SALMO – 116 (114-115)
1 Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera.
2 Verso di me ha teso l'orecchio nel giorno in cui lo invocavo.
3 Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero preso da tristezza e angoscia.
4 Allora ho invocato il nome del Signore: “Ti prego, liberami, Signore”.
5 Pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso.
6 Il Signore protegge i piccoli: ero misero ed egli mi ha salvato.
7 Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il Signore ti ha beneficato.
8 Sì, hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi dalla caduta.
9 Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.
10 (115,1) Ho creduto anche quando dicevo: “Sono troppo infelice”.
11 (115,2) Ho detto con sgomento: “Ogni uomo è bugiardo”.
12 (115,3) Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto?
13 (115,4) Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
14 (115,5) Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo.
15 (115,6) Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli.
16 (115,7) Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene.
17 (115,8) A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore.
18 (115,9) Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo,
19 (115,10) negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.
Alleluia. _________________ Note
116,1 Diviso in due diverse composizioni dalle antiche versioni greca e latina (dando così origine ai Sal 114 e 115), questo inno contiene la professione di fede dell’orante, che Dio ha liberato dalla morte, e il suo ringraziamento nel tempio, con l’offerta di sacrifici e libagioni.
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Approfondimenti
Fiducia e sacrificio di lode Salmo di ringraziamento (+ motivi di lamentazione-supplica e di fiducia)
Il salmo si presenta spezzato in due nei LXX e nella Vulgata (v. 1-9 = Sal 114; vv. 10-19 = Sal 115), ma la sua unità è corroborata dall'identità di stile, di sintassi, dall'uso di aramaismi (vv. 7.12.16) e da altri indizi nelle due parti. In particolare rilievo è il verbo «invocare» (qr’) (vv. 2.4.13.17) e l'espressione «invocare il nome del Signore» (vv. 4.13.17) che svolgono un ruolo strutturante. Si tratta di una lirica personalizzata, carica di passione e di sincerità, sebbene ricorra a citazioni e luoghi comuni. La simbologia è quella del dialogo, della morte-vita e liturgica.
Divisione:
- vv. 1-2: introduzione;
- vv. 3-13: I movimento: narrazione e soliloquio;
- vv. 14-19: II movimento: soliloquio e ringraziamento.
v. 1. «Amo il Signore...»: è una professione schietta e intensa di amore al Signore. È una formula che si ispira al Deuteronomio (vv. 6,5; 10,12; 11,1; 19,9) ed è originale all'inizio di un salmo. «perché ascolta»: è la motivazione della dichiarazione di amore, e anche una professione di fede.
v. 3. «funi di morte... lacci degli inferi»: cfr. Sal 18,4-7. La morte e gli inferi sono personificati. Essi sono visti come spietati avversari che stringono l'orante in una morsa per farlo morire. Si allude qui o alla morte reale o a quella morale determinata da pene e amarezze della vita (cfr. Sal 13; 31,11; 107,39; 119,28; Ger 20,18).
v. 7. «Ritorna, anima mia...»: alla lett. «Ritorna, anima mia, al tuo riposo». L'orante dialoga con se stesso in un autoincoraggiamento (cfr. Sal 42,6.12; 103,1-5) riconsiderando il beneficio del Signore, che lo ha sottratto alla morte (v. 8), e invita la sua coscienza a stare tranquilla, perché l'incubo mortale è passato.
v. 9. «Camminerò alla presenza del Signore..»: il salmista, sottratto alla morte dal Signore, adesso può stare tra i vivi, essere felice della vita, lodare e ringraziare Dio camminando alla luce dei suoi precetti. Si tratta perciò di una risurrezione fisica e spirituale, come per i reduci da Babilonia (cfr. Is 40,1-11).
vv. 10-11. Riprendendo il soliloquio il salmista ricorda la sua fede incrollabile del momento di angustia e di dolore mortale, mentre constata la fragilità e la caducità della condizione umana (v. 11).
vv. 12-13. «Che cosa renderò...»: dalla considerazione del beneficio avuto dal Signore l'orante non può non pensare a come mostrargli la sua riconoscenza: manifesterà il suo ringraziamento con una pubblica celebrazione.
v. 13. «calice della salvezza»: l'espressione si trova solo qui nella Bibbia. Può alludere a un banchetto rituale festoso di ringraziamento, cfr. Sal 16,5; 22,27, ma può riferirsi anche alla libazione rituale col vino e con l'olio (Es 29,40-41; Lv 6,14).
v. 14. «Adempirò i miei voti...»: l'espressione si ripete identica nel v. 18, quasi come ritornello e includendo quest'ultima strofa del salmo. «Sciogliere il voto» è basilare nell'Oriente Antico e nella Bibbia, ove è prevista una dettagliata normativa (cfr. Lv 7,16-17; 22,17-25; Nm 6; 15,1-10). L'adempimento avveniva mediante un sacrificio di ringraziamento (= o di lode), come il salmista è intenzionato a fare (v. 17).
v. 15. «Preziosa agli occhi del Signore...»: il salmista, partendo dalla sua esperienza trascorsa, asserisce che la morte dei fedeli non può lasciare Dio inattivo e indifferente, come non lo è stato nei suoi riguardi.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)