DE CATECHIZANDIS RUDIBUS – 32
Dio è sempre paziente
32. Anche al tempo del diluvio, quando nell’arca si salvò l’unico uomo giusto con la sua famiglia, Dio sapeva che i cattivi non si sarebbero corretti, e tuttavia per cent’anni, quanti ne occorsero a fabbricare l’arca, ai cattivi fu minacciato il castigo di Dio (Gn 6,7).
Se si fossero pentiti, Dio li avrebbe perdonati, come più tardi perdonò ai cittadini di Ninive, quando fecero penitenza per la predicazione di Giona (Gio 3).
Dio offrì la possibilità di convertirsi anche a coloro che non l’avrebbero fatto, per stimolare col suo luminoso esempio la nostra capacità di sopportazione: così ci è dato di comprendere quanto si debba essere tolleranti con coloro che peccano, dato che Dio è disposto al perdono e li lascia vivere; e noi non sappiamo — a differenza di lui — come domani si comporteranno.
Col misterioso episodio del diluvio, in cui i buoni furono salvati dal legno dell’arca, Dio preannunciò la chiesa futura, che Cristo suo signore, inchiodato sul legno, libera dal pericolo di inabissarsi nel gorgo di questo mondo. Il Signore sapeva che anche tra coloro che uscivano salvi dall’acqua, qualcuno sarebbe divenuto cattivo e avrebbe di nuovo inquinato la terra. Ciò nonostante diede un esempio del giudizio futuro e volle preannunciare la liberazione di chi ha fede, attraverso il mistero della croce.
Il male continuò a diffondersi anche dopo questi fatti, con la superbia, la lussuria e la crudeltà , quando l’uomo abbandonò il suo creatore e non si limitò ad adorare le creature di Dio al posto di Dio, ma si prostrò davanti agli idoli, fabbricati con le proprie mani e opera di artigiani. Il demonio e i suoi ne trionfano ancora più turpemente, felici di essere adorati e onorati in quelle statue, e associando al proprio il fallimento degli altri. (19)
__________________________ Note
(19) II discorso catechistico sulla idolatria è ridotto in Agostino all’essenziale, e perciò è del tutto attuale. Adorare l’opera delle proprie mani o l’opera degli artigiani è cosa che avviene in tutto il corso della storia: adoriamo i nostri progetti e successi, adoriamo le messinscena di altri, ci esaltiamo per cose che non hanno stabilità ; e perdiamo il collegamento con Dio. Il demonio non può essere felice, neppure dei nostri fallimenti: ma qui lo si afferma in un discorso paradossale, che vuol colpire il lettore. __________________________
«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/
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