vecchi (De Agostini): un librone-catalogo con tante fotografie sui uno dei più noti e apprezzati accessori di moda, oggetto di collezionismo e strumento contro il ritardo.
  • E BASTA CON 'STO FASCISMO di Daniele Capezzone (Piemme): sull'onda del vannaccismo più crudo e senza freni, un pamplhet in cui l'opinionista di Libero se la prende con la sinistra che, secondo lui, vede fascisti ovunque.
  • LA TRAGEDIA DEL VAJONT di Marco Armiero (Einaudi): per la collana “Le Vele”, ecco un libretto che racconta uno dei disastri ambientali più gravi che questo paese abbia mai subìto. Dal quarto di copertina: “Il Vajont è una storia cruciale per comprendere la storia ambientale – e non solo ambientale – dell'Italia contemporanea.”
  • GLI OTTOMANI – KHAN, CESARI E CALIFFI di Marc David Baer (Einaudi): un bel librone sulla storia dell'impero che ha dominato mezza Europa dal 1288 al 1922.
  • ALL'ARME! ALL'ARME! I PRIORI FANNO CARNE! di Alessandro Barbero (Laterza): il celebre storico racconta le più eclatanti delle rivolte popolari medievali che, anche se di breve durata, hanno lasciato un segno indelebile nella storia.

BAMBINI E RAGAZZI:

  • VLAD LO STREPITOSO VAMPIRO di Flavia Z. Drago (Mondadori): un albo illustrato per i più piccoli (amanti di Halloween) su un vampirello un po' diverso dagli altri vampiri.
  • HEARTBEATS – IL SEGRETO DEL CUORE MECCANICO di Peter Bunzl (Edizioni EL): avventura, avventurissima! La copertina è bellissima e ci dice che i due amici protagonisti corrono pericoli in continuazione in un mondo che sa di steampunk (e c'entra una volpe meccanica).
  • NINNA E MATTI – EMERGENZA COLORI (Nord-Sud): non c'è bisogno che mi dilunghi su questo nuovo libretto della coppia di youtuber Ninna e Matti, apprezzatissimi dai piccoli: qualcuno ha rubato i colori e Ninna e Matti devono scoprire chi è stato e risolvere la grigia situazione.
  • PERA TOONS – FATTI UNA RISATA (Tunuè): un altro libro di Pera Toons con vignette piene di giochi di parole stupidissimi.
  • ALLENATORI DI CALCIO DI IERI E DI OGGI di Roberto Bratti (Edizioni EL): un libretto con gli allenatori storici, raccontati pagina per pagina.
  • LA BAMBINA CADAVERE di Flavia Sorrentino (Mondadori): uno strano romanzo per ragazzi in cui una bambina dall'improbabile nome di Cadavere, con il suo amico ragno, cerca di scoprire il suo passato dimenticato. Coloratissimo e pieno di cose bizzarre. Come mi capita spesso, mi sono fatto rapire dalla copertina vivacissima.
  • Due titoli in stampatello maiuscolo per la collana “Prime pagine”: L'UNICORNO ARTÙ VA A UNA FESTA di Raffaella Bolaffio e VIOLETTA E LA TARTARUGA di Mirella Mariani (Violetta è una simpaticissima gatta). I due libretti sono illustrati e colorati: dopo la piccola storia, ci sono alcune pagine di attività per i piccoli.
  • IL BOSCO SEGRETO di Sandra Dieckmann (Emme Edizioni): un bellissimo albo dalla meravigliosa copertina, per scoprire tutte le creature e le sorprese che il bosco riserva ai piccoli esploratori della natura. In fondo al libro possiamo trovare schede di approfondimento sugli animali.
  • CARA KITTY – ROMANZO EPISTOLARE di Anne Frank (Einaudi). Quando l'ho avuto tra le mani, stamattina, non credevo ai miei occhi: il romanzo che Anne Frank aveva sempre sognato di scrivere (avrebbe attinto materiale dal suo celeberrimo diario, di cui questa è la versione che la stessa Anne aveva pensato di dare dignità editoriale) ora è qui, pubblicato dopo 80 anni. Finora, a quanto leggo, questo scritto era stato usato per aggiornare le varie edizioni del diario, ma ora possiamo leggere, organizzate finalmente nel modo in cui Anne le aveva raccolte, le lettere indirizzate alla sua amica immaginaria Kitty.
 
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from professosaurus

3 Ottobre

Il lavoro degli scienziati e i loro strumenti

Non è facile descrivere questo lavoro e come le conoscenze scientifiche procedano/avanzino, ma qualcosa possiamo dire:

  • si cerca di isolare un fenomeno attraverso un esperimento;
  • si misurano delle grandezze;
  • si cercano delle regolarità;

Per esempio: far cadere degli oggetti nel vuoto significa isolare il fenomeno della caduta rispetto alla presenza dell'aria;

https://yewtu.be/watch?v=E43-CfukEgs

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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This Year's Model è il secondo album in studio del cantautore inglese Elvis Costello, originariamente pubblicato il 17 marzo 1978 nel Regno Unito tramite Radar Records. Dopo aver utilizzato la band americana Clover per il suo album di debutto My Aim Is True (1977), This Year's Model ha segnato il primo album di Costello con gli Attrazioni – il bassista Bruce Thomas, il batterista Pete Thomas (nessuna parentela) e il tastierista Steve Nieve – che ha formato a metà -1977 come gruppo di supporto permanente. Le sessioni di registrazione ebbero luogo agli Eden Studios di Londra in circa undici giorni dalla fine del 1977 all'inizio del 1978. Di ritorno dal debutto come produttore c'era il musicista Nick Lowe, mentre Roger Béchirian fungeva da tecnico. La maggior parte del materiale è stato scritto prima delle sessioni e ha debuttato dal vivo nella seconda metà del 1977. Abbracciando new wave, power pop e punk rock, le canzoni di This Year's Model sono principalmente guidate dagli Attrazioni, con influenze che includono lavori dei Rolling. Gli Stones e i Beatles. Nel frattempo, i testi cinici fanno riferimento ad argomenti che vanno dalle tecnologie di controllo di massa alle relazioni fallimentari, che alcuni revisori hanno trovato misogini. Come alcuni brani, l'artwork della copertina, con Costello dietro una macchina fotografica su un treppiede, enfatizzava l'osservazione. Progettate da Barney Bubbles, le copertine iniziali erano decentrate ed esponevano una barra dei colori della stampante sulla destra, che è stata corretta per le versioni successive. Accompagnato dai singoli di successo “(I Don't Want to Go to) Chelsea” e “Pump It Up”, This Year's Model è stato un successo commerciale, raggiungendo il numero quattro nella classifica degli album del Regno Unito. L'LP americano, pubblicato nel maggio 1978 attraverso la Columbia Records, sostituì “(I Don't Want to Go to) Chelsea” e “Night Rally” per “Radio Radio” e raggiunse il numero 30 nella classifica Top LPs & Tape di Billboard. Anche il modello di quest'anno ha ricevuto il plauso della critica, con molti che hanno evidenziato la scrittura delle canzoni, le performance dell'artista e della band, ed è apparso in diverse liste di fine anno. Nei decenni successivi, This Year's Model ha continuato a ricevere il plauso della critica, con molti che hanno elogiato l'aggiunta e le performance delle Attrazioni, mentre alcuni hanno commentato la sua influenza sul punk. È considerato uno dei migliori lavori di Costello ed è apparso in diversi elenchi dei più grandi album di tutti i tempi. Da allora è stato ristampato più volte con tracce bonus. Nel 2021, Costello ha guidato una nuova versione dell'album intitolata Spanish Model , che conteneva canzoni di This Year's Model cantate in spagnolo da artisti latini sulle basi originali delle Attrazioni. Ha ricevuto recensioni favorevoli ed è stato confezionato con una rimasterizzazione del 2021 di This Year's Model.


Ascolta: https://songwhip.com/elvis-costello-and-the-attractions/this-years-model-2021-remaster


#ascolti

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Costituzione dogmatica sulla Chiesa LUMEN GENTIUM (21 novembre 1964)

CAPITOLO II – IL POPOLO DI DIO

Nuova alleanza e nuovo popolo 9 In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia (cfr. At 10,35). Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità.

Scelse quindi per sé il popolo israelita, stabilì con lui un'alleanza e lo formò lentamente, manifestando nella sua storia se stesso e i suoi disegni e santificandolo per sé. Tutto questo però avvenne in preparazione e figura di quella nuova e perfetta alleanza da farsi in Cristo, e di quella più piena rivelazione che doveva essere attuata per mezzo del Verbo stesso di Dio fattosi uomo. « Ecco venir giorni (parola del Signore) nei quali io stringerò con Israele e con Giuda un patto nuovo... Porrò la mia legge nei loro cuori e nelle loro menti l'imprimerò; essi mi avranno per Dio ed io li avrò per il mio popolo... Tutti essi, piccoli e grandi, mi riconosceranno, dice il Signore » (Ger 31,31-34). Cristo istituì questo nuovo patto cioè la nuova alleanza nel suo sangue (cfr. 1 Cor 11,25), chiamando la folla dai Giudei e dalle nazioni, perché si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito, e costituisse il nuovo popolo di Dio. Infatti i credenti in Cristo, essendo stati rigenerati non di seme corruttibile, ma di uno incorruttibile, che è la parola del Dio vivo (cfr. 1 Pt 1,23), non dalla carne ma dall'acqua e dallo Spirito Santo (cfr. Gv 3,5-6), costituiscono « una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo tratto in salvo... Quello che un tempo non era neppure popolo, ora invece è popolo di Dio » (1 Pt 2,9-10).

Questo popolo messianico ha per capo Cristo « dato a morte per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione » (Rm 4,25), e che ora, dopo essersi acquistato un nome che è al di sopra di ogni altro nome, regna glorioso in cielo. Ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio. Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati (cfr. Gv 13,34). E finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento, quando comparirà Cristo, vita nostra (cfr. Col 3,4) e « anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio » (Rm 8,21). Perciò il popolo messianico, pur non comprendendo effettivamente l'universalità degli uomini e apparendo talora come un piccolo gregge, costituisce tuttavia per tutta l'umanità il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza. Costituito da Cristo per una comunione di vita, di carità e di verità, è pure da lui assunto ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra (cfr. Mt 5,13-16), è inviato a tutto il mondo.

Come già l'Israele secondo la carne peregrinante nel deserto viene chiamato Chiesa di Dio (Dt 23,1 ss.), così il nuovo Israele dell'era presente, che cammina alla ricerca della città futura e permanente (cfr. Eb 13,14), si chiama pure Chiesa di Cristo (cfr. Mt 16,18); è il Cristo infatti che l'ha acquistata col suo sangue (cfr. At 20,28), riempita del suo Spirito e fornita di mezzi adatti per l'unione visibile e sociale. Dio ha convocato tutti coloro che guardano con fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace, e ne ha costituito la Chiesa, perché sia agli occhi di tutti e di ciascuno, il sacramento visibile di questa unità salvifica [15]. Dovendosi essa estendere a tutta la terra, entra nella storia degli uomini, benché allo stesso tempo trascenda i tempi e i confini dei popoli, e nel suo cammino attraverso le tentazioni e le tribolazioni è sostenuta dalla forza della grazia di Dio che le è stata promessa dal Signore, affinché per la umana debolezza non venga meno alla perfetta fedeltà ma permanga degna sposa del suo Signore, e non cessi, con l'aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la croce giunga alla luce che non conosce tramonto.

Il sacerdozio comune dei fedeli 10 Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5,1-5), fece del nuovo popolo « un regno e sacerdoti per il Dio e il Padre suo » (Ap 1,6; cfr. 5,9-10). Infatti per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le attività del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all'ammirabile sua luce (cfr. 1 Pt 2,4-10). Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (cfr. At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio (cfr. Rm 12,1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e, a chi la richieda, rendano ragione della speranza che è in essi di una vita eterna (cfr. 1 Pt 3,15) Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo [16]. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia [17], ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa.

Il sacerdozio comune esercitato nei sacramenti 11 Il carattere sacro e organico della comunità sacerdotale viene attuato per mezzo dei sacramenti e delle virtù. I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo, sono destinati al culto della religione cristiana dal carattere sacramentale; rigenerati quali figli di Dio, sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa [18]. Col sacramento della confermazione vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l'opera [19], come veri testimoni di Cristo. Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, offrono a Dio la vittima divina e se stessi [20] con essa così tutti, sia con l'offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell'azione liturgica, non però in maniera indifferenziata, bensì ciascuno a modo suo. Cibandosi poi del corpo di Cristo nella santa comunione, mostrano concretamente la unità del popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata.

Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui; allo stesso tempo si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera. Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei sacerdoti, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi (cfr. Gc 5,14-16), anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo (cfr. Rm 8,17; Col 1,24), per contribuire così al bene del popolo di Dio. Inoltre, quelli tra i fedeli che vengono insigniti dell'ordine sacro sono posti in nome di Cristo a pascere la Chiesa colla parola e la grazia di Dio. E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio [21]. Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.

Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e d'una tale grandezza, tutti i fedeli d'ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità, la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste.

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Approfondimenti

IL POPOLO DI DIO

A) La sua vocazione

  1. Nell'antica Alleanza essa si compie nella scelta, istruzione e santificazione del popolo israelita (n. 9).
  2. Nella nuova Alleanza, tutti sono chiamati a far parte di questo Popolo santo di Dio, il cui «capo» è Cristo; «la condizione dei suoi membri» la dignità e la libertà dei figli di Dio; «la legge suprema» l’amare come Cristo stesso ci ha amati; «il fine» il Regno di Dio, qui iniziato e incrementato, ma che solo alla fine dei tempi sarà portato a compimento; «il carattere» l'universalità; «il nome», la Chiesa di Cristo (n. 9).

B) Il suo sacerdozio

  1. Lo ottengono i suoi membri mediante la consacrazione battesimale (n. 10).
  2. È quindi comune a tutti i fedeli (n. 10).
  3. Si differenzia essenzialmente da quello gerarchico per le diverse funzioni e potestà, pur essendo ambedue partecipazioni del sacerdozio di Cristo (n. 10).

Il concilio Vaticano II sceglie come figura di fondo sulla quale impostare il suo discorso sulla chiesa quella del popolo di Dio. I padri conciliari avvertono l’urgenza della propria vocazione di salvare e di rinnovare ogni creatura, affinché tutto sia ricapitolato in Cristo e gli uomini costituiscano in lui una sola famiglia ed un solo popolo di Dio. La chiesa nasce dal dono dello Spirito di Cristo, il Messia, perciò si parla di «popolo messianico»: – il capo è solo Cristo morto-risorto e non altri sovrani; – vi è uguale dignità di tutti in quanto liberi figli di Dio; – la sola legge è la carità coma la incarna Cristo stesso; – il fine è il regno di Dio. Come popolo “messianico” ha ereditato, la stessa missione di Gesù: sacerdotale, profetica e regale. In quanto destinatario della salvezza, tutto il popolo è sacerdotale pur nella distinzione tra il sacerdozio «ministeriale» e quello «comune». Il primo in funzione della piena realizzazione del secondo. Il compito dell’evangelizzazione sarà quindi “dovere fondamentale del popolo di Dio” non esclusivo di qualcuno nella chiesa: “ tutti i fedeli hanno il dovere e il diritto di impegnarsi perché l’annuncio divino della salvezza si diffonda sempre più fra gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo” (Diritto Canonico can. 781 e 211). «Il nuovo popolo di Dio non ha bisogno della mediazione di specifici sacerdoti: i ministri della chiesa nel Nuovo Testamento non saranno mai chiamati con questo nome. Piuttosto è essa stessa, in quanto popolo unito per l’unione di fede dei credenti in Gesù, a costituire il tempio di pietre vive, nel quale si offrono sacrifici graditi a Dio, cioè tutte le opere compiute nella fede, nello Spirito di Cristo» (Severino Dianich, La chiesa mistero di comunione). Si deduce che il fondamento del sacerdozio non è quello che si riceve con il sacramento dell’ordine (diaconi, preti, vescovi) ma quello di tutti i fedeli che si riceve nel battesimo. L’espressione fondamentale di questo sacerdozio comune, più che nelle azioni liturgiche, consiste nell’offrire a Dio quel “sacrificio di lode” che è la professione di fede proposta agli uomini con le parole e con le opere. È agire sacerdotale della chiesa l’operare quotidiano di ogni fedele che mette al servizio del bene comune le sue attitudini e le sue competenze, compie i suoi doveri familiari, professionali, sociali e politici, nello spirito della fede, con giustizia e carità. Il popolo di Dio è anche profetico in quanto annuncia, con la sua vita e la sua testimonianza attiva, la verità di Dio. Questo coinvolge anche il principio della infallibilità che attiene al credere della chiesa prima che alla sua azione di insegnamento. In altre parole, prima la chiesa crede, poi il magistero insegna infallibilmente. Per quanto riguarda la missionarietà la LG considera che, essendo il Regno di Dio non di questo mondo, la chiesa non si identifica in alcuna cultura e, nello stesso tempo, si incarna in tutte le culture perché ciascuna si apra a Dio.

(Tratto da: A 50 anni dal Concilio, Marco Cioni, https://lorenzoequirico.it/lumen-gentium/ ).

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Sacerdozio battesimale e ministeriale di Marino Qualizza

Il sacerdozio comune secondo la Lumen Gentium (LG 10)

Nella costituzione dogmatica sulla Chiesa, ma non solo, il concilio ha dedicato una attenzione particolare al sacerdozio comune o battesimale dei fedeli. Essa si spiega con la ripresa della riflessione sulla natura e sull’identità della Chiesa, iniziata in modo originale subito dopo la prima guerra mondiale, e dunque negli anni ’20 del XX secolo. Un primo punto importante sul tema fu segnato dal grande lavoro del teologo domenicano francese Y. Congar e l’opera che maggiormente contribuì ad un allargamento della visione fu ‘Per una teologia del laicato’ edita in Italia dalla Morcelliana nel 1966 ed oggi introvabile. Nella edizione originale francese s’intitolava: ‘Jalons pour une théologie du laicat’. Il libro suscitò anche forti riserve, che furono superate solo più tardi, si potrebbe dire alla vigilia del concilio.

Superamento del clericalismo La tesi principale era che bisognava superare la classica divisione fra clero e laici, docente e discente, attiva e passiva, ma si doveva puntare su una Chiesa tutta ministeriale. Non tutto filò liscio in questa impostazione, perché si corse il rischio di appiattire la Chiesa su una ministerialità generica. Difatti fu il Congar stesso, dopo il Concilio a frenare in questo senso. Ma intanto era stato lanciato un segnale importante e fu raccolto dal concilio ed ebbe la prima formulazione in LG 10.

«Cristo Signore, Pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5, 1-5), fece del nuovo popolo “un regno e sacerdoti per il Dio e Padre suo” (Ap 1,6; cfr 5,9-10). Infatti, per la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici , e far conoscere i prodigi di Colui, che dalle tenebre li chiamò all’ammirabile sua luce (cfr 1Pt 2,4-10)».

Il testo è inserito nel capitolo secondo della costituzione, che ha come tema ‘Il popolo di Dio’. A proposito di questo capitolo si parlava di una ‘rivoluzione copernicana’, in quanto veniva anteposto a quello sulla gerarchia, che da sempre aveva la prima attenzione. A dire il vero, se di rivoluzione si tratta, essa riguarda non un singolo capitolo, ma la concezione stessa di tutto il testo e della visione che lo caratterizza; in pratica dell’aver messo al primo posto il mistero della Chiesa in Dio uno e trino, e poi dell’aver trattato immediatamente, alla luce dello stesso mistero, del popolo di Dio, non per parlare dei laici, ma di tutti i credenti, gerarchia e laici, riuniti nell’unità della fede.

Universalità del sacerdozio del popolo di Dio Così si passa a parlare in modo del tutto coerente del sacerdozio comune, che riguarda tutto il popolo di Dio e lo fa erede legittimo del popolo dell’AT, per perpetuare nei secoli la memoria viva dei prodigi di Dio. L’attività principale di questo popolo, sinteticamente espressa è di carattere liturgico e missionario. Con la liturgia si uniscono al sacrificio di Cristo e con l’annuncio missionario ne continuano l’opera di evangelizzazione. Non si dice nulla di nuovo, perché era già stato detto da sempre, come indicano i riferimenti biblici, ma viene ripreso in modo nuovo, dopo secoli di relativo se non totale oblio. Tutti i cristiani, senza esclusione sono chiamati ad essere attivi nella Chiesa di Dio.

«Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l’uno all’altro, poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo…I fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’oblazione dell’Eucaristia, e lo esercitano con ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, coll’abnegazione e l’operosa carità» (LG10).

Distinzioni necessarie Una precisazione doverosa, sulla differenza fra il sacerdozio ministeriale e comune. Il concilio adopera una frase che ha suscitato molti e difficili commenti. Basti, nel nostro caso, affermare che il sacerdozio ministeriale è basato su un terzo sacramento, oltre il battesimo e la confermazione e la cosa risulta più che chiara. I fedeli che non sono ministri ordinati esercitano un ruolo attivo nella Chiesa, a cominciare dal fatto più importante: la celebrazione dell’Eucaristia.


🔝C A L E N D A R I OHomepage

 
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from Casa Giulia Grignani

ANGELI

Angeli, creature celesti dalle impalpabili ali delicati come farfalle. Esseri soprannaturali fatti di luce, prisma di colori presi a prestito dall’arcobaleno. Essenza di bontà, compassione e gentilezza. Spiriti gioiosi che danzano volteggiando al suono dell’infinito universo rincorrendosi fra le selle. Voci argentine in armonia di suoni, soavi melodie che si diffondono nell’immensa volta celeste, sublime incanto ed estasi dei sensi. Dolci sorrisi che scaldano il cuore, avvolgenti abbracci che proteggono, un amore sconfinato che rincuora perché non chiede nulla in cambio. Un sogno, un’idea, un’impressione che accompagna lungo il percorso dell’esistenza, che fa bene all’anima, che allevia il cuore e che dona serenità allo spirito. Questo immagino siate voi Angeli Celesti.

Giulia Grignani ©

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Costituzione dogmatica sulla Chiesa LUMEN GENTIUM (21 novembre 1964)

CAPITOLO I – IL MISTERO DELLA CHIESA

Il regno di Dio 5 Il mistero della santa Chiesa si manifesta nella sua stessa fondazione. Il Signore Gesù, infatti, diede inizio ad essa predicando la buona novella, cioè l'avvento del regno di Dio da secoli promesso nella Scrittura: «Poiché il tempo è compiuto, e vicino è il regno di Dio» (Mc 1,15; cfr. Mt 4,17). Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo. La parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato nel campo (cfr. Mc 4,14): quelli che lo ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo (cfr. Lc 12,32), hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto (cfr. Mc 4,26-29). Anche i miracoli di Gesù provano che il regno è arrivato sulla terra: «Se con il dito di Dio io scaccio i demoni, allora è già pervenuto tra voi il regno di Dio» (Lc 11,20; cfr. Mt 12,28). Ma innanzi tutto il regno si manifesta nella stessa persona di Cristo, figlio di Dio e figlio dell'uomo, il quale è venuto «a servire, e a dare la sua vita in riscatto per i molti» (Mc 10,45). Quando poi Gesù, dopo aver sofferto la morte in croce per gli uomini, risorse, apparve quale Signore e messia e sacerdote in eterno (cfr. At 2,36; Eb 5,6; 7,17-21), ed effuse sui suoi discepoli lo Spirito promesso dal Padre (cfr. At 2,33). La Chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, umiltà e abnegazione, riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l'inizio. Intanto, mentre va lentamente crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi col suo re nella gloria.

Le immagini della Chiesa 6 Come già nell'Antico Testamento la rivelazione del regno viene spesso proposta in figure, così anche ora l'intima natura della Chiesa ci si fa conoscere attraverso immagini varie, desunte sia dalla vita pastorale o agricola, sia dalla costruzione di edifici o anche dalla famiglia e dagli sponsali, e che si trovano già abbozzate nei libri dei profeti.

La Chiesa infatti è un ovile, la cui porta unica e necessaria è Cristo (cfr. Gv 10,1-10). È pure un gregge, di cui Dio stesso ha preannunziato che ne sarebbe il pastore (cfr. Is 40,11; Ez 34,11 ss), e le cui pecore, anche se governate da pastori umani, sono però incessantemente condotte al pascolo e nutrite dallo stesso Cristo, il buon Pastore e principe dei pastori (cfr. Gv 10,11; 1 Pt 5,4), il quale ha dato la vita per le pecore (cfr. Gv 10,11-15).

La Chiesa è il podere o campo di Dio (cfr. 1 Cor 3,9). In quel campo cresce l'antico olivo, la cui santa radice sono stati i patriarchi e nel quale è avvenuta e avverrà la riconciliazione dei Giudei e delle Genti (cfr. Rm 11,13-26). Essa è stata piantata dal celeste agricoltore come vigna scelta (Mt 21,33-43, par.; cfr. Is 5,1 ss). Cristo è la vera vite, che dà vita e fecondità ai tralci, cioè a noi, che per mezzo della Chiesa rimaniamo in lui, e senza di lui nulla possiamo fare (cfr. Gv 15,1-5).

Più spesso ancora la Chiesa è detta edificio di Dio (cfr. 1 Cor 3,9). Il Signore stesso si paragonò alla pietra che i costruttori hanno rigettata, ma che è divenuta la pietra angolare (Mt 21,42 par.). Sopra quel fondamento la Chiesa è costruita dagli apostoli (cfr. 1 Cor 3,11) e da esso riceve stabilità e coesione. Questo edificio viene chiamato in varie maniere: casa di Dio (cfr. 1 Tm 3,15), nella quale cioè abita la sua famiglia, la dimora di Dio nello Spirito (cfr. Ef 2,19-22), la dimora di Dio con gli uomini (cfr. Ap 21,3), e soprattutto tempio santo, il quale, rappresentato dai santuari di pietra, è l'oggetto della lode dei santi Padri ed è paragonato a giusto titolo dalla liturgia alla città santa, la nuova Gerusalemme [Cf. ORIGENE, In Mt. 16,21: PG 13, 1443C. TERTULLIANO, Adv. Marc. 3, 7: PL 2, 357C; CSEL 47, 3, p. 386]. In essa infatti quali pietre viventi veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale (cfr. 1 Pt 2,5). E questa città santa Giovanni la contempla mentre, nel momento in cui si rinnoverà il mondo, scende dal cielo, da presso Dio, «acconciata come sposa adornatasi per il suo sposo» (Ap 21,1s).

La Chiesa, chiamata «Gerusalemme celeste» e «madre nostra» (Gal 4,26; cfr. Ap 12,17), viene pure descritta come l'immacolata sposa dell'Agnello immacolato (cfr. Ap 19,7; 21,2 e 9; 22,17), sposa che Cristo «ha amato... e per essa ha dato se stesso, al fine di santificarla» (Ef 5,26), che si è associata con patto indissolubile ed incessantemente «nutre e cura» (Ef 5,29), che dopo averla purificata, volle a sé congiunta e soggetta nell'amore e nella fedeltà (cfr. Ef 5,24), e che, infine, ha riempito per sempre di grazie celesti, onde potessimo capire la carità di Dio e di Cristo verso di noi, carità che sorpassa ogni conoscenza (cfr. Ef 3,19). Ma mentre la Chiesa compie su questa terra il suo pellegrinaggio lontana dal Signore (cfr. 2 Cor 5,6), è come un esule, e cerca e pensa alle cose di lassù, dove Cristo siede alla destra di Dio, dove la vita della Chiesa è nascosta con Cristo in Dio, fino a che col suo sposo comparirà rivestita di gloria (cfr. Col 3,1-4).

La Chiesa, corpo mistico di Cristo 7 Il Figlio di Dio, unendo a sé la natura umana e vincendo la morte con la sua morte e resurrezione, ha redento l'uomo e l'ha trasformato in una nuova creatura (cfr. Gal 6,15; 2 Cor 5,17). Comunicando infatti il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, che raccoglie da tutte le genti.

In quel corpo la vita di Cristo si diffonde nei credenti che, attraverso i sacramenti si uniscono in modo arcano e reale a lui sofferente e glorioso [Cf. S. TOMMASO, Summa Theol. III, q. 62, a. 5, ad 1]. Per mezzo del battesimo siamo resi conformi a Cristo: «Infatti noi tutti “fummo battezzati in un solo Spirito per costituire un solo corpo” (1 Cor 12,13). Con questo sacro rito viene rappresentata e prodotta la nostra unione alla morte e resurrezione di Cristo: “Fummo dunque sepolti con lui per l'immersione a figura della morte”; ma se, fummo innestati a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una resurrezione simile alla sua» (Rm 6,4-5). Partecipando realmente del corpo del Signore nella frazione del pane eucaristico, siamo elevati alla comunione con lui e tra di noi: «Perché c'è un solo pane, noi tutti non formiamo che un solo corpo, partecipando noi tutti di uno stesso pane» (1 Cor 10,17). Così noi tutti diventiamo membri di quel corpo (cfr. 1 Cor 12,27), «e siamo membri gli uni degli altri» (Rm 12,5).

Ma come tutte le membra del corpo umano, anche se numerose, non formano che un solo corpo così i fedeli in Cristo (cfr. 1 Cor 12,12). Anche nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità di membri e di uffici. Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce la varietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessità dei ministeri (cfr. 1 Cor 12,1-11). Fra questi doni eccelle quello degli apostoli, alla cui autorità lo stesso Spirito sottomette anche i carismatici (cfr. 1 Cor 14). Lo Spirito, unificando il corpo con la sua virtù e con l'interna connessione dei membri, produce e stimola la carità tra i fedeli. E quindi se un membro soffre, soffrono con esso tutte le altre membra; se un membro è onorato, ne gioiscono con esso tutte le altre membra (cfr. 1 Cor 12,26).

Capo di questo corpo è Cristo. Egli è l'immagine dell'invisibile Dio, e in lui tutto è stato creato. Egli è anteriore a tutti, e tutte le cose sussistono in lui. È il capo del corpo, che è la Chiesa. È il principio, il primo nato di tra i morti, affinché abbia il primato in tutto (cfr. Col 1,15-18). Con la grandezza della sua potenza domina sulle cose celesti e terrestri, e con la sua perfezione e azione sovrana riempie delle ricchezze della sua gloria tutto il suo corpo (cfr. Ef 1,18-23) [Cf. PIO XII, Enc. Mystici Corporis, 29 giugno 1943: AAS 35 (1943), p. 208].

Tutti i membri devono a lui conformarsi, fino a che Cristo non sia in essi formato (cfr. Gal 4,19). Per ciò siamo collegati ai misteri della sua vita, resi conformi a lui, morti e resuscitati con lui, finché con lui regneremo (cfr. Fil 3,21; 2 Tm 2,11; Ef 2,6). Ancora peregrinanti in terra, mentre seguiamo le sue orme nella tribolazione e nella persecuzione, veniamo associati alle sue sofferenze, come il corpo al capo e soffriamo con lui per essere con lui glorificati (cfr. Rm 8,17). Da lui «tutto il corpo ben fornito e ben compaginato, per mezzo di giunture e di legamenti, riceve l'aumento voluto da Dio» (Col 2,19). Nel suo corpo, che è la Chiesa, egli continuamente dispensa i doni dei ministeri, con i quali, per virtù sua, ci aiutiamo vicendevolmente a salvarci e, operando nella carità conforme a verità, andiamo in ogni modo crescendo verso colui, che è il nostro capo (cfr. Ef 5,11-16 gr.).

Perché poi ci rinnovassimo continuamente in lui (cfr. Ef 4,23), ci ha resi partecipi del suo Spirito, il quale, unico e identico nel capo e nelle membra, dà a tutto il corpo vita, unità e moto, così che i santi Padri poterono paragonare la sua funzione con quella che il principio vitale, cioè l'anima, esercita nel corpo umano [Cf. LEONE XIII, Enc. Divinum illud, 9 maggio 1897: ASS 29 (1896-97), p. 650]. Cristo inoltre ama la Chiesa come sua sposa, facendosi modello del marito che ama la moglie come il proprio corpo (cfr. Ef 5,25-28); la Chiesa poi è soggetta al suo capo. E poiché «in lui abita congiunta all'umanità la pienezza della divinità» (Col 2,9), egli riempie dei suoi doni la Chiesa la quale è il suo corpo e la sua pienezza (cfr. Ef 1,22-23), affinché essa sia protesa e pervenga alla pienezza totale di Dio (cfr. Ef 3,19).

Lo Spirito santificatore della Chiesa 8 Cristo, unico mediatore, ha costituito sulla terra e incessantemente sostenta la sua Chiesa santa, comunità di fede, di speranza e di carità [Cf. LEONE XIII, Enc. Sapientiae christianae, 10 genn. 1890: ASS 22 (1889-90), p. 392; ID., Enc. Satis cognitum, 29 giugno 1896: AAS 28 (1895-96), pp. 710 e 724ss. PIO XII, Enc. Mystici Corporis, l.c. [nota 7], pp. 199-200], quale organismo visibile, attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia. Ma la società costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo, l'assemblea visibile e la comunità spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino [Cf. PIO XII, Enc. Mystici Corporis, l.c. [nota 7], p. 221ss; ID., Enc. Humani generis, 12 ag. 1950: AAS 42 (1950), p. 571]. Per una analogia che non è senza valore, quindi, è paragonata al mistero del Verbo incarnato. Infatti, come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza, a lui indissolubilmente unito, così in modo non dissimile l'organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica, per la crescita del corpo (cfr. Ef 4,16) [Cf. LEONE XIII, Enc. Satis cognitum, l.c. [nota 9], p. 713].

Questa è l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica [Cf. Symbolum Ap.: Dz 6-9 (10-13) [Collantes 0.501-02]; Symb. Nic.-Const.: Dz 86 (150) [Collantes 0.509]; cf. Prof. fidei Trid.: Dz 994 e 999 (1862 e 1868)] e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cfr. Mt 28,18ss), e costituì per sempre colonna e sostegno della verità (cfr. 1 Tm 3,15). Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui [E detta “Santa (cattolica apostolica) Romana Chiesa” nella Prof. fidei Trid., l.c. [nota prec.] e nel CONC. VAT. I, Cost. Dogm. sulla fede cattolica Dei Filius: Dz 1782 (3001)], ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica. Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa e chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza. Gesù Cristo «che era di condizione divina... spogliò se stesso, prendendo la condizione di schiavo» (Fil 2,6-7) e per noi «da ricco che era si fece povero» (2 Cor 8,9): così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria terrena, bensì per diffondere, anche col suo esempio, l'umiltà e l'abnegazione. Come Cristo infatti è stato inviato dal Padre «ad annunciare la buona novella ai poveri, a guarire quei che hanno il cuore contrito» (Lc 4,18), «a cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10), così pure la Chiesa circonda d'affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l'immagine del suo fondatore, povero e sofferente, si fa premura di sollevarne la indigenza e in loro cerca di servire il Cristo. Ma mentre Cristo, «santo, innocente, immacolato» (Eb 7,26), non conobbe il peccato (cfr. 2 Cor 5,21) e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento. La Chiesa «prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio» [S. AGOSTINO, De civ. Dei, XVIII, 51, 2: PL 41, 614.], annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (cfr. 1 Cor 11,26). Dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce.

Così la Chiesa universale si presenta come «un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» [S. CIPRIANO, De Orat. Dom. 23: PL 4, 553; HARTEL IIIA, p. 285. S. AGOSTINO, Serm. 71, 20, 33: PL 38, 463s. S. GIOV. DAMASCENO, Adv. Iconocl. 12: PG 96, 1358D].

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Approfondimenti

LG 8 – «la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento». Su questa coscienza umile di una chiesa che sa essere pellegrina nel mondo, in cammino assieme a tutti gli uomini, essa fonda il suo programma di rinnovamento. Riconosce che la sua storia nel mondo è intessuta di tentazioni e di peccati. Così la chiesa, nel suo pellegrinaggio verso il Regno, è chiamata a non cercare alcuna affermazione di sé con la potenza né dei miracoli, né della ricchezza e dei poteri umani. La sua fiducia deve andare solo a Dio e l’unica sua forza davanti al mondo deve essere la parola di Dio, con la quale essa è chiamata ad offrire al mondo la speranza che attinge dalla fede nel Regno che viene.

LG 8 – «Gesù Cristo “che era di condizione divina… spogliò se stesso, prendendo la condizione di schiavo” (Fil 2,6-7) e per noi “da ricco che era si fece povero” (2 Cor 8,9): così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria terrena, bensì per diffondere, anche col suo esempio, l’umiltà e l’abnegazione». Corpo di Cristo, per la sua partecipazione alla sua vita e alla sua morte, la chiesa non può che seguire Cristo nella sua rinuncia all’esercizio di un potere mondano. Quando il potere è inteso come scopo della vita, materializzazione dell’orgoglio e dell’egoismo, sopraffazione dell’uomo sull’uomo, è evidente la sua incompatibilità con il vangelo. Ma anche quando il potere fosse inteso come puro strumento per realizzare ideali validi, quando fosse cercato come mezzo per la proclamazione e l’attuazione del vangelo, per la chiesa costituisce sempre un problema e spesso una tentazione. Neppure nel difendere la propria esistenza e la propria libertà la chiesa può usare strumenti e metodi di lotta tipici dei poteri mondani: la sua fiducia è solo nel Signore. Ancora di più: è necessario che essa non accetti alleanze che possano identificarla con determinate ideologie, movimenti politici o gruppi di potere. D’altra parte la chiesa non può ignorare di avere un reale peso nel mondo e allora non avrà che una scelta: gettarlo sulla bilancia in favore dei poveri, di coloro che subiscono l’ingiustizia del mondo. Il potere della chiesa ha un solo uso legittimo, quello in favore di chi non ha potere.

(Tratto da: A 50 anni dal Concilio, Marco Cioni, https://lorenzoequirico.it/lumen-gentium/ ).


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Don't Stand Me Down è il terzo album in studio del gruppo pop inglese Dexys Midnight Runners, pubblicato nel settembre 1985 dalla Mercury Records. L'album è stato pubblicato tre anni dopo il loro secondo album, il successo internazionale Too-Rye-Ay. A quel tempo, la formazione di Dexys era stata ridotta da dieci membri a soli quattro: il cantante/chitarrista Kevin Rowland, il chitarrista Billy Adams, la violinista Helen O'Hara e il sassofonista Nick Gatfield, l'ultimo dei quali lasciò la band dopo le sessioni di registrazione. sono stati completati. Questi quattro membri sono raffigurati sulla copertina dell'album originale in giacca e cravatta (e, per gli uomini, cravatte), in quello che Rowland chiamava un look da “Ivy League” o “Brooks Brothers”. L'album fu un fallimento commerciale al momento della pubblicazione, e il suo rifiuto sia da parte della critica che del pubblico portò allo scioglimento del gruppo nel 1987. L'album fu successivamente descritto come un “capolavoro trascurato” da Uncut, e fu selezionato come uno dei 1001 album che hai pubblicato. Devi ascoltare prima di morire.


Ascolta: https://songwhip.com/dexys-midnight-runners/dont-stand-me-down


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DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Costituzione dogmatica sulla Chiesa LUMEN GENTIUM (21 novembre 1964)

CAPITOLO I – IL MISTERO DELLA CHIESA

La Chiesa è sacramento in Cristo 1 Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo.

Disegno salvifico universale del Padre 2 L'eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo; decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina; dopo la loro caduta in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo redentore, «il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura» (Col 1,15). Tutti infatti quelli che ha scelto, il Padre fino dall'eternità «li ha distinti e li ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29). I credenti in Cristo, li ha voluti chiamare a formare la santa Chiesa, la quale, già annunciata in figure sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'antica Alleanza [Cf. S. CIPRIANO, Epist. 64,4: PL 3, 1017; CSEL (HARTEL) IIIB, p. 720. S. ILARIO DI POITIERS, In Mt. 23,6: PL 9, 1047. S. AGOSTINO, passim. S. CIRILLO D’ALESS., Glaph. in Gen. 2,10: PG 69, 110A], stabilita infine «negli ultimi tempi», è stata manifestata dall'effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, infatti, come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, «dal giusto Abele fino all'ultimo eletto» [S. GREGORIO M., Hom. in Evang. 19, 1: PL 76, 1154B. Cf. S. AGOSTINO, Serm. 341, 9, 11: PL 39, 1499s. S. GIOV. DAMASCENO, Adv. Iconocl. 11: PG 96, 1357], saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale.

Missione del Figlio 3 È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre, il quale ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in lui volle accentrare tutte le cose (cfr. Ef 1,4-5 e 10). Perciò Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione. La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza di Dio cresce visibilmente nel mondo. Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall'acqua, che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso (cfr. Gv 19,34), e sono preannunziati dalle parole del Signore circa la sua morte in croce: «Ed io, quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me» (Gv 12,32). Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato (cfr. 1 Cor 5,7), viene celebrato sull'altare, si rinnova l'opera della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l'unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 10,17). Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a lui siamo diretti.

Lo Spirito santificatore della Chiesa 4 Compiuta l'opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cfr. Gv 17,4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa e affinché i credenti avessero così attraverso Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cfr. Ef 2,18). Questi è lo Spirito che dà la vita, una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna (cfr. Gv 4,14; 7,38-39); per mezzo suo il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali (cfr. Rm 8,10-11). Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega e rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione (cfr. Gal 4,6; Rm 8,15-16 e 26). Egli introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo [Cf. S. IRENEO, Adv. Haer. III, 24, 1: PG 7, 966B; HARVEY 2, 131, ed. SAGNARD, Sources Chr., p. 398]. Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: « Vieni » (cfr. Ap 22,17).

Così la Chiesa universale si presenta come «un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» [S. CIPRIANO, De Orat. Dom. 23: PL 4, 553; HARTEL IIIA, p. 285. S. AGOSTINO, Serm. 71, 20, 33: PL 38, 463s. S. GIOV. DAMASCENO, Adv. Iconocl. 12: PG 96, 1358D].

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Approfondimenti

LUMEN GENTIUM

Il documento riprende il lavoro, interrotto, del Vaticano I e lo porta a maturazione rovesciando la prospettiva da cui guardare la chiesa: da una gerarchia che governa un popolo cristiano, ad un popolo di Dio che vive grazie ai carismi dello Spirito santo. Se i laici, si è pensato, sono solo una parte del popolo di Dio vuol dire che questa categoria è generale e ingloba tutti.

La Costituzione dogmatica sulla chiesa risulta strutturata in otto capitoli, secondo il seguente schema: cap. 1: Il mistero della chiesa (paragrafi 1-8) cap. 2: Il popolo di Dio (paragrafi 9-17) cap. 3: La costituzione gerarchica della chiesa e in particolare l’episcopato (paragrafi 18-29) cap. 4: I laici (paragrafi 30-38) cap. 5: La vocazione universale alla santità nella chiesa (paragrafi 39-42) cap. 6: I religiosi (paragrafi 43-47) cap. 7: L’indole escatologica della chiesa pellegrina (paragrafi 48-51) cap. 8: La Beata vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della chiesa (paragrafi 52-69)

La LG traccia una nuova ecclesiologia o, meglio, riordina l’ecclesiologia, sbilanciata finora sugli aspetti giuridici, mettendo in relazione quattro fattori: – l’autorità che raccorda in continuità storica la chiesa agli apostoli e quindi al Gesù storico – la Parola e i sacramenti (in primis l’eucaristia) che edificano e nutrono la chiesa posta sotto l’azione del Cristo celeste – i carismi che lo Spirito Santo suscita dappertutto e sempre, rigenerando sempre da capo la chiesa – i valori umani diffusi nella storia

IL MISTERO DELLA CHIESA Il nuovo schema sulla chiesa, voluto dai padri conciliari in sostituzione del precedente, ha un punto di partenza chiaramente cristocentrico (n.1): «Cristo Signore è la luce delle genti», come afferma l’incipit. Con questo, si accantonano di colpo ben quattro secoli di controversie fra cattolici e protestanti, andando a quanto li accomuna, cioè a Cristo come riferimento essenziale. Non solo, ma si passa subito alla scelta principale della costituzione e del capitolo, che è la scelta trinitaria, visione che già San Paolo e i Padri della Chiesa avevano presentato, soprattutto con la teologia africana dei secoli II (Tertulliano: «La Chiesa è il corpo della Trinità») e III (Cipriano: «La Chiesa è un popolo adunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»). Un ritorno alla Bibbia porta, poi, a sconfiggere ogni identificazione tra chiesa e regno di Dio. Questo si identifica con Cristo stesso; quella è il suo germe e inizio – non realtà piena e perfetta, ma solo avvio e promessa.

LG 1 – «La Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» Nella sua autocoscienza la chiesa sa di esistere per presentare al mondo la figura autentica e il vero messaggio del Regno, restando consapevole di non identificarsi con il Regno di Dio. La chiesa deve confrontarsi con la grandezza del Regno che porterà a considerare se stessa come “segno e strumento”, nulla di più del seme gettato nella terra, della rete calata nel mare, del sale che si mescola per dar sapore e del lievito che si nasconde per far lievitare. La LG ci presenta la chiesa non come il Regno di Dio realizzato in questo mondo ma, più modestamente, come un segno che indica la mèta finale verso la quale si muove la storia e come strumento capace di diverse anticipazioni della sua venuta fra gli uomini. Ne deriva che il rapporto fra la chiesa e il mondo è un rapporto a tre: la chiesa è al sevizio del mondo per indicargli il Regno e camminare insieme con il mondo verso il Regno. (Cfr. Gaudium et Spes 39-40)

(Tratto da: A 50 anni dal Concilio, Marco Cioni, https://lorenzoequirico.it/lumen-gentium/ ).


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from Adri

Il tempo è ciò che mi spaventa di più. Perché è l'unica cosa su cui non c'è modo di avere controllo. Per questo non sopporto di perderlo, di sprecarlo. Il tempo passa e non torna indietro. Eppure non posso fare a meno di vedermelo scivolare tra le dita come sabbia senza riuscire a fare niente per fermarlo.

Vivo nella costante paura di stare sprecando il mio tempo, che la mia vita sia vuota e senza senso. Così continuo a vagare tra mille idee in attesa di trovare quella giusta, quella che darà uno scopo alla mia intera esistenza. Ma sapere che più il tempo passa e più le possibilità si riducono mi riempie di angoscia. Non riesco a prendere una decisione. E resto paralizzata.

E intanto gli anni passano... e la mia vita scivola via.

 
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from Corsa disordinata

Jurassic Endurance Mile

Dopo averla fatta non mi è facile da spiegare. È una semplice corsa fatta di Loop & Out&Back? Non proprio.. Solo gente che ha voglia di correre su 3 anelli per fare chilometri? Neanche…Gente che vuole far festa? Non solo…E’ un insieme di tutto questo! Al di la della difficolta del percorso, della distanza è un ambiente dove solo gente che vuole correre e divertirsi. Nessun fronzoli ma solo l’essenziale, zero ma proprio zero “Cazzo Durismo”! Poi i tre percorsi: 1.Gli Orti: bello, non troppo impegnativo, coperto; 2. Le orme: il più impegnativo, il grosso del dislivello è li ed è al sole, qui di giornate calde, muori!; 3. Il Fungo: direi tranquillo e volendo si puo usare come recupero dalle Orme!

Come li ho fatti: Il primo benone, senza difficoltà, il secondo impegnativo, ma il dislivello e il sole mi hanno svuotato! Il terzo all’andata ho camminato avevo la gamba destra dolorante da subito, punzonatura e ritorno al trotto. Un unica scavigliata! Piccolo preambolo: per salite volevo fare 3km di riscaldamento giusto per fare volume MA imposto male il navigatore e mi trovo dal lato opposto di Rovereto, quando me ne accorgo mi sbrigo a fare i 6km che mi separano! Totale: 27+15+3. Gli ultimi 3 sono del ritorno a piedi! La rifarei subito! Invece devo aspettare un anno!

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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La Revancha del Tango è l'album di debutto del gruppo musicale francese Gotan Project. È stato pubblicato il 22 ottobre 2001 su XL Recordings e ¡Ya Basta! Record. L'album contiene una cover della title track dell'album Chunga's Revenge di Frank Zappa del 1970 e una cover del tema di Gato Barbieri per il film Last Tango in Paris del 1972.


Ascolta: https://songwhip.com/gotan-project/la-revancha-del-tango2001


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from 𝓐𝓵𝓮𝓼𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪 & 𝓖𝓲𝓪𝓭𝓪

SL è un mondo dalle mille sfaccettature. Chi non ci è mai stato o chi ci è stato per poco tempo non ha potuto cogliere tutte le sfumature dei comportamenti umani di questo mondo virtuale, dove non c'è contatto fisico.

Ma veniamo al punto. Ci sono due modi di comunicare in SL: la chat ed il voice. La chat è organizzata in “chat locale”, i cui messaggi sono pubblici e vengono letti e scritti dalle persone che sono vicine o comunque in una stessa land, e “chat privata” che è dedicata ai messaggi privati tra due persone. Esiste anche un terzo tipo di chat, denominata “conference” nella quale possono interagire solo le persone invitate.

Detto questo, qualche anno fa fu introdotta la possibilità di parlare dal vivo con microfono. Questa funzione, chiamata “voice”, è molto comoda per chi si stanca di scrivere oppure interagisce su SL mentre nella vita reale sta facendo altro.

Sembra tutto bello e molto ben organizzato, ma non è tutto oro ciò che luccica.

In una conversazione tra persone, dove alcuni usano il voice ed altri la chat, ecco che si crea un divario, una nuova forma di emarginazione. Perchè chi parla è molto più veloce di chi scrive e finisce per interagire solo con altri che parlano. La comunicazione mista voce / chat diventa impossibile e coloro che scrivono dopo un pò vengono emarginati.

Ma il problema non finisce là. Chi usa il voice si sente superiore, nonostante possa asserire il contrario, dopo un pò ignora la chat, ed assume un'aria di sufficienza come l'utente di iPhone nei confronti dell'utente Android.

Sembra un problema marginale, ma in realtà influenza molto le conversazioni. Infatti capita spesso che io e la mia compagna, che usiamo solo la chat, siamo costrette ad abbandonare una conversazione già avviata perché si uniscono persone con il voice. A questo punto le loro comunicazioni prendono il sopravvento sulle nostre e non ci resta che cambiare land o tornarcene a casa.

Questo è un altro esempio di come un comportamento emarginante possa non essere percepito come tale da chi lo mette in atto, ma possa essere estremamente umiliante per chi lo riceve.

Arrivederci alla prossima puntata.

ღ 𝒜𝓁ℯ𝓈𝓈𝒶𝓃𝒹𝓇𝒶 𝒲𝒽𝒾𝓉ℯ ღ @AlessandraSospiro@mastodon.uno

 
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from marcello

Luna (sfocata) sul fondo del cielo  buio, la luce di un lampione sulla destra, la sagoma appena visibile della cima di alcuni alberi.
Moon (blurred) at the bottom of the dark sky, the light of a street lamp on the right, the barely visible silhouette of the tops of some trees

I post precedenti li avevo scritti usando codici html e questo mi distraeva abbastanza, sicché – con colpevole ritardo – ho guardato come scrivere un post e questo mi serve per vedere se ho capito tutto. Quindi devo provare le varie possibilità, compresa quella di inserire un'immagine (in questo caso assolutamente fuori contesto) sperando di riuscire ad inserire anche l'alt-text.

 
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from Lo Hobbit a scuola

“Ragazzi, mettetevi comodi perché quando leggiamo, dobbiamo stare comodi!”

In un buco nella terra, viveva uno hobbit...

Con questo incipit è cominciata la nostra avventura in questa settimana. Con le classi A e B abbiamo cominciato la lettura de Lo Hobbit ed è andata estremamente bene. Tutto comincia con quella frase, così familiare all'inizio e così soprendente più si va avanti nella lettura. Un caro vecchio C'era una volta... completamente originale, e poi da lì ci si avventura veramente all'interno della storia, andando a scoprire cosa sia uno hobbit, cosa fanno, cosa vogliono – ma soprattutto chi è Bilbo Baggins, il nostro eroe.

L'incontro con Gandalf

Quando Bilbo incontra (o meglio, incontra di nuovo) il vecchio Gandalf, si entra nel vivo dell'intreccio del romanzo. Il vecchio stregone coinvolge Bilbo nella sua più grande avventura e lo fa usando un linguaggio divertente e divertito, al limite dell'enigma, che i ragazzi hanno subito notato. “Perché Gandalf usa questo linguaggio così creativo?” Ho chiesto ai ragazzi. Forse una domanda un po' esigente per dei bambini di prima media, tant'è che non mi hanno saputo rispondere. “Perché – ricordatevelo – parlare bene e utilizzare in modo creativo la lingua è sempre indice di grande intelligenza, tanto nei romanzi quanto nella vita vera.” E mi sono sentito maestro di vita – o un rapper che fa il micdrop, devo ancora deciderlo. Poi vaglielo a dire che bisogna anche saper usare saggiamente la lingua, però quello sarà un problema per i professori del liceo. Poi uno dei ragazzi mi fa, “Prof, Gandalf è vestito proprio come uno stregone!” E anche lì, ho potuto sfoderare l'aplombe da guru che mi ha sempre contraddistinto. “Ragazzi, Gandalf è colui che ha dato allo stregone le sue caratteristiche. Tutti i maghi e gli stregoni dopo l'uscita de Lo Hobbit assomigliano a Gandalf perché esiste Gandalf. Pensate ad Albus Silente!” E ancora una volta, occhi spalancati, stupiti. Viene da domandarmi se questa mancanza di spirito di astrazione e intertestualità sia dovuta alla giovane età o da un contesto che non premia questo tipo di abilità. Forse entrambe. Purtroppo si è potuto leggere fino a questo punto, alla prossima settimana con il continuo...

La classe C

Per un gioco del destino, questa settimana ho inaspettatamente conosciuto la classe C – l'ultima prima che mi mancava nel novero delle classi con cui leggerò il romanzo – a causa di una supplenza assegnatami. Ottima impressione a parte, sembra una classe molto più brillante rispetto alle altre due. Spero che possa riservarmi grandi sorprese.

Alla prossima settimana con gli aggiornamenti di questa piccola grande avventura.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Sound of Silver è il secondo album in studio del gruppo rock americano LCD Soundsystem. L'album è stato pubblicato congiuntamente tramite DFA e Capitol Records negli Stati Uniti e EMI altrove, la prima volta il 12 marzo 2007 nel Regno Unito. Sound of Silver è stato prodotto dalla DFA e registrato nel 2006 alla Long View Farm di North Brookfield, Massachusetts e ai DFA Studios di New York, New York. Al momento della pubblicazione, Sound of Silver ha ricevuto consensi dalla critica musicale ed è stato successivamente nominato per il Grammy Award come miglior album elettronico/dance alla cinquantesima edizione dei Grammy Awards. L'EP pubblicato successivamente dal gruppo, intitolato A Bunch of Stuff, era composto interamente da brani di questo album.


Ascolta: https://songwhip.com/lcd-soundsystem/sound-of-silver2007


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