SALMO – 1
SALMI – LIBRO PRIMO (1-41)
La beatitudine del giusto 1 Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti,
2 ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.
3 È come albero piantato lungo corsi d'acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene.
4 Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde;
5 perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell'assemblea dei giusti,
6 poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. _________________ Note
1,1 L’intera raccolta del Salterio si apre con questo salmo, che delinea il cammino del giusto, in contrapposizione a quello del malvagio. Il salmo si ispira alla letteratura sapienziale, che ama riflettere sulla condizione dell’uomo, sul suo destino e sulle sue scelte, in vista della felicità.
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Approfondimenti
Il libro dei Salmi in ebraico: tᵉhillîm, in greco: psalmoi (codice B) e psalterion (codice A) è un libro della Bibbia, appartenente alla terza raccolta, quella degli “Scritti” (kᵉtûbîm) secondo il canone ebraico della Bibbia, e a quella dei Libri sapienziali, secondo quello greco dei LXX.
È suddiviso, in analogia al Pentateuco, in cinque parti, marcate da cinque dossologie finali. Esse sono:
- Sal 1-41;
- Sal 42-72;
- Sal 73-89;
- Sal 90-106;
- Sal 107-150.
I salmi del Salterio canonico sono 150. La loro raccolta attuale è il termine di una lunga attività letteraria e di una successiva sistemazione di raccolte minori formatesi intorno a un nucleo centrale originario. Sulla numerazione dei salmi ci sono delle divergenze tra il Testo Masoretico ™ e il testo greco dei Settanta (LXX) con le versioni che vi dipendono. La discrepanza è dovuta al fatto che un salmo a volte si trova diviso in due, o due di essi sono stati accorpati in uno solo.
La numerazione dei salmi da 1 a 8 e da 148 a 150 è identica sia nel M che nei LXX.
La divergenza incomincia con il Sal 9 che nei LXX si trova sdoppiato in 9, 1-21 e 9, 22-29 e queste due pericopi corrispondono nel TM rispettivamente al Sal 9 e al Sal 10. Perciò la differenza di unità in più è costante nel IM sui LXX fino al Sal 113. Proseguendo la numerazione si ha che al Sal 114 e 115 del TM corrisponde il Sal 113, 1-8 e il Sal 113, 9-26 dei LXX. IL Sal 116 del TM, scindendosi in Sal 116, 1-9 e Sal 116, 10-19, corrisponde ai Sal 114 e 115 dei LXX. I Sal 117-146 del TM corrispondono poi ai Sal 116-145 dei LXX. E infine il Sal 147 del TM si scinde in Sal 147, 1-11 e 147, 12-20 e questi corrispondono ai Sal 146 e 147 dei LXX. Per maggior praticità si calcoli dal Sal 9 al 147 generalmente un'unità in più nella numerazione del TM. Nell'edizione della Bibbia C.E.I. del 2008 si segue la numerazione ebraica del TM; viene indicata tra parentesi la numerazione dei LXX e della Vulgata.
Salmo 1 – Beatitudine del giusto, rovina dell'empio Salmo sapienziale L'autore medita sulle scelte fondamentali della vita. Questo carme introduce all'intera raccolta dei Salmi. È senza titolo e fuori da qualsiasi collezione. Nei primi secoli del cristianesimo si è fuso con il Sal 2. La cosa è stata facilitata dalla mancanza di titolo in ambedue i salmi e dall'inclusione data dalla “beatitudine” che nel Sal 1 sta all'inizio e nel Sal 2 alla fine. La fusione dei due salmi, comunque, offre uno sguardo d'insieme sui due aspetti fondamentali dell'intero Salterio: quello antropologico-etico (Sal 1) e quello teologico-messianico (Sal 2).
Altre interpretazioni a proposito non mancano. Il Sal 1 inizia con la prima lettera dell'alfabeto ebraico (alef) nella prima parola (’ašrê) e termina con l'ultima (tau) che inizia l'ultima parola (tō’bēd); si esprime così simbolicamente l'arco intero della vita. Stilisticamente il salmo è paragonato a un'esercitazione scolastica, dati i numerosi riferimenti e reminiscenze di altri testi. Il tono è didattico. Procede per antitesi. Il ritmo nel TM è di 3 + 3 accenti, ma procede a fatica. Il campo semantico simbolico è spaziale, vegetale e giudiziale. Divisione: vv. 1-3: quadro del giusto; vv. 4-6: quadro dell'empio.
vv. 1-3. Il giusto è descritto prima negativamente (v. 1) e poi positivamente (v. 2). Con l'immagine dell'albero rigoglioso e sempre coperto di frutti è indicata la fecondità e il benessere della sua esistenza (v. 3).
v. 1. «Beato...»: la voce corrispondente ebraica (’ašrê) è un plurale apparente di grande suggestione. Letteralmente si può tradurre: «beatitudine di...; felicità di...». La forma letteraria della “beatitudine” è una caratteristica della letteratura sapienziale e ricorre molto frequentemente (26 volte) nei salmi. Corrisponde per efficacia alla “benedizione” (Ger 17,7) nell'ambito liturgico e all'esortazione in quello profetico. La beatitudine scaturisce dall'amore di Dio verso il suo fedele che gli corrisponde per i vincoli dell'alleanza. «che non segue... non indugia... non siede»: sono tre atteggiamenti negativi abbinati a tre categorie di persone come «gli empi» (rᵉša‘îm), «i peccatori» (ḥaṭṭā’îm) e «gli stolti» (lēṣîm), che il giusto diligentemente evita. Gli «empi» nei salmi sono i nemici di Dio che tramano insidie contro i suoi fedeli (Sal 17,13; 109,2.6.7; 140,4) e la cui prosperità è di grande imbarazzo per il credente (Sal 49;73). I peccatori (lett. «coloro che hanno fallito il bersaglio») è un'espressione generica per indicare coloro che credono di riuscire, ma di fatto falliscono nella vita. Gli stolti sono coloro che professano un ateismo pratico, ironizzando e schernendo Dio, accusandolo di non interessarsi del mondo e degli uomini (Sal 14; Is 5,19). Essi sono anche beffardi (Prv 1,22; 3,34), pettegoli (Prv 22,10) e diffamatori (Is 29,20). «Via dei peccatori»: è un'espressione unica nei salmi. La voce “via” (Sal 5,9; 10,5...) indica vita, atteggiamento, potere, energia vitale e il complesso di norme di vita che guidano l'uomo nella sua esistenza. Per la dottrina delle “due vie” cfr. Dt 30,15.19; Prv 1,10-15; 3,31; 4,18-19; 22,24-25; 23,17; Ger 21,8.
v. 2. «legge del Signore»: la «legge» (torah) significa letteralmente «istruzione, insegnamento di vita», cfr. Sal 19,8-9. «Medita»: Alla lett. «sussurra, bisbiglia, mormora...» (cfr. verbo hgh). Sono coinvolti così nella meditazione lo spirito e il corpo. Unitamente alla “legge” ricorrre per la prima volta nel salterio il nome del Signore (JHWH); «giorno e notte»: espressione polare per dire «sempre», cfr. Gs 1,8. Un elogio spassionato alla legge è il celebre Sal 119.
v. 3. «Sarà come albero...»: per la simbologia vegetale, cfr. Sal 92,13-15; Os 9,13; Ger 17,5-8; Ez 17,5; 19,10; Sir 24, 12-17.
vv. 4-6. Alla descrizione positiva del giusto segue nei vv. 4-5 quella negativa dell'empio, all'albero lussureggiante si oppone la pula dispersa dal vento.
v. 4. «Come pula»: l'immagine è frequente nell'AT, cfr. Sal 35,5; Is 17,13; Sof 2,2; Gb 21,18.
v. 5. «nel giudizio»: l'immagine vegetale della mietitura (pula) e della dispersione degli empi del v. 4 richiama quella della realtà del giudizio escatologico di Dio, ove gli empi non reggeranno alla giustizia di Dio (cfr. Sap 4,20; 5,1). «assemblea dei giusti»: nota il contrasto con il v. 1c. Lì i giusti non seggono «in compagnia degli stolti», qui gli stolti non possono sedere «nell'assemblea dei giusti».
v. 6. «Il Signore veglia...»: il versetto riassume e conferma quanto espresso nel salmo. Da una parte c'è la premura e la tenerezza di Dio, che veglia sui i giusti (vv. 1-3), e dall'altra la conferma della condanna degli empi (vv. 4-5).
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)