APOSTOLICAM ACTUOSITATEM 28-30

DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Decreto sull’apostolato dei laici APOSTOLICAM ACTUOSITATEM (18 novembre 1965)

CAPITOLO VI – LA FORMAZIONE ALL'APOSTOLATO

Necessità della formazione all'apostolato 28 L'apostolato può raggiungere piena efficacia soltanto mediante una multiforme e integrale formazione. Questa è richiesta non soltanto dal continuo progresso spirituale e dottrinale del laico, ma anche dalle varie circostanze di cose, di persone, di compiti a cui la sua attività deve adattarsi. Questa formazione all'apostolato deve poggiare su quei fondamenti che da questo sacro Concilio altrove sono stati affermati e dichiarati (45). Oltre la formazione comune a tutti i cristiani, non poche forme di apostolato esigono una formazione specifica e particolare, a causa della varietà delle persone e delle circostanze.

Principi per la formazione dei laici all'apostolato 29 Poiché i laici hanno un modo proprio di partecipare alla missione della Chiesa, la loro formazione apostolica presenta un carattere speciale a motivo dell'indole secolare propria del laicato e della sua particolare spiritualità.

La formazione all'apostolato suppone che i laici siano integralmente formati dal punto di vista umano, secondo la personalità e le condizioni di vita di ciascuno. Il laico, infatti, oltre a conoscere bene il mondo contemporaneo, deve essere un membro ben inserito nel suo gruppo sociale e nella sua cultura.

In primo luogo il laico impari ad adempiere la missione di Cristo e della Chiesa vivendo anzitutto nella fede il divino mistero della creazione e della redenzione, mosso dallo Spirito Santo che vivifica il popolo di Dio e che spinge tutti gli uomini ad amare Dio Padre e in lui il mondo e gli uomini. Questa formazione deve essere considerata come fondamento e condizione di qualsiasi fruttuoso apostolato.

Oltre la formazione spirituale, è richiesta una solida preparazione dottrinale e cioè teologica, etica, filosofica, secondo la diversità dell'età, della condizione e delle attitudini. Né si trascuri l'importanza della cultura generale unitamente alla formazione pratica e tecnica. Per coltivare buone relazioni umane ne bisogna favorire i genuini valori umani, anzitutto l'arte del convivere e del cooperare fraternamente di instaurare il dialogo.

Ma poiché la formazione all'apostolato non può consistere nella sola istruzione teorica, il laico, fin dall'inizio della sua formazione, impari gradualmente e prudentemente a vedere tutto, a giudicare e a agire nella luce della fede, a formare e a perfezionare se stesso con gli altri mediante l'azione e ad entrare così attivamente nel servizio della Chiesa (46). Questa formazione, che dev'essere sempre ulteriormente perfezionata per la crescente maturazione della persona umana e per l'evolversi dei problemi, richiede una conoscenza sempre più approfondita e un'azione sempre più idonea. Nel soddisfare a tutte le esigenze della formazione si abbia sempre dinanzi l'unità e l'integrità della persona umana, al fine di preservare e accrescere la sua armonia e il suo equilibrio.

In questo modo il laico si inserisce a fondo e fattivamente nella stessa realtà dell'ordine temporale assume la sua parte in maniera efficace in tutte le attività; allo stesso tempo quale membro vivo e testimone della Chiesa, la rende presente ed operante in seno alle cose temporali (47).

Chi forma all'apostolato 30 La formazione all'apostolato ha inizio con la prima educazione dei fanciulli. In modo speciale vengano iniziati all'apostolato gli adolescenti e i giovani e li si permei di spirito apostolico. La formazione deve essere perfezionata lungo tutta la vita a misura che lo richiedono i nuovi compiti che si assumono. È chiaro dunque che coloro ai quali spetta l'educazione cristiana sono anche tenuti al dovere della formazione all'apostolato.

È compito dei genitori disporre nella famiglia i loro figli fin dalla fanciullezza a riconoscere l'amore di Dio verso tutti gli uomini. Insegnino loro gradualmente, specialmente con l'esempio, la sollecitudine verso le necessità sia materiali che spirituali del prossimo. Tutta la famiglia dunque, nella sua vita in comune, diventi quasi un tirocinio di apostolato.

È necessario inoltre educare i fanciulli in modo che, oltrepassando i confini della famiglia, aprano il loro animo alla vita delle comunità sia ecclesiali che temporali. Vengano accolti nella locale comunità parrocchiale in maniera tale che acquistino in essa la coscienza d'essere membri vivi e attivi del popolo di Dio.

I sacerdoti poi, nella catechesi e nel ministero della parola, nella direzione delle anime, come negli altri ministeri pastorali, abbiano dinanzi agli occhi la formazione all'apostolato. Anche le scuole, i collegi e gli altri istituti cattolici di educazione devono promuovere nei giovani il senso cattolico e l'azione apostolica (48). Qualora questa formazione manchi, o perché i giovani non frequentano tali scuole o per altra causa, la curino con tanto maggiore impegno i genitori, i pastori d'anime e le associazioni.

Gli insegnanti, poi, e gli educatori i quali con la loro vocazione e il loro ufficio esercitano una eccellente forma di apostolato dei laici, siano provveduti della necessaria dottrina e dell'arte pedagogica con cui potranno impartire efficacemente questa formazione.

Parimenti i gruppi e le associazioni di laici che abbiano per scopo l'apostolato in genere o altre finalità soprannaturali, secondo che il loro fine e la loro possibilità lo comportano, debbono diligentemente e assiduamente favorire la formazione all'apostolato. Essi sono spesso la via ordinaria di un'adeguata formazione all'apostolato. In essi infatti si dà simultaneamente una formazione dottrinale, spirituale e pratica. I loro membri, riuniti in piccoli gruppi con i compagni e con gli amici, valutano i metodi e i frutti della loro attività apostolica e confrontano con il Vangelo il loro modo di vivere quotidiano.

Tale formazione va organizzata in modo da tener conto di tutto l'apostolato dei laici, che deve essere esercitato non solo tra i gruppi stessi delle associazioni, ma in ogni circostanza per tutta la vita, specialmente professionale e sociale.

Anzi ognuno deve fattivamente prepararsi all'apostolato, cosa che urge maggiormente nell'età adulta. Infatti con il progredire dell'età, l'animo si apre meglio in modo che ciascuno può scoprire più accuratamente i talenti con cui Dio ha arricchito la sua anima, ed esercitare con maggiore efficacia quei carismi che gli sono stati concessi dallo Spirito Santo, a bene dei suoi fratelli. _______________________ NOTE

(45) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, cap. II, IV, V: AAS 57 (1965), pp. 12-23, 37-49 [pag. 133ss, 193ss]; cf. anche il Decr. sull’Ecumenismo Unitatis redintegratio, nn. 4, 6, 7, 12: AAS 57 (1965), pp. 94, 96, 97, 99, 100 [pag. 315ss, 321ss, 327ss]; cf. anche sopra, n. 4 [pag. 565ss].

(46) Cf. PIO XII, Disc. alla VI Conferenza internazionale dei “boyscouts”, 6 giugno 1952: AAS 44 (1952), pp. 579-580; GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS 53 (1961), p. 456.

(47) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 33: AAS 57 (1965), p. 39 [pag. 197ss].

(48) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS 53 (1961), p. 455.

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