DE CATECHIZANDIS RUDIBUS – 18
XIII – Essere attenti agli uditori
18. Ma, tu dici, è penoso continuare a parlare sino alla fine, quando chi ci ascolta non dà alcun segno di trarne vantaggio.
Forse per religioso rispetto non ha il coraggio di manifestare, a parole o con gesti, la propria approvazione; o forse è timido; o non capisce ciò che ascolta, o non gli piace.
E se non sappiamo il perché — dato che non riusciamo a leggere dentro nel cuore — metteremo in atto tutti i mezzi dell’oratoria che possano scuoterlo e farlo uscire allo scoperto.
Lo esorteremo con delicatezza a vincere il timore che gli impedisce di esprimere il suo pensiero, ricordandogli che si trova tra fratelli, chiedendogli se ha capito e invitandolo a esprimersi liberamente, qualora avesse qualcosa in contrario.
Gli si chiederà se abbia già sentito trattare l’argomento, e non gli interessi perché già lo conosce; e, a seconda della risposta, si vedrà di parlare con maggior semplicità e organicità , o controbattere le opinioni errate, o riassumere brevemente quel che già conosce.
Sceglieremo poi qualcuno dei passi più sublimi della Scrittura, o del racconto che abbiamo fatto, perché la nostra esposizione nel momento che ne ricaviamo il senso profondo, gli diventi più gradita.
Se poi quello è proprio ottuso, refrattario a ' gustare quanto gli diciamo, anzitutto lo compatiremo. Poi daremo una scorsa alle altre cose, e gli inculcheremo l’essenziale: l’unità della chiesa cattolica, lo scopo delle tentazioni, il comportamento morale del cristiano in vista del terribile giudizio. E parleremo più a Dio di lui, che a lui di Dio.
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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/
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