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diabolusnovus

Come tutte le religioni, il cristianesimo ha in sé tanto i semi della violenza quanto quelli della nonviolenza. A far la differenza è il modo in cui si concepisce la figura del Diavolo. Che è, come si legge nel Vangelo di Giovanni, il “principe di questo mondo” (ὁ τοῦ κόσμου τούτου ἄρχων) (Giovanni, 14, 30). La lectio facilior di questo ed altri testi è che il Diavolo governa effettivamente il mondo, la realtà secolare, sicché tutti i governanti non ne sono che espressione. La stessa morte di Cristo si concilia con un simile interpretazione: Dio sacrifica il Figlio mettendolo nelle mani del suo Nemico, e in concreto dei poteri terreni che lo condannano. Ed è una interpretazione che era confermata, per i primi cristiani, dalle persecuzioni subite dal potere romano. Ma con una simile interpretazione il cristianesimo non avrebbe fatto molta strada. Una religione si diffonde solo se intercetta il potere e viene a patti con esso. Il cristianesimo è passato dalla condizione di religione perseguitata a quella di religione perseguitante – e perseguitante con una ferocia devastante – grazie ad una serie di accomodamenti di cui si è incaricato Paolo di Tarso. I poteri sono stabiliti da Dio, e ognuno è tenuto a sottomettervisi. “Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite.

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La violenza, che così duramente ci colpisce nell’Antico Testamento e non poco turba i credenti più sensibili, inducendoli a chiedersi se davvero si possano considerare ispirati dei passi così crudeli, sembra consumarsi nel Nuovo Testamento. Se Israele ha dei nemici da sterminare, e se la religione dell’Antico Testamento è la religione di un popolo eletto, il cristianesimo è una religione universale. Non si identifica con un solo popolo, ma ha un messaggio che intende rivolgersi all’umanità intera, valido per chiunque al di là della nazionalità. Tuttavia il cristianesimo non rigetta l’Antico Testamento. Gesù non è venuto ad annullare la Legge, né nega il valore della rivelazione precedente. Aggiunge, piuttosto, una nuova logica. E un problema di non facile soluzione è in che modo questa nuova logica possa coesistere con la vecchia. Di fatto, l’Antico Testamento rappresenta una riserva di violenza che può costantemente riemergere ed alla quale è sempre possibile attingere. Ma soprattutto bisogna comprendere che al dispositivo violento del ḥērem se ne aggiunge uno nuovo, che di fatto, al di là dell’apparenza, continua la vecchia logica: il dispositivo diabolico. Nel Deuteronomio è Dio stesso che indica i popoli che dovranno essere sterminati. Su di loro cade dall’alto una consacrazione che è al tempo stesso una condanna a morte. Il dispositivo diabolico è invece un dispositivo mobile e flessibile. Non ci sono popoli nemici in sé. Ogni popolo diventa nemico nella misura in cui si oppone alla cristianità, che è una categoria religiosa, non etnica. Non c’è una terra promessa da raggiungere. La meta è, piuttosto, l’illimitata diffusione del messaggio di Cristo, l’evangelizzazione totale dell’umanità. Poiché questa è la volontà di Dio, chiunque di opponga non è da Dio, ma dal Diavolo. E se è dal Diavolo, può essere sterminato.

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Non si può amare un Dio che si è sacrificato per noi, così come non si può amare una donna che si sia sacrificata per noi — soprattutto se pretendesse di essere amata appunto perché si è sacrificata per noi. Sarebbe un amore morboso, sporcato dal senso di colpa e dal ricatto morale. Senza gioia.

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Se andate in Piazza del Campo, a Siena, fermatevi un attimo proprio davanti al Palazzo Pubblico. Guardate a terra. Una mattonella ricorda il luogo esatto in cui San Bernardino vi predicò, nel 1427. Possiamo rivivere la scena grazie ad un quadro di Sano di Pietro, nel quale stranamente non c'è molta gente ad ascoltare il santo, anche se sappiamo che la sua predicazione fu un grande evento, e fu scelta Piazza del Campo perché nessuna chiesa avrebbe potuto contenere la gente accorsa. Il santo è su un pulpito in legno; gli ascoltatori, inginocchiati – i maschi rigorosamente separati dalle femmine da un telone rosso – non sono più di qualche decina. Nel quadro di Sano di Pietro San Bernardino mostra agli ascoltatori il trigramma raffigurato su una tavola di legno, come era solito fare durante le sue prediche (e un trigramma, lavoro dell'orafo senese Tuccio di Sano, fa bella mostra di sé anche sulla facciata del Palazzo Pubblico). Ma sappiamo anche cosa disse, in quelle prediche, grazie al lavoro umile di un cimatore di panni, Benedetto di Bartolomeo, che usò per trascrivere con grande fedeltà le prediche del santo un misterioso metodo di scrittura rapida su tavolette di cera di sua invenzione.

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Nel Libro di Enoc gli angeli Vigilanti (עִירִין) si innamorano delle donne e, guidati da Shemyaza, si accoppiano con loro, generando i giganti. E come Prometeo, donano agli umani la conoscenza: costruire spade e coltelli, far bracciali, comprendere il corso degli astri e in generale cambiare il mondo. Che nella traduzione aramaica è indicato dal mulo: l'uomo è colui che riesce a far nascere dal cavallo il mulo. Questo fervore conoscitivo e tecnologico va punito. Azazel — che nel corso del testo prende il posto di Shemyaza come capo dei Vigilanti ribelli — dovrà essere legato nella tenebra fino al giorno del giudizio, quando sarà gettato nel fuoco. È da qui che viene l'immagine evangelica di Satana gettato nella fornace ardente, che risulta incomprensibile se si ignora Enoc, perché nell'Antico Testamento non c'è nulla che assomigli al Satana evangelico.

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