AD GENTES 28-30
DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Decreto sull’attività missionaria della Chiesa AD GENTES (7 dicembre 1965)
CAPITOLO V
L'ORGANIZZAZIONE DELL'ATTIVITÀ MISSIONARIA
Introduzione 28 I cristiani, avendo carismi differenti (141), devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero (142). Tutti dunque, coloro che seminano e coloro che mietono (143), coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (144), affinché «tendendo tutti in maniera libera e ordinata allo stesso scopo» indirizzino in piena unanimità le loro forze all'edificazione della Chiesa. Per tale ragione il lavoro dei messaggeri del Vangelo e l'aiuto degli altri cristiani vanno regolati e collegati in modo che «tutto avvenga in perfetto ordine» (145) in tutti i settori dell'attività e della cooperazione missionaria.
Organizzazione generale 29 Poiché il compito di annunciare dappertutto nel mondo il Vangelo riguarda primariamente il collegio episcopale (146) il sinodo dei vescovi, cioè «la commissione permanente dei vescovi per la Chiesa universale» (147), tra gli affari di importanza generale (148) deve seguire con particolare sollecitudine l'attività missionaria, che è il dovere più alto e più sacro della Chiesa (149).
Per tutte le missioni e per tutta l'attività missionaria uno soltanto deve essere il dicastero competente, ossia quello di « Propaganda Fide », cui spetta di regolare e di coordinare in tutto quanto il mondo, sia l'opera missionaria in se stessa, sia la cooperazione missionaria, nel rispetto tuttavia del diritto delle Chiese orientali (150).
Benché lo Spirito Santo susciti in diverse maniere lo spirito missionario nella Chiesa di Dio, prevenendo sovente l'azione stessa di coloro cui tocca governare la vita della Chiesa, tuttavia questo dicastero da parte sua deve promuovere la vocazione e la spiritualità missionaria, lo zelo e la preghiera per le missioni, e fornire a loro riguardo informazioni autentiche e valide. È suo compito suscitare e distribuire i missionari, secondo i bisogni più urgenti delle regioni. È suo compito elaborare un piano organico di azione, emanare norme direttive e principi adeguati in ordine all'evangelizzazione e dare l'impulso iniziale. È suo compito promuovere e coordinare efficacemente la raccolta dei sussidi, che vanno poi distribuiti tenendo conto della necessità o della utilità, nonché dell'estensione del territorio,del numero dei fedeli e degli infedeli, delle opere e delle istituzioni, dei ministri e dei missionari.
Esso, in collegamento con il segretariato per l'unità dei cristiani, deve ricercare i modi ed i mezzi con cui procurare ed organizzare la collaborazione fraterna e la buona intesa con le iniziative missionarie delle altre comunità cristiane, onde eliminare, per quanto è possibile, lo scandalo della divisione.
È necessario pertanto che questo dicastero costituisca insieme uno strumento di amministrazione ed un organo di direzione dinamica, che faccia uso dei metodi scientifici e dei mezzi adatti alle condizioni del nostro tempo, tenga conto cioè delle ricerche attuali di teologia, di metodologia e di pastorale missionaria.
Nella direzione di questo dicastero devono avere parte attiva, con voto deliberativo, dei rappresentanti scelti tra tutti coloro che collaborano all'attività missionaria: vescovi di tutto il mondo, su parere delle conferenze episcopali, e direttori degli istituti e delle opere pontificie, secondo le modalità ed i criteri che saranno stabiliti dal romano Pontefice. Tutti questi delegati verranno convocati periodicamente e reggeranno, sotto l'autorità del sommo Pontefice, la organizzazione suprema di tutta l'attività missionaria.
Lo stesso dicastero avrà a disposizione una commissione permanente di esperti consultori, veramente insigni per dottrina ed esperienza; tra le altre funzioni, essi avranno quella di raccogliere tutte le notizie utili, sia intorno alle situazioni locali delle varie regioni e alla mentalità propria dei diversi gruppi umani, sia intorno ai metodi di evangelizzazione da adottare, proponendo poi delle conclusioni scientificamente fondate per l'opera e la cooperazione missionaria.
Gli istituti di suore, le opere regionali per le missioni, le organizzazioni dei laici, in specie quelle a carattere internazionale, devono essere debitamente rappresentate.
Organizzazione locale nelle missioni 30 Perché nell'esercizio dell'attività missionaria si raggiungano quei risultati che ne costituiscono la finalità, tutti coloro che lavorano nelle missioni devono avere «un cuore solo ed un'anima sola» (At 4,32).
È compito del vescovo, come capo e centro unitario dell'apostolato diocesano, promuovere, dirigere e coordinare l'attività missionaria, in modo tale tuttavia che sia salvaguardata ed incoraggiata nella sua spontaneità l'iniziativa di coloro che all'opera stessa partecipano. Tutti i missionari, anche religiosi esenti, dipendono da lui nelle varie opere che riguardano l'esercizio dell'apostolato sacro (151). Al fine di meglio coordinare le iniziative, il vescovo costituisca, per quanto è possibile, un consiglio pastorale, di cui devono fare parte chierici, religiosi e laici attraverso delegati scelti. Provveda anche a che l'attività apostolica non resti limitata ai soli convertiti, ma che una giusta parte di operai e di sussidi sia destinata all'evangelizzazione dei non cristiani. _______________________ NOTE
(141) Cf. Rm 12,6.
(142) Cf. 1 Cor 3,10.
(143) Cf. Gv 4,37.
(144) Cf. 1 Cor 3,8.
(145) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 18: AAS 57 (1965), p. 22 [pag. 155ss].
(146) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 23: AAS 57 (1965), p. 28 [pag. 169ss].
(147) Cf. PAOLO VI, Motu proprio Apostolica Sollicitudo, 15 sett. 1965: AAS 57 (1965), p. 776.
(148) Cf. PAOLO VI, Disc. tenuto in Concilio il 21 nov. 1964: AAS 56 (1964), p. 1011 [pag. 1249ss].
(149) Cf. BENEDETTO XV, Maximum illud, 30 nov. 1919: AAS 11 (1919), pp. 440-445.
(150) Se per ragioni particolari alcune Missioni sono ancora temporaneamente soggette ad altri Dicasteri, è bene che quei Dicasteri siano in relazione con la Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede, perché nell’organizzazione e nella direzione di tutte le Missioni si possano avere un’indirizzo e una norma perfettamente costanti e uniformi.
(151) Cf. CONC. VAT. II, Decr. sulla missione pastorale dei Vescovi nella Chiesa Christus Dominus, n. 35 [pag. 389ss].
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