📖Un capitolo al giorno📚

DIARIO DI LETTURA DAL 25 DICEMBRE 2022

XXIV – Il difficile cammino della chiesa

44. Ma la chiesa simboleggiata dalle vite, di cui hanno parlato i profeti e alla quale il Signore stesso ha fatto riferimento, diffondeva nel mondo i tralci carichi di frutti e quanto più veniva irrorata dal sangue dei martiri tanto più moltiplicava i suoi polloni.

Mentre un numero incalcolabile di martiri moriva, anche il potere dei persecutori rimase colpito a morte e liberato dalla propria superbia riconobbe il Cristo e cominciò a onorarlo. (26)

Cristo aveva detto che la vite deve essere potata, e che i rami infruttuosi devono essere tagliati: e intendeva far riferimento alle eresie e alle scissioni che un po’ ovunque sorgono per opera di chi si serve del nome di Cristo per la propria gloria. Queste continue opposizioni servono come addestramento alla chiesa e verificano e fanno risaltare la dottrina e la sua perseveranza.

L’attesa della vita eterna

45. Tutti questi fatti che si leggono nelle profezie scritte tanto tempo fa sappiamo che sono accaduti; e mentre i primi cristiani, che non avevano mai visto la realizzazione delle profezie, credevano per la forza dei miracoli, noi siamo spinti a credere per il fatto che si sono verificati molto tempo dopo che erano stati predetti; e proprio come erano stati predetti, ora li vediamo realizzati. Perciò siamo forti e perseveranti nel Signore, nella certezza che anche le altre cose promesse si avvereranno.

Ci aspettano naturalmente — a quanto leggiamo nelle Scritture — delle altre tribolazioni, e ci aspetta il giorno del giudizio, quando tutti i cittadini delle due città risorgeranno col proprio corpo e renderanno conto di sé davanti al tribunale del Cristo giudice.

Mentre prima s’era degnato di venire nella debolezza dell’umanità, alla fine verrà nello splendore della sua potenza. Separerà i buoni dai cattivi; e cattivi saranno considerati non solo coloro che non hanno voluto credere in lui, ma anche coloro che avranno creduto invano e senza frutti. Renderà partecipi i primi del suo regno eterno, e agli altri infliggerà il castigo eterno col demonio. Nessuna felicità umana è paragonabile alla gioia della vita eterna che i santi riceveranno; come d’altra parte nessun tormento conosciuto sulla terra è paragonabile agli eterni tormenti dei dannati.

__________________________ Note

(26) S. Paolo fa notare che, sulla croce, morì anche la morte (1Cor 15,55; cf. Os 13,14). Qui Agostino fa notare che quel potere che perseguitava i cristiani veniva meno proprio mentre portava a morte i nostri martiri. Ma la comunità bagnata dal sangue dei martiri, è più viva che mai. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

Paolo l'apostolo delle genti

43. Anche l’apostolo Paolo veniva dalle file di questi persecutori dei cristiani. Era stato più di ogni altro loro accanito avversario; ma poi si convertì a Cristo e diventò apostolo. Quindi fu inviato dal Signore ad annunciare ai pagani il vangelo, per il quale sopportò sofferenze più tremende di quelle che aveva inflitto ai cristiani.

Dovunque predicava, Paolo costituiva ferventi comunità cristiane; e siccome non era facile convincere i neofiti che si convertivano dal paganesimo a vendere tutto e a distribuire il ricavato ai poveri, si limitava a esortarli insistentemente a raccogliere offerte per mandarle ai poveri delle comunità esistenti in Giudea. Così col suo insegnamento costituì alcuni, per così dire, come soldati del vangelo, altri invece come contribuenti provinciali. (25)

Secondo la profezia stabilì fra di loro il Cristo come pietra angolare; e in lui congiunse, come due pareti, due popoli di diversa provenienza: giudei e greci (cf. Sal 97,22 e Is 28,16).

Ma più tardi i pagani rimasti infedeli suscitarono sempre più violente e frequenti persecuzioni contro la chiesa di Cristo, e ogni giorno si adempiva la profezia di Cristo: «Vi mando come agnelli tra i lupi» (Mt 10,16).

__________________________ Note

(25) Ci pare di dover prendere questa affermazione (di alcuni «soldati» e altri «contribuenti») in quel tono scherzoso che Agostino più sopra indica come necessario a superare situazioni di stanchezza. È però vero che, tra coloro che credono in Cristo, c’è chi rischia tutto e non tiene per sé nulla (il soldato; chi vive la povertà evangelica nel senso più esigente) e chi è disposto a privarsi di parte dei propri beni, ma non rinuncia a una sicurezza umana fondamentale (il contribuente). Nell’attuale situazione e organizzazione economica il problema è ancora più complicato che al tempo di Gesù e di Agostino. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

La conversione dei giudei

42. I giudei avevano fatto crocifiggere Gesù un po’ per odio, un po’ per errore. Vedendo ora i numerosi miracoli operati nel suo nome, alcuni si accanirono a perseguitare gli apostoli che predicavano, numerosi altri invece, colpiti ancora di più dai miracoli compiuti nel nome di chi avevano maltrattato e deriso, pentiti si convertirono e credettero in lui.

Smisero allora di aspettare da Dio benefici materiali e domini terreni, e quindi di attendere Cristo come un re terreno. Si posero nella prospettiva dei beni immortali e amarono colui che, dopo aver subito da loro e per loro tormenti mortali, a prezzo del proprio sangue aveva perdonato i loro peccati e offerto il desiderio e la speranza di risorgere con lui.

Colmi di gioia per la novità della vita secondo lo spirito, e mortificando i desideri carnali dell’uomo vecchio, cominciarono a vendere, in obbedienza al vangelo, i beni che avevano, e portavano agli apostoli il ricavato, perché ne disponessero secondo il bisogno di ciascuno (At 2,44; 4,34). Vivevano uniti nell’amore di Cristo, non rivendicavano proprietà, ma possedevano le cose insieme, e formavano un cuor solo e un’anima sola per il Signore (At 4,32-35).

In seguito anch’essi furono perseguitati dai giudei loro connazionali rimasti ligi alle loro tradizioni carnali, e si dispersero, portando così dovunque l’annuncio di Cristo e imitando anch’essi la pazienza del loro Dio: perché lui per primo era stato mansueto, e voleva che anch’essi fossero mansueti per amore suo.

__________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/

——🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

XXIII – La catechesi sullo Spirito santo

41. Poi rincuorò i discepoli e visse con loro per quaranta giorni, e alla loro vista salì in cielo.

Passati cinquanta giorni, secondo la promessa fatta, mandò lo Spirito santo, che li rese idonei a osservare la legge non solo senza disagio, ma addirittura con gioia.

Ai giudei la legge era stata data in dieci comandamenti (e perciò fu chiamata decalogo); ma i dieci poi furono sintetizzati in due: l’amore a Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente, e l’amore al prossimo come a se stessi. Nel vangelo il Signore dice appunto — e con l’esempio lo conferma — che tutta la legge e i profeti sono contenuti in questi due comandamenti (Mt 22,37-40).

Anche da quando il popolo di Israele celebrò la prima pasqua, uccidendo e mangiando l’agnello e, a propria difesa, tingendo col sangue gli stipiti delle case, fino al giorno in cui ricevette la legge scritta col dito di Dio (questo dito di Dio sappiamo che indica lo Spirito santo) passarono cinquanta giorni (Es 12; 19;20).

Analogamente cinquanta giorni dopo la passione e risurrezione del Signore (la vera pasqua) fu mandato lo Spirito ai discepoli. Non portò tavole di pietra, a indicare la durezza del cuore. Erano insieme riuniti in Gerusalemme, quando udirono un rumore come di vento potente e videro lingue distinte come di fuoco; e allora si scioglie la loro lingua e parlano in modo che ognuno lo capisse nella propria lingua: e bisogna tener conto che s’erano dati convegno a Gerusalemme giudei dispersi in ogni parte del mondo, che avevan dovuto quindi imparare e parlare le lingue locali (At 2,1- 11).

Da allora cominciarono a predicare con coraggio il Cristo e a far molti segni nel suo nome, al punto che, al passaggio di Pietro, la sua ombra ebbe l’effetto di risuscitare un morto (At 5,15).

__________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

Il Cristo centro della storia

40. Egli (Cristo) ha promulgato l’alleanza nuova ed eterna in cui l’uomo, rinnovato per la benignità di Dio, può vivere una vita nuova secondo lo Spirito.

Con la sua venuta, la prima alleanza, nella quale a parte pochi patriarchi e profeti e santi sconosciuti che la capirono rettamente, quel popolo sensuale comportandosi secondo l’uomo vecchio, desiderava da Dio ricompense materiali che riceveva come figura dei beni spirituali, quella prima alleanza si rivelò dunque sorpassata. Il Signore fatto uomo ridimensionò tutti i beni del mondo, perché ci rendessimo conto che non bisogna puntare su di essi, assunse poi tutti i mali terreni che insegnava a sopportare: perché imparassimo a non cercare nei beni terreni la felicità, e a non pensar che nelle disgrazie fosse l’infelicità. (24)

Benché sua madre l’abbia concepito senza contatto con l’uomo, e sia rimasta vergine nella concezione, nel parto e fino alla morte, tuttavia ella aveva per marito un artigiano: e ciò fa sparire da noi ogni ambizione fondata su nobili natali.

Nacque a Betlemme, tra i più piccoli villaggi della Giudea, e ancora oggi è una borgata, perché vuole che nessuno possa vantarsi della grandezza della città natale.

È signore di tutto e ha creato tutto, ma nacque povero, per impedire che i credenti si vantino della ricchezza. Non volle che lo facessero re, mentre tutto il creato lo proclama signore; così mostra che l’umiltà avvicina a Dio mentre la superbia allontana da Dio.

Ebbe fame, lui che dà a tutti il nutrimento, soffrì la sete, lui che dona ogni bevanda, che è pane spirituale per gli affamati e sorgente d’acqua pura per gli assetati. Viaggiò e si stancò, proponendosi per noi come strada verso il cielo.

Fu come sordo e muto davanti a chi lo insultava, lui che fece udire i sordi e parlare i muti. Fu legato, lui che ci ha liberati dalle catene della debolezza. Fu flagellato, lui che libera il corpo dell’uomo dai colpi di tutte le sofferenze. Fu appeso alla croce, lui che pone fine ai nostri dolori. Morì, lui che risuscita i morti. Ma risusciterà per non essere mai più soggetto alla morte, perché non avvenga che snobbiamo la morte, come se dopo non si esistesse più.

__________________________ Note

(24) La figura di Gesù nella catechesi ha una importanza ed efficacia molto superiore a quella di ogni rivoluzionario o innovatore. Non si limita a indicare ad altri ciò che essi devono fare, ma «assume» tutta la realtà umana: gode dei beni e ne rivela la precarietà; accetta i mali e anche di essi rivela il valore e il peso. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

XXII – Le grandi epoche della storia

39. Passarono così le prime cinque epoche della storia.

  • La prima va dall’inizio dell’umanità, cioè dal primo uomo, Adamo, fino a Noè che costruì l’arca al tempo del diluvio (Gn 6).
  • La seconda va da Noè ad Abramo, che fu chiamato padre di tutte le genti, beninteso di quelle che come lui avrebbero avuto la fede (Gn 17,4). Fu tuttavia padre per diretta discendenza carnale del futuro popolo giudaico: e prima che il vangelo fosse annunciato ai pagani, questo fu l’unico popolo; a onorare il vero Dio, e da questo popolo nacque, secondo la carne, il Cristo Salvatore. Questa articolazione delle prime due età è messa in evidenza dai libri dell’AT. Delle successive tre parti si parla nel vangelo, che poi riporta la notizia della nascita del Signore Gesù Cristo (Mt 1,17).
  • La terza va da Abramo al re David.
  • La quarta va da David alla schiavitù babilonese.
  • La quinta va da quell’esilio alla venuta del Signore Gesù Cristo.
  • La sesta epoca comincia appunto dalla venuta del Cristo: e di qui il dono dello Spirito, che prima solo i patriarchi e i profeti conoscevano, divenne noto anche ai pagani. Così ora chi vuole onorare Dio, lo viene a onorare disinteressatamente, e a lui chiede la vita eterna per godere lui solo, non ricompense materiali o la felicità mondana. Questa sesta epoca è quella in cui l’uomo deve rinnovarsi secondo l’immagine di Dio, come nel sesto giorno della creazione l’uomo fu fatto sull’immagine di Dio (Gn 1,27).

La legge stessa giunge a perfezione quando gli ordini vengono eseguiti non per cupidigia di premi materiali, ma per amore di chi li ha dati. Chi può rifiutare di rispondere all’amore di un Dio estremamente giusto e generoso, che ha amato per primo uomini prigionieri dell’ingiustizia e della superbia, al punto da mandare a causa loro il suo unico Figlio, a motivo del quale aveva creato l’universo? Questo Figlio che s’è fatto uomo, non cessando di essere Dio, ma assumendo l’umanità, ha accettato non solo la possibilità di vivere con loro, ma anche quella di essere ucciso per loro, anzi per mano loro!

__________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

38. Dopo i simbolici 70 anni predetti del profeta Geremia, come prefigurazione della fine del tempo, in Gerusalemme fu riedificato il tempio di Dio: e così il simbolo si completò.

Ma allora, come dicevo, tutto avveniva in figura: e quindi la pace e la libertà che i giudei ottennero non furono stabili. Difatti arrivarono i romani, li vinsero e li resero tributari. (23)

Siccome poi c’era il pericolo che identificassero in qualcuno dei loro re il promesso Cristo liberatore, fin dal momento dell’ingresso nella terra della promessa e poi da quando cominciarono ad avere dei re le profezie riguardanti il Cristo divennero più esplicite e frequenti. Non ne parlò solo David, ma anche tutti i grandi e santi profeti, fino alla schiavitù babilonese; e durante lo stesso periodo di schiavitù altri profeti annunciarono il futuro liberatore universale, Cristo Gesù.

Così anche quando passarono i 70 anni e il tempio fu ricostruito, i giudei dovettero sopportare da parte dei pagani tante e così gravi disgrazie, che fu loro facile rendersi conto che il liberatore non era ancora venuto, anche se loro non intendevano un liberatore spirituale, ma uno terreno.

__________________________ Note

(23) Secondo la visione agostiniana, come secondo la visione ecclesiale, i fatti simbolici esprimono sì ciò di cui sono simbolo, ma solo in parte. E Agostino fa esempi: la libertà di Gerusalemme fu vera libertà, ma la libertà del nuovo popolo di Dio è molto più grande: la pace offerta al tempo del ritorno in patria ebbe una certa stabilità, ma la pace che il Signore darà non sarà mai più turbata. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

XXI – Una catechesi di liberazione

37. Passarono altre generazioni, e il Signore mostrò altre figure assai significative ed esemplari. Gerusalemme fu occupata, e molti degli abitanti furono portati in Babilonia.

Come Gerusalemme richiama la città e la società dei santi, così Babilonia (etimologicamente significa confusione) richiama la città e la società dei cattivi.

Abbiamo parlato più sopra di queste due città, le cui vicende s’intrecciano sino alla fine del mondo, quando nell’ultimo giudizio saranno definitivamente separate (cf. c. 19). Il Signore per mezzo di Geremia, profeta di quel tempo, comanda che i cittadini di Gerusalemme fatti prigionieri prendano la via dell’esilio e vengano condotti schiavi in Babilonia.

Succede poi che i re babilonesi, sotto i quali vivevano schiavi, impressionati da alcuni prodigi compiuti a favore degli ebrei, incominciano a conoscere il vero Dio, ad adorarlo e a farlo adorare come colui che ha creato l’universo (cf. Dn 2.5.14).

Geremia comandò loro di pregare anche per chi li teneva prigionieri, e di fondare la speranza di pace per sé su quella dei dominatori, per potersi formare la famiglia, e avere figli, e coltivare orti e vigneti. Promise pure che sarebbero stati liberati dopo 70 anni (Ger 25,29). Tutto ciò significava che la Chiesa di Cristo, la Gerusalemme celeste, con quelli che ne sono cittadini, rende il suo servizio a Dio vivendo sotto il potere dei dominatori di questo mondo. (22)

Anche l’apostolo ci insegna che ognuno deve star soggetto al potere superiore, e che siano garantiti a tutti i propri diritti: a chi spetta il tributo, il tributo, a chi l’imposta, l’imposta (Rm 13,1.7), e così via per tutti i doveri civili, salvo sempre il fondamentale onore dovuto a Dio. Lo stesso Signore Gesù, fatto uomo, pagò il tributo per darcene l’esempio (Mt 17,26). Anche agli schiavi cristiani e ai credenti onesti è fatto obbligo di servire con onestà e fedeltà ai padroni terreni (Ef 6,5). Avverrà poi che, se questi persevereranno nel male fino alla fine, saranno da loro giudicati, oppure regneranno con loro, se si convertiranno al vero Dio. A tutti comunque è fatto obbligo di sottoporsi ai poteri umani fino al tempo stabilito da Dio (è questo il senso dei 70 anni), quando la chiesa sarà liberata dalla confusione come Gerusalemme fu liberata da Babilonia.

Così come avvenne per Babilonia, la schiavitù del popolo fedele offre ai regnanti idolatri, per i quali Paolo apostolo ordina di pregare anche se sono persecutori, l’occasione di conoscere e di onorare il vero Dio e signore Gesù. Così dice Paolo: «Vi raccomando anzitutto di elevare suppliche, lodi, invocazioni e ringraziamenti per i re, per tutti gli uomini e per tutti i potenti, perché ci permettano di vivere con serenità nel rispetto reciproco e nell’amore» (1Tm 2,1.2).

Loro hanno dato pace alla chiesa, anche se una pace e una tranquillità temporale, ma che permette di edificare spiritualmente le famiglie, e di coltivare orti e vigneti. Anche in questo momento io sto edificando e coltivando te col mio discorso. E ciò è possibile fare in tutto il mondo per merito della pace custodita dai re cristiani, per cui l’apostolo stesso può dire: «siete coltivazione di Dio, costruzione di Dio» (1Cor 3,9).

__________________________ Note

(22) L’insegnamento di Agostino in questo campo sembra poco conforme alla attuale lotta per la giustizia che la chiesa è chiamata a sostenere a fianco dei «poveri». Se però guardiamo in profondità ci accorgiamo che una giusta comprensione dell’insegnamento di Agostino è conforme al vangelo. Come Cristo, il suo seguace è indomabile nel gridare contro l’ingiustizia, e mite nel subirla, perché ha da mostrare che non combatte per il proprio vantaggio, ma per il regno di Dio. Potremo aggiungere che i colpi più grossi all’ingiustizia vengono dati non dai mitra che uccidono i tiranni, ma dal sangue di chi accetta di morire per i fratelli testimoniando contro i tiranni. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

Il Regno d’Israele e le sue vicende

36. Sarebbe troppo lungo elencare qui tutti gli avvenimenti — che noi oggi riconosciamo come simbolo della vita attuale della chiesa — attraverso i quali Dio condusse il suo popolo fino alla terra della promessa perché ne fosse signore alla maniera carnale, secondo le aspirazioni umane; tuttavia quel regno terreno offrì l’immagine del regno spirituale.

Allora fu costruita Gerusalemme, la celeberrima città di Dio che serviva a lui in libertà, come simbolo della Gerusalemme celeste (Gal 4,25.26): Gerusalemme è termine ebraico, e significa visione di pace. Suoi cittadini sono tutti gli uomini liberati dalla colpa nel passato, nel presente e nel futuro, e tutti gli spiriti santificati, compresi quelli che nell’alto dei cieli sono pronti agli ordini di Dio e rifiutano la superbia del demonio e dei suoi seguaci.

Il re della città è il Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio che governa gli angeli, ma anche Verbo di Dio che si fa uomo per essere Signore degli uomini che con lui regneranno nella pace eterna.

La figura di re che maggiormente prefigurò in quel tempo il regno di Cristo fu David, dalla cui discendenza venne il vero re e signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio al quale per tutti i secoli va ogni benedizione (Rm 9,5).

Molti dei fatti avvenuti nella terra della promessa sono simbolo del Cristo e della chiesa, e man mano che leggerai i santi libri imparerai anche tu a interpretarli.

__________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage

L’esodo, la legge del Sinai, David

35. In seguito Dio guidò il popolo attraverso il deserto per 40 anni e gli diede la legge scritta col proprio dito (Es 1-20.32.34; Nm 14,33, Dt 29,5). Il dito indica lo Spirito santo, come appare evidente dal vangelo (Lc 11,20). È chiaro che Dio non è limitato da alcuna forma corporea e che in lui non si devono immaginare membra e dita come per noi: però la forma della mano, che all’inizio è una sola cosa e poi si divide nelle cinque dita senza che queste si stacchino dalla mano, diventa immagine dei doni dello Spirito, che son diversi tra loro pur procedendo dallo stesso amore; nelle dita è visibile anche una specie di divisione, che però non è un distacco dall’unità; comunque, sia questo o sia un altro motivo per cui lo Spirito è chiamato «dito di Dio», non dovremo mai pensarlo in termini anatomici.

Dunque il popolo ricevette la legge scritta su tavole, che erano di pietra, per sottolineare la durezza di cuore che ne impediva l’osservanza. Erano avidi di beni materiali, e si facevano convincere più dalle minacce che dall’amore: mentre solo l’amore rende capaci di osservare in pieno la legge. Perciò ebbero bisogno di essere tenuti sotto controllo con molte osservanze esteriori, per cui ricevettero leggi riguardanti i cibi, i sacrifici, e moltissime altre prescrizioni.

Ma tutto questo era segno delle realtà spirituali che riguardano il Signore Gesù Cristo e la sua chiesa; allora, però, soltanto pochi fedeli seppero interpretare il senso che avevano in ordine alla salvezza, e osservarono tali prescrizioni come conveniva in quell’epoca, mentre la massa le osservò solo materialmente, senza capirle.

__________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


🔝C A L E N D A R IIndice BIBBIAHomepage