DE CATECHIZANDIS RUDIBUS – 33

Abramo e la fede nel Cristo

33. Non mancarono comunque in quell’epoca i cittadini della santa città, a cui Dio rivelò la futura umiliazione del Cristo loro re, e che da lui furono salvati, per cui cercavano Dio con amore e superarono la superbia del demonio.

Tra loro fu scelto Abramo, devoto e fedele servo di Dio. A lui fu rivelato il mistero del Figlio di Dio, perché tutti i futuri credenti lo imitassero e potessero chiamarsi suoi figli nella fede. Da lui venne il popolo che onorava Dio Creatore del cielo e della terra, quando gli altri popoli erano schiavi di idoli e di demoni.

Solo in questo popolo fu prefigurata con grande evidenza la chiesa futura. C’era tra loro molta gente materialista, (20) che onorava Dio per aver vantaggi materiali, ma c’era anche un piccolo numero di persone che pensavano e cercavano la pace della patria futura; e Dio attraverso i profeti rivelava loro la futura incarnazione del nostro Signore e re Cristo Gesù, perché credessero e fossero liberati dalla superbia e dalla presunzione.

Questi santi vissero prima di Cristo, ma la loro parola, e perfino la vita, il matrimonio, i figli, le azioni, furono profezia di questo nostro tempo, in cui la fede nella passione di Cristo raduna la chiesa di tra le genti.

È attraverso questi santi patriarchi e profeti che Dio a volte provvedeva il carnale popolo ebraico, che sono poi i giudei di oggi, dei beni che desiderava, oppure durante certi periodi lo castigava, quando la durezza del loro cuore lo richiedeva. In tutto ciò Dio ha posto dei significati reconditi, che si riferiscono al Cristo e alla sua Chiesa: e alla chiesa appartenevano anche quei santi, anche se per nascita precedettero il Signore Gesù.

Questo Signore Gesù figlio unico del Padre, Parola del Padre, uguale al Padre ed eterno con lui, questo figlio sul cui modello Dio padre ha creato l’universo, s’è fatto uomo per noi ed è capo del corpo che è la chiesa.

Da un episodio avvenuto ai patriarchi qualcuno ha voluto trovare un simbolo che illumina il nostro discorso: la mano che Giacobbe mette fuori per prima dal seno materno non è più importante del corpo intero, ma fa parte di esso e vive legata a esso e vive della sua vita: e così tutti i santi che vissero prima della nascita di Cristo salvatore, anche se vissuti prima, fanno parte del suo corpo e restano uniti a lui (Gn 25,25).

__________________________ Note

(20) Abbiamo usato il termine «materialista», anche se non ha corrispondente nel latino (Agostino usa parlare di «moltitudo carnalis»): ci pare esprima in modo attuale il senso originario voluto da Agostino, che riguarda, più che il rifiuto positivo di Dio, la scelta del benessere come unico interesse, o «unico dio». __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/


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