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from Bymarty

🖊️Lettera ad un'amica, per il suo compleanno!(27/03/2024)

Amica cara mai avrei immaginato di trovare una nuova amica, io che di vere amiche ne ho poche, non sono brava a coltivarle le amicizie, soprattutto quelle femminili! Forse col tempo divento noiosa, troppo presente e soprattutto pesante! Eppure sono schietta, sincera, corretta, semplicemente me stessa.. Ci siamo conosciute casualmente davanti scuola, nell'attesa che suonasse la campanella, pian piano è nato qualcosa di bello, quasi dimenticato, le uscite insieme, le risate, le confidenze e perchè no, anche le bevute! Molte cose non le abbiamo mai dette, anche se spesso a parlare è stato il cuore e non le parole... Ma sono felice di considerarmi tua amica, di volerti bene per come sei, a volte tu ci hai definito sorelle, più che amiche... Nel giorno del tuo compleanno spero che tu possa continuare ad essere spensierata, sorridente e che io possa continuare ad essere tua amica, nonostante incomprensioni e momenti di solitudine.. Ci siamo confidate, ascoltate, ci sto provando a coltivare questo germoglio, spero che col tempo cresca e diventi più forte e bello... tua Marty..

 
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from jackieahall

Semms Property Services: A Service That You Will Never Regret

Don't you love having a beautiful green garden space right outside the door? Garden spaces are incredible. They change the vibe as soon as you enter. But having a garden space is not enough. You have to focus on gardening services Moss Vale and maintenance.

Semms Property Services can make it easier for you. You can rely on this service if you are busy enough or have insufficient garden management expertise. It will turn your bare outdoors into a beautiful and well-maintained garden space. Here's why you will never regret this service.

Bringing Expertise in Every Form:

Have you ever questioned why you failed to maintain the garden space? You may already know the answer. Most people do not have the required tools and knowledge to care for every concern related to their garden space and its elements. For example, they may have the tools for pruning Southern Highlands, but their expertise might lag.

Semms Property Services knows it all. They have more than just gardening tools. They have the expertise to handle every maintenance task well. So, if you call them for pruning, they will arrive at your place with the necessary tools without leaving their expertise behind. Therefore, such a service is a blessing for all.

Plant and Tree Health:

Even the oldest trees in the garden may get sick. Plant and tree infections and diseases are a reality. They are prone to get infected due to reasons. For example, excessive watering, nutrient-lacking soil, weather conditions, etc., can affect their health.

Semms Property Services can take a look at the symptoms and causes of plant and tree diseases. The experts will provide an appropriate solution and treatment after a prompt and precise evaluation. This way, the vegetation can breathe freely and grow healthily.

Restructuring the Garden Space:

Garden maintenance and farm management Southern Highlands are not the only services you may need. Most people have requests regarding landscape design as well. They need a completely new face for their gardens. They need it to make their outdoors more accessible, appealing, and enjoyable.

Semms Property Services knows how to utilize the available space and turn it into an outdoor gold. You can share your views regarding the landscape design expectations. The professionals will consider every aspect and revert to an efficient solution. This way, your outdoors will be full of natural elements brought together in sync.

Check more details at https://semmspropertyservices.com.au/

Original Source: https://bit.ly/4hTciFy

 
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from jackieahall

Semms Property Services: A Service That You Will Never Regret

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Original Source: https://bit.ly/4hTciFy

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

LA RICCHEZZA NON PRESERVA DALLA MORTE 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.

2 Ascoltate questo, popoli tutti, porgete l'orecchio, voi tutti abitanti del mondo,

3 voi, gente del popolo e nobili, ricchi e poveri insieme.

4 La mia bocca dice cose sapienti, il mio cuore medita con discernimento.

5 Porgerò l'orecchio a un proverbio, esporrò sulla cetra il mio enigma.

6 Perché dovrò temere nei giorni del male, quando mi circonda la malizia di quelli che mi fanno inciampare?

7 Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza.

8 Certo, l'uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo.

9 Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente

10 per vivere senza fine e non vedere la fossa.

11 Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l'insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze.

12 Il sepolcro sarà loro eterna dimora, loro tenda di generazione in generazione: eppure a terre hanno dato il proprio nome.

13 Ma nella prosperità l'uomo non dura: è simile alle bestie che muoiono.

14 Questa è la via di chi confida in se stesso, la fine di chi si compiace dei propri discorsi.

15 Come pecore sono destinati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà di loro ogni traccia, gli inferi saranno la loro dimora.

16 Certo, Dio riscatterà la mia vita, mi strapperà dalla mano degli inferi.

17 Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa.

18 Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria.

19 Anche se da vivo benediceva se stesso: “Si congratuleranno, perché ti è andata bene”,

20 andrà con la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce.

21 Nella prosperità l'uomo non comprende, è simile alle bestie che muoiono.

_________________ Note

49,1 Sulla scia del Sal 37, questa meditazione si ispira alla riflessione sapienziale, che guida l’uomo a una più profonda conoscenza di sé e a una valutazione dei beni e delle ricchezze alla luce di Dio e della sua parola. Sullo sfondo sta la realtà della morte, che fa da severo ammonimento al ricco e al superbo, rendendo illusori il successo e la prosperità

49,15 inferi: il regno dei morti, l'ultima dimora dell'uomo. Vedi Sal 6,6 e nota relativa.

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Approfondimenti

Il Signore riscatta dalla morte Salmo sapienziale

Il salmo è simile per tema ai Sal 37 e 73. Il versetto-antifona che si ripete identico nei vv. 13 e 21 divide il salmo in due sezioni. Esso è strutturato chiasticamente secondo lo schema di A:B=B:A' (temere-šᵉôl=šᵉôl-temere). Il TM del salmo è abbastanza corrotto, ma non tale da comprometterne il senso. Il campo semantico simbolico è somatico, teriomorfo ed escatologico.

Divisione:

  • vv. 2-5: introduzione e autopresentazione del salmista;
  • vv. 6-12: I parte;
  • v. 13: ritornello-antifona;
  • vv. 14-20: II parte;
  • v. 21: ritornello-antifona.

v. 5. «porgerò l'orecchio..»: da chi ascolta l'orante il proverbio? È probabile che si voglia alludere al dono dell'ispirazione, dato che l'espressione ha spesso Dio come soggetto parlante (Sal 17,6; 31,3; 71,2; 86,1; 88,3; 102,3; 116,2). Il salmista ascolta, per poi “spiegare” sulla cetra, cioè attraverso un canto accompagnato dalla cetra com'e il salmo, le cose udite. «proverbio»: il termine classico (masal) sapienziale ha una vasta gamma di significati, come “aforisma, proverbio, massima...”, ma qui, supponendo come soggetto parlante Dio, si tratta probabilmente di un messaggio soprannaturale, di un vero e proprio oracolo. «sulla cetra»: l'accompagnamento dello strumento musicale quale la cetra richiama lo stile degli antichi rapsodi e suppone l'ambiente liturgico di destinazione del messaggio.

vv. 6-12. Prendendo spunto dalla sua esperienza personale, il salmista, che si vede circondato dalla malizia dei malvagi, esorta e incoraggia se stesso e gli altri, al pensiero che tutti moriranno (i malvagi, i sapienti, gli stolti e gli insensati), perché nessuno può comprarsi con il prezzo o il riscatto la vita senza fine (vv. 9-10). Questa parte si divide in: vv. 6-9, ove prevale il «temere» e in vv. 10-12, ove prevale l'immagine della morte (šᵉôl).

v. 8. «Nessuno può riscattare se stesso...»: è un'amara constatazione. Nessuno può pagare il prezzo del riscatto per sospendere o commutare la pena della morte, cui tutti sono condannati (Gn 3,19). Niente potrà bastare (v. 9). Sulla possibilità del «riscatto» nella Bibbia, cfr. Es 13,13-16; 21,30-31; 34,20; Nm 3,49; 18,15-17.

v. 13. Questo ritornello sottolinea amaramente la stoltezza di chi, abbagliato dalle ricchezze, non comprende questa verità: la morte è il destino dell'uomo come degli animali.

vv. 14-20. Si ribadisce la verità della morte dei vv. 10-13, descrivendola con altri dettagli, per poi di nuovo esortare a non temere l'ingiustizia; infatti la morte sarà uguale per tutti e chi muore «con sé non porta nulla» (v. 18). Tuttavia Dio può riscattare il giusto, come il salmista, e strapparlo dalle mani della morte (v. 16).

v. 15. «Come pecore sono avviate...»: il versetto è corrotto. La morte è vista personificata come un pastore che guida il gregge verso la tomba.

v. 16. «Ma Dio potrà riscattarmi..»: cfr. v. 8. Se l'uomo non può riscattarsi da se stesso dalla morte (vv. 8-10), lo può Dio per i suoi fedeli e per chi, come il salmista, spera in lui, cfr. Sal 16,9-10.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from jackieahall

The Only Guide You Need On All-On-4 Dental Implants

Many individuals have been struggling with tooth loss for a long time. If you want an outstanding solution for this issue, you can rely on All on 4 dental implants Melbourne from a reliable dentist. With the help of this option, you can efficiently achieve the smile of your dreams without relying on dentures. This option helps boost the appearance of your teeth. So, let’s discuss it in detail.

Minimally invasive

All-on-4 dental implants rely on only four implants that help support the full arch of teeth. It also assists individuals save time. The procedure may take a lot of time when the implants are placed on every tooth. However, with All-on-4 dental implants, you can reduce the time needed for the procedure. When fewer implants are needed, the recovery period is also shorter. It makes the entire process more convenient and hassle-free for the patients.

Cost-efficient

The best part about All-on-4 dental implants Melbourne is that they will be a cost-efficient choice. These solutions are more suitable for you as they will be more reasonably priced than getting several individual implants. So, the overall material costs are reduced when you get All-on-4 dental implants.

Better comfort

Dental implants are a permanent solution for you. They are a better solution to avoid issues. Patients can also speak without any problems. Thus, you can speak confidently when you are in public settings. Patients will achieve exceptional results when they get these solutions.

Natural-looking results

Patients may feel stressed about how their teeth will look after getting these services. However, when you choose All-on-4 dental implants, it will help achieve natural-looking solutions. Hence, even when you get a tooth replacement, it will not look out of place. It will match the overall look and appearance of your natural teeth.

Is All-on-4 the right pick for you?

If you struggle with tooth loss or damage, choose All-on-4 dental implants. You must have enough jawbone when you choose this option. It is crucial as you must have a strong foundation for it. The right dentist will evaluate whether implants will be suitable for you or not.

About Dr Helen’s Dental and Implant Centre:

Dr Helen’s Dental and Implant Centre is one of the most reputable options for the best cosmetic dentist Melbourne. Here, you can get the assistance you need for your dental issues. So, contact its team today!

To get more details, visit https://drhelen.com.au/

Original source https://bit.ly/41Z8k8m

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Are You Experienced è l'album di debutto in studio dei Jimi Hendrix Experience. Pubblicato nel 1967, l'LP è stato un successo immediato di critica e commerciale ed è ampiamente considerato uno dei più grandi album di tutti i tempi. L'album presenta l'approccio innovativo di Jimi Hendrix alla scrittura di canzoni e alla chitarra elettrica, che ha presto stabilito una nuova direzione nella musica psichedelica e hard rock. Dopo aver lottato per guadagnarsi da vivere nel circuito R&B come chitarrista di supporto, Hendrix ha firmato un contratto di gestione e produzione nel 1966 con l'ex membro degli Animals Chas Chandler e l'ex manager degli Animals Michael Jeffery. Chandler ha portato Hendrix a Londra e ha reclutato membri per i Jimi Hendrix Experience, una band progettata per mostrare il talento del chitarrista. A fine ottobre, dopo essere stati rifiutati dalla Decca Records, gli Experience hanno firmato con Track, una nuova etichetta formata dai manager degli Who Kit Lambert e Chris Stamp. Are You Experienced e i singoli precedenti furono registrati in un periodo di cinque mesi, da fine ottobre 1966 a inizio aprile 1967. L'album fu completato in 16 sessioni di registrazione in tre sedi di Londra, tra cui De Lane Lea Studios, CBS Studios e Olympic Studios. Pubblicato nel Regno Unito il 12 maggio 1967, Are You Experienced rimase in classifica per 33 settimane, raggiungendo il secondo posto. L'album fu pubblicato negli Stati Uniti il ​​23 agosto dalla Reprise Records, dove raggiunse il quinto posto nella classifica US Billboard Top LPs, rimanendo in classifica per 106 settimane, 27 delle quali nella Top 40. L'album trascorse anche 70 settimane nella classifica US Billboard Hot R&B LPs, dove raggiunse il decimo posto. La versione statunitense conteneva alcune delle canzoni più note di Hendrix, tra cui i primi tre singoli degli Experience, che, sebbene omessi dall'edizione britannica dell'LP, furono hit nella top ten nel Regno Unito: “Purple Haze”, “Hey Joe” e “The Wind Cries Mary”. Hendrix non era soddisfatto della copertina dell'edizione britannica e sollecitò il fotografo Karl Ferris a creare una copertina più “psichedelica” per l'uscita statunitense. Nel 2000, fu votato al numero 63 nella classifica All Time Top 1000 Albums di Colin Larkin. Rolling Stone ha classificato Are You Experienced al 30° posto nella sua lista del 2020 dei 500 migliori album di tutti i tempi. Nel 2010, la rivista ha inserito quattro canzoni della versione statunitense dell'album nella sua lista dei 500 migliori brani di tutti i tempi: “Purple Haze” (17), “Foxy Lady” (153), “Hey Joe” (201) e “The Wind Cries Mary” (379). Nel 2005, il disco è stato una delle 50 registrazioni scelte dalla Biblioteca del Congresso in riconoscimento del suo significato culturale da aggiungere al National Recording Registry. Lo scrittore e archivista Reuben Jackson dello Smithsonian Institution ha scritto: “è ancora una registrazione fondamentale perché è della tradizione musicale rock, R&B, blues ... Ha alterato la sintassi della musica ... in un modo che paragono all'Ulisse di James Joyce”.


Ascolta: https://album.link/i/344789894


 
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from noriarmo

Questo è il blog del Comitato contro il riarmo

Ai Parlamentari della Repubblica

Noi cittadini e cittadine vi scriviamo con profonda preoccupazione per la crescente pressione a incrementare le spese militari, una scelta che riteniamo dannosa per il nostro futuro.

La presidente della Commissione Europea ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro (ReArm Europe) contro la Russia, dichiarando: “Dobbiamo urgentemente riarmare l'Europa”.

Invitiamo i parlamentari italiani a respingere ogni ulteriore aumento del budget della difesa.

 
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from jackieahall

Book Innova Crysta for Outstation Pune to enjoy road trip with your family

Planning a trip with your family is an awesome way to enjoy the holidays. You can explore a new way to spend time with your loved ones. But if you have a large family, it is important to travel in a suitable vehicle for a comfortable journey. Therefore, booking an Innova Mumbai to Pune Cab is a versatile solution to meet your needs. It’s a multi-purpose car you can get on rent to travel locally and outside Pune with your family. This is a dependable transportation fleet offered by Pawar Car Rentals which offers great convenience and comfort.

Book Innova Crysta for Outstation Pune online

Innova Crysta is a well-admired car that is known for its ride superiority. It is a great mode of traveling for an adventurous trip to tourist places with family. You can rent it to visit hill stations near Pune like Lonavala, Mahabaleshwar, Khandala, etc. Even this spacious car is suitable for family traveling during a wedding function. It comes with a seating capacity of 7 passengers which makes it an ideal fleet for large families. Also, you can find Mumbai to Pune Cab highly dependable choice for airport transfers. It can accommodate you with luggage and suitcases for a comfortable and spacious ride.

Ideal vehicle for long-distance traveling

If you are planning an outstation trip, you should rent an Innova Crysta for Outstation Pune throughout your journey. It can make your journey to a remote area, pilgrimage site, airport, hill station, etc. fantastic. The taxi gives you an incredible blend of comfort, style, and reliability. Thus making it an ideal choice for long-haul traveling due to its spacious and luxurious features. The vehicle is equipped with air-condition, a music system, and power windows, and offers a smoother ride. So, you can enjoy the ride from beginning to end with no glitches. It offers a secure trip to you and your companions due to its advanced suspension and safety features.

Make an economic choice for your family trip

Innova Taxi always proves a cost-effective travel choice for your family trip. It is not only a spacious vehicle to offers a comfy cab ride during long-distance traveling. But is also available to hire at pocket-friendly prices to visit different places from Pune. You can check the cost of renting Innova with fare prices ranging from 18 to 20 Rs. per km. Thus, it can meet your needs affordably to visit different places and evade the hassle of hiring multiple taxis. The cab is best for city routes and outstation sites and is packed with stylish features.

The final words

For an instant booking of Innova Mumbai to Pune Cab, you can visit the website of Pawar Car Rentals. You can book the car by entering pickup and drop-off details online. Upon booking, you can check the prices and compare them as well to make a well-informed decision. This enables you to make a perfect ride with your family to reach the target destination.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Veckatimest () è il terzo album in studio della band indie rock americana Grizzly Bear, pubblicato il 26 maggio 2009 su Warp Records. L'album prende il nome da Veckatimest Island, una piccola isola nella contea di Dukes, Massachusetts. Prodotto dal bassista e polistrumentista Chris Taylor, l'album è entrato nella classifica Billboard 200 degli Stati Uniti all'ottavo posto, vendendo 33.000 copie nella prima settimana di uscita. A settembre 2012, l'album aveva venduto circa 220.000 copie negli Stati Uniti. Nel 2010. Ha ricevuto una certificazione d'oro dall'Independent Music Companies Association che indicava vendite di almeno 100.000 copie in tutta Europa. L'album è stato anche incluso nell'edizione del 2011 del libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die.


Ascolta: https://album.link/i/313355630


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

IL MONTE SION, DIMORA DEL SIGNORE 1 Cantico. Salmo. Dei figli di Core.

2 Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio.

La tua santa montagna, 3altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re.

4 Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato.

5 Ecco, i re si erano alleati, avanzavano insieme.

6 Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti.

7 Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente,

8 simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis.

9 Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio; Dio l'ha fondata per sempre.

10 O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio.

11 Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all'estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra.

12 Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi.

13 Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri,

14 osservate le sue mura, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura:

15 questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre; egli è colui che ci guida in ogni tempo.

_________________ Note

48,1 Questo secondo “canto di Sion” prosegue idealmente la celebrazione della città santa, appena uscita vittoriosa da un pericolo mortale. La bellezza di questo canto scaturisce dalla sovrapposizione di una “geografia spirituale” sulla semplice materialità degli elementi che compongono la città di Gerusalemme (vv. 12-15).

48,8 le navi di Tarsis: grandi navi che raggiungevano le regioni più lontane come Tarsis (località che tuttavia ci resta sconosciuta).

48,9 Signore degli eserciti: vedi nota a 24,10.

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Approfondimenti

Il monte di Sion, dimora di Dio Cantico di Sion

Lo sfondo tematico e teologico è lo stesso del Sal 46, sebbene lì ci sia più drammaticità e immaginazione, mentre qui più realismo e contemplazione della potenza di Dio e della bellezza del suo «monte Sion». Per l'interpretazione storica, l'opinione più seguita è la stessa del Sal 46: la campagna di Sennacherib del 701 e la successiva fuga precipitosa da Gerusalemme (cfr. 2Re 18,13-19,37; Is 31,4-9; 36,1-37,38). Fortemente liturgicizzato (v. 10-15), il salmo sfugge a ogni rigida collocazione (tra inno e rendimento di grazie), conservando la sua libertà e freschezza. Il metro nel TM è per lo più quello elegiaco (3 + 2 accenti), più confacente alla contemplazione. Il simbolismo spaziale è urbano e cosmico; quello militare è significato da vocaboli come «altura, baluardo, fortezza...» e dallo stesso appellativo di Dio chiamato «Signore degli eserciti» (v. 9) come nel Sal 46. In più, il nome di Dio è ripetuto molte volte: due come «Signore» JHWH), e otto come «Dio» o «Dio nostro». Tre concetti circolano nell'inno: quello della bellezza, della potenza militare e della giustizia. Il v. 9 fa da divisione e cerniera tra le due parti del salmo: quella storico-descrittiva (vv. 2-8) e quella liturgica (vv. 10-15). I vv. 2.9.15 fungono da antifone, legate da inclusioni date dall'espressione «città del nostro Dio» (vv. 2.9) e da «nostro Dio» (vv. 2.9.15). Il salmo strutturalmente è abbastanza simmetrico ed equilibrato nelle sue parti.

Divisione:

  • v. 2: professione di fede iniziale;
  • vv. 3-8: parte storico-descrittiva:
  • a) vv. 3-4: interno della città;
  • b) vv. 5-8: esterno della città;
  • v. 9: antifona centrale, conferma della professione di fede;
  • vv. 10-14: parte liturgica:
  • a') vv. 10-12: interno della città;
  • b') vv. 13-14: esterno della città;
  • v. 15: professione di fede finale.

v. 2. «Grande è il Signore»: il salmo inizia solennemente con l'aggettivo «grande» (gādôl) in stato enfatico; per l'espressione cfr. i Sal 96,4; 145,3. È una professione di fede nella grandezza di Dio, colta particolarmente nella presenza attiva e salvifica nella città di Gerusalemme.

v. 3. «gioia di tutta la terra»: è un'espressione indicante il superlativo, cfr. Sal 50,2; Is 60,15; 65,18; 66,10; Lam 2,15. «grande Sovrano» (melek rāb): cfr. Sal 47,3. Questo titolo era frequente nella corte celeste e terrestre. Se lo attribuivano i re assiro-babilonesi, persiani e la massima divinità del pantheon fenicio: Baal.

v. 7. «doglie come di partoriente»: c'è il simbolismo materno del parto, frequente in Geremia (cfr. Ger 4,31; 6,24; 13,21; 22,23; 30,6). L'immagine ricorre nella Bibbia come simbolo di dolori atroci e improvvisi (Es 15,14-15; Is 13,8; 21,3; 26,17; Mic 4,9).

v. 8. «vento orientale»: è il vento di Es 14,21 che squarcia il mare per far passare gli Israeliti in marcia verso la libertà. Esso nel cantico di vittoria di Es 15,10 è riferito al Signore ed è chiamato «tuo alito». «le navi di Tarsis»: sono le grandi navi fenicie capaci di navigare fino a Tarsis, città situata o sulle coste del Mediterraneo occidentale (Is 23,1; Ez 27,25) o tra il Golfo Arabico e l'Oceano Indiano (cfr. 1Re 10,22; 2Cr 9,21). Ma l' espressione è diventata usuale nella Bibbia per indicare navi di grande stazza.

v. 9. Si conferma la professione di fede del v. 2. «Come avevamo udito, così abbiamo visto»: i verbi “udire” “vedere” indicano l'atto di fede, che ha valore di “memoriale” nella Bibbia (cfr. Sal 44,2; 78,3-6; 102,19; Dt 29,21-28). La “grandezza” che Dio ha dimostrato nel passato con atti salvifici (cfr. Es 14) si è realizzata anche al presente.

v. 10. Ricordiamo»: il verbo ebraico usato dmh significa letteralmente «rendere simile, rappresentare, rendere visibile». Si esprime cosi l'efficacia dell'azione liturgica.

vv. 13-14. I vocaboli usati fanno pensare a una processione liturgica. Le opere di difesa, che l'orante invita a contemplare, sono il segno visibile della protezione divina e confermano la stabilità della città.

v. 15. «Questo è il Signore»: alla lett. «Perché questo...». L'espressione «nostro Dio» (’elōhênû) richiama l'alleanza (cfr. inclusione con il v. 2). Si professa inoltre l'eternità di Dio («in eterno, sempre»), e accanto al titolo di «grande Sovrano» (v. 3) si aggiunge anche quello più comune di pastore: «colui che ci guida» (cfr. Sal 23).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Four Things To Remember When Choosing The Right Home Mortgage Broker

Choosing a good mortgage broker is crucial to secure a home loan. They can help you find the best loan deals and navigate complex paperwork. Further, they assure you a smoother start-to-end loan application process. However, choosing the perfect mortgage agent Oakville requires careful consideration. Here are four things to remember when picking the right home mortgage broker.

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Mortgage brokers work with numerous lenders and have a range of options. Hence, it significantly affects the loan you claim. A broker with a broad network of credit unions and lenders offers various loan options.

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from Cambiare le cose

Durante i mesi caldi, sui prati vicino a Ladispoli, dove abito, si vedono spesso lunghe file di formiche che si muovono da una tana nel terreno a un'altra, distante anche parecchi metri. Ho anche caricato un paio di video sul mio canale YouTube, se volete vederli ve li linko qui e qui. Si tratta di Messor capitatus, formiche diffuse nel Centro-Sud d'Italia e dette anche formiconi neri a causa delle loro notevoli dimensioni, che possono raggiungere anche i 12-16 mm nelle operaie major. Si nutrono si granaglie, da qui il nome Messor, mietitrici, e hanno diverse caste di operaie, con dimensioni e compiti diversi. Messor capitatus Perché vi sto parlando di formiche? Sono animali interessanti, ma cos'hanno a che fare con il tema di questo blog? Il punto è che queste formiche, come si vede bene nel video, muovendosi tra un buco e l'altro, lasciano un segno, una traccia sul prato dove non c'è più erba. Questa cosa mi ha molto colpito: come può un esserino lungo poco più di un centimetro incidere così tanto sul paesaggio attorno a sé? La risposta è ovvia: non si tratta di una sola formica, ma di tante. M. capitatus forma colonie composte da circa 5000 individui e, quando si muovono tutti insieme, i piccoli effetti causati da ciascuno di loro si sommano, creando una traccia visibile. E questa mi sembra una perfetta metafora su ciò che possiamo fare noi umani per cambiare le cose: se 5000 insetti lunghi un centimetro e mezzo possono lasciare un segno tangibile, cosa possono fare altrettanti umani 100 volte più grandi? E non sto parlando di impronte su un prato, ma di effetti più sostanziali. Ho smesso di contare le volte in cui mi sono sentito dire che i singoli non possono fare la differenza, che risparmiare elettricità non serve perché le industrie ne consumano molta di più, che non usare l'auto è inutile perché le fabbriche, le navi mercantili, le centrali inquinano anche se andiamo a piedi, che ridurre il consumo di carne, acqua, plastica, risorse non ha effetto perché tanto ci sono sprechi molto più grandi che non possiamo controllare... Andatelo a dire alle formiche. Andatelo a dire alle 5000 M. capitatus che hanno lasciato il solco nel prato, o alle migliaia di Formica rufa che costruiscono nidi nei boschi (vi lascio un video anche di queste). Come fanno? Lavorano assieme, ecco come fanno. Senza che nessuno le diriga, lo fanno perché la collaborazione e, incidentalmente, il concetto che il bene della colonia è più importante di quello del singolo individuo, sono codificati nel loro DNA. La nostra società è immensamente più complessa di quella delle formiche, così come il nostro cervello. Noi non siamo guidati dall'istinto o da stimoli biochimici, noi abbiamo facoltà di scegliere. Quando non facciamo la differenziata, quando prendiamo l'auto per percorrere 500 metri, quando teniamo il riscaldamento a 25°C o il condizionatore a 18°C, quando compriamo frutta fuori stagione che ha viaggiato per gli oceani di mezzo mondo prima di arrivare da noi, abbiamo scelto di fregarcene di tutto quello che sta al di fuori della nostra piccola bolla personale, abbiamo scelto di mettere il nostro benessere immediato davanti a quello futuro della società e dei nostri figli. E raccontandoci che tanto le nostre azioni individuali non hanno effetto, stiamo prendendo per il culo gli altri e noi stessi. Perché siamo troppo pigri e ipocriti per ammettere che degli altri non ce ne frega una beata mazza, nemmeno se saranno i nostri figli a dover vivere in un mondo sempre più ostile per la razza umana. Le nostre azioni individuali contano. contano quando si sommano alle azioni dei nostri vicini, contano quando fanno da esempio per gli altri, contano quando stimolano altre persone a comportarsi come noi. Non mi credete? andate a vedere la spiaggia libera di Ladispoli, o alcuni tratti della Braccianese, o certe zone di Roma. spiaggia di Ladispoli La merda che vedete per terra non è il risultato dell'azione dolosa di un singolo criminale, ma la somma di tanti piccoli gesti d'incuria e maleducazione dei singoli, che hanno trasformato una piaggia, un prato o una strada in tanti immondezzai. Perché i gesti dei singoli hanno conseguenze. Nel bene e nel male. E adesso, se volete, pensate pure i piccoli gesti per migliorare il mondo non servano a niente.

 
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from chiaramente

Aridi pensieri ingarbugliati Bianco grattare di geiger impazzito. Senza catarsi emotiva C'è solo un triste presagio E una domanda ostinata Orfana di risposta.

 
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from jens

Sermone narrativo su Geremia 20,7-13

Mi chiamo Geremia, figlio di Chilchia, della città di Anatot, un piccolo villaggio nel territorio di Beniamino, non molto lontano da Giuda e Gerusalemme. Anatot è un nome che forse pochi di voi hanno sentito, eppure, è proprio da qui, da questa terra umile e tranquilla, che la mia vita è stata sconvolta.

Non sono nato in una famiglia di profeti né di uomini potenti, mio padre era un semplice sacerdote e abituato ai rito al tempio di Gerusalemme. Forse sapete che il Tempio era il nostro punto di culto centrale e unico per quanto riguardava i sacrifici. Credevamo che proprio nel Tempio Dio avesse la sua abitazione qui in Terra. C’erano molti riti, tutti circolavano attorno al sacrificio, infatti giorno e notte dal Tempio si vedeva la stele di fumo salire verso il cielo e portare l’odor soave degli sacrifici verso Dio per calmarlo.

Tutto era rituale e perfetto. Il nostro contatto con Dio, così mi insegnava mio padre, si limitava a portare dei sacrifici per purificarci e poter sussistere davanti a Dio. Ma avere contatto con Dio oltre ai riti nel Tempio non era previsto.

Perciò, nel giorno in cui la voce di Dio si fece sentire, la mia esistenza cambiò per sempre. Non chiesi di essere scelto. Anzi, avrei voluto tutto fuorché questo. Ma Dio ha scelto me, e con la Sua chiamata, ha cominciato a scrivere una storia che avrei dovuto vivere, una storia che non avevo mai immaginato, al di fuori del modo in cui vivevo prima la mia religione.

Quando il Signore mi rivolse la sua vocazione, non ero preparato. Ero solo un giovane, un ragazzo senza esperienza, che non aveva mai pensato a grandi cose, che non aveva mai avuto ambizioni particolari.

Mi trovavo nel pieno della mia vita, nei miei sogni di adolescente, quando quella voce interruppe tutto. Il Signore mi chiamò nel tredicesimo anno del regno di Giosia, figlio di Ammon, e subito la Sua parola mi fece tremare. «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni» mi disse.

Non riuscivo a credere a ciò che stavo udendo. Era come se il mio mondo fosse stato capovolto in un istante, come se una realtà che avevo sempre conosciuto fosse improvvisamente scomparsa, lasciando al suo posto solo una grande confusione, perché finora Dio per me era relegato al tempio e basta. Non pensavo che potesse parlare a me. Certo, nei rotoli sacri Mosè aveva contatto diretto con Dio, ma erano altri tempi. Oramai eravamo liberati dalla schiavitù e avevamo la nostra terra promessa e sacra. Avevamo, in fondo siamo solo noi, le tribù di Beniamino e Giuda, perché le altre sono state deportate dagli Assiri oltre 100 anni fa e non sono mai tornate.

In quel momento in cui Dio mi parlò, il mio cuore era un groviglio di emozioni e di pensieri. Sentivo un peso enorme sulle spalle, una chiamata che non mi faceva sentire speciale, ma piuttosto schiacciato, spaventato.

Non c'era nulla di glorioso in questo compito. La mia mente non riusciva a concepire come un ragazzo come me, senza esperienza, senza forza, potesse portare il peso di un messaggio così grande.

Come avrei potuto annunciare la fine di Gerusalemme? Come avrei potuto dire al popolo che Dio li avrebbe giudicati e che la loro rovina era imminente? Io, così giovane, senza autorità, senza supporto, come avrei mai potuto farlo? Cosa avrebbe detto mio padre che di Dio si sarebbe dovuto intendere?

Il dubbio mi assaliva. Mi sentivo insignificante di fronte a quella chiamata. «Ahimè, Signore, Dio, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo» dissi, con la voce tremante, tentando di respingere quella responsabilità che mi stava schiacciando. Mi sembrava di essere inadeguato, fragile, incapace.

La paura mi divorava, e la sensazione di non essere all’altezza di una simile missione mi paralizzava. Come potevo andare avanti con questa chiamata? Come potevo affrontare la violenza del mondo con la mia voce tremante e il cuore pieno di incertezze?

Ma la risposta che mi diede il Signore non fu un conforto nel senso che mi aspettavo. Non mi disse che sarebbe stato facile, non mi promise che sarei stato compreso. Mi disse: «Non dire: “Sono un ragazzo”, perché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò e dirai tutto quello che io ti comanderò. Non li temere, perché io sono con te per liberarti»

Non c'era spazio per le mie giustificazioni. Non c'era spazio per le mie paure. C’era solo la Sua volontà, che mi spingeva ad obbedire.

Non riuscivo a liberarmi di quella sensazione di essere troppo giovane, troppo fragile. La mia mente si riempiva di domande. Come avrei potuto affrontare le dure parole che mi sarebbero state rivolte? Come avrei potuto dire che Dio avrebbe punito il popolo, che la città sacra sarebbe stata distrutta, che tutto ciò che avevamo conosciuto sarebbe crollato?

Il pensiero di affrontare i miei compaesani, i sacerdoti, il re, mi riempiva di orrore. Sapevo che non avrebbero mai voluto ascoltarmi, che avrebbero visto in me solo un ragazzo senza esperienza. Eppure, quella voce non smetteva di risuonare, insistente, imperiosa.

In quei momenti, il mio spirito era dilaniato. Da una parte, sentivo il peso della chiamata. Dall’altra, mi sentivo schiacciato dal timore di non essere capace, di non poter compiere ciò che mi veniva richiesto. Non ero pronto. Non ero forte. Non ero esperto.

C’erano altri, sicuramente, che avrebbero potuto farlo meglio di me. Eppure, Dio mi aveva scelto. Quella consapevolezza mi sovrastava, mi faceva sentire impotente. Le sue parole mi costringevano ad accettare un destino che non avevo scelto, che non desideravo.

Eppure, c’era un fuoco che mi bruciava dentro, una spinta che non riuscivo a fermare. Non potevo più fare a meno di parlare, di annunciare ciò che avevo visto, ciò che il Signore mi aveva rivelato.

Il compito che mi era stato assegnato era difficile, troppo difficile. Dovevo denunciare la corruzione, la falsità, la disobbedienza del popolo. Dovevo predire la rovina di Gerusalemme, il crollo di un mondo che era il mio mondo, quello che avevo sempre conosciuto.

Dovevo dire loro che non c’era speranza, che la fine era vicina, che Dio li avrebbe puniti per la loro infedeltà. E mentre mi preparavo a farlo, il cuore mi si riempiva di tristezza e di paura. Non volevo essere il portatore di una cattiva notizia. Non volevo essere quello che avrebbe segnato il destino del popolo con le sue parole.

Il mio corpo tremava quando dovevo parlare, e la mia mente era tormentata. Ogni volta che annunciai il giudizio di Dio, sentivo le reazioni del popolo: il disprezzo, la rabbia, la negazione. Mi chiamavano profeta di sventura, traditore della nostra terra.

I sacerdoti e i re mi guardavano con odio, cercavano di zittirmi, di farmi tacere. Ma non potevo. Non riuscivo a farlo. La mia bocca, nonostante la paura, non riusciva a fermarsi. Le parole di Dio mi bruciavano dentro, non c’era modo di controllarle. Come un fiume in piena, la verità doveva essere pronunciata, anche a costo della mia vita.

C’era una solitudine che mi avvolgeva ogni giorno di più. Nessuno mi capiva. La mia famiglia mi aveva abbandonato. Mio padre mi ha cacciato di casa, non ero degno di seguire le sue orme e fare sacrifici al tempio. I miei amici mi evitavano, e il popolo mi disprezzava. Ogni passo che facevo mi portava sempre più lontano dal mondo che conoscevo, e mi avvicinava alla solitudine del profeta, alla solitudine di chi ha ricevuto una chiamata che non può sfuggire, ma che lo consuma dall’interno.

Spesso mi chiedevo perché Dio avesse scelto proprio me, perché non avesse scelto qualcun altro, qualcuno più esperto, più potente, più in grado di affrontare la missione che mi aveva dato. In quei momenti di disperazione, mi veniva da urlare: Tu mi hai persuaso, mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre, tu mi hai fatto forza e mi hai vinto; io sono diventato, ogni giorno, un oggetto di scherno, ognuno si fa beffe di me.

“Perché, Signore? Perché mi hai scelto per soffrire così tanto? Perché non hai scelto qualcun altro?” Ma, alla fine, una risposta non arrivò. Eppure, nonostante tutte le mie incertezze, nonostante i miei dubbi, non potevo fermarmi. Non potevo.

E allora, mi ritrovavo a parlare, a predicare, a denunciare la malvagità e la falsità del popolo, ma anche a sperare. Sì, sperare, perché sapevo che, nonostante tutto, Dio aveva ancora un piano. La Sua promessa di restaurare Israele non sarebbe mai venuta meno, anche se il cammino sembrava buio e doloroso.

E così, tra il dubbio e la speranza, tra il dolore e la fede, la mia vita è diventata una testimonianza del difficile cammino di chi obbedisce alla chiamata di Dio, senza sapere come finirà, ma con la certezza che quella chiamata è la vera vita, anche quando tutto sembra andare contro di te.

Ecco il mio cammino. E nonostante i dubbi, nonostante la solitudine, continuo a parlare. Perché, in fondo, non posso fare altro.

 
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from Solarpunk Reflections

I was at the library a few days ago, chatting with another longtime fan of scifi. He was older than me, perhaps in his fifties, and despite not being very up-to-date with politics or current events, with what's happening with Musk in USA or China, he's also heard of this idea of colonizing Mars.

He immediately pointed out that it was bullshit, and he was sure that it wouldn't be feasible within our lifetimes: we're yet to manage a stable, manned base on the Moon, let alone Mars; we're yet to manage the runoff chemicals within our own atmosphere, let alone create a breathable one from scratch.

He said all this as a passionate reader of the Mars Trilogy by Kim Stanley Robinson, so he has an idea of what it takes to terraform a whole planet or even place a manned base. This knowledge safeguarded him against the narrative that Musk is trying to build around Mars (which, as a matter of fact, is the only thing that can be built at present).

Of course, that conversation made me reflect. As a scifi writer myself (albeit still an amateur), I had always believed that the only way to have a tangible impact on the reader was to provide imaginary alternatives (be they positive or negative) to our current world, with a great disdain for neutral visions, those who are agnostic towards the future. And yet, writing about technology in and of itself can be useful as a social antibody, rhetorical if you will: readers of scifi already have an idea of the necessary conditions for certain technologies to emerge, spread and have meaningful impacts on society and ecosystems at large. This awareness helps them spot the underlying flaws of the rhetorical somersaults that the Silicon Valley or the powers that be try to spin, which are more often than not fallacious and based on nothing more than a dreadful mix of vibes and economic interests.

Science fiction, as my friend Margherita suggests, can be declined in various ways: from dystopia to utopia to space exploration, but first of all it originates as a critique to scientific progress. Now, since we live in a time when the scientific point of view (and science in general) is the dominant mode of interaction with the world and even with nature (but also with various elements of society), science has almost risen to the level of a faith: faith in progress no matter the cost, faith in technical solutions to social or political problems, faith in technology as a set of tools that cannot be anything else than positive. Whoever contradicts the tenets of this faith and dares criticize the benefits of progress or shed light on the required sacrifices is immediately delegitimized and labelled as a luddite or primitivist. In this sense, writing and reading stories that are deemed heretic is crucial to provide a counternarration, to contradict the dominant framing of progress as inevitable and inevitably positive.

These musings are, of course, also borne of a time when the discourse on artificial intelligence has already penetrated everyone's life, even those of us that are least interested in discussing technology or work. These AI have been either promoted as revolutionary technologies that will free mankind of toil, or touted as a looming, world-ending threat that will oppress humanity and can only be stopped by surrendering all policymaking powers to the same companies that develop them. What could go wrong, after all?

Science fiction readers, however, have already been discussing the idea of artificial intelligence for over sixty years: they have, indeed, been the first to point out that a mere virtual parrot won't free anyone from construction sites, cleaning offices or assisting patients. Scifi then becomes a crucial channel for citizens to interact with ideas and possibilities brought forth by technological advancements before these are brought into the world. It becomes a discipline ancillary to ethics, which should intervene upstream to examine the flowing consequences, whether these will be beneficial or harmful, safe or dangerous, before the touted innovations flood our lives without any embankments or protection measures in case things turn out worse.

Writing and reading science fiction also means being able to tell apart which stories can shed light the fault lines of progress, technological advancements or our current relationships with technology, and which don't say much in this regard. In the last few decades, perhaps since the Star Wars saga has become a global phenomenon, the mainstream has seized most of the scifi imagery, twisting it to the requisites of the dominant narration and removing most elements of reflection, speculation or critique to progress. Quoting my friend Paweł, it's a medieval knight story with a few lasers on top.

Let's make an example: the latest Avatar, the Way of Water. Despite having several elements that belong in scifi (exploring an alien planet, battlesuits, interstellar travel and resource harvesting), it never delves into the relationship with such technologies and rarely and shallowly explores that among humans and aliens, or between humans and the ecosystem in which the aliens live. Sure, Spider is a human and needs a mask in order to live with the na'vi, but it's never a limit, a burden, an advantage or anything that highlights the differences between him and his friends. It is reduced to a character quirk. Avatar is, in essence, a story about colonialism that could be very well told in any terrestrial setting, without summoning aliens or mechas.

This is just an example, but there are plenty of space operas that don't really bother with exploring the role of technology or our relationship with it, but simply use it as a vibe because it's popular, and many scifi fans are content with that. To many, it's enough to feel in space, seeing spaceships and missiles and nothing else.

Our resolution, as writers and readers, should be to resist being “just fans” and instead approach science fiction with a more critical eye; to become the vaccine of the future, which aids the lacking immune system by communicating dangers within before the become a full-fledged ailment.

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Rust Never Sleeps è un album con tracce sia in studio che dal vivo del cantautore canadese-americano Neil Young e della band americana Crazy Horse. È stato pubblicato il 22 giugno 1979 dalla Reprise Records. La maggior parte dell'album è stata registrata dal vivo, poi sovraincisa in studio, mentre altre sono nate in studio. Young ha usato la frase “rust never sleeps” come concetto per il suo tour con i Crazy Horse per evitare la compiacenza artistica e provare approcci più progressivi e teatrali all'esibizione dal vivo.


Ascolta: https://album.link/i/1015767135


 
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