LUMEN GENTIUM 52-59

DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II Costituzione dogmatica sulla Chiesa LUMEN GENTIUM (21 novembre 1964)

CAPITOLO VIII – LA BEATA MARIA VERGINE MADRE DI DIO NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHIESA

I. Proemio

52 Volendo Dio misericordiosissimo e sapientissimo compiere la redenzione del mondo, «quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio, nato da una donna... per fare di noi dei figli adottivi» (Gal 4,4-5), «Egli per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si è incarnato per opera dello Spirito Santo da Maria vergine» [Simbolo Costantinopolitano: MANSI 3, 566. Cf. CONC. DI EFESO, ib. 4, 1130 (anche ib. 2, 665 e 4, 1071); CONC. DI CALC., ib. 7, 111-116; CONC. DI COSTANTINOPOLI II, ib. 9, 375-396 [Dz 150, 301, 422; Collantes 4.012, 4.020, 0.509]; Messale romano, nel Credo]. Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato e si continua nella Chiesa, che il Signore ha costituita quale suo corpo e nella quale i fedeli, aderendo a Cristo capo e in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la memoria «innanzi tutto della gloriosa sempre vergine Maria, madre del Dio e Signore nostro Gesù Cristo» [Messale romano, nel Canone (Preghiera eucaristica I)].

Maria e la Chiesa 53 Infatti Maria vergine, la quale all'annunzio dell'angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è «veramente madre delle membra (di Cristo)... perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra» [S. AGOSTINO, De S. Virginitate, 6: PL 40, 399]. Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima.

L'intenzione del Concilio 54 Perciò il santo Concilio, mentre espone la dottrina riguardante la Chiesa, nella quale il divino Redentore opera la salvezza, intende illustrare attentamente da una parte, la funzione della beata Vergine nel mistero del Verbo incarnato e del corpo mistico, dall'altra i doveri degli uomini, e i doveri dei credenti in primo luogo. Il Concilio tuttavia non ha in animo di proporre una dottrina esauriente su Maria, né di dirimere le questioni che il lavoro dei teologi non ha ancora condotto a una luce totale. Permangono quindi nel loro diritto le sentenze, che nelle scuole cattoliche vengono liberamente proposte circa colei, che nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi [Cf. PAOLO VI, Discorso al Concilio del 4 dic.1963: AAS 56 (1964), p. 37].

II. Funzione della beata Vergine nell'economia della salvezza

La madre del Messia nell'Antico Testamento 55 I libri del Vecchio e Nuovo Testamento e la veneranda tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della madre del Salvatore nella economia della salvezza e la propongono per così dire alla nostra contemplazione. I libri del Vecchio Testamento descrivono la storia della salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo. Questi documenti primitivi, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell'ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la madre del Redentore. Sotto questa luce essa viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (cfr. Gen 3,15). Parimenti, è lei, la Vergine, che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emanuele (cfr. Is 7, 14; Mt 1,22-23). Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infine con lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova «economia», quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana per liberare l'uomo dal peccato coi misteri della sua carne.

Maria nell'annunciazione 56 Il Padre delle misericordie ha voluto che l'accettazione da parte della predestinata madre precedesse l'incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita. Ciò vale in modo straordinario della madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la vita stessa che tutto rinnova e da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio. Nessuna meraviglia quindi se presso i santi Padri invalse l'uso di chiamare la madre di Dio la tutta santa e immune da ogni macchia di peccato, quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura [Cf. S. GERMANO DI COST., Hom. in Annunt. Deiparae: PG 98, 328A; In Dorm., 2: 357. ANASTASIO D’ANTIOCHIA, Serm. 2 de Annunt., 2: PG 89, 1377AB; Serm. 3, 2: 1388C. S. ANDREA DI CRETA, Can. in B. V. Nat., 4: PG 97, 1321B; In B. V. Nat., 1: 812A; Hom. in Dorm., 1: 1068C. S. SOFRONIO, Or. 2 in Annunt., 18: PG 87(3), 3237BD]. Adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall'angelo dell'annunciazione, che parla per ordine di Dio, quale «piena di grazia» (cfr. Lc 1,28) e al celeste messaggero essa risponde «Ecco l'ancella del Signore: si faccia in me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Così Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando con tutto l'animo, senza che alcun peccato la trattenesse, la volontà divina di salvezza, consacrò totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente. Giustamente quindi i santi Padri ritengono che Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma che cooperò alla salvezza dell'uomo con libera fede e obbedienza. Infatti, come dice Sant'Ireneo, essa «con la sua obbedienza divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano» [S. IRENEO, Adv. Haer. III, 22, 4: PG 7, 959A; HARVEY, 2, 123]. Per cui non pochi antichi Padri nella loro predicazione volentieri affermano con Ireneo che «il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione coll'obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede» [S. IRENEO, Adv. Haer. III, 22, 4: PG 7, 959A; HARVEY, 2, 124] e, fatto il paragone con Eva, chiamano Maria «madre dei viventi [S. EPIFANIO, Haer. 78, 18: PG 42, 728CD-729AB] e affermano spesso: «la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria» [S. GIROLAMO, Epist. 22, 21: PL 22, 408. Cf. S. AGOSTINO, Serm. 51, 2, 3: PL 38, 335; Serm. 232, 2: 1108. S. CIRILLO DI GERUS., Catech. 12, 15: PG 33, 741AB. S. GIOV. CRISOSTOMO, In Ps. 44, 7: PG 55, 193. S. GIOV. DAMASCENO, Hom. 2 in dorm. B.M.V., 3: PG 96, 728.].

Maria e l'infanzia di Gesù 57 Questa unione della madre col figlio nell'opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui; e prima di tutto quando Maria, partendo in fretta per visitare Elisabetta, è da questa proclamata beata per la sua fede nella salvezza promessa, mentre il precursore esultava nel seno della madre (cfr. Lc 1,41-45); nella natività, poi, quando la madre di Dio mostrò lieta ai pastori e ai magi il Figlio suo primogenito, il quale non diminuì la sua verginale integrità, ma la consacrò [Cf. CONC. LAT. del 649, can. 3: MANSI 10, 1151 [Dz 503; Collantes 4.044]. S. LEONE M., Epist. ad Flav.: PL 54, 759 [Dz 291; Collantes 4.007]. CONC. DI CALC.: MANSI, 7, 462. S. AMBROGIO, De instit. virg.: PL 16, 32]. Quando poi lo presentò al Signore nel tempio con l'offerta del dono proprio dei poveri, udì Simeone profetizzare che il Figlio sarebbe divenuto segno di contraddizione e che una spada avrebbe trafitto l'anima della madre, perché fossero svelati i pensieri di molti cuori (cfr. Lc 2,34-35). Infine, dopo avere perduto il fanciullo Gesù e averlo cercato con angoscia, i suoi genitori lo trovarono nel tempio occupato nelle cose del Padre suo, e non compresero le sue parole. E la madre sua conservava tutte queste cose in cuor suo e le meditava (cfr. Lc 2,41-51).

Maria e la vita pubblica di Gesù 58 Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dar inizio ai miracoli (cfr. Gv 2 1-11). Durante la predicazione di lui raccolse le parole con le quali egli, mettendo il Regno al di sopra delle considerazioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr Mc 3,35; Lc 11,27-28), come ella stessa fedelmente faceva (cfr. Lc 2,19 e 51). Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cfr. Gv 19,26-27) [Cf. PIO XII, Encicl. Mystici Corporis, 29 giugno 1943: AAS 35 (1943), pp. 247-248 Collantes 5.034-35].

Maria dopo l'ascensione 59 Essendo piaciuto a Dio di non manifestare apertamente il mistero della salvezza umana prima di effondere lo Spirito promesso da Cristo, vediamo gli apostoli prima del giorno della Pentecoste «perseveranti d'un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria madre di Gesù e i suoi fratelli» (At 1,14); e vediamo anche Maria implorare con le sue preghiere il dono dello Spirito che all'annunciazione, l'aveva presa sotto la sua ombra. Infine la Vergine immacolata, preservata immune da ogni macchia di colpa originale [Cf. PIO IX, Bolla Ineffabilis, 8 dic. 1854: Acta Pii IX, 1, I, p. 616; Dz 1641 (2803) Collantes 5.026] finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo [Cf. PIO XII, Cost. Apost. Munificentissimus, 1° nov. 1950: AAS 42 (1950); Dz 2333 (3903) [Collantes 5.030]. Cf. S. GIOV. DAMASCENO, Enc. in dorm. Dei genetricis, Hom. 2 e 3: PG 96, 721-761, specialmente 728B. S. GERMANO DI COSTANTINOP., In S. Dei gen. dorm., Serm. 1: PG 98(6), 340-348; Serm. 3: 361. S. MODESTO DI GER., In dorm. SS. Deiparae: PG 86(2), 3277-3312] e dal Signore esaltata quale regina dell'universo per essere così più pienamente conforme al figlio suo, Signore dei signori (cfr. Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte [Cf. PIO XII, Encicl. Ad coeli Reginam, 11 ott. 1954: AAS 46 (1954), pp. 633-636: Dz 3913ss. Cf. S. ANDREA DI CRETA, Hom. 3 in dorm. SS. Deiparae: PG 97, 1089-1109. S. GIOV. DAMASCENO, De fide orth, IV, 14: PG 94, 1153-1161].

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Approfondimenti

Cap. VII. — LA BEATA MARIA VERGINE MADRE DI DIO NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHIESA

Scopo del capitolo è porre una linea guida sul culto mariano per superare due difficoltà: • L’accento messo fortemente sui dogmi mariani; • La interpretazione di Maria come “modello di Cristo”

https://www.chiesadilavenomombello.it/items/consiglio_pastorale/29/allegati/Lumen%20Gentium%20-%20riduzione%20ppt.pdf


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