Cooperazione Internazionale di Polizia

Un blog di un cultore della materia. La cooperazione di polizia da una prospettiva italiana

UN ARTICOLO SULL’EVOLUZIONE DEL RUOLO DELL’ONU NELLE OPERAZIONI DI PEACEBUILDING.

L’ultimo numero della rivista edita dal CoESPU (Centro di eccellenza per le Unità di polizia di stabilità) ci fornisce l’occasione per tornare a parlare di ambiente e del ruolo in questo contesto delle operazioni di peacekeeping a guida Nazioni Unite.

copertina della Rivista CoESPU

Il Tenente Colonnello Donatello Cirillo, comandante del Gruppo Carabinieri Forestali di Catanzaro, indica che alla protezione dell’ambiente nelle operazioni di pace dell'ONU dovrebbe essere data la stessa importanza della tutela dei diritti umani.

Logo del CoESPU

Innanzitutto, che cos’è il CoESPU? Si tratta di un think tank a guida Carabinieri italiani, che lavora in collaborazione con la Global Peace Operations Initiative degli Stati Uniti, per aiutare a costruire capacità globale per le Nazioni Unite e le operazioni regionali di sostegno alla pace, addestrando le forze di mantenimento della pace. La sua sede è a Vicenza.

Peacekeeper ONU

Nel suo articolo, Il Colonnello Cirillo argomenta che la sicurezza è fondamentale per la stabilità di un Paese. Richiede quindi un approccio antropocentrico e multidimensionale, che includa la sicurezza economica, ambientale e personale, la stabilità sociale, la stabilità politica, la sicurezza alimentare e la garanzia della salute. Il concetto di gestione ambientale postbellica si è evoluto negli anni ’70, con particolare attenzione ai danni ambientali causati dai conflitti. Le Nazioni Unite hanno posto la protezione ambientale al centro del loro modello di sviluppo umano sin dagli anni ’70, con la creazione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP). La politica ambientale delle Nazioni Unite mira a preservare le risorse naturali dello Stato ospitante e a prevenire effetti negativi sul personale e sul conflitto stesso. Sottolinea inoltre la creazione di un ambiente protettivo per i civili per prevenire la violenza fisica, sostenere la legittimità dello Stato ospitante e stabilire lo stato di diritto e la catena della giustizia penale.

Peacekeeper ONU

Queste azioni dovrebbero diventare prioritarie una volta che il conflitto si sarà calmato e saranno presenti condizioni favorevoli: dovrebbero includere la riforma del settore della sicurezza, i sistemi amministrativi, i quadri giuridici, i diritti umani e la governance democratica. Anche il sostegno ai processi politici, inclusa la partecipazione delle donne, è fondamentale per la protezione a lungo termine dei civili. L’obiettivo principale del rafforzamento delle capacità nelle operazioni multidimensionali è creare una pace sostenibile, concentrandosi sull’auto sostenibilità e sulla gestione delle risorse naturali. Il mandato del Consiglio di Sicurezza per la protezione civile copre tutte le azioni necessarie per prevenire le minacce alla pace, compresa la protezione degli ecosistemi. La scarsità, lo sfruttamento eccessivo, la cattiva gestione e l’iniqua ridistribuzione delle risorse naturali spesso causano tensioni e conflitti, portando a tentativi di pace più complessi e resistenti. I conflitti ambientali precipitati in violenza tendono a riemergere più facilmente e ad esacerbarsi più di altri. Il Sud del mondo è quello che registra il maggior numero di conflitti a causa della concentrazione delle risorse naturali e della debolezza delle istituzioni. Il cambiamento climatico è un moltiplicatore di minacce, che incide sull’acqua, sul cibo, sulla salute e sulla vita delle persone, colpendo in modo sproporzionato le popolazioni più povere e più esposte.

Peacekeeper ONU

Le attività di rafforzamento delle capacità ambientali richiedono personale altamente specializzato e la qualità del personale dispiegato è fondamentale per garantire la corretta esecuzione del mandato e il buon esito delle missioni sul terreno. Il Decreto Clima italiano del 2019 fornisce un modello per ampliare la componente ambientale in operazioni multidimensionali, attivando la task force “Caschi Verdi per l’Ambiente”, un gruppo di 22 esperti dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e di personale tratto dall’Arma dei carabinieri, per intervenire negli scenari nazionali e internazionali a tutela della biodiversità e risorse ambientali e forestali all’interno dei siti protetti. Si può quindi affermare che le operazioni multidimensionali di costruzione della pace mirano principalmente a creare una pace sostenibile e a proteggere l’ambiente naturale. Tuttavia, queste operazioni sono tecnicamente complesse e richiedono una pianificazione a lungo termine, compresa la gestione sostenibile delle foreste e delle risorse naturali, la protezione dell’ecosistema e un’adeguata gestione dei rifiuti.

Avere cura dell'ambiente

La transizione e il consolidamento devono essere guidati dai principi di proprietà nazionale e di inclusività, compresa la riconversione delle attività economiche preesistenti. L’importanza e la portata degli interventi richiedono programmi con lunghi periodi di sviluppo ed effetti positivi visibili solo dopo pochi decenni. Si rileva inoltre una tendenza generale al ribasso del personale impiegato a livello globale, con il contributo principale fornito dai paesi in via di sviluppo. Il Fondo delle Nazioni Unite per il peacebuilding ha stanziato almeno 60 milioni di dollari per la cooperazione ambientale, e altre agenzie delle Nazioni Unite hanno iniziato a inviare esperti di sicurezza climatica nelle zone di conflitto vulnerabili dal punto di vista ambientale. L'approccio della comunità internazionale alla pace e alla sicurezza è cambiato radicalmente negli ultimi decenni, con l'aumento degli attori non statali e la necessità di personale più specializzato. La concezione contemporanea dello scenario di sicurezza si è evoluta dalla prevenzione dei conflitti al mantenimento e al consolidamento della pace. Per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, dobbiamo agire con urgenza per ridurre le minacce dei conflitti armati all’ambiente, alla salute e ai mezzi di sussistenza. Va quindi in conclusione sottolineata l’importanza della protezione ambientale prima, durante e dopo i conflitti.

Per scaricare l'articolo originale (in inglese), clicca qui => https://tinylink.onl/3757

#ONU #Peacebuilding #Caschiverdiperlambiente #Ambiente #ISPRA #Armadeicarabinieri #DonatelloCirillo #UNEP


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ECUADOR: IL CAOS ED IL RUOLO DEI NARCO-TRAFFICANTI BALCANICI. QUANDO LA CRIMINALITÀ È GLOBALIZZATA

Presidente Noboa, polizia ecuadoregna in azione

Vi avevamo parlato dell’arresto del 40enne Dritan Rexhepi, di origini albanesi qui –> https://tinylink.onl/1950 . Localizzato ed arrestato ad Istanbul in Turchia a seguito di una serrata attività di intelligence svolta dalla Polizia di Stato italiana, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria di Firenze e condannato in primo grado a 20 anni di reclusione per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aveva trovato il suo “paradiso” precedente in Ecuador, dove, durante il suo periodo di detenzione nel carcere di Guayaquil (era stato arrestato nel 2014), era riuscito, con l’utilizzo di chat criptate, a costituire un cartello di narcotraffico albanese dedito alla produzione, trasporto e distribuzione di quantitativi di cocaina, prodotti in Colombia e distribuiti poi in Europa

L’Ecuador sta attraversando un periodo di instabilità e caos. Il Presidente Daniel Noboa – 36 anni, il più giovane presidente della storia del Paese – ha decretato il “conflitto armato interno”, ad integrazione dello Stato di emergenza per 60 giorni annunciato nei giorni scorsi. Ciò per consentire alle Forze di Polizia ed alle Forze Armate di riprendere tra l’altro il controllo delle carceri, a seguito dell’evasione di Adolfo Macías, alias ‘Fito’, considerato il principale boss del narcotraffico del paese e leader del gruppo criminale Los Choneros, affiliato al cartello messicano di Sinaloa.

Sono infatti scoppiati incidenti in almeno sei carceri, con il sequestro di agenti di custodia. Inoltre, almeno quattro agenti di polizia sono stati rapiti. Questi eventi hanno portato a una serie di violenze, attentati esplosivi, incendi di veicoli e infrastrutture, e blackout elettrici. L’Assemblea nazionale dell’Ecuador ha espresso il suo sostegno alle Forze armate e di polizia del Paese, in seguito alla dichiarazione di “conflitto armato interno”. Il Parlamento ha anche appoggiato l’azione del governo in materia di sicurezza per ripristinare la pace e l’ordine nel territorio nazionale.

L’Ecuador è divenuto il Paese più violento del Sud America. Basti dire che il 2023 si è chiuso con circa 7.600 morti violente, con punte di criminalità elevatissime in alcune regioni per non parlare del quartiere Nueva Prosperina, a Guayaquil, che ha il non invidiabile record di un tasso omicidiario di 114 morti ogni 100.000 abitanti.

Ciò che appare di interesse è che questa instabilità deriva in parte dalle attività di gruppi criminali dei Balcani occidentali che sono diventati grandi attori nel contrabbando di cocaina dall'Ecuador all'Europa occidentale, come dimostra la presenza del “Lord della droga” albanese Dritan Rexhepi, di cui abbiamo detto in apertura. Posizionato tra due importanti paesi produttori di cocaina, Colombia e Perù, l'Ecuador è diventato un importante hub per la spedizione di cocaina verso l'Europa. Proprio il porto di Guayaquil, il più grande dell'Ecuador, è sia un importante punto di partenza per la droga che l'epicentro della violenza legata a questa legata. Alcuni degli attori stranieri più potenti e violenti come abbiamo sopra accennato sono gruppi criminali messicani che trasportano cocaina dall'Ecuador agli Stati Uniti. Anche i gruppi criminali dei Balcani occidentali sono però presenti e attivi in Ecuador. La portata di queste organizzazioni di narcotrafficanti è mondiale. Sebbene operino nella regione balcanica, hanno sede in Albania. Da lì inviano delegati in Sud America per negoziare le spedizioni di droga in Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia. Sebbene siano riusciti a mantenere un profilo relativamente basso, la loro presenza e le loro attività hanno lasciato una scia di sangue. Negli ultimi anni, sono stati uccisi in Ecuador: tre albanesi, un serbo e un montenegrino, mentre un cittadino kosovaro è rimasto ferito. Questi casi appaiono legati al traffico di cocaina e alle controversie che ha creato tra attori stranieri e tra questi e le bande criminali locali.

La recrudescenza della violenza potrebbe essere un'opportunità per i gruppi criminali dei Balcani occidentali che operano in Ecuador:

  • non sono loro i bersagli della violenza. Piuttosto, le bande locali ecuadoriane stanno combattendo per proteggere i gruppi criminali dei Balcani occidentali e facilitare le loro operazioni, da cui le bande ecuadoriane traggono profitto,

  • la violenza nelle strade e nelle carceri tiene occupate le forze dell'ordine, consentendo così agli attori stranieri di sfruttare la situazione,

  • i gruppi criminali dei Balcani beneficiano del caos generale che ha travolto l'Ecuador a causa dell'aumento della violenza.


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Dallo skimming fisico a quello digitale: occhio alla truffa delle carte di pagamento.

skimming_digitale

Avete mai sentito parlare di skimming digitale? O magari di web skimming, online card skimming, e-skimming, formjacking o Magecart? Ebbene si tratta della stessa medesima azione fraudolenta: rubare i dati della carta di credito o della carta di pagamento ai clienti di un negozio online.

Le fasi dello #skimmingdigitale appaiono semplici: prima I criminali ottengono l'accesso al codice sorgente/server di un negozio online, quindi malware viene inserito nel flusso di pagamento ed infine i dati del cliente e dei pagamenti sono duplicati. I dati possono essere raccolti immediatamente o nascosti nel server e raccolti in un secondo momento per ridurre al minimo il rischio di scoperta. Le informazioni delle carte di pagamento o di credito rubate a seguito di questi atti criminali vengono spesso offerte in vendita su mercati illeciti nel darknet. I clienti che hanno effettuato l’acquisto online non sono a conoscenza del fatto che la loro carta è stata copiata (“scremata”). Dal loro punto di vista, l'ordine è stato effettuato e l'articolo verrà ricevuto, senza lasciare spazio al sospetto che qualcosa sia andato storto.

A ben vedere si tratta di una evoluzione dello skimming “fisico” sugli sportelli bancomat: in questo caso, installando un lettore (per l’appunto skimmer) nella parte dove si inseriscono le carte negli sportelli automatici, ed una tastiera “segreta” sulla tastiera dell’ATM (ovvero lo sportello bancomat), viene memorizzato il codice PIN che l’ignaro utente immette per ritirare il denaro dallo sportello automatico. In alternativa i criminali applicano una micro camera che punta sulla tastiera del bancomat, per poi recuperare la registrazione. Queste informazioni saranno poi utilizzate per rubare denaro dal conto del malcapitato. Tornando agli attacchi di skimming digitale sono in aumento, e – per altro – possono passare inosservati per molto tempo.

Nello scorso mese di dicembre si è conclusa un’azione durata due mesi, con il supporto dei Team Nazionali di Risposta agli Incidenti di Sicurezza Informatica (#CSIRT), ha permesso a #Europol e ai suoi partner di notificare a 443 commercianti online che i dati delle carte di credito o di pagamento dei loro clienti erano stati compromessi con la tecnica dello skimming digitale. Non vi è dubbio che questa azione contro lo skimming digitale evidenzia l’importanza della collaborazione internazionale e del supporto tecnico per combattere efficacemente la criminalità informatica e proteggere i consumatori e le aziende online. Per difendersi dagli skimmer digitali, Europol ha rilasciato una guida (in inglese), che è scricabile qui –> https://www.europol.europa.eu/cms/sites/default/files/documents/Digital%20Skimming.pdf.


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Giocattoli falsi e pericolosi. Una guida di Europol per riconoscerli

sequestro nel porto di Palermo di giocattoli pericolosi

I giocattoli scadenti e illeciti, compresi quelli non sicuri o addirittura tossici, rappresentano un pericolo nei nostri mercati e nelle nostre case ed espongono i nostri bambini a rischi per la salute. EUROPOL (l'Agenzia dell'Unione Europea che supporta gli Stati membri nella prevenzione e nella lotta contro tutte le forme gravi di criminalità organizzata e internazionale, criminalità informatica e terrorismo), interviene sull'argomento – di interesse non solo per le forze di polizia, ma anche per le Agenzie destinate alle verifiche delle merci di ingresso nell'Unione Europea e nei singoli Stati Membri – con una guida di agevole consultazione, disponibile anche in italiano, e reperibile a questo indirizzo –> https://www.europol.europa.eu/cms/sites/default/files/documents/Prevention%20Guide%20-%20Fake%20Toys%20-%20ITA.pdf .

In Italia questo settore è presidiato in particolare da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dalla Guardia di Finanza: le ultime attività portate a termine nel dicembre scorso indicano sequestri notevoli di giocattoli falsi e pericolosi, portati a termine a Foggia e provincia (oltre 21mila articoli, comprese luminarie natalizie) e Palermo (oltre 2000 giocattoli provenienti dalla Cina sequestrati presso il porto).

La marcatura «CE» che, come indicato nell'immagine in apertura, deve comparire sui giocattoli, per altro spesso è falsificata dai produttori (vedi gli esempi nella immagine appena soprastante): in questo caso – lo afferma la Cassazione in una sentenza – questi rispondono anche della violazione dell'articolo 512 del Codice Penale (frode nell'esercizio del commercio).

#EUROPOL #MarchioCE #ADM #GDF #GuardiadiFinanza


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Maresciallo dei carabinieri in missione ONU (Maresciallo dei carabinieri in missione ONU)

Ogni giorno, circa 9.000 agenti di polizia delle Nazioni Unite provenienti da 94 paesi contribuiscono a promuovere la pace e la sicurezza internazionali sostenendo i paesi in situazioni di conflitto, post-conflitto e crisi. Rafforzano e ristabiliscono la sicurezza attraverso il pattugliamento, la polizia orientata alla comunità e altri sostegni operativi, fornendo consulenza ai servizi di polizia nazionali, aumentando il rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani e ripristinando e promuovendo la sicurezza pubblica e lo stato di diritto. Le Nazioni Unite hanno schierato agenti di polizia per il servizio nelle operazioni di pace dal 1960. Attualmente sono dispiegati in 17 operazioni di pace (vedi la nota 1)

Tutto il personale dell'UNPOL che indossa il basco blu è membro in servizio attivo dei servizi di polizia nazionali distaccati per lavorare con le Nazioni Unite. Dal 1990, 129 paesi hanno distaccato agenti di polizia donne e uomini per servire la polizia delle Nazioni Unite. In linea con la risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (approfondisci a questo link –> https://www.difesa.it/Content/Risoluzione1325_2000/Pagine/default.aspx) , che riconosce l'importanza della partecipazione delle donne alle operazioni sul campo delle Nazioni Unite, e con la risoluzione 2242 (2015), il Dipartimento di polizia delle Nazioni Unite ha intrapreso diverse misure che hanno portato a un aumento significativo del dispiegamento di agenti di polizia donne nelle missioni sul campo.

Il Dipartimento è impegnato a dare priorità al reclutamento, al dispiegamento e al mantenimento di agenti di polizia donne nelle operazioni di mantenimento della pace a tutti i livelli. Le donne agenti di polizia svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della pace e della sicurezza, anche attraverso attività di gestione dell'ordine pubblico, capacità specializzate come le armi e le tattiche speciali (SWAT) e la partecipazione a operazioni ad alto rischio.

Le donne poliziotte sono indispensabili durante i pattugliamenti ad alta visibilità, le operazioni di cordone e di perquisizione e durante le perquisizioni a tappeto. In alcuni casi, solo le donne agenti di polizia possono interagire con le donne e le ragazze nelle comunità e tali impegni informano le strategie di protezione delle Nazioni Unite, garantendo così che i bisogni e le prospettive di coloro che sono più a rischio siano presi in considerazione e affrontati.

In situazioni di conflitto e post-conflitto in cui la violenza sessuale e di genere è probabilmente dilagante e può essere utilizzata come tattica per raggiungere obiettivi strategici o politici, le sopravvissute e i membri della comunità sono più propensi ad avvicinarsi alle donne agenti di polizia. Pertanto, le donne agenti di polizia svolgono un ruolo cruciale nelle operazioni, nel monitoraggio e nella segnalazione delle violazioni, nell'affrontare l'impunità e nel promuovere l'assunzione di responsabilità che porti a un rafforzamento dello stato di diritto, al recupero e alla riconciliazione.

Nel 2018, sulla base della strategia per la parità di genere a livello di sistema del Segretario generale delle Nazioni Unite,** il Dipartimento per le operazioni di pace ha sviluppato una strategia per la parità di genere del personale in uniforme con obiettivi, traguardi e parametri di riferimento chiari**, insieme a meccanismi di segnalazione e monitoraggio per raggiungere un adeguato equilibrio di genere.

Nell'ambito di questa strategia, entro il 2028, la Divisione di Polizia delle Nazioni Unite si impegna ad assumere almeno il 30% di donne agenti di polizia in posizioni professionali sul campo (il 20% nelle unità di polizia formate e il 30% come agenti di polizia individuali) e il 35% presso la sede delle Nazioni Unite. Per raggiungere questi obiettivi, la Divisione di polizia delle Nazioni Unite continuerà a coinvolgere gli Stati membri e a cercare il sostegno dei paesi campioni di genere.

L'Arma dei carabinieri, nella sua duplice veste di Forza militare e di polizia, ha preso parte alle più significative esperienze nazionali condotte non solo sotto egida ONU, ma anche NATO, OSCE o di “coalizioni di volenterosi”. All'estero, i Carabinieri garantiscono, in via esclusiva, le funzioni di Polizia Militare in supporto dei contingenti nazionali schierati e la sicurezza delle sedi diplomatiche italiane e, a livello internazionale, giocano un ruolo da protagonisti nello spettro delle attività di Polizia di Stabilità, che comprendono il monitoraggio del rispetto dei diritti umani, l'addestramento, la consulenza e l'assistenza delle Forze di Polizia locali, ove inesistenti o collassate e l'imposizione della legge (Law Enforcement). L’Arma partecipa naturalmente anche alle attuali missioni ONU che vedono impegnati contingenti italiani: Libano – UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), UNFICYP (United Nations Peacekeeping force in Cyprus),

L’ingresso delle donne nell’Arma dei Carabinieri è iniziato con l’arruolamento di ufficiali donne che, dopo la loro formazione, hanno svolto il compito di istruire le nuove colleghe. Questo processo grazie alla legge approvata nell’ottobre 1999, che prevedeva l’ingresso del personale femminile in tutte le Forze armate. Successivamente, sono stati banditi concorsi per marescialli e infine per carabinieri. Le donne carabiniere hanno dimostrato di essere altamente qualificate e capaci di svolgere una vasta gamma di mansioni. Oltre ai tradizionali compiti di mantenimento dell’ordine pubblico e di pattugliamento, le donne hanno ricoperto ruoli chiave anche in aree come la lotta al crimine organizzato e l’investigazione e ora sono pienamente integrate anche nelle missioni all’estero, ivi comprese quelle dell’ONU.

Per saperne di più: (Nota 1) 17 operazioni di pace delle Nazioni Unite, vale a dire, MINURSO, MINUSCA, MINUSMA, MONUSCO, UNIFIL, UNVMC, BINUH, UNMHA, UNFICYP, UNISFA, UNMIK, UNIOGBIS, UNMISS, UNSMIL, UNOCA, UNOAU e UNSOM. https://peacekeeping.un.org/en/un-police https://police.un.org/en https://www.peacewomen.org/who-implements

#Armadeicarabinieri #ONU #peacekeepingoperations #unpk #unpol # UNIFIL # UNFICYP


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Crimini che colpiscono l’ambiente. La necessità della cooperazione internazionale

crimini che colpiscono l'ambiente

In un recente post (leggi qui –> https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/i-reati-contro-la-fauna-selvatica-attivita-criminale-trasversale-da) abbiamo visto come il “#Wildlife trafficking” sia il traffico illegale di specie selvatiche tra i cinque traffici illegali più redditizi a livello globale.

Ci piace sottolineare come le sfide globali, quali i crimini che colpiscono l’ambiente, richiedono risposte globali. I reati sono spesso di natura transnazionale e sufficientemente gravi da qualificarsi come criminalità organizzata transnazionale in linea con il dettato dell’UNTOC, ovvero la “United Nations Convention against Transnational Organized Crime” (in italiano Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale) e naturalmente i suoi protocolli applicativi che mirano a specifici ambiti e manifestazioni della criminalità organizzata (su questo vedi la nota sottostante).

Vale qui ricordare che la Convenzione fu adottata con la risoluzione 55/25 dell'Assemblea Generale del 15 novembre 2000, aperta alla firma degli Stati membri nel corso di una conferenza politica ad alto livello convocata a tale scopo a Palermo, in Italia, dal 12 al 15 dicembre 2000 ed è entrata in vigore il 29 settembre 2003. Essa è il principale strumento internazionale nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale.

Affrontare i crimini riferiti alle specie selvatiche protette richiede un’ampia cooperazione a tutti i livelli. Risposte forti ed efficaci ai crimini che colpiscono l’ambiente richiedono sforzi globali e coordinati tra tutti gli attori della catena della giustizia penale. Le autorità devono garantire che coloro che hanno il compito di prevenire, coloro che elaborano e attuano la legislazione, coloro che pianificano ed eseguono i sequestri e coloro che indagano sui reati o perseguono i colpevoli lavorino tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune. La cooperazione internazionale per contrastare i crimini che colpiscono l’ambiente è in aumento e i paesi stanno vedendo i risultati della condivisione delle informazioni. Nonostante questi progressi, è necessaria ulteriore cooperazione per avere un impatto. Le autorità di contrasto sono spesso ancora riluttanti a utilizzare i canali ufficiali per la cooperazione transfrontaliera in tempo reale.

L’UNODC – Agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine – sostiene gli Stati nel miglioramento della cooperazione internazionale e delle indagini transfrontaliere e li invita a compiere maggiori sforzi per considerare i crimini che colpiscono l’ambiente come un crimine grave – ciò consentirà loro di sfruttare gli strumenti disponibili ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale di cui abbiamo fatto cenno sopra.

Il UNODC Environment Team (Team Ambiente), attraverso il Programma Globale sui Crimini che colpiscono l’ambiente (indicato con l’hashtag #endENVcrime) fornisce supporto agli Stati membri nel coordinamento degli sforzi di cooperazione regionale e internazionale e delle iniziative di dialogo, sia formali che informali, con l’obiettivo di combattere più efficacemente i crimini che colpiscono l’ambiente. Questa assistenza tecnica viene fornita organizzando seminari sulla condivisione di informazioni e intelligence, sulla cooperazione transfrontaliera su questioni legali e sostenendo la creazione di reti regionali e internazionali di professionisti. I recenti sforzi dell'UNODC per promuovere la cooperazione includono: il sostegno alle reti di tutela della fauna selvatica (SudWEN e HAWEN); la co-organizzazione di riunioni della Wildlife Inter-Regional Enforcement Network (WIRE); la co-organizzazione di una serie di operazioni doganali regionali (Operazione Mekong Dragon); la promozione dell’African Wildlife Forensics Network e l’Associazione dei procuratori dell’Africa orientale.

Per saperne di più:

sulla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, segui questo link –> https://www.unodc.org/unodc/en/organized-crime/intro/UNTOC.html, su UNODC, scarica questa brochure –> https://www.unodc.org/documents/Advocacy-Section/UNODC-at-a-glance_PRINT.pdf sulle attività del Team Ambiente di UNODC, può risultare di interesse seguire il profilo https://twitter.com/UNODC_ENV

(Nota 1) La convenzione è integrata da tre protocolli: il Protocollo per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini; il Protocollo contro il traffico di migranti via terra, mare e aria; e il Protocollo contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni

#endENVcrime #UNODC #UNTOC #


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Scopriamo di più su questa funzione, svolta d'intesa tra Interno ed Esteri

Il primo latitante italiano catturato nel 2024 all'estero è Nicola Rullo , indicato come membro di spicco della camorra italiana, ricercato a livello internazionale dall'Italia per la sua appartenenza all'Alleanza di Secondigliano e direttamente responsabile degli scontri avvenuti contro il clan Mazzarella per il controllo di Napoli.

E' stato catturato dalla Polizia Nazionale iberica in una lussuosa zona residenziale di Alicante. La costa di Alicante e, soprattutto, le urbanizzazioni e le zone abitate da una notevole popolazione straniera, sono diventate negli ultimi anni il nascondiglio di numerosi fuggitivi.

Spesso la Polizia Nazionale e la Guardia Civil individuano questi criminali ricercati in altri paesi, scoprendo che vivono da anni una vita discreta in queste zone composte di case unifamiliari, dove molti vicini non si conoscono tra loro.

L'arresto è avvenuto presso l'“El Plantío Golf Resort” di Alicante, ed è stato possibile grazie allo scambio diretto di informazioni e al coordinamento delle indagini tramite l'ufficiale di collegamento italiano in Spagna.

Quale il ruolo dell'Ufficiale di collegamento?

Questa ultima è una figura di interesse, auspicata sin dalla Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale del 2000 , che prevedeva il distacco di ufficiali di collegamento come misura finalizzata al contrasto alla criminalità transnazionale e ad una più efficace azione di coordinamento tra le Autorità degli Stati firmatari.

Anche all’interno dell’Unione Europea maturò un indirizzo simile, che fu recepito nelle Decisioni Criminalità organizzata: quadro di orientamento comune per gli ufficiali di collegamento e DECISIONE 2003/170/GAI DEL CONSIGLIO del 27 febbraio 2003 relativa all'utilizzo comune degli ufficiali di collegamento distaccati all'estero dalle autorità degli Stati membri incaricate dell'applicazione della legge.
Con riguardo alla normativa nazionale, inizialmente erano previste figure differenziate, a seconda che il funzionario/ufficiale di collegamento fosse dislocato all’estero sulla scorta di accordi bilaterali, ovvero per esigenze di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti (attività in capo alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, di cui si parlerà a breve), o anche quale esperto per le strategie di prevenzione e contrasto dei fenomeni di immigrazione clandestina ed infine appartenenti alla Direzione Centrale Anticrimine o a quella di Polizia di Prevenzione del Dipartimento di P.S., inviati all’estero per specifiche esigenze.

Un passaggio fondamentale nella razionalizzazione della presenza degli ufficiali/funzionari di collegamento è venuta: prima (luglio 2010) da un Protocollo di Intesa tra il Ministero degli Affari Esteri ed il Ministero dell’Interno, quindi (dicembre 2010 ) dalla creazione del Comitato per la Programmazione Strategica per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Co.P.S.C.I.P.) e dalla coeva L. 10/2011, di conversione del D.L. 225/2010, che ha formalizzato la figura dell’Esperto, i cui confini funzionali, logistico–amministrativi, organizzativi sono stati oggetto di ulteriori interventi nel 2015 (Protocollo di Intesa tra il Capo della Polizia–Capo del Dipartimento della P.S. ed il Segretario Generale del MAECI) e nel 2016 (Regolamento Interministeriale n. 104 del 30 marzo). È di interesse rilevare come siano stati individuate dal citato Co.P.S.C.I.P. delle aree di principale valenza strategico–operativa per la nostra Nazione, ove gli Esperti preposti assumono l’incombenza di responsabili degli “Uffici Regionali”, gravando su di loro l’uniformità di indirizzo strategico e la razionalizzazione delle singole iniziative dei colleghi presenti nell’Area.

Il ruolo dello SCIP

Il compito – tra i numerosi altri – di curare la gestione tecnico–operativa della rete degli Esperti per la Sicurezza ricade sul Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno (in sigla SCIP) che sovrintende ai funzionari ed ufficiali delle tre Forze di polizia a competenza generale (Arma dei carabinieri, Polizia di Stato, Gurdia di Finanza), nel numero massimo di cinquanta unità allocate presso le rappresentanze diplomatiche e negli uffici consolari.

#Armadeicarabinieri #PoliziadiStato #GuardiadiFinanza #PolicíaNacional #Guardiacivil #SCIP #Ufficialedicollegamento #ConvenzionediPalermodelleNazioniUnitecontrolacriminalitàorganizzatatransnazionale #ConvenzionediPalermo #Espertoperlasicurezza


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I reati contro la fauna selvatica attività criminale trasversale, da affrontare con le armi dell’intelligence e delle indagini finanziarie

Viene denominato “wildlife trafficking”: il traffico illegale di specie selvatiche è tra i cinque traffici illegali più redditizi a livello globale, per un valore stimato di 23 miliardi di dollari all'anno. Si tratta di una minaccia globale multiforme che erode la biodiversità, gli ecosistemi e crea insicurezza che alimenta conflitti e corruzione.

Nel nostro blog ne abbiamo già parlato (vedi la nota a fine pagina).

La Wildlife Justice Commission (Commissione per la giustizia della fauna selvatica) ha pubblicato un nuovo rapporto sulla convergenza dei reati contro la fauna selvatica con altre forme di criminalità organizzata: una revisione del 2023 di precedenti lavori, che riesamina la questione basandosi sul precedente lavoro, presentando ulteriori analisi e approfondimenti tratti da tre studi di casi, basato su ricerche open-source e informazioni raccolte durante le indagini della Wildlife Justice Commission. Il rapporto completo – in inglese – è scaricabile qui: https://wildlifejustice.org/wp-content/uploads/2023/10/Crime-Convergence-Report-2023-pages-V07.pdf .

Questi casi continuano a dimostrare che gruppi criminali nazionali hanno una serie di motivazioni per diversificare le loro attività criminali e formare nuove partnership o alleanze, infiltrarsi in nuovi mercati o sfruttare le vulnerabilità nell’azione di controllo e contrasto degli Stati. Inoltre flussi finanziari illeciti e riciclaggio di denaro sono fattori sottostanti comuni presenti in quasi tutti i reati organizzati contro le specie selvatiche.

La convergenza della criminalità deve essere quindi affrontata dal un punto di vista della criminalità organizzata, per identificare, incriminare e perseguire tutti i reati commessi da una rete. L’attività di intelligence è uno strumento essenziale a questo proposito, per mappare le reti criminali, analizzare modelli e collegamenti tra le attività criminali, comprendere il modus operandi e le motivazioni criminali e valutarne il livello di minaccia rappresentata dalla rete criminale nel suo complesso.

Indagini congiunte e task force multi-agenzia consentono di riunire le risorse e le competenze necessarie A questo punto, l'unica cosa che si può fare è cercare di investigare la convergenza della criminalità. Oltre le classiche indagini della polizia investigativa, dovrebbero parallelamente essere condotte indagini finanziarie per rintracciare dove e come il denaro si muove ed individuare i proventi di reato. I reati contro la fauna selvatica sono un'attività criminale trasversale e non possono essere affrontati separatamente da altri crimini. Affrontando il problema della convergenza ed eliminando i nodi comuni tra reti criminali, le autorità di contrasto possono avere un impatto maggiore per smantellare la criminalità organizzata.

La maggiore attenzione negli ultimi anni al nesso tra la fauna selvatica criminalità organizzata e altre forme di criminalità, ha portato alla luce un numero crescente di prove che contribuiranno a costruire un migliore comprensione di questo complesso crimine. La prevalenza apparentemente crescente della convergenza della criminalità negli ultimi due decenni, come suggerito da alcune ricerche, sembra indicare che il traffico illegale di specie selvatiche diventa più attraente per le reti criminali a causa della redditività di specie e prodotti di alto valore ed il percepito minor rischio di applicazione delle attuali leggi contro questo tipo di reato. Ciò sottolinea le preoccupazioni in merito al ruolo che la convergenza criminale potrebbe avere nel sostenere l'espansione dei reati contro la fauna selvatica.

Nota:

https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/operazione-thunder

https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/commercio-illegale-di-legname-attivita-internazionale-coinvolge-anche-i

https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/il-commercio-di-specie-selvatiche

#wildliftrafficking #WildlifeJusticeCommission


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World Drug Report 2023. La cannabis è la sostanza psicoattiva più utilizzata al mondo

La relazione mondiale sulla droga 2023 rilasciata da #UNODC, l’Agenzia delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine con base a Vienna, mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l'impatto del problema mondiale della droga sulla salute, sulla governance e sulla sicurezza, ma anche ad assistere gli Stati membri nell'anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e nell'attenuarne le conseguenze.

Il World Drug Report 2023 è pubblicato (non è disponibile la lingua italiana) sul sito web dell'UNODC: https://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/world-drug-report-2023.html, mentre il “segmento” online è reperibile sul sito web all’indirizzo: www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/wdr-2023-online-segment.html

LA RISPOSTA AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI DELLE FORZE DI POLIZIA A LIVELLO GLOBALE

Le risposte delle forze dell'ordine devono tenere il passo con i modelli di business criminali sorprendentemente agili, nonché con la proliferazione delle droghe sintetiche, che sono economiche e facili da immettere sul mercato. La salute pubblica rimane la priorità nel contesto di una regolamentazione in rapido sviluppo sul controllo delle droghe, in particolare in relazione all'uso medico, e i paesi devono investire di più nella ricerca per monitorare gli effetti delle politiche e informare le risposte.

LA MINACCIA ALLA SALUTE PUBBLICA ED AI DIRITTI UMANI

Secondo il Rapporto, disuguaglianze e disparità sociali ed economiche continuano a guidare ed essere alimentate dal fenomeno della droga, minacciando la salute pubblica e i diritti umani. Le disparità tra il Nord e il Sud del mondo, tra le aree urbane e rurali e tra le sottopopolazioni contribuiscono ai danni causati dalle droghe.

I disturbi da uso di droghe e altre condizioni di salute mentale sono strettamente interconnessi: le condizioni di salute mentale aumentano il rischio di sviluppare disturbi da uso di droghe e le droghe comportano il rischio di esacerbare i problemi di salute mentale se assunte al di fuori del controllo medico. Con una stima di una persona su otto in tutto il mondo che vive con una condizione di salute mentale diagnosticata, la necessità di affrontare i problemi di salute mentale nella prevenzione e nel trattamento dell'uso di droghe è diventata sempre più una priorità.

I GIOVANI E L’USO DELLE DROGHE

I giovani rimangono il gruppo più vulnerabile all'uso di droghe. A livello globale, nel 2021, le persone di età compresa tra i 15 e i 16 anni avevano una prevalenza annuale dell'uso di cannabis del 5,34%, rispetto al 4,3% degli adulti.

In alcune regioni, i giovani sono più gravemente colpiti dal disturbo da uso di sostanze: in Africa, il 70% delle persone che ricevono un trattamento per tossicodipendenti ha meno di 35 anni. Il traffico di droga sta aggravando le minacce criminali che danneggiano le comunità vulnerabili degradando i loro diritti alla sicurezza e ai mezzi di sussistenza, nonché il diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile.

IL CASO DELL’AMAZZONIA

Nel bacino amazzonico, nella zona dei tre confini tra Brasile, Colombia e Perù, le organizzazioni del traffico di droga violano sempre più i diritti umani, la sicurezza e il benessere delle popolazioni rurali, includendo, in alcune aree, l'occupazione illegale della terra e il pascolo del bestiame, il disboscamento illegale, l'estrazione mineraria illegale, il traffico di fauna selvatica e altri crimini che colpiscono l'ambiente. Le popolazioni indigene e le altre comunità locali sono intrappolate nel nesso criminale nel bacino amazzonico, subendo sfollamento, avvelenamento da mercurio e altri gravi impatti sulla salute, nonché una maggiore esposizione alla violenza.

LA TRASFORMAZIONE DEI MERCATI ILLEGALI

I mercati delle droghe illegali si stanno trasformando rapidamente e, in alcune regioni, radicalmente, con le droghe sintetiche che stanno diventando sempre più dominanti. La produzione di droghe sintetiche è economica, facile e veloce. Il fentanyl, un potente oppioide sintetico, sta trasformando i mercati della droga in Nord America, contribuendo ad alti livelli di overdose tra coloro che fanno uso di droghe. Mentre il traffico e l'uso di cannabis colpiscono tutte le regioni del mondo, altri problemi legati alla droga pongono ulteriori minacce in diverse aree geografiche.

CANNABIS, STUPEFACENTE PIÙ USATO AL MONDO

La cannabis rimane di gran lunga lo stupefacente più comunemente usato al mondo. Si stima che 219 milioni di persone abbiano fatto uso di cannabis nel 2021, pari al 4% della popolazione adulta globale. Il numero di persone che fanno uso di cannabis è aumentato del 21% negli ultimi dieci anni. Il consumo di cannabis rimane il più alto in Nord America, dove il 17,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha utilizzato la droga nel 2021. La percentuale di donne tra coloro che fanno uso di cannabis varia a seconda delle regioni e delle sottoregioni, dal 9% in Asia al 42% in Nord America (2021). Ci sono prove dell'efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di alcune condizioni di salute, ma per molte altre condizioni le prove sono limitate. Molti paesi hanno adottato disposizioni per l'uso medico della cannabis, ma gli approcci normativi alla cannabis terapeutica differiscono ampiamente tra questi paesi.

SVILUPPI REGIONE PER REGIONE. L’EUROPA

L'Europa occidentale e centrale rimane il secondo più grande mercato mondiale di cocaina. L'anfetamina è il secondo stimolante più utilizzato nell'Europa occidentale e centrale dopo la cocaina. Le tendenze recenti indicano un aumento del consumo di metanfetamine nella regione. L'Europa rimane un importante mercato di consumo per l'“ecstasy”. Gli oppioidi rimangono il principale tipo di droga per il quale le persone sono in trattamento in Europa, ma la cannabis segue da vicino ed è più comune tra coloro che vengono trattati per la prima volta. L'uso di NPS (new psychoactive substances, quali kratom and khat) che sembra rimanere contenuto nell'Europa occidentale e centrale, sembra essere in aumento nell'Europa orientale, dove è diventato una delle principali preoccupazioni. L'Europa orientale ha la più alta prevalenza di persone che si iniettano droghe (1,3% nel 2021) e di persone che si iniettano droghe che vivono con l'HIV (25,4%) e l'epatite C in tutto il mondo.


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SPORT, CORRUZIONE, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. L’ALLARME DELL’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE.

UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe ed alla criminalità organizzata con sede a Vienna, ha recentemente richiamato l’attenzione sul fatto che ogni anno vengano scommessi fino a 1,7 trilioni di dollari sui mercati delle scommesse illecite e che le scommesse illegali sono uno dei principali motori della corruzione nello sport e un canale importante per il “money laundering”, anche da parte di gruppi criminali organizzati.

A suo tempo #UNODC ha rilasciato uno studio analitico sul problema della corruzione nello sport (il testo – in inglese – è scaricabile qui: https://www.unodc.org/res/safeguardingsport/grcs/22-03221_SPORTS_CORRUPTION_2021_Full_report.pdf).

Pubblicazione di UNODC

Il settore dello sport ha subìto cambiamenti radicali negli ultimi decenni: globalizzazione, un enorme afflusso di denaro ai massimi livelli dello sport professionistico, rapida crescita delle scommesse sportive legali e illegali e i progressi tecnologici hanno trasformato il modo in cui lo sport viene praticato e consumato.

Questi fattori hanno avuto un forte impatto anche sulla #corruzionenellosport, sia in termini di portata che sul ruolo svolto dalle organizzazioni internazionali, Governi ed enti sportivi nel contrastare questa attività.

La manipolazione delle competizioni è diventata un problema significativo.

Le grandi evoluzioni dello sport lo hanno reso più vulnerabile a questo tipo di corruzione, con i rischi che diventano sempre più complessi.

La corruzione all'interno delle organizzazioni sportive è stata denunciata su larga scala, non da ultimo per quanto riguarda l'assegnazione dei diritti di hosting dei grandi eventi sportivi. Diversi scandali di alto profilo in relazione a presunti processi di corruzione nell'assegnazione dei diritti di hosting per i principali eventi sportivi e relativi a politiche di governance interna difettose all'interno delle organizzazioni sportive, hanno scosso la fiducia del pubblico negli standard etici di queste organizzazioni e nell'integrità dei principali eventi che supervisionano.

Il ruolo dei gruppi criminali organizzati nella corruzione nello sport e nell'infiltrazione criminale nelle organizzazioni sportive è cresciuto notevolmente. Essi sfruttano la vulnerabilità legata ai cambiamenti connessi allo sviluppo e le debolezze dei quadri legislativi e normativi che regolano lo sport. Sorge quindi la necessità di rafforzare i quadri e gli strumenti legislativi e regolamentari per sviluppare approcci per combattere efficacemente la corruzione nello sport.

È necessario sviluppare politiche globali in materia di lotta alla corruzione nello sport, basate su una valutazione dei rischi di corruzione affrontati, compresi quelli relativi all'organizzazione di grandi eventi sportivi, alla manipolazione delle competizioni, alle scommesse illegali e al coinvolgimento di gruppi della criminalità organizzata, nonché istituire organismi a livello di organizzazione internazionale, di governo e di organismi sportivi che abbiano una chiara responsabilità per la prevenzione, l'individuazione, l'indagine e la sanzione della corruzione nello sport, garantendo loro l'indipendenza, la formazione e le risorse necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni.

Con riguardo in particolare ai gruppi della criminalità organizzata, vi è da dire che sono stati a lungo coinvolti nella corruzione nello sport, e sono favoriti dalla trasformazione dello sport negli ultimi decenni, che ha agito da catalizzatore per un aumento significativo delle dimensioni e della portata di questa attività. Il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport è diffuso e avviene su scala globale: è legato alla manipolazione delle competizioni, alla corruzione nelle organizzazioni sportive, alle scommesse illegali, al riciclaggio di denaro, alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti nello sport e ad altre forme di corruzione. Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno adottando misure per affrontare questo problema, anche attraverso l'attuazione dei principi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.

L'incapacità di affrontare efficacemente il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport rappresenta una grave minaccia non solo per l'integrità dello sport, ma anche per il ruolo sociale dello sport e per l'etica e i valori che lo sostengono. Inoltre, le persone coinvolte nella manipolazione delle competizioni stanno prendendo sempre più di mira gli sport giovanili, le competizioni semiprofessionistiche e gli sport femminili, dove le scommesse sono disponibili ma il monitoraggio è limitato, se non assente, e l'individuazione è difficile.

Se da un lato cresce la consapevolezza di come l'evoluzione dello sport lo abbia esposto alla corruzione che coinvolge la criminalità organizzata, dall'altro è indispensabile rafforzare i quadri legislativi e normativi e gli strumenti a livello nazionale e internazionale volti ad affrontare questo tema.

Ecco quindi la necessità di:

  • Migliorare la comprensione delle interconnessioni tra corruzione e criminalità organizzata nello sport, anche effettuando valutazioni complete della minaccia di corruzione, continuando a sensibilizzare in merito alla minaccia e sviluppando risposte strategiche, collettive e coordinate,

  • Introdurre misure preventive volte ad affrontare la minaccia della corruzione e della criminalità organizzata, compresa la promozione di eventi educativi e di sensibilizzazione per bambini e giovani adulti,

  • Mettere in atto politiche e procedure di salvaguardia complete per prevenire e rispondere a qualsiasi forma di crimine nello sport, compresi gli abusi e lo sfruttamento perpetrati da gruppi criminali organizzati,

  • Utilizzare un approccio multilaterale nella lotta contro la criminalità organizzata nello sport, compresa la cooperazione pubblico-privato.

Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno utilizzando diversi mezzi per affrontare la questione. Un tema comune è la promozione della cooperazione tra le principali parti interessate. Sforzi significativi sono stati compiuti dalle principali organizzazioni sportive, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale e la Fédération Internationale de Football Association (FIFA), per contrastare la manipolazione delle competizioni.

I possibili strumenti di contrasto appaiono essere:

  • Sostenere un'applicazione più efficace della legislazione esistente alla manipolazione della concorrenza o, se del caso, sostenere lo sviluppo di una legislazione specifica per criminalizzare la manipolazione della concorrenza,

  • Istituire un quadro nazionale di cooperazione per promuovere la cooperazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni tra gli enti governativi competenti, in particolare le autorità di contrasto e di giustizia penale, e tra gli organi di governo dello sport e gli enti di scommesse sportive per aiutare a individuare, indagare, perseguire e interrompere la manipolazione della concorrenza,

  • Sostenere valutazioni, analisi e indagini sul ruolo dei gruppi criminali organizzati nella manipolazione della concorrenza,

  • Rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra i governi e le organizzazioni sportive a livello multilaterale e bilaterale,

  • Continuare e incrementare, ove possibile, l'organizzazione di sessioni di sensibilizzazione per i dipendenti degli enti governativi competenti, delle organizzazioni sportive, degli operatori di scommesse e delle relative parti interessate sulla minaccia rappresentata dalla manipolazione della competizione.

I principali operatori di scommesse sportive, le associazioni del settore delle scommesse e le società di monitoraggio stanno collaborando sempre più in attività volte a ridurre al minimo i rischi associati alle scommesse illegali condividendo i dati delle scommesse e gli avvisi di scommesse sospette con le organizzazioni sportive. La situazione è complicata dall'utilizzo di tipologie innovative di scommesse, dalla proliferazione del gioco d'azzardo online e dalla crescita delle criptovalute. La transnazionalità di molte operazioni di scommesse illegali rappresenta una sfida per le autorità che tentano di combattere l'attività, con gli operatori di scommesse illegali che sfruttano un panorama legislativo nazionale disomogeneo e il maggiore anonimato fornito da Internet e dall'uso delle criptovalute.


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