SALMO – 113 (112)
INNO A DIO, AMOREVOLE VERSO I POVERI
1 Alleluia.
Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore.
2 Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
3 Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore.
4 Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria.
5 Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell'alto
6 e si china a guardare sui cieli e sulla terra?
7 Solleva dalla polvere il debole, dall'immondizia rialza il povero,
8 per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo.
9 Fa abitare nella casa la sterile, come madre gioiosa di figli.
Alleluia.
_________________ Note
113,1 La collezione dei Sal 113-118 è conosciuta con il nome di Hallel, o “piccolo Hallel” (“inno di lode”, dall’acclamazione Alleluia, “Lodate il Signore”, che contraddistingue le singole composizioni) e fa da sfondo alla celebrazione di varie solennità della liturgia ebraica, soprattutto quella di Pasqua (vedi anche Mt 26,30; Mc 14,26). Da questo inno sale una lode universale a Dio che, con la sua bontà, abbraccia ogni ambito della vita dell’uomo e ogni dimensione del suo mondo ed estende la sua signoria su tutto il creato.
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Approfondimenti
Dio eccelso, giusto e pietoso Inno
È il primo del gruppo di salmi formanti l'Hallel (Sal 113-118), adoperati nel culto in occasione delle maggiori feste d'Israele (Pasqua, Pentecoste, Capanne, Dedicazione, Novilunio). Stando alla Mishnah, nella celebrazione pasquale, i primi due (Sal 113-114) venivano recitati prima della cena e gli altri (Sal 115-118) dopo. Nei vv. 5-9 si hanno nel TM le forme verbali con desinenza in y (segno di arcaizzazione o di antichità del salmo?). Tra gli elementi strutturanti abbiamo: un chiasmo tra i vv. 2a e 3b: «il nome del Signore sia benedetto... sia lodato il nome del Signore», e in 2b e 3a due polarismi di carattere temporale «ora e sempre» e «dal sorgere... al tramonto». Si noti il gioco di parole tra «sole» (šemeš) e «nome» (šēm) nel v. 3. Il movimento interno del salmo è in senso spaziale discendente nei vv. 4-6 e in senso ascendente nei vv. 7-8.
Divisione:
- vv. 1-3: introduzione: invito alla lode;
- vv. 4-9: corpo: motivazioni della lode. Manca la conclusione.
v. 1. «servi del Signore»: sono in senso stretto i sacerdoti o i leviti come in Sal 135,2, o più genericamente i fedeli (cfr. Sal 19,12.14; 27,9; 31,17; 34,23).
v. 4. «Su tutti i popoli eccelso è il Signore...»: si sottolinea la regalità e la maestà divina sugli uomini e sul creato, cfr. Sal 46,11; 92,2.
vv. 5-6. Questi due versetti centrali del salmo presentano nello stesso tempo la trascendenza (v. 5) e la condiscendenza di Dio (v. 6). Egli, la cui dimora sta oltre i cieli, al di sopra del firmamento (cfr. Sal 8,2; 47,10; 57,6.12; 104,3), «si china a guardare...» (v. 6), oltre i cieli che stanno ai suoi piedi, anche la terra, per venire incontro all'uomo.
vv. 7-9. I versetti riecheggiano il cantico di Anna (1Sam 2,1-10). Con alcune esemplificazioni si descrivono due casi di condiscendenza di Dio: il caso dell'indigente e del povero, e quello della sterile.
vv. 7-8. «l'indigente... il povero»: Dio solleva dallo stato di sofferenza, di miseria, di angoscia e di emarginazione l'indigente (ebr. dāl), colui che non ha un volto decoroso, e il povero (ebr. ’ebyôn) desideroso di pane e di dignità «polvere... immondizia»: l'indigente e il povero, come Giobbe (Gb 2,7-9), sono emarginati. Ma Dio li solleva dalla polvere e dall'immondizia, intese in senso materiale e morale, dando loro benessere e dignità (cfr. Gb 36,7).
v. 9. «Fa abitare la sterile...»: la sterilità nell'antico Israele era considerata maledizione di Dio (cfr. Gn 16,4-5; 1Sam 1,5-6; 2,5; Os 9,14). La sterile qui diventa madre, non solo, ma con numerosa prole; da triste ed emarginata si trasforma in «gioiosa».
Nel NT il Sal 113 ha contatti con il Magnificat: il v. 6 con Lc 1,48, e il v. 7 con Lc 1,52.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)