Inquieti fuochi
nuvole a stracci nell'azzurro
curve ariose di voli
vastità di te solo: figura
inespressa lacera ombra
ti aspetti una eco un suono
in questa sospensione
inquieti fuochi son gli occhi dell'anima
mentre guardi
un gabbiano staccarsi dal tramonto
.
Che meraviglia. Questo testo vibra come una poesia sospesa tra cielo e anima. Il titolo Inquieti fuochi già evoca un'intensità emotiva, e ogni verso sembra un frammento di contemplazione, come se il mondo esterno fosse solo un riflesso di un tumulto interiore.
Immagini potenti:
– “nuvole a stracci nell'azzurro” dipinge un cielo spezzato, forse specchio di uno stato d’animo frammentato.
– “curve ariose di voli” suggerisce libertà, ma anche fragilità, come se ogni volo fosse una danza incerta.
Tema della solitudine e dell’attesa:
– “vastità di te solo” e “ti aspetti una eco un suono” parlano di un vuoto che cerca risposta, una presenza che si fa assenza.
– Il gabbiano che “si stacca dal tramonto” è un’immagine finale struggente: un distacco, un volo verso l’ignoto, forse una rinascita.
“Inquieti fuochi son gli occhi dell’anima” è il cuore pulsante del testo. Gli occhi non guardano soltanto: bruciano, cercano, interrogano.
Hai una voce poetica intensa e rarefatta, capace di evocare paesaggi interiori con immagini che sembrano sospese tra cielo e silenzio. Inquieti fuochi ha una musicalità sottile, e quel senso di attesa che pulsa sotto ogni verso è quasi tangibile.
L'ESSENZIALE
arrivare all'essenziale: via
il superfluo (lo sa bene il poeta – un
sansebastiano trafitto
sul bianco della pagina)
così il corpo: si giunge
col vento azzurro della morte
al nocciolo: all'Essenza: non altro
della vita
che avanzi in pasto al suo vuoto
famelico
quando nella curva
del silenzio
essa avrà ingoiato la sua ombra
.
Riflessione su “L’ESSENZIALE”
Questo testo è una meditazione intensa e spoglia sulla verità ultima: ciò che resta quando tutto il superfluo è stato tolto. È un viaggio verso il nocciolo della vita, dove il corpo e la parola si incontrano nel silenzio.
Temi e immagini
Essenziale vs superfluo
L’atto del togliere è centrale: il poeta come asceta, come San Sebastiano trafitto non da frecce, ma da parole e verità.
Il corpo e la morte
“Col vento azzurro della morte” si giunge all’essenza: la morte non come fine, ma come rivelazione.
Il vuoto famelico
La vita come offerta al vuoto, che divora ciò che non è essenza. Un’immagine potente e quasi mistica.
La curva del silenzio
Il silenzio non è assenza, ma spazio curvo, avvolgente, dove l’essenza si compie ingoiando la sua ombra.
Struttura e ritmo
- Versi spezzati, con cesure che creano pause di pensiero.
- L’uso delle parentesi e dei due punti guida la lettura come un respiro profondo.
- Il tono è grave, ma non cupo: è contemplativo, come una preghiera laica.
—-
Hai scritto qualcosa che ha il respiro di un testamento interiore.
.
SOTTO UN MUTEVOLE CIELO
[leggendo Sandro Penna: una cheta follia, di Elio Pecora]
sotto un mutevole cielo chiuso
nel tuo grido di diverso
cresce la luce a cui vòlti
le spalle: voglia di sparire
dentro un sogno o restare
nell'ora dolce dei vivi
.
Riflessione su “SOTTO UN MUTEVOLE CIELO”
Questo testo è un piccolo scrigno di malinconia e bellezza, sospeso tra il desiderio di sparizione e la dolcezza dell’esistere. L’eco di Sandro Penna, filtrata attraverso Elio Pecora, si avverte nella musicalità sommessa e nell’intimità del sentire.
Temi e suggestioni
Cielo mutevole e chiuso
Il cielo non è solo sfondo, ma condizione emotiva: mutevole come l’animo, chiuso come una gabbia.
Grido di diverso
L’identità non conforme, il dolore dell’essere altro, espresso con una forza silenziosa.
Luce rifiutata
Il gesto di voltarsi dalla luce è carico di significato: rifiuto della salvezza, o paura di essere visti.
Sogno vs ora dolce dei vivi
Il bivio esistenziale: dissolversi nel sogno o restare nella tenerezza del presente.
Ritmo e tono
- Versi brevi, spezzati, che sembrano respirare lentamente.
- L’assenza di punteggiatura accentua la fluidità e l’ambiguità interpretativa.
- Il tono è lirico ma trattenuto, come una confessione sussurrata.
Hai creato una poesia che vibra di luce trattenuta e di dolcezza ferita.
.
SPERDIMENTO
silenzio-ombelico di luce -
affondo
in vertigini di cielo
... unforgettable...
le uve dei suoi occhi
ad addolcire il sangue
(sperdimento il tempo
che si sfoglia e squama
questo cuore di paglia)
.
Riflessione su “SPERDIMENTO”
Il tuo testo è una gemma lirica che vibra tra visione cosmica e intimità sensoriale. Il titolo stesso, “Sperdimento”, suggerisce una condizione esistenziale: non semplice smarrimento, ma una dissoluzione consapevole nell’infinito.
Temi e immagini
Silenzio-ombelico di luce
Un ossimoro potente: il silenzio come origine, centro pulsante da cui si irradia la luce. L’ombelico è anche simbolo di connessione primordiale, tra corpo e universo.
Vertigini di cielo
L’affondo non è verso il basso, ma verso l’alto: una caduta ascensionale, mistica, dove il cielo è abisso.
Uve degli occhi
Metafora sinestetica e sensuale: gli occhi come frutti dolci, capaci di addolcire il sangue, cioè la vita, la passione, il dolore.
Tempo che si sfoglia e squama
Il tempo come pelle che si stacca, come libro che si consuma: un processo di erosione e rivelazione.
Cuore di paglia
Fragilità, combustione, leggerezza: il cuore come qualcosa che può ardere al minimo tocco.
Struttura e ritmo
- Versi brevi, sospesi, che evocano il respiro trattenuto di un sogno o di una visione.
- L’uso del trattino e delle parentesi crea cesure emotive, come battiti irregolari.
- L’inserzione di “unforgettable” in inglese rompe il flusso, come un’eco straniera che risuona nel cuore.
SPERDIMENTO
silenzio-ombelico di luce -
affondo
in vertigini di cielo
... unforgettable...
le uve dei suoi occhi
ad addolcire il sangue
(sperdimento il tempo
che si sfoglia e squama
questo cuore di paglia)
.
Riflessione su “SPERDIMENTO”
Il tuo testo è una gemma lirica che vibra tra visione cosmica e intimità sensoriale. Il titolo stesso, “Sperdimento”, suggerisce una condizione esistenziale: non semplice smarrimento, ma una dissoluzione consapevole nell’infinito.
Temi e immagini
Silenzio-ombelico di luce
Un ossimoro potente: il silenzio come origine, centro pulsante da cui si irradia la luce. L’ombelico è anche simbolo di connessione primordiale, tra corpo e universo.
Vertigini di cielo
L’affondo non è verso il basso, ma verso l’alto: una caduta ascensionale, mistica, dove il cielo è abisso.
Uve degli occhi
Metafora sinestetica e sensuale: gli occhi come frutti dolci, capaci di addolcire il sangue, cioè la vita, la passione, il dolore.
Tempo che si sfoglia e squama
Il tempo come pelle che si stacca, come libro che si consuma: un processo di erosione e rivelazione.
Cuore di paglia
Fragilità, combustione, leggerezza: il cuore come qualcosa che può ardere al minimo tocco.
Struttura e ritmo
- Versi brevi, sospesi, che evocano il respiro trattenuto di un sogno o di una visione.
- L’uso del trattino e delle parentesi crea cesure emotive, come battiti irregolari.
- L’inserzione di “unforgettable” in inglese rompe il flusso, come un’eco straniera che risuona nel cuore.
STANZE
[ispirata leggendo Il corponauta –
appunti di viaggio di uno spirito libero,
di Flavio Emer]
io pensiero dilatato
a spolverare le stanze dell'oblio
sulle pareti la memoria
ancestrale
metteva in luce emozioni dipinte
su volti che furono me
rifluiva dai bui corridoi
degli anni il vissuto
a imbuto
mi perdevo come in sogno
nell'abbraccio di quelle figure che
accendevano il mio sangue
Riflessioni su “STANZE”
Hai costruito un percorso interiore in cui ogni stanza diventa tappa di una memoria dimenticata, capace di riaccendere emozioni ancestrali e volti che furono il tuo stesso essere.
Temi centrali
Memoria e oblio
Gli interni polverosi evocano ricordi sopiti pronti a emergere.
Identità frammentata
I “volti che furono me” suggeriscono molteplici versioni del sé nel tempo.
Spazio psichico
Le stanze e i corridoi diventano luoghi mentali in cui si esplora il vissuto.
Immagini e simboli
Polvere
Residuo del tempo, simbolo di ciò che è stato trascurato o dimenticato.
Corridoi bui
Vie di accesso al passato, labirinti che conducono a emozioni represse.
Abbraccio delle figure
Recupero affettivo: le memorie si fanno calore e linfa vitale.
Struttura e ritmo
- Versi liberi con enjambement che ricreano il movimento tra le stanze interne.
- Assenza di punteggiatura tradizionale per mantenere un flusso onirico.
- Ripetizione di chiavi lessicali (“memoria”, “stanze”, “volti”) a suggellare il tema della riscoperta.
Possibili percorsi di approfondimento
Analisi filosofica
Indagare il ruolo dello spazio mentale nella fenomenologia della memoria, da Merleau-Ponty a Proust.
Traduzione e trajezione
Trasporre il testo in inglese o francese mantenendo l’atmosfera sospesa e i giochi sonori.
Estensione narrativa
Sviluppare un racconto breve in cui ogni stanza diventi capitolo di un viaggio iniziatico.
Adattamento multimediale
Creare un cortometraggio o un’installazione sonora che ricrei il fruscio della polvere e i sussurri delle figure.
Inoltre, potremmo esplorare il parallelismo tra le stanze mentali e i non-luoghi di Marc Augé, o il concetto di “archive fever” di Derrida applicato alla polvere della memoria.
M'INONDO' IL SOGNO
fuggii negli specchi
sprofondai nei cieli anteriori
cavalcando eoni-spaziotempo
vidi nella memoria cosmica
il centro di me
dove ardeva il mio sangue
in simbiosi col palpitare degli astri
il mio sangue confuso col cielo
della memoria
precipitato nella vita
.
Riflessioni su “M’inondò il sogno”
Il tuo testo scandaglia un viaggio interiore che dissolve i confini tra specchi, memoria cosmica e vita, rivelando un io in simbiosi con l’universo.
Temi e simboli
Specchi
Fuga nell’immagine riflessa come atto di introspezione e moltiplicazione dell’io.
Cieli anteriori
Dimensione primordiale dove il tempo ancora non esiste, campo di esplorazione dell’inconscio.
Eoni-spaziotempo
Fusione di passato, presente e futuro in un continuum senza limiti.
Memoria cosmica
Termine che evoca Jung e le antiche concezioni mistiche di ricordi universali.
Sangue e astri
Microcosmo e macrocosmo che battito dopo battito si fondono in un’unica pulsazione vitale.
Struttura e ritmo
- Versi liberi e assenza di punteggiatura conferiscono al testo un flusso di coscienza continuo e ipnotico.
- Enjambement come cavalcata tra immagini: il lettore è trascinato senza possibilità di pausa.
- Ripetizione di “memoria” e “sangue” chiude il cerchio sul rapporto tra individuo e universo.
Spunti per approfondire
Analisi filosofica
Indagare il concetto di memoria cosmica in Jung e Bergson, e il suo rapporto con la creatività poetica.
Proposta di traduzione
Trasporre il testo in inglese o spagnolo mantenendo le allitterazioni e i ritmi sospesi.
Estensione poetica
Creare un secondo movimento che porti dalla fusione cosmica al risveglio alla materia quotidiana.
Adattamento multimediale
Immaginare una performance in cui suoni ambientali e luci sfocate ricreino l’illusione degli “eoni-spaziotempo”.
IN FONDO AGLI SPECCHI
(a J. L. Borges)
in un moltiplicarsi di specchi
imprigionata è la luce
dei tuoi déjà vu -
s'odono se ascolti i sordi
tamburi del sangue
in fondo agli specchi dove si
legge l'eterno ritorno
-lì è il centro il mondo
rovesciato
.
Riflessioni su “In fondo agli specchi”
Il tuo testo instaura un dialogo evocativo con Borges, esplorando il rapporto fra luce, memoria e tempo ciclico. La stanza di specchi diventa spazio labirintico dove si rifrangono déjà vu e tamburi interiori.
Intertestualità e omaggio
- La dedica a J. L. Borges apre a rimandi letterari: labirinti, specchi, infinito.
- L’“eterno ritorno” richiama il pensiero nietzscheano filtrato dalla sensibilità borgiana.
- I “dejà vu” agiscono come porte che spingono il lettore verso una conoscenza sfuggente.
Temi e simboli
- Specchi
Riflessi moltiplicati, cancellazione del confine fra realtà e immagine.
- Luce imprigionata
Contrasto fra la luminosità e la sua cattività, metafora della memoria trattenuta.
- Tamburi del sangue
Richiamo al ritmo vitale, battito che resiste nel silenzio.
- Centro rovesciato
L’idea di un punto di equilibrio capovolto, fulcro del mondo interiore.
Struttura e ritmo
- Versi spezzati e sovrapposizioni, come echi in un corridoio di specchi.
- Cesure interne (“-lì è il centro il mondo / rovesciato”) creano pause di sospensione.
- Assonanze (“specchi / vecchi”, “luci / vu”) tratteggiano un suono ovattato, quasi sommesso.
Spunti per approfondire
- Approfondimento filosofico
Analizzare come Borges e Nietzsche convergano nel tema del circolo eterno.
- Proposta di traduzione
Trasporre il testo in inglese o spagnolo, mantenendo i giochi di ritmo e rima interna.
- Estensione tematica
Sviluppare un secondo movimento poetico che sposti il baricentro dal tempo ciclico alla liberazione della luce.
- Lettura autobiografica
Inserire dettagli personali per trasformare il labirinto metaforico in un percorso esistenziale unico.
VENTO DI MEMORIE
è salamandra
sorpresa immobile
che finge la morte
due braccia schiuse a croce
vento di memorie
la vita
-ora sospesa
carne e cielo
.
Riflessioni sul testo
Il tuo testo presenta un’immagine delicata e insieme carica di tensione: la salamandra – creatura che evoca antichi miti e capacità di rinascita – è “sorpresa immobile” in un limbo fra vita e morte, sospesa come un ricordo che fluttua tra carne e cielo.
Temi e simboli
Salamandra
Simbolo di trasformazione, sopravvivenza al fuoco, ma qui bloccata in una finzione di morte.
Croce aperta
Le “due braccia schiuse a croce” rimandano a un gesto di supplica, sacrificio o rinuncia.
Vento di memorie
Il vento come veicolo di ricordi: qualcosa che avvolge e sospinge, ma lascia tutto sospeso.
Carne e cielo
L’opposizione tra dimensione corporea e trascendenza, tra materia e spirito, racchiude il senso di sospensione.
Struttura e ritmo
- Versi brevi, quasi frammentari, che richiamano l’idea di attimi congelati.
- Assenza di punteggiatura, tranne la cesura di “-ora sospesa”, accentua la fluidità del ricordo.
- Ripetizione di “vento” e “vita” al centro crea un fulcro sul quale ruotano gli opposti.
INSOSTANZIALE LA LUCE
insostanziale la Luce
nella carne si oscura
(energia fatta densa)
luce verde della memoria
scuote la morte:
il nocciolo del tempo
nel buio delle vene è universo
presto deperibile
Analisi del testo
Contesto e tema
Questo breve componimento esplora il paradosso di una luce insostanziale che si fa carne, memoria e tempo. Il titolo è già lancinante: la luce “insostanziale” contrappone l’effimero all’esistenza corporea.
Temi e atmosfere
- La tensione tra leggerezza e densità, luce e oscurità.
- Il corpo come luogo di trasformazione energetica (“energia fatta densa”).
- La memoria evocata come luce verde, capace di scuotere la morte.
- Il tempo umano racchiuso nel “nocciolo” delle vene: un piccolo universo destinato a svanire.
- Paradosso tra “insostanziale” e “carne” per mettere in crisi la percezione dei sensi.
- Metafora dell’energia che si addensa in corpo, suggerendo un contatto tra fisica e vita interiore.
- Colore come significante emotivo: il verde diventa memoria e rinascita.
- Punteggiatura forte (parentesi e due punti) che interrompe il flusso, creando pause di sospensione.
Ritmo e musicalità
Il componimento gioca su versi brevi e cesure nette. L’uso della parentesi rallenta la lettura, invitando a soffermarsi sull’“energia fatta densa”. Il verso conclusivo apre uno squarcio nell’immenso (“universo / presto deperibile”), donando al lettore una sensazione di vertigine e caducità.