SALMO – 11 (10)

FIDUCIA IN DIO 1 Al maestro del coro. Di Davide.

Nel Signore mi sono rifugiato. Come potete dirmi: “Fuggi come un passero verso il monte”?

2 Ecco, i malvagi tendono l'arco, aggiustano la freccia sulla corda per colpire nell'ombra i retti di cuore.

3 Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?

4 Ma il Signore sta nel suo tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi osservano attenti, le sue pupille scrutano l'uomo.

5 Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza.

6 Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi; vento bruciante toccherà loro in sorte.

7 Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti contempleranno il suo volto. _________________ Note

*11,1** Gli amici sembrano consigliare all’orante di fuggire davanti alle macchinazioni dell’empio (v. 1) che appaiono incrinare l’equilibrio del cosmo (v. 3), ma egli ha piena fiducia nel Dio d’Israele, che ha posto la dimora nel suo tempio santo: là trova rifugio e difesa (v. 4).

*11,6** Brace, fuoco e zolfo: probabile riferimento al castigo inflitto da Dio alle città di Sodoma e Gomorra (Gen 19,24). =●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti

Salmo 11 (10) – Il giusto si rifugia in Dio Salmo di fiducia La composizione poetica trasmette pace e serenità. Il nome del «Signore» ricorre cinque volte: nel v. 1 (inizio), nei vv. 4-5 (corpo del salmo) e nel v. 7 (alla fine), Quest'ultimo versetto fa da sunto teologico a tutto il carme. È evidente la posizione antitetica tra le voci “giusto” (ṣaddîq) ed empio (rāsā‘). La simbologia è di carattere venatorio-bellico (v. 2), spaziale, antropomortico. Dio è visto come «scrutatore» (vv. 4-5), «guerriero» (v. 6) e «giudice» (v. 7). Il ritmo nel TM è di 3 + 3 accenti.

Divisione:

v. 1b. Il salmo si apre con una professione di fede. Il salmista confessa che ha trovato rifugio nel Signore, cioè nel tempio, e non può seguire il consiglio di scappare sui monti per salvarsi.

v. 1c. «Fuggi come un passero...»: spesso i perseguitati trovano scampo nascondendosi sulle montagne.

v. 3. «Quando sono scosse le fondamenta...»: cfr. Sal 82,5. Le fondamenta sono le colonne che nella cosmologia biblica sostengono la piattaforma della terra (Sal 24,2; 102,26; 104,5.8; Prv 3,19; Gb 38,4-7...). Qui è da intendersi in senso traslato. Si tratta delle fondamenta del vivere civile, di un buon governo. Se vengono meno, regna l'ingiustizia e l'anarchia, e il giusto non ha che da fuggire sui monti, secondo il parere dei consiglieri del mondo, ma non ha che da rifugiarsi nel Signore, secondo il salmista.

v. 4. «il Signore nel tempio santo...»: nel versetto si evidenzia l'onniscienza di Dio. Egli guarda il mondo e i suoi occhi scrutano ogni uomo (cfr. Sal 7,10). Il suo trono celeste è reso visibile nel suo tempio terrestre (Sal 99,5; 1Cr 28,2).

v. 6. «Farà piovere...»: il castigo esemplare di Dio è simile a quello di Sodoma e Gomorra (Gn 19,24). Si ricorre al linguaggio teofanico (cfr. Es 24,17; Sal 18,8-16).

v. 7. Un atto di fede dossologico finale chiude il salmo. Il Signore manifesta la sua giustizia ai giusti (retti di cuore) ammettendoli alla visione del suo volto, cioè a una comunione di vita. Il versetto probabilmente fu aggiunto o dall'autore stesso o da un redattore, come sintesi finale del salmo; vi ricorrono infatti tutti i termini più significativi.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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