Transit

personal

(144)

(CDR)

Si deve stare attenti a non offendere nessuno. In teoria. Il paragone con alcune razze canine è corretto: esistono “cani da riporto”, soprattutto in quella pratica ormai inutile e barbara che è la caccia si trovano animali di questo genere. Posso definirmi persona piuttosto cattivella anzichè no ed osservo. Osservo molto. Lo faccio perchè, in teoria, si deve tendere a non replicare i comportamenti che riteniamo sbagliati, tossici. Nel mondo del lavoro oserei dire che questa pratica sarebbe obbligatoria, ma chi non ha peccato etc. etc.

Vedo queste persone che riportano la carcassa della loro dignità al “padrone”. Solerti, affannate, preoccupate di stare dalla parte giusta, che è quella del servo acculturato (be', più o meno.) Pronte in ogni occasione a far sapere che chi comanda -sic- è nel giusto, che ha brillanti idee, che sa come fare. Come fare tutto: nessun aspetto lavorativo o dello scibile umano è a loro precluso. Quindi, se mi faccio vedere così vicino, moralmente e fisicamente, un premio è certo.

Che sia un caffettino, una promozione, un discorsetto personale poco cambia. La mia autostima cresce, cresce, cresce. Chi non si adegua a questo “pensiero” non ha capito come va il mondo. La ciotola piena, un regaletto qui ed un là e la vita sembra meno buia e grigia. Non ci si ricorda dello stipendio inadeguato, degli straordinari letteralmente regalati, dei colleghi infastiditi dalla propria inadeguatezza e mancanza di professionalità. Tutto splende nella corsa verso la pietosa, amichevole mano che ci getta un avanzo.

E la cosa più triste è che ci si illude di essere al pari di coloro che ci sfruttano, che di certo non pagano le nostre bollette o ci fanno la spesa. Come obbedienti cagnolini, con un guinzaglio lunghissimo, e che senz'altro si sentono superiori in tutto. E' molto triste, nel 2024, comprendere come l'evoluzione di alcune persone stia retrocedendo, invece di procedere. Ce ne sono ovunque, intorno a noi. Fateci caso e cercate sempre di fare il contrario.

Opinioni #Personal #Lavoro

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Dieci righe 97

(Turné)

“Uno passa la vita a farsi dire che prima è troppo giovane, poi dopo diventa troppo vecchio... ci sarà una fase centrale in cui uno deve correre, no?” Così recitava il personaggio di Diego Abatantuono in un film di #GabrieleSalvatores, “Turnè” (si parla del 1993, un'era fa, praticamente.) Questa frase, con gli anni, non è più un dato da associare ad un'età anagrafica: è il nostro modo di vivere quotidiano. C'è un punto in cui, senza averne più coscienza, ogni giorno, ci affrettiamo e nel contempo ci giustifichiamo. Intendiamoci. Le nostre attività lavorative, la nostra vita sociale, quella familiare, qualsiasi esse siano, vanno affrontate come meglio crediamo. Non si pontifica sul tempo che ognuno vuole dedicare o perdere facendo quello che deve o vuole. E' il pensiero che quasi senza alternativa ci facciamo prendere dalla fretta, inconsciamente, in maniera obbligatoria e sovrappensiero. Volano ore, giorni, anni e ci si ritrova un po' spiazzati dalla montagna di cose che si “devono” fare, sentire, gustare. Tranne, poi, notare che quello è una sapore amaro. Dall'avvento dei #SocialMedia è anche peggio: una continua corsa a leggere, commentare, controbattere, pensare o non farlo, ma velocemente. Il tempo può fare tanto, ma non tornare. Ci dovremmo ragionare su la prossima volta che una giornata si riduce al solo impulso a compiere più azioni di quelle necessarie. “Dovremmo”, condizionale. Un tempo anche questo. (A&D)

#Blog #DieciRighe #Us #Personal #Opinion #Time

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Dieci righe 96

(Asfalto)

Permettete? Qualche riga buttata sul personale. Insomma, a guardare le persone ogni giorno ti stupisci, nel bene. Ti deprimi nel male, quasi sempre. Poi, male... Insomma, dove lavoro io stanno asfaltando una parte del sito. Proprietà privata, tutto quel che si vuole, ma ci gravitano più di duecento persone, trasportatori, clienti, gente che sbaglia entrata, quelli che vengono da altre sedi. Non un traffico spaventoso. Comunque non indifferente. Giustamente attenti alla sicurezza (spoiler: dovrebbero esserlo TUTTI), ci si è premurati di inviare mail, mettere cartelli, indicazioni e altre varie cosucce affinché chi si muove a piedi, o con un mezzo qualsiasi, sia obbligato a determinati percorsi. E qui cascano gli asini. Applicando la italica mentalità del “...me ne frego”, avanti. Si passa ovunque, cantiere chiuso o meno, si fanno le faccette, si ride, si scherza, ci si sente molto italiani. Il sottoscritto se ne frega (passatela, passatela), dato che ha espresso più volte il concetto che l'asilo lo hanno finito tutti da tempo. Un po' sorridendo, un po' pensando che è proprio vero che non meritiamo molto. Siamo quello che facciamo. Stringi stringi dei ciarlatani, quasi nessuno escluso. E chi lo è resta minoranza. Come quelli intelligenti, ma questo è un problema mondiale. (D.)

#Blog #DieciRighe #Me #Personal

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Dieci righe 88

(Abbi dubbi)

”...senza se e senza ma.” Anche ieri questa è stata una risposta data ad una obiezione da noi formulata: è una di quelle che ormai sono divenute tradizionali, normali. Anzi abusate. La nostra prima reazione è stata quella del fastidio. Tagliare corto. La seconda, meno sottile, ma non meno diffusa, è quella dell'invidia. Proprio. Trovare in giro persone così convinte della propria conoscenza dei fatti, delle proprie convinzioni ci capita nella politica (con dei dovuti distinguo), nel lavoro. Ora anche per tutto il resto, che significa il mondo e tutte le sue contraddizioni e lati oscuri. Tutto bianco e tutto nero è un sentiero assai comodo, ben battuto, sfalciato e che lascia intravedere orizzonti lontanissimi. Il che, lo sapete, è la contraddizione di questi tempi in cui l' “#informazione” è dilagata, dando l'illusione che nulla sia nascosto. E sapete ancora come sia l'esatto contrario. La montagna di input continui che vengono veicolati attraverso il #web non fa che portare ad una nebbia che oscura i fatti reali. O, perlomeno, li rende sempre e solo discutibili. Va benissimo, ma una bella massa di gente prende questo mucchio di dati buoni solo per credere in una propria opinione esatta, pura, cristallina. Noi vi lasciamo tutta questa pantomima. Sarà un pochino masochistico, ma ci sembrano meglio i dubbi ed il desiderio di capire. Come per tanto altro è più faticoso, ma non ci sono mai piaciuti quelli che non fanno quasi nulla. Siamo così. (A&D)

#DieciRighe #Opinioni #Personal

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Dieci righe 66

(Femminicidi)

Quando inizio a scrivere, praticamente ogni giorno, mi chiedo di cosa, non tanto per chi. Purtroppo la mia indole mi porta quasi sempre a mettere giù pensieri su cose non belle che accadono a questo mondo: la maggioranza dei fatti, in verità. Così come sarebbe importante e pressochè impossibile ricordare accadimenti, persone che si tendono a scordare sotto il “bombardamento” continuo e stressante delle notizie e dei #SocialNetwork. Quindi, brevemente, oggi ricordo che in #Italia sono state uccise 1214 donne in undici anni (qui trovate un elenco che fa paura). La maggior parte da uomini a loro vicine. La cronaca riporta un caso di #femminicidio quasi ogni giorno. Ecco non possiamo scordare, non possiamo pensare sempre a tante altre cose. Le donne sono la salvezza del mondo, ho scritto. Dovrei rifarlo almeno 1214 altre volte. (D.)

#Blog #DieciRighe #Opinioni #Italia #Me #Personal

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Dieci righe 64

(T.S. Eliot)

“Siamo gli uomini vuoti Siamo gli uomini impagliati Che appoggiano l'un l'altro La testa piena di paglia. Ahimè! Le nostre voci secche, quando noi Insieme mormoriamo Sono quiete e senza senso Come vento nell'erba rinsecchita O come zampe di topo sopra vetri infranti Nella nostra arida cantina

Figura senza forma, ombra senza colore, Forza paralizzata, gesto privo di moto;

Coloro che han traghettato Con occhi diritti, all'altro regno della morte Ci ricordano – se pure lo fanno – non come anime Perdute e violente, ma solo Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati..“.

Da “Gli uomini vuoti”, di #ThomasStearnsEliot – 1925.

Un solo pensiero, oggi (per qualcuno sarebbe tanto in qualsiasi giorno): il rispetto si può imparare e darlo a -quasi- tutti. La stima no. Non è cosa semplice. Va meritata e mantenuta. (D.)

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Dieci righe 28

La butto molto sul personale. Perchè mi va così. Sono abbastanza stufo di dover spiegare me stesso a chi crede di sapere come sto, se sono incazzato o meno, se questo o quello fa quello o questo, se ho un'opinione su stronzate di cui non voglio sapere niente. L'#Italia è un paese di santi, navigatori e gente che non ha capito che farsi i cazzi propri è sempre una qualità. Aperti sempre ad una discussione franca, leggera e al cazzeggio, ci mancherebbe altro, ma senza scadere del pettegolezzo ridicolo e cattivo. Quello è roba da dilettanti, da menti semplici. L' ironia, quella va bene. Dimostrare meno stupidità del dovuto è buono: comportarsi da bambini dell'asilo meno. E, quindi, facciamo un balletto, un caffè e iniziamo ad evitare le persone tossiche, o troppo piene di sè da scoppiare. C'è di meglio, magari senza saperlo. (D.)

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Dieci righe 27

L'#8Marzo è sempre stata, per me, la data del compleanno di mamma. Nel tempo, ovviamente, è nata la consapevolezza che questo giorno è diventato una tradizione per onorare le donne. Poi, ancora, è quasi passato in secondo piano, come celebrazione. Di certo non per disinteresse o maschilismo, ma perchè le donne sono la base della società: non parlo della famiglia (anche e soprattutto non tradizionale) o del lavoro, ma dell'intero spettro della nostra vita. Dato che sono di certo più intelligenti degli uomini, certamente verrà il momento in cui avranno tutto quello che ora gli viene negato per ignoranza, paternalismo e soprattutto paura. Le donne fanno le #Rivoluzioni, vanno in piazza (oggi in tutta Italia), le donne combattono per tutti, non solo per loro. Le donne sono l'eterno. (D.)

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Dieci righe 21

Chi non dice le parolacce è sospetto. Alcune evidenze scientifiche (qui) rivalutano persino il ruolo degli insulti nel nostro eloquio. Da quando esistono i #SocialNetwork, poi, chiunque (penso) si sia lasciato andare a qualche espressione di cui potrebbe pentirsi. Da considerare, anche, una buona dose di ipocrisia nei perfettini che fanno la morale a coloro che a volte mandano a fare in c*** qualcun altro. E' che l'unica linea che non si dovrebbe mai superare è quella della pura gratuità e delle offese razziali o che prendono di mira l'aspetto altrui. Perchè se c'è un buon motivo per evidenziare la stupidità va fatto. Ah, e come amo ripetere, lo si può fare contro i #fascisti. Li hanno inventati apposta. (D.)

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Dieci righe 16

Quando scompare qualcuno di famoso, spesso si sente usare l'espressione “...il dolore della gente comune.” La bravura ed il successo nelle arti, nella politica, nella cultura, nella scienza sono frutto di scelte ed impegno personali, ma mai possono prescindere dall'accettazione e dal favore altrui. La realtà è che parliamo pur sempre di essere umani, esattamente come me, noi. La loro eccellenza è anche un riflesso della comunità cui appartengono, delle società e, a volte, delle istituzioni. Ecco perchè quel “comune”, nei fatti, è sminuire l'unicità di ognuno, il suo essere, comunque, irripetibile. “Da vicino nessuno è normale”, si suol dire. E nemmeno nella lontananza di un piedistallo che gli viene concesso. (D.)

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