SALMO – 101 (100)

SOLENNE IMPEGNO DEL RE PER LA GIUSTIZIA 1 Di Davide. Salmo.

Amore e giustizia io voglio cantare, voglio cantare inni a te, Signore.

2 Agirò con saggezza nella via dell'innocenza: quando a me verrai? Camminerò con cuore innocente dentro la mia casa.

3 Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie, detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.

4 Lontano da me il cuore perverso, il malvagio non lo voglio conoscere.

5 Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo ridurrò al silenzio; chi ha occhio altero e cuore superbo non lo potrò sopportare.

6 I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché restino accanto a me: chi cammina nella via dell'innocenza, costui sarà al mio servizio.

7 Non abiterà dentro la mia casa chi agisce con inganno, chi dice menzogne non starà alla mia presenza.

8 Ridurrò al silenzio ogni mattino tutti i malvagi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male.

_________________ Note

101,1 L'orante, probabilmente il re o un personaggio rivestito di una particolare autorità, delinea in questa preghiera il profilo interiore di chi è posto alla guida del popolo. In primo luogo viene messa in evidenza la piena adesione alla legge del Signore (chiamata via dell’innocenza, v. 2), fonte di saggezza e norma di buon governo; poi, emerge quasi un decalogo sociale, al quale il re promette di attenersi per reggere con giustizia il popolo.

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Approfondimenti

Programma ideale di un re giusto e saggio Salmo regale

L'orante presenta nella finzione poetica o nella realtà una bozza di un “discorso della corona” tenuto davanti a un'assemblea, in cui una suprema autorità (probabilmente il re) si impegna a rispettare e a far rispettare i precetti dell'alleanza divina. È un salmo regale in senso largo e a sfondo liturgico. Anche se il re non viene esplicitamente nominato, che ci si riferisca a lui lo si intuisce da quanto possiede (una grande casa per accogliere molti: vv. 2.6.7) e da ciò che ha intenzione di fare, che non è certo nelle possibilità di un privato cittadino (vv. 5.6.8). Per alcuni aspetti il Sal 101 è parallelo al Sal 18,21-25 (a proposito della protesta d'innocenza), ma mentre là ci si riferiva alle azioni passate, nel Sal 101 le promesse d'impegno sono per il futuro. Scomparsa la monarchia, il salmo ricevette l'interpretazione messianica. Il protagonista parla in prima persona. È una composizione abbastanza sobria, ben organizzata e strutturata in distici quasi sempre regolari. Procede solitamente per antitesi, basandosi sulla menzione positiva delle azioni del re, contrarie a quelle negative degli empi. Il nome del Signore (JHWH) fa da inclusione nel v. 1 e 8. Altri elementi di struttura sono le voci: via (vv. 2.6), cuore (vv. 2.4.5), casa (vv. 2.7), occhi (vv. 3.6.7), paese (vv. 6.8). La simbologia è spaziale (cfr.: via, casa, paese, città) e somatico-psicologica (cfr.: cuore, occhi).

Divisione:

v. 1. La dossologia è per alcuni un'aggiunta posteriore per adattare il salmo alla lode liturgica. La formulazione è stereotipa, ma agganciata tematicamente al contenuto degli altri versetti. «Amore e giustizia...»: è la coppia delle virtù dell'alleanza. Nell'evidenziarle, in quanto osservate da Dio nella sua fedeltà, il salmista di riflesso le indica al re per l'esercizio concreto del suo governo.

v. 2. «Agirò con saggezza»: il re si impegna prima con se stesso (Sal 78,72; 1Re 9,4; Sap 9) a essere fedele alla legge di Dio. Alla lett. «voglio essere sapiente» (’aśkîlâ). È la sapienza pratica, che chiese Salomone al Signore per ben governare (1Re 3). «quando verrai a me?»: è la richiesta al Signore di una sua visita per essere confortato e benedetto nell'azione di governo, secondo il principio della retribuzione, dato che egli, il re, si prefigge di agire secondo la legge. «con cuore integro»: cioè con fedeltà di cuore, che implica coerenza di vita e piena sincerità (cfr. Prv 11,20; Sal 119,1), come Davide (cfr. Sal 18,21.24; 78,72).

v. 3. «Non sopporterò davanti ai miei occhi...»: il re dichiara la sua ferma intenzione di non compromettersi con le ingiustizie e di non farsi complice di chi le compie. «azioni malvagie»: alla lett. «parola di Belial» (cfr. Sal 41,9; cfr. Es 10,10; Dt 15,9).

v. 5. «occhi altezzosi e cuore superbo»: alla lett. «alto di occhi e largo di cuore». Si designano gli ambiziosi che hanno come scopo il successo anche a costo di nuocere agli altri e perfino eliminandoli se gli sono di ostacolo (cfr. Prv 16,5; 21,4; 28,25; Sal 18,28; 131,1).

vv. 6-7. «i fedeli del paese... chi cammina per la via integra»: coloro che praticano la fedeltà alla legge del Signore come il re (v. 2b) (cfr. Nm 12,7; 1Sam 2,35; Pr 25,13), abitando presso il santuario del Signore (Sal 15, 1; 61,5) possono abitare anche presso il re. «Non abiterà nella mia casa...»: coloro che come il bugiardo e il fraudolento non sono degni di abitare nella casa del Signore, non lo sono neanche per abitare nella casa del re.

v. 8. «Sterminerò ogni mattino...»: con una forte esagerazione il re proclama il suo fermo proposito di liberare tutto il paese dagli empi e la città santa di Gerusalemme dagli operatori iniqui, anche ricorrendo a estremi mezzi di coercizione quali le sentenze di morte. «ogni mattino...»: cfr. Ger 21,12. Il mattino è l'ora della celebrazione dei processi. L'espressione indica la sollecitudine e la vigilanza del re per il suo programma di «purificazione» del paese e della città santa.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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