Care tutte e cari tutti, ce l’abbiamo fatta. Abbiamo vinto.
Vi sono immensamente grata perché insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta non ci hanno visto arrivare.
Il popolo democratico è vivo. E’ vivo, c’è ed è pronto a rialzarsi. E lavoreremo su questa fiducia: è un mandato chiaro a cambiare davvero, come abbiamo detto in queste settimane. Volti, metodo e visione. Con una linea chiara che metta al centro il contrasto a ogni forma di diseguaglianza, il contrasto alla precarietà per un lavoro di qualità, per un lavoro dignitoso e anche per affrontare con la massima urgenza e serietà l’emergenza climatica.
Parte davvero da noi. Abbiamo visto oggi per ricostruire fiducia e credibilità dove si è spezzata in questi anni.
Un popolo oggi possiamo dire che si è riunito, finalmente, e ha risposto alla nostra chiamata.
È la maggiore responsabilità che abbiamo: non tradire mai questa fiducia.
Abbiamo fatto da ponte tra il dentro e il fuori, per liberare le energie migliori. Ma anche un ponte intergenerazionale. Mi hanno molto colpita i messaggi di alcune donne di più di 100 anni, che oggi sono andate a votare per me e che hanno detto che erano 90 anni che aspettavano di votare per una segretaria.
Ma voglio pensare anche alle tante e ai tanti giovani che hanno oggi espresso il loro primo voto e che hanno messo il loro primo impegno in questa sfida collettiva.
Sento che è il momento di ringraziare, perché da questa meravigliosa esperienza, da questo lungo viaggio da sud a nord del nostro paese, passando per le isole, è molto più quello che ho ricevuto di quello che ho dato.
E prima di ringraziare vorrei che dessimo un messaggio di grande vicinanza, di solidarietà, di affetto alla famiglia di Daniele Nucera, scrutatore che purtroppo oggi si è spento durante il nostro grande esercizio di democrazia.
Voglio ringraziare la comunità democratica, l’unica che dopo la sconfitta di settembre ha scelto di rimettersi in discussione aprendo questo processo di partecipazione che si è concluso oggi con questo straordinario esercizio di democrazia aperto a tutta la società.
Voglio ringraziare il segretario uscente Enrico Letta, che ho sentito poco fa, e tutta la segreteria. Ci siamo sentiti. Ci accorderemo domani (lunedì 27, ndr) per il passaggio di consegne.
Un ringraziamento molto speciale e sentito a tutte le iscritte e gli iscritti, le volontarie e i volontari che oggi ci hanno permesso, lavorando ai seggi dalla mattina presto fino alla sera tardi, di esercitare il nostro diritto di voto, di fare queste primarie.
Non c’è mai niente di scontato in questo sforzo e l’hanno fatto non solo in ogni gazebo e seggio d’Italia ma voglio ricordare anche in particolare quelli che l’hanno fatto all’estero, la nostra comunità democratica all’estero che si è tanto spesa.
E’ stata una straordinaria festa di partecipazione, è il nostro inizio di risposta al picco di astensionismo che purtroppo abbiamo visto anche in questa città (Roma, ndr) alle ultime regionali. Ma l’abbiamo visto in tutta Italia, con un record di astensione alle ultime elezioni politiche. Ecco questa è la miglior risposta: rimetterci in cammino, rimetterci in gioco e ricominciare a partecipare.
Ma vi vorrei chiedere un impegno: noi dobbiamo avere l’ossessione delle persone che oggi comunque non hanno partecipato, di quelle che alle ultime elezioni non si sono espresse. Perché tra quelle persone ci sono purtroppo soprattutto le fasce di reddito più basse e questo vuol dire una crisi della democrazia e il rischio di una marginalizzazione permanente delle fasce più povere della nostra società. Ecco, a questo vi chiedo di continuare a rivolgere la nostra attenzione.
Un ringraziamento naturalmente lo vorrei fare, molto sentito, e ne vedo tante e tanti qui intorno, ma anche in tutta Italia, a tutti i nostri straordinari comitati “Parte da noi”. A tutte le sostenitrici e sostenitori che si sono spesi con una passione, con una determinazione, con una competenza veramente straordinarie e che mi commuovono tanto. Militanti da sempre impegnati in questo partito accanto a persone che sono rientrate dopo tanti anni di disillusione, di delusione, di poca motivazione, insieme a giovani alla prima esperienza politica che hanno scelto di farla con noi.
Un grazie di cuore lo voglio fare alla squadra nazionale della mozione Schlein e al mio team, senza i quali tutto questo non sarebbe stato davvero possibile. Vi ringrazio tutte, vi ringrazio tutti, perché in questo lungo viaggio mi avete tenuta in piedi, ecco, con 4/5 comizi al giorno altrimenti sarei stramazzata al suolo.
Siete la mia e la nostra speranza e soprattutto saremo un bel problema per il governo di Giorgia Meloni, perché da oggi noi daremo un contributo a organizzare l’opposizione in Parlamento e in tutto il paese a difesa di quell’Italia che fa più fatica, a difesa di quei poveri che il governo colpisce e che non vuole vedere, di lavoratrici e lavoratori precari sfruttati, per alzare i salari e per alzare le loro tutele, la sicurezza sul lavoro.
Anche per difendere la scuola pubblica come primo grande strumento di emancipazione sociale nel momento in cui il governo tace su un’aggressione squadrista davanti ad una scuola. Noi saremo al fianco degli studenti e delle studentesse e non li faremo passare. Non li faremo passare.
E saremo qui a fare le barricate contro ogni taglio o privatizzazione della sanità pubblica universalistica. Perché stanno già tagliando. Perché quando una manovra non mette un euro in più sulla sanità a fronte di un’inflazione così alta, non è una scelta neutra. Stanno già tagliando i servizi alle persone.
Ecco, mi viene in mente che in questo viaggio a un certo punto sono stata a Siracusa e che quello stesso giorno, poco distante da lì, a Pachino, è morto un ragazzo della mia età, 38 anni, perché al pronto soccorso non c’erano sufficienti medici per curarlo.
Noi non possiamo essere quest’Italia. Lo dico proprio oggi, lo dico proprio oggi con un’altra strage nel mare davanti a Crotone. Che pesa sulle coscienze di chi solo qualche settimana fa ha voluto approvare un decreto che ha la sola finalità di ostacolare il salvataggio in mare quando invece ci vorrebbero vie legali e sicure per l’accesso a tutti i paesi europei. E ci vorrebbe una Mare Nostrum Europea, una missione umanitaria di ricerca e soccorso in mare.
Così come saremo al fianco di chi lotta per la giustizia climatica accanto a quella sociale, perché non abbiamo più molto tempo per invertire la rotta, perché il giorno in cui abbiamo già consumato tutte le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare arriva sempre prima: arriva luglio, e per il resto dell’anno siamo a debito con il pianeta e con le prossime generazioni.
Quindi saremo a lavorare per una vera, profonda conversione ecologica che accompagni tutta la società e tutti i settori dell’economia.
Ecco questo vogliamo fare. Lo vogliamo fare per le aree interne e montane troppo spesso dimenticate dalle politiche che si fanno a livello nazionale.
E vorremmo essere i peggiori avversari di quella paura di futuro che colpisce soprattutto tante e tanti giovani.
Ecco, lo voglio dire, perché saremo quel partito che non si dà pace finché non avremo posto un limite alla precarietà o un limite ai contratti a tempo determinato, finché non avremo abolito gli stage gratuiti, lottato per portare a casa il salario minimo. E lo dico già da ora, l’ho detto in queste settimane, ci rivolgeremo a tutte le altre opposizioni per fare questa battaglia insieme, per dire che sotto una certa soglia non è lavoro: è sfruttamento.
Un messaggio molto forte e molto caloroso lo voglio mandare a Stefano Bonaccini, ringraziandolo e facendogli i complimenti. Ringraziandolo anche per il confronto molto alto e rispettoso che abbiamo avuto. E voglio ringraziare anche Gianni Cuperlo e voglio ringraziare anche Paola de Micheli. Voglio ringraziare anche tutti i loro sostenitori, perché da domani lavoreremo insieme nell’interesse del paese e nell’interesse del partito.
Lavoreremo per l’unità. Non possiamo permetterci altro.
Lavoreremo per l’unità e posso garantire già da oggi che il mio impegno sarà quello di essere la segretaria di tutte e di tutti indistintamente. Questo ci aspetta, questa è la responsabilità che abbiamo e soltanto così noi lavoreremo insieme per tornare a vincere, presto, insieme.
Questo chiedo anche loro di fare, perché mi spetta una grande una grande responsabilità che è quella di tenere insieme la nostra comunità, che oggi ha dato un segno straordinario di vivacità.
Ci spetta di tenere insieme le sue storie, di tenere insieme le culture che hanno forgiato questo partito ma senza rinunciare a indicare una direzione chiara, che è quella che è stata scelta e che oggi è stata premiata dalle elettrici e dagli elettori che si sono recati alle urne per votare.
Ecco, io vi chiedo e chiedo loro di scommettere una volta in più e ancora e di entrare presto anche a far parte di questa nostra comunità democratica: le porte sono aperte, sono spalancate.
Dobbiamo ricucire le fratture che si sono prodotte in questi anni. Siamo qui per questo e vi chiediamo di sostenere il cambiamento che vogliamo realizzare perché l’abbiamo sempre detto: un cambiamento così profondo del partito e del paese non passa solo dalla testa.
Non basto io, è un cambiamento che funziona soltanto se ciascuna e ciascuno di noi ci mette un pezzo di sé a generare cambiamento tutto intorno. Ecco questo è l’impegno che noi ci siamo presi e così noi vogliamo lavorare.
Per concludere, voglio dedicare questa vittoria davvero a tutte e tutti voi, perché è vostra, perché è vostra e perché l’abbiamo fatta insieme. Voglio dedicarla però soprattutto alle donne e ai giovani che, vedremo i dati ma ho l’impressione da quello che mi hanno raccontato dai seggi in tutta Italia, abbiano dato un contributo straordinario a questa vittoria. Hanno raccolto il nostro appello a ricostruire insieme, rivolto a loro, troppo spesso schiacciati non solo dalla crisi economica e quella pandemica ma anche dalla politica e anche in questo partito.
Siamo qui per aprire quel varco, lo facciamo sul serio. Abbiamo già iniziato a farlo. Siamo qui pensando a quella ragazza a cui voglio dedicare una parte di questa vittoria, perché quando ci siamo incontrati aveva detto che a una prima riunione di partito qualcuno le aveva chiesto: “Di chi sei?”. Ecco, la miglior risposta è oggi. Da oggi è solo di se stessa, è solo di se stessa, come tutti noi.
Voglio pensare a una donna, a una grande attivista e combattente Marielle Franco, che ha ispirato l’azione di tante e tanti di noi, un’attivista uccisa in Brasile. Voglio pensare però anche ad alcune persone che purtroppo non ci sono più e che vi chiedo di ricordare insieme in un momento così importante come quello di stasera.
Il primo è un amico, un collega, un compagno di lavoro al Parlamento Europeo che purtroppo si è spento proprio oggi e che è Curzio Maltese, grande giornalista. Voglio salutare la famiglia, ci siamo visti a Firenze qualche giorno fa, di Alberto Brasca che purtroppo si è spento qualche giorno fa e non ha potuto gioire con noi di questa vittoria. Voglio salutare, se mi stanno sentendo, anche i genitori di un altro compagno straordinario, amico, attivista pugliese che si è spento qualche anno fa amico di tanti di noi: Gian Claudio Pinto e con lui Antonio Prisco, uno di coloro che hanno contribuito a organizzare la protesta, il primo sciopero dei Rider in questo paese.
Siamo qui anche per scrivere le nuove tutele del lavoro digitale. E’ una responsabilità grande che spetta alla nostra generazione.
E da ultimo voglio ricordare chi ha condiviso con me il sogno di un’Europa federale: Antonio Megalizzi, ucciso nell’attentato a Strasburgo qualche anno fa.
Ecco, è il nostro tempo. Guardate, l’avevamo detto all’inizio di questa sfida, quando ancora in pochi ci credevano, è il nostro tempo.
Noi ci abbiamo creduto davvero e ci abbiamo creduto così forte che abbiamo insieme realizzato questo sogno. Facciamo in modo che sia soltanto l’inizio.
Grazie grazie [Applauso]
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