SALMO – 110 (109)
IL MESSIA, RE E SACERDOTE 1 Di Davide. Salmo.
Oracolo del Signore al mio signore: “Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”.
2 Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!
3 A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato.
4 Il Signore ha giurato e non si pente: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek”.
5 Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira,
6 sarà giudice fra le genti, ammucchierà cadaveri, abbatterà teste su vasta terra;
7 lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa.
_________________ Note
110,1 Regalità e sacerdozio sono i motivi che confluiscono in questo salmo che, insieme con Sal 2, nella tradizione giudaica e cristiana è stato interpretato in chiave messianica (e cristologica, per i cristiani). Si tratta di una composizione molto antica, ma continuamente attualizzata nella liturgia e citata spesso nel NT (Mt 22,41-45; Mc 12,35-37; Lc 20,41-44; vedi anche At 2,34-35; 1Cor 15,25.27; Eb 1,13; 10,12-13). Il primo oracolo (vv. 1-3) riguarda l’investitura regale e ha come sfondo 2Sam 7; il secondo oracolo (vv. 4-6) è pronunciato durante l’investitura sacerdotale. La dignità sacerdotale del re non viene ricondotta al sacerdozio levitico (di cui Aronne era il rappresentante principale), ma a quella di Melchìsedek, il re-sacerdote della città di Gerusalemme non ancora conquistata da Davide (Gen 14). È da ricordare che il re di discendenza davidica, benché non fosse di stirpe sacerdotale, tuttavia esercitava, in particolari situazioni, compiti sacerdotali (vedi 1Re 8,62-66).
110,1 Oracolo: designa una dichiarazione di particolare importanza; signore è il titolo attribuito al re; la destra è il posto d’onore; sgabello dei tuoi piedi è riferito ai nemici, sui quali il re vittorioso poneva il piede in segno di dominio.
110,3 Questo versetto viene tradotto qui secondo la versione greca dei LXX. Il testo ebraico dice: “Il tuo popolo è pronto nel giorno della tua potenza; a te, tra santi splendori, dal grembo dell’aurora viene la rugiada della tua giovinezza”.
110,4 La figura di Melchìsedek compare in Gen 14,18. Nella lettera agli Ebrei il sacerdozio di Cristo è descritto a partire dal Sal 110 (vedi Eb 5,6.10; 6,20; 7,11.17).
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Approfondimenti
Il Messia re e sacerdote Salmo regale
L'orante riporta in questo salmo sostanzialmente due oracoli, con i quali un sovrano del regno di Giuda viene investito sia della regalità (vv. 1-3) come nel Sal 2, sia del sacerdozio, la cui origine ed esercizio non è da vedersi in Aronne, ma in Melchisedek (vv. 4-7). Si tratta di un componimento arcaico; è uno dei salmi più importanti del Salterio e tra i più commentati. Molto probabilmente risale all'epoca davidica, ma liturgicamente è stato continuamente attualizzato fino a che, con la scomparsa della monarchia, ha ricevuto una chiara interpretazione messianica. Nel salmo si evidenzia la figura di un re-guerriero che si addice di più a Davide. La simbologia corrente è quella spaziale, regale, bellica e politica. Lo stato del TM è globalmente accettabile anche se presenta delle incertezze e alcuni problemi d'interpretazione (cfr. v. 3). Nel v. 1 c'è (in ebraico) l'assonanza tra «al mio signore... alla mia destra» (la’adōnî/lîmînî) e «i tuoi nemici... ai tuoi piedi» (’ōybêka/lᵉraglêka). Nei vv. 1b-3 prevale la rima in... êka. Strutturalmente si divide in due quadretti riportanti ciascuno un oracolo. Il primo oracolo (la regalità) ha come sfondo 2Sam 7 e il secondo (il sacerdozio) Gn 14,18-20.
Divisione:
- vv. 1-3: oracolo regale;
- vv. 4-7: oracolo sacerdotale.
v. 1a. Un profeta cultuale si rivolge al sovrano con lo stile di corte, indirizzandogli un oracolo di intronizzazione. «al mio Signore»: «mio Signore» (’adōnî): così con una certa solennità, nello stile di corte, è chiamato il re (cfr. 1Sam 22,12; 25,25; 26,18; 1Re 1,13.17).
v. 1b. «Siedi alla mia destra..»: è la formula di intronizzazione. Il sedersi alla destra esprime una posizione di prestigio, la partecipazione alla stessa dignità della persona alla cui destra si siede. Alla destra del re siede la regina (Sal 45, 10), la madre di Salomone (1Re 2,19). Qui sị tratta della stessa partecipazione alla dignità di Dio, di cui il re è il luogotenente sulla terra. «finché io ponga...»: è il Signore che, nel momento dell'investitura, promette al re di assisterlo nella difesa del suo popolo sconfiggendo i suoi nemici. «sgabello dei tuoi piedi»: il simbolismo è noto nella Bibbia (cfr. Gs 10,24; Sal 99,5; Dn 7,14) e molto comune nell'Antico Oriente come segno dell'annientamento completo dei nemici.
v. 2. «Lo scettro del tuo potere...»: al simbolismo del trono e dello sgabello del v. 1 subentra quello dello scettro, simbolo di vittoria sui propri nemici. Ma non viene adoperato per la voce «scettro» il termine regale specifico šebet (Sal 2,9; 45,7; Is 9,3; 11,4; 14,5; Nm 17,16-25), ma maṭṭēh, un sinonimo più generico con il significato di «bastone pastorale» di comando (cfr. Ger 48,17; Ez 19,11), come il bastone di Aronne (Es 7,9.10.12); «stende il Signore da Sion»: si sottolinea che il potere del re viene dal Signore, il cui tempio terrestre sta in Sion. La posizione “ancipite” dell'espressione «da Sion» fa sì che si possa accordare sia con l'espressione precedente che con la seguente. Il Signore «da Sion» perciò è fonte sia dell'autorità regale che del dominio del re.
v. 3. «A te il principato...»: il v. 3 è oscuro e si presta a diverse interpretazioni. Secondo la traduzione dei LXX, ripresa dalla Vulgata, si ha qui un nuovo oracolo riguardante la filiazione adottiva divina del re, secondo il «protocollo regale» come nel Sal 2, e nella linea dell'oracolo di Natan (2Sam 7,14; Sal 89,27). Molti esegeti scorgono almeno un'allusione a una predestinazione fin dal seno materno del re-Messia. Ma il versetto si inserisce probabilmente con gli altri nello stesso contesto della cerimonia dell'incoronazione del sovrano. Così, davanti all'esercito schierato per la parata solenne dell'incoronazione, tutto il popolo presente proclama il suo impegno a combattere per il re e per la nazione. Una traduzione più aderente al TM può essere: «Il tuo popolo è generosità (= si impegna volentieri) nel giorno in cui appare la tua potenza (militare), negli splendori di santità. Dal grembo dell'aurora per te è la rugiada della (tua) gioventù (i tuoi giovani soldati)». Quindi, sulla scia del pensiero del v. 2, il v. 3 descrive la forza e l'abnegazione del popolo e dei suoi giovani militari, che il Signore mette a disposizione del re per dominare sui nemici. «dal seno dell'aurora, come rugiada..»: il «seno dell'aurora» da cui scaturisce la rugiada è un simbolismo che richiama ad antichi miti. È segno di fecondità, di forza e di vita. Secondo la traduzione dei LXX l'espressione poetica alluderebbe all'origine misteriosa del Messia. «io ti ho generato»: mentre nel Sal 2,7 l'espressione indica la figliolanza adottiva del re nel giorno dell'incoronazione, qui sembra indicare in un certo modo la figliolanza divina in senso stretto.
v. 4a. «Il Signore ha giurato»: per il giuramento solenne del Signore a Davide cfr. Sal 89,4.36.50; 132,11.
v. 4b. «Tu sei sacerdote per sempre..»: il Signore dà al sovrano accanto alla dignità regale anche quella sacerdotale: esse dureranno «sempre» perché Dio non si pentirà mai. L'investitura sacerdotale viene direttamente da lui, a differenza del sacerdozio aronnitico che si trasmetteva per l'imposizione delle mani (Lv 8-9; Es 34). Così Davide fu re e sacerdote insieme (2Sam 6) e anche suo figlio Salomone (1Re 8). «al modo di Melchisedek»: si specifica il tipo di sacerdozio. Ci si richiama al sacerdozio di Melchisedek (Gn 14,18-20) che benedisse Abramo. Si collega così la figura del re a quella di Melchisedek, re e sacerdote insieme.
v. 5a. «Il Signore è alla tua destra»: i vv. 5-7 che commentano l'oracolo si aprono con un'acclamazione che riprende liberamente il v. 1 «Siedi alla mia destra», con la variante che nel v. 1 il re è invitato a sedere alla destra di Dio, ma qui è il Signore che sta alla destra del re! L'espressione indica protezione.
vv. 5b-6. Il salmista descrive l'effetto della collera di Dio (cfr. Sal 2,5). Ma secondo un'altra interpretazione si tratta della collera del re che si inserisce su quella di Dio, perché i due agiscono all'unisono (cfr. Sal 2,9-12).
v. 7. «Lungo il cammino... alta la testa»: il versetto è enigmatico se si suppone che il soggetto sia Dio come nei vv. 5-6. Nel caso, con un forte antropomorfismo, si descrive Dio con l'atteggiamento dell'eroe, che dopo una vittoriosa battaglia, si disseta e solleva il capo in atteggiamento vittorioso (cfr. Sal 27,6). Se i vv. 5b-7 sono attribuiti al re si comprende di più la sua sosta ristoratrice dopo la battaglia e il sollevamento della testa in segno di trionfo, in contrasto con le teste dei suoi nemici cadute del v. 6.
v. 11. v. 1 è citato direttamente da Gesù in Mc 12,36 (Mt 22,44; Lc 20,42), e inoltre, come citazione semplificata, in Mt 26,64 (cfr. Mc 14,62; Lc 22,69). La lettera agli Ebrei riflette sul Sal 110; per il v. 1 (Cristo siede alla destra di Dio) cfr. Eb 1,3.13; 2.5.8; 10,12-13; 12,2; 1Pt 3,22. Il v. 4 (Cristo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek) è citato in particolare in Eb 7 e inoltre in Eb 5,6; 8,1.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)