DE CATECHIZANDIS RUDIBUS – 35
L’esodo, la legge del Sinai, David
35. In seguito Dio guidò il popolo attraverso il deserto per 40 anni e gli diede la legge scritta col proprio dito (Es 1-20.32.34; Nm 14,33, Dt 29,5). Il dito indica lo Spirito santo, come appare evidente dal vangelo (Lc 11,20). È chiaro che Dio non è limitato da alcuna forma corporea e che in lui non si devono immaginare membra e dita come per noi: però la forma della mano, che all’inizio è una sola cosa e poi si divide nelle cinque dita senza che queste si stacchino dalla mano, diventa immagine dei doni dello Spirito, che son diversi tra loro pur procedendo dallo stesso amore; nelle dita è visibile anche una specie di divisione, che però non è un distacco dall’unità; comunque, sia questo o sia un altro motivo per cui lo Spirito è chiamato «dito di Dio», non dovremo mai pensarlo in termini anatomici.
Dunque il popolo ricevette la legge scritta su tavole, che erano di pietra, per sottolineare la durezza di cuore che ne impediva l’osservanza. Erano avidi di beni materiali, e si facevano convincere più dalle minacce che dall’amore: mentre solo l’amore rende capaci di osservare in pieno la legge. Perciò ebbero bisogno di essere tenuti sotto controllo con molte osservanze esteriori, per cui ricevettero leggi riguardanti i cibi, i sacrifici, e moltissime altre prescrizioni.
Ma tutto questo era segno delle realtà spirituali che riguardano il Signore Gesù Cristo e la sua chiesa; allora, però, soltanto pochi fedeli seppero interpretare il senso che avevano in ordine alla salvezza, e osservarono tali prescrizioni come conveniva in quell’epoca, mentre la massa le osservò solo materialmente, senza capirle.
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«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS» LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ippona con introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTI Ed. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bologna https://www.canoniciregolari-ic.com/s-agostino-catechesi/