REGOLA DI SAN BENEDETTO – 45
Capitolo XLV – La riparazione per gli errori commessi in coro
1 Se un monaco commette un errore mentre recita un salmo, un responsorio, un’antifona o una lezione e non si umilia davanti a tutti con una penitenza, sia sottoposto a una punizione più severa, 2 perché non ha voluto correggersi umilmente dell’errore commesso per negligenza. 3 Nel caso dei ragazzi, invece, per una colpa di questo genere si ricorra al castigo corporale.
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Approfondimenti
1-3: Sbagli durante la preghiera comune Non si tratta più di mancanze provocate da cattiva disposizione, ma da disattenzione o negligenza. Secondo Cassiano (Inst. 4,16), costituivano una colpa lieve da ripararsi subito mediante pubblica penitenza. Anche SB esige una riparazione pubblica per quegli “sbagli commessi per negligenza” (v. 2), ma non dice in che cosa essa consista; probabilmente in una prostrazione a terra. Ancor oggi nei monasteri si conserva l'uso di questo atto di umiltà per gli errori durante l'Ufficio: si porta la mano al petto o si genuflette al proprio posto... Sono, oltre che espressioni di umiltà , atti di riverenza verso la santità di Dio (cf. RB 19 e 20). Chi non voleva sottoporsi a questa umiliazione e riparazione veniva punito più severamente, a giudizio dell'abate (forse come la soddisfazione degli scomunicati).
3: I fanciulli, per mancanze di questo genere, siano battuti Bisogna intendere per gli sbagli in coro, oppure per non essersi umiliati dopo gli sbagli? Sembrerebbe più probabile la seconda ipotesi: anche i ragazzi hanno il loro amor proprio. Ma bisogna anche ammettere che SB possa aver inteso infliggere le battiture ai ragazzi per gli sbagli durante la recitazione. Si pensi che l'uso della verga era normale per gli alunni, è rimasta celebre la verga con cui S. Gregorio correggeva gli irrequieti fanciulli che formava al canto sacro (cf. anche la famosa esperienza di S. Romualdo). E, del resto, fino a non molti anni fa', sulla cattedra del maestro elementare faceva bella mostra la bacchetta e qualcuno degli ancora viventi potrà ricordare di aver imparato le declinazioni latine a forza di bacchettate!
Tratto da: APPUNTI SULLA REGOLA DI S. BENEDETTO – di D. Lorenzo Sena, OSB. Silv.
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