GRAVISSIMUM EDUCATIONIS 10-12

DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Dichiarazione sull’educazione cristiana GRAVISSIMUM EDUCATIONIS (28 ottobre 1965)

Le scuole superiori 10 Analogamente la Chiesa ha grande cura delle scuole di grado superiore specialmente delle università e delle facoltà. Anzi, in tutte quelle che da essa dipendono, mira organicamente a che le varie discipline siano coltivate secondo i propri principi e il proprio metodo, con la libertà propria della ricerca scientifica, in maniera che se ne abbia una sempre più profonda comprensione e, indagando accuratamente le nuove questioni e ricerche suscitate dai progressi dell'epoca moderna, si colga più chiaramente come fede e ragione si incontrano nell'unica verità, seguendo le orme dei dottori della Chiesa, specialmente di S. Tommaso d'Aquino (31). In tal modo si realizzerà come una presenza pubblica, costante ed universale del pensiero cristiano in tutto lo sforzo dedicato a promuovere la cultura superiore; inoltre questi istituti devono formare in tal guisa tutti i loro studenti, che essi diventino uomini veramente insigni per sapere, pronti a svolgere compiti impegnativi nella società e a testimoniare la loro fede di fronte al mondo (32).

Nelle università cattoliche in cui manchi la facoltà teologica dovrà esserci un istituto o cattedra di teologia, in cui si tengano lezioni adatte anche per gli studenti laici. E poiché le scienze progrediscono essenzialmente grazie alle ricerche specializzate di maggiore importanza scientifica, nelle università e facoltà cattoliche dovranno essere soprattutto curati quegli istituti il cui scopo primo è quello di promuovere la ricerca scientifica.

Il sacro Sinodo raccomanda vivamente di sviluppare le università e le facoltà cattoliche, distribuendole convenientemente nelle diverse parti del mondo; ma esse, più che per il numero, dovranno distinguersi per l'impegno culturale. Ad esse abbiano facile accesso gli alunni che offrono buone speranze di riuscita, anche se di modeste condizioni economiche, specialmente quelli che provengono dalle giovani nazioni.

Essendo l'avvenire della società e della stessa Chiesa intimamente connesso con lo sviluppo intellettuale dei giovani che compiono studi superiori (33) i pastori della Chiesa non devono preoccuparsi soltanto della vita spirituale degli alunni delle università cattoliche, ma, solleciti della formazione spirituale di tutti i loro figli, attraverso opportune intese tra vescovi, devono provvedere affinché anche presso le università non cattoliche esistano convitti e centri universitari cattolici, dove sacerdoti, religiosi e laici, accuratamente scelti e preparati, possano offrire in permanenza alla gioventù universitaria un'assistenza spirituale e intellettuale. Quanto poi ai giovani più capaci delle università cattoliche o delle altre università, che si dimostrino adatti all'insegnamento ed alla ricerca, essi devono essere oggetto di cura particolare ed avviati alla carriera universitaria.

Le facoltà di teologia 11 Molto si attende la Chiesa dall'attività delle facoltà di scienze sacre (34). È ad esse infatti che affida il compito importantissimo di preparare i propri alunni non solo al ministero sacerdotale, ma soprattutto all'insegnamento nelle cattedre di studi ecclesiastici superiori o al lavoro scientifico personale o allo svolgimento delle forme più alte di apostolato intellettuale. È pure compito di queste facoltà approfondire i vari settori delle scienze sacre, in modo che si abbia una intelligenza sempre più piena della rivelazione divina, sia meglio esplorato il patrimonio della sapienza cristiana trasmesso dalle generazioni passate, sia favorito il dialogo con i fratelli separati e con i non cristiani, e si risponda ai problemi emergenti dal progresso delle scienze (35).

Per queste ragioni le facoltà ecclesiastiche, dopo aver sottoposto a opportuna revisione le loro costituzioni, promuovano vigorosamente lo sviluppo delle scienze sacre e delle altre ad esse connesse, e, adottando anche metodi e sussidi più moderni, addestrino i propri studenti alle ricerche più profonde.

La coordinazione delle scuole cattoliche 12 Essendo anche in campo scolastico sommamente necessaria quella cooperazione, che per la sua urgenza va sempre più affermandosi a livello diocesano, nazionale e internazionale, bisogna fare ogni sforzo per coordinare convenientemente tra loro le scuole cattoliche e per favorire tra esse e le altre scuole quella collaborazione richiesta dal bene della comunità umana universale (36).

Da questo maggiore coordinamento e da questo lavoro fatto insieme si raccoglieranno i migliori frutti specialmente nell'ambito degli istituti accademici. Perciò in ogni università le diverse facoltà, nella misura che lo consente la loro materia, devono aiutarsi vicendevolmente. Così pure le stesse università devono agire in piena intesa e in stretta unione tra loro, promuovendo insieme dei convegni internazionali, tenendosi reciprocamente informate circa le loro ricerche scientifiche, comunicandosi le nuove scoperte, scambiandosi i docenti per determinati periodi e sviluppando quelle iniziative che incrementano la loro collaborazione.

CONCLUSIONE Il sacro Sinodo esorta vivamente anche i giovani perché, convinti della eccellenza del compito educativo, siano generosamente pronti ad intraprenderlo, specie in quelle regioni dove lo scarso numero di maestri mette in pericolo l'educazione della gioventù.

Parimenti il Sinodo, nell'esprimere la sua gratitudine ai sacerdoti, religiosi, religiose e laici che in spirito di dedizione evangelica svolgono la nobile opera educativa e didattica di qualsiasi tipo e grado, li esorta a perseverare con generosità nel compito intrapreso, sforzandosi di distinguersi nella formazione degli alunni allo spirito di Cristo, nell'arte pedagogica e nello studio scientifico, in modo che promuovano non solo il rinnovamento della Chiesa all'interno, ma anche ne mantengano e ne accentuino la benefica presenza nel mondo moderno, specie in quello intellettuale. _______________________ NOTE

(31) Cf. PAOLO VI, Discorso davanti al VI Congresso Tomistico Internazionale, 10 sett. 1965: AAS 57 (1965), pp. 788-792.

(32) Cf. PIO XII, Discorso agli insegnanti e agli alunni degli Istituti Superiori Cattolici di Francia, 21 sett. 1950: Discorsi e Radiomessaggi, XII, pp. 219-221; Lett. al XXII Congresso “Pax Romana”, 12 ag. 1952: Discorsi e Radiomessaggi, XIV, pp. 567-569. GIOVANNI XXIII, Discorso alla Federazione delle Università Cattoliche, 1° apr. 1959: Discorsi, Messaggi, Colloqui, I, Roma 1960, pp. 226-229. PAOLO VI, Discorso al Senato Accademico dell’Università Cattolica di Milano, 5 apr. 1964: Encicliche e Discorsi di Paolo VI, II, Roma 1964, pp. 438-443.

(33) Cf. PIO XII, Discorso al Senato Accademico e agli alunni dell’Università di Roma, 15 giugno 1952: Discorsi e Radiomessaggi, XIV, p. 208: “La direzione della società di domani è principalmente riposta nella mente e nel cuore degli universitari di oggi”.

(34) Cf. PIO XI, Cost. Apost. Deus Scientiarum Dominus, 24 maggio 1931: AAS 23 (1931), pp. 245-247.

(35) Cf. PIO XII Encicl. Humani Generis, 12 ag. 1950: AAS 42 (1950), pp. 568s. [in parte Dz 3886-87; Collantes 7.203-04 e 2.076], 578. PAOLO VI, Encicl. Ecclesiam suam, Parte III, 6 ag. 1964: AAS 56 (1964), pp. 637-659. CONC. VAT. II, Decreto sull’Ecumenismo Unitatis Redintegratio: AAS 57 (1965), pp. 90-107.

(36) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Pacem in terris, 11 apr. 1963: AAS 55 (1963), p. 284 [Dz 3989] e passim.

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Approfondimenti

Il documento del Vaticano II afferma dunque che tutti i cristiani possiedono il diritto a ricevere un’educazione cristiana, che è volta a far raggiungere ai giovani la maturità umana e a conoscere il mistero della salvezza all’interno del quale sono stati inseriti. Per tale ragione gli allievi devono avere la possibilità di crescere nella fede che hanno ricevuto, e di offrire culto a Dio conducendo una vita di giustizia e santità nella collaborazione all’espansione del Regno di Dio. In tal modo i laici si rendono consapevoli della vocazione ricevuta per modellare cristianamente il mondo nella loro posizione sociale e nel loro apporto. Ciò presuppone il farsi carico dei valori naturali, considerando integralmente l’uomo redento grazie al sacrificio di Cristo. Essendo i cristiani educati e agendo secondo la legge della libertà cristiana, cooperano allo sviluppo della società terrena e lavorano per il regno di Dio al quale sono stati chiamati

da: Tutta l’attualità della dichiarazione “Gravissimum educationis”


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