SALMO – 12 (11)

CONTRO LA MENZOGNA E L’ARROGANZA 1 Al maestro del coro. Sull'ottava. Salmo. Di Davide.

2 Salvami, Signore! Non c'è più un uomo giusto; sono scomparsi i fedeli tra i figli dell'uomo.

3 Si dicono menzogne l'uno all'altro, labbra adulatrici parlano con cuore doppio.

4 Recida il Signore le labbra adulatrici, la lingua che vanta imprese grandiose,

5 quanti dicono: “Con la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi: chi sarà il nostro padrone?“.

6 “Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, ecco, mi alzerò – dice il Signore –; metterò in salvo chi è disprezzato”.

7 Le parole del Signore sono parole pure, argento separato dalle scorie nel crogiuolo, raffinato sette volte.

8 Tu, o Signore, le manterrai, ci proteggerai da questa gente, per sempre,

9 anche se attorno si aggirano i malvagi e cresce la corruzione in mezzo agli uomini. _________________ Note

12,1 L’invocazione a Dio nasce nel cuore dell’orante dalla constatazione del prevalere della menzogna e dell’orgoglio. Ma Dio si alza a difesa dei poveri e dei miseri (v. 6). Il salmo può essere collocato tra le lamentazioni individuali (v. 2) e collettive (vv. 8-9).

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Approfondimenti

Salmo 12 (11) – Supplica contro i bugiardi Supplica collettiva contro i peccati di lingua (+ motivi liturgici e sapienziali)

Il campo semantico che domina il salmo è quello della parola doppia e bugiarda dell'uomo, e quella pura e veritiera di Dio. ÈÌ presente il classico schema triangolare dei personaggi “Dio, noi, essi (nemici)”, comune al genere delle “Suppliche”. Il TM presenta qualche difficoltà. Il metro è di 4 + 4 accenti.

Divisione:

v. 2. «Salvami, Signore»: il pressante appello, significato dallo stato enfatico del verbo, è presente anche altrove nella Bibbia; cfr. Sal 3,8; 20,10; 69,2; 2Re 6,26. «è scomparsa la fedeltà...»: si tratta di un iperbole che amplifica il senso di vuoto e di scoraggiamento dell'orante.

V. 5. «Per la nostra lingua siamo forti... chi sarà nostro padrone?»: il salmista riporta il discorso arrogante dei bugiardi che osano sfidare lo stesso Dio, credendosi potenti con l'uso distorto e doppio della parola. È il peccato di hybris come quello del re di Babilonia di Is 14,13-15

v. 6. Oracolo. E il cuore del salmo. Il Signore risponde prontamente alla pressante invocazione iniziale del v. 2. Egli interverrà a difendere i miseri e i poveri, facili prede di raggiri, d'inganni e di ingiustizie da parte di chi si serve indiscriminatamente e spregiudicatamente della parola. «io sorgerò»: l'alzarsi di Dio è azione tipica per un intervento salvifico (o punitivo) di Dio, come di un giudice o di un generale, cfr. Is 33,10; Sal 76,10; 102,14.

vv. 8-9. Il salmo si chiude con i vv. 8-9 in inclusione con il v. 2, manifestando la fiducia nella giustizia e nel soccorso di Dio, che libererà il suo popolo dalla piaga degli empi e arroganti bugiardi.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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