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A parte la collaborazione con Roky Erickson nel suo bellissimo True Love Cast All, gli Okkervil River mancavano dalla scena musicale da tre anni e questo nuovo album si preannunciava come un album ‘difficile’. “Voglio fare un disco di suoni per me stesso e non per la massa” disse a suo tempo Will Sheff, compositore e cantante del gruppo, e così è stato. Il termine ‘difficile’ in questo caso non è da intendersi come poco accessibile, ma soprattutto come ‘spiazzante’... https://silvanobottaro.blog/2023/09/25/okkervil-river-i-am-very-far-2011/


Ascolta: https://album.link/i/433193695


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Il musicologo Ry Cooder ritorna con un nuovo lavoro a distanza di tre anni dalla trilogia formata dal bellissimo ‘progetto’ Chavez Ravine del 2005, dalla storia del gatto Buddy di My name is Buddy del 2007 e dal non tanto entusiasmante I, Flathead del 2008. Per metà dei suoi quarant’anni di attività musicale, Ry si è prodigato a riscoprire i suoni di diverse culture del mondo, famosissima è quella cubana dei Buena Vista Social Club, dell'Africa con Ali Farka Toure, del soul/gospel con Mavis Staples e l’ultima irlandese con i Chieftains... https://artesuono.blogspot.com/2019/01/ry-cooder-pull-up-some-dust-and-sit.html


Ascolta: https://album.link/i/457936395


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Come si diceva, un nuovo disco va assaporato lentamente, se poi il disco in questione è dei Radiohead, allora la regola va moltiplicata. The King of Limbs non è un disco facile, chi conosce e ama i Radiohead è preparato a questo. Molte loro uscite hanno spiazzato e anche The King of Limbs, in parte, mantiene questa promessa. Chiamiamole ricerche, esperimenti, poco cambia, il loro percorso sonoro è sempre all'insegna dell'innovazione e dello stile progressivo... (Continua a leggere... https://artesuono.blogspot.com/2014/07/radiohead-king-of-limbs-2011.html)


Ascolta: https://album.link/i/1109714965


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Quello che traspare fin dalle prime note di Gold in the Shadow è una particolare e marcata intimità. Lo stile dato dalla voce e dalla sonorità raffinata, lieve e crepuscolare di William Fitzsimmons, suggeriscono un viaggio emotivo nei meandri del suo, del nostro ‘essere’... (Continua a leggere: https://artesuono.blogspot.com/2014/07/william-fitzsimmons-gold-in-shadow-2011.html)


Ascolta: https://album.link/i/1476081042


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Bad as Me è il diciassettesimo album in studio del cantautore statunitense Tom Waits, pubblicato il 21 ottobre 2011 dalla Anti-Records. L'album è noto per essere stato registrato già nel febbraio 2011 e la sua uscita è stata annunciata ufficialmente il 23 agosto 2011 sul sito web ufficiale di Waits e su vari social network. Lo stesso giorno, la traccia che dà il titolo all'album, “ Bad as Me “, è stata pubblicata come primo singolo dell'album su iTunes. L'album è il primo album di Waits composto interamente da materiale nuovo in sette anni da Real Gone (2004). L'etichetta di Waits, aveva recentemente concordato un accordo di distribuzione con la Warner Music Group che consentiva loro di pubblicare l'album a livello internazionale. Questa segna la prima pubblicazione di Waits tramite l'organizzazione Warner dai tempi di Heartattack and Vine (1980). Alla sua uscita, Bad as Me ha ricevuto ampi consensi dalla critica. L'album è stato nominato per un Grammy Award come miglior album di musica alternativa. Dopo l'uscita, Bad as Me divenne il primo album di Waits nella top 10 negli Stati Uniti, raggiungendo il numero 6.


Ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=hegZcz7Q-bM&list=PLTMN6OMDTnKkSKXcjgzVTVrzsqj_iwSBG


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Bon Iver è il secondo album in studio della band indie folk americana Bon Iver, pubblicato il 17 giugno 2011. L'album è composto da 10 canzoni ed è stato visto come una nuova direzione musicale per la band. L'album ha avuto un successo commerciale, debuttando al primo posto nella classifica degli album norvegesi e nella classifica degli album danesi e al secondo posto nella classifica Billboard 200 degli Stati Uniti. Ha venduto 104.000 copie nella sua prima settimana negli Stati Uniti. A settembre 2016, l'album ha venduto un totale di 629.000 copie negli Stati Uniti. Ha ricevuto ampi consensi dalla critica, alcuni dei quali lo hanno nominato uno dei migliori album del 2011. L'album ha vinto il Grammy Award per il miglior album di musica alternativa alla cerimonia del 2012 , mentre la canzone “Holocene ” è stata nominata per canzone dell'anno e disco dell'anno.


Ascolta: https://album.link/i/438685974


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The Rip Tide è il terzo album in studio delgruppo indie folk statunitense Beirut, pubblicato il 30 agosto 2011. L'album ha debuttato al numero 88 della Billboard 200, e ha raggiunto il picco al numero 80 un mese dopo. L'album ha venduto 93.000 copie negli Stati Uniti ad agosto 2015. L'album ha ricevuto per lo più recensioni positive. Zach Condon dei Beirut decise di scrivere l'album dopo un tour difficile in Brasile, dove subì una perforazione al timpano e fu coinvolto in un'invasione di palco. A differenza dei precedenti album dei Beirut, The Rip Tide rifletteva maggiormente su luoghi più vicini a casa; ad esempio, la canzone “Santa Fe” era un omaggio alla città natale di Condon. Condon rifletté su questo, dicendo: “La cosa del vagabondo – quella era una fantasia adolescenziale che ho vissuto in grande stile. La musica, per me, era evasione. E ora sto facendo tutto l'opposto [di ciò] nella mia vita. Sono sposato. Ho una casa. Ho un cane. Quindi sembrava ridicolo, la narrazione di ciò che avrebbe dovuto essere la mia carriera, rispetto a ciò che stavo effettivamente cercando di realizzare nella mia vita.” Influenzato dalla registrazione di For Emma, ​​Forever Ago, Condon scrisse The Rip Tide mentre trascorreva sei mesi in isolamento in una baita invernale a Bethel, New York. A differenza dei precedenti album dei Beirut, la musica fu registrata da una band che suonava insieme invece di registrare singole tracce una alla volta. Tuttavia, i testi furono aggiunti da Condon solo dopo che tutta la musica era stata registrata.


Ascolta: https://album.link/i/1166641216


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Homeland è il settimo album in studio di Laurie Anderson, pubblicato nel 2010. Si tratta di un concept album sulla vita negli Stati Uniti, il suo primo album di nuovo materiale da Life on a String del 2001. Il disco è stato prodotto da Anderson, Lou Reed e Roma Baran. Anderson ha iniziato il tour del progetto alla fine del 2007. L'uscita dell'album era originariamente prevista per il 2008. A causa dei continui cambiamenti di forma del progetto, l'uscita è stata posticipata più volte. L'ultima uscita, nel 2010, è stata un cofanetto di due dischi composto da un CD e un DVD. La canzone “Only an Expert” è stata pubblicata come singolo in vinile da 12” il 18 maggio 2010. Una canzone intitolata “Pictures and Things” era il lato B del singolo. L'ultima traccia dell'album, “Flow”, è stata nominata per il Grammy Award come migliore performance pop strumentale nel 2011.


Ascolta: https://album.link/i/376832039


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Blood is blood And blood don’t wash away Questi versi racchiudono nel modo più chiaro ed immediato l’essenza del sesto album di studio di Mary Gauthier, intitolato The Foundling e pubblicato da Proper Records nel 2010. Si tratta di un concept album che può essere sinteticamente definito come un’autobiografia in musica. Attraverso le tredici tracce, infatti, viene narrata la storia di una bambina abbandonata alla nascita che dopo un anno in orfanotrofio viene adottata, ma poi scappa dai genitori adottivi. Una volta cresciuta finisce nello show business, ma il suo passato irrisolto continua a tormentarla. Cerca di trovare i propri genitori naturali e riesce a rintracciare la madre con la quale si mette in contatto, ma viene freddamente respinta. Alla fine, nonostante la durezza della vita, attraverso l’amore o la speranza dell’amore, riesce a trovare pace con se stessa. E’ impossibile scindere la musica dalla narrazione: Mary Gauthier si fa portavoce attraverso la propria esperienza personale del disagio degli orfani, di chi deve affrontare le difficoltà della vita con la ferita aperta dell’abbandono e del non sapere nulla delle proprie origini. La sua voce profonda, a volte dura e tagliente, contrasta con il suo aspetto fragile, ma androgino e da questa unione ne esce un senso di sacralità e di sensibilità vera.


Ascolta: https://album.link/i/747012149


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Registrato nel suo garage-studio con l’attuale band che lo segue on stage (il chitarrista Doug Lancio, il bassista Patrick O' Hearn e il batterista Kenneth Blevins) il 18esimo disco del 57enne John Hiatt è una mitizzazione della ‘highway’, a ridosso di fratture, di sbilanciamenti, di vertigini contenute nelle disperate road songs di The Open Road, consapevole di vivere quella sensazione di alienazione in un immaginario della strada accresciuto tra i ricordi dei Nativi Americani di Homeland: “I call this place my homeland and I claim this land I own / It belongs to another people, they possess it in their bones” incamminandosi verso il Sud, da Memphis intravedendo il Tennessee. Non c’è molto humor in questo nuovo disco, perfette per ballate introspettive ma anche per il rock-blues scelto per descrivere se stesso e la sua famiglia anche attraverso il contributo delle due figlie, Lilly e Georgia, che lo hanno ispirato nella stesura dei brani di The Open Road.


Ascolta: https://album.link/i/1436914856


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