Torno a buttare giù due righe di cui fregherà nulla quasi a nessuno (il Blog? Arcaico...). Non è invidia per nessuno, perchè è un sentimento che non mi appartiene, ma vedere che alcuni #CCNL vengono rinnovati con celerità, con determinazione ed io sono senza aumenti, senza adeguamenti, senza soluzioni economiche dignitose da sei (6) anni fa incazzare. Non arrabbiare, incazzare proprio. Tralascio volutamente gli atteggiamenti vessatori di alcune grandi cooperative di lavoro che, senza alcun pudore, si mettono di traverso dall'alto del loro numero di occupati (come e con che paghe non chiedetelo, si offendono), tralascio la praticamente nulla coesione da parte dei lavoratori quando si tratta di una protesta, di uno sciopero. E punto sul fatto che quelli stessi lavoratori si prestano a qualsiasi vessazione, perchè ha funzionato benissimo il gioco massacrante del ribasso, sia negli appalti, sia e soprattutto verso il concetto di lavoro giustamente retribuito. La verità è il ricatto: non fornendo, all'atto pratico, nessuna formazione, non chiedendo nessuna attitudine, nessuna professionalità questo viene perpetrato. La tua vita è loro, i tuoi turni li gestiscono in base alle esigenze delle ditte e a quelle dell'incapacità conclamata di persone che non lo sanno fare, il mestiere del coordinatore. E' quello che gli ipocriti chiamano “lavoro non qualificato”, ma che lo è lo stesso, un lavoro. Migliaia e migliaia di donne e uomini che si sbattono per ore ed ore, che non hanno i soldi nemmeno per arrivare al 10 del mese, non alla fine: che sono invisibili, nonostante la pandemia, nonostante la stragrande maggioranza di loro faccia il suo “dovere” ed abbia a che fare con la gente, il pubblico, le persone. Eppure non si sente una mosca una che dica qualcosa. Ci sono sempre quelli che lo sanno e cercano di darsi da fare, di cambiare, ma sono pochissimi e, spesso, sfiancati. Sei anni, una pandemia, una guerra, crisi vere o presunte abbattono chiunque. Questo è sfruttamento, lo capirebbe anche chi ha tutto l'interesse a che non se ne parli, mai. Tollerato in nome di un liberismo assurdo ed inumano. Questo non sembri il solito e reiterato lamento per uno scopo politico (anche se il discorso sul #salariominimo si è iniziato a farlo), ma è un appello a guardare questi lavoratori per quello che sono: persone che, come tutti, devono vivere con dignità, non appesi ad un filo sottile come quello dei subappalti, che devono pagare tutto come tutti e non vedono un soldo in più dal 2016. Chiedere se sia giusto è retorico. Mi rendo conto di aver fatto un pistolotto anche di martedì. Ci vuole un altro caffè, mi sa.

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