Libro dell’Apocalisse – Capitolo 8

Il settimo sigillo 1Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora.

IL SETTENARIO DELLE TROMBE (8,2-11,19)

Visione introduttiva 2E vidi i sette angeli che stanno davanti a Dio, e a loro furono date sette trombe. 3Poi venne un altro angelo e si fermò presso l’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull’altare d’oro, posto davanti al trono. 4E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi. 5Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono tuoni, voci, fulmini e scosse di terremoto. 6I sette angeli, che avevano le sette trombe, si accinsero a suonarle.

Le prime quattro trombe 7Il primo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata. 8Il secondo angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliato nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 9un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto. 10Il terzo angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 11La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare. 12Il quarto angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente. 13E vidi e udii un’aquila, che volava nell’alto del cielo e che gridava a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra, al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!».

Approfondimenti

(cf APOCALISSE – introduzione, traduzione e commento di CLAUDIO DOGLIO © EDIZIONI SAN PAOLO, 2012)

Il settimo sigillo La redenzione cristiana è stata celebrata nel sesto sigillo; il settimo corrisponde al compimento della storia. Rimosso l'ultimo sigillo, il libro misterioso del progetto divino può finalmente essere letto. La scena che segue, tuttavia, è brevissima e caratterizzata dal silenzio che sembra evocare la grande attesa e lo sbigottimento universale davanti alla manifestazione del Signore. In questo modo il settenario dei sigilli non pone fine alla rivelazione, ma dopo una breve pausa di contemplazione dà inizio a una nuova serie, riprendendo da capo la presentazione dell'opera di salvezza realizzata in Gesù Cristo.

IL SETTENARIO DELLE TROMBE Sette angeli, presentati in un contesto liturgico, suonano le loro trombe e a ogni squillo corrisponde una diversa scena simbolica. Seguendo una struttura circolare ascendente, l'Apocalisse ritorna sulle medesime tematiche della storia salvifica e adopera altre immagini per sviluppare la stessa riflessione secondo una diversa prospettiva. Come avviene per i sigilli, anche questo settenario riceve la propria connotazione dalla visione che lo introduce e dal simbolo che lo caratterizza. Nella tradizione biblica il suono della tromba sottolinea i grandi momenti della storia di Israele: chiama al combattimento, fa parte del culto e accompagna le feste e il canto; soprattutto risuona nelle teofanie (cfr. Es 19,16.19), insieme ai tuoni e ai fulmini evoca la voce potente di Dio: nel linguaggio apocalittico, infine, diviene lo strumento che annuncia il giorno del compimento della storia (cfr. Gl 2,1; Sof 1,16). Tipico di questo settenario è, inoltre, lo stretto rapporto tra il cielo e la terra, sottolineato dai movimenti opposti di «cadere» e di «salire». La dinamica delle vicende è caratterizzata da angeli buoni e cattivi: da una parte sono importanti in queste scene le figure di angeli fedeli a Dio, che svolgono simboliche funzioni di mediatori della rivelazione; dall'altra parte si insiste sulla caduta degli angeli ribelli e sulla conseguente rovina del mondo da loro causata. Nel settenario dunque possiamo riconoscere il tema dell'intervento salvifico di Dio nell'antica alleanza.

Visione introduttiva Protagonisti di questa visione iniziale sono gli angeli, presentati in tre scene diverse: i vv. 2 e 6 costituiscono la cornice che offre l'intelaiatura dell'intero settenario, mentre la scena centrale (vv. 3-5), simbolicamente più rilevante, descrive una celebrazione liturgica strettamente affine al rito dell'offerta dell'incenso che avveniva nel tempio di Gerusalemme sull'altare dei profumi, di fronte al Santo dei Santi (cfr. Es 30,1-3). Questa scena sembra indicare il corrispondente celeste del culto giudaico (cfr. Lv 16,12) e sottolineare la mediazione angelica, dove al movimento ascendente verso Dio si contrappone un movimento discendente verso la terra. Si noti che al v. 5 la risposta alla preghiera viene dalle mani dello stesso angelo che ha fatto salire l'incenso presso Dio. L'immagine è quella del fuoco dal cielo (cfr. il riferimento alle braci) che è capace di esprimerei due aspetti dell'intervento divino: giudizio e punizione, ma anche salvezza e dono dello Spirito.

Le prime quattro trombe Nel giudaismo precristiano era diffusa una dottrina teologica che spiegava la corruzione del mondo con la ribellione iniziale di alcuni angeli, la loro caduta e la conseguente azione negativa contro gli uomini; a questa universale situazione di male poteva rimediare solo un intervento potente di Dio (cfr. I Enok). L'apocalittico Giovanni si colloca in questa ottica, ma vi aggiunge il dato fondamentale del rimedio potente operato da Gesù Cristo. Perciò in questo settenario, occupa un ruolo importante il demoniaco: nella prima parte, contrassegnata dal movimento di caduta, sono presentati i danni recati al cosmo. Ognuna delle prime quattro trombe descrive i guasti apportati a una zona cosmica: l'ordine della creazione è stato sconvolto dalla caduta degli angeli, ma con effetti limitati. Inoltre, nel substrato simbolico del settenario, si intravede lo schema delle piaghe d'Egitto secondo il racconto dell'Esodo: Dio interviene per liberare il suo popolo e colpisce gli avversari oppressori, dando loro severe lezioni.

La scena della prima tromba (v. 7) evoca una terribile tempesta che distrugge la terra e la sua vegetazione; ricorda, anche nei particolari, la settima piaga costituita da grandine e fulmini (cfr. Es 9,23-25).

Con la seconda tromba (vv. 8-9), si descrive il danno recato al mare, le cui acque diventano sangue, facendo riferimento alla prima piaga (cfr. Es 7,20-21). La causa è costituita da un'enorme montagna infuocata che è stata gettata nelle acque; l'oscura allusione viene chiarita dalla scena seguente.

Al suono della terza tromba (vv. 10-11) sono i fiumi e le sorgenti la zona cosmica rovinata da un'altra caduta: qui si tratta di una stella, descritta con tratti molto simili a quelli della precedente montagna; di essa però si dice che «cadde», causando la morte di una parte dell'umanità. Secondo il simbolismo giudaico, è probabile che in queste scene Giovanni evochi la caduta degli angeli ribelli. Non c'è riferimento diretto a una piaga d'Egitto; piuttosto si evoca l'episodio delle acque amare, in cui il Signore prometteva di risparmiare al popolo fedele le piaghe inflitte agli Egiziani (cfr. Es 15,23.26).

Alla quarta tromba(v. 12) il danno prodotto agli astri riduce parzialmente la luce sulla terra e ,allo stesso modo, la nona piaga comportava le tenebre per gli Egiziani (cfr. Es 10,21-23).

Un versetto di transizione (8,13) presenta al figura simbolica di un'aquila per attirare l'attenzione sugli ultimi tre elementi del settenario. L'immagine può alludere all'intervento benevolo di Dio a favore del suo popolo nel momento della liberazione dalla schiavitù (cfr. Es 19,4; Dt 32,11). Inoltre, li termine «guai», qui ripetuto tre volte, sembra imitare il verso stesso dell'aquila. L'annuncio dei tre «guai»,cioè della difficile situazione di questo mondo, non è disgiunto dalla fiducia nell'intervento di Dio.


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