Transit

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(MR)

Nel cuore impenetrabile della giungla malese, dodici intrepidi avventurieri affrontano un viaggio estremo, tra fango, sudore e liane, alla ricerca di un montepremi da dividersi alla fine del percorso. Ma non sono esploratori, non sono ex militari, e no, nemmeno boy scout. Sono... professionisti digitali. O qualcosa del genere.

I loro titoli? Un tripudio di inglesismi, abbreviazioni e parole che, messe insieme, sembrano generate da un algoritmo ubriaco: content creator, consulente creativo, digital strategist, autore di contenuti web, project manager di progetti fluidi (ma quali?). Alcuni sono “ex manager”, che non si capisce bene se vuol dire che hanno lasciato la scrivania o se è la scrivania ad aver lasciato loro.

Li vediamo marciare tra le zanzare e i serpenti come se dovessero raggiungere il Wi-Fi più vicino, mentre il sudore scioglie l’ultima traccia di ceretta alle sopracciglia e i loro zaini sembrano contenere più prodotti skincare che strumenti di sopravvivenza. Il vero pericolo, però, non è la natura selvaggia: sono le tentazioni.

Ad ogni bivio, una nuova prova morale: una bistecca tomahawk da 240 euro, una suite con aria condizionata e minibar, un massaggio balinese a otto mani. Se uno di loro cede – e, spoiler: cedono spesso – il montepremi si riduce. Tutti si indignano, ma poi, alla tentazione successiva, cambiano idea. Perché rinunciare a una Jacuzzi in mezzo alla giungla solo per lasciare agli altri qualche euro in più?

(MR2)

E qui sorge spontanea una domanda: se questi sono i lavori del futuro, noi che ci svegliavamo alle sette per timbrare il cartellino abbiamo sbagliato tutto? Forse. Ma resta il dubbio: cosa fanno, esattamente, queste persone?

Uno dice: “Creo contenuti emozionali per il web”. Che potrebbe voler dire scrivere una poesia, girare un reel con la nonna, o semplicemente filmarsi mentre beve un cappuccino con lo sguardo assorto. Un altro è “strategic planner esperienziale”, cioè, se abbiamo capito bene, organizza eventi dove la gente si sente ispirata a investire in sé stessa. Un terzo “ha lasciato la finanza per seguire il cuore”, e oggi racconta la propria trasformazione interiore tramite podcast. Spoiler: la finanza sembra sentirsi benissimo anche senza di lui.

Certo, i tempi cambiano, e non tutti devono sapere riparare un tubo o accendere un fuoco con due sassi. Ma in certi momenti – tipo quando piove da tre giorni e bisogna costruire un riparo – l’assenza di skill pratiche diventa più evidente del fard sbavato sulle guance. E la giungla, quella vera, non fa sconti ai CEO di sé stessi.

Alla fine, mentre il montepremi si assottiglia e le prove si moltiplicano, resta solo una certezza: nella giungla digitale di oggi, l’unica vera sopravvivenza è farsi notare. Anche se l’unica cosa che si è costruita, finora, è un profilo LinkedIn pieno di parole che non significano nulla.

#Blog #TV #Opinioni #SocialMedia #Reality

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Dieci righe 79

(Fazio out)

Un #Salvini, da queste parti, lo chiameremmo “Gnogno”: uno stupidino, uno che parla a vanvera e senza costrutto. Non manca di continuare a fare finta che l'allontanamento di #FabioFazio che non è esplicito, ma benvenuto e pilotato, sia una cosa da niente (sentirlo ciarlare di #democrazia fa sempre un certo effetto, lassativo) e che non lo renda felice (qui). Detto questo, a noi Fazio non è mai piaciuto completamente. Lo consideriamo un “democristiano” che ha sempre cercato il consenso, piuttosto che una sana cattiveria giornalistica: avessimo avuto noi certi ospiti sarebbero andati via piangendo, mica ringraziando. E la #Littizetto fa sempre le stesse cose da anni. Piuttosto noiosa. Ma questa è un'opinione e si può schifare. Meno il fatto che la #RAI, da sempre avvezza ad essere prona al #Governo in sella, sia un'azienda che da decenni ha perso la sua funzione di imparzialità, la sua spinta di innovazione, il suo spirito nel dare un'idea meno provinciale dell'#Italia. Se il suo canale migliore è #RaiStoria ci sarà un motivo. Una tempesta in un bicchiere d'acqua, perciò. Anche perchè, ormai, questi sono capaci di incasinare anche una tazzina di caffè. Amaro, ca va sans dire. (A&D)

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Dieci righe 34

Mi è appena arrivato il #CUD riferito al 2022: il totale è 9342,67€ per dodici mesi di lavoro. Sudati, credetemi. Ma non ci si deve lamentare, che si crea noia. Quindi, se permettete, una come la #AugustaMontaruli che si tacita la coscienza avendo restituito “...più del doppio” di quanto rubato (si chiama #peculato, ma è lo stesso) mi fa leggermente arrabbiare. Dato che è restata in #Parlamento, adesso se ne va in “Commissione di vigilanza” alla #RAI (qui). Sembra corretto continuare nella meravigliosa tradizione, sua e dei sodali che ha (di qualunque partito), di non pagare mai fino in fondo il debito con la giustizia. Una Signora perlomeno discutibile che controlla una parte, se ne è capace, della #TV di Stato. E' tutto fantastico, in #Italia, compreso il fatto che avere una faccia da schiaffi (sic) è considerato un merito e non una vergogna. Non abiterei da nessuna altra parte. Devo essere orgoglioso, no? (D.)

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