DE CATECHIZANDIS RUDIBUS – 10

VI – L’itinerario della fede a partire dalle attese dell’uomo

10. Se per caso dicesse di essere stato spinto a farsi cristiano per una qualche ispirazione di Dio o per qualche fatto che lo ha impressionato, ci fornirebbe uno spunto felicissimo per cominciare a mettere in evidenza quanto sia vero che Dio ha cura di noi.

Dovremo però poi orientare la sua attenzione da questo genere di miracoli o di sogni verso la strada e le parole più sicure della Scrittura, perché sappia con quanta misericordia Dio l’abbia trattato prima ancora che aderisse alle Scritture stesse. E gli farai vedere che il Signore non lo inciterebbe o spingerebbe a farsi cristiano e a entrare nella chiesa — non lo istruirebbe cioè con questi segni e ispirazioni — se non gli avesse preparato un cammino più stabile e sicuro nelle sacre scritture, dove non dovrà cercare i miracoli visibili, ma troverà la speranza dei beni invisibili, e Dio gli parlerà da sveglio, non nel sonno.

Già abbiamo detto che il discorso catechistico dovrà iniziare da dove si dice che Dio fece tutte le cose molto buone (Gn 1) e giungere al tempo presente della chiesa (7): in modo da spiegare il senso di tutti i fatti e gli avvenimenti, e da riferire tutto al fine dell’amore, da cui non si deve mai staccare l’attenzione di chi parla e di chi opera.

Se è vero che anche gli insegnanti ritenuti validi cercano ricavare insegnamenti utili anche dalle fiabe che i poeti inventano per divertire chi si nutre di sciocchezze, quanto più dobbiamo essere attenti noi, perché non succeda che il racconto che facciamo o non sia affatto compreso, o appaghi solo la ricerca di divertimento o la curiosità?

Nello spiegare questi significati però evitiamo di appesantire con difficili disquisizioni o insistenze esagerate la scorrevolezza del discorso, ma facciamo in modo che la verità contenuta sia come il filo d’oro che tiene legate le perle.

__________________________ Note

(7) Agostino stabilisce un principio, ancora poco presente nelle nostre catechesi: l'azione di Dio si rivela non solo nella vita dell'antico popolo dell'alleanza, ma anche nella vita del popolo nuovo che è la Chiesa. Perciò anche la vita della Chiesa, se vista con fede, diventa luogo della rivelazione di Dio, o meglio, luogo di rivelazione dell'amore di Dio. Nel Direttorio catechistico generale si dice, applicando il concilio Vaticano I, che «la chiesa è il segno principale della fede» (n. 35). Emerge una concezione della storia che Agostino elabora in opere di maggior mole e impegno teologico, qual è in particolare il «De civitate Dei».

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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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