SALMO – 111 (110)
INNO DI LODE A DIO
1 Alleluia.
Alef Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, Bet tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Ghimel 2 Grandi sono le opere del Signore: Dalet le ricerchino coloro che le amano.
He 3 Il suo agire è splendido e maestoso, Vau la sua giustizia rimane per sempre.
Zain 4 Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie: Het misericordioso e pietoso è il Signore.
Tet 5 Egli dà il cibo a chi lo teme, Iod si ricorda sempre della sua alleanza.
Caf 6 Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, Lamed gli diede l'eredità delle genti.
Mem 7 Le opere delle sue mani sono verità e diritto, Nun stabili sono tutti i suoi comandi,
Samec 8 immutabili nei secoli, per sempre, Ain da eseguire con verità e rettitudine.
Pe 9 Mandò a liberare il suo popolo, Sade stabilì la sua alleanza per sempre. Kof Santo e terribile è il suo nome.
Res 10 Principio della sapienza è il timore del Signore: Sin rende saggio chi ne esegue i precetti. Tau La lode del Signore rimane per sempre.
_________________ Note
111,1 Accanto alla lode e al ringraziamento a Dio per i grandi prodigi compiuti nella storia della salvezza e accanto allo stupore per il suo agire, sempre caratterizzato dalla giustizia, dalla fedeltà, dalla misericordia e dalla pietà, l’orante rinnova l’impegno di mantenersi fedele all’alleanza e alla legge ricevuta dal suo Dio. Per il ricorso alla tecnica della composizione alfabetica vedi nota a Sal 9.
111,6 l’eredità delle genti: la terra promessa.
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Approfondimenti
Lode e ringraziamento per le opere di Dio Inno
Salmo alleluiatico, come tutti i successivi fino al Sal 117. È acrostico alfabetico come il seguente Sal 112, ma per singoli emistichi e non per interi versetti. Dato il carattere più marcatamente liturgico (cfr. v. 1), è probabile il suo impiego nelle feste di rinnovamento dell'alleanza (cfr. v. 9) o nella festa di Pasqua, per l'accenno al «ricordo/memoriale» (cfr. v. 4a). Risale probabilmente al tempo del postesilio, per la fissità e stilizzazione delle formule della storia salvifica usate. Risente di qualche influsso sapienziale (cfr. v. 10) e deuteronomistico (cfr. vv. 1.4). Dal punto di vista letterario, il salmista, considerata la scelta dell'acrostico per emistichio, si avvale di formule dense e stringate, rinunciando alla legge del parallelismo. Adopera spesso lo stato enfatico (cfr. TM), come per es., nei vv. 2a (grandi), 3a (splendore), 4a (ricordo), 5a (cibo), 9a (redenzione). Gli accenti nel TM sono 3 + 3. Risalta nel salmo il dinamismo dell'attività di Dio (cfr. i vari verbi di azione) e la simbologia del “tempo” di Dio che corrisponde all'eternità. Il salmo si può così dividere:
- v. 1: introduzione: proposito di ringraziare il Signore;
- vv. 2-3: motivazione generale solenne;
- vv. 4-9: corpo: racconto delle azioni salvifiche di Dio;
- v. 10: conclusione: riflessione sapienziale (stimolo alla risposta dell'uomo).
v. 5. «Egli dà il cibo.»: la voce «cibo» (ṭerep) nel TM sta in stato enfatico e di per sé significa: preda, bottino, provvista. Oltre al riferimento storico della manna e delle quaglie di Es 16 e Nm 11, si evidenzia sia la gratuità del dono («dà») che la sua quotidianità. Dio infatti, come lo ha dato allora, lo dà tutti i giorni, perché «si ricorda sempre della sua alleanza» (cfr. Sal 81,17; 136,25; 147,14).
vv. 7-8. Professando la «stabilità, fedeltà» (verità) e l'equità (diritto) delle opere di Dio, precedentemente accennate, il salmista applica le stesse qualità alla legge. Facendo un paragone dice che come le sue opere sono stabili e giuste, così anche i suoi vari precetti.
v. 10. «Principio della sapienza è il timore del Signore»: «principio» (rē’šît) più che nel senso di «inizio» è da vedersi nel senso di «massima espressione, culmine» della sapienza (ḥokmāh), che è completa conoscenza della realtà. Il «timore di Dio»: esprime la risposta riverenziale religiosa di fede a Dio che si manifesta all'uomo. «la lode del Signore è senza fine»: come la sua giustizia del v. 3b, con cui il v. 10c fa inclusione, anche la lode di Dio non ha fine. L'espressione è un atto di fede e un augurio nello stesso tempo.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)